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#casa d'infanzia
harveyphotography · 2 years
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Casa d’infanzia - Laurino (SA)
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gregor-samsung · 1 year
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Tienilo a mente
 È una sera di gennaio del 2002. Attraverso la finestra sento scorrere l’unico fiume che oggi conosco, il fiume di automobili sulla Vesturlandsvegur. È tardi, e il cielo si distende sopra la mia testa con una moltitudine di stelle. Lo so che vogliono dirmi qualcosa di importante, e non mi riferisco alla bellezza, alla distanza o al tempo, perché le stelle devono indicarmi la strada, mostrarmi il cammino da seguire, devono salvarmi se mi smarrisco. Ecco là l’Orsa Maggiore, e se da lì tiro una riga raggiungo la Stella Polare, è la stella che i miei antenati navigatori hanno seguito per raggiungere l’isola sulla quale mi trovo. E guarda, le Sette Sorelle. Così sai dov’è il nord, dov’è il sud-est. Tienilo a mente, se ti perdi. Ma a cosa serve se dei puntini luminosi in un cielo d’inchiostro ti sanno indicare la strada, loro mostrano il cammino solo alle tue gambe. È un bene avere una bussola in tasca, meglio ancora se la sai usare, ma che cosa te ne fai di una bussola se non ci sono più i punti cardinali?
Jón Kalman Stefánsson, Crepitio di stelle, traduzione dall'islandese di Silvia Cosimini, Iperborea (collana Gli Iperborei n° 330), Milano, 2021³; pp. 58-59.
[1ª Edizione originale: Snarkið í stjörnunum, Bjartur, Reykjavík, 2003]
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set-wingedwarrior · 9 months
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Give me strength, I already was in a terrible mood, most of the cousins I wanted to see aren't here, plus my own personal grudges over stuff, this family reunion isn't going to be what I hoped for and I don't know if I can do this
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el-elux · 11 months
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Sydney Sibilia, Mixed by Erry (2023) • Letterboxd Reviews
Sarà che ho un debole per le storie ambientate nella mia città natale - il mio amore per L'amica geniale ne è una prova - e i modi che queste hanno, seppur ambientate anni prima che io nascessi, di richiamare alla mia memoria ricordi d'infanzia; al prossimo che dice che il cinema italiano è morto mostrerò questo film.
Questo è l'umile parere di chi, da bambina, tornava a casa col cuore pieno di gioia dal negozietto di elettronica con la schedina R4 piena di videogiochi per il DS; chi da adolescente aveva la memoria del cellulare piena di musica scaricata da YouTube.
Fatevi un favore e guardatevi questo film.
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sergiodb · 2 months
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Andare Oltre
Niccolò Fabi
Poi ricominciare da capo Ad uscire la sera A comprarsi i vestiti Ai rituali dei corteggiamenti Agli inviti a cena nei ristoranti Alla paura di restare a casa A volere piacere A mascherare il dolore
E poi aprirsi di notte in un letto Entrare in un corpo diverso Un sonno leggero Con un estraneo al tuo fianco E quel pensiero dopo il risveglio Che ti accompagna mentre scendi le scale Sarà una stella cadente O una storia per sempre
Tu mi perdonerai mai? Sì che mi perdonerai Tu mi perdonerai mai? Sì che mi perdonerai
E poi raccontarsi di nuovo Le vacanze d'infanzia Gli amori passati, i film preferiti E i traumi subiti Ma la vita è ormai lunga Come le sue complicazioni Le strutture mentali I doveri e le cicatrici
Permettere a un altro Di occupare il nostro spazio E di guardarlo da dentro Dentro i confronti e le sostituzioni Un altro che vive con i nostri fantasmi E che ci spinge verso il futuro Sfida il nostro equilibrio E ci toglie il respiro
Tu mi perdonerai mai? Sì che mi perdonerai E io mi perdonerò mai? Sì che mi perdonerò
E intanto sono già Al di là del ponte La mia condanna, lo sai È andare oltre Andare oltre Andare oltre Andare oltre Andare oltre
Poi ricominciare da capo Ad uscire la sera A comprarsi i vestiti Ai rituali dei corteggiamenti Agli inviti a cena nei ristoranti Alla paura di restare a casa A volere piacere A mascherare il dolore
E poi aprirsi di notte in un letto Entrare in un corpo diverso Un sonno leggero Con un estraneo al tuo fianco E quel pensiero dopo il risveglio Che ti accompagna mentre scendi le scale Sarà una stella cadente O una storia per sempre
Tu mi perdonerai mai? Sì che mi perdonerai Tu mi perdonerai mai? Sì che mi perdonerai
E poi raccontarsi di nuovo Le vacanze d'infanzia Gli amori passati, i film preferiti E i traumi subiti Ma la vita è ormai lunga Come le sue complicazioni Le strutture mentali I doveri e le cicatrici
Permettere a un altro Di occupare il nostro spazio E di guardarlo da dentro Dentro i confronti e le sostituzioni Un altro che vive con i nostri fantasmi E che ci spinge verso il futuro Sfida il nostro equilibrio E ci toglie il respiro
Tu mi perdonerai mai? Sì che mi perdonerai E io mi perdonerò mai? Sì che mi perdonerò
E intanto sono già Al di là del ponte La mia condanna, lo sai È andare oltre Andare oltre Andare oltre Andare oltre Andare oltre
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omarfor-orchestra · 6 months
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Film italiani in uscita a novembre
La guerra del Tiburtino III (Luna Gualano) 02/11
Tiburtino III, periferia di Roma. Una sera un meteorite arriva nel quartiere dal cielo e viene raccolto da Leonardo de Sanctis che lo porta a casa. Di notte però avviene qualcosa di strano: un verme esce dal meteorite ed entra nella narice di Leonardo. L’uomo diventa il leader di altri abitanti, anche loro invasati, e con loro decide di alzare le barricate e non far entrare più nessuno nel quartiere.
À la recherche (Giulio Base) 02/11
Un omaggio a Marcel Proust ed un particolare tributo a Luchino Visconti e al cinema italiano degli anni '70.
Il meglio di te (Fabrizio Maria Cortese) 09/11
Antonio è un uomo di successo, Nicole è una donna brillante. I due si sono amati intensamente e sono stati gli interpreti perfetti di una favola. Tuttavia, prima di arrivare al "vissero per sempre felici e contenti", il loro mondo è esploso e i due si sono trovati lontani, dispersi, pieni di rabbia, di colpa e di delusione. L'inevitabile separazione dura qualche anno e traccia un confine molto netto tra le loro vite. Ma il destino ha spesso una trama nascosta da tirare fuori al momento più opportuno.
Soldato Peter (Gianfilippo Pedote, Giuliano Carli) 09/11
1918, Altopiano di Asiago, pochi giorni prima della fine della Grande Guerra. Il giovane soldato austro-ungarico Peter Pan oltrepassa le linee nemiche. Solo, spaventato, in fuga, durante il suo percorso non incontra nessuno tranne una pattuglia di soldati italiani di cui fa parte il Capitano Don Chisciotte che però lo nota a malapena. Il paesaggio del territorio straniero gli fa tornare in mente alcuni nitidi ricordi d'infanzia dove ci sono la madre e il suo amico Maty morto in guerra. Sono i rari momenti di serenità. Poi Peter riprende il cammino. Il desiderio è quello di ritrovare un'isola in mezzo al mare che non esiste nel mondo reale.
Ancora volano le farfalle (Joseph Nenci) 09/11
La storia raccontata nel film prende ispirazione dalla vera vita di Giorgia Righi, una giovane ragazza pesarese affetta da una rara malattia ereditaria: l'Atassia di Friedreich. Il film, sebbene racconti un dramma, è in realtà una storia di rivincita e riscatto sulla vita stessa.
