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#ricordi d'infanzia
gregor-samsung · 8 months
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“ Un giorno cominciò a circolare la notizia che le forze di occupazione americane avrebbero requisito la scuola per gli armeni. Si spandevano pure delle voci secondo le quali sarebbe venuto anche il nostro turno, ma ciò che sarebbe successo di noi nessuno lo sapeva, e presumibilmente a nessuno importava. All'incirca nello stesso periodo avvertimmo anche il primo pallido incanto del nome di Kemal Atatürk, che stava raccogliendo un esercito nella remota Anatolia, e che aveva già costituito un governo nazionalista ad Ankara. La notizia che riguardava gli americani e gli armeni si dimostrò vera, e un giorno vedemmo dal nostro giardino i ragazzi più anziani di Kuleli portare letti, materassi e banchi nei giardini della scuola. Stava iniziando la loro evacuazione. L'odio tra turchi e armeni è noto, ma quel giorno, nella nostra scuola grigia sulla collina, quell'odio fu ancora più intenso. Gli armeni erano fuori di sé, tanto erano orgogliosi di ricevere un riconoscimento dagli americani. Facevano gli spacconi e si pavoneggiavano, e le offese si facevano più frequenti che mai. Quando un mattino sventolò su Kuleli la bandiera americana, gli armeni impazzirono di gioia, e i curdi si scatenarono violentemente. Ne risultò un discreto numero di teste rotte, e il bastone del capitano dovette fare gli straordinari. Poi venne il nostro turno. Un mattino dovemmo radunarci all'ingresso principale, i prefetti più anziani che cercavano di mantenere legge e ordine, e che si rifiutavano di rispondere a tutte le nostre domande. Dovevamo apparire un gruppo burrascoso, là in piedi nelle nostre uniformi malmesse, con le teste rapate e le facce smunte per la cattiva nutrizione. Dal cancello principale entrarono degli ufficiali americani, e con loro un prete armeno e un'americana alta, dal seno piatto e dai severi occhiali dalla montatura di corno. Mi intimidì molto più lei degli ufficiali. Era una vera virago che sembrava sapere sempre quello che fosse meglio per tutti. La osservammo con apprensione. Dapprima si occuparono dei ragazzi più grandi, facendone uscire alcuni dai ranghi; noi, a disagio, ci chiedemmo a cosa preludesse quella separazione. Arrivarono presto a noi, e un interprete gridò: «Tutti gli armeni da questa parte!».
Molti ragazzi fecero un passo avanti, incluso il nostro sergente. Il prete, che sembrava assai spaventoso con la sua barba nera, cominciò a farci delle domande, e la donna prese in mano la situazione, avendo apparentemente deciso che non ci sarebbe stato niente di male se anche lei avesse fatto un po’ di separazione. Ci guardò tutti freddamente come se fossimo tutti così stupidi da non sapere a quale nazionalità appartenessimo. Osservò scrupolosamente le nostre facce, poi spinse altri ragazzi nella parte degli armeni. Quelli che aveva selezionato erano curdi, e non potei fare a meno di domandarmi con curiosità come potesse vedere in loro la nazionalità armena. Guardò anche me con attenzione, ma mi lasciò nella mia fila. La selezione fu completata in fretta, e gli armeni furono messi in una grande sala al di là dell'ingresso. Noi fummo allontanati. .. perché nessuno aveva più bisogno di noi. Corremmo ansiosi in giardino per guardare dalle finestre della stanza nella quale stavano gli armeni. Felici, ci facevano dei gesti con le braccia beffeggiandoci e gridandoci offese. Noi, per non essere da meno, rispondevamo per le rime. Minacciavamo di romper loro la faccia, e il prefetto anziano ci implorò più e più volte di far meno rumore. All'improvviso, al di sopra di tutto quel vocio, sentii chiamare il mio nome, e riconobbi la voce di mio fratello; ma benché lo cercassi dappertutto con lo sguardo, non riuscii a vederlo. La sua voce lamentosa continuava a chiamarmi; mi saltò addosso la paura, e mi feci strada fino alla prima fila dell'assembramento, dicendogli quasi in lacrime che stavo arrivando. Lo vidi a una delle finestre della stanza dov'erano tutti gli armeni, e corsi verso di lui sporgendomi e afferrandogli le piccole mani. Disse con voce isterica: «Mi hanno messo tra gli armeni!». “
Irfan Orga, Una famiglia turca, postfazione di Ateş Orga, traduzione di Luca Merlini, Passigli Editori (collana Narrativa), Firenze, 2007; pp. 239-241.
[ Edizione originale: Portrait of a Turkish Family, Victor Gollancz Ltd., London 1950 ]
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Ranma 1 2 sigla italiana HD
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Bellissimo
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twistedwhitesnow · 2 years
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beevean · 1 year
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Re: i giochini dei Magicanti mia madre si è pubblicamente dichiarata sorpresa del fatto che avessi ancora impronte digitali sui pollici dopo il tempo che avevo passato sfregando quei cazzo di medaglioni, decisamente non eri la sola a patire 🙃 meno male che quando hanno fatto i Lampaclima qualche anno dopo hanno imparato dai loro errori e messo un pratico tastino per accendere il simbolo
se vedi i miei pollici puoi ancora notare i segni lasciati da quei medaglioni che proprio non volevano scaldarsi 😭 una scammata assurda, di alcuni non scoprii mai che elemento avessero
I Magotti erano più funzionali, e sono stati i primissimi giocattoli 😭 (ho vaghe memorie di me che li lasciavo in frigo per ripristinare il colore originale hfdsjkfhkjdsf)
Non presi mai i Lampaclima (credo che l'ultimo cartone che vidi fu quello delle moto e già non mi entusiasmò più di tanto lol), ma non so come potrebbero sbagliare una lampadina LMAO
in ogni caso, Roteò supremacy uwu
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harveyphotography · 2 years
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Casa d’infanzia - Laurino (SA)
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asgoodeasgold · 4 months
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Charming everyone, as always.
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Bingo, mentions his children and his wife. AW, so adorable.
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Matthew's style is comfy, which includes a fairly nice... cashmere thing 🤣
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Mentions his children again. I love that being a daddy is such a key part of his identity.
"Looking like a banana" 🤣 Hang on, didn't you wear such gleaming white sneakers at the Freud's Last Session special screening in NY the other day? 🤔🍌
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Oh stawp it Matthew! Such a tease.
Sorry about the quality of the GIFs, the footage is a bit crappy.
