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#letteratura contemporanea
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-"Macchina", tratta dalla raccolta "Historiae" di Antonella Anedda.
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gregor-samsung · 6 months
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«Voglio sperare che tu abbia imparato a odiare. Altrimenti questa esperienza non sarà servita a niente. Ti ho rinchiuso qua dentro perché tu assaporassi l'odio e la voglia di praticarlo. Non ti ho umiliato tanto per fare. Non mi piace umiliare. Lo sono stato, e so cosa vuol dire. Le peggiori tragedie diventano possibili quando l'amor proprio viene deriso. Soprattutto quando ci si accorge che non si hanno i mezzi della propria dignità, che si è impotenti. Credo che la migliore scuola di odio si trovi in questo punto preciso. S'impara davvero a odiare nel momento in cui si prende coscienza della propria impotenza. È un momento tragico, il più atroce e abominevole di tutti.» Mi scuote rabbiosamente per le spalle. «Ho voluto che capissi perché abbiamo preso le armi, dottor Jaafari, perché dei bambini si gettano sui carri armati quasi fossero bomboniere, perché i nostri cimiteri traboccano, perché voglio morire con le armi in pugno... perché tua moglie è andata a farsi esplodere dentro un ristorante. Non c'è cataclisma peggiore dell'umiliazione. È una disgrazia incommensurabile, dottore. Ti toglie la voglia di vivere. Finché non hai reso l'anima a Dio, hai una sola idea per la testa: come morire degnamente dopo aver vissuto "disperato, cieco e nudo"?»
Yasmina Khadra (pseudonimo di Mohammed Moulessehoul), L'attentatrice (traduzione di Marco Bellini), Mondadori (collana Piccola Biblioteca Oscar), 2007; pp. 198-199.
[ Edizione originale: L'Attentat, Éditions Julliard, Paris, 2005 ]
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Il contagio, W. Siti, 2008
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Da: LE STREGHE DI SHAKESPEARE - di Gianpiero Menniti 
EROS E MUTAMENTO
[...] Accade, con fortuna, che nel fare all’amore occorrano mutamenti impercettibili, una mera questione di sensi: gusto, olfatto, vista, udito, tatto; sapori, odori, immagini, parole, contatto.  Lentamente, i modi cambiano. Le parole divengono più spinte e più profonde e più schiette.  Il loro suono coglie note vibranti che stimolano con maggiore vigore il desiderio, rendendole protagoniste laddove prima regnava il silenzio.  Gli odori sgradevoli scompaiono lasciando il posto a profumi tanto più piacevoli quando sgorgano dall’intimità come umori da assaporare con voluttà animale.  L’apparizione dei corpi assume altri significati lasciando scorgere contorni e ombre e luci prima tralasciati.  Il timbro della voce prende toni rimasti segreti.  Le mani si muovono laboriose come per cesellare ogni anfratto di un corpo improvvisamente sconosciuto, mani che sentono la tensione, che registrano vibrazioni, mani che raccontano.  E può accadere, sempre con fortuna, che questo inesorabile seppur lento mutare, culmini in una libidine così impetuosa da offuscare la ragione: i sensi prevalgono a tal punto da espungere ogni residuo di pensiero razionale per liberare, come rispondendo a un ordine magico, il corpo dalla mente e lasciare che l’umano e il belluino si confondano.  Come in un sogno, la carnalità diventa un sentimento, sconvolgente, irrefrenabile e mai, come in quell’istante che precede il piacere, il diaframma che separa la vita e la morte, l’estasi e il sonno, si avverte sottile fino al confine estremo.  È il segno dell’abbandono e del potere: le forze hanno bisogno di una condizione diseguale per potersi combinare, non c’è scelta tranne il tentativo di resistere, resistere con ogni residuo di volontà, sottrarsi, divincolarsi e gridare tutta la disperazione del gesto che diventa delitto.  Le forze si combinano ma non c’è una vittoria e una sconfitta, non si tratta di una battaglia: è la scoperta di un destino nel quale il piacere è simmetrico perché l’abbandonarsi al possesso dell’altro è infondere voluttà e riceverne altrettanta.  È la risoluzione di due corpi in un’unità, come l’abbandonarsi al potere divino è anche estasi dello spirito.  Si tratta di un gioco pericoloso perché ha regole che non possono essere infrante senza conseguenze.  E perché presenta immense possibilità di declinazione, profonde e annidate nei meandri di una mente ormai capace di esplorare il proprio lato oscuro. 