Lubo (Giorgio Diritti) 09/11
Lubo Moser è un nomade del popolo Jenisch. Nella Confederazione Elvetica del 1939 gira di luogo in luogo esibendosi nelle piazze insieme alla moglie Mirana e ai loro bambini. Fino a quando la Seconda Guerra mondiale incombente fa sì che il governo dichiari la mobilitazione degli uomini per la difesa delle frontiere. Lubo, mentre è in servizio, viene a sapere che i figli sono stati prelevati e portati in un istituto mentre la moglie, nel tentativo di proteggerli, ha trovato la morte. Da quel momento il senso della vita per lui consiste nel conseguire un duplice obiettivo: ritrovarli e vendicarsi.
Non tutto è perduto (Francesco Bellomo) 09/11
Francesco è una ex promessa del calcio, con un passato nelle giovanili di una squadra di Serie A. Dopo vari insuccessi scolastici, suo padre lo ha costretto ad abbandonare il suo sogno. Nonostante tutto, lui non ha mai smesso di giocare a calcio, anche se solo per diletto, con gli amici. Il suo percorso s'incrocia con quello di Bala, il responsabile di un campetto di calcio a cinque: costui, impressionato dalle sue doti, contatta un procuratore sportivo e riesce ad organizzare un provino per Francesco. Bala organizza così una partita con i vecchi amici del ragazzo, per impressionare il procuratore, al fine di offrire a Francesco la seconda possibilità che la vita, spesso, in modo fortuito, riserva.
Codice Carla (Daniele Luchetti) 13/11
La pratica biografica è uno dei grandi fenomeni cinematografici (e letterari) contemporanei. La narrazione di una vita e l'enunciazione di una verità a proposito di quella vita rappresenta anche il cuore del nuovo progetto di Daniele Luchetti. Due anni dopo la morte di Carla Fracci, l'autore pesca nei suoi ricordi di infanzia quel primo incontro causale con l'étoile italiana, avvenuto anni prima a Cinecittà sul set di Verdi di Renato Castellani.
La festa del ritorno (Lorenzo Adorino) 13/11
Un racconto di formazione che racchiude in sè il rapporto tra padre e figlio, sospeso tra assenze e ritorni e l'incanto che nasce dallo sguardo di un bambino.
Mimì - il principe delle tenebre (Brando De Sica) 16/11
Mimi` e` un adolescente orfano nato con i piedi deformi che lavora in una pizzeria a Napoli. Un brutto giorno incontra Carmilla, una giovane ragazza convinta di essere una discendente del conte Dracula. Insieme decidono di fuggire un mondo cinico e violento.
La Sedia (Gianluca Vassallo) 16/11
Pietro torna in Sardegna in seguito alla morte del padre. Il suo obiettivo è incontrare il fratello Andrea, che non vede da molto tempo, per decidere a chi spettano i due oggetti che il genitore ha lasciato loro: una pistola e una sedia. Nel suo peregrinare in una Sardegna assolata ha modo di fare diversi incontri. In un film realizzato in assoluta indipendenza Vassallo porta sullo schermo la tensione esistenziale di un uomo che si confronta con il suo passato.
L'altra via (Saverio Cappiello) 16/11
Siamo sulla Costa degli Aranci, all'altezza di Catanzaro Lido. Questa è un'estate diversa, italiana, quella delle Notti Magiche, dei Mondiali di Italia '90. Lo è anche per Marcello, ragazzino di origine arbëreshë che vive con la madre Tereza nel quartiere popolare dell'Aranceto. E se gli stadi della Nazionale sono lontani, quello dell'U.S. Collidoro, la squadra locale, è invece dietro l'angolo. Qui gioca Andrea Viscomi, capitano, trentacinquenne romano trapiantato da anni in Calabria e alla sua ultima stagione come professionista. Andrea è piagato dagli infortuni, spremuto dalla criminalità, amareggiato dalla vita. Marcello e Andrea si incontrano, forse qualcosa in loro cambierà. Quanta semplicità e quanta appartenenza in questa opera prima che mostra un Sud pieno di malinconia universale.
Misericordia (Emma Dante) 16/11
Da qualche parte in Sicilia, in un borgo marinaro e fatiscente, le donne fanno le mamme di giorno e le puttane di notte. A governarle tutte è un miserabile guercio, che ha ucciso a botte la madre di suo figlio, Arturo, anima semplice e altrove, cresciuto a giri di maglia e di amore da Betta e Nuccia. Tra miseria e mare un giorno arriva Anna, giovane prostituta a cui piace soltanto la cioccolata. Naïf e bellissima, fa corpo con Betta e Nuccia contro il predatore che chiede la pelle di Arturo. Ma a quel ragazzo antico, dervisci che gira sulla spina dorsale del (loro) mondo, le mamme putative hanno apparecchiato un futuro migliore.
Una preghiera per Giuda (Massimo Paolucci) 23/11
Cosa si è disposti a fare per proteggere il proprio onore? Quando diventa troppo tardi per essere artefici del proprio destino? Questi e altri interrogativi animano le vicende del film, la storia di due boss rivali che, a seguito della strategica scarcerazione di uno dei due, scateneranno un turbine di eventi, travolgendo, inevitabilmente, i membri delle proprie famiglie. Una lotta per l'onore e la vendetta che sarà prepotentemente ostacolata da un Colonnello dei Carabinieri testardo e ligio al dovere, che cercherà eroicamente la giustizia in un'originale - e a tratti divertente - alleanza con una ambiziosa agente della CIA in incognito.
L'odore della notte (Claudio Caligari) 20/11
Roma, tra novembre 1979 e febbraio 1983. Remo Guerra, un ragazzo di borgata, è un poliziotto che di notte aggredisce per strada persone benestanti derubandoli. Con lui ci sono Maurizio, amante della vita lussuosa e delle belle donne, e Roberto che Remo aiuterà a comprarsi un bar. I suoi complici sono inaffidabili. Così Remo deve far entrare nella sua banda Marco Lorusso, detto "il Rozzo", di cui però non condivide i metodi violenti. Remo è sempre più tormentato e desidera una vita normale accanto a una donna a cui però non può rivelare la sua identità. In più, capisce che la fine è vicina e non può sottrarsi al suo destino.
La Chimera (Alba Rohrwacher) 23/11
Ambientato negli anni '80, nel mondo clandestino dei "tombaroli", il film racconta di un giovane archeologo inglese coinvolto nel traffico clandestino di reperti archeologici.
Cento domeniche (Antonio Albanese) 23/11
Antonio Riva, operaio specializzato in prepensionamento, si reca in banca per prelevare dal conto su cui ha messo tutto ciò che ha. Non si è reso conto di aver tramutato le sue obbligazioni sicure in azioni a rischio, passando da risparmiatore ad azionista su consiglio di quella banca dove gli impiegati erano di famiglia, e che aveva sostenuto lo sviluppo dell’intero paesino sul lago di Lecco dove è nato e cresciuto. Quella banca, poi, mica può fallire, perché se fallisse “andrebbero a gambe all’aria tutti quanti”.
Il paese dei jeans in agosto (Simona Bosco Ruggieri) 23/11
Carlo Arato (Pasquale Risiti) ha 26 anni, ex concorrente di reality, ex vip, ora @IlCarlito, sedicente influencer alla perenne ricerca di soldi per farsi notare, altalena le sue giornate fra il ricordo di tempi migliori e le lamentele per un paese cafone che, come suo padre, non lo apprezza quanto dovrebbe. Luisa (Lina Siciliano), invece, di anni ne ha 28 ed era prossima alla laurea, fino a quando non si è ritrovata alla mercé del paese in perenne attesa che le accada qualcosa. Per uno strano caso del destino l'uno capiterà all'altra e viceversa: lui piace, ma non ha un soldo; lei ha i soldi, ma non piace. È così che @IlCarlito e @LaRosetti insieme decidono di puntare a tutto.
