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#Circolazione Cerebrale
megachirottera · 1 year
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Quali sono le cause della malattia di Alzheimer?
Le cause e i trattamenti della demenza sono fondamentali da comprendere per l’era in cui viviamo. Source: 13 NOV 2022; by A Midwestern Doctor on The Forgotten Side of Medicine Continue reading Untitled
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aliciaandcompany · 11 months
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LA GATTOTERAPIA ESISTE!
Un giorno a Londra, in un istituto che studiava le terapie da applicare agli umani, una gatta di nome Marta è entrata nel laboratorio.
Mentre passava davanti al generatori della corrente a bassa frequenza, i sensori sono andati in tilt.
Gli scienziati hanno misurato il campo elettromagnetico della gatta e hanno capito che il gatto è in grado di sostituire il costoso generatore: il suo campo era più potente. Una corrente a bassa frequenza si usa per la cura delle infiammazioni croniche.
Dopo questo inaspettato risultato è stato fatto un esperimento: un gruppo di persone è stato curato con un generatore di corrente di bassa frequenza, mentre nell'altro gruppo sul posto da trattare avevano messo un gatto. 
Il risultato: coloro che hanno fatto la gattoterapia sono guariti tutti, mentre nell'altro gruppo era guarita soltanto la metà dei malati.
Il pelo del gatto produce la corrente a bassa frequenza, mentre il contatto tra i peli fa nascere un potente campo elettrico.
Queste correnti possono agire sul focolai d'infiammazione e uccidere i microbi.
Un gatto è in grado di sostituire ben 5 moderni generatori di corrente a bassa frequenza. Il gatto stesso non subisce nessun danno, e sa anche quando terminare la seduta e prendersi cura di se stesso.
La terapia felina è particolarmente efficace per la cura delle articolazioni e delle malattie ginecologiche. Le donne possono semplicemente posare il gatto di casa sulla pancia, accarezzandolo per una ventina di minuti, per avere un effetto terapeutico.
Il contatto terapeutico del gatto migliora la circolazione del sangue e rigenera i tessuti.
Il massaggio che i gatti fanno con le unghie, in realtà, agisce sui punti di riflesso, similmente agli aghi dell'agopuntura.
Anche le fusa dei gatti è una terapia (del suono); le fusa sono più potenti della terapia ad ultrasuoni (il gatto stesso fa le fusa per curare se stesso, oltre alle fusa del piacere).
La banda delle frequenze delle fusa (25 - 50 Hz, con le punte fino a 150 Hz) rafforza le ossa, migliora la circolazione cerebrale, stabilizza la pressione e il ritmo cardiaco.
I gatti sanno trasformare l'energia della malattia, sapendo scambiare la loro energia con l'energia umana (occorre dire che l'energetica dei gatti è molto simile a quella umana).
Esistono le malattie "yin", con la mancanza dell'energia (nevrastenia, artrite, l'ipotensione, la stanchezza cronica), per la cura delle quali il gatto va messo di modo che la sua testa sia a sinistra e la parte posteriore del corpo, a destra. Per queste malattie sarebbero più adatti i gatti bianchi. Per le malattie "yang" (l'ipertensione, infarto, l'ictus) il gatto si mette in posizione inversa; per queste malattie sarebbero più adatti i gatti neri.
I gatti grigi e i tigrati sono "universali" e curano tutto, mentre quelli rossi caricano i loro umani di energia positiva.
Esiste una teoria secondo la quale il gatto sarebbe l'unico animale capace di assorbire una piccola quantità di energia negativa, perciò ogni tanto vediamo i gatti sopra i computer e gli elettrodomestici.
Il gatto sente quando in un certo punto del corpo umano cambia il potenziale energetico, si posa sopra e così riesce ad equilibrare il sistema energetico umano. La gattoterapia può far assorbire degli ematomi interni, senza parlare del ripristino degli scambi cellulari. Coloro che amano i gatti, infatti, si rivolgono ai medici di meno rispetto a chi li evita.
... E' impossibile costringere il gatto a curare il suo umano; occorre che tra i due ci sia l'amore e la fiducia; e i gatti sono molto sensibili a come sono trattati. Il gatto è capace anche di morire se il suo proprietario ha accumulato troppa energia negativa.
- Gabriella Mangano
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ambrenoir · 1 year
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LA GATTOTERAPIA NON E' UNO SCHERZO....
Un giorno a Londra, in un istituto che studiava le terapia da applicare agli umani, una gatta di nome Marta è entrata nel laboratorio.
Mentre passava davanti ai generatori della corrente a bassa frequenza, i sensori sono andati in tilt. Gli scienziati hanno misurato il campo elettromagnetico della gatta e hanno capito che il gatto è in grado di sostituire il costoso generatore: il suo campo era più potente. Una corrente a bassa frequenza si usa per la cura delle infiammazioni croniche.
Dopo questo inaspettato risultato è stato fatto un esperimento: un gruppo di persone è stato curato con un generatore di corrente di bassa frequenza, mentre nell'altro gruppo sulla parte da trattare avevano messo un gatto.
Il risultato: coloro che fecero la gattoterapia sono guariti tutti, mentre nell'altro gruppo era guarita soltanto la metà dei malati.
Il pelo del gatto produce la corrente a bassa frequenza, mentre il contatto tra i peli fa nascere un potente campo elettrico. Queste correnti possono agire sul focolai d'infiammazione e uccidere i microbi.
Un gatto è in grado di sostituire ben 5 moderni generatori di corrente a bassa frequenza. Il gatto stesso non subisce nessun danno, e sa anche quando terminare la seduta e prendersi cura di se stesso.
La terapia felina è particolarmente efficace per la cura delle articolazioni e delle malattie ginecologiche. Le donne possono semplicemente posare il gatto di casa sulla pancia, accarezzandolo per una ventina di minuti, per avere un effetto terapeutico.
