Tumgik
#camminavo e rifletteva
mynameis-gloria · 1 year
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Mentre passeggiavo per le stradine asfaltate e non, del mio paesello ad esempio pensavo e comprendevo il motivo ed il perché i miei genitori decisero molti molti anni fa di farci vivere e crescere in un posto in cui nulla c'è, se non case ed una chiesa di grandi dimensioni, abbastanza imponente anche e campi, distese di campi e vigne, e vecchie stalle, ruderi e rustici e poi stradine che portano al altre case e via dicendo. Insomma, ogni passo mi sentivo sempre più vicina e convinta del motivo e la memoria nel frattempo mi ha riportato a ricordi d'infanzia; sorridevo e camminavo, fiera per quella consapevolezza e per quei ricordi che rinfrescavano la testa. Ed ora mi è tutto chiaro! È vero che non c'è assolutamente nulla ma da bambina penso di aver avuto una delle più grandi fortune: la libertà. La libertà di uscire e andare in giro senza avere appresso i genitori anche in tenera età, scorrazzare con la bici e tornare prima che la cena venisse messa in tavola, giocare a nascondino per l'intero paese, potersi nascondere nei posti più improbabili, correre e rifugiarsi alla chiesa, correre e trovare scorciatoie tagliando per boschi, giardini e prati (si anche privati). Avere quella libertà non è scontato. Costruire percorsi avventurieri, immaginare la magia e creature fatate, inventare storie, rincorrersi e giocare alle spie, intervistare e coinvolgere ogni abitante e la comunità, conoscersi quasi tutti, combinare marachelle...sentirsi come i padroni di un fortino, essere indipendenti fin da piccoli, senza l'occhio vigile e costante di un adulto pronto ad intervenire, potersi graffiare, sporcarsi, pungere con le ortiche, cadere, litigare con gli altri bambini. Riflettevo su questo durante il tragitto e pensavo a come sarebbe impossibile oggi, con la criminalità e le brutte notizie che circolano ogni giorno, con l'angoscia e i pregiudizi, la mancata fiducia ed infine le mille orecchie ed i mille occhi che devi avere perché "non si sa mai". Anche se fossi nata in città nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile, non in maniera così amplificata almeno. Eppure qui tutto è rimasto come quando correvo e gridavo insieme ai miei amichetti, la natura ha chiuso qualche "passaggio segreto" e l'erba forse è cresciuta, altre case hanno cambiato colore ed alcuni nonni non ci sono più, però quella sensazione di sicurezza e libertà c'è e si respira ancora.
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Una sera mi avevi detto che ti piacciono i capelli lunghi, il seno grande, un bel sedere "da morsicare", ti piacciono le basse, quelle senza i tacchi e con poco trucco. Davanti a me la televisione spenta rifletteva in modo indefinito la mia immagine seduta sul divano con addosso i tuoi vestiti. La felpa calda, larga, cinque misure più grande del normale, blu con un disegno che ignoravo sul davanti. I pantaloni della tuta, grigi, che camminavo e mi sentivo nuda. Mi guardavo e davanti a me vedevo una bambina con il rossetto troppo scuro per i tuoi gusti, con i capelli corti, con il seno piccolo, un sedere nella norma e amante dei tacchi alti. Che ci facevo li? Amore mio. Ch'ero seduta accanto a te che guardavi il telefono e non guardavi me, che parlavi al vuoto e non parlavi a me. E le mie guance bagnate di calde lacrime divennero rosse e tu mi guardavi, stranamente mi guardavi, mezzo sorriso sul viso divertito, che io soffrivo e tu ridevi. E avrei voluto strapparti gli occhi e mangiarmeli per cena. Mi guardavi e non vedevi nulla. Una bambina persa in un mondo pieno di mostri, schiava di sé stessa, piena di paure e di dolore. Tu mi guardavi, ma ahimè, non mi vedevi. Io ti parlavo, ma tu, non mi sentivi. E ti urlavo parole piene d'odio, e mi chiamavi 'bimba', ed io mi calmavo, ti guardavo con gli occhi grandi mentre mi tiravi dal lembo della felpa su di te e mi baciavi. Ed eri duro. Un colpo fisso sul sedere 'sei la mia puttana'. Ed io ero mia e non tua ed ero una bambina con il rossetto troppo rosso, con i capelli troppo corti e con le forme troppo insignificanti. Ed ero la tua bambina che chiamavi puttana ed ero la tua bambina che con gli occhi grandi e spaventati sarebbe rimasta impressa nella tua mente sotto forma di incubo, tortura e dolore.
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