In fila per due (Bruno De Paola) 23/11
In un piccolo paese alle falde del Vesuvio, Germano (Andrea Di Maria), trentacinquenne pigro dal futuro lavorativo incerto, vive una tormentatissima storia d'amore con Sonia, sua coetanea tanto bella quanto gelosa e possessiva. Una scossa di terremoto di origine vulcanica, fa scattare il piano di evacuazione che prevede il trasferimento degli abitanti del paese verso un altro Comune gemellato. Abitando Sonia (Francesca Chillemi) in un comune diverso da quello di Germano, il giovane vede l'evacuazione come un'ottima opportunità per allontanarsi dalla gelosissima fidanzata che lo perseguita. La follia di Sonia, la noncuranza degli abitanti verso le regole di evacuazione, rendono il viaggio di Germano una vera odissea ricca di paradossali ed esilaranti situazioni, mete inaspettate ed incontri sorprendenti.
Mary e lo spirito di mezzanotte (Enzo D'Aló) 23/11
Mary è una bambina di undici anni appassionata alla cucina. La nonna la sostiene sempre, anche quando esaminatori saccenti non apprezzano i suoi piatti. Ma la nonna è anziana e subisce un ricovero in ospedale. Mary ne è addolorata ed aumenta nei suoi confronti le attenzioni da nipote affezionata, sostenuta in questo da una misteriosa giovane donna che è comparsa all’improvviso sul suo cammino.
Casanova opera pop - il film (Red Canzian) 27/11
Lo spettacolo di teatro musicale ideato, composto e prodotto da Red Canzian.
I limoni d'inverno (Caterina Carone) 30/11
Pietro Lorenzi è un professore di lettere in pensione e dopo il divorzio dalla moglie vive da solo in un bell’appartamento romano con un terrazzo che accudisce con cura, dedicandosi alle sue piante. Nell’appartamento di fronte a quello di Pietro si trasferisce una coppia più giovane: Luca, fotografo d’arte contemporanea, ed Eleonora, che ha studiato pittura e disegno all’Accademia ma ad un certo punto ha smesso di creare, “perché non era abbastanza brava”. Luca ed Eleonora custodiscono un dolore segreto e non riescono a parlarsi più: lei pensa che lui la dia per scontata, lui la vede sempre “incazzata col mondo”. Quando Luca parte per preparare una personale a New York, Eleonora e Pietro cominciano a frequentarsi, fra terrazzi e orti botanici, il bar sotto casa e un ristorante d’atmosfera
Palazzina Laf (Michele Riondino) 30/11
1997. All’ILVA di Taranto è appena avvenuta l’ennesima morte sul lavoro, ma Caterino Lamanna, operaio addetto ai lavori di fatica nell’industria siderurgia, è pronto a darne la colpa ai sindacati. Caterino è un cane sciolto che pensa al suo imminente matrimonio con la giovane albanese Anna e si fa i fatti suoi, finché Giancarlo Basile, dirigente dell’ILVA, non lo recluta per “farsi un giro e dirgli quello che succede” in fabbrica, e resoconti in particolare le attività del sindacalista Renato Morra, che infiamma gli animi degli operai e li spinge alla ribellione. Basile offre a Lamanna la promozione a caposquadra e l’auto aziendale, ma Caterino chiede di essere mandato alla Palazzina Laf pensando che sia un luogo di privilegio riservato a pochi eletti. In realtà è un edificio in disarmo, incrocio fra una riserva indiana, un manicomio e una prigione, dove sono rinchiusi in orario di lavoro i dipendenti qualificati che hanno fatto l’onda, e che quindi sono invitati a licenziarsi o ad accettare un incarico demansionato e incoerente con la loro preparazione.
Diabolik - chi sei? (Marco Manetti, Antonio Manetti) 30/11
Catturati da una spietata banda di criminali, Diabolik e Ginko si trovano faccia a faccia. Rinchiusi in una cella, senza via di uscita e certi di andare incontro a una morte inevitabile, Diabolik rivela all'ispettore il suo misterioso passato. Intanto, Eva Kant e Altea sono alla disperata ricerca dei loro uomini. Le strade delle due rivali si incroceranno?
La Guerra dei Nonni (Gianluca Ansanelli) 30/11
Gerri (Vincenzo Salemme) è un nonno attento e premuroso, vive con la famiglia della figlia, aiuta in casa e si prende cura dei suoi amati nipoti. In questo perfetto equilibrio familiare irrompe nonno Tom (Max Tortora), che dopo anni vissuti all'estero torna in Italia per trascorrere un po' di tempo con i nipotini. Esuberante e chiassoso, nonno Tom è pronto a infrangere ogni regola stabilita da nonno Gerri pur di realizzare i desideri dei bambini e conquistare il loro amore. Dall'incontro tra Gerri e Tom nascerà un'accesa competizione che darà vita a una serie di esilaranti sfide tra nonni, senza esclusione di colpi... e colpi di scena.
Con la grazia di un dio (Alessandro Roja) 30/11
Tornato a Genova dopo venticinque anni per partecipare ai funerali del migliore amico della sua giovinezza, Luca ritrova i vecchi compagni di un tempo. Tutti sembrano convinti che quella morte sia l'esito scontato di una vita di eccessi; tutti tranne Luca, che vuole vederci chiaro, indagare, capire. Scavando nella memoria, e in una città cambiata almeno quanto lui, lascerà riaffiorare fantasmi e verità che sembravano sepolte, insieme alla propria vera natura, che pensava di aver domato per sempre.
Doppia Coppia (Igor Biddau) 30/11
Il film parla di come sia difficile per due coppie di amici, amanti del trekking, avventurarsi sui ripidi sentieri dell'amore senza perdere per sempre l'amicizia. Così come, nel tentativo di conoscere meglio l'altro finiamo per conoscere meglio noi stessi, i quattro personaggi scopriranno quanto siano forti i legami che li uniscono solo quando questi sentimenti verranno messi alla prova.
Il paese del melodramma (Francesco Barilli) 30/11
Carlo Gandolfi (Luca Magri) è un bravissimo cantante lirico, la cui carriera si è bruscamente interrotta dopo la morte della moglie e della figlia. Da allora è un uomo alla deriva, in preda al vizio dell'alcol. La Morte in persona (Luc Merenda) decide che è il momento per lui di tornare a calcare le scene del palcoscenico: vuole che interpreti il "Macbeth" di Verdi e che sia perfetto. Altrimenti, lo porterà con sé nel suo regno.
Documentari
X Sempre Assenti (Francesco Fei) 03/11
Il film segue la rock band Verdena nella loro vita privata e nella preparazione del tour di Volevo Magia, disco che segna il loro rientro sulle scene dopo sette anni di silenzio.
Roma, santa e dannata (Roberto D'Agostino, Marco Giusti, Daniele Ciprì)
Un viaggio tra le notti romane in una città pazza e in continuo cambiamento.
Negramaro back home - ora so restare (Giorgio Testi) 06/11
Dopo 20 anni di successi, i Negramaro tornano a casa, a Galatina, in Salento, dove tutto è cominciato.
Giotto e il sogno del Rinascimento (Francesco Invernizzi) 06/11
L'arte visionaria di Giotto, il pittore che rivoluzionò la pittura a fresco con la propria narrazione figurativa a dir poco mozzafiato
Enigma Rol (Selma Dell'Olio) 06/11
Gustavo Rol chi è, soprattutto, cosa era costui? Il documentario si propone di ricostruire, attraverso molteplici testimonianze e ricostruzioni, sia di fiction che di animazione, la vita e l'attività di un uomo che per molti (e anche illustri) amici e frequentatori è stato dotato di capacità paranormali e per altri è stato soltanto un abile illusionista. Anselma Dell'Olio affronta un personaggio che, in qualche misura, ha riassunto in sé pregi e difetti di quelli che erano al centro dei suoi documentari precedenti. La regista lascia spazio sia a chi ne descrive le sorprendenti doti (utilizzate anche per proteggere la popolazione di San Secondo di Pinerolo dalle azioni dei tedeschi occupanti) sia a chi sta più dalla parte di Piero Angela che lo definì "un mediocre illusionista".