- Caravaggio (1571 -1610): "Amor Vincit Omnia" 1602/1603 Gemäldegalerie, Staatliche Museen, Berlino
- In copertina: Maria Casalanguida, Interpretazione de ‘Il bagno turco di Ingres’, 1976, collezione privata
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iridediluce · 2 months
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Angelina Mango - La noia
  Cumbia: la danza sciamanica dalle antichissime origini africane la cui prima prova documentata  risale al 1840. Gli africani ridotti in schiavitù eseguirono una danza alla festa di Nostra Signora della Candelora (la Vergine della Candelora) dove un uomo e una donna eseguirono una dolce danza di corteggiamento. Una signora portava una candela per illuminare i gradini e tenere a rispettabile…
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centroscritture · 3 months
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Anno 1821. Il poeta inglese Percy Bysshe Shelley risponde a un saggio dell’amico Thomas Love Peacock, nel quale si dichiara la morte dell’arte e della poesia in un’epoca di progresso sociale dominato dalla scienza e dalla tecnica, e scrive una “difesa della poesia” in cui ribadisce e rilancia con passione il valore eterno dell’arte poetica nell’elevazione spirituale dell’umanità e il ruolo dei poeti quali "istitutori delle leggi, fondatori della società civile, inventori delle arti di vita, veri maestri che conducono a una certa prossimità con il bello e il vero quella parziale conoscenza delle forze del mondo universale che è chiamata religione."
Anno 1902. Lord Chandos, giovane aristocratico elisabettiano, alter ego immaginario dell’austriaco Hugo von Hofmannsthal, scrive al suo vecchio mentore Francis Bacon, padre del metodo scientifico, per denunciare una crisi personale irreversibile che lo ha portato all’incapacità di prendere posizione sul mondo e, tanto più, di fissarla in un testo che aspirasse a una qualsiasi rivelazione universale, provando al contrario “un inspiegabile disagio solo a pronunciare le parole ‘spirito’, ‘anima’ o ‘corpo’.”
In ottant’anni il grande salto romantico è precipitato in un crollo rovinoso, alla fede nella poesia come rivelazione ed elevazione è seguita la presa d’atto dell’incomunicabilità e dell’afasia.
In due incontri centrati sui due testi si esploreranno le ragioni dell’uno e dell’altro, due fari per gettare una luce chiarificatrice sullo stato della poesia oggi.
"Il salto e il crollo."
Un seminario di Valerio Massaroni
Info e iscrizioni su
www.centroscritture.it
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costancen · 2 months
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Stasera, prima di andare a dormire, vi faccio dono di questi miei versi. Sono per lui.
Con te il fuoco e le stelle
Siamo ancora lì,
al cospetto del buio mare
con la sua spuma di libere stelle,
libere di brillare, estrose.
Orgogliose d'esser parte d'un creato
il cui presentimento d'amore
nei tuoi occhi si riassume.
In quei battiti di ciglia o di cuore
che mi rivolgi
e incredula mi scosto un ricciolo
e sento l'anima tremare.
Siamo qui e anche altrove,
ma cosa vuoi che capisca la gente
dei custodi del fuoco?
S'alimenta grazie ai tuoi baci
alle stelle e al creato:
ognuno, da solo,
è poca cosa.
•Costancen
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vvintagesoull · 5 months
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Int: "Che mondo sogna?"