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📷 Matthew Goode at Diadora promo event in Italy (Jan 2016). My edit from Diadora pictures (IG via matthew-goode.net) and interview (via Repubblica TV - watch ⬇️)
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donaruz · 8 months
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Sanno di abbandono
dimenticanza
e solitudine
le case dell'infanzia.
Ma...
tra un abbraccio di spine
e un groviglio
di spaurite rose,
trattengono intatti
i ricordi più belli.
E sarà sempre
un quieto rifiorir d'infanzia
a far di quel che resta
dimora dell'anima
che culla ancor ricordi
e nostalgia!
Rosa Ponente
Gerace (RC)
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el-elux · 10 months
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Sydney Sibilia, Mixed by Erry (2023) • Letterboxd Reviews
Sarà che ho un debole per le storie ambientate nella mia città natale - il mio amore per L'amica geniale ne è una prova - e i modi che queste hanno, seppur ambientate anni prima che io nascessi, di richiamare alla mia memoria ricordi d'infanzia; al prossimo che dice che il cinema italiano è morto mostrerò questo film.
Questo è l'umile parere di chi, da bambina, tornava a casa col cuore pieno di gioia dal negozietto di elettronica con la schedina R4 piena di videogiochi per il DS; chi da adolescente aveva la memoria del cellulare piena di musica scaricata da YouTube.
Fatevi un favore e guardatevi questo film.
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omarfor-orchestra · 6 months
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Film italiani in uscita a novembre
La guerra del Tiburtino III (Luna Gualano) 02/11
Tiburtino III, periferia di Roma. Una sera un meteorite arriva nel quartiere dal cielo e viene raccolto da Leonardo de Sanctis che lo porta a casa. Di notte però avviene qualcosa di strano: un verme esce dal meteorite ed entra nella narice di Leonardo. L’uomo diventa il leader di altri abitanti, anche loro invasati, e con loro decide di alzare le barricate e non far entrare più nessuno nel quartiere.
À la recherche (Giulio Base) 02/11
Un omaggio a Marcel Proust ed un particolare tributo a Luchino Visconti e al cinema italiano degli anni '70.
Il meglio di te (Fabrizio Maria Cortese) 09/11
Antonio è un uomo di successo, Nicole è una donna brillante. I due si sono amati intensamente e sono stati gli interpreti perfetti di una favola. Tuttavia, prima di arrivare al "vissero per sempre felici e contenti", il loro mondo è esploso e i due si sono trovati lontani, dispersi, pieni di rabbia, di colpa e di delusione. L'inevitabile separazione dura qualche anno e traccia un confine molto netto tra le loro vite. Ma il destino ha spesso una trama nascosta da tirare fuori al momento più opportuno.
Soldato Peter (Gianfilippo Pedote, Giuliano Carli) 09/11
1918, Altopiano di Asiago, pochi giorni prima della fine della Grande Guerra. Il giovane soldato austro-ungarico Peter Pan oltrepassa le linee nemiche. Solo, spaventato, in fuga, durante il suo percorso non incontra nessuno tranne una pattuglia di soldati italiani di cui fa parte il Capitano Don Chisciotte che però lo nota a malapena. Il paesaggio del territorio straniero gli fa tornare in mente alcuni nitidi ricordi d'infanzia dove ci sono la madre e il suo amico Maty morto in guerra. Sono i rari momenti di serenità. Poi Peter riprende il cammino. Il desiderio è quello di ritrovare un'isola in mezzo al mare che non esiste nel mondo reale.
Ancora volano le farfalle (Joseph Nenci) 09/11
La storia raccontata nel film prende ispirazione dalla vera vita di Giorgia Righi, una giovane ragazza pesarese affetta da una rara malattia ereditaria: l'Atassia di Friedreich. Il film, sebbene racconti un dramma, è in realtà una storia di rivincita e riscatto sulla vita stessa.
Lubo (Giorgio Diritti) 09/11
Lubo Moser è un nomade del popolo Jenisch. Nella Confederazione Elvetica del 1939 gira di luogo in luogo esibendosi nelle piazze insieme alla moglie Mirana e ai loro bambini. Fino a quando la Seconda Guerra mondiale incombente fa sì che il governo dichiari la mobilitazione degli uomini per la difesa delle frontiere. Lubo, mentre è in servizio, viene a sapere che i figli sono stati prelevati e portati in un istituto mentre la moglie, nel tentativo di proteggerli, ha trovato la morte. Da quel momento il senso della vita per lui consiste nel conseguire un duplice obiettivo: ritrovarli e vendicarsi.
Non tutto è perduto (Francesco Bellomo) 09/11
Francesco è una ex promessa del calcio, con un passato nelle giovanili di una squadra di Serie A. Dopo vari insuccessi scolastici, suo padre lo ha costretto ad abbandonare il suo sogno. Nonostante tutto, lui non ha mai smesso di giocare a calcio, anche se solo per diletto, con gli amici. Il suo percorso s'incrocia con quello di Bala, il responsabile di un campetto di calcio a cinque: costui, impressionato dalle sue doti, contatta un procuratore sportivo e riesce ad organizzare un provino per Francesco. Bala organizza così una partita con i vecchi amici del ragazzo, per impressionare il procuratore, al fine di offrire a Francesco la seconda possibilità che la vita, spesso, in modo fortuito, riserva.
Codice Carla (Daniele Luchetti) 13/11
La pratica biografica è uno dei grandi fenomeni cinematografici (e letterari) contemporanei. La narrazione di una vita e l'enunciazione di una verità a proposito di quella vita rappresenta anche il cuore del nuovo progetto di Daniele Luchetti. Due anni dopo la morte di Carla Fracci, l'autore pesca nei suoi ricordi di infanzia quel primo incontro causale con l'étoile italiana, avvenuto anni prima a Cinecittà sul set di Verdi di Renato Castellani.
La festa del ritorno (Lorenzo Adorino) 13/11
Un racconto di formazione che racchiude in sè il rapporto tra padre e figlio, sospeso tra assenze e ritorni e l'incanto che nasce dallo sguardo di un bambino.
Mimì - il principe delle tenebre (Brando De Sica) 16/11
Mimi` e` un adolescente orfano nato con i piedi deformi che lavora in una pizzeria a Napoli. Un brutto giorno incontra Carmilla, una giovane ragazza convinta di essere una discendente del conte Dracula. Insieme decidono di fuggire un mondo cinico e violento.
La Sedia (Gianluca Vassallo) 16/11
Pietro torna in Sardegna in seguito alla morte del padre. Il suo obiettivo è incontrare il fratello Andrea, che non vede da molto tempo, per decidere a chi spettano i due oggetti che il genitore ha lasciato loro: una pistola e una sedia. Nel suo peregrinare in una Sardegna assolata ha modo di fare diversi incontri. In un film realizzato in assoluta indipendenza Vassallo porta sullo schermo la tensione esistenziale di un uomo che si confronta con il suo passato.
