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#moda maschile
fashionbooksmilano · 3 months
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So British
par Eric Deschodt et Sacha Van Dorssen
Editions du Régard, Paris 2022, 296 pages, 23x28,4cm, ISBN 978284 105 1588,
euro 60,00
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Cet ouvrage aborde l'élégance anglaise masculine à travers l'histoire de la célèbre enseigne parisienne Old England, installée sur les grands boulevards de la capitale dès la fin du XIXe siècle. Tout ce qui a contribué à bâtir la notoriété de ce grand magasin, depuis les complets en tweed jusqu'aux pulls en shetland, est présenté dans cet ouvrage et accompagné d'illustrations de mode d'époque et d'oeuvres qui ont valorisé cette mode à l'anglaise.A travers cet ouvrage et l'histoire d'Old England, l'artisanat anglo-saxon est mis à l'honneur. 
08/02/2024
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antinoope · 2 months
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tabathamodaedesign · 5 months
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"Anche la moda maschile è caduta nel fascino di questo intenso blu, rendendolo una scelta azzeccata per giacche e completi da uomo."
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Regé-Jean Page, protagonista di "Bridgerton", è il nuovo volto di Armani per la campagna pubblicitaria della collezione maschile.
L'attore è stato fotografato a Los Angeles per il servizio fotografico della nuova campagna.
La collaborazione rappresenta un passo importante nella carriera dell'attore e un segnale di grande fiducia da parte della celebre casa di moda italiana.
Siamo tutti curiosi di vedere come Page interpreterà lo stile di Armani e come il fotografo scelto catturerà la sua presenza magnetica sul set della campagna pubblicitaria.
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scogito · 1 year
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Scrivono che il corsetto per uomo è diventato "virale" perché tutto ciò a cui è permessa l'espansione su questo Sistema porta sempre un virus.
Nessuna terminologia è mai stata casuale.
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megabif · 3 months
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Marc Camille Chaimowicz
L’opera di Marc Camille Chaimowicz si distingue a prescindere dalla pratica artistica: da oltre cinquant’anni, questo artista coniuga la scultura, la performance, l’installazione, l’architettura, la pittura, il video, la fotografia e il design con le arti della moda, del tessuto e dell’arredamento. A partire dagli anni ’70, si dedica all’allestimento del suo appartamento londinese per farne un’opera in situ. Rivendica allora il privato come spazio di costruzione del sé, rispetto a un ambiente percepito come alienante. Simile a un’oasi sognata, questa dimensione fittizia viene di volta in volta rivelata nelle sue mostre, condivisa con lo spettatore. Paraventi, mobili da toeletta, vasi e console dai toni pastello, il cui repertorio formale evoca frutti, fiori e parti del corpo, rimandano a un tabù sociale, mentre le arti applicate e gli interni domestici sono considerati minori o femminili.
Offuscando i confini tra arte e design, sollevando questioni legate all’identità e al genere, Marc Camille Chaimowicz trasforma l’intimità in uno spazio politico.
Nato dopo la Seconda guerra mondiale da padre polacco e madre francese, Marc Camille Chaimowicz si trasferisce da bambino nel Regno Unito. Studia a Ealing, Camberwell e alla Slade School of Art di Londra. In una nuova epoca artistica che si preoccupa di avvicinare l’arte alla vita spesso mediante le performance, l’esistenza di Marc Camille Chaimowicz si trasforma in una specie di grande laboratorio. L’artista vive infatti negli spazi espositivi, arreda le hall degli alberghi, decorandole con i propri oggetti, in cui serve il tè agli ospiti con tanto di sottofondo musicale. Abbandona la performance allorché questa viene identificata come pratica ufficiale dell’arte, troppo poco sovversiva. Allora, tra il 1975 e il 1979, allestisce il proprio appartamento in Approach Road. Carta da parati, tende e video di sé in azione: tutto è immaginato, disegnato, progettato su misura per trasformare questi interni in un luogo propizio alle fantasticherie. A partire dagli anni ’80, oggetti e mobili prendono posto nei musei all’interno di scenografie quasi teatrali. Da allora, le centinaia di mostre su questo artista internazionale organizzate a Londra, New York e Basilea ‒ solo per citarne alcune ‒ propongono una successione di interni. 