Io, noi e Gaber (Riccardo Milani) 06/11
Chi è stato Giorgio Gaber, per la musica italiana ma soprattutto per noi, che magari “non ci sentiamo italiani, ma per fortuna o purtroppo lo siamo”? È forse da questa domanda che è partito Riccardo Milani per raccontare uno dei cantautori più originali del nostro Paese, ma anche un teatrante, un filosofo, un pensatore politico e un “operatore culturale” nel senso più alto e nobile del termine. Gaber era “un intellettuale promiscuo”, come lo descrive Serra, “raffinato e popolare, di popolo e di élite”. Perché Gaber è stato immerso nel suo tempo sapendo sempre prevederne uno futuro. Milani entra a fondo nell’utilizzo che faceva Gaber della parola, fondamentale quando “dentro c’è la nostra vita”, e del suo “corpo scenico” che in teatro “sembrava posseduto”, rendeva “la parola visibile” e si trasformava in “melodia cinetica”. Io, noi e Gaber ricorda che ogni sua canzone aveva “uno spazio di incidenza”, cioè una volontà di intervenire sul reale trasformando la sua libertà in partecipazione.
Il popolo delle donne - il film (Yuri Ancarani) 13/11
Un monologo in cui Marina Valcarenghi, giornalista e attivista, ripercorre le sue esperienze in fatto di disparità di genere.
Il guerriero mi pare strano (Alessio Consorte) 15/11
Il film è incentrato sull'autenticità della statua del Guerriero di Capestrano, simbolo della Regione Abruzzo, rinvenuta a Capestrano nel 1934 e datata dagli archeologi VI secolo A.C.
La città delle sirene (Giovanni Pellegrini) 16/11
La notte del 12 novembre 2019 Venezia è stata colpita da una serie di inondazioni che hanno sommerso la città per una settimana. Partendo dalle immagini della sua casa e del suo studio allagati il regista racconta in prima persona cosa vuol dire convivere con l'acqua alta e come la sua città affronta la catastrofe. Ne scaturisce una riflessione sul vivere nella prima linea del cambiamento climatico che minaccia di far scomparire il nostro mondo.
DALLAMERICACARUSO - Il concerto perduto (Walter Veltroni) 20/11
Il 23 marzo 1986 Lucio Dalla teneva al Village Gate di New York un concerto di cui si pensava si fossero perse le riprese che ora vengono invece proposte in un'edizione restaurata e rimasterizzata. Ad esse si aggiunge in apertura la ricostruzione della creazione di "Caruso" avvenuta pochi mesi dopo a Sorrento. Un ritrovamento prezioso che, unendosi alla rievocazione di come è nato un classico della canzone, ci ricorda la grandezza di Lucio Dalla.
Kissing Gorbaciov (Andrea Paco Mariani, Luigi D'Alife) 24/11
Andata e ritorno dal 1988, quando da Melpignano partì il tour che squarciò la cortina di ferro tra Occidente e Urss, a suon di rock e punk.
Picasso - Un ribelle a Parigi - Storia di una vita e un museo (Simona Risi) 27/11
Scopo del film è mettere al centro del racconto proprio la grande magia dell'arte e uno dei luoghi dove meglio la si può apprezzare, il Museo Picasso di Parigi.
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melancomine · 1 year
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BREATHE | peter parker x lettrice
trama: sei ad un'importante cena di famiglia quando peter parker, il tuo amico d'infanzia, si siede vicino a te e la cena passa in secondo piano.
pairing: peter parker x lettrice y/n (mi riferisco a tasm ma può essere qualsiasi peter se lo desideri)
avvertenze: smut esplicito, sesso non protetto, cose in luogo pubblico
word count: 2,3k
masterlist | wattpad
"È il compleanno di Tim, devi venire. Sai quanto ci tiene." ti rimprovera tua mamma mentre si mette il rossetto, un banalissimo color rubino che svanirà al primo boccone di cibo. "Ci saranno tutti."
Le cene in famiglia. Sempre così caotiche, ti ritrovi ogni volta a dover mangiare con un falsissimo sorriso sul volto e a rispondere a domande scomode. Tim è un lontano cugino che vedi pochissimo, infatti non ricordi neanche quanti anni compie.
Sbuffi e ti dirigi in camera tua. Hai aspettato fino all'ultimo per prepararti nella speranza che potessi rimanere a casa. Il vestito nero delle occasioni lo trovi in fondo all'armadio e ci abbini dei semplici collant. Ai piedi un paio di anfibi.
Dopo il sollecito di tua madre, prendi la borsa e scendi rapidamente le scale. Siete in ritardo, la cosa non ti sorprende.
Arrivate al ristorante e al tavolo sono già tutti seduti, vi stavano aspettando. Scruti attentamente l'intera sala, riservata a voi solo per l'occasione, per trovare il posto vuoto che occuperai. Le luci sono soffuse per regalare a chi mangia l'idea confortevole di casa. Il lungo tavolo occupa un'intera parete e visto che siete in molti, continua e fa angolo con l'altro muro. Il tuo corpo si congela improvvisamente quando scopri che ti siederai vicino a Peter Parker. Lui sembra avere la stessa reazione appena ti vede.
Sorridi e vedi che il gesto è ricambiato. Peter è il tuo amico d'infanzia, purtroppo lo vedi solamente una volta ogni paio di anni perché abita lontano. Ricordi che sua zia, May, è una cara amica di tuo zio, il padre del festeggiato. 
Ringrazi il cielo, insieme sapete sempre come divertirvi. Come quella volta che a dieci anni siete saliti in cima ad una pila di balle di fieno. Il povero Tim vi urlava dal basso di scendere ma voi non gli davate ascolto. Vi sentivate come Jack e Rose, i re del mondo. Oppure come quella volta in cui, a sedici anni, siete spariti per un paio di giorni. Avevate semplicemente trovato una casa abbandonata e deciso di rimanerci.
Ti accomodi, "Sono felice che ci sia anche tu." Le uniche occasioni che avete per vedervi sono appunto queste riunioni di famiglia.
Peter ti appoggia una mano sulla spalla. "Anche io. Sei stupenda, comunque."
Arrossisci e lo ringrazi. L'ultima volta che hai visto Peter, aveva gli occhiali e un corpo esile. Non sai cosa sia successo in due anni, ma ora non solo non porta più gli occhiali, ma sembra persino più alto. Il suo fisico è decisamente cambiato. La sua camicia verde scuro risulta più stretta sulle braccia evidenziando i suoi muscoli.
Di certo non ti aspetti che un ragno radioattivo lo abbia morso donandogli i super poteri.
Anche tu sei cambiata, sei cresciuta, e Peter non riesce a toglierti gli occhi di dosso. Le tue spalle sono scoperte e lo scollo del vestito è profondo il giusto da non risultare volgare. Le tue gambe armoniose sono coperte dal leggero strato dei collant, accavallate per comodità mentre aspetti la prima portata.
Durante l'antipasto avete parlato di tutte le novità della vostra vita, riso e scherzato. Tutti sono occupati con il proprio vicino oppure con il festeggiato e come previsto tu e Peter vi siete completamente isolati. C'è solo lui, tutto il resto è scomparso.
All'arrivo del primo, batti le mani contenta, un piatto fumante di lasagne ti sta fissando. Lo stesso per Peter, che in un batter d'occhio divora e finisce, mentre tu stai gustando ogni boccone. Sei troppo concentrata ad assaporare la buonissima lasagna quando all'improvviso senti qualcosa che ti tocca il ginocchio, ti spaventi e il pezzo di cibo cade dalla forchetta. Tiri su la tovaglia per vedere che Peter ti aveva appoggiato una mano proprio lì. Lui sembra far finta di nulla quando ti giri per vederlo e sorridergli. Lo trovi un gesto dolce, quasi a ricordarti che il tuo amico è lì e di non preoccuparti.
