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#2 novembre
molecoledigiorni · 6 months
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Cosa vuoi che sia
un'ora in più o in meno
per un cuore che ruba
respiri alla morte,
voglio perdere un battito
nel segreto
delle sue labbra,
tornano a scorrere
nel sangue
tutte le albe
che non vedremo mai.
©b.b.s
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sofysta · 6 months
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Porno a sentimento
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tuportamiviareturn · 6 months
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Bisogna essere molto forti per amare la solitudine.
Pier Paolo Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922 – Roma, 2 novembre 1975)
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qualbuonvento · 6 months
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Vecchi marmi, nomi e date e qualche sbiadita fotografia.
Qui, da sempre, trovo risposte, pace e senso alla mia vita.
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gregor-samsung · 6 months
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“ Per il due di novembre Don Matteo aveva avuto una giornata di gran lavoro; aveva detto sulle pietre tombali della chiesa una sessantina di «Libere» a un carlino l'una. Aveva messi insieme sei ducati: aveva incominciato prima dell'alba e alle nove di sera ancora cantava. Fino alle cinque gli altri otto preti gli avevano tenuto testa ma poi si erano dovuti arrendere all'eccezionale potenza dei polmoni di Don Matteo. Mentre cantava Don Matteo osservava i segni della loro stanchezza; sentiva le voci ormai diventate un roco bisbiglio: via via che uscivano dalla lizza li guardava con ipocrita compassione, poi riprendeva il suo canto con intonazione trionfale. In quanto al grano dell'elemosina i preti avevano, al solito, fatte le parti a modo loro: questo per l'arcidiacono, questo per i canonici, questo per il segretario del capitolo, questo per l'economo. A Don Matteo erano toccati dieci rotoli di fave, e venti moccoli: i piú piccoli e i piú sottili naturalmente. Ma i sei duca li aveva; quelli non glieli toglieva nessuno, sangue di Giuda. Denaro onestamente guadagnato: a conti fatti aveva tolti almeno tre secoli di purgatorio alle povere anime dei defunti. Per uno solo riteneva il suo lavoro inutile: i parenti avevano dato tre «Libere» per l'anima di Don Pasquale di Pietrantonio che, usuraio e ladro emerito, doveva essere diventato un tizzone nel piú profondo dell'inferno. – Bene non gliene ha fatto, ma male neanche, – commentava Don Matteo. “
Francesco Jovine, Signora Ava, Einaudi, 1958; pp. 68-69.
[1ª edizione originale: 1942]
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frenk-93 · 1 year
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MISSA DA REQUIEM
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iannozzigiuseppe · 6 months
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2 novembre - ricordare e onorare i nostri cari
2 novembre ricordare e onorare i nostri cari Candela accesa – Autore: Andrikkos – Fonte: https://en.m.wikipedia.org
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nordic-italian-german · 6 months
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In loro ricordo 🕯🌼
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elenascrive · 1 year
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Caro Joker, 
torno a scriverti in questa Giornata particolare, quella dedicata alla Commemorazione dei Defunti, per dirti che non passa giorno in cui Io non Ti pensi, per ricordarti quanto mi manchi. A gennaio saranno due anni eppure la ferita provocata dalla Tua prematura scomparsa, non si è ancora cicatrizzata. - Sento che ci vorrà ancora del tempo, quanto non lo so quantificare, quello che so per certa è che ce ne vorrà tanto, perché il dolore non fa altro che aumentare, proprio come la mancanza che avverto, la quale sta divenendo sempre più profonda. Sono stati e sono dei mesi difficili per Me, con quelle poche ultime certezze rimaste che sono andate in frantumi anch’esse, gettandomi nell’incertezza più assoluta. Mi sento smarrita, poiché orfana di uno dei Miei punti di riferimento importanti. Se fossi ancora qui con Me, non ci penserei su due volte a correrti incontro per abbracciarti, perché il calore del Tuo manto soffice e caldo aveva il potere di tranquillizzarmi immediatamente, ascoltando le pene del Mio piccolo cuore, mentre Ti appoggiavi il mento sul Mio ginocchio, asciugando perfino le lacrime, mentre mi leccavi la guancia, poiché non gradivi vedermi piangere. Quanto vorrei poter tornare indietro per rivivere tutto questo all’infinito! Quasi nessuno è mai stato in grado di capirmi come Te, nonostante non avessi il dono della parola ma quella dell’empatia che certamente vale molto di più. Noi comunicavamo con gli occhi, con i gesti e con i silenzi. A proposito di questo, credo di non averti mai ringraziato sino in fondo per aver compreso e accettato i Miei lunghi, profondi silenzi, gli stessi che alcuni temono e detestano ed invece Tu li hai valorizzati, dando loro il giusto senso. 