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La sua storia è quella che rivela con meno facilità e spiega, forse, perché lavora nelle rifrazioni. È nato nella Parigi del dopoguerra, da padre polacco e madre francese. Non hanno mai parlato della guerra. “Non ne parliamo. Non l'abbiamo mai fatto", dice, come se i suoi genitori fossero vivi e tutte le regole familiari fossero ancora in vigore. Suo padre, che aveva una laurea in matematica, ottenne un lavoro all'Institut Curie di Parigi e in seguito fu coinvolto nella prima elettronica. Quando Chaimowicz, che ha due sorelle più giovani, aveva circa 8 anni, la famiglia si trasferì nel Regno Unito. "Vedi, i miei genitori erano molto ingenui", spiega con il suo sorriso astulo. “Avevo sentito che il sistema educativo inglese era molto buono. Non avevano sentito parlare del sistema di classe”.
Chaimowicz, che non parlava inglese, arrivò nel dopoguerra quando il sistema educativo britannico a due livelli lasciò gli alunni meno accademici al freddo. Armato, a 16 anni, con pochissime qualifiche, andò all'Ealing Art College, poi alla bohémien Camberwell School of Art, e fece una laurea post-laurea in pittura alla famosa Slade School of Fine Art. Quando arrivò, aveva bruciato tutti i suoi dipinti. Rispettava teorici e artisti concettuali come Victor Burgin e Gustav Metzger, ma non riusciva a identificarsi con nessuno di loro. Simpatico per le correnti emergenti nel femminismo, ha trovato quel mondo dell'arte intellettuale molto maschile. "La mia mente era attratta dall'ideologia di sinistra", ricorda. "Ma la pratica di sinistra ha prodotto un'arte che non potevo godere. Mancava di piacere, colore e sensualità. Tutte le cose che contano per me”. A Slade, la premessa classica che devi soffrire per la tua arte era pervasiva, ma Chaimowicz non ne aveva niente. “Le persone che stavo guardando non sembravano aver sofferto fino a quel punto. Fragonard sembrava divertirsi. Ho pensato: voglio essere come Fragonard!” Dopo la laurea, Chaimowicz è stato premiato con uno spazio studio a East London da Acme, un programma senza scopo di lucro che collabora con le scuole d'arte di Londra per concedere agli artisti in erba un posto sovvenzionato per creare, e si è offerto volontario in uno studio di design di tessuti a Lione. Man mano che il suo interesse per le arti applicate si evolveva, è emerso anche il suo senso del lavoro come evoluzione della sua vita. Bonnard e Vuillard erano una luce guida. “È stato un periodo molto ricco in termini di pratica. Penserei: voglio un po' di carta da parati, ma non c'è niente che mi piaccia e non posso davvero permettermelo comunque. Forse potrei fare la mia carta da parati”, dice. “Stavo dando la priorità al mio stile di vita, nella misura in cui c'erano lamentele su di me alla sede centrale. Altri artisti stavano camminando lungo la strada vedendomi al piano terra del mio studio con tende floreali, bevendo il tè con gli amici e socializzando, e dicevano: 'Questo ragazzo non sta lavorando! È fraudolento, sta sprecando spazio prezioso!' ” Da quella stessa trasgressione, Chaimowicz ha costruito una carriera.
(via Close Watch | Frieze) + Via + Via
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fraternoviril · 3 months
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La Moda Maschile.
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riflussi · 1 year
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Pick-me girl
Per la serie "riflessioni non richieste", ho appena visto un video di Khadija Mbowe riguardo il tema. Per chi non sapesse, è un termine che si riferisce a tutte quelle ragazze che "non sono come le altre" e che sostanzialmente preferiscono stare con i ragazzi, sono sempre "al naturale" etc. Spero abbiate capito. E niente, mi ha dato molto da riflettere, anche perché sono uscita abbastanza tardino dalla mia era pick-me, quindi mi sono presa maluccio mentre guardavo il video.
Ma, esattamente come Mbowe studia e analizza questo modo di essere in cui tutte prima o poi incappiamo, voglio analizzare cosa mi ha portato a vivere così tanto a lungo.