Sussulti quando la sua mano inizia ad accarezzarti la coscia, dopo averti spostato leggermente la gonna. Trovi conforto in quel tocco ma la mano si sta alzando, dirigendosi sempre più vicino alla tua zona proibita. Il tuo respiro è diventato più pesante e il cuore sta battendo come non ha mai fatto prima. Ti piace, non riesci a fermarlo. Peter si attacca all'interno coscia e te lo stringe. Il dolore muta in piacere. Hai capito le sue intenzioni e allarghi le gambe per facilitargli l’arrivo alle mutande, coperte dai collant. Riesce a sentire il calore che emani, sei bagnata, tanto da inumidire entrambe i tessuti. Peter ammicca un sorriso alzando solo un lato della bocca e continua a non rivolgerti lo sguardo.
Hai la forchetta in pugno, ma non riesci a mangiare. Ti guardi intorno, tutti i parenti sono impegnati in chiacchiere e nessuno si accorge del tuo cuore che sta per uscire dal petto. Le tue guance sono arrossate e con la mano libera strizzi il tovagliolo sul tavolo.
Lasci scappare un gemito silenzioso appena il ragazzo seduto affianco a te inizia a muoversi sotto la gonna. Sta creando movimenti circolari sul tuo clitoride e stai facendo di tutto per mantenere un’espressione seria.
“Peter...” sussurri. Quello che state facendo è sbagliato sotto ogni punto di vista ma è proprio questo che rende la cosa ancora più eccitante di quanto non lo sia già. 
Peter avvicina il suo volto a te, le sue labbra sfiorano il tuo orecchio, “Respira.” bisbiglia e ti lascia un bacio veloce sul collo. Torna seduto composto e i movimenti circolari mutano in su e giù. Quelle maledette calze velate stanno impedendo il diretto contatto con la tua intimità. 
Non resisti un minuto di più. Afferri il suo polso, fermandolo. Ti alzi dalla sedia e i parenti che sono seduti nelle vicinanze si accorgono di questa improvvisa azione. “Qualcosa non va?” qualcuno chiede.
E ora cosa ti inventi?
Guardi Peter in cerca di aiuto. Per fortuna il ragazzo è bravissimo ad improvvisare. “Y/N mi stava dicendo che non si sente tanto bene. L’accompagno al bagno.” afferma e si alza anche lui. Tu stai al gioco, ti accarezzi la pancia e assumi un’espressione sofferente. 
“Infatti ti vedo un po’ sconvolta. Andate, andate.” dice un tuo zio.
Vi allontanate entrambi dalla tavolata vagando in cerca di non sapete bene cosa, ma che sia privata. Camminando, Peter si sistema il cavallo dei pantaloni che nel frattempo erano diventati stretti. Te ne accorgi e nascondi un ghigno divertito.
Una porta con scritto “Solo Personale” e con le chiavi attaccate alla serratura vi sembra il luogo perfetto. Entrate e chiudete a chiave. Si tratta di un piccolissimo sgabuzzino con un armadio aperto contenente le divise dei camerieri e dei cuochi.
Non fai in tempo a dire qualcosa che Peter ha già le sue labbra sulle tue, un bacio pieno di foga e passione, eccitazione repressa. Le tue mani finiscono tra i suoi capelli mentre le sue sono avvinghiate sui tuoi fianchi. Peter si stacca dal tuo viso per concentrarsi sul tuo collo, poi sul seno che, abbassandoti le spalline del vestito libera ed espone all’aria. Si inginocchia e ti sfila gli stivali. Abbassa insieme alle mutandine i collant, fino a sfilarteli completamente. Le sue dita stanno tracciando linee invisibili sulle tue gambe nude. La sua testa finisce sotto la gonna del vestito e la sua lingua trova dimora in mezzo al tuo sesso. Assaporandoti dolcemente, spalanchi la bocca e abbassi le sopracciglia. È così bravo.
Peter si alza e ricomincia a baciarti. Lo aiuti a sbottonarsi la camicia che lascia aperta ma non toglie. Ti piace accarezzare il suo torso scoperto, è liscio e muscoloso. Gli abbassi la zip dei jeans ed esibisci la sua possente erezione pulsante. Un gemito esce dalla sua bocca: la stava tenendo prigioniera da troppo tempo.
Senza alcuna fatica, Peter Parker ti solleva e ti sbatte contro la parete libera dagli scaffali. Ti stupisci della sua forza e avvinghi le gambe intorno a lui. Peter avvicina la punta del suo pene sulla tua entrata bagnata e lentamente lo inserisce. Lo guardi negli occhi e, gemendo per il piacere e per la sensazione di riempimento che stai provando, ti accorgi di quanto sia bello e attraente. I suoi capelli sono sempre arruffati e senza una forma precisa ma adesso hanno motivo di esserlo e quel motivo siete voi due, dentro lo sgabuzzino, uniti dalla stessa eccitazione che invade i vostri corpi accaldati. Le sue gonfie labbra sono umide e rosee, non si toccano, sono leggermente aperte per far uscire i silenziosi sospiri che si mischiano ai tuoi quasi all’unisono.
“Non faccio altro che- che pensare a te. Esci dalla mia testa.” afferma appoggiando la sua fronte alla tua.
Le spinte sono violente e piene zeppe di passione. Ognuno cerca l’altro disperatamente come se non vi aveste già in pugno. Peter stringe talmente forte il tuo culo che sta lasciando dei segni violacei a forma delle sue dita. 
Peter si ferma un attimo e in un batter d’occhio ti gira. Con il suo aiuto sollevi una gamba che poi mantiene da sotto il ginocchio, ti pieghi leggermente e ricomincia a scoparti in quella nuova posizione. Volti la testa quel tanto che serve per guardarlo con la coda dell’occhio, non esiste che tu perda quella celestiale visione che è Peter Parker mentre ti fotte. Il lato destro del tuo viso è incollato al muro e rischi di sfondarlo per via della foga che il ragazzo dietro di te ci sta mettendo. La tua schiena è coperta dal vestito ma la gonna è alzata per mettere il tuo culo tondo in bella vista. 
Usi tutte le forze che possiedi per non urlare, Peter porta una mano al tuo collo e stringe leggermente, soffocando i gemiti che minacciano di uscire rumorosamente. I tuoi occhi ruotano all’indietro.
Il tessuto dei suoi jeans, che non aveva abbassato, sfrega contro la tua pelle nuda mentre gli scaffali che vi circondano colmi di divise piegate tremano, come il tuo corpo per colpa dell’orgasmo che, piano piano, è sempre più vicino. Lo senti nella pancia, farfalle in preda ad un attacco epilettico si rivoltano nel tuo stomaco. Lo senti nei palmi delle mani, nelle punte delle dita dei piedi, nudi e che toccano il pavimento. Lo senti persino nei capelli e Peter sembra rendersene conto perché li afferra dalla base della nuca e ti tira verso di sé. Ora la tua schiena è a contatto col suo petto e riesci perfettamente a sentire il suo battito accelerato. Le vostre figure sono legate in una sola e vi sentite entrambi al settimo cielo.
Qui non serve il senso sviluppato da ragno per sapere che sei nel bel mezzo dell’orgasmo più potente della tua vita.
“Cazzo, io sto per-” Peter ti avverte e fa per allontanarsi ma tu glielo impedisci, avvolgendo un braccio intorno alla sua schiena e obbligandolo a rimanere dov’è. 