Il contatto terapeutico del gatto migliora la circolazione del sangue e rigenera i tessuti.
Il massaggio che i gatti fanno con le unghie, in realtà, agisce sui punti di riflesso, similmente agli aghi dell'agopuntura.
Anche le fusa dei gatti è una terapia (del suono); le fusa sono più potenti della terapia ad ultrasuoni (il gatto stesso fa le fusa per curare se stesso, oltre alla fusa del piacere).
La banda delle frequenze delle fusa (25 - 50 Hz, con le punte fino a 150 Hz) rafforza le ossa, migliora la circolazione cerebrale, stabilizza la pressione e il ritmo cardiaco.
I gatti sanno trasformare l'energia della malattia, sapendo scambiare la loro energia con l'energia umana (occorre dire che l'energetica dei gatti è molto simile a quella umana).
Esistono le malattie "yin", con la mancanza dell'energia (nevrastenia, artrite, l'ipotensione, la stanchezza cronica), per la cura delle quali il gatto va messo di modo che la sua testa sia a sinistra e la parte posteriore del corpo, a destra. Per queste malattie sarebbero più adatti i gatti bianchi. Per le malattie "yang" (l'ipertensione, infarto, l'ictus) il gatto si mette in posizione inversa; per queste malattie sarebbero più adatti i gatti neri.
I gatti grigi e i tigrati sono "universali" e curano tutto, mentre quelli rossi caricano i loro umani di energia positiva.
Esiste una teoria secondo la quale il gatto sarebbe l'unico animale capace di assorbire una piccola quantità di energia negativa, perciò ogni tanto vediamo i gatti sopra i computer e gli elettrodomestici.
Il gatto sente quando in un certo punto del corpo umano cambia il potenziale energetico, si posa sopra e così riesce ad equilibrare il sistema energetico umano. La gattoterapia può far assorbire degli ematomi interni, senza parlare del ripristino degli scambi cellulari. Coloro che amano i gatti, infatti, si rivolgono ai medici di meno rispetto a chi li evita.
... E' impossibile costringere il gatto a curare il suo umano; occorre che tra i due ci sia l'amore e la fiducia; e i gatti sono molto sensibili a come sono trattati. Il gatto è capace anche di morire se il suo proprietario ha accumulato troppa energia negativa.
(ranibu.ru)
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scienza-magia · 9 months
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Consigli pratici per avere un cervello in forma
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Consigli per mantenere il cervello attivo: Strategie efficaci per stimolare la salute cognitiva a lungo termine. Il cervello è uno straordinario organo che guida tutte le funzioni del nostro corpo e ci permette di interagire con il mondo che ci circonda. Mantenere il cervello attivo e in salute è fondamentale per preservare le funzioni cognitive, la memoria e la capacità di apprendimento nel corso della vita. In questo articolo, esploreremo approfonditamente una serie di consigli pratici e strategie efficaci per stimolare e mantenere attivo il cervello, migliorando così la qualità della vita e riducendo il rischio di problemi cognitivi legati all’invecchiamento. L’importanza di un cervello attivo nel corso della vita Il cervello è il centro nevralgico del nostro sistema nervoso e svolge un ruolo fondamentale nel regolare tutte le funzioni del nostro corpo, comprese le attività cognitive come la memoria, l’attenzione, il ragionamento e la capacità di problem-solving. Mantenere il cervello attivo è cruciale per garantire il suo corretto funzionamento e prevenire il declino cognitivo associato all’invecchiamento. Esercizio fisico regolare per un cervello attivo e in forma L’esercizio fisico regolare non solo favorisce la salute del nostro corpo, ma anche quella del cervello. L’attività fisica stimola la circolazione sanguigna e aumenta l’apporto di ossigeno e nutrienti al cervello, promuovendo la crescita di nuove cellule cerebrali e la formazione di nuove connessioni neurali. Inoltre, l’esercizio fisico favorisce la produzione di sostanze chimiche benefiche per il cervello, come le endorfine, che migliorano l’umore e riducono lo stress. Scegli un’attività fisica che ti piace, come camminare, nuotare, ballare o praticare uno sport, e cerca di dedicarle almeno 30 minuti al giorno.
