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#festività dei morti
gregor-samsung · 1 year
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“ Era un novembre, come sempre a Palermo, mite, opulento, dorato. Benché la festività dei morti fosse già passata, pupi di zucchero e frutta martorana allegravano le vetrine delle pasticcerie come i fichidindia, le sorbe in conocchia, i loti e le arance i banchi dei fruttivendoli. Le « cose dei morti », i pupi e la frutta di pasta di mandorle, che i bambini la mattina del due novembre cercano e trovano in qualche angolo della casa: e la sera, a letto, avevano finto di dormire, resistendo al sonno soltanto per pochi minuti oltre l’abitudine, nella speranza di vedere i morti arrivare coi doni e nasconderli. Nessuna paura, poiché erano i morti della famiglia; e di qualcuno anche loro avevano recente ricordo. I morti che portavano doni; i vivi che tra loro, a catena, si ammazzavano; quei banchi che di domenica, giorno vietato alle vendite, offrivano frutta e anche pane e anche formaggi; quei cartellini dei prezzi, sulla merce, che si poteva credere riguardassero il chilogrammo e invece, ad avvicinarvisi, e magari chi ne aveva bisogno mettendo gli occhiali, si scopriva che riguardavano il mezzo chilogrammo: i vigili urbani che invece che in mano il blocchetto delle multe, avevano il cartoccio di frutta: tutte cose che nella mente del giudice si accozzavano a dargli il senso di una città irredimibile. “
Leonardo Sciascia, Porte aperte, Adelphi (collana Fabula n° 18), 1987¹; pp. 80-81.
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weirdesplinder · 5 months
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Maratona di sette film anni ottanta da vedere a Natale
Vi propongo sette film anni 80' da vedere in sette serate durante le vacanze di Natale o il periodo natalizio in generale. Non si tratta di film ambientati a Natale (o almeno non tutti), ma film anni 80' che reputo adatti al periodo. Ho volutamente escluso titoli come Una poltrona per due e Il principe cerca moglie, sarebbe stato troppo ovvio. Eccomi la mia lista:
Die hard trappola di cristallo
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Trama: John McClane è un poliziotto di New York che giunge a Los Angeles per passare le vacanze di Natale con la moglie Holly ed i figli, nonostante la coppia stia vivendo un periodo di crisi matrimoniale. Nel grattacielo (il Nakatomi) dove lavora la donna si sta svolgendo un party per le festività natalizie fra i dipendenti della compagnia; all'improvviso irrompe al suo interno un gruppo armato e ben addestrato di criminali della Germania Est, che provocano alcuni morti tra i presenti. Il loro scopo sarebbe quello di costringere le autorità a liberare alcuni "fratelli della rivoluzione" detenuti nelle carceri americane e di mezza Europa. In verità l'unico vero obiettivo di Gruber è quello di penetrare nel caveau dell'edificio dove si trovano 640 milioni di dollari in titoli...
SOS fantasmi
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Trama: Francis Xavier Cross è il direttore di un network televisivo statunitense: estremamente cinico ed egoista, cerca di raggiungere l'apice della propria carriera preparando un musical dedicato alla novella di Charles Dickens Canto di Natale, che andrà in onda la notte della vigilia di Natale. La vita di Cross è quella del tipico uomo di successo, ma se da un lato è divenuto ricco e famoso, dall'altro ha perso tutte le persone a lui più care. La fidanzata Claire lo ha lasciato per seguire le persone bisognose, il fratello lo cerca continuamente ma lui non si fa trovare ed i suoi dipendenti lo temono e lo odiano profondamente. Tanto più che poco prima di Natale licenzia senza scrupolo il suo dipendente Eliot. La sua segretaria Grace, vedova con cinque figli di cui il più piccolo affetto da mutismo, deve però sopportare stoicamente le sue angherie, perché ha bisogno di quel lavoro.
Beetlejuice
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Trama:  I pacifici coniugi Maitland, Adam e Barbara, rimangono vittime di un incidente d'auto; tornati da soli nella loro villa, scoprono cose bizzarre: sono capaci di fare azioni e gesti sovrannaturali, nessuno è in grado di vederli Grazie a un libretto chiamato Il manuale del novello deceduto capiscono di essere morti e soprattutto di essere diventati dei fantasmi. La loro casa rimane ufficialmente vuota e viene acquistata dall'eccentrica famiglia Deetz, che da New York porta nella nuova cittadina tutte le nevrosi della città. Adam e Barbara, infastiditi dalle loro insopportabili personalità, tentano di spaventarli senza successo e scoprono che Lydia (figlia di Charles Deetz, nata da un suo precedente matrimonio), una sconsolata e lugubre ragazza goth, è capace di percepirli e vederli e cerca invano di aiutarli. Adam e Barbara attraversano un portale e si recano nell'altro mondo, più simile ad un ufficio statale che all'oltretomba, dove si consultano con la loro assistente tombale, Juno: dovranno restare nella loro casa per almeno 125 anni e, se vorranno imparare a spaventare gli scocciatori, dovranno studiare a fondo il Manuale. Nonostante i fermi avvertimenti di Juno, Adam e Barbara contattano il suo ex assistente Betelgeuse (pronunciato come Beetlejuice, "succo di coleottero"), una sorta di bizzarro, libidinoso e vivace ghoul che di professione fa il "bio-esorcista", ovvero il contrario del classico esorcista: è un fantasma che si sbarazza degli umani per dare pace agli altri spiriti. Adam e Barbara si pentono presto di averlo invocato
Jumpin' Jack Flash
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Trama:  Terry Doolittle lavora in una grande banca di New York, utilizzando dei computer in rete per trasferire fondi. È una buona impiegata ed è popolare con i colleghi, ma a causa del suo look fuori dagli schemi e dal suo modo di fare molto diretto non è ben vista dal suo capo James Page. Un giorno Terry viene contattata sul suo computer da un uomo che si fa chiamare "Jumpin' Jack Flash", che le dice che lui è un agente segreto britannico in Europa orientale e che il KGB lo sta cercando per arrestarlo. Jack chiede a Terry di andare al Consolato Britannico per consegnare uno strano messaggio in codice al Dipartimento C. Nonostante qualche esitazione, Terry recapita il messaggio a un addetto alla sicurezza del consolato, Jeremy Talbot, che la informa che non c'è nessun Dipartimento C. Jack allora le chiede di entrare nel suo appartamento a New York per recuperare una padella, su cui ci sono dei contatti della CIA.
Ricomincio da capo
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Trama: Phil Connors è un meteorologo televisivo dal carattere scorbutico ed egoista. Un giorno Phil deve recarsi controvoglia nella piccola città di Punxsutawney, in Pennsylvania, per fare un reportage sulla tradizionale ricorrenza del Giorno della marmotta (festa celebrata negli Stati Uniti e in Canada il 2 febbraio), a cui ormai partecipa da quattro anni. Qui però rimane intrappolato in un loop temporale: ogni mattina, alle 06.00 in punto, viene svegliato dalla radio che trasmette sempre lo stesso brano musicale (I Got You Babe di Sonny & Cher), e da allora la giornata trascorre inesorabilmente allo stesso modo della precedente. Gli eventi si ripetono esattamente uguali ogni giorno, e lui ben presto impara a sfruttarli per passare una giornata stravagante, spendere soldi, conquistare donne. Ma ogni tentativo di sedurre la bella collega Rita, che lo ha accompagnato per il servizio, fallisce invariabilmente. Alla lunga questa vita ripetitiva, e la consapevolezza che anche quando riesce a conquistare Rita, ella il giorno dopo non ne avrà più memoria, lo porta alla depressione e a tentare continuamente il suicidio nei modi più strani per interrompere il ciclo, ma si risveglia comunque, sempre nel Giorno della marmotta. Durante uno di questi giorni Phil si confida con Rita che, dopo un iniziale scetticismo, gli offre il consiglio di dedicare questa vita intrappolata ad aiutare il prossimo. Phil capisce così che non può in un singolo giorno - ovviamente - aiutare tutti, ma può migliorare se stesso. Scopre così i suoi talenti e capisce i bisogni altrui, il che lo rende un uomo apprezzato, amato e migliore. Alla fine tutto ciò lo porta a uscire dall'incantesimo, e a trovare finalmente il vero amore con Rita.