“Non provare a fermarti.” ti imponi e Peter obbedisce. 
l suo caldo respiro contro il tuo orecchio, il suo naso sfrega sulla tuo zigomo colorato di rosso. Peter ti riempie di baci sul collo, talmente tanti che è impossibile contarli. Mordicchia e lecca un punto particolare sotto al lobo, ma è bravo e non ti lascia il segno. Per tenerlo più vicino, appoggi una mano sulla sua guancia e provi a baciarlo nonostante la posizione a sfavore.
I suoi movimenti diventano sempre più veloci, i suoi fianchi sbattono contro i tuoi rumorosamente e armoniosamente con un ritmo accelerato e con un’ultima spinta raggiunge il suo apice dentro di te. Le tue umide pareti si imbrattano del suo liquido seminale e riesci a sentire che cola lentamente lungo le gambe non appena si toglie da te. 
Siete sfiniti, la parte del tuo corpo sotto la gonna è ricoperta di segni vivaci. Il mascara è sfumato intorno ai tuoi occhi dopo che qualche lacrima era scesa tanto era la lussuria che hai provato. Non ti aspettavi tutta questa potenza da parte del tuo amico. A dire il vero, non ti aspettavi neanche di finirci in intimità dentro lo sgabuzzino di un ristorante. Non c’è tempo per riposare, i vostri parenti saranno in pensiero per voi. La vostra assenza sta durando anche troppo. Peter prende una delle divise nell’armadio e si pulisce, poi te la passa per far sì che tu possa fare lo stesso.
I vostri fiati si stanno regolarizzando. Vi guardate e sorridete. Peter si avvicina per baciarti di nuovo mentre ti rivesti dei collant e degli anfibi. Ti stringe più vicino a sé in un abbraccio diverso da prima e privo di foga, ma ami questo tipo ti contatto e ti accorgi che la cosa che più ti piace è che lo stai ricevendo da Peter Parker. Questa cosa ti fa aprire gli occhi su tutto quello che avete passato, da quando vi siete conosciuti fino ad oggi. C’è sempre stata questa connessione fra voi due e finalmente avete scoperto cos’è.
Lui si riabbottona la camicia e si sistema i pantaloni.
“Secondo te è già arrivata la torta? Ne ho una voglia matta.” domandi a Peter e gli sorridi calorosamente. Con un po’ di fretta ti sistemi, per quel che puoi, i capelli.
“A chi lo dici.” Peter ridacchia mentre apre la porta. Vi fermate di colpo quando “E voi cosa state facendo lì?” vi chiede un cameriere che proprio in quel momento sta passando con un vassoio vuoto in mano. Vi guarda un po’ perplesso, squadrandovi dalla testa ai piedi.
“Ehm... Noi-” provi a dire, ma “Stavamo cercando un bagno. Possibile che tutte le porte siano uguali?!” ti interrompe Peter, salvandovi dall’imbarazzante momento.
“È proprio là.” vi indica il cameriere.
“Grazie!” risponde facendo il finto offeso. Prendendoti la mano, Peter ti porta via di lì. Trattenete una fragorosa risata e tornate nella sala privata che ospita i vostri parenti.
Con un tempismo perfetto, tornate ai vostri posti, come se non fosse successo nulla.
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i-am-a-polpetta · 11 months
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oggi svegliata indignata per aver scoperto che la mia vicina di casa nonché amica d'infanzia di una vita proprio di famiglia, si è sposata e non ci ha invitato al matrimonio 😐
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David Manson (28 aprile 1990) è un serial killer e cantante statunitense, figlio del serial killer satanista e neo nazista Charles Manson e della prostituta Katie Donovan.
Breve biografia
David Manson nasce il 28 aprile 1990 da una relazione tra Charles Manson e Katie Donovan nella città di Cincinnati in Ohio negli Stati Uniti.
David fu educato sin da piccolo nella religione satanista e veniva abusato spesso da suo padre Charles sia picchiato e sia sessualmente, da adulto all'età di 19 anni invece iniziò a lavorare come cantante e aderisce al gruppo neo nazista Proud Boys e sin dall'infanzia ha avuto una mentalità danneggiata e rovinata a causa degli abusi paterni.
All'età di 23 anni, David iniziò ad uccidere uomini e donne per motivi satanisti e perché adorava Satana, aveva ucciso anche un attrice e distrutto la casa di quest'ultima.
All'età di 25 anni adotta un lupo nero cucciolo da un regalo di un suo amico d'infanzia.
Nel 2023, David si trasferisce a Berlino praticando ancora la religione satanista e attende e guarda attentamente quali bambini rapire e abusare ma non trovò nessuno in particolare, non fu interessato ai figli dei terroristi salafiti come Ibrahim al-Badri e Amir al-Mawli per non subire attentati.
Significato del nome:
David è un nome di origini ebraiche in riferimento al re Davide di Israele e significa "Dio ama" "Dio ha amato"
Personalità:
I due segni, entrambi dominati da Venere, esprimono una personalità fine, dal buon senso estetico, esigente in fatto di comodità e di comfort, sensibile al buon cibo e alle lusinghe d’amore. Il Toro con ascendente Bilancia inoltre è più riflessivo, equilibrato e gentile. Dal partner cerca soprattutto affetto e sicurezza, anche se poi le relazioni tendono a essere passionali, venate di gelosia o di grande sensualità. I problemi di salute più comuni sono legati alla vescica e alle vie urinarie.
Informazioni:
Data di nascita: 28 aprile 1990
Luogo di nascita: Cincinnati, Ohio,Stati Uniti
Professione: Cantante
Segno zodiacale: Toro
Fratellastri: 4
Animale: Mark (lupo nero)
Genitori: Charles Manson e  Katie Donovan
Religione: Satanismo
Vittime: 20
Crimini: Serial killer
Orientamento sessuale: Eterosessuale e pedofilo
Hobby: Droghe,alcool,azzardo e musica
Orientamento politico: Neo nazista
Nazionalità: Statunitense
Parenti:
Charles Manson (padre,deceduto)
Katie Donovan (madre)
Charles Manson Jr (fratellastro da parte del padre)
Charles Luther Manson (fratellastro da parte del padre)
Valentine Michael Manson (fratellastro da parte del padre)
John Brown (fratellastro da parte della madre)
Prestavolto:
Joss Mooney
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susieporta · 7 months
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(COMMEMORAZIONE DEI FEDELI DEFUNTI) - "Il corpo di marmo, col bel sorriso, di zia Angela" di Marco Pozza
Ho un esubero d'infanzia da smaltire. Mi verrebbe da dire, ripensando alla mia infanzia, ch'è stato il paese più bello nel quale io abbia abitato finora. È una stagione cruciale, a guardarla a posteriori: quando la vita pressa con urgenza, è lì che vado ad agganciare le mie mani alle radici. Come un naufrago che, verso un naufragio, cerca appigli per non naufragare completamente. Un'immagine mi si è conficcata nella memoria più di altre: la morte di “zia Angela”, la moglie del fratello di nonno. Non era, dunque, propriamente zia, ma l'affetto, certe volte, se ne frega anche della correttezza dei rapporti parentali. Lei, sul letto, composta e vestita, con il suo rosario tra le mani e un leggerissimo velo di seta nero messo sulla sua testa. Sembrava uscita dalla parrucchiera, con un breve passaggio in un negozio di bei vestiti tanta era la delicatezza con la quale avevan “preparato” - come si dice – il cadavere. Ricordo lei morta, ma ricordo noi bambini dentro la camera assieme ai nonni: “Recitiamo il rosario per zia Angela!” ci dissero. Con noi, poi, c'erano gli adulti di casa: i vicini, i parenti più stretti. Se qualcuno fosse passato di lì, avrebbe potuto sospettare che fosse in atto una piccola festa della contrada da quant'era il pubblico partecipante. Invece si stava svolgendo uno di quei gesti di pietà cristiana che, ai miei occhi, mi hanno fatto amare la vita.