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Stimola il tuo cervello: Consigli pratici per mantenere la mente vivace. Nutrizione equilibrata per alimentare il cervello Una dieta equilibrata e ricca di nutrienti è essenziale per mantenere il cervello sano e attivo. Alcuni nutrienti particolarmente benefici per la salute cerebrale includono gli acidi grassi omega-3 presenti nel pesce, le vitamine del gruppo B che si trovano in cereali integrali, legumi e verdure a foglia verde, i polifenoli presenti nei frutti di bosco e nelle verdure colorate, e gli antiossidanti presenti in alimenti come le spezie (curcuma, zenzero) e i frutti oleosi (noci, mandorle). Limita il consumo di alimenti ad alto contenuto di grassi saturi, zuccheri e sale, che possono avere un impatto negativo sulla salute del cervello. Stimolazione mentale per allenare il cervello La stimolazione mentale costante è fondamentale per mantenere il cervello attivo e in forma. Impegnarsi in attività che richiedono sforzo cognitivo e sfidano il cervello può aiutare a migliorare la memoria, la concentrazione e la capacità di problem-solving. Leggere libri, risolvere cruciverba o puzzle, imparare una nuova lingua o strumento musicale, dedicarsi a giochi di strategia o partecipare a programmi di apprendimento continuo sono solo alcune delle attività che possono stimolare il cervello. L’obiettivo è quello di sfidare costantemente il cervello con attività nuove e complesse, per favorire la formazione di nuove connessioni neurali e migliorare la plasticità cerebrale. Sonno di qualità per il recupero cognitivo Un sonno di qualità è fondamentale per il corretto funzionamento del cervello. Durante il sonno, il cervello si riposa, ripara i tessuti danneggiati e consolida le informazioni apprese durante la giornata. La mancanza di sonno o un sonno di scarsa qualità possono influire negativamente sulle funzioni cognitive, la memoria e l’umore. Per favorire un sonno di qualità, cerca di mantenere una routine regolare di sonno, crea un ambiente confortevole e rilassante nella tua camera da letto, limita l’uso di dispositivi elettronici prima di coricarti e pratica tecniche di rilassamento come la meditazione o la respirazione profonda prima di dormire. Socializzazione e attività sociali per una mente vivace Le relazioni sociali e le attività sociali hanno un impatto significativo sulla salute del cervello. Interagire con altre persone stimola il cervello, favorisce la comunicazione, l’empatia e la condivisione di esperienze. Partecipare a conversazioni, frequentare corsi o club, essere attivi nella comunità e mantenere legami sociali solidi possono contribuire a mantenere il cervello attivo e sano. L’interazione sociale offre anche opportunità di apprendimento continuo e scambio di idee, che sono fondamentali per stimolare il cervello e mantenerlo in forma. Conclusioni Mantenere il cervello attivo e in salute è un impegno che richiede costanza e consapevolezza. Seguendo i consigli sopra menzionati, potrai favorire la salute e il benessere del tuo cervello nel corso della vita. L’esercizio fisico regolare, una dieta equilibrata, la stimolazione mentale, il sonno di qualità e le relazioni sociali sono pilastri fondamentali per mantenere il cervello attivo e prevenire il declino cognitivo. Ricorda che ogni persona è unica, quindi è importante adattare questi consigli alle tue esigenze individuali. Consulta sempre un professionista qualificato per consigli specifici sulla tua salute e per ottenere un piano personalizzato per mantenere il tuo cervello attivo. Fonti: Harvard Health Publishing. (2021). Regular exercise changes the brain to improve memory, thinking skills. - Il Cervello Umano: La curiosità dell’universo di Neuroni Read the full article
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ma-pi-ma · 3 years
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I gatti neri sono quelli più potenti di tutti ai fini di energia sottile assorbente e curativa. E chi è appunto allergico ai gatti ha solitamente fortissimi problemi anaffettivi e blocchi sessuali!!
LA GATTOTERAPIA NON E' UNO SCHERZO
Un giorno a Londra, in un istituto che studiava le terapia da applicare agli umani, una gatta di nome Marta è entrata nel laboratorio.
Mentre passava davanti al generatori della corrente a bassa frequenza, i sensori sono andati in tilt. Gli scienziati hanno misurato il campo elettromagnetico della gatta e hanno capito che il gatto è in grado di sostituire il costoso generatore: il suo campo era più potente. Una corrente a bassa frequenza si usa per la cura delle infiammazioni croniche.
Dopo questo inaspettato risultato è stato fatto un esperimento: un gruppo di persone è stato curato con un generatore di corrente di bassa frequenza, mentre nell'altro gruppo sul posto da trattare avevano messo un gatto.
Il risultato: coloro che hanno fatto la gattoterapia sono guariti tutti, mentre nell'altro gruppo era guarita soltanto la metà dei malati.
Il pelo del gatto produce la corrente a bassa frequenza, mentre il contatto tra i peli fa nascere un potente campo elettrico. Queste correnti possono agire sul focolai d'infiammazione e uccidere i microbi.
Un gatto è in grado di sostituire ben 5 moderni generatori di corrente a bassa frequenza. Il gatto stesso non subisce nessun danno, e sa anche quando terminare la seduta e prendersi cura di se stesso.
La terapia felina è particolarmente efficace per la cura delle articolazioni e delle malattie ginecologiche. Le donne possono semplicemente posare il gatto di casa sulla pancia, accarezzandolo per una ventina di minuti, per avere un effetto terapeutico.
Il contatto terapeutico del gatto migliora la circolazione del sangue e rigenera i tessuti.
Il massaggio che i gatti fanno con le unghie, in realtà, agisce sui punti di riflesso, similmente agli aghi dell'agopuntura.
Anche le fusa dei gatti è una terapia (del suono); le fusa sono più potenti della terapia ad ultrasuoni (il gatto stesso fa le fusa per curare se stesso, oltre alla fusa del piacere).
La banda delle frequenze delle fusa (25 - 50 Hz, con le punte fino a 150 Hz) rafforza le ossa, migliora la circolazione cerebrale, stabilizza la pressione e il ritmo cardiaco.
I gatti sanno trasformare l'energia della malattia, sapendo scambiare la loro energia con l'energia umana (occorre dire che l'energetica dei gatti è molto simile a quella umana).
Esistono le malattie "yin", con la mancanza dell'energia (nevrastenia, artrite, l'ipotensione, la stanchezza cronica), per la cura delle quali il gatto va messo di modo che la sua testa sia a sinistra e la parte posteriore del corpo, a destra. Per queste malattie sarebbero più adatti i gatti bianchi. Per le malattie "yang" (l'ipertensione, infarto, l'ictus) il gatto si mette in posizione inversa; per queste malattie sarebbero più adatti i gatti neri.
I gatti grigi e i tigrati sono "universali" e curano tutto, mentre quelli rossi caricano i loro umani di energia positiva.
Esiste una teoria secondo la quale il gatto sarebbe l'unico animale capace di assorbire una piccola quantità di energia negativa, perciò ogni tanto vediamo i gatti sopra i computer e gli elettrodomestici.
Il gatto sente quando in un certo punto del corpo umano cambia il potenziale energetico, si posa sopra e così riesce ad equilibrare il sistema energetico umano. La gattoterapia può far assorbire degli ematomi interni, senza parlare del ripristino degli scambi cellulari. Coloro che amano i gatti, infatti, si rivolgono ai medici di meno rispetto a chi li evita.