L'erba del vicino
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Trama: In una strada della periferia americana tre vicini sono incuriositi da dei nuovi eccentrici arrivati che vivono isolati in una vecchia casa: i Klopek. La curiosità diventa sospetto non condiviso dalle loro mogli a seguito di strani rumori notturni e da strani accadimenti. La temporanea scomparsa di un anziano li convince di avere accanto degli assassini e atteggiandosi in maniera esilarante da commando indagano ad ogni occasione nella proprietà. Riescono ad avvicinarli anche con l'aiuto delle mogli, che credendo ormai i propri mariti impazziti dalle loro mosse, per scoprire che facciano i vicini, vanno a bussare alla porta per fare la loro conoscenza. In effetti all'interno vedono un po' di cose strane, a cui però le mogli non danno alcun peso. Ingannando le mogli, i tre amici penetrano nella casa dei vicini, approfittando di una loro uscita, alla ricerca dell'anziano.
Big
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Trama: Josh Baskin è un ragazzino di tredici anni che abita a New York. Josh è follemente innamorato di Cynthia Benson, una sua compagna di scuola molto più grande di lui, ma non ha il coraggio di dichiararsi e la sua vita è una frana. I suoi genitori lo costringono, tra l'altro, a fare il baby-sitter alla sorellina più piccola. Un giorno al luna park, dopo essere stato umiliato davanti a Cynthia che ama tanto, vede una macchinetta che riproduce le fattezze del mago Zoltar (la macchina funziona nonostante l'alimentazione elettrica sia staccata) e decide di esprimere un desiderio: non essere più un bambino. Il giorno seguente Josh si sveglia e si rende conto che qualcosa è cambiato. Non appena si guarda allo specchio, scopre di essere cresciuto di vent'anni, diventando così un aitante trentenne. Ritorna verso il luna park dov'era situata la macchinetta, ma scopre che non c'è più il luna park e che la macchinetta è sparita. Ritorna a casa ma la madre non lo riconosce.
Onorevoli menzioni:
Gremlins
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"La Setta degli Elementi"
La scrittura ogamica
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Secondo i celti, ciascuna cosa aveva il suo corrispettivo negli alberi, utilizzavano infatti l’Ogham, un tipo di alfabeto che racchiudeva significati mistici e dove ogni lettera simboleggiava un tipo diverso di albero.
La scrittura ogamica ha un aspetto particolare, in quanto è formata da una lunga linea, ai cui lati, o attraverso la quale, si dispongono delle tacche che vanno da una a cinque.
Tale sistema formato da tacche poteva essere utile anche per comunicare in modo cifrato, infatti alcuni ricercatori hanno individuato una corrispondenza tra le quattro serie di cinque caratteri dell’alfabeto ogamico e le dita della mano, che sono cinque, dotate di tre falangi, quindi di quattro spazi (includendo la punta del dito) che era possibile indicare, per trasmettere un messaggio in codice.
Ogham craobh significa Scrittura arborea.
Le consonanti:
- Beith: associato alla betulla, l’albero degli inizi, il primo a mettere le foglie e perciò il primo a comparire in questo alfabeto.
Per propiziare l’anno nuovo si usava scacciare lo spirito dell’Anno Vecchio proprio con verghe di betulla.
Il suo mese lunare va dal 24 dicembre al 20 gennaio, proprio il periodo appena successivo al solstizio invernale.
- Luis: il sorbo selvatico, famoso per le sue bacche di un rosso acceso.
Per i greci questo colore era associato ai morti, e infatti il sorbo è l’albero del risveglio e del ritorno alla vita.
Il suo mese lunare va dal 21 gennaio al 17 febbraio, e circa a metà di questo lasso di tempo si trova Imbolc, la celebrazione del ritorno della luce.
- Nion: il frassino
Le verghe (bastone) dei druidi erano fatte di questo materiale, inoltre Yggdrasil, l’albero del mondo nell’immaginario norreno, era proprio un enorme frassino.
Per i greci era una pianta sacra a Poseidone, il dio dei mari, e infatti nel Galles si usa costruire i remi a partire da questo legname.
Il suo mese lunare va dal 18 febbraio al 17 marzo, periodo delle piene, in cui l’elemento acquatico raggiunge la sua massima potenza.
- Fearn: l’ontano, albero oracolare che cresce sulle rive delle isole fluviali un tempo sede di santuari dove risiedeva un oracolo.
Quando viene tagliato, il suo tronco si tinge di rosso, quasi stillasse sangue, inoltre le sue foglie sono ricoperte da una patina viscosa che le rende impermeabili, pure il suo legname resiste bene all’acqua e per questo era utilizzato per i pilastri delle palafitte.
Il suo mese lunare va dal 18 marzo, quando inizia a fiorire, al 14 aprile. In questo periodo avviene l’equinozio primaverile.
- Saille: il salice, albero sacro a Ecate, dea greca connessa all’aspetto magico della Luna.
Il suo è il quinto mese dell’anno, così come si tratta della quinta lettera che stiamo analizzando, ed il V, a Roma, era il numero sacro alla dea lunare Minerva.
Precisamente il suo mese lunare va dal 15 aprile al 12 maggio, momento molto particolare, in quanto si celebrava Beltane, la rinascita della natura, accendendo grandi fuochi e venendo trascinati in festività al termine delle quali si usava cospargersi di cenere e rugiada per propiziare il benessere e la fertilità delle donne e della terra.
- Huath: il biancospino, dai fiori candidi e dalle bacche sanguigne, al quale sono legati i concetti di purificazione e castità.
Il suo mese lunare va dal 13 maggio al 9 giugno.
- Duir: la quercia, uno degli alberi dalla simbologia più forte in assoluto.
Duir è la radice da cui molte lingue anglosassoni hanno fatto derivare la parola porta, ma anche la parola druido trova qui le proprie origini.
Essa, come dice la tradizione, chiama il fulmine, ed infatti è associata a divinità tonanti come Zeus, Giove o Thor.
Il suo mese lunare va dal 10 giugno al 7 luglio, a metà del quale avviene il solstizio d’estate e il re sacro riceve la sua investitura.
- Tinne: l’agrifoglio
Nella mitologia gallese, Sir Gawain, il Cavaliere Verde, era armato di una mazza fatta con questo legname, proprio come il celtico Cu Chulainn.
Talvolta è assimilato ai significati legati al re sacro tipici della quercia, in fondo il dio del tuono presso i Galli si chiamava Tannus, e Tinna quello etrusco.
Il suo mese lunare va dall’8 luglio al 4 agosto.
- Coll: il nocciolo, l’albero dei sapienti e dei poeti. Quest'albero dà frutti dopo nove anni, e il nove è il numero sacro alle Muse ispiratrici.
Fionn, l’eroe celtico, aveva lo scudo fatto di questo materiale.
Il suo mese lunare va dal 5 agosto al 1 settembre.
- Muin: la vite (o, nei luoghi dove questa non cresceva, il rovo)
Pianta legata al vino e alla frenesia, è appannaggio di Dioniso.
La vendemmia avviene nella stagione autunnale, infatti nel suo periodo si celebra l‘equinozio d’autunno.
Il suo mese lunare va dal 2 al 29 settembre.
-Gort: l’edera. Simbolo di rinascita e rinnovamento, forse per il fatto che cresce a spirale e sale verso l’alto.
Il suo mese lunare va dal 30 settembre al 27 ottobre, ultimi momenti buoni per il raccolto, prima del sopraggiungere dell’inverno.
-Ngetal: il giunco
Rappresentava la sovranità del faraone, visto che il suo scettro era fatto di questo materiale.
Era utilizzato per coprire le capanne e fabbricare solidi tetti ed era perciò simbolo di un lavoro concluso secondo la corretta usanza.
Il suo mese lunare va dal 28 ottobre al 24 novembre.
-Ruis: il sambuco, albero connesso alle streghe.
Il suo mese lunare va dal 25 novembre al 23 dicembre, comprendendo il solstizio d’inverno, e da qui si può comprendere la sua associazione con l’oscurità e la magia.