L'altra via (Saverio Cappiello) 16/11
Siamo sulla Costa degli Aranci, all'altezza di Catanzaro Lido. Questa è un'estate diversa, italiana, quella delle Notti Magiche, dei Mondiali di Italia '90. Lo è anche per Marcello, ragazzino di origine arbëreshë che vive con la madre Tereza nel quartiere popolare dell'Aranceto. E se gli stadi della Nazionale sono lontani, quello dell'U.S. Collidoro, la squadra locale, è invece dietro l'angolo. Qui gioca Andrea Viscomi, capitano, trentacinquenne romano trapiantato da anni in Calabria e alla sua ultima stagione come professionista. Andrea è piagato dagli infortuni, spremuto dalla criminalità, amareggiato dalla vita. Marcello e Andrea si incontrano, forse qualcosa in loro cambierà. Quanta semplicità e quanta appartenenza in questa opera prima che mostra un Sud pieno di malinconia universale.
Misericordia (Emma Dante) 16/11
Da qualche parte in Sicilia, in un borgo marinaro e fatiscente, le donne fanno le mamme di giorno e le puttane di notte. A governarle tutte è un miserabile guercio, che ha ucciso a botte la madre di suo figlio, Arturo, anima semplice e altrove, cresciuto a giri di maglia e di amore da Betta e Nuccia. Tra miseria e mare un giorno arriva Anna, giovane prostituta a cui piace soltanto la cioccolata. Naïf e bellissima, fa corpo con Betta e Nuccia contro il predatore che chiede la pelle di Arturo. Ma a quel ragazzo antico, dervisci che gira sulla spina dorsale del (loro) mondo, le mamme putative hanno apparecchiato un futuro migliore.
Una preghiera per Giuda (Massimo Paolucci) 23/11
Cosa si è disposti a fare per proteggere il proprio onore? Quando diventa troppo tardi per essere artefici del proprio destino? Questi e altri interrogativi animano le vicende del film, la storia di due boss rivali che, a seguito della strategica scarcerazione di uno dei due, scateneranno un turbine di eventi, travolgendo, inevitabilmente, i membri delle proprie famiglie. Una lotta per l'onore e la vendetta che sarà prepotentemente ostacolata da un Colonnello dei Carabinieri testardo e ligio al dovere, che cercherà eroicamente la giustizia in un'originale - e a tratti divertente - alleanza con una ambiziosa agente della CIA in incognito.
L'odore della notte (Claudio Caligari) 20/11
Roma, tra novembre 1979 e febbraio 1983. Remo Guerra, un ragazzo di borgata, è un poliziotto che di notte aggredisce per strada persone benestanti derubandoli. Con lui ci sono Maurizio, amante della vita lussuosa e delle belle donne, e Roberto che Remo aiuterà a comprarsi un bar. I suoi complici sono inaffidabili. Così Remo deve far entrare nella sua banda Marco Lorusso, detto "il Rozzo", di cui però non condivide i metodi violenti. Remo è sempre più tormentato e desidera una vita normale accanto a una donna a cui però non può rivelare la sua identità. In più, capisce che la fine è vicina e non può sottrarsi al suo destino.
La Chimera (Alba Rohrwacher) 23/11
Ambientato negli anni '80, nel mondo clandestino dei "tombaroli", il film racconta di un giovane archeologo inglese coinvolto nel traffico clandestino di reperti archeologici.
Cento domeniche (Antonio Albanese) 23/11
Antonio Riva, operaio specializzato in prepensionamento, si reca in banca per prelevare dal conto su cui ha messo tutto ciò che ha. Non si è reso conto di aver tramutato le sue obbligazioni sicure in azioni a rischio, passando da risparmiatore ad azionista su consiglio di quella banca dove gli impiegati erano di famiglia, e che aveva sostenuto lo sviluppo dell’intero paesino sul lago di Lecco dove è nato e cresciuto. Quella banca, poi, mica può fallire, perché se fallisse “andrebbero a gambe all’aria tutti quanti”.
Il paese dei jeans in agosto (Simona Bosco Ruggieri) 23/11
Carlo Arato (Pasquale Risiti) ha 26 anni, ex concorrente di reality, ex vip, ora @IlCarlito, sedicente influencer alla perenne ricerca di soldi per farsi notare, altalena le sue giornate fra il ricordo di tempi migliori e le lamentele per un paese cafone che, come suo padre, non lo apprezza quanto dovrebbe. Luisa (Lina Siciliano), invece, di anni ne ha 28 ed era prossima alla laurea, fino a quando non si è ritrovata alla mercé del paese in perenne attesa che le accada qualcosa. Per uno strano caso del destino l'uno capiterà all'altra e viceversa: lui piace, ma non ha un soldo; lei ha i soldi, ma non piace. È così che @IlCarlito e @LaRosetti insieme decidono di puntare a tutto.
In fila per due (Bruno De Paola) 23/11
In un piccolo paese alle falde del Vesuvio, Germano (Andrea Di Maria), trentacinquenne pigro dal futuro lavorativo incerto, vive una tormentatissima storia d'amore con Sonia, sua coetanea tanto bella quanto gelosa e possessiva. Una scossa di terremoto di origine vulcanica, fa scattare il piano di evacuazione che prevede il trasferimento degli abitanti del paese verso un altro Comune gemellato. Abitando Sonia (Francesca Chillemi) in un comune diverso da quello di Germano, il giovane vede l'evacuazione come un'ottima opportunità per allontanarsi dalla gelosissima fidanzata che lo perseguita. La follia di Sonia, la noncuranza degli abitanti verso le regole di evacuazione, rendono il viaggio di Germano una vera odissea ricca di paradossali ed esilaranti situazioni, mete inaspettate ed incontri sorprendenti.
Mary e lo spirito di mezzanotte (Enzo D'Aló) 23/11
Mary è una bambina di undici anni appassionata alla cucina. La nonna la sostiene sempre, anche quando esaminatori saccenti non apprezzano i suoi piatti. Ma la nonna è anziana e subisce un ricovero in ospedale. Mary ne è addolorata ed aumenta nei suoi confronti le attenzioni da nipote affezionata, sostenuta in questo da una misteriosa giovane donna che è comparsa all’improvviso sul suo cammino.
Casanova opera pop - il film (Red Canzian) 27/11
Lo spettacolo di teatro musicale ideato, composto e prodotto da Red Canzian.