... E' impossibile costringere il gatto a curare il suo umano; occorre che tra i due ci sia l'amore e la fiducia; e i gatti sono molto sensibili a come sono trattati. Il gatto è capace anche di morire se il suo proprietario ha accumulato troppa energia negativa.
(ranibu.ru)
Olga Samarina
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corallorosso · 4 years
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A Roma, un nonno ha incidentalmente fatto partire un colpo dalla pistola che teneva in casa e ha colpito alla testa il nipotino di 7 anni. Per il piccolo è stata dichiarata la morte cerebrale. E se un episodio del genere, nel nostro paese, rappresenta una terribile eccezione, negli USA, dove ci sono più armi da fuoco che esseri umani (sul serio: 357 milioni di armi contro 318.9 milioni di persone) è quasi la norma. - 1.82 bambini sotto gli undici anni vengono uccisi ogni giorno dalle armi da fuoco sul suolo statunitense. - 8 al giorno tra i 12 e i 17 anni. - Una media di circa 70 bambini ogni anno, negli USA, muoiono per incidenti domestici connessi alle armi da fuoco. - Circa 30 sotto i 5 anni. - 486 persone all’anno muoiono, o uccidono qualcuno “per errore”, a causa delle armi che tengono in casa. Ecco, la tragedia del nonno con il nipote dovrebbe metterci in guardia verso le tentazioni di parte della nostra destra di incentivare l’utilizzo delle armi da fuoco per “difesa personale”. Più armi da fuoco in circolazione significano solo più morti. Spesso morti innocenti. Non dimentichiamolo mai. Emili8ano Rubbi
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academybdsm · 4 years
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Lesson 34 👑
"NIPPLE TORTURE PLAY"
Oggi parliamo di pinze per capezzoli.
Giochi e sevizie con le pinze sono pratiche molto usate nel BDSM.
La maggior parte delle persone che sono interessare a questo mondo possiedono almeno un paio di mollette per capezzoli da usare con il loro o la loro compagna di giochi.
Se sei un principiante e stai cercando di capire meglio di cosa si tratta, prima acquistarle, evidenzia l’articolo che fa per te.
Oggi vedremo:
*Cos’è la nipple play e la nipple torture
*Perché la sicurezza è al primo posto
*Come si indossano le pinze per capezzoli *Perché usarle e i vari tipi di nipple clamps.
Come vedi quindi anche oggi un sacco di informazioni nuove per soddisfare la tua curiosità.
*Cos’è la nipple play e la nipple torture?
La nipple torture consiste nel provocare dolore, sofferenza e piacere in una zona erogena di maggiore sensibilità, solitamente il capezzolo, grazie ad uno strumento per “succhiare” o "pinzare". Giocare con questi morsetti per capezzoli incrementa la sensibilità in questa zona regalando una sensazione di sottomissione intensa.
*La sicurezza: perché la sicurezza è sempre al primo posto, anche se l’idea di iniziare a giocare con questi strizza capezzoli eccita, è importante elencare alcune considerazioni di sicurezza. In primis, le mollette ai capezzoli limitano la circolazione sanguigna in questa zona, quindi è di vitale importanza che non siano mai indossate troppo a lungo durante i giochi. La prima volta è possibile che le pinzette per capezzoli facciano male, ma dopo un po’ il capezzolo si abitua e il dolore è più sopportabile. La rimozione delle costrizioni è la parte che provoca maggior dolore ma è anche il momento più intenso. Leccare, baciare e massaggiare i capezzoli può lenire il dolore, ma in ogni caso la maggiore sensibilità in questa zona può durare da qualche ora ad un giorno.
Ai principianti si consiglia di non andare oltre i 10 minuti di pinzatura, quando si accumula esperienza, si può andare un po’ oltre, ma comunque mai oltre i 20 minuti totali. È molto importante prestare attenzione ad ogni sintomo di disagio e, soprattutto nel caso il capezzolo inizi a divenire cianotico, è fondamentale rimuovere la pinza per capezzoli immediatamente.
Andiamo quindi ora ad elencare cose che si possono e non si possono fare, in modo da mantenere questa pratica assolutamente sicura.
*Cose da fare e non fare: ci sono alcuni accorgimenti di cui devi tener assolutamente conto quando pratichi questo tipo di giochi. Queste sono, controllare spesso la circolazione del sangue e i sintomi di addormentamento della pelle, allentare la pressione ogni 20 minuti, in modo da ripristinare la circolazione del sangue al 100% .
È consigliato Iniziare con nipple clamps regolabili. Rimuovere immediatamente la pinza per capezzoli se il capezzolo inizia a gonfiarsi o cambiare colore, meglio andarci piano e aumentare pian piano l’intensità tenendo le reazioni sempre sotto controllo.
*Come si indossano le pinze per capezzoli? Una volta scelta la pinza che fa per voi (fra poco andremo ad approfondire questo punto) si inizia strofinando e pizzicando il capezzolo, fino a che questo non diventa turgido ed eretto. In questo modo la pinza per capezzoli avrà maggiore spazio a cui attaccarsi. A questo punto fai mordere la pinza giusto dietro al capezzolo laddove si trova l’aureola,e ricorda sempre il limite di 10 minuti.
*Perché usare le pinze per capezzoli? Tutti sappiamo che sia uomini che donne provano piacere quando i capezzoli vengono stimolati, la maggior parte delle persone non hanno problemi quando parliamo di usare lingua e dita per “accendere” questa zona. Ma quando si parla di mollette per capezzoli molti semplicemente concludono pensando qualcosa del tipo… “Questa roba non fa per me”, e per dirla tutta è un peccato perché tu non devi per forza far parte dell’ambiente bondage per godere di questo gioco.