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Le vocali:
Esse rappresentano i giorni dei solstizi e degli equinozi.
-Ailm: l’abete, albero della nascita in molte culture e legato alla figura della divinità femminile e lunare.
Indica il primo giorno dell’anno.
-Onn: il ginestrone, dotato di fiori giallo dorati, come il sole delle prime giornate calde, rappresenta infatti il momento tanto atteso dell’equinozio di primavera.
-Ura: l’erica, dal colore rosso e rosato, che cresce in montagna è collegata al potente sole di mezza estate.
-Eadha: il pioppo bianco, canuto come la vecchiaia e come i giorni sempre più freddi dell’equinozio d’autunno.
-Idho: il tasso, albero della morte.
Con il legno di tasso si costruivano ottimi archi, che avevano lo scopo di uccidere i nemici, e con le sue bacche si ricavava una poltiglia utile per avvelenare le frecce. Alla luce di ciò, non ci stupisce il suo legame con il solstizio d’inverno, il giorno più buio e freddo dell’anno.
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Il culto dei morti
Uno degli argomenti che mi appassiona di più in assoluto: il culto dei morti.
Lavorando in una libreria esoterica e' facile imbattersi nell'argomento dell'oltretomba e delle pratiche funebri nel mondo, particolarmente nell'ambito di egittologia e tibetologia (Tibetology:  refers to the study of things related to Tibet, including its history, religion, language, culture, politics and the collection of Tibetan articles of historical, cultural and religious significance, Wiki).
Sono cresciuta in un Paese che onora i suoi morti e li celebra diligentemente. Il Sud Italia ancora festeggia il secondo giorno di novembre con una visita ai cimiteri di appartenenza, al tramonto. Tradizionalmente il tramonto e' il momento in cui i due mondi, dei vivi e dei morti, s'incontrano. Le anime sembrano permeare da un mondo all'altro, ritornano nella gravita', visitano le case in cui hanno vissuto e carezzano i vivi. Anche il periodo, intorno 2 novembre, sembra essere ideale perché i due mondi si avvicinino, secondo alcuni testi.
Ricordo distintamente un anno in cui da bambina, timorosa e curiosa, io e la mia famiglia visitammo il cimitero sulla collina di un paese limitrofo, Supersano (LE). Ci incamminammo su per la collina dove venditori in piccoli gazebo dispensavano fiori freschi e candele per pochi euro. Le tante persone che camminavano sulla collina ripida sembravano formiche. Sullo sfondo si stagliava la collinetta col cimitero, e alle spalle il cielo rosso, poi arancio, poi indaco e blu. Procedevo a passetti nel cimitero che intanto era diventato scuro, e spostando gli occhi alla mia sinistra mi ero accorta di un'antica catacomba, una delle tante: gradini alti e stretti, costruiti a mano e coperti da uno strato di vernice opaca bianca e gessosa, conducevano ad una stanza che le candele avevano dipinto di rosso. Ero terrorizzata e attratta dalla visione: cosa c'e' laggiù? Chi ci vive? Ognuno può salutare chi vuole durante questa festività, le cappelle restano aperte; si lavano le lastre marmoree delle tombe, si cambiano i fiori, si accendono lumi, ci si ferma a parlare col vicino. Io, che ancora non capivo questo costume locale, giocavo a nascondino fra le cappelle divise da stretti corridoi inabitati da muschio verde.
Tradizionalmente, le cerimonie nell'Italia del Sud non prevedono uso di cosmetici o imbalsamazione, e i familiari spesso vogliono occuparsi di lavare il corpo del defunto e di trasportare sulle spalle il feretro quando necessario, specialmente i figli maschi, quasi in maniera simbolica. La veglia e' tenuta presso l'abitazione principale del defunto, per lo meno nei paesi di provincia. Il lutto e' vissuto in maniera viscerale, aperta, c'e' tempo e spazio per chi soffre la mancanza, per esserne parte; ammiro tanto questa tradizione che, comparata a quella di altri paesi, e' molto sana. Negli Stati Uniti, per esempio, stando a quanto letto nel libro di Caitlin Doughty "From here to eternity", la vasta maggioranza di chi subisce una perdita lascia la responsabilità del corpo del defunto a terzi. Non solo questo, ma pratiche come trucco e imbalsamazione sono spesso ingiustamente imposte (vale a dire, molte agenzie funebri non menzionano metodi alternativi meno invasivi), mentre in realtà non sono quasi mai necessarie. L'America ha paura della morte, di invecchiare, di dover essere confrontati col dolore e con il limite fisico del tempo. E soprattutto, ha trasformato una pratica importante e umana in una macchina senza anima atta a derubare il prossimo nel momento del bisogno.
Dopo aver ricevuto indirettamente un'educazione sulla morte dalla mia famiglia, mi sono ritrovata con un bagaglio di nozioni che amo e che mi avvicinano alla vita e alla sua celebrazione sempre di più. Studiare il culto dei morti e le pratiche relative mi fa capire il mondo nel suo momento piu' critico, coi suoi veri colori. L'Italia del Sud (non posso dire lo stesso del Nord puramente perché non ci sono cresciuta) e' dolce, determinata e coraggiosa; altri paesi come la Bolivia dimostra di essere un arsenale di colori e folklore, non curante della Chiesa che critica i costumi indigeni locali; in Indonesia si vive, si dorme e si parla coi corpi dei familiari scomparsi, senza paura ne' disgusto. I discendenti, bambini inclusi, ne puliscono i resti per lo più mummificati e vi fanno perfino un cambio d'abito, una volta ogni tre anni: e' una vera e propria riunione di famiglia; in Messico e' una festa di cibo, candele e musica al tramonto, non troppo distante dai costumi italiani. E cosi via: tanti culture, tanti colori.
E' interessante, incredibile scoprire il culto dei morti degli altri; spiega tanto e apre strade di conoscenza inimmaginabili. Potrei scrivere per sempre di questo argomento, una cosa tira l'altra. Piccole curiosità della vita, perché questo fa parte dell'essere umano o, meglio, di essere umano. Il culto dei morti e' il culto del corpo che si rivela per quello che e' nei diversi paesi - motivo per cui penso che l'America abbia paura di mostrarsi vecchia o forse, chi lo sa, infallibile; e' estrema connessione, rivelare amore a modo proprio, rituale e collante sociale e del tempo. Classificarlo come macabro? Follia, incoscienza al suo meglio. Essere coscienti degli usi e costumi di una cultura rende l'esperienza umana completa.
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lamilanomagazine · 4 months
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Ragusa: controlli aziende agricole, cantieri edili, ristoranti, RSA. Violazioni di visita medica e trovati lavoratori in nero, scattano raffiche di denunce.