Sì, per lo più maschilismo. Non dico misoginia perché ho sempre preferito di gran lunga stare con le ragazze, anche se trovavo molti comportamenti futili e un po' sciocchi (con i ragazzi era pure peggio, volevo strozzarli la maggior parte delle volte). Voglio sottolineare che i comportamenti futili e sciocchi lo erano solo dal mio punto di vista, non perché io fossi particolarmente intelligente, bensì il contrario. Il patriarcato si presenta in forme piuttosto subdole, in primo luogo (esattamente come fa presente Mbowe) sotto le spoglie di femminismo bianco. Quel femminismo che in realtà è conservatore, quello di mia madre per intenderci, che odiava truccarsi perché "tutte le altre lo facevano, ma lei era diversa, non lo faceva perché non voleva compiacere gli uomini" e poi piange perché col divorzio ha rovinato una famiglia. E da un certo punto di vista non è nemmeno così sbagliato come ragionamento (quello del trucco, non del divorzio), perché quante volte mi sono sentita dire da ragazzi quanto sarei stata bene con anche solo un po' di mascara. Da un certo punto di vista le pick-me fondano il loro essere sul cercare di contrastare questo patriarcato in maniera molto goffa e sbagliata, cioè cercando di somigliare agli uomini (quindi rafforzando il patriarcato). Essendo cresciuta in una famiglia dove questo concetto non era ben presente, di più, ho faticato tantissimo ad avvicinarmi al trucco e al vestirmi in maniera carina. Il cambio più radicale (sebbene già prima non avessi nulla contro le ragazze che avevano come abitudine quella di truccarsi o di vestirsi bene) è avvenuto quando grazie a Instagram e Tiktok si è diffusa la percezione per cui truccarsi era un modo per esprimersi. Da quel momento ho cominciato a percepire davvero la libertà. Perché non volevo dare la soddisfazione ai ragazzi che frequentavo di dirmi che stavo meglio col trucco (cosa che è successa tantissime volte e venivo anche rimproverata se non lo mettevo, non solo per il mascara come detto prima). Non volevo che il mio volto non truccato risultasse emaciato, malato, sbagliato. Se vogliamo era una sorta di proteziond. "Io sono così, non puoi dirmi che non te l'avevo detto" (non so se vi ricordate quanto andasse di moda il dire che sotto il trucco le ragazze erano diversissime e ti accalappiavano con questo metodo subdolo, come se il trucco non esistesse proprio per cambiare i propri connotati o per abbellirli).
Mi rendo conto solo adesso che vedevo tutto in una prospettiva maschile. Che tutti questi ragionamenti, per quanto logicamente corretti in una determinata prospettiva, erano estremamente sbagliati. Che la libertà sta proprio nel lasciare libere le persone di vivere come meglio credono.
E questo sia da un lato chi vuole truccarsi un po' meno, dall'altro chi vuole truccarsi con più costanza. E che se i ruoli in un periodo della propria esistenza cambiano non succede nulla. Che la libertà è proprio questo.
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alicesfeelings · 8 months
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C'è una moda maschile nel vestiario che prevede questo marsupio pettorale che mi triggera un botto.
Sembra che lavorate per la swat.
Che ansia 😂
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fashionbooksmilano · 11 months
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Club
Rassegna informativa della moda maschile a cura di Lucio Ridenti
Fascicolo stagionale Autunno Inverno 1951
Consorzio Club, Torino 1951, 84 pagine, 24,2 x 32,5 cm, Edizione di 10.000 copie numerate, Esemplare n.7363
Copertina di Gruau
euro 40,00
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08/06/23
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umi-no-onnanoko · 2 years
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This is me
Piacere mi chiamo Donna,
all'anagrafe Enrico e per molti questo è ancora il mio nome.
Sono nata in un corpo maschile e cresciuta in esso fino all'età di 18 anni quando ho deciso di intraprendere il mio percorso e diventare Donna.
Perché ho scelto questo nome?
Forse perché Donna lo sono stata sempre; mentre il corpo di Enrico cresceva come quello di tutti gli altri bambini,prima, e ragazzi,dopo, parallelamente cresceva Donna.
Donna non ha mai potuto avere un corpo da bambina, né da giovane donna e nemmeno Enrico ha mai potuto essere come avrebbe voluto.