Capitava spesso che la morte fosse l'occasione per una lezione sulla vita. Quando la vidi così serena, mi venne da toccarle il mento con la mia manina: “Sembra sorridere, nonna!” le ho detto. E lei, la mia prima catechista, a darmi la sua risposta più bella: “Ricordatevi bambini – allargò lo sguardo - che si muore come si vive. Chi vive col sorriso morirà sorridendo, chi vive con il muso morirà con il muso” sintetizzò lei. Di quella sera di lutto, ricordo un senso di struggente serenità che m'invase: era pur sempre morta zia Angela, ma era come se quella morte mi facesse meno paura. Capitava spesso così in paese: che moriva una persona e in tanti si andava a trovarla stesa sul letto di casa. La morte ci veniva mostrata, la persona morta veniva esposta, era la nostra prima percezione della morte. Oggi, invece, avviene il contrario: la morte si maschera, la si nasconde, il sospetto è che sia una cosa difficile da gestire persino per gli addetti alle pompe funebri. A me le camere ardenti fanno paura, anche gli obitori non mi sono per nulla attraenti: mi sembrano l'immagine di un mondo senz'anima, privo di cuore. Un morto ospitato in casa, invece, mi illumina meglio la fragilità della vita. Della mia vita. Invece oggi ho come la sensazione che si rischi di arrivare alla propria morte senza mai aver avuto l'occasione di familiarizzare con la morte di qualcun altro. Non calcolare un'evenienza così naturale - “E l'unica cosa certa!” diciamo noi a parole, coi fatti la teniamo a bada – la fa diventare un tabù che, quando poi capita, più che di sorpresa ti coglie d'angoscia. Non ci accorgiamo, mentre viviamo, che la morte viene a prenderci le misure: in un incidente, una malattia, in un pensiero. Possiamo anche dimenticarci della visita, ma la percezione che il vestito si stia cucendo addosso resta: «Sin dal giorno della mia nascita, la mia morte ha iniziato il suo cammino – scrive J. Cocteau – Sta camminando verso di me, senza fretta». Io, nella mia fantasia e ripensando a zia Angela, la paragono ad un pescatore. Cosa fa un pescatore? Piglia un pesce nella rete e, per un po' di tempo, lo lascia nell'acqua: quel pesce nuota ancora, ma tutt'intorno ha una rete che il pescatore tirerà su appena gli sembrerà opportuno.
Viviamo tutti come pesci impigliati dentro la rete che, giorno dopo giorno, stringe sempre più. Con delicatezza! Pensate al calendario: ogni anno, per tanti anni, passa sopra il giorno della nostra morte senza avvisarci. Poi, un giorno, si ferma sopra, ci prende per mano e ci conduce via. E noi che ci lamenteremo: “E stato tutto all'improvviso! Non c'era nessun sintomo”. La morte, dunque, non è il contrario della vita: e la vita non è il contrario della sua morte. Sono una sorta di crepuscolo, dove la notte e il giorno si danno il cambio senza riuscire a definire bene questo passaggio. Per alcuni è crespuscolare, per altri è “tuono e fulmini”, per altri ancora è nebbia in Val Padana. Sta di fatto che, se lo volessimo, ogni giorno la morte ci aspetta, dall'alba, per accompagnare le nostre giornate. “Gran bella compagna!” potrà opporre qualcuno. Dipende da dove tu guardi il mondo: per qualcuno, calcolare la morte, è imparare a vivere. Per non sprecare i giorni, imparando ad abitare il limite, a non rimuoverla perchè non diventi mostro che spaventa. Al mio paese, ogni volta che la campana batte il suono lento del lutto, io penso che un giorno suonerà anche per me. Non è un'induzione alla sfiga, è essere realisti: cercare di separare la vita dalla morte è come voler separare la luce dal sole. «Impossibile tenere distinte vita e morte perchè – si legge nella brochure del Festival di Torino -, per quanti sforzi noi facciamo per rimuoverla, la morte punteggerà sempre la vita e la vita saprà farsi spazio nella morte».
Si può anche ragionare per sillogismi, certamente: “Gli altri muoiono ma io non sono un altro. Dunque io non morirò”. Non è che mi appassioni molto come criterio di lettura della mia piccola esistenza: preferisco pensar che la morte sia la posta in gioco per giocare al gioco della mia vita. Sapendo che non è affatto un gioco. Oppure lo è nella misura in cui si vive solo divertendosi. Cioè facendo battere e ribattere il cuore. Questo, sotto sotto, ho scoperto (anni dopo) d'avere appreso quella sera accanto al cadavere di zia Angela. Adesso che, purtroppo, non ho più quell'ingenuità affamata di quel bambino alle prime armi, mi alleno a pensare che se la vita è una grande sorpresa, non vedo perchè la morte non potrebbe essere una sorpresa più grande. È il bello del mistero: lascia aperte infinite possibilità, a seconda dei calcoli che uno è disposto a giocarsi nella vita.
Nulla toglie, comunque, lo spaesamento che la morte arreca.
***
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klimt7 · 2 years
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Andare Oltre
NICCOLÒ FABI
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youtube
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Poi ricominciare da capo
ad uscire la sera
a comprarsi i vestiti
ai rituali dei corteggiamenti
agli inviti a cena nei ristoranti
alla paura di restare a casa
.
A volere piacere
a mascherare il dolore
.
E poi aprirsi di notte in un letto
Entrare in un corpo diverso
Un sonno leggero
Con un estraneo al tuo fianco
E quel pensiero dopo il risveglio
che ti accompagna
mentre scendi le scale
.
Sarà una stella cadente?
O una storia per sempre?
.
Tu mi perdonerai mai?
Sì che mi perdonerai
Tu mi perdonerai mai?
Sì che mi perdonerai
.
E poi raccontarsi di nuovo
le vacanze d'infanzia
Gli amori passati, i film preferiti
ed i traumi subiti
Ma la vita è ormai lunga
come le sue complicazioni
Le strutture mentali, i doveri
e le cicatrici
.
Permettere a un altro
Di occupare il nostro spazio
E di guardarlo da dentro
Dentro i confronti e le sostituzioni
.
Un altro che vive con i nostri fantasmi
E che ci spinge verso il futuro
Sfida il nostro equilibrio
E ci toglie il respiro
.
Tu mi perdonerai mai?
Sì che mi perdonerai
E io mi perdonerò mai?
Sì che mi perdonerò
.
E intanto sono già
Al di là del ponte
La mia condanna, lo sai
È andare oltre
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Andare oltre
Andare oltre
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Andare oltre
Andare oltre
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Photober good vibes: giochi d'infanzia
Autore foto: @persa-tra-i-miei-pensieri
Descrizione: Giochino per combattere la noia a casa di nonna dopo aver finito i compiti, utilizzavo le mollette per creare interi villaggi. Casette, alberi, persone, macchinine, trenino e ponti. Era divertente per un'eterna bambina come me!