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Ragusa: controlli aziende agricole, cantieri edili, ristoranti, RSA. Violazioni di visita medica e trovati lavoratori in nero, scattano raffiche di denunce. Proseguono i controlli dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Ragusa, in quotidiana sinergia con l'Arma territoriale, coadiuvati dagli Ispettori INL distaccati in Sicilia da questa estate presso il Dipartimento Generale del Lavoro siciliano, nei cantieri edili, aziende agricole, ristoranti e RSA della città e di tutta la provincia per verificare il rispetto delle normative giuslavoristiche e sull'applicazione delle leggi in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. A finire sotto la lente d'ingrandimento, solo nelle ultime settimane, sono state 6 imprese del territorio ibleo. A seguito di accurate verifiche e mirati accessi ispettivi presso quelle aziende, anche al fine di contrastare lo sfruttamento del lavoro che nasce dallo stato di bisogno proveniente da alcune fasce di cittadini più deboli, i Carabinieri specializzati nella tutela del lavoro hanno denunciato, alla competente procura, 9 tra committenti e imprenditori. Tra le principali violazioni sono state rilevate: - mancata visita medica e formazione specifica; - indebita percezione del RdC; - truffa aggravata ai danni dell'I.N.P.S.; In sede di ispezione è stata accertata anche la presenza di 10 lavoratori in nero su un totale di 21, quasi il 50%!! Sono state, inoltre, elevate sanzioni amministrative per un totale di € 36.000. In 2 casi su 6 si è provveduto anche a comminare il provvedimento di sospensione dell'attività imprenditoriale, impedendo – così – alle ditte di continuare a lavorare in circostanze di massimo pericolo per la sicurezza dei propri operai. Quello dei controlli in campo lavorativo rappresenta un tema molto delicato, ove già da circa un secolo l'Arma dei Carabinieri ha voluto concentrare parte della propria attività allo scopo di prevenire e reprimere quelle condotte che mettono in pericolo l'incolumità dei lavoratori, e a maggior ragione oggi che assistiamo al crescente numero di morti "bianche" su tutto il territorio nazionale, come spesso ricordato dal nostro Presidente della Repubblica. I controlli continueranno anche nelle prossime settimane con l'approssimarsi delle festività natalizie, al fine di garantire la massima osservanza delle norme a tutela del lavoro, di tutti gli imprenditori onesti, dei lavoratori e di tutte le loro famiglie.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 6 months
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Storia del torrone: deliziare i vivi e ricordare i morti
Qual è la storia del torrone? Dove nasce questo dolce così iconico? L'Italia è uno dei maggiori produttori di torrone che conta moltissime varietà regionali. Solitamente legato alle festività natalizie, in certe zone del Sud si gusta anche in occasione della Festa di Ognissanti e della celebrazione dei defunti. Breve storia del torrone L'origine del torrone è avvolta dal mistero. Alcuni studiosi sostengono che sia nato nella regione del Mediterraneo. Pensano che i primi tentativi di creare questo dolce risalgano all'antica Roma, quando venivano combinati miele, noci e frutta secca per creare un dolce simile al torrone moderno. Il nome "torrone" deriva probabilmente dal termine latino "torrere", che significa "essiccare", in riferimento alla cottura del miele e degli ingredienti. Tuttavia, il torrone come lo conosciamo oggi è diventato popolare in Spagna durante l'era della dominazione araba. Durante l'VIII secolo, gli Arabi portarono con sé l'arte di lavorare il miele e le mandorle, creando così un dolce simile al torrone spagnolo. Questa tradizione ha continuato a evolversi nel corso dei secoli, influenzata dalle diverse culture che hanno attraversato la penisola iberica. Dove si Mangia di Più il Torrone Il torrone è amato in tutto il mondo, ma ci sono alcune regioni in cui questo dolce è particolarmente popolare. Uno dei Paesi più noti per la produzione di torrone è l'Italia, dove il torrone è un'icona delle festività natalizie. Le città di Cremona e Saronno sono famose per le loro tradizioni di produzione del torrone. Il torrone italiano è spesso preparato con mandorle tostate, miele e albume d'uovo, creando una consistenza tenera ma croccante. In Spagna, il torrone è una delizia durante le celebrazioni natalizie, con molte varianti regionali. Il torrone di Alicante e il torrone di Jijona sono tra i più noti, con il secondo che ha una consistenza morbida e si scioglie in bocca. In Francia, il "torrone" è un parente stretto del torrone e viene spesso preparato con miele, mandorle e albume d'uovo. La città di Montélimar è famosa per la produzione di questo delizioso dolce. Il torrone è anche amato in molte altre parti del mondo, tra cui il Medio Oriente, dove è noto come "nougat" e viene spesso aromatizzato con fiori d'arancio o rose. Il torrone dei morti napoletano Una particolare variante di torrone si mangia a Napoli nei primi giorni di novembre. E', infatti, legato alla festività di Ognissanti e alla celebrazione del ricordo dei defunti. Non a caso il popolo napoletano lo chiama il "Torrone dei morti". Ha una consistenza morbida e dimensioni più grandi degli altri torroni. La base è il cioccolato nelle versioni fondente, al latte e bianco. In questa morbida crema affondano invitanti nocciole, pistacchi, canditi a seconda della varietà realizzata. Nei giorni che precedono il 1° novembre le pasticcerie della città riempiono le loro vetrine di tutte le varietà possibili. Le più gettonate sono "gianduia", "bacio", "cassata", "bianco". Non sono poche, però, le famiglie che decidono di realizzarlo in casa scegliendo il "gusto" preferito o proponendo ai propri cari più gusti che soddisfino il palato di tutti. In copertina foto di kytrangho da Pixabay Read the full article
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personal-reporter · 6 months
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Le origini misteriose di Halloween: Una breve storia delle festività dell'orrore
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Halloween è una festa che si celebra la notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre, in occasione della vigilia di Ognissanti. È una festa popolare, caratterizzata da costumi spaventosi, zucche intagliate, dolcetti o scherzetti e falò. Ma quali sono le origini di questa festa? Le origini di Halloween sono misteriose e controverse. La teoria più accreditata è che Halloween derivi dall'antica festa celtica di Samhain, che si celebrava il 1º novembre. Samhain era il capodanno celtico, che segnava la fine dell'estate e l'inizio dell'inverno. In questa notte, secondo le credenze celtiche, il mondo dei vivi e quello dei morti si incontravano, e gli spiriti dei defunti potevano tornare sulla terra. In occasione di Samhain, i Celti accendevano falò per allontanare gli spiriti maligni e indossavano costumi spaventosi per camuffarsi da loro. Si dice che in questa notte i druidi, i sacerdoti celtici, raccogliessero le anime dei defunti in una borsa di pelle di capra. Nel corso dei secoli, le tradizioni di Samhain si sono mescolate con elementi cristiani, dando vita a Halloween. La Chiesa cattolica istituì la festa di Ognissanti nel 731 d.C., in occasione della quale si celebravano tutti i santi e i martiri. La vigilia di Ognissanti, chiamata All Hallows' Eve, divenne gradualmente Halloween. Nel XIX secolo, gli immigrati irlandesi portarono Halloween negli Stati Uniti, dove la festa iniziò a diffondersi rapidamente. Negli anni '50, Halloween divenne una festa popolare anche in altri paesi del mondo. Le tradizioni di Halloween Halloween è una festa ricca di tradizioni, che variano da paese a paese. In Italia, le tradizioni più comuni includono: Costumi spaventosi: i bambini si vestono da streghe, fantasmi, zombie e altri personaggi dell'orrore. Zucche intagliate: le zucche vengono intagliate per creare facce spaventose, chiamate jack-o'-lantern. Dolcetto o scherzetto: i bambini vanno di casa in casa a chiedere dolcetti, minacciando di fare uno scherzo se non vengono accontentati. Falò: in alcune località vengono accesi falò per allontanare gli spiriti maligni. Halloween nel mondo Halloween è una festa celebrata in tutto il mondo, con tradizioni che variano da paese a paese. In Irlanda, Halloween è una festa molto importante, che viene celebrata con grande entusiasmo. Le tradizioni più comuni includono: Samhain: una cena tradizionale a base di carne, patate e pane nero. Candles in the Dark: una passeggiata notturna nei boschi, illuminata solo da candele. Fortune telling: la lettura della fortuna con le nocciole o con le foglie di tè. Negli Stati Uniti, Halloween è una festa commerciale molto importante. Le tradizioni più comuni includono: Trick-or-treating: i bambini vanno di casa in casa a chiedere dolcetti, minacciando di fare uno scherzo se non vengono accontentati. Costumi spaventosi: i bambini e gli adulti si vestono da streghe, fantasmi, zombie e altri personaggi dell'orrore. Partite a palloncini d'acqua: le persone si lanciano addosso palloncini pieni d'acqua. In Giappone, Halloween è una festa relativamente recente, che è stata introdotta negli anni '70. Le tradizioni più comuni includono: Costumi spaventosi: i bambini e gli adulti si vestono da personaggi dell'orrore, ma anche da personaggi di anime e manga. Dolcetto o scherzetto: i bambini vanno di casa in casa a chiedere dolcetti, ma non c'è la minaccia di scherzi. Halloween cakes: torte decorate a tema Halloween. Halloween: una festa tra orrore e divertimento Halloween è una festa che celebra l'occulto e l'orrore, ma è anche una festa divertente e allegra. È una festa che permette di esprimere la propria fantasia e creatività, e di passare una serata in compagnia di amici e familiari. Fonti: Wikipedia: Halloween FocusJunior: Come nasce Halloween Irlandando: Samhain Foto di Alexa Read the full article