Il nome con il quale nasciamo non siamo noi a sceglierlo, ci viene donato dai nostri genitori o da uno di essi ed è quello che dovrebbe contraddistinguerci per tutto il nostro arco di vita.
Tuttavia, per me il nome Enrico non mi ha mai rappresentato, certo un po' ci sono affezionata poiché rappresenta da dove sono partita e perché mi ha accompagnato per diversi anni della mia vita, ma Donna, il nome che ho scelto, è quello che realmente mi fa dire:" Eccomi questa sono io, questo è il nome e la vita che ho scelto".
Purtroppo, nonostante io ormai abbia 35 anni,ed abbia completato il mio percorso di cambio di sesso da 11 anni, per lo Stato Italiano e per i miei concittadini resto Enrico, resto un uomo che per molti di loro "gioca" a volersi convincere di essere una donna, ma una donna non lo sarà mai.
Piacere mi chiamo Andrea,
all'anagrafe Anna e per molti questo è il mio nome.
Sono nata in un corpo femminile ed ho iniziato la cura ormonale da un anno e già subito l'intervento di mastectomia bilaterale da qualche mese.
Andrea ha voluto tagliare tutti quei boccoli ramati e tenere i suoi capelli a spazzola, ha provato a tenere le sue amicizie, ma le sue "amiche" credevano fosse una ragazza lesbica che voleva semplicemente provarci con loro atteggiandosi a uomo nella speranza di guadagnare qualche chance in più.
Sebbene ciò, non sanno quanto io sia felice di stare diventando l'uomo che sogno di essere per la mia compagna e sono orgoglioso della mia voce sempre più maschile e della mia barba.
Sono soddisfatto di aver iniziato la palestra dove mi alleno con costanza e grazie alla quale sto sviluppando i miei primi muscoli ed anche un po' di tartaruga.
Sono altresì soddisfatto di poter essere il fratellone maggiore che avevo sempre sperato di diventare per il mio fratellino che mi vede come il suo nuovo super eroe di cui va talmente fiero da fare una capa tanta a tutti i suoi compagni di scuola.
Non smetterò di sentirmi chiamare Anna, ma sebbene Anna sia stato il mio passato non potrà mai essere il mio futuro, perché io sono Andrea felice così come sono anche se solo all'inizio del mio viaggio.
Piacere mi chiamo Barbie,
per l'anagrafe Piero e per molti questo è ancora il mio nome.
Sono una ragazza trans, che sta bene con sé stessa senza ricorrere ad interventi chirurgici di rimozione o creazione di parti del mio corpo diverse da quelle che mi appartengono;mi sento Barbie, ma sto bene con me stesso ed il mio corpo.
Non posso entrare nei bagni delle donne senza che mi senta umiliata dalle parole meschine di altre donne come me e non posso entrare in una toilette maschile senza sentirne altrettante di forse più denigratorie.
Barbie non può girare tranquilla per le strade senza che non venga avvicinata da ragazzi e uomini in cerca di un'avventura,sono una ragazza, non un oggetto di soddisfazione sessuale.
Vorrei essere conosciuta perché ho un bel cervello, per la mia passione per la moda ed il design, non per il mio corpo e non voglio la mia diversità venga strumentalizzata ed intesa in modo sbagliato.
Piacere mi chiamo Giulio e mi piacciono i ragazzi.
Sono fidanzato con Kevin da 5 anni e sono davvero felice della mia vita, nonostante i miei genitori non ne facciano parte.
Mamma e papà non hanno accettato il mio coming out come ragazzo gay e per loro sono ancora Giulietto, che da grande farà l'avvocato e che sposerà una bella moglie mettendo al mondo dei figli.
Io però sono Giulio che ama il suo piccolo appartamento in centro Roma che condivide con il suo compagno Kevin ed i loro due gatti Jasper e Zorro.
Abbiamo in progetto di sposarci e mettere su famiglia anche se la chiesa ancora non riconosce le unioni dello stesso sesso e sebbene per noi avere dei figli sarà un percorso tutt'altro che semplice, sia che la nostra scelta ricada sulla donazione del seme e la scelta di una madre surrogata alla quale rivolgerci, sia che sia l'adozione.
Vorrei anche che i miei figli possano conoscere i loro nonni, ma meglio che i miei figli vengano educati all'amore e rispetto reciproco che a denigrare gli altri perché diversi e ricadere nell'omofobia come i miei genitori.
