La vita non é un viaggio, non é una meta: é un processo.
Arrivate passo per passo.
E se ogni passo è meraviglioso, se ogni passo è magico, lo sarà anche in punto di morte senza dover temere di non aver vissuto, perchè non vi sarete mai lasciati sfuggire nulla.
Non guardate al di sopra delle spalle degli altri, guardateli negli occhi.
Non parlate ai vostri figli, prendete i loro visi tra le mani per parlare con loro.
Non fate l'amore con un corpo, fate l'amore con una persona.
E fatelo ora perchè questo momento non durerà in eterno.
Sparirà in fretta e non tornerà mai più.
Tanti di noi passano la vita a piangere sui momenti passati.
Troppo tardi!
Ricordate: ci sono ancora un milione di momenti felici, che devono ancora arrivare.
La poesia è un segno dell'abbondanza; è lo stile peculiare dell'età dell'oro. Là dove si cominci anche solo a parlare di economia, la è già cominciato l'impoverimento, ed esso celebrerà il trionfo quando a prendere il sopravvento sarà il pensiero economico. Allora, insieme ad altri segni dell'abbondanza, anche la poesia si inaridirà. D'altra parte, il poeta non solo annuncia l'abbondanza, ne è altresì il dispensatore; per tale ragione è più necessario di qualsiasi economista e la poesia è più importante di qualsivoglia scienza.
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. In questo libro, Jack Halberstam racconta la differenza. La differenza fra i trans* del passato e le nuove generazioni, fra i trans* “privilegiati” (bianchi e benestanti) e le esperienze queer nelle comunità nere e latinoamericane
Nell’ultimo decennio le discussioni pubbliche sulle questioni transgender sono aumentate in modo esponenziale. Ciò che una volta era considerato un disturbo o addirittura una sfortuna è diventato un’articolazione accettata dell’embodiment di genere, nonché un nuovo spazio per l’attivismo e il riconoscimento politico. Eppure a una maggiore visibilità si è accompagnata anche una grande…
«La gente guarda sempre di fronte; io ripiego la mia vista al di dentro; la fisso, la trattengo lì. Ciascuno guarda davanti a sé: io guardo dentro di me, non ho a che fare che con me, mi osservo continuamente, mi controllo, mi saggio. Gli altri vanno sempre altrove, a pensarci bene; essi vanno sempre avanti. - Nemo in se se tentat discendere - Nessuno tenta di scendere in se stesso (Persio, IV, 23) - Io mi rigiro in me stesso».
“ Il presupposto, quasi esplicito, su cui sorse l’UE fu che i paesi ‘peccatori’ (Italia e Grecia in particolare) avevano vissuto fino ad allora al di sopra delle loro possibilità, eccedendo in spesa pubblica ovviamente non immediatamente redditizia. Ricordiamo le prediche in proposito. Certo, ogni tanto ci viene detto che basterebbe l’importo dell’italica evasione fiscale per risanare il debito che ci strangola e ci rende sorvegliati speciali all’interno della UE. Ogni volta però si conclude, con un sospiro, che si tratta di un male incurabile. E allora, ancora una volta, non resta che «pestare» quelli che «stanno sotto». E anche, forse soprattutto, a tal fine, si provvede ad instaurare, di volta in volta, un esecutivo «europeista». Il teorema non fa una grinza.
Salvo che in un punto fondamentale, che vorremmo qui brevemente tratteggiare: alle vere e ataviche carenze italiane potrebbe porre rimedio un gigantesco investimento che incrementi proprio la pubblica amministrazione, ma questo è l’esatto contrario di ciò che «chiede l’Europa». È lamento quotidiano, e ben fondato e largamente condiviso, che da noi manchi adeguato e sufficiente personale in tanti settori vitali: magistratura (giudici e cancellieri: il commissario UE alla giustizia ce lo rimproverava cifre alla mano esattamente il 9 luglio scorso), ispettori del lavoro (le morti bianche sono il nostro flagello quotidiano), scuola (abbiamo ancora le vergognose classi-pollaio di gelminiana memoria particolarmente pericolose sotto ogni rispetto), guardie carcerarie (le vicende e i pestaggi recenti sono una macchia), sistema sanitario nazionale (il lamento in proposito fu molto forte quando l’epidemia sembrò soverchiante). E si potrebbe seguitare. Ci ordinano contemporaneamente di ridurre la spesa pubblica, di far funzionare il nostro paese (e di saldare prima o poi il debito). Arduo: «né pentère e volere insieme puossi / per la contradizion che nol consente» (Inferno, XXVII, 119-120). “
Luciano Canfora, La democrazia dei signori, Laterza (Collana: i Robinson / Letture), gennaio 2022. [Libro elettronico]