Sai le cose qui non cambiano. Sono costretta a dovermi difendere e giustificare di continuo, anche con chi mi dovrebbe conoscere piuttosto bene o quasi. Sono arci stufa di essere fraintesa, giudicata e peggio ancora accusata per cose che non ho commesso, per quello che non sono. Stufa di dover dimostrare il Mio valore, la Mia buonafede. Basta, lo grido ora a tutti quelli che mi puntano il dito contro senza avere idea di ciò che sono e di quello che sto attraversando. Facile parlare, difficile è ascoltare, andando oltre la superficie. Quello che appaio non sempre corrisponde a ciò che sono. Questo Tu lo sai bene, ecco perché con Te non dovevo avere timore di essere semplicemente Me Stessa, con i Miei pregi e Miei tanti difetti. Tu mi hai subito accettata per com’ero senza avanzare mai la pretesa di volermi cambiare per essere diversa. Ti devo tantissimo, più di quanto Tu possa immaginare! Ecco perché faccio ancora fatica ad accettare la Tua assenza terrena. Fortuna che posso contare sulla Tua Presenza Spirituale, la stessa che ritrovo ogni giorno in ogni piccolo, grande dettaglio che colora di vita le Mie giornate. Dall’alba al tramonto, dal vento alla pioggia, dal Sole alla Nostra Amatissima Luna. In ogni stagione, in ogni ricchezza della Natura, in ogni Musica che canto e ascolto, in ogni Parola, Verso che scrivo e racconto, Io Ti percepisco ovunque, come un tormentone musicale che non lascia mai la mente. Questo perché il Mio Cuore Ti appartiene, così come Tu appartieni a Me. Questo perché Tu vivi in Me! Quanta incredibile Forza mi dona ogni volta che lo penso. Menomale che ci sei Tu, Angelo Mio! Ti amo tanto, tanto e spero che anche da lassù Tu continui ad essere fiero ed orgoglioso di Me! 
Nel frattempo mi auguro di poter tornare a riabbracciarti in un bel Sogno, è un po’ che non passi a trovarmi, quindi vedi di sbrigarti perché non voglio aspettare ancora. Ho un disperato bisogno urgente di Te! 
Non mi resta che concludere questa lunga Lettera, ribadendo ora un concetto che mi sta molto a cuore: GRAZIE DI ESSERCI, GRAZIE DI ESISTERE! 
TI AMO A VITA
Tua Lellina 
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firewalksbymyside · 1 year
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Ciao papà, chissà se pensi ancora a me, lì dove sei.
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basically-im-a-clown · 6 months
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La morte non è niente.
Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. Prega, sorridi, pensami! Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza.
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace.
La morte non è niente, Henry Scott Holland.
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pietroalviti · 6 months
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La commemorazione dei defunti, il 2 novembre
L’idea di commemorare in un unica ricorrenza tutti i morti risale al secolo IX grazie all’abate benedettino sant’Odilone di Cluny. Il significato è quello di pregare le per le anime di tutti coloro che ci hanno preceduti nel segno della fede e si sono addormentati nella speranza della resurrezione e per tutti coloro dei quali solo Dio ha conosciuto la fede Qui altre info per restare…
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michelangelob · 6 months
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La Scultura del giorno: il Sonno Eterno di Santo Varni
La scultura del giorno che vi propongo in occasione di questo 2 novembre dedicato al ricordo dei defunti, è l’allegoria del Sonno Eterno, scolpita dall’artista Santo Varni per onorare la memoria di Maria Bracelli, ubicata nella tomba Bracelli Spinola del Cimitero Monumentale di Staglieno, Genova. Il complesso monumentale funebre fu commissionato allo scultore genovese Varni dai figli della…
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aitan · 6 months
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In occasione della commemorazione dei defunti vi propongo la lettura di questo brevissimo atto unico sospeso tra Shakespeare e Totò.
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gregor-samsung · 1 year
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“ Era un novembre, come sempre a Palermo, mite, opulento, dorato. Benché la festività dei morti fosse già passata, pupi di zucchero e frutta martorana allegravano le vetrine delle pasticcerie come i fichidindia, le sorbe in conocchia, i loti e le arance i banchi dei fruttivendoli. Le « cose dei morti », i pupi e la frutta di pasta di mandorle, che i bambini la mattina del due novembre cercano e trovano in qualche angolo della casa: e la sera, a letto, avevano finto di dormire, resistendo al sonno soltanto per pochi minuti oltre l’abitudine, nella speranza di vedere i morti arrivare coi doni e nasconderli. Nessuna paura, poiché erano i morti della famiglia; e di qualcuno anche loro avevano recente ricordo. I morti che portavano doni; i vivi che tra loro, a catena, si ammazzavano; quei banchi che di domenica, giorno vietato alle vendite, offrivano frutta e anche pane e anche formaggi; quei cartellini dei prezzi, sulla merce, che si poteva credere riguardassero il chilogrammo e invece, ad avvicinarvisi, e magari chi ne aveva bisogno mettendo gli occhiali, si scopriva che riguardavano il mezzo chilogrammo: i vigili urbani che invece che in mano il blocchetto delle multe, avevano il cartoccio di frutta: tutte cose che nella mente del giudice si accozzavano a dargli il senso di una città irredimibile. “
Leonardo Sciascia, Porte aperte, Adelphi (collana Fabula n° 18), 1987¹; pp. 80-81.
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