Preferisco che se vorranno un giorno partecipino ad una discussione matura con me e loro padre sul perché siamo due papà e che una volta grandi possano decidere se partecipare al Pride.
Piacere mi chiamo Sonia e sono una ragazza bisessuale.
Ho intrattenuto delle relazioni amorose, che reputo in egual modo importanti, sia con donne che con uomini.
Sono attratta da un bel cervello prima che da un corpo o un sesso.
Ho amato donne ed ho amato uomini, per me non c'è un migliore o un peggiore, sono come due facce della stessa medaglia posso amare entrambi.
Ho scoperto la mia bisessualità da adolescente, ma non è mai stata solo una fase.
Per la mia famiglia non è stato un problema, mi hanno sempre accettata per quella che sono, così come accettavano ed accettano i miei fidanzati o le mie ragazze.
Purtroppo però, i miei insegnanti vedevano la mia dichiarata bisessualità come un problema o meglio come una malattia per la quale dovevo essere curata e questo non mi ha concesso di vivere serenamente gli ultimi anni del mio percorso scolastico.
Ho imparato durante quegli anni ad infischiarsene dei pareri della gente, ho partecipato a parate per il pride e a manifestazioni per i nostri diritti.
Ho conosciuto ragazzi e ragazze come me con i quali ho costruito splendide amicizie, perché non c'è niente di più bello di accettarsi così come siamo.
Siamo Donna, Andrea, Barbie, Giulio,Sonia e milioni di altri esseri umani come te.
Siamo anime prima di corpi, persone prima che etichette; apparteniamo alla comunità lgbtq+ e puoi farne parte anche tu e anche se non ne fai parte puoi comunque sostenerci ed accettarci così come siamo, noi ti accettiamo, vi accettiamo tutti così come siete ed anche quando non siete gentili con noi, lasciateci solo essere liberi di scegliere chi essere e chi amare.
La comunità Lgbtq+ nasce nel 1996 e diventa di anno in anno più numerosa, nonostante questo i suoi diritti spesso non sono ancora riconosciuti o rispettati, cerchiamo di sostenere la diversità, la bellezza di essere simili, ma distinti, dopotutto nessuno di noi è uguale al proprio fratello e siamo tutti speciali ed insostituibili proprio per quegli elementi che ci contraddistinguono e rendono tutti noi speciali.
This is you, this is we, this is me.
-umi-no-onnanoko (@umi-no-onnanoko )
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pizzettauniversale · 1 year
Note
Proprio per questo mi chiedo e ti chiedo che messaggio sta dando lei? Dal niente delle mie conoscenze di moda quel colore su un abbigliamento altrimenti maschile sembra davvero sottolineare il fatto di essere l'unica donna capo di governo, ma lo trovo troppo da adolescente anni '80. E la coda di cavallo alta la associo ad un voler scoprire il viso in segno di sfida e di esser pronti, molto diverso dai capelli sciolti che ha portato in altri contesti o ad una pettinatura raccolta ma di altro tipo.
Ho spulciato online ma non ho trovato informazioni, ma a occhio e croce anche questo completo dovrebbe essere un Armani, casa di moda che lei ha scelto dal momento in cui ha vinto le elezioni. Durante tutta la campagna elettorale lei ha sempre scelto colori pastellosi, brillanti, colorati che le davano un’aria rassicurante, materna e Cattolica. Al momento della vittoria ha scelto lo stilista che meglio ha rappresentato il power dressing. Infatti Armani, non ha solo destrutturato i completi maschili, dando un nuovo taglio, ma ha portato il completo maschile sul corpo femminile, così che le colleghe avessero lo stesso abbigliamento dei colleghi, cioè vestirsi come gli uomini per affermare il proprio potere. La scelta di Meloni non è dunque casuale, come non è casuale il suo volersi far chiamare IL presidente. Scegliere Armani, significa scegliere un vestito dal taglio maschile, che ti eleva alla pari degli uomini. Inoltre Armani è un pilastro del Made In Italy, che lei ritiene molto importante tanto da crearci un ministero. Al G20 cosa ha fatto: ha unito il taglio maschile degli ultimi tempi, i vestiti del potere con un colore pastelloso da appunto madre, donna, cattolica, rassicurante. Anche la coda la rende più accomodante, innocente, hai ragione quasi ragazzina sbarazzina che sta giocando al gioco dei grandi, ma che sotto sotto è una spietata e questo lo ricorda con il vestito.