Pasolini: "Per un certo tempo, da ragazzo, ho creduto nella Rivoluzione come credono i ragazzi di adesso. Adesso inizio a crederci un po' meno...Quindi sono, in questo momento, apocalittico: cioè vedo di fronte a me un mondo doloroso e sempre più brutto. Non ho speranze, quindi non mi disegno nemmeno un mondo futuro"
Int: "Questa società che lei non ama, in fondo, le ha dato tutto: le ha dato il successo, una notorietà..."
Pasolini: "Si, il successo non è niente...Che cos'è?"
Int: "Cos'è per lei il successo?"
Pasolini: "Il successo è una forma...è l'altra faccia della persecuzione. E poi il successo è sempre una cosa brutta per l'uomo. Può esaltare il primo momento, può dare delle piccole soddisfazioni a certe vanità, ma in realtà dopo appena ottenuto si capisce che è una cosa brutta per un uomo, il successo..."
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mariantranslature · 1 year
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La notte in cui Babbo Natale fu arrestato
La notte in cui Babbo Natale fu arrestato
Il vecchio Pascoal aveva la barba lunga e bianca, anzi bianchissima, che gli arrivava fino al petto. Non la lasciava di certo crescere per seguire una moda, si trattava di trasandatezza, perché viveva in uno stato di vera e cruda miseria. Eppure, gli capitò di trovare un lavoro proprio grazie alla sua barba, ma anche l’essere nato albino gli fu in un certo modo d’aiuto. Aveva la pelle di un…
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sergiooricci · 1 year
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Mr. Cleanskin è l’ultima vera rockstar ancora in vita; suo cugino, Il Sorcio, è un uomo che non ha trovato il suo posto nel mondo. La storia della loro famiglia ruota attorno a una casa viola, il luogo dove nonno Enrico ha vissuto i suoi ultimi anni diventando il punto di riferimento di una comunità di outsider che ha dato vita a una società segreta ai margini della metropoli. Tra concerti rock, arte spontanea, scelte radicali e salti di generazione, gli uomini della famiglia Ancarani attraversano la fine del Ventesimo secolo e si ritrovano, molti anni dopo, ancora in fuga dalla nostalgia e alla ricerca di un senso e di corrispondenze: corrispondenze tra nonno e nipoti, tra ricordi e presente, tra una piccola casa viola in mezzo al bosco e il mondo esterno che si trasforma.
http://www.castelvecchieditore.com/prodotto/la-casa-viola/
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seanselmi · 2 years
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Condivido la bella recensione scritta da Filomena Gagliardi al mio romanzo "Passaggi di proprietà" e pubblicata da Oubliette Magazine
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-Oliva Denaro, Viola Ardone
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gregor-samsung · 7 days
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" Vengo invitato come relatore a un convegno di tre giorni a Torino, un workshop internazionale con decine di partecipanti. Non conosco nessuno di questi colleghi, ma apprezzo la circostanza di un ambiente del tutto nuovo e di gente mai vista. S. è morto da sei mesi. Al ristorante dell’albergo dove si svolge il convegno i posti non sono assegnati e alla prima pausa per il pranzo mi ritrovo a dividere il tavolo con un relatore olandese, un afroamericano di Miami, una canadese, un belga, una brasiliana e un altro italiano, di Roma. L’imbarazzo iniziale dura poco, ci troviamo a discorrere come se ci conoscessimo da mesi, amici di lunga data. La casualità che ci ha riunito allo stesso tavolo si trasforma all’istante in un legame. Finiamo per trascorrere insieme il resto di questi tre giorni. Il convegno, i pranzi, le cene, le serate fuori a bere nei bar della città. Essere sconosciuto fra sconosciuti è rilassante, l’atmosfera di unità che si è venuta a creare fra noi, destinata a durare una finestra di tempo così limitata, ha qualcosa di magico. Ognuno di noi lo riconosce.