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gregor-samsung · 2 years
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“ Ci ho pensato a lungo, a tornare. Nella casa di Safamýri, dove sono cresciuto, dove i miei ricordi germogliano come un bosco bizzarro, nero, marrone e verde. Inspiro l’odore, guardo oltre il vetro della porta interna e su per la tromba della scala condominiale, guardo a fianco e leggo i nomi sulla lista stampata con un font molto leggibile, Times New Roman corpo 14, mi sembra. L’impaginazione è precisa, l’interlinea perfetta, ma c’è qualcosa che non va, o meglio: i nomi non c’entrano niente con il condominio. Sono persone che non appartengono a questo posto. La lista dei nomi è fissata con due viti e ci metto parecchio a smontarla, sono addirittura sudato quando le viti finalmente cedono. Esco, scendo nel sottoscala dove tengono i contenitori per i rifiuti, otto gradini bassi, e butto la lista in un bidone. La porta dello scantinato è proprio lì accanto. Giro la maniglia, ottimista, la porta si apre ed entro. Esito un attimo davanti alla nostra cantina, provo ad aprire ma la porta è chiusa a chiave, allora risalgo lentamente la scala. Ho la testa piena di pensieri, poi mi fermo a lungo davanti alla porta dell’appartamento al primo piano a sinistra; dietro quella porta c’è il mio passato. E adesso? Non avevo mai pensato a cosa fare una volta arrivato a questo punto; qual è la cosa giusta da fare? È quella che fanno tutti, o che tutti farebbero nei miei panni? Busso. Aspetto, ma non succede niente. Busso di nuovo. L’eco di un brano musicale dall’appartamento di fronte. Probabilmente una radio. Il tempo si mette d’impegno per cambiare le cose, sembra proprio che non riesca a lasciarle così come sono, però tralascia sempre qualche dettaglio; il listello dello stipite della porta, per esempio. Staccarlo è ancora un gioco da ragazzi come lo era trent’anni fa, non è cambiato niente. Nessun problema a smontare le viti dallo stipite, forzare la serratura con una penna biro, ed ecco che la porta si apre. Sì, la porta del passato si schiude ed entro nel mondo della mia infanzia. “
Jón Kalman Stefánsson, Crepitio di stelle, traduzione dall'islandese di Silvia Cosimini, Iperborea (collana Gli Iperborei n° 330), Milano, 2021³; pp. 127-128.
[1ª Edizione originale: Snarkið í stjörnunum, Bjartur, Reykjavík, 2003]
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pataguja61 · 2 years
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Piccola storia di Renato
Renato è stato un compagno d'infanzia. Abitavamo vicinissimi, dalla finestra della cucina potevo vedere sia il suo minuscolo appartamento, situato in una modesta palazzina a tre piani senza ascensore, sia una buona parte del cortile. Viveva in affitto con i genitori e la sorellina. Renato usciva poco, solo di pomeriggio e non invitava mai nessuno nella sua abitazione. Pensavo che si vergognasse, come mi vergognavo io di vivere in una casa poco più grande della sua.
A quei tempi si giocava tutti in strada, durante le vacanze estive uscivo anche dopo cena a schiamazzare con gli altri bambini e nessun adulto protestava, anche se nelle torride sere d'estate, con la luce naturale che persisteva fino alle 22 e oltre,il vicinato non riusciva neppure a sentire il televisore. Tutti avevano figli che giocavano come birilli impazziti, stanchi e stremati dal sole della giornata appena trascorsa e lamentarsi sarebbe stato inutile.
Renato usciva poco e non comprava mai il gelato. Quando qualcuno proponeva di andare al bar per prendere i ghiaccioli lui spariva.
Capii dopo perché.
Una domenica mattina mi alzai presto e affacciandomi alla finestra della cucina per un attimo mi mancò il respiro quando vidi, ammassati nel cortile di Renato, tutti i mobili di qualche condomino. C'era un silenzio irreale, sembrava che tutta la palazzina fosse disabitata...Non capivo cosa stesse succedendo, poi sentii la presenza di mia madre alle mie spalle. Disse soltanto:"Sono di Renato". Cominciai a provare una vergogna infinita per il mio coetaneo, come se gli avessero tolto i vestiti di dosso, come se i mobili, sbattuti in faccia, sotto gli occhi di tutti, potessero svelare la parte più intima di un essere umano, gesti, frasi, azioni da proteggere alla vista altrui. La famiglia era stata sfrattata. Povera gente, un ufficiale giudiziario, ignorando la presenza dei bambini, aveva fatto il suo dovere.
L'arredamanto restò nel cortile ancora per qualche giorno e poi non lo vidi più. Non vidi mai più nemmeno Renato. Lui non lo sa, ma io penso ancora a quella domenica infernale,il silenzio surreale e lo scintillio dei mobili laccati che brillavano al sole di luglio.
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cywo-61 · 2 years
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Festa del Redentore nella terza domenica di luglio.
Nell’estate del 1575 scoppia a Venezia una terribile epidemia di peste e ci saranno 50.000 morti, quasi un veneziano su tre. Nel 1576 il Senato chiede l’aiuto divino facendo voto di realizzare una nuova chiesa intitolata al Redentore e l'anno dopo, nel luglio 1577, si festeggia la fine della peste con una processione che raggiunge la chiesa attraverso un ponte di barche. IMPERDIBILE 💞❤️💞❤️💞❤️
La festa più bella di Venezia.
E mi batte il cuore a vedere la mia casa d'infanzia.
cywo
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Tradizione vuole che la sera ci si raduna in barca, sui balconi, lunga le fondamenta con lunghe tavolate a passare la serata. Il culmine sono i fuochi d'artificio per poi continuare fino all'alba. La festa dei veneziani.
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diariodiunemo · 1 year
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martedì 30/05/23 - ore 06 am
non sono sicuro che mi piacciano gli effetti del medicinale. mi sentivo la testa piena di pensieri dopo il risveglio e solo adesso sono riuscito a smaltire almeno la metà di quei pensieri. in realtà, da un lato mi fa tornare il me stesso che ero durante l'infanzia ma non credo di rivolere con il me attuale il vecchio me, anche se so che mi farebbe bene affrontare il mio passato però un po' temo che potrebbe ripristinarsi quella personalità che avevo, che a me non piace, e per cui per anni ci ho lavorato su ma mi rendo conto che è solo una paranoia inutile perché so che in fondo servirebbe giusto a ripristinare il mio equilibrio e pace interiore. temo solo che possa prendere il sopravvento. mi son reso conto che, sì, vorrei migliorare il mio umore ed essere un po' meno depresso, il giusto per permettermi di riuscire a lavorare e sopravvivere a questa vita rel cavolo, ma che non ho voglia di uscire completamente dalla depressione perché, siamo realisti, è una compagna di vita e non esiste una vita completamente agevolata. non m'interessa uscirne del tutto perché ci sarà sempre qualcosa per deprimersi, per stare male, però non voglio contare tutta la vita sugli psicofarmaci. vorrei poter contare semplicemente sulle persone che mi circondano, alla musica, agli anime, all'alcool. so curiosità l'ultima parte sembra una frase da alcolizzato / alcolista anonimo ma sento, e mi rendo conto, che ho represso una fase non vissuta della mia vita, ovvero quella dove vorrei sbronzarmi ogni giorno e poter andare in coma etilico. sento il bisogno di manifestare questo desiderio, di vivere codesta esperienza almeno una volta. sento come se gli antidepressivi facessero riemergere tutto nello strato superficiale del mio io. ho voglia di vomitare i miei pensieri. sì, vomitare, come se fossero un qualcosa di così tossico nel mio corpo. mi fa schifo ripensare al mio passato. non lo voglio affrontare. voglio andare avanti per la strada che ho scelto. avevo deciso che non mi sarei riguardato indietro, eppure, nelle viscere del mio corpo la sento, le percepisco, la nostalgia verso quei giorni d'infanzia in cui volevo ancora bene alla famiglia di madre, nonostante mi abbiano fatto soffrire. odio ammetterlo perché sono tsundere, ma mi mancano effettivamente mia madre e mia nonna materna. due donne così fastidiose a cui ho privato di manifestare l'amore contorto che provano per me, perché odiavo l'amore, non l'ho mai capito. mi sono comportato più volte da stronzo ingenuo ma non volevo più farmi fregare da due persone che, a parer di mio padre e la compagna, subdole nell'animo. io credo semplicemente che, purtroppo, dal lato di mia madre abbiano avuto la sfortuna di avere dei geni malati che le rendono poco sane di mente. dopotutto, mia madre soffre di bipolarismo e non ha mai voluto farsi curare; mio zio è ancora a casa dei nonni e ha tentato il suicidio in passato, così mi ha raccontato mio padre; mia zia è quella uscita meglio. quella zia simpatica e otaku che tutti vorrebbero. in teoria sarebbe la mia madrina, ma in tutti questi anni non è che abbia mai pensato a me effettivamente
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