I limoni d'inverno (Caterina Carone) 30/11
Pietro Lorenzi è un professore di lettere in pensione e dopo il divorzio dalla moglie vive da solo in un bell’appartamento romano con un terrazzo che accudisce con cura, dedicandosi alle sue piante. Nell’appartamento di fronte a quello di Pietro si trasferisce una coppia più giovane: Luca, fotografo d’arte contemporanea, ed Eleonora, che ha studiato pittura e disegno all’Accademia ma ad un certo punto ha smesso di creare, “perché non era abbastanza brava”. Luca ed Eleonora custodiscono un dolore segreto e non riescono a parlarsi più: lei pensa che lui la dia per scontata, lui la vede sempre “incazzata col mondo”. Quando Luca parte per preparare una personale a New York, Eleonora e Pietro cominciano a frequentarsi, fra terrazzi e orti botanici, il bar sotto casa e un ristorante d’atmosfera
Palazzina Laf (Michele Riondino) 30/11
1997. All’ILVA di Taranto è appena avvenuta l’ennesima morte sul lavoro, ma Caterino Lamanna, operaio addetto ai lavori di fatica nell’industria siderurgia, è pronto a darne la colpa ai sindacati. Caterino è un cane sciolto che pensa al suo imminente matrimonio con la giovane albanese Anna e si fa i fatti suoi, finché Giancarlo Basile, dirigente dell’ILVA, non lo recluta per “farsi un giro e dirgli quello che succede” in fabbrica, e resoconti in particolare le attività del sindacalista Renato Morra, che infiamma gli animi degli operai e li spinge alla ribellione. Basile offre a Lamanna la promozione a caposquadra e l’auto aziendale, ma Caterino chiede di essere mandato alla Palazzina Laf pensando che sia un luogo di privilegio riservato a pochi eletti. In realtà è un edificio in disarmo, incrocio fra una riserva indiana, un manicomio e una prigione, dove sono rinchiusi in orario di lavoro i dipendenti qualificati che hanno fatto l’onda, e che quindi sono invitati a licenziarsi o ad accettare un incarico demansionato e incoerente con la loro preparazione.
Diabolik - chi sei? (Marco Manetti, Antonio Manetti) 30/11
Catturati da una spietata banda di criminali, Diabolik e Ginko si trovano faccia a faccia. Rinchiusi in una cella, senza via di uscita e certi di andare incontro a una morte inevitabile, Diabolik rivela all'ispettore il suo misterioso passato. Intanto, Eva Kant e Altea sono alla disperata ricerca dei loro uomini. Le strade delle due rivali si incroceranno?
La Guerra dei Nonni (Gianluca Ansanelli) 30/11
Gerri (Vincenzo Salemme) è un nonno attento e premuroso, vive con la famiglia della figlia, aiuta in casa e si prende cura dei suoi amati nipoti. In questo perfetto equilibrio familiare irrompe nonno Tom (Max Tortora), che dopo anni vissuti all'estero torna in Italia per trascorrere un po' di tempo con i nipotini. Esuberante e chiassoso, nonno Tom è pronto a infrangere ogni regola stabilita da nonno Gerri pur di realizzare i desideri dei bambini e conquistare il loro amore. Dall'incontro tra Gerri e Tom nascerà un'accesa competizione che darà vita a una serie di esilaranti sfide tra nonni, senza esclusione di colpi... e colpi di scena.
Con la grazia di un dio (Alessandro Roja) 30/11
Tornato a Genova dopo venticinque anni per partecipare ai funerali del migliore amico della sua giovinezza, Luca ritrova i vecchi compagni di un tempo. Tutti sembrano convinti che quella morte sia l'esito scontato di una vita di eccessi; tutti tranne Luca, che vuole vederci chiaro, indagare, capire. Scavando nella memoria, e in una città cambiata almeno quanto lui, lascerà riaffiorare fantasmi e verità che sembravano sepolte, insieme alla propria vera natura, che pensava di aver domato per sempre.
Doppia Coppia (Igor Biddau) 30/11
Il film parla di come sia difficile per due coppie di amici, amanti del trekking, avventurarsi sui ripidi sentieri dell'amore senza perdere per sempre l'amicizia. Così come, nel tentativo di conoscere meglio l'altro finiamo per conoscere meglio noi stessi, i quattro personaggi scopriranno quanto siano forti i legami che li uniscono solo quando questi sentimenti verranno messi alla prova.
Il paese del melodramma (Francesco Barilli) 30/11
Carlo Gandolfi (Luca Magri) è un bravissimo cantante lirico, la cui carriera si è bruscamente interrotta dopo la morte della moglie e della figlia. Da allora è un uomo alla deriva, in preda al vizio dell'alcol. La Morte in persona (Luc Merenda) decide che è il momento per lui di tornare a calcare le scene del palcoscenico: vuole che interpreti il "Macbeth" di Verdi e che sia perfetto. Altrimenti, lo porterà con sé nel suo regno.
Documentari
X Sempre Assenti (Francesco Fei) 03/11
Il film segue la rock band Verdena nella loro vita privata e nella preparazione del tour di Volevo Magia, disco che segna il loro rientro sulle scene dopo sette anni di silenzio.
Roma, santa e dannata (Roberto D'Agostino, Marco Giusti, Daniele Ciprì)
Un viaggio tra le notti romane in una città pazza e in continuo cambiamento.
Negramaro back home - ora so restare (Giorgio Testi) 06/11
Dopo 20 anni di successi, i Negramaro tornano a casa, a Galatina, in Salento, dove tutto è cominciato.
Giotto e il sogno del Rinascimento (Francesco Invernizzi) 06/11
L'arte visionaria di Giotto, il pittore che rivoluzionò la pittura a fresco con la propria narrazione figurativa a dir poco mozzafiato
Enigma Rol (Selma Dell'Olio) 06/11
Gustavo Rol chi è, soprattutto, cosa era costui? Il documentario si propone di ricostruire, attraverso molteplici testimonianze e ricostruzioni, sia di fiction che di animazione, la vita e l'attività di un uomo che per molti (e anche illustri) amici e frequentatori è stato dotato di capacità paranormali e per altri è stato soltanto un abile illusionista. Anselma Dell'Olio affronta un personaggio che, in qualche misura, ha riassunto in sé pregi e difetti di quelli che erano al centro dei suoi documentari precedenti. La regista lascia spazio sia a chi ne descrive le sorprendenti doti (utilizzate anche per proteggere la popolazione di San Secondo di Pinerolo dalle azioni dei tedeschi occupanti) sia a chi sta più dalla parte di Piero Angela che lo definì "un mediocre illusionista".
