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#citazioni letterarie
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-Se il sole muore, Oriana Fallaci
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qu4lc0s41ncu1cr3d3r3 · 3 months
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Non sono le persone che smetteranno di ferirti, ma tu che smetterai di rimanerci male.
-Credevoinquellostupidotiamo
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alessaless · 8 months
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xaurorax0 · 2 months
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"Il vero fallimento non è finire una storia ,ma continuare quella vita nonostante tutto."
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lauramalvicini · 6 months
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Il tempo
è fuggito
velocemente
che l'animo
non è riuscito
ad invecchiare.
Dino Buzzati
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L'amore non è quello che quei poeti del cazzo vogliono farvi credere. L'amore ha i denti, i denti mordono, i morsi non guariscono mai.
Stephen King - Stagioni diverse
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"Nell'affrontare una nuova situazione bisogna lasciare aperta la porta sull'ignoto, ammettere che c'è sempre la possibilità di non sapere esattamente come stanno le cose e come andranno."
-R. P. Feynman
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-Storia di una capinera, Giovanni Verga
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siridz · 10 months
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Nuto, che non se n’era mai andato veramente, voleva ancora capire il mondo, cambiare le cose, rompere le stagioni. O forse no, credeva sempre nella luna. Ma io, che non credevo nella luna, sapevo che tutto sommato soltanto le stagioni contano, e le stagioni sono quelle che ti hanno fatto le ossa
La luna e i falò, Cesare Pavese
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qu4lc0s41ncu1cr3d3r3 · 3 months
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Ipse valere opto
“Scelgo di star bene”
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Non c'è rimedio a quel senso di solitudine e tristezza che mi avvolge.
-Credevoinquellostupidotiamo
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alessaless · 9 months
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Le persone scompaiono
i ricordi restano.
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CITAZIONI MEMORABILI - di Gianpiero Menniti
"Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo di un sogno è racchiusa la nostra breve vita"
William Shakespeare
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lauramalvicini · 8 months
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A me piacciono troppe cose e mi ritrovo sempre confuso e impegolato a correre da una stella cadente all'altra, finché non precipito.
Jack Kerouac
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gregor-samsung · 2 days
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" Vengo invitato come relatore a un convegno di tre giorni a Torino, un workshop internazionale con decine di partecipanti. Non conosco nessuno di questi colleghi, ma apprezzo la circostanza di un ambiente del tutto nuovo e di gente mai vista. S. è morto da sei mesi. Al ristorante dell’albergo dove si svolge il convegno i posti non sono assegnati e alla prima pausa per il pranzo mi ritrovo a dividere il tavolo con un relatore olandese, un afroamericano di Miami, una canadese, un belga, una brasiliana e un altro italiano, di Roma. L’imbarazzo iniziale dura poco, ci troviamo a discorrere come se ci conoscessimo da mesi, amici di lunga data. La casualità che ci ha riunito allo stesso tavolo si trasforma all’istante in un legame. Finiamo per trascorrere insieme il resto di questi tre giorni. Il convegno, i pranzi, le cene, le serate fuori a bere nei bar della città. Essere sconosciuto fra sconosciuti è rilassante, l’atmosfera di unità che si è venuta a creare fra noi, destinata a durare una finestra di tempo così limitata, ha qualcosa di magico. Ognuno di noi lo riconosce.
L’ultima notte del convegno faccio un sogno eccezionale. Sono in un enorme luna-park e mi aggiro incuriosito fra le diverse attrazioni. Giungo a una giostra composta da una ruota orizzontale alla quale sono agganciate una serie di seggioline a due posti. Decido di salire e ne occupo una da solo. La giostra si mette in moto e dapprima gira piano, poi acquista velocità e comincia a piacermi parecchio. Anzi, mi dico che era tanto che non salivo su un’attrazione del genere e che avevo dimenticato quanto potessero essere divertenti. La velocità del carosello si fa vertiginosa, ormai non riesco neppure a intravedere i volti degli occupanti degli altri seggiolini, è tutto troppo frenetico e confuso, ma questa folle velocità invece di preoccuparmi mi fa ridere fino alle lacrime. Poi il mio seggiolino si stacca dal resto della giostra e comincia a schizzare verso il cielo. Non provo alcuna paura, al contrario ne sono estasiato. Sto volando incontro al cielo, il vento nei capelli, la terra che si allontana sotto di me, sto compiendo un viaggio imprevedibile ed è una sensazione stupenda. Con un’improvvisa intuizione razionale mi rendo conto che sono felice, felice come non ero da mesi. Ed è a quel punto che accade: sento la voce di S. al mio fianco, che nell’orecchio mi sussurra: “Questa felicità è il mio regalo. Buon compleanno”. Mi risveglio all’istante. È la mattina del 18 aprile: me ne ero dimenticato, ma è il mio compleanno.
Questa felicità è il mio regalo. A oggi è il sogno più bello che abbia mai fatto. "
Matteo B. Bianchi, La vita di chi resta, Mondadori, 2023¹; pp. 144-145.
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