Esistono un sacco di motivi per voler esplorare quest’area del sesso che vanno da: piacere, sofferenza, giochi di ruolo, dominazione. Al di là di ciò, se utilizzi nipple clamps ci sono delle reazioni fisiologiche che il corpo di qualsiasi persona è destinato a provare. Tutti abbiamo esplorato quest’area in maniera tradizionale, ma le nipple clamps possono darci una mano a spingerci un po’ oltre. E’ interessante notare che studi recenti hanno dimostrato come stimolare i capezzoli accende l’area cerebrale della corteccia, che gestisce l’eccitazione in generale e quella delle sue zone genitali in particolare. Inoltre circa l’1% delle donne può raggiungere l’orgasmo tramite la sola stimolazione del capezzolo. Quindi fatte queste premesse è importante che ora chiariamo un concetto. Essendo legate al mondo BDSM le persone pensano che le pinze per capezzoli siano solo strumenti di tortura. La verità è che possono esserlo ma non devono esserlo per forza e possono anche essere usate per puro piacere. Quindi la sensazione che si andrà a provare è completamente legata al tipo di molletta che si deciderà di utilizzare. Se siete indecisi in merito a se utilizzare o meno uno di questi strumenti di costruzione, potete semplicemente iniziare pizzicando i capezzoli con le vostre dita tanto per cominciare a capire come il vostro corpo reagisce e se quindi è il caso di investire qualche euro per passare allo step successivo.
Come potresti aver già letto fra le righe, questo gioco può essere piacevole anche per te in quanto uomo e non solo per lei.
*Tipi di pinze per capezzoli.
Qui di seguito andiamo ad analizzare i vari tipi di mollette per capezzoli che puoi trovare in circolazione.
*Nipple suckers: questi piccoli toys succhiano il capezzolo come lo farebbe una bocca, devi solo posizionarli sul capezzolo e loro faranno tutto il lavoro di suzione. Usati per qualche minuto aumentano il flusso di sangue e la sensibilità quindi avrai a che fare con un capezzolo più turgido ed eretto. Un uso nel tempo dei nipple suckers può fra l’altro ingrossare i capezzoli permanentemente e renderli più sensibili al tocco. Infatti alcuni li usano per provare a correggere casi di capezzolo introflesso e rendere quindi il capezzolo un po’ più sporgente. Se hai problemi ad indossarli puoi usare un pochino di lubrificante sul capezzolo in modo che il nipple sucker faccia un po’ più presa.
*Nipple clamps: questo giocattolo ad un principiante o novizio può sembrare decisamente più cruento di quanto non sia in realtà. Infatti è vero che queste mollette per capezzoli sono progettate per fare una forte presa e quindi possono produrre un dolore intenso, ma allo stesso tempo questa può essere lieve e volta solo a stuzzicare.
Esistono due tipi di pinze per capezzoli che puoi trovare in commercio: regolabili e non regolabili. Se siete principianti o novizie vi conviene partire dalle regolabili. Infatti queste, come suggerisce la parola stessa, danno la possibilità di regolare la presa in modo che questa non risulti troppo intensa.
*Pinze per capezzoli vibranti: una volta passati alle non regolabili non è comunque finita. Infatti hai la possibilità di provare ad aggiungere la vibrazione per sensazioni ancora più particolari.
*Pinzette per capezzoli: queste possono pizzicare il capezzolo in una maniera più concentrata ed intensa grazie alle dimensioni più ridotte. Il livello di dolore provocato da queste pinzette può variare da lieve a intenso quindi sono ancora una soluzione adatta per i principianti, anche per il fatto che sono piccole e con un design aggraziato.
*Nipple weights: questo è decisamente un modello per esperti dediti all'extreme.
Il peso può variare a seconda del modello che acquisti. L’unico consiglio è di non partire da qui ovviamente anche se siete particolarmente curiosi. 👑
(Tratto dal web)
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cartofolo · 5 years
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Parla Pim Van Lommel, il cardiologo olandese pluripremiato e noto per il primo studio mondiale sulle Nde (Near Death Experience): "Dopo aver ascoltato migliaia di persone credo che la morte non sia la fine di tutto".