Io, noi e Gaber (Riccardo Milani) 06/11
Chi è stato Giorgio Gaber, per la musica italiana ma soprattutto per noi, che magari “non ci sentiamo italiani, ma per fortuna o purtroppo lo siamo”? È forse da questa domanda che è partito Riccardo Milani per raccontare uno dei cantautori più originali del nostro Paese, ma anche un teatrante, un filosofo, un pensatore politico e un “operatore culturale” nel senso più alto e nobile del termine. Gaber era “un intellettuale promiscuo”, come lo descrive Serra, “raffinato e popolare, di popolo e di élite”. Perché Gaber è stato immerso nel suo tempo sapendo sempre prevederne uno futuro. Milani entra a fondo nell’utilizzo che faceva Gaber della parola, fondamentale quando “dentro c’è la nostra vita”, e del suo “corpo scenico” che in teatro “sembrava posseduto”, rendeva “la parola visibile” e si trasformava in “melodia cinetica”. Io, noi e Gaber ricorda che ogni sua canzone aveva “uno spazio di incidenza”, cioè una volontà di intervenire sul reale trasformando la sua libertà in partecipazione.
Il popolo delle donne - il film (Yuri Ancarani) 13/11
Un monologo in cui Marina Valcarenghi, giornalista e attivista, ripercorre le sue esperienze in fatto di disparità di genere.
Il guerriero mi pare strano (Alessio Consorte) 15/11
Il film è incentrato sull'autenticità della statua del Guerriero di Capestrano, simbolo della Regione Abruzzo, rinvenuta a Capestrano nel 1934 e datata dagli archeologi VI secolo A.C.
La città delle sirene (Giovanni Pellegrini) 16/11
La notte del 12 novembre 2019 Venezia è stata colpita da una serie di inondazioni che hanno sommerso la città per una settimana. Partendo dalle immagini della sua casa e del suo studio allagati il regista racconta in prima persona cosa vuol dire convivere con l'acqua alta e come la sua città affronta la catastrofe. Ne scaturisce una riflessione sul vivere nella prima linea del cambiamento climatico che minaccia di far scomparire il nostro mondo.
DALLAMERICACARUSO - Il concerto perduto (Walter Veltroni) 20/11
Il 23 marzo 1986 Lucio Dalla teneva al Village Gate di New York un concerto di cui si pensava si fossero perse le riprese che ora vengono invece proposte in un'edizione restaurata e rimasterizzata. Ad esse si aggiunge in apertura la ricostruzione della creazione di "Caruso" avvenuta pochi mesi dopo a Sorrento. Un ritrovamento prezioso che, unendosi alla rievocazione di come è nato un classico della canzone, ci ricorda la grandezza di Lucio Dalla.
Kissing Gorbaciov (Andrea Paco Mariani, Luigi D'Alife) 24/11
Andata e ritorno dal 1988, quando da Melpignano partì il tour che squarciò la cortina di ferro tra Occidente e Urss, a suon di rock e punk.
Picasso - Un ribelle a Parigi - Storia di una vita e un museo (Simona Risi) 27/11
Scopo del film è mettere al centro del racconto proprio la grande magia dell'arte e uno dei luoghi dove meglio la si può apprezzare, il Museo Picasso di Parigi.
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melancomine · 1 year
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BREATHE | peter parker x lettrice
trama: sei ad un'importante cena di famiglia quando peter parker, il tuo amico d'infanzia, si siede vicino a te e la cena passa in secondo piano.
pairing: peter parker x lettrice y/n (mi riferisco a tasm ma può essere qualsiasi peter se lo desideri)
avvertenze: smut esplicito, sesso non protetto, cose in luogo pubblico
word count: 2,3k
masterlist | wattpad
"È il compleanno di Tim, devi venire. Sai quanto ci tiene." ti rimprovera tua mamma mentre si mette il rossetto, un banalissimo color rubino che svanirà al primo boccone di cibo. "Ci saranno tutti."
Le cene in famiglia. Sempre così caotiche, ti ritrovi ogni volta a dover mangiare con un falsissimo sorriso sul volto e a rispondere a domande scomode. Tim è un lontano cugino che vedi pochissimo, infatti non ricordi neanche quanti anni compie.
Sbuffi e ti dirigi in camera tua. Hai aspettato fino all'ultimo per prepararti nella speranza che potessi rimanere a casa. Il vestito nero delle occasioni lo trovi in fondo all'armadio e ci abbini dei semplici collant. Ai piedi un paio di anfibi.
Dopo il sollecito di tua madre, prendi la borsa e scendi rapidamente le scale. Siete in ritardo, la cosa non ti sorprende.
Arrivate al ristorante e al tavolo sono già tutti seduti, vi stavano aspettando. Scruti attentamente l'intera sala, riservata a voi solo per l'occasione, per trovare il posto vuoto che occuperai. Le luci sono soffuse per regalare a chi mangia l'idea confortevole di casa. Il lungo tavolo occupa un'intera parete e visto che siete in molti, continua e fa angolo con l'altro muro. Il tuo corpo si congela improvvisamente quando scopri che ti siederai vicino a Peter Parker. Lui sembra avere la stessa reazione appena ti vede.
Sorridi e vedi che il gesto è ricambiato. Peter è il tuo amico d'infanzia, purtroppo lo vedi solamente una volta ogni paio di anni perché abita lontano. Ricordi che sua zia, May, è una cara amica di tuo zio, il padre del festeggiato. 
Ringrazi il cielo, insieme sapete sempre come divertirvi. Come quella volta che a dieci anni siete saliti in cima ad una pila di balle di fieno. Il povero Tim vi urlava dal basso di scendere ma voi non gli davate ascolto. Vi sentivate come Jack e Rose, i re del mondo. Oppure come quella volta in cui, a sedici anni, siete spariti per un paio di giorni. Avevate semplicemente trovato una casa abbandonata e deciso di rimanerci.
Ti accomodi, "Sono felice che ci sia anche tu." Le uniche occasioni che avete per vedervi sono appunto queste riunioni di famiglia.
Peter ti appoggia una mano sulla spalla. "Anche io. Sei stupenda, comunque."
Arrossisci e lo ringrazi. L'ultima volta che hai visto Peter, aveva gli occhiali e un corpo esile. Non sai cosa sia successo in due anni, ma ora non solo non porta più gli occhiali, ma sembra persino più alto. Il suo fisico è decisamente cambiato. La sua camicia verde scuro risulta più stretta sulle braccia evidenziando i suoi muscoli.
Di certo non ti aspetti che un ragno radioattivo lo abbia morso donandogli i super poteri.
