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#totò
anthonysperkins · 9 months
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Ben Gazzara, Toni Ucci, and Totò The Passionate Thief / Risate di gioia (1960) dir. Mario Monicelli
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365filmsbyauroranocte · 9 months
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I soliti ignoti (Mario Monicelli, 1958)
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ma-pi-ma · 6 months
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Essere gentili non vuol dire
essere scemi. Essere allegri
non vuol dire non aver problemi.
Essere educati non vuol dire essere fessi.
Totò
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stardustmanblue · 7 months
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davidhudson · 2 months
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Totò, February 15, 1898 – April 15, 1967.
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tumbling-dyce · 7 months
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Thomas Hoepker, Kino am Stadtrand von Battipaglia, Neapel, 1956
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gregor-samsung · 8 months
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" Stando alla testimonianza di chi ha avuto la fortuna di vederlo in teatro, il Totò che noi conosciamo, quello del cinema, non vale un decimo rispetto al comico caricato a molla sulle tavole del palcoscenico. Si racconta che, al momento del bis, prima di rientrare in scena, dicesse agli attrezzisti: «Adesso li faccio ridere con la A!». Entrava, improvvisava un paio dei suoi irresistibili lazzi e ritornava dietro le quinte mentre la sala si sganasciava a bocca spalancata: «Ah! Ah! Ah!». Prima del secondo bis prometteva ancora: «Adesso li faccio ridere con la I!». Infatti, la platea: «Ih! Ih! Ih!». Al terzo bis era la volta della U. Entrava in scena di sbieco come un burattino di legno, snodato, e si arrampicava su per il sipario come uno scoiattolo. E gli spettatori: «Uh, Uh, Uh!». Le risate con la A, con la I e con la U hanno sostanza ben diversa le une dalle altre: sono le reazioni emotive a tre differenti espressioni della comicità, o meglio a tre gag di natura diversa. In genere la risata con la A esplode al terzo ritorno di un tormentone o nella «chiusa» di un movimento comico a lunga durata con esplosione finale. La risata con la U è fulminante, quasi sempre provocata da una gag inattesa, da una caduta improvvisa, da una battuta a sorpresa. Quella con la I, invece, è più legata all’umorismo, alla finezza verbale o alla gag «buttata via», regalata ai pochi: arriva sempre con un attimo di ritardo e si espande nella sala per contagio, perché chi non ha capito subito l’arguzia la decifra attraverso lo scompisciarsi degli altri. "
Vincenzo Cerami, Consigli a un giovane scrittore. Narrativa, cinema, teatro, radio, Garzanti, 2002; pp. 173-174.
[1ª edizione: Einaudi, 1996]
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aitan · 1 month
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Andrea Pazienza after Totò, da una copertina del Male del 23 aprile del 1980 che ho scovato in rete e restaurato per l'occasione.
Ogni riferimento a fatti e personaggi venuti alla ribalta della politica nazionale dopo la morte prematura di Andrea Pazienza e di Antonio De Curtis in arte Totò è puramente causale.
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isabelladifronzo · 3 months
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In questa casa comando io! 🤦‍♀️
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eaktionsshaytan · 2 months
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I soliti ignoti  1958 
Mario Monicelli.
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Totò e Anna Maria Ferrero sul set di "Totò e Carolina"
E' uno dei film più censurati della storia del cinema italiano , nella versione che venne poi distribuita pare che fossero avvenuti 31 tagli e 23 battute modificate . Girato tra settembre del '53 e gennaio del '54 una volta montato venne presentato alla commissione di censura , pare che proprio il ministro degli Interni, Mario Scelba, si sentì scosso da tale pellicola .La commissione censoria ravvisa nel film oltraggio al pudore , alla morale , alla religione , alle forze armate e chiede decine di tagli . Non era ammissibile che un poliziotto decidesse di avanzare di grado solo per poter avere più soldi alla fine del mese , o che viva in una casupola ; non era concepibile che i comunisti fossero dei bonaccioni e i preti troppo concilianti ; che i primi cantino bandiera Rossa e aiutino il poliziotto a spingere la camionetta in avaria ; non era ammissibile che un poliziotto giocasse al lotto : queste solo alcune delle "inammissibilita " decretate dalla commissione censoria che chiedeva altrettanti tagli
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fashionbooksmilano · 3 months
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La regola estrosa 
Cent'anni di eleganza maschile italiana
a cura di Giannino Malossi
interventi e saggi di Gillo Dorfles, Vittoria de Buzzaccarini, Giannino Malossi, Adriana Mulassano, Luigi Settembrini
Electa, 1993, 184 pagine, 22x32,5cm, ISBN 97888 43 544 059
euro 50,00
email if you want to buy [email protected]
Questo libro e la mostra che lo ha accompagnato con successo a Firenze cercano di riempire un vuoto nella cultura della moda italiana, o perlomeno di cominciare a farlo. In copertina del libro Luchino Visconti nel 1934 fotografato da Horst P. Horst. Una mostra e un libro promossi dal Centro di Firenze per la Moda Italiana, prodotti e realizzati per Pitti Immagine . Mostra Stazione Leopolda, Firenze 24 giugno - 31 ottobre 1993
Il prodotto Italian style è simbolo di tecniche artigianali, abilità produttive e conoscenze che spaziano dalla moda, all’industria automobilistica, fino alla cultura enogastronomica. Lo stile del Bel Paese, riconosciuto universalmente, è ricco di fenomeni sociali, a volte, inaccessibili agli stessi italiani, non sempre in grado di cogliere le varie istanze culturali che avvengono sotto i loro occhi. L’idea di Giannino Malossi è quella di ripercorrere, attraverso figure iconiche di stile, il mondo dell’eleganza maschile italiana. Un’analisi che spazia da Gabriele D’Annunzio a Nuvolari, da Curzio Malaparte a Pucci, da Montezemolo a Armani, alcuni tra i celebri esponenti della “Bella figura” italiana.
23/01/24
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365filmsbyauroranocte · 9 months
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I soliti ignoti (Mario Monicelli, 1958)
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kittesencula · 11 months
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ma-pi-ma · 2 years
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Se fossi, se avessi e se potessi erano tre fessi che giravano per il mondo.
Totò
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sofysta · 1 year
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Stabilito che le disgrazie sono fatte per gli uomini, perché arrabbiarsi contro le disgrazie? Sarebbe come arrabbiarsi perché piove, o perché c’ è il sole, o perché si muore. La morte esiste, la pioggia esiste, la cecità esiste: e ciò che esiste va accettato. Disperarsi a che serve? A vederci meglio?
Totò: Bisogna adattarsi: prima per esempio leggevo molto. Ora mi faccio leggere. E poi proprio cieco non sono: da un occhio, sì, non vedo quasi nulla, ma dall’altro vedo la periferia. Posso anche recitare e, infatti, vede: continuo a lavorare, lavoro. Né questo mi rende infelice. Signorina mia, ciascuno ha da portare una croce e la felicità, creda a me, non esiste. L’ho scritto anche in una poesia: «Felicità: vurria sapé che d’è / chesta parola. Vurria sapé che vvo’ significà». Forse vi sono momentini minuscolini di felicità, e sono quelli durante i quali si dimenticano le cose brutte. La felicità, signorina mia, è fatta di attimi di dimenticanza.
Oriana Fallaci - Intervista a Totò
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