Insomma, alla luce di tanti anni di studio "non si può evitare di giungere alla conclusione che la coscienza sia sempre esistita e continui a esistere indipendentemente dal corpo, e che essa non abbia né inizio né fine". Ma esistono prove oggettive di una premorte? "Sì - risponde van Lommel - e sono basate sull'aver potuto comprovare la veridicità di certi aspetti delle 'esperienze fuori del corpo', e sul momento in cui queste esperienze si sono prodotte durante la rianimazione cardio-polmonare. In una recente rassegna di 93 testimonianze di percezioni extracorporee potenzialmente verificabili e avvenute durante le premorti, si è scoperto che circa il 90% delle testimonianze riportate erano accuratissime: la verifica ha provato che tutte le percezioni avvenute durante il coma, l'arresto cardiaco o un'anestesia generale riferivano dettagli davvero accaduti; l'8% delle testimonianze conteneva solo piccoli errori e il 2% era del tutto errato". Da una luce calda e accogliente a un lungo tunnel, alle parole dei medici e degli infermieri indaffarati in sala operatoria, visti come se ci si trovasse fuori dal proprio corpo, con dettagli precisi sui 'bip' dei macchinari. I racconti delle esperienze di premorte sono intensi e scioccanti: "Secondo una recente indagine randomizzata, circa il 4% della popolazione occidentale sembra averle sperimentate, sarebbe a dire 2,5 milioni di italiani. Ebbene, dopo aver ascoltato migliaia di pazienti, e dopo gli studi scientifici condotti sui sopravvissuti ad arresto cardiaco, sono giunto all'inevitabile conclusione che la morte non è la fine della coscienza, ma solo un cambiamento di stato di coscienza". Lo dice all'agenzia di stampa AdnKronos Salute Pim van Lommel, cardiologo olandese pluripremiato e noto per il primo studio mondiale sulle Nde (esperienze di premorte), pubblicato su The Lancet. Van Lommel indaga da oltre 30 anni su questo momento delicato e particolarissimo, a cavallo tra vita e morte. La sua esperienza e i suoi studi si sono concretizzati in "Coscienza oltre la vita. La scienza delle esperienze di premorte", un best seller internazionale ora pubblicato anche in Italia (Edizioni Amrita). "Quello che finisce con la morte è solo il nostro aspetto fisico. Non vi è inizio né ci sarà mai fine alla nostra coscienza", dice l'esperto, raggiunto via email. Ma che cos'è una Nde e perché può verificarsi? "Ci sono persone che sono sopravvissute a crisi in cui era in gioco la loro vita, che hanno raccontato di aver avuto esperienze coscienti straordinarie. Una premorte può essere definita come il ricordo di una serie di impressioni vissute durante uno speciale stato di coscienza, con diversi elementi comuni: un'esperienza fuori dal corpo, sensazioni piacevoli, la visione del tunnel, della luce, dei propri cari defunti, il passare in rivista la propria vita, e il ritorno cosciente nel corpo. L'arresto cardiaco (morte clinica), uno shock a seguito di emorragia (parti difficili), un insulto cerebrale o colpo apoplettico, un quasi affogamento o un'asfissia, ma anche malattie gravi, episodi di depressione, isolamento o meditazione" possono essere all'origine di queste esperienze. Si tratta comunque sempre di un'esperienza trasformativa, "in quanto causa cambiamenti profondi nel modo di cogliere la vita, elimina la paura della morte e rafforza la sensibilità intuitiva", prosegue van Lommel . Inoltre è "sempre più frequente: i malati che sopravvivono sono più numerosi, grazie alle moderne tecniche di rianimazione e al miglioramento delle cure per chi subisce un trauma cerebrale". Per molti medici però la Nde "è ancora un fenomeno incomprensibile e sconosciuto, perché solleva molti interrogativi fondamentali: come si può avere una consapevolezza lucida all'esterno del corpo, proprio quando il cervello non funziona più, e il paziente è clinicamente morto?". "Sappiamo dai casi di esperienze fuori dal corpo, occasionali e verificabili durante il periodo di incoscienza, ma non nei primi né negli ultimi secondi di arresto cardiaco; tuttavia, dal punto di vista delle convinzioni mediche attuali - evidenzia l'esperto - non dovrebbe essere possibile una forma di coscienza durante l'arresto cardiaco e il coma profondo". Proprio per chiarire alcuni aspetti, "nel 1988 è partito in Olanda uno studio longitudinale sulle Nde: all'epoca non c'erano nel mondo altri studi longitudinali su larga scala su questo tema. La ricerca era stata progettata per includere tutti i pazienti con un infarto del miocardio acuto sopravvissuti a un arresto cardiaco in uno dei 10 ospedali olandesi partecipanti. Tutti i pazienti inclusi nello studio erano stati dichiarati 'clinicamente morti' - racconta van Lommel - Per morte clinica si intende il periodo di incoscienza causato da anossia, assoluta mancanza di ossigeno al cervello. Circostanze in cui, se non si procede alla rianimazione entro 5-10 minuti, i danni al cervello sono irreversibili e il paziente muore. Lo studio quindi è stato condotto su pazienti con un comprovato rischio di morte; erano nel primo stadio del processo di morte". La ricerca "prevedeva anche un gruppo di controllo, formato da pazienti che, pur essendo sopravvissuti ad un arresto cardiaco, non avevano ricordi del periodo di incoscienza. I dati di tutti i pazienti furono attentamente rilevati prima, durante e dopo la rianimazione. Il vantaggio di un progetto del genere era che tutte le procedure potevano essere definite in anticipo, escludendo così pregiudizi legati alla selezione. In 4 anni, tra il 1988 e il 1992, la ricerca studiò 344 pazienti successivi sottoposti a un totale di 509 rianimazioni riuscite". Se i pazienti riportavano ricordi legati al periodo di incoscienza, alle loro esperienze veniva dato un punteggio in base all'indice Wcei (Weighted Core Experience Index). Maggiore era il numero di elementi che venivano riferiti, "più alto era il punteggio e più profonda era la Nde", continua l'esperto. "Scoprimmo - riporta van Lommel - che 282 pazienti (l'82%) non avevano alcun ricordo del periodo trascorso in incoscienza, mentre 62 (18%) riferirono di aver avuto una esperienza di premorte. Dei 62 pazienti dotati di ricordi, 21 (il 6%) ne avevano pochi; 18 avevano vissuto una premorte di moderata profondità, 17 una Nde profonda e 6 una molto profonda". Ma cosa emerse dalle parole dei protagonisti? "La metà dei pazienti disse di essere stato consapevole di essere morto, e riferì emozioni positive; il 30% di aver vissuto l'esperienza del tunnel, osservato un paesaggio celestiale o incontrato persone decedute; all'incirca un quarto raccontò un'esperienza fuori dal corpo, di aver