Anche tu sei cambiata, sei cresciuta, e Peter non riesce a toglierti gli occhi di dosso. Le tue spalle sono scoperte e lo scollo del vestito è profondo il giusto da non risultare volgare. Le tue gambe armoniose sono coperte dal leggero strato dei collant, accavallate per comodità mentre aspetti la prima portata.
Durante l'antipasto avete parlato di tutte le novità della vostra vita, riso e scherzato. Tutti sono occupati con il proprio vicino oppure con il festeggiato e come previsto tu e Peter vi siete completamente isolati. C'è solo lui, tutto il resto è scomparso.
All'arrivo del primo, batti le mani contenta, un piatto fumante di lasagne ti sta fissando. Lo stesso per Peter, che in un batter d'occhio divora e finisce, mentre tu stai gustando ogni boccone. Sei troppo concentrata ad assaporare la buonissima lasagna quando all'improvviso senti qualcosa che ti tocca il ginocchio, ti spaventi e il pezzo di cibo cade dalla forchetta. Tiri su la tovaglia per vedere che Peter ti aveva appoggiato una mano proprio lì. Lui sembra far finta di nulla quando ti giri per vederlo e sorridergli. Lo trovi un gesto dolce, quasi a ricordarti che il tuo amico è lì e di non preoccuparti.
Sussulti quando la sua mano inizia ad accarezzarti la coscia, dopo averti spostato leggermente la gonna. Trovi conforto in quel tocco ma la mano si sta alzando, dirigendosi sempre più vicino alla tua zona proibita. Il tuo respiro è diventato più pesante e il cuore sta battendo come non ha mai fatto prima. Ti piace, non riesci a fermarlo. Peter si attacca all'interno coscia e te lo stringe. Il dolore muta in piacere. Hai capito le sue intenzioni e allarghi le gambe per facilitargli l’arrivo alle mutande, coperte dai collant. Riesce a sentire il calore che emani, sei bagnata, tanto da inumidire entrambe i tessuti. Peter ammicca un sorriso alzando solo un lato della bocca e continua a non rivolgerti lo sguardo.
Hai la forchetta in pugno, ma non riesci a mangiare. Ti guardi intorno, tutti i parenti sono impegnati in chiacchiere e nessuno si accorge del tuo cuore che sta per uscire dal petto. Le tue guance sono arrossate e con la mano libera strizzi il tovagliolo sul tavolo.
Lasci scappare un gemito silenzioso appena il ragazzo seduto affianco a te inizia a muoversi sotto la gonna. Sta creando movimenti circolari sul tuo clitoride e stai facendo di tutto per mantenere un’espressione seria.
“Peter...” sussurri. Quello che state facendo è sbagliato sotto ogni punto di vista ma è proprio questo che rende la cosa ancora più eccitante di quanto non lo sia già. 
Peter avvicina il suo volto a te, le sue labbra sfiorano il tuo orecchio, “Respira.” bisbiglia e ti lascia un bacio veloce sul collo. Torna seduto composto e i movimenti circolari mutano in su e giù. Quelle maledette calze velate stanno impedendo il diretto contatto con la tua intimità. 
Non resisti un minuto di più. Afferri il suo polso, fermandolo. Ti alzi dalla sedia e i parenti che sono seduti nelle vicinanze si accorgono di questa improvvisa azione. “Qualcosa non va?” qualcuno chiede.
E ora cosa ti inventi?
Guardi Peter in cerca di aiuto. Per fortuna il ragazzo è bravissimo ad improvvisare. “Y/N mi stava dicendo che non si sente tanto bene. L’accompagno al bagno.” afferma e si alza anche lui. Tu stai al gioco, ti accarezzi la pancia e assumi un’espressione sofferente. 
“Infatti ti vedo un po’ sconvolta. Andate, andate.” dice un tuo zio.
Vi allontanate entrambi dalla tavolata vagando in cerca di non sapete bene cosa, ma che sia privata. Camminando, Peter si sistema il cavallo dei pantaloni che nel frattempo erano diventati stretti. Te ne accorgi e nascondi un ghigno divertito.
Una porta con scritto “Solo Personale” e con le chiavi attaccate alla serratura vi sembra il luogo perfetto. Entrate e chiudete a chiave. Si tratta di un piccolissimo sgabuzzino con un armadio aperto contenente le divise dei camerieri e dei cuochi.
Non fai in tempo a dire qualcosa che Peter ha già le sue labbra sulle tue, un bacio pieno di foga e passione, eccitazione repressa. Le tue mani finiscono tra i suoi capelli mentre le sue sono avvinghiate sui tuoi fianchi. Peter si stacca dal tuo viso per concentrarsi sul tuo collo, poi sul seno che, abbassandoti le spalline del vestito libera ed espone all’aria. Si inginocchia e ti sfila gli stivali. Abbassa insieme alle mutandine i collant, fino a sfilarteli completamente. Le sue dita stanno tracciando linee invisibili sulle tue gambe nude. La sua testa finisce sotto la gonna del vestito e la sua lingua trova dimora in mezzo al tuo sesso. Assaporandoti dolcemente, spalanchi la bocca e abbassi le sopracciglia. È così bravo.
Peter si alza e ricomincia a baciarti. Lo aiuti a sbottonarsi la camicia che lascia aperta ma non toglie. Ti piace accarezzare il suo torso scoperto, è liscio e muscoloso. Gli abbassi la zip dei jeans ed esibisci la sua possente erezione pulsante. Un gemito esce dalla sua bocca: la stava tenendo prigioniera da troppo tempo.
Senza alcuna fatica, Peter Parker ti solleva e ti sbatte contro la parete libera dagli scaffali. Ti stupisci della sua forza e avvinghi le gambe intorno a lui. Peter avvicina la punta del suo pene sulla tua entrata bagnata e lentamente lo inserisce. Lo guardi negli occhi e, gemendo per il piacere e per la sensazione di riempimento che stai provando, ti accorgi di quanto sia bello e attraente. I suoi capelli sono sempre arruffati e senza una forma precisa ma adesso hanno motivo di esserlo e quel motivo siete voi due, dentro lo sgabuzzino, uniti dalla stessa eccitazione che invade i vostri corpi accaldati. Le sue gonfie labbra sono umide e rosee, non si toccano, sono leggermente aperte per far uscire i silenziosi sospiri che si mischiano ai tuoi quasi all’unisono.
“Non faccio altro che- che pensare a te. Esci dalla mia testa.” afferma appoggiando la sua fronte alla tua.
Le spinte sono violente e piene zeppe di passione. Ognuno cerca l’altro disperatamente come se non vi aveste già in pugno. Peter stringe talmente forte il tuo culo che sta lasciando dei segni violacei a forma delle sue dita. 