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MERCOLEDÌ 02 NOVEMBRE 2022 - 🔸 COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI 🔸 La commemorazione di tutti i fedeli defunti (in latino: Commemoratio Omnium Fidelium Defunctorum), comunemente detta giorno dei morti, è una ricorrenza della Chiesa latina celebrata il 2 novembre di ogni anno, il giorno successivo alla solennità di Tutti i Santi. Secondo il calendario liturgico romano è considerata alla stregua di una solennità e ha precedenza sulla domenica; prima della riforma liturgica, invece, quando il 2 novembre cadeva di domenica la commemorazione dei defunti veniva spostata al giorno successivo, lunedì 3 novembre. Non è annoverata fra le feste di precetto. La ricorrenza è preceduta da un tempo di preparazione e preghiera in suffragio dei defunti della durata di nove giorni: la cosiddetta novena dei morti, che incomincia il giorno 24 ottobre. Alla commemorazione dei defunti è connessa la possibilità di acquistare un'indulgenza, parziale o plenaria, secondo le indicazioni della Chiesa cattolica. In Italia, benché molti lo considerino come un giorno festivo, la commemorazione dei defunti non è mai stata ufficialmente istituita come festività civile. Il colore liturgico di questa commemorazione è il violaceo o il nero. Da Il Santo del Giorno Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia Sicilia Terra di Tradizioni #Tradizioni_Barcellona_Pozzo_di_Gotto_Sicilia #Sicilia_Terra_di_Tradizioni Rubrica #Santo_del_Giorno (presso Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia) https://www.instagram.com/p/CkdU_AbojJ3/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Leggendo "un po' di qua e un po' di là" ho appreso che gli americani sono patrioti, e lo sono anche quando sganciano ordigni su chicchessia a scopo di lucro. Se invece un italiano rivendica i propri usi e costumi, con questi anche le festività, diventa automaticamente un razzista. Mi chiedo quante basi militari abbia l'Italia in America. Noi abbiamo circa 120 basi tra esercito, marina ed aviazione. In Italia ci sono più di 120 basi americane, ma l'ubicazione di alcune di queste è segreta. Fa già ridere e rodere così.bSe decidessero di usare la bomba atomica, la nato non dovrebbe chiedere il permesso di farlo al governo italiano, ma al consiglio dell'alleanza atlantica. Se questo dovesse dare parere favorevole, allora nulla potrebbe impedire l'uso di quell'arma. Una qualsiasi persona sana di mente sarebbe indignata da una simile occupazione che nel corso degli anni ha peraltro devastato coste con biodiversità, paesaggi magnifici e creato problemi alle varie popolazioni a causa dell' inquinamento dovuto alle molteplici esercitazioni.
A Sigonella hanno trasferito una laboratorio militare usa top secret nel bel mezzo di una base dove sono stazionati droni e testate nucleari. Questi laboratori ricevono ogni anno milioni di dollari da destinare all’acquisto di attrezzature. Quali, non è dato sapere. Nel 1975 l'Italia ha rettificato il Trattato di Non Proliferazione nucleare impegnandosi (art. 2) a non produrre né ad accettare mai sul proprio territorio armi nucleari. In Italia, invece, abbiamo 90 testate atomiche nelle basi di Aviano e Ghedi. Secondo il diritto internazionale, l'Italia le deve rifiutare. Dovrebbe... l'Italia è in tutto e per tutto una colonia, un territorio sempre più occupato grazie alla classe politica priva di classe ed al menefreghismo della popolazione. Il processo di americanizzazione scorre inesorabile in ogni campo. Dalla terminologia, alla cultura di riflesso, a tutto il resto. Ce la impongono in ogni dove, dagli aeroporti agli ospedali alle comunicazioni governative.
Si, halloween è un festa di origine celtica, va bene, in quattro o cinque lo sanno, ed io pure, ma poco cambia. Halloween è il simbolo della decadenza di una società di poveretti che ha snobbato le proprie tradizioni per acquisirne altre. Perché il carnevale è da pivelli, vedere bambini vestiti da mostri con finte chiazze di sangue è da gente strafiga. Meglio ancora le mamme conciate da zombie meritrici, vampiri meritrici e infermiere meritrici, per lo più con denti marci e capelli sbisunti, ma in abiti sexy che sanno ancora di made in china. Dopo anni di "non accettare caramelle dagli sconosciuti", si è passati a incitare i bambini a circolare soli di notte vestiti con abiti riprovevoli per citofonare a casa di imperfetti sconosciuti chiedendo cibo. Nel frattempo i negozi sono stracolmi di addobbi natalizi, prima per usanza di adottava che finisse la commemorazione dei morti. Orai non c'è più rispetto nemmeno per i vivi, figuriamoci per chi non c'è più. La fluidità ormai è nell'aria, a breve mangiare insetti e bagarozzi sarà il nuovo trend. Il resto è scritto in agenda, ma poco conta, loro parlano chiaro con la consapevolezza che la massa non recepirà il messaggio ed accetterà di buon grado ogni porcheria che proporranno.
Povera la mia Italia.
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sayitaliano · 3 years
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Ho visto il tuo post dello Halloween vocabolario e mi interessa se gli Italiani celebrano 1mo e 2do Novembre in modo che in inglese si chiama All Saints' Day ed All Souls' Day? Lo so che sono le feste cattoliche e volevo chiederti anche per un po' di vocabolario o le tradizioni, forse?
Ciao! Ti rispondo in inglese così anche altri possono capire meglio magari :)
The 1st of November ("Ognissanti" or "Tutti i Santi" = All Saints' Day, which means it's basically everyone's name's day) is a festivity in Italy. Most of the shops, and work offices in general, are closed (despite these recent years many are still open). We take this day (and the weekend before/after, mostly) to go to cemeteries and visit the graves of our long gone friends and family members. We might also light a few candles to commemorate them.
There are also some traditional celebrations here and there in Italy, most of them involving food: I think in Sicily kids get some candies if they behaved well; almost throughout the Nation though, candles, water and bread, or the sound of bells and tables plenty of food are used/left at home or near churches to welcome the deads in case they came back from the otherside to visit us. I think in Tuscany there's also the tradition to give a glass of wine to the less fortunate ones. Ofc, friends from these Regions, please tell me if I'm wrong! There are also typical sweets of this period, for example in my area we have "Il pan dei morti" = the "Bread of the deads": we give them to kids or left some on the tables in case the deceased came back to visit us. These biscuits are made with albumen, almonds, biscuits, cocoa, candied fruits, dried figs and rising and some spices (but the recipe can change a bit ofc).
The 2nd of November, "La Commemorazione dei Defunti" (literally: the commemoration of the deads) or as commonly called "il Giorno dei Morti" (literally: the day of the deads) = All Souls' Day, is not a festivity, so that's why we commemorate on the 1st. Everything opens again, it's a pretty normal day (unless ofc it happens on a saturday/sunday, but it would just be a regular saturday/sunday in the end).
A short vocabs list:
The 1st of November = Il primo di novembre The 2nd of November = Il due novembre La festività = Festivity Gli uffici chiusi = Closed work offices Il cimitero = The cemetery La tomba = The grave La candela = Candle I dolciumi = Candies Il pane = Bread Le tavole = Tables Il cibo = Food Le chiese = Churches Le campane = Bells Un bicchiere di vino = A glass of wine Il Giorno dei Morti = The day of the deads / All Souls' Day Commemorare = To commemorate La Commemorazione dei defunti = The Commemoration of the Deads / All Souls' Day Ognissanti / Tutti i Santi = All Saints' Day I defunti = The deceased/deads
Hope this helped!!