comunicato con 'la luce', e percepito colori; il 13% aveva passato in rassegna la propria vita e l'8% aveva percepito la presenza di un confine". "Cercammo una spiegazione per il fatto che solo alcuni ricordano il periodo trascorso in incoscienza - continua il ricercatore - Paragonammo quindi i dati che avevamo rilevato, confrontando i 62 pazienti che avevano avuto una esperienza di premorte con i 282 che non l'avevano avuta. Il grado di anossia cerebrale si dimostrò irrilevante, perché non potemmo riscontrare alcuna differenza fra pazienti il cui arresto cardiaco era stato molto lungo o molto breve. Non scoprimmo differenze neppure rispetto alla durata del periodo d'incoscienza, alla necessità o meno di intubare i pazienti particolarmente gravi. Stabilimmo anche che i farmaci non influivano in alcun modo, così come non influivano le cause psicologiche, per esempio il fatto di avere o meno paura della morte, sebbene influissero sulla profondità dell'esperienza". "Fummo dunque sorpresi nel non riuscire a trovare una spiegazione" medica. "La spiegazione psicologica era dubbia, perché la maggior parte dei pazienti non riferì di aver avuto paura di morire. Venne esclusa anche la spiegazione farmacologica. E' stato grazie ai casi di percezione avvenuti durante la rianimazione - sottolinea van Lommel - che siamo arrivati all'inevitabile conclusione che tutti gli elementi dell'esperienza di premorte erano stati sperimentati durante l'arresto cardiaco, quando la circolazione sanguigna nel cervello era completamente assente". "Se ci si basa sulle scoperte e le conclusioni dei quattro studi longitudinali sulle Nde dei sopravvissuti a un arresto cardiaco e sugli studi neurofisiologici durante l'arresto cardiaco, vi sono buone ragioni per dedurre che la coscienza non sempre coincida con il funzionamento del cervello: un'accresciuta consapevolezza, con eventuali percezioni, può talvolta essere esperita separatamente dal corpo". Per lo studioso ciò si spiega con l'ipotesi della coscienza 'al di là del tempo e dello spazio': "La funzione cerebrale dovrebbe essere paragonata a una ricetrasmittente, o a un'interfaccia, non diversamente dalla funzione di un computer. Non siamo consapevoli dell'enorme quantità di campi elettromagnetici da cui siamo costantemente circondati oltre che permeati. Diventiamo coscienti di quei campi elettromagnetici solo quando usiamo il cellulare o accendiamo la radio, la tv o il laptop". Insomma, alla luce di tanti anni di studio "non si può evitare di giungere alla conclusione che la coscienza sia sempre esistita e continui a esistere indipendentemente dal corpo, e che essa non abbia né inizio né fine". Ma esistono prove oggettive di una premorte? "Sì - risponde van Lommel - e sono basate sull'aver potuto comprovare la veridicità di certi aspetti delle 'esperienze fuori del corpo', e sul momento in cui queste esperienze si sono prodotte durante la rianimazione cardio-polmonare. In una recente rassegna di 93 testimonianze di percezioni extracorporee potenzialmente verificabili e avvenute durante le premorti, si è scoperto che circa il 90% delle testimonianze riportate erano accuratissime: la verifica ha provato che tutte le percezioni avvenute durante il coma, l'arresto cardiaco o un'anestesia generale riferivano dettagli davvero accaduti; l'8% delle testimonianze conteneva solo piccoli errori e il 2% era del tutto errato".
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levysoft · 4 years
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Il sangue va "all'indietro"
La trombosi sofferta da un astronauta sembrerebbe essere la prima documentata in missione. Rilevata al cinquantesimo giorno di permanenza nello spazio grazie a un programma di screening che ha monitorato l’equipaggio prima, durante e dopo il volo con ecografia a ultrasuoni anche a bordo della Iss. In tutto sono stati in undici a sottoporsi agli esami e, nonostante l’occlusione sia rimasta un caso (quasi) isolato, ben sei astronauti hanno mostrato segni di inversione o stagnazione della circolazione nella vena giugulare, quella che permette di far defluire il sangue dal cervello, per esempio mentre il corpo è steso (sulla Terra) oppure mentre fluttua in condizione di microgravità, quella di chi si trova in orbita o nello spazio.
I risultati sono stati pubblicati su Jama Network Open dal team internazionale coordinato da Karina Marshall-Goebel della Kbr di Houston. Con lei hanno lavorato esperti della Nasa e diverse università, istituti di ricerca e ospedali, compresi un ricercatore russo e uno francese, per approfondire le conseguenze sulla circolazione del sangue sul corpo di chi vive lavora nello spazio per mesi.
Gli effetti della microgravità
Quando una persona si trova sulla Terra, il sangue fluisce dalla testa verso il basso grazie anche alla forza di gravità. Nello spazio però non esiste “sopra” né “sotto” e la circolazione fatica a scorrere nella maniera più funzionale. Gli effetti sono visibili, per esempio, anche osservando i volti degli astronauti, che diventano più “paffuti” e le cui vene del collo si ingrossano. La ricerca ha constatato che questo può provocare seri danni se non monitorata in maniera costante. Danni che si aggiungono ai già ben noti effetti su un corpo che trascorre diversi mesi in ambiente di microgravità come l’atrofia dei muscoli e l’indebolimento delle ossa. Lo spostamento dei fluidi (come il sangue) verso la testa può inoltre provocare anche edema alla retina e influire sul funzionamento del sistema nervoso centrale che “galleggia” all’interno del liquido cefalo-rachidiano.
I risultati
Secondo lo studio, degli 11 partecipanti, definiti “sani”, quindi senza patologie particolari prima del volo, in sei è stata riscontrata una stagnazione o inversione della circolazione nella vena giugulare interna già dopo 50 giorni. Dunque il sangue si ferma o scorre nella direzione opposta. Nel già citato caso di trombosi, è stata rilevata una occlusione e una parziale occlusione in un altro membro dell’equipaggio (i nomi non sono stati resi noti per il rispetto della privacy). La conclusione dei ricercatori è che la trombosi (l’occlusione di vasi sanguigni) può essere una conseguenza dovuta all’alterazione della circolazione negli astronauti. Non solo: “Può avere conseguenze significative per il volo spaziale civile così come future missioni di esplorazione verso Marte” scrivono nel paper. Inoltre “la potenziale correlazione tra il deflusso cerebrale alterato nella vena e la sindrome neuro oculare associata al volo spaziale così come le performance neurocognitive devono essere indagate più a fondo”.