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ikasdu64 · 2 years
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Moda maschile – La lunga storia della cravatta dall’antichità ai giorni nostri
https://tonykospan21.wordpress.com/2022/08/25/moda-maschile-ecco-la-lunga-storia-della-cravatta-dallantichita-ai-giorni-nostri/
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fashionguru327 · 2 years
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ALESSANDRO DELLISOLA & MATTEO BOCELLI ISCRIVITI A JENNIFER LOPEZ PER LA CAMPAGNA GUESS Moda maschile, stile e intrattenimento The Fashionisto Dellisola e Matteo Bocelli si uniscono a Jennifer Lopez per la campagna Guess PRIMAVERA / ESTATE 2018 ALESSANDRO DELLISOLA & MATTEO BOCELLI ISCRIVITI A JENNIFER LOPEZ PER LA CAMPAGNA GUESS PUBBLICATO IL 15 FEBBRAIO 2018 Parte 1 Alessandro Dellisola si riunisce con Guess per la sua campagna primavera-estate 2018. Questa volta, Alessandro si unisce alla superstar Jennifer Lopez. Abbracciando un glam hollywoodiano, Alessandro appare nella campagna al fianco di Matteo Bocelli. Il virtuoso di 20 anni è il figlio del famoso cantante Andrea Bocelli. Insieme a Alessandro e Jennifer, Andrea posa per le immagini della fotografa Tatiana Gerusova. Mostrando le varie dimensioni dell'uomo Guess, la coppia indossa smoking formali e denim invecchiato. *Italian et Americaine Haute Couture et Coiffure is a GIANewYork / Global Influencer Agency New York affiliate. @fashionguru327 @GIANewYork @olney_fashions_ @Pinterestbusiness @globalinfluenceragency fashionguru327.com Pinterest.com vogue.com vogue.co.uk behance.net globalinfluenceragency.com #Italianetamericainehautecoutureetcoiffure #fashionguru327 #entrepreneur #linkedin #smallbusiness #contentmarketing #vogue #condénast #vintagephotography #tumblr #instagram #socialmediamarketing #blog #OlneyFashions #globalinfluenceragency #nostalgia #vintage #fashionphotography #Behancé #RalphLauren #blackweddingdress #blackisthenewwhite #RalphLaurenpurplelabel #davidtlale #loulousbar #capequarter #WillyChavarría #guess #TrendWatch https://www.instagram.com/fashionguru327/ (at Fish Hoek, Western Cape, South Africa) https://www.instagram.com/p/B6sqKzdnehe/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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annalisalanci · 2 years
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La Wicca. Il manuale della strega buona
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Coven wiccan.
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Altare wiccan
Introduzione
In questo periodo la stregoneria <<è di moda>>, e spesso si vedono cose aberranti fatte passare per culti pagani.
Questo libro si rivolge soprattutto alle donne, ma anche a quegli uomini che non disdegnano il loro lato femminile e sono aperti ad accogliere i misteri della Dea.
La stregoneria è un cammino lungo e difficile, solitario e meditativo, che richiede impegno, rispetto e amore, ma è ricco di soddisfazioni e gioia.
La stregoneria è sì un viaggio iniziatico, ma per ogni persona questo viaggio ha connotati diversi, pause, mete, soste, percorsi alternativi. Ogni persona ha il suo destino, la sua vita, e io posso solamente fornire indicazioni per il cammino, ma il cammino stesso spetta a te. Essere una strega significa essere a contatto con la Natura, vivere in lei e di lei, rispettare i suoi ritmi e le sue leggi. Questa è la vera stregoneria, non quella che si vede nei film o si legge nei libri. Essere una strega significa lavorare per il bene del nostro pianeta e di tutta l'umanità.
Chi sono le streghe?