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corallorosso · 3 years
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Quando e perché Mussolini abolì la Festa del 1° maggio La Festa del Lavoro, intesa come momento di lotta internazionale di tutti i lavoratori, senza barriere geografiche né sociali, per affermare i propri diritti e migliorare la propria condizione, ha origine lontane. Dopo migliaia di anni di osceno sfruttamento, con turni di lavoro che arrivavano alle sedici ore al giorno (uomini, donne, persino bambini), a metà dell’Ottocento cominciò a svilupparsi una coscienza civile ed umana, onda lunga della rivoluzione illuminista del secolo precedente. Nella lontana Australia, luogo d’emigrazione e di lavoro, nel 1855 si coniò una parola d’ordine su cui si fonderanno le politiche dei movimenti sindacali organizzati di fine secolo e del Novecento: “Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire”. Era un concetto rivoluzionario, che andava al di là della dimensione lavorativa, e che mirava ad allargare la sfera dei diritti di ogni cittadino. Nell’ottobre del 1884 le organizzazioni sindacali indicarono nel 1° Maggio 1886 la data limite, a partire dalla quale gli operai americani si sarebbero rifiutati di lavorare più di otto ore al giorno. Fu indetto uno sciopero generale a cui parteciparono quattrocentomila lavoratori; a Chicago ne sfilarono ottantamila, e la manifestazione venne repressa nel sangue. Ad essa seguirono giorni di violenti scontri in tutte le grandi metropoli americane, culminati il 4 maggio col massacro di Haymarket, dove 11 persone persero la vita. Ma la lotta contro il capitalismo selvaggio e senza regole continuava. Adesso toccava all’Europa. Il 20 luglio 1889 a Parigi si tenne il congresso della Seconda Internazionale, che decise di organizzare una grande manifestazione in una data stabilita. La scelta cadde sul 1° maggio, per commemorare la carneficina di Haymarket: il ricordo dei “martiri di Chicago” divenne simbolo di lotta dei lavoratori di tutto il mondo. (...) Il 1° maggio 1898 coincise con la fase più acuta dei “moti per il pane”, con il tragico epilogo di Milano, nei giorni dal 6 al 9 maggio, quando l’esercito di Bava Beccaris cannoneggiò la popolazione inerme, lasciando sul selciato 81 morti e 450 feriti. (...) Finalmente, il 1° maggio 1919 i metallurgici e altre categorie di lavoratori poterono festeggiare il conseguimento dell’obiettivo originario della ricorrenza: le otto ore di lavoro. Ma un formidabile nemico del popolo e dei lavoratori tesseva la sua tela omicida. Nell’ottobre del 1922 Benito Mussolini diventò Presidente del Consiglio, e uno dei primi atti del suo governo cancellò con un colpo di spugna il 1° maggio e il suo significato, maturato in anni di sanguinosissime conquiste dei lavoratori: il 19 aprile del 1923, con un decreto-legge da lui proposto ed approvato dal Consiglio dei ministri, la festività venne abolita ed accorpata alla festa ufficiale del fascismo, che coincideva con il “Natale di Roma”, il 21 aprile, dallo stesso tiranno proclamata. Soltanto l’anno prima, il presidente del Consiglio Facta aveva riconosciuto il 1° maggio come giornata festiva. La scellerata decisione di Mussolini era la logica conseguenza della lotta fascista contro le corporazioni dei lavoratori e dei loro sacrosanti diritti, che già prima della presa del potere si era concretizzata durante il cosiddetto biennio rosso, quando le squadracce in camicia nera si macchiarono di violenze inaudite contro le organizzazioni operaie socialiste e comuniste, con vergognose caccie all’uomo, omicidi e distruzioni, violenze tollerate e persino sostenute dagli organi dello stato liberale: una macchia indelebile nella storia di questo Paese. All’atto formale il tiranno fece seguire atti sostanziali, con operazioni a tenaglia: la milizia fascista venne sguinzagliata per intimidire e aggredire operai e contadini, soffocare ogni manifestazione di protesta nelle fabbriche e nei campi, mentre le autorità di pubblica sicurezza si occuparono di stroncare ogni movimento teso a difendere i diritti dei lavoratori e a prevenire azioni collettive e individuali operanti in tal senso: retate, arresti preventivi, sequestri di materiale e chiusura di fogli e giornali divennero la tetra normalità. Festeggiare il 1° maggio divenne un reato duramente punito. Ma il pugno di ferro del regime non conosceva limiti: nel biennio 1925-26 furono proclamate le cosiddette “leggi fascistissime”, che dichiararono fuorilegge le associazioni sindacali non irreggimentate, vietarono il diritto di sciopero e la serrata. L’anno seguente entrò in opera il famigerato Tribunale Speciale dello Stato, che comminò migliaia di pesantissime condanne: nel solo 1928, per aver celebrato il 1° maggio, sette operai di Trieste, cinque di Verona, tre di Torino e uno di Milano vennero condannati ad oltre 102 anni di carcere. Di fronte a tale spietata durezza, persino il ricordo del 1° maggio del 1921, definito dall’Avanti! “il più tragico, il più tempestoso, il più significativo tra quanti ne ha solennizzati la classe lavoratrice d’Italia”, impallidiva. La volontà del regime di estirpare alla radice il significato più autentico del 1° maggio fu così tenace da sfociare nella psicosi e nella pura idiozia: negli anni Trenta in Romagna gli squadristi irrompevano nelle case in cerca di tortelli, serviti nei giorni di festa. Bisognerà aspettare il crollo del regime e il 1945 perché gli effetti del decreto del 1923 cadessero, e quella ricorrenza tornasse a rappresentare la data simbolo della Festa del Lavoro, liberamente celebrata da milioni di lavoratori. In occasione di questa gloriosa ricorrenza, non sarà quindi inutile ricordare che quella di un Mussolini schierato a fianco del popolo e dei lavoratori è una delle maggiori balle che ancora circolano su quel triste figuro. Giuseppe Costigliola
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gregor-samsung · 3 years
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“ Le festività dei morti sono i giorni più felici della mia esistenza. La preparazione per la festa inizia alla vigilia con la confezione dei dolci e dei datteri. Di mattina presto, mi reco con mio padre e mia madre al cimitero, portando le foglie di palma e il basilico. La domestica ci precede con il cestino della misericordia. Mi piace molto osservare l’affluire di gente e di carri verso quel luogo, la cui porta d’ingresso rappresenta per me una vecchia amica. Non appena entrati ci dirigiamo verso la tomba che mi attrae per la sua struttura maestosa e isolata, per le due alte stele che la fiancheggiano, per il mistero che la avvolge e per il rispetto che le porta mio padre. Mi avvince come la visione di un cactus. Sotto la volta celeste faccio salti di gioia, e niente può più fermare la mia curiosità. La piena contentezza per me si realizza quando ascolto il recitatore cieco del Corano e osservo le schiere dei mendicanti che si contendono l’obolo della misericordia. L’arrivo di Hammam modifica la situazione. Mia sorella e suo figlio sono venuti a stare con noi per qualche tempo. Hammam ha quattro anni o poco più. è un compagno di giochi che sprizza vitalità e simpatia, e con la sua presenza riempie le mie giornate. è educato, sempre sereno, gioca con me senza stancarsi mai e crede ciecamente alle bugie che gli racconto e alle mie fantasie. Un giorno, lo trovo sdraiato per terra, silenzioso; lo chiamo per giocare, ma non risponde. In seguito, vengo a sapere che si è ammalato… La nostra casa è oppressa da un’atmosfera di timore e d’apprensione, alla quale si aggiungono l’angoscia, la preoccupazione e il mio presentimento di qualcosa di oscuro e triste. Il mio dolore è condiviso da mia madre, da mia sorella e, ben presto, al suo arrivo, da mio cognato… Vorrei avere notizie più precise riguardo alla salute di Hammam, ma mi allontanano dicendomi: «Queste non sono cose per te… Va’ fuori a giocare.» Ho la netta sensazione che stia per compiersi qualcosa e, senza dubbio, qualcosa di grave. Mia madre piange, mia sorella si dispera. Osservo da lontano il mio amico sul letto, avvolto nelle lenzuola come un cuscino nella sua federa. Non gli hanno lasciato nemmeno un’apertura per respirare! Alla fine, riecheggia per la casa la parola “morte”. Mi rendo conto che se ne è andato per sempre e scoppio a piangere. Da quel momento, la visita al cimitero non è più un giorno lieto, così come la vista della tomba non mi dà più felicità. Mi piacerebbe scoprirne i misteri e penetrare nel suo silenzio di morte. Il dolore della separazione aumenta con il passare dei giorni. La tristezza, l’affetto perduto, la paura, il ricordo costante e l’oppressione diventano i segreti dell’aldilà. “
Naghib Mahfuz, Il nostro quartiere, Feltrinelli (traduzione di Valentina Colombo, collana Universale Economica n° 1180), 1991; pp. 20-21.