Gli effetti di un trombo possono portare anche a un embolo polmonare. In orbita attorno alla Terra i rischi sono ancora controllabili. Ma gli anticoagulanti, per esempio, espongono al rischio di emorragia e difficoltà di far rimarginare le ferite. Pensiamo a una rischiosa missione di esplorazione che può durare anni verso e su Marte, un ambiente ostile. Una condizione acuta può mettere a rischio, oltre alla vita dell’astronauta, anche l’incolumità di un intero equipaggio che deve fare fronte a un’emergenza imprevista.
Per quanto riguarda la circolazione, gli stessi scienziati suggeriscono che un metodo per favorire il flusso sanguigno verso la parte inferiore del corpo può essere quello di sigillarla in un dispositivo speciale, una specie di scatola a bassa pressione, per alcuni periodi di tempo. Un metodo che si sarebbe rivelato efficace nella maggioranza dei casi. Ma non in tutti. Marshall-Goebel avverte anche sui rischi delle pillole contraccettive che assumono le astronaute per bloccare il ciclo mestruale durante le missioni.
Il rischio trombosi va ad aggiungersi a una lista che continua ad allungarsi. Alcune delle molte conseguenze sul corpo umano che erano state riscontrate prima di questo studio sono pongono questioni tuttora non del tutto risolte. Come la visione sfocata e i problemi all’apparato vestibolare, quindi di equilibrio. Per non parlare della minaccia rappresentata dalle radiazioni cosmiche, che rischiano di far impazzire chi viaggia a lungo fuori dallo scudo del campo magnetico terrestre
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alesky85 · 4 years
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Appena svegli, l’organismo arriva da ore di digiuno e nelle quali si è disidratato. Bere un bel bicchiere d’acqua, prima di ogni altra cosa, è indispensabile per partire con la carica e per sentirsi più efficienti durante il giorno. Ma perché è così importante bere l’acqua appena svegli? Bere acqua al mattino appena svegli può essere utile sotto molti punti di vista. Oltre a depurare l’organismo, da una spinta al metabolismo e idrata la pelle e, ovviamente, gli organi interni. Vediamo motivi più importanti: 1) Attiva il sistema immunitario 2) Disintossica 4) Idrata 5) Ha un effetto diuretico 6) Migliora la pelle 7) Dona energia 8) Aumenta l’attività cerebrale 9) Aiuta a perdere peso 10) Facilita la digestione 11) Fa bene all’intestino 12) Aiuta a prevenire i calcoli 13) Protegge le articolazioni 14) Migliora la circolazione Bastano come benefici per prendere questa sana abitudine? L’acqua andrebbe bevuta sempre con piacere e con la consapevolezza che farlo, specie se al mattino, apporta benefici che spesso si sottovalutano ma che sono davvero importanti per poter vivere al meglio, mantenendosi in salute. Ricordiamci che siamo composti per il 60-70% da ACQUA! 🚰 . Dimmi cosa ne pensi nei commenti o scrivimi in DM! A.S • • • #cleaneating #aleskyfit #trani #cleaneatingideas #acqua #cleaneatingchallenge #cleaneatingrecipe #cleaneatinglifestyle #cleaneatingjourney #cleaneatingaddict #cleaneatingdiet #cleaneatingforlife #healthychoices #healthy #healthy #photooftheday #realfood #cleaneats #foodie #foodgram #delicious #wholefood #healthfood #gettinghealthy #livinghealthy #bestoftheday #nutrition #lifestyle #followme #inspiration https://www.instagram.com/p/B4Ul3p3i84n/?igshid=94lo6njlksur
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kon-igi · 6 years
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Di solito è il contrario ma questa volta chiedo io a voi
Mi sento come se fosse appena caduto dal mio millenario sarcofago quindi, previo permesso, vi rigiro questa parte di chat:
Secondo te ci sono in Italia degli sbocchi per gli ingegneri medici (non biomedici)? Mi piace molto come facoltà e sono intenzionata ad iscrivermi ma se cerco su internet trovo solo notizie riguardo la biomedica.
@spaam @firewalker @gianlucavisconti @piovonopistacchi ... chi diamine sono e COSA DIAMINE FANNO GLI INGEGNERI MEDICI?!
Qualcuno sa qualcosa ché le bende strette mi fermano la circolazione cerebrale?
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scienza-magia · 2 years
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OrganEx, resuscitati organi di maiali dopo la morte
Lo studio di Nature di un team di Yale: “Ripristinate funzioni cellulari in alcuni maiali un’ora dopo la morte”. l team, guidato da David Andrijevic e Nenad Sestan, ha valutato l’efficacia di una nuova tecnologia che fornisce alle cellule un fluido protettivo che può ripristinare la circolazione sanguigna e altre funzioni cellulari. Quando si verifica un arresto cardiaco, si innescano una serie di effetti biochimici associati alla carenza di sangue, ossigeno e sostanze nutritive, il che porta alla morte delle cellule e dell’organismo. Riuscire a ritardare o invertire questi processi potrebbe rappresentare una svolta in ambito medico, consentendo al personale sanitario di guadagnare minuti preziosi di vita del paziente o di salute degli organi in caso di trapianti e donazioni di organi e tessuti. Un gruppo di scienziati della Yale School of Medicine, descrivendo i propri risultati sulla rivista Nature, ha ripristinato con successo le funzioni cellulari di alcuni maiali a distanza di un’ora dalla morte degli animali. Il team, guidato da David Andrijevic e Nenad Sestan, ha valutato l’efficacia di una nuova tecnologia che fornisce alle cellule un fluido protettivo che può ripristinare la circolazione sanguigna e altre funzioni cellulari. Chiamato OrganEx, questo approccio è stato progettato per organi e tessuti, e si basa su un dispositivo di perfusione, simile