Nell'immaginario collettivo quando si parla di streghe, tutti pensano a megere brutte e vecchie con il naso gobbo, come la strega di Biancaneve, pericolose donne perdute che mangiavano i bambini, che rubavano i piccoli nelle culle per poi cuocerli nel calderone e farci un unguento con il quale volare al Sabba, fatali donne sessualmente attraenti come la Circe di Ulisse o altre maghe dell'antichità, misteriose crature della notte che si trasformavano in gatte e altri animali, che adoravano il demonio sotto forma di caprone, pericolosi esseri che vivevano ai limiti fra il visibile e l'invisibile e lanciavano maledizioni sul bestiame, facevano tempestare e causavano aborti e sterilità, sataniste dai morbosi gusti sessuali che si univano carnalmente con i diavoli contro natura, fanciulle perdute che facevano le prostitute per condurre sulla via del peccato uomini retti, o vampire che succhiavano il sangue dei bambini e degli innocenti.
Le streghe sono sempre esistite nelle paure dell'uomo perché rappresentano il lato oscuro dell'anima, quello che Jung chiama Ombra.
Qualcuno ha voluto vedere il lato positivo delle cosiddette <<schiave di Diana>> e le ha considerate sciamane, curatrici, sacerdotesse dell'antichissimo culto della Grande Madre Terra, donna-medicina, erboriste, illuminate, sagge. Ed è proprio questo che siamo, ma molto altro ancora.
Il termine italiano, strega deriva dal latino strix, che sta a indicare un uccello notturno, che con il tempo finì per indentificare la strega.
E' il potere di creare e distruggere che appartiene alla Grande Dea, e che ha sempre terrorizzato gli uomini. Già le religioni latina e greca inventarono leggende e miti per creare figure spaventose agli occhi del popolo, come per esempio Circe, Medea, Medusa.
La parola inglese witch, che significa strega nell'accezione moderna, deriva invece da wicca, poi mutato in wicca, che significa saggia. Nella mitologia anglosassone o comunque nordica le streghe riescono a mantenere un ruolo se non proprio positivo, almeno non totalmente negativo.
Nelle mitologie nordiche la presenza di una fata/strega è obbligatoria nei castelli dei re, nei villaggi, fra i capi: i druidi, il corrispondente maschile delle sacerdotesse della Dea Madre Terra, sono descritti come sapienti e sacerdoti, capaci di curare le malattie del corpo, lenire i dolori dell'anima, consigliare e sanare qualsiasi malanno. Quindi le streghe nordiche non sono prevalentemente incantatrici ma sciamane e medichesse, temute e rispettate per i loro incomprensibili poteri.
Le streghe, avversate dalla Chiesa e dal potere politico laico, continuarono nella clandestinità la loro opera di aiuto alle persone e al mondo: soprattutto per quanto riguarda l'aspetto medico e psicologico, offrirono, nei periodi bui, qualche lampo di libertà e di speranza a chi non ne aveva, soprattutto alle persone del popolo, oppresse dai potenti, che potevano rivolgersi a loro per farsi curare e aiutare. Depositarie delle arti magiche ed erboristiche, sagge dalle parole importanti e di potere, o incantatrici, le streghe hanno mantenuto viva la fede nella potenza, grandiosità e bontà della Natura, dato una speranza, un sogno, un aiuto materiale, ma soprattutto spirituale.
Quello che la maggior parte delle persone ignora è che lo fanno ancora, poiché le streghe non sono mai scomparse, si sono nascoste, si sono camuffate, ma dovunque nel mondo vi era una donna che aiutava a partorire, che consigliava l'uso di un'erba medicamentosa o portava una parola di conforto a chi era disperato, lì viveva il respiro della Dea, lì continuava la vera antica Religione della Natura.
Wicca, la moderna stregoneria
Ognuno è libero di vivere la propria vita, non esiste una verità assoluta e immutabile. Per qualcuno può essere la Wicca, per altri il Cristianesimo, il Buddhismo, l'Islam, o altre religioni rivelate, o ancora sette, gruppi come i Testimoni di Geova o gli Hare Krishna. Ognuno ha le proprie visioni del mondo, ognuno è libero di scegliere ciò che crede più adatto per se stesso, a patto che il suo credo non danneggi gli altri.
Ovviamente, ci sono distinzioni fondamentali tra la religione delle streghe e le altre, la prima riguarda la divinità.