[ 1ᵃ edizione originale: حكايات حارتنا (Ḥikāyat ḥāritnā - Racconti del nostro quartiere), American University Press, Il Cairo, 1975 ]
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108nero · 3 years
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"TRINOX SAMONI" 150x200cm mixed media on canvas 2017 - @galerie_slika Lyon. Le tre notti di #Samonios, festività celtica, festeggiata anche dai nostri avi cisalpini di cui abbiamo notizie attraverso il #calendariodicoligny che equivale ai nostri giorni dei Santi e dei Morti, in cui le barriere tra il mondo dei vivi e quello dei morti e degli spiriti si riaprono. Oggi conosciuta anche come #halloween (che semplicemente vuol dire Notte dei Santi in Scozzese) la festa di #Ognissanti venne istituita nel 840 d.c. da Papa Gregorio IV per cristianizzare la ricorrenza pagana comune alla gran parte dei popoli dell'Europa pre-cristiana. In queste sere i nostri avi e i nostri cari estinti sono più vicini ed è giusto ricordarli come meglio crediamo. /// #druidismo #druidry #celti #colignycalendar #동시대미술 #contemporanea #アート #抽象芸術 #艺术, 抽象 #contemporary #現代美術, 当代艺术 #современное #искусство #zeitgenössische #Kunst #sztuka #współczesna #suvremena #umjetnost #trinoxsamoni #samhain (presso Galerie SLIKA) https://www.instagram.com/p/CHAd1Qhn8sv/?igshid=jyx6j5ebcju7
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lamilanomagazine · 1 year
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La Spezia: Emma Dante porta "Pupo di zucchero - la festa dei morti" al Teatro Civico
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La Spezia: Emma Dante porta "Pupo di zucchero - la festa dei morti" al Teatro Civico. La Stagione di Prosa 2022-23 al Teatro Civico della Spezia continua ad ospitare le opere della regista siciliana Emma Dante. Il prossimo spettacolo in programma, "Pupo di zucchero - La festa dei morti", liberamente ispirato a “lo cunto de li cunti” di Gianbattista Basile, scritto e diretto dalla stessa Dante, verrà presentato il 1 e 2 marzo 2023 alle ore 20.45. Il testo descrive il 2 novembre, il giorno dei morti, e come questa festività viene celebrata in alcuni luoghi del Meridione. Si narra di un vecchio che vive solo in una casa vuota e che prepara una pietanza tradizionale per onorare la festa: il pupo di zucchero, una statuetta antropomorfa dipinta con colori vivaci. L'impasto lievitante richiama alla memoria la sua famiglia di morti e la casa si riempie di ricordi e di vita. Il testo racconta di come, secondo la tradizione, in alcuni luoghi del Meridione si organizzano banchetti ricchi di dolci e biscotti in cambio dei regali che i parenti defunti portavano ai bambini dal regno dei morti. La patrofagia simbolica è un elemento importante della festa, in cui il valore originario dei dolci antropomorfi era quello di raffigurare le anime dei defunti. Cibandosi di essi, era come se ci si cibasse dei propri cari. Nel racconto si fa riferimento anche a dieci sculture create da Cesare Inzerillo che mostrano il corpo osceno della morte, ma la morte non è vista come un tabù, bensì come una parte inscindibile della vita. Infine, la stanza arredata dai ricordi diventa una sala da ballo dove i morti festeggiano la vita, ritrovando le loro abitudini. Dello spettacolo si parlerà giovedì 2 marzo alle ore 18 al PIN, in occasione dell’incontro con la Compagnia Sud Costa Occidentale di Emma Dante moderato dal direttore artistico del Teatro civico Alessandro Maggi. L’incontro inaugura la rassegna di incontri Foyer – Teatro Civico al Pin Info e biglietti: Botteghino Teatro Civico La Spezia – ingresso da via Carpenino Orari di apertura: dal lunedì al sabato ore 8.30/12, il mercoledì anche dalle 16 alle 19 Tel. 0187-727521 – [email protected] Vendita on line: http://vivaticket.it... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 6 months
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Ognissanti: le origini e le tradizioni della festa
Ognissanti è una festa molto sentita nel mondo cristiano. Ha un'antichissima tradizione e apre la via a un'altra festa per la quale si inizia a fare il countdown: Natale. Negli ultimi tempi, la Festa di tutti i santi viene anche un po' sbandierata in contrapposizione a tradizioni che arrivano dall'estero e che culminano in Halloween. Le origini della festa di Ognissanti La Festa di Ognissanti ha origini nella Chiesa d'Oriente con la celebrazione in ricordo dei martiri che cadeva la domenica successiva alla Pentecoste. Una tradizione viva ancora oggi. Nella Chiesa d'Occidente, invece, la celebrazione dei martiri sembra coincidere con la festa chiamata "Dedicatio Sanctae Mariae ad Martyres" che riprende il passaggio del Pantheon a Chiesa dedicata, appunto, alla Vergine Maria e ai martiri avvenuto nel 609 o 610. La data per questa celebrazione era il 13 maggio. Fu 100 anni dopo che papa Gregorio III scelse la data del 1° novembre per questa celebrazione poiché in quel giorno era stato consacrato un oratorio nella vecchia basilica di San Pietro in onore del Salvatore e della Vergine Maria. L'oratorio conteneva le reliquie "dei santi apostoli e di tutti i santi, martiri e confessori, e di tutti i giusti resi perfetti che riposano in pace in tutto il mondo" così come raccontato nel Liber Pontificalis. Nell835, il 1° novembre fu dichiarata festa di precetto dal re franco Luigi il Pio su richiesta del papa Gregorio IV. La festa celtica del Samhain Secondo l'antropologo scozzese James Frazer, la festa di tutti i santi si celebrava già da tempo il 1° novembre in Inghilterra. Era la festa del Samhain che celebrava il nuovo anno. Detta, infatti, anche capodanno celtico, il Samhain era fortemente legato al paganesimo celtico. Per gli antichi Celti, il tempo aveva una dimensione circolare e ciclica e Samhain era fuori dal tempo. Non appartenendo né all'anno vecchio né al nuovo, quel giorno i confini tra il mondo dei vivi e quello dei morti cadevano. I morti potevano fare ritorno, anche se per poco, nei luoghi nei quali erano vissuti accolti da celebrazioni gioiose. Probabilmente la scelta del 1° novembre per celebrare i Santi è stata fatta su richiesta degli ambienti religiosi anglosassoni. Ognissanti vs Halloween Il ricordo dei santi, dunque, è strettamente legato a quello dei morti. In alcuni Paesi occidentali le ricorrenze sono celebrate i due giorni distinti, il 1° e il 2 novembre; in Paesi come il Messico, invece, le due ricorrenze convergono. In Europa la celebrazione che ricorda i morti, i santi e i martiri per eccellenza è Halloween. Pur avendo un'origine cristiana, la festività spesso viene spesso associata al paganesimo. La sua forte simbologia tra zucche scavate e intagliate, fantasmi e streghe ha conquistato l'intera Europa e gli Stati Uniti. Nel nostro Paese, di tanto in tanto, è considerata un'invasione e un tentativo di cancellare le nostre tradizioni. Allora ecco che i più ortodossi sbandierano orgogliosi la festa di Ognissanti con le sue celebrazioni. Aprire a dei bambini che chiedono "dolcetto o scherzetto" o intagliare una zucca da esporre nella propria casa forse può aiutarci a rispettare l'altro, cosa di cui abbiamo infinito bisogno. In copertina foto di jozefbabij da Pixabay Read the full article
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“Months” Serie 
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#gennaio :
Il primo mese dell’anno è legato al dio Giano (bifronte), antica divinità romana il cui compito sarebbe stato quello di presiedere ai passaggi, in senso ampio. L’iconografia classica lo vuole rappresentato con due volti: l’uno più vecchio che guarda il passato, l’altro più giovane che guarda al futuro. Giano presiederebbe le porte, i passaggi, i ponti, le soglie materiali e immateriali. È il dio della vita, della religione, degli inizi, del tempo storico e mitico. L'introduzione di gennaio, così come quella di febbraio, è venuta solo con Numa Pompilio.