L’ultima notte del convegno faccio un sogno eccezionale. Sono in un enorme luna-park e mi aggiro incuriosito fra le diverse attrazioni. Giungo a una giostra composta da una ruota orizzontale alla quale sono agganciate una serie di seggioline a due posti. Decido di salire e ne occupo una da solo. La giostra si mette in moto e dapprima gira piano, poi acquista velocità e comincia a piacermi parecchio. Anzi, mi dico che era tanto che non salivo su un’attrazione del genere e che avevo dimenticato quanto potessero essere divertenti. La velocità del carosello si fa vertiginosa, ormai non riesco neppure a intravedere i volti degli occupanti degli altri seggiolini, è tutto troppo frenetico e confuso, ma questa folle velocità invece di preoccuparmi mi fa ridere fino alle lacrime. Poi il mio seggiolino si stacca dal resto della giostra e comincia a schizzare verso il cielo. Non provo alcuna paura, al contrario ne sono estasiato. Sto volando incontro al cielo, il vento nei capelli, la terra che si allontana sotto di me, sto compiendo un viaggio imprevedibile ed è una sensazione stupenda. Con un’improvvisa intuizione razionale mi rendo conto che sono felice, felice come non ero da mesi. Ed è a quel punto che accade: sento la voce di S. al mio fianco, che nell’orecchio mi sussurra: “Questa felicità è il mio regalo. Buon compleanno”. Mi risveglio all’istante. È la mattina del 18 aprile: me ne ero dimenticato, ma è il mio compleanno.
Questa felicità è il mio regalo. A oggi è il sogno più bello che abbia mai fatto. "
Matteo B. Bianchi, La vita di chi resta, Mondadori, 2023¹; pp. 144-145.
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Calcutta, S. Sinha, 2014
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Da: LE STREGHE DI SHAKESPEARE - di Gianpiero Menniti 
TRAGEDIA E DESIDERIO   
[...] La tragedia nasce dal contrasto tra razionale e irrazionale, conflitto irriducibile, dissonanza mortale.  Non può esserci mediazione: tutta la materia vivente converge verso l’azione inesorabile, si sublima nell’atto irrimediabile, si compie nell’annientamento.  Aristotele, riguardo al carattere dei personaggi, raccomandava che questo fosse appropriato e conveniente all’azione, efficace e attivo nel condurla a termine, conforme al modello imitato, costruita coerentemente secondo necessità – relazione di causa ed effetto – e verosimiglianza.  Laddove la tragedia è orrore e pietà, l’atto della sua interpretazione richiede che il pathos dell’attore susciti questi sentimenti con tutta l’energia che essi possiedono.  L’imitazione scenica diviene azione catartica, purificatrice, proprio perché ferma il tempo percepito come reale in quello finzionale della rappresentazione: essa vive nell’animo perturbato dello spettatore, lo commuove, lo agita, lo coinvolge, ne assorbe i sensi fino al parossismo.  Cambia, adesso, la prospettiva e poniti sul palcoscenico della vita: cosa faresti se la donna che ami fosse divenuta parte integrante del tuo 'Io' e tu del suo?  Se sulla scena tu non potessi astrarti senza sentire ciò che lei sente, senza essere in lei mentre compie l’azione e nello stesso tempo percepirti come parte separata che pur vede e conosce e sente ma sempre anelando al ricongiungersi ineluttabile?  Ebbene, potresti mai tradire te stesso restituendo corpo e mente al distacco, alla separazione, al ritorno verso l’incompiutezza dopo aver toccato l’apice del completamento?  Appropriatezza, convenienza, coerenza, conformità: questi possono anche costituire il modello dell’azione scenica.  Ma essi, sono i vincoli che promanano dal sentimento sulla scena della vita.  Amare in questo modo non può essere calcolo, non appartiene alla dimensione razionale: è la purezza del desiderio insopprimibile.
- Oskar Kokoschka (1886 - 1980): "La sposa del vento", 1914, Kuntsmuseum, Basilea 
- In copertina: Maria Casalanguida, Interpretazione de ‘Il bagno turco di Ingres’, 1976, collezione privata
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centroscritture · 11 months
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Video integrale della presentazione di "Notturno formale" (Industria e Letteratura, 2023) di Stefano Bottero / Libreria Panisperna 220 - Roma / 19 maggio '23.
https://www.centroscritture.it/eventi
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