In molte religioni monoteiste vi è un unico dio, maschio, che guida il mondo. La Wicca è diversa, è una religione politeista. Il divino viene visto in tutti gli esseri umani, le piante, gli animali, le pietre, nel cielo e nell'acqua, nel vento o nelle stelle. E in tutto ciò che possiamo vedere e toccare. Nessuno può definire con precisione cosa sia la Wicca, poiché essa ha una sola certezza: tutta la Natura è sacra, poiché è il corpo della Dea.
Nella Wicca non esistono testi sacri e ognuno la vive in modo diverso a seconda delle proprie emozioni e del rapporto che riesce a instaurare con la Dea; è evidente che il rapporto con la Natura che può avere una persona che vive in una metropoli sarà necessariamente diverso da chi ha la fortuna di passeggiare nei boschi incontaminati o pregare in riva all'oceano.
Il primo principio della Religione delle Figlie della Dea è quello dell'amore per la Natura e per la vita ed è espresso nel comandamento:
<<Se non danneggi nessuno, fai ciò che vuoi>>.
E' un sentimento che si crea tra un individuo che decide di intraprendere la strada della Wicca e altri esseri naturali, visibili e invisibili. Danneggiare gli altri può derivare non solo da azioni, ma anche da pensieri e parole, e quando si dice di non danneggiare nessuno, intendiamo prima di tutto noi stessi.
La persona che aderisce alla Wicca deve riconoscere le forze dell'universo e armonizzarsi con loro. La divinità suprema è la Natura, che chiamiamo comunemente la Dea.
La persona che aderisce alla Wicca adora e si pone in relazione con il divino della Natura in base all'archetipo della Grande Madre, come era al tempo del matriarcato, prima religione dell'umanità. L'armonia, suprema conquista di chi segue la Wicca, deve riconoscere le forze della Natura.
La persona che aderisce alla Wicca opera secondo la legge di causa ed effetto: ogni azione ha una reazione, e ogni effetto ha la sua causa. Tutte le cose accadono secondo questa legge, per cui se opereremo il bene ci tornerà il bene, mentre se danneggeremo qualcuno a nostra volta ne verremo danneggiati.
I poteri della Natura esistono anche in ogni persona, sebbene solitamente gli uomini non ne siano più coscienti e questi poteri sono solamente latenti, in attesa di essere risvegliati. I poteri e le abilità possono essere risvegliati e usati a scopi benefici, se non praticate le tecniche corrette. La Wicca insegna che l'universo è la manifestazione fisica della Dea, non può esserci niente nell'universo che non faccia parte della natura della Grande Madre. Da Lei derivano i nostri poteri. Essendo l'universo il corpo della Dea, possiede gli stessi attributi della Dea, quindi i suoi poteri, ai quali noi possiamo attingere.
Noi sappiamo che tutto nell'universo è in movimento continuo e ciclico, tutte le cose crescono e calano seguendo il moto della Luna e delle maree. Perciò la Wicca celebra, si armonizza e fa uso delle maree e delle lunazioni, del ciclo delle stagioni e del moto del sistema solare. Queste fasi si ritualizzano nelle Feste dell'Anno. Inoltre, la Sacerdotessa wicca lavora con le forze e le maree della Luna, per questo il suo corpo è lo strumento per attingere alle energie della Terra.
Nella Natura non esiste la morte, vi è solamente la trasformazione. Il grande poeta cinese Lao Tzu sosteneva che quello che per un bruco è la fine del mondo, per gli altri è la nascita di una farfalla.
Nella Natura le creature esistono, mutano, sorgono a nuova forma. Il seme muore per divenire germoglio, il fiore muore per divenire frutto, il frutto muore per divenire seme e ricominciare il ciclo della vita che non si esaurisce mai.
In quest'ottica la Sacerdotessa wicca sa che non esiste la morte, solo il cambiamento da una condizione di esistenza a un'altra.
La morte non è seguita da nessuna punizione né ricompensa, ma dalla vita che si rinnova nelle forme decise dalla Dea.
z legato alle fasi della Luna, e quindi al misterioso mondo interno delle donne, fatto di ovulazione, fertilità, decadenza, mestruazione. Il momento di maggiore potere è nel periodo dell'ovulazione e in generale in Luna crescente, ovvero nel cosiddetto periodo fertile.
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