Peter si ferma un attimo e in un batter d’occhio ti gira. Con il suo aiuto sollevi una gamba che poi mantiene da sotto il ginocchio, ti pieghi leggermente e ricomincia a scoparti in quella nuova posizione. Volti la testa quel tanto che serve per guardarlo con la coda dell’occhio, non esiste che tu perda quella celestiale visione che è Peter Parker mentre ti fotte. Il lato destro del tuo viso è incollato al muro e rischi di sfondarlo per via della foga che il ragazzo dietro di te ci sta mettendo. La tua schiena è coperta dal vestito ma la gonna è alzata per mettere il tuo culo tondo in bella vista. 
Usi tutte le forze che possiedi per non urlare, Peter porta una mano al tuo collo e stringe leggermente, soffocando i gemiti che minacciano di uscire rumorosamente. I tuoi occhi ruotano all’indietro.
Il tessuto dei suoi jeans, che non aveva abbassato, sfrega contro la tua pelle nuda mentre gli scaffali che vi circondano colmi di divise piegate tremano, come il tuo corpo per colpa dell’orgasmo che, piano piano, è sempre più vicino. Lo senti nella pancia, farfalle in preda ad un attacco epilettico si rivoltano nel tuo stomaco. Lo senti nei palmi delle mani, nelle punte delle dita dei piedi, nudi e che toccano il pavimento. Lo senti persino nei capelli e Peter sembra rendersene conto perché li afferra dalla base della nuca e ti tira verso di sé. Ora la tua schiena è a contatto col suo petto e riesci perfettamente a sentire il suo battito accelerato. Le vostre figure sono legate in una sola e vi sentite entrambi al settimo cielo.
Qui non serve il senso sviluppato da ragno per sapere che sei nel bel mezzo dell’orgasmo più potente della tua vita.
“Cazzo, io sto per-” Peter ti avverte e fa per allontanarsi ma tu glielo impedisci, avvolgendo un braccio intorno alla sua schiena e obbligandolo a rimanere dov’è. 
“Non provare a fermarti.” ti imponi e Peter obbedisce. 
l suo caldo respiro contro il tuo orecchio, il suo naso sfrega sulla tuo zigomo colorato di rosso. Peter ti riempie di baci sul collo, talmente tanti che è impossibile contarli. Mordicchia e lecca un punto particolare sotto al lobo, ma è bravo e non ti lascia il segno. Per tenerlo più vicino, appoggi una mano sulla sua guancia e provi a baciarlo nonostante la posizione a sfavore.
I suoi movimenti diventano sempre più veloci, i suoi fianchi sbattono contro i tuoi rumorosamente e armoniosamente con un ritmo accelerato e con un’ultima spinta raggiunge il suo apice dentro di te. Le tue umide pareti si imbrattano del suo liquido seminale e riesci a sentire che cola lentamente lungo le gambe non appena si toglie da te. 
Siete sfiniti, la parte del tuo corpo sotto la gonna è ricoperta di segni vivaci. Il mascara è sfumato intorno ai tuoi occhi dopo che qualche lacrima era scesa tanto era la lussuria che hai provato. Non ti aspettavi tutta questa potenza da parte del tuo amico. A dire il vero, non ti aspettavi neanche di finirci in intimità dentro lo sgabuzzino di un ristorante. Non c’è tempo per riposare, i vostri parenti saranno in pensiero per voi. La vostra assenza sta durando anche troppo. Peter prende una delle divise nell’armadio e si pulisce, poi te la passa per far sì che tu possa fare lo stesso.
I vostri fiati si stanno regolarizzando. Vi guardate e sorridete. Peter si avvicina per baciarti di nuovo mentre ti rivesti dei collant e degli anfibi. Ti stringe più vicino a sé in un abbraccio diverso da prima e privo di foga, ma ami questo tipo ti contatto e ti accorgi che la cosa che più ti piace è che lo stai ricevendo da Peter Parker. Questa cosa ti fa aprire gli occhi su tutto quello che avete passato, da quando vi siete conosciuti fino ad oggi. C’è sempre stata questa connessione fra voi due e finalmente avete scoperto cos’è.
Lui si riabbottona la camicia e si sistema i pantaloni.
“Secondo te è già arrivata la torta? Ne ho una voglia matta.” domandi a Peter e gli sorridi calorosamente. Con un po’ di fretta ti sistemi, per quel che puoi, i capelli.
“A chi lo dici.” Peter ridacchia mentre apre la porta. Vi fermate di colpo quando “E voi cosa state facendo lì?” vi chiede un cameriere che proprio in quel momento sta passando con un vassoio vuoto in mano. Vi guarda un po’ perplesso, squadrandovi dalla testa ai piedi.
“Ehm... Noi-” provi a dire, ma “Stavamo cercando un bagno. Possibile che tutte le porte siano uguali?!” ti interrompe Peter, salvandovi dall’imbarazzante momento.
“È proprio là.” vi indica il cameriere.
“Grazie!” risponde facendo il finto offeso. Prendendoti la mano, Peter ti porta via di lì. Trattenete una fragorosa risata e tornate nella sala privata che ospita i vostri parenti.
Con un tempismo perfetto, tornate ai vostri posti, come se non fosse successo nulla.
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haljathefangirlcat · 3 months
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... uh. anche questa non mi dispiace. sa di ricordi sepolti d'infanzia/adolescenza e vaga nostalgia come quella di la sad ma. er. onestamente è più catchy?
