Non serve un credo politico per cantare “Bella ciao”: basta il desiderio di essere liberi, di opporsi a tiranni e dittatori, di combattere tutti i fascismi (quelli “storici” e quelli “nuovi”, quelli nostalgici e quelli “innovativi”: solo facce del fascismo eterno, l’ “ur-fascismo”). Non serve avere un 25 aprile, per cantare “Bella ciao”, ma chi ce l'ha è sicuramente più fortunato, e sa bene quanta fatica si deve fare per difenderlo ogni giorno (persino da chi, pensate un po’, ha giurato sulla Costituzione, che viene da lì). Così non sorprende che il vecchio canto popolare – ormai così diffuso e tradotto da appartenere a tutto il mondo (anzi, specialmente risuona nelle lingue delle minoranze, il curdo, il basco, il ladino, il bretone) – si senta qua e là per il mondo, dovunque sia necessario unire e alzare le voci, riconoscersi in una lotta. E’ successo a Belgrado, dove migliaia e migliaia hanno cantato e urlato per chiedere “vere elezioni e stampa libera” (che una specialità dei fascismi, comunque si chiamino o si definiscano, è svuotare le democrazie e strangolare la stampa); succede quando le piazze scoppiano di dolore e di desiderio di manifestare per la libertà, come successe a Parigi dopo la strage di “Charlie Hebdo”; succede ai funerali di grandi combattenti come Enrico Berlinguer o Don Gallo. Succede che lo cantino i ragazzi che vogliono un mondo pulito, ecologico, sostenibile. Succederà ovunque, per celebrare il 25 Aprile, l'eterno 25 aprile di chi sa che la libertà e la democrazia si devono liberare ogni giorno, ed è una grande fatica (pensate che c'è persino chi considera il 25 aprile un “derby tra fascisti e antifascisti”). Così sappiamo per certo chi intonerà, prima o poi, “Bella ciao”, riconosciamo come fratelli quelli che, prima o poi, lo fanno, per dire la stessa cosa in qualsiasi lingua, e sappiamo per certo chi non lo farà mai. Che peccato.
Maestro della voce. Ultimo degli Dei prestato al mondo
Efstràtios Dimitrìu (in greco Ευστράτιος Δημητρίου), in arte Demetrio Stratos.,oggi avrebbe compiuto 78 anni, e invece se ne andò nemmeno due mesi dopo averne compiuti 34.
I Ribelli, Area. La sua voce incredibile. I suoi studi, i suoi interessi, le sue letture. Le sue sperimentazioni vocali (di cui Claudio Rocchi, suo amico, aveva delle registrazioni che non fece mai uscire, per non specularci sopra). Aveva lavorato con il CNR, e negli Usa per anni hanno studiato le sue doti, uniche, e i traguardi a cui lo avevano portato. Ancora li studiano. Ancora non li capiscono.
Il potere che promette una vita piena di benessere e piaceri in cambio dell'anima a cui milioni di Gianna-persone rispondono "ci sto". Milioni di Gianna-Faust pronti a vendere l'anima al diavolo pur di assaporare i piaceri materiali di questo mondo..
Prendi e vai, prendi e vai, tu non prendi se non dai. Vieni qua, ma che fai? Dove vai? 🎺🎸🥁
Oggi lui ha vinto.
Vale piu' il suo atteggiamento di accettazione della sconfitta...di tutti i tornei che ha vinto e vincerà.
Oggi, dopo il furto subito in campo, ho pensato...ora vedremo veramente chi è Sinner.
E lui non ha cercato scuse, giustificazioni, alibi.
Ha archiviato la sconfitta come parte della vita.
E dopo questa ingiustizia è veramente difficile avere questo approccio.
Se questo è poco, per me vale tantissimo, da parte di un personaggio che ha una visibilità del genere.
Ha insegnato ai suoi coetanei che si puo' vincere.
Oggi abbiamo compreso che sa insegnare pure a perdere.
Lo applaudo piu' oggi, nella sua accettazione elegante della sconfitta...di quanto non avrei fatto se avesse vinto il torneo.
I tornei hanno interesse zero. La disciplina vale tutto.
Grande Sinner.
Abbandonata, trascurata, sottovalutata, mai ringraziata, poco, davvero poco lodata, curata, svenduta poi costruita, a volte rubata.
Camminata, più calpestata direi, ridicolizzata, espropriata, avvelenata e desertificata.
Solo chi non la tiene in mano ogni giorno può pensare possa salvarci.
È stanca e provata, asciutta, poi allagata, gli piove sopra quello che non si può dire per vergogna o forse per pudore.
"Shhh, non glielo dire", come chi cade e si rialza "tutto a posto grazie", ma tu lo vedi sanguinare.
No, non ci salverà la Terra, non è la nostra amante da farci una passeggiata quando capita, una parentesi alla noia o al malumore, una fuga dalla realtà, città, una foto in posa.
Non è un'amante, è una sposa davanti all'altare, una "messa" da celebrare e cantare.
È una madre.
Va beh, ci salverà il Mare.
E no, il mare non ci salverà.
Gli abbiamo rubato coste, perle e fondali, sfruttato tutte le rare bellezze, preso il pesce e in cambio, dato grida, barche, uomini, donne e bambini morti.
No, il mare non ci salverà.
E allora ci salverà il Cielo.
Quello intubato, intossicato di scie e aerei andata ritorno andata ritorno e poi ancora andata?
O quello che non può certo rimediare al nostro odiare, perché è noi che lo facciamo e non lui?
No, il cielo non ci salverà, non è un'amante da raccontare, è uno sposo che sta fermo e spera di vederci arrivare.
È un padre.
Quale, quale cielo potrà mai salvarci e perdonarci?
No, questa volta non ci salverà nessuno.
Ci siamo noi, adesso, che dobbiamo salvare: terra, mare, fiumi, laghi, boschi, monti e cielo.