#febbraio 
:Il nome di febbraio deriva da “februare”, purificare, in onore del dio etrusco Februus, dio della morte e della purificazione (è da intendersi anche come “rimedio agli errori”). Passò poi nella mitologia romana e il nome venne modificato in Febris e associato alla guarigione dalla malaria. Febris (da intendersi come dea) è nota da iscrizioni in molte parti dell'impero, a volte accompagnata dalla dea Tertiana e la Dea Quartiana, le dee della malaria, ovvero la febbre terzana e quartana, così chiamate perché la febbre tornava ogni terzo o quarto giorno.
#marzo :
Il mese di marzo rendeva omaggio a Marte, dio della guerra ma anche della natura e della fertilità. Secondo la mitologia più arcaica era anche dio del tuono, della pioggia e della fertilità. Marte è il nome dato dai romani alla divinità greca Ares (non era una divinità benefica e benvoluta, assunse una diversa connotazione successivamente con il nome di Marte appunto). Secondo Ovidio, sua madre Giunone, moglie di Giove, lo avrebbe concepito senza il concorso del marito, ma semplicemente portandosi al cuore un fiore miracoloso, dono della dea Flora.
#aprile :
Qualcuno dice che prenda il nome dalla dea Apru o Aprus (derivazione di Afrodite che verrebbe da Aphrodite, da cui Aphro e da cui Apru), altri sostengono che l'origine del nome sia legato al verbo latino "aperire", cioè aprire, a segnare l'avvento della stagione in cui si schiudono i fiori.Non è da confondere con la dea Flora, la dea della fioritura delle piante per la produzione di alimenti, in particolare cereali e alberi da frutto. C'è da dire che anche Aprus si occupava di fioritura essendo in effetti la dea della Primavera.Poiché la dea provocava al suo passaggio l'apertura delle corolle si avviò una serie di rappresentazioni della stessa ornata di nastri e veli; al suo passaggio con piedi nudi sulla terra i fiori si schiudevano. 
#maggio :
Per alcuni il nome potrebbe esser stato un omaggio alla dea Maia, protettrice della fertilità e dell'abbondanza. Maia è madre del dio Ermes (messaggero degli dei) e figlia di Atlante (titano) e Pleione (ninfa oceanica); fa parte delle ninfe Pleiadi (aveva sei sorelle: Alcione, Celeno, Elettra, Merope, Sterope, Taigete).Secondo un'altra tradizione sua madre è Sterope (cioè una di quelle che nell'altra storia sarebbe sua sorella). In antichità Maia aveva un nome che non poteva essere pronunciato ma se si può definire in qualche modo potremmo identificarlo con “Grande Madre”.
#giugno :
Il mese del Sole e della libertà; il suo nome rendeva omaggio a Giunone, dea del matrimonio, del parto, protettrice degli animali (in particolare il pavone che era a lei sacro). In antichità era anche legata al ciclo della Luna (di fatti è spesso rappresentata con un diadema a forma di spicchio lunare). Giunone rappresenta in senso molto ampio e sfumato la cosiddetta “femminilità dell'Universo”. 
#luglio :
Nel 44 a.C. il nome originale del mese che era “Quintilis”, cambiò in Julius in onore del console Gaio Giulio Cesare (nato in questo mese).Secondo rituali pagani e neopagani dedicati al principio femminile della divinità (Esbat) questo è il mese della raccolta, della Luna piena (il rituale legato a luglio è chiamato anche “Luna di Paglia”, “Luna di Sangue” - ma ha anche altri titoli). Una divinità che spesso è associata al mese è Khepri (o Khepera); dio dell'antico Egitto, veniva raffigurato con un intero scarabeo al posto del viso. Rappresentava il sole del mattino (spingeva Ra, il dio Sole, fuori dall'oltretomba).
#agosto :
Il nome originale del mese che era “Sextilis”, cambiò in Augustus in onore dell'imperatore Augusto e gli fu aggiunto un giorno (di modo che potesse essere uguale a luglio). Mese associato in particolare ad Ecate (Hecate, Hekate, Hekat o Zea); in antichità questa era la dea delle terre selvagge, successivamente assunse anche altre connotazioni (per esempio dea della stregoneria e delle arti magiche, definita anche in alcuni casi “Regina degli Spettri”). La sua raffigurazione la vede tripartita (cioè tre corpi in uno – celeste, terrestre e marina) o con sembianze di cane (o cani vicini) dal momento che era considerata anche la protettrice di questo animale. 
#settembre :
Il nono mese dell'anno secondo il calendario gregoriano prende in realtà il nome dal numero sette, in quanto nell'antica Roma prima che Giulio Cesare promulgasse il calendario giuliano spostando l'inizio dell'anno al 1° Gennaio questo era il settimo mese dell'anno. Per quanto riguarda il calendario celtico e neopagano, l’equinozio d’autunno prende il nome di Mabon. Questa festività veniva anche chiamata Michaelmas in onore dell’Arcangelo Michele. (Nell'Apocalisse di Giovanni l'Arcangelo è destinato a suonare la tromba che annuncerà il grande giudizio finale) 
#ottobre :
questo mese mantiene il suo collegamento con l'originaria posizione occupata nel calendario di Romolo, cioè l'ottava. Per un breve periodo venne chiamato “Invictus”, in onore dell'imperatore Commodo, ma dopo la sua morte si tornò a chiamare con il suo nome originale. La divinità di riferimento di ottobre è ancora Marte.“Il cavallo di ottobre” (“October Equus”) era un sacrificio in onore di Marte che si celebrava il 15 ottobre, in coincidenza con la fine della stagione agricola e delle attività militari. Per i romani ottobre era in realtà un mese di feste dedicate anche ad altri dei (uno fra altri Fontus – dio delle fonti – che era figlio di Giano e una ninfa di nome Giuturna). A ottobre si tiravano le somme per prepararsi all'inverno. 
#novembre :
prende il nome dalla sua posizione originaria sul calendario che lo vedeva come nono mese."Lu jornu di li morti" – Il 2 Novembre in Sicilia; incredibile a dirsi ma la Sicilia (tutta) viene identificata, da alcune correnti esoteriche, con una delle porte per l'Aldilà e spesso è considerata una delle ultime tappe del ciclo di reincarnazioni. La parola morte è associata sempre a qualcosa di terribile invece in questo caso ha una connotazione diversa; per principio generale: “Le anime sante dei loro cari non muoiono, non scompaiono: perché nessun essere vivente scompare finché esiste la memoria, il ricordo, il racconto di quella persona che, in questo modo, continuerà a vivere in noi.”I cari defunti, durante questa celebrazione “proteggono e portano doni” e nelle varie usanze hanno diversi “comportamenti” (che differiscono in base alla città di riferimento).Nel mondo anglosassone "novembre" era chiamato in antichità Blōtmōnaþ, il Mese del Sacrificio, perché si compivano offerte in onore agli dei. 
#dicembre :
prende il nome dalla sua posizione originaria sul calendario che lo vedeva come decimo mese.Questo è il periodo dell’anno nel quale convergono maggiormente le tradizioni di moltissime religioni che hanno origine antica, con i loro rituali arcaici profondamente radicati. Il tema principale è sempre legato alla luce ed alle tenebre, al solstizio d’inverno, all'eterno passaggio da una condizione all'altra, dalla fine di un ciclo all'inizio di quello nuovo, allo scambio di ruolo e inversione.Un esempio: “Saturnalia”. Durante questi festeggiamenti (romani) si ribaltavano i ruoli tradizionali e gli schiavi comandavano e venivano serviti dai padroni.Anche la tradizione induista sembra avere qualche contatto con i miti romani e il principio di creazione/distruzione in un ciclo “cosmico” legato a Saturno; secondo tradizione Satyavrata riceve da Vishnu l’incarico di salvare l’umanità dalla distruzione di un cataclisma realizzando un’arca in cui salvare la forza vitale del mondo. Dopo la catastrofe Satyavrata rivelerà agli uomini la “Parola divina”, cioè il Veda e ricreerà così nuovamente il mondo.
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