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gregor-samsung · 10 months
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“ Lì, nel mare, spesso ci sei tu. Appena dentro, con l’acqua che ti arriva al ginocchio, giochi a pallavolo con un gruppo di amici e molte ragazze, e fai tuffi spettacolari per prendere la palla, e schizzi acqua con tutte le forze; il vento porta voci, risate e grida qualche volta, altre volte le trattiene e sembra di essere diventati sordi. So che ci sei sempre, so che continui a passare su questa spiaggia gran parte della tua estate e il lungomare sarà invaso da un’altra serie di ricordi che non conosco più; quando fai il gesto di levare gli occhiali da sole e quando il vento porta la tua risata verso il mio ombrellone, ho la conferma che continui a essere felice, che il tuo mondo è in questi due mesi, è in questa piccola città di mare. All’inizio, con imbarazzo, venivi a chiedermi di stare con voi - non me lo chiedevi direttamente, avremmo avuto pudore di chiedere e rispondere, ma lo dicevi in modo passabile, scherzando o prendendo il discorso alla larga. Io dicevo no, anzi non dicevo no, cercavo scuse plausibili. Alla fine, ti allontanavi, e a me sembrava che un attimo dopo sarebbe venuta tua madre a prendermi la mano e a portarmi tra voi, e all’inizio non mi avreste passato la palla, tu con la testa bassa, poi una volta e poi un’altra me l’avreste passata finalmente, e avrei cominciato a giocare, e poi a tuffarmi come te, e poi mi avresti preso in giro per un tuffo goffo o cos’altro, e le risate dei tuoi amici avrebbero fatto il resto. Non avrei potuto. Sembra che sia questo il momento di divertirsi e di vivere, sembra che l’anno abbia un prima, un durante e un dopo. E questo è il «durante» - bisogna approfittarne. A me non piace essere troppo allegro, e nemmeno troppo triste. A me non piace sapere che è questo il momento di fare qualcosa, che ci sono dei mesi irrinunciabilmente dediti alla vita, e sono i mesi d’estate. Essere allegri tutte le sere fino a notte inoltrata, è faticoso. E poi tornare a casa tardi, spogliarsi di poco e non rivestirsi, girare e rigirare il corpo sul letto caldo, e guardare le stelle fuori, perché è tutto aperto e sembra di dormire per strada - e sembra una cosa bella, ma non lo è perché non si riesce a dormire, si suda, bisogna fare una doccia, hai visto che caldo ha fatto stanotte? Non ho chiuso occhio. Un caldo così. Nel letto stai un po’ dalla parte sinistra, e quando diventa calda, passi dalla parte destra, e senti un po’ di quel fresco sulle guance e sulle anche. Poi di nuovo caldo. Puoi girare il cuscino, e poi farlo ancora una volta, ma se non fai presto ad addormentarti succede che acceleri le soluzioni, passi da una parte all’altra del letto, giri il cuscino sopra e sotto, e finisci per scaldare tutto e non ci sono più angoli freschi. Ti agiti tanto, ed è peggio. Un caldo come quello di stanotte non l’hai mai sentito. “
Francesco Piccolo, Storie di primogeniti e figli unici, Feltrinelli (collana Universale Economica n° 1483), 1998; pp. 102-103.
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matthewgiggles · 1 year
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📸 Matthew Goode in Florence: promoting the Diadora brand Jan 2016. (Source below)
Yeah… I kept staring at my screen for quite a while after making this one 🥰😍🤩
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innamoratadellenuvole · 4 months
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Certi cibi sono ricordi d'infanzia.
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lunamagicablu · 4 months
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L'inizio di un nuovo anno è il momento perfetto per valutare la tua vita e fissare degli obiettivi per te stesso. I buoni propositi possono aiutarti a fare piccoli cambiamenti che faranno la differenza per te e la tua famiglia: 1. Rivisita i ricordi d'infanzia. 2. Impara qualcosa di nuovo. 3. Raccogli le ricette della tua famiglia. 4. Inizia quella cosa che hai sempre avuto in mente. 5. Stabilisci un obiettivo di fitness raggiungibile. 6. Prova un nuovo cibo. 7. Scatta una foto al giorno. 8. Pianifica un viaggio. 9. Condividi i tuoi buoni propositi. 10.Concediti i piccoli piaceri della vita. 11. Tieni un diario della gratitudine. 12. Scrivi i tuoi ricordi. 13. Costruisci la fiducia in te stesso. 14. Procurati una pianta da appartamento. 15. Medita 10 minuti al giorno. 16. Visita la tua città. 17. Adotta un animale domestico. ( .......... ) Alison Ensign art by Antarik Fox *********************** The start of a new year is the perfect time to evaluate your life and set goals for yourself. Good intentions can help you make small changes that will make a difference for you and your family: 1. Revisit childhood memories. 2. Learn something new. 3. Collect your family's recipes. 4. Start that thing you've always had in mind. 5. Set an achievable fitness goal. 6. Try a new food. 7. Take one photo a day. 8. Plan a trip. 9. Share your good intentions. 10.Indulge in life's little pleasures. 11. Keep a gratitude journal. 12. Write down your memories. 13. Build self-confidence. 14. Get a houseplant. 15. Meditate 10 minutes a day. 16. Visit your city. 17. Adopt a pet. ( .......... ) Alison Ensign art art by Antarik Fox 
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mynameis-gloria · 1 year
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Mentre passeggiavo per le stradine asfaltate e non, del mio paesello ad esempio pensavo e comprendevo il motivo ed il perché i miei genitori decisero molti molti anni fa di farci vivere e crescere in un posto in cui nulla c'è, se non case ed una chiesa di grandi dimensioni, abbastanza imponente anche e campi, distese di campi e vigne, e vecchie stalle, ruderi e rustici e poi stradine che portano al altre case e via dicendo. Insomma, ogni passo mi sentivo sempre più vicina e convinta del motivo e la memoria nel frattempo mi ha riportato a ricordi d'infanzia; sorridevo e camminavo, fiera per quella consapevolezza e per quei ricordi che rinfrescavano la testa. Ed ora mi è tutto chiaro! È vero che non c'è assolutamente nulla ma da bambina penso di aver avuto una delle più grandi fortune: la libertà. La libertà di uscire e andare in giro senza avere appresso i genitori anche in tenera età, scorrazzare con la bici e tornare prima che la cena venisse messa in tavola, giocare a nascondino per l'intero paese, potersi nascondere nei posti più improbabili, correre e rifugiarsi alla chiesa, correre e trovare scorciatoie tagliando per boschi, giardini e prati (si anche privati). Avere quella libertà non è scontato. Costruire percorsi avventurieri, immaginare la magia e creature fatate, inventare storie, rincorrersi e giocare alle spie, intervistare e coinvolgere ogni abitante e la comunità, conoscersi quasi tutti, combinare marachelle...sentirsi come i padroni di un fortino, essere indipendenti fin da piccoli, senza l'occhio vigile e costante di un adulto pronto ad intervenire, potersi graffiare, sporcarsi, pungere con le ortiche, cadere, litigare con gli altri bambini. Riflettevo su questo durante il tragitto e pensavo a come sarebbe impossibile oggi, con la criminalità e le brutte notizie che circolano ogni giorno, con l'angoscia e i pregiudizi, la mancata fiducia ed infine le mille orecchie ed i mille occhi che devi avere perché "non si sa mai". Anche se fossi nata in città nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile, non in maniera così amplificata almeno. Eppure qui tutto è rimasto come quando correvo e gridavo insieme ai miei amichetti, la natura ha chiuso qualche "passaggio segreto" e l'erba forse è cresciuta, altre case hanno cambiato colore ed alcuni nonni non ci sono più, però quella sensazione di sicurezza e libertà c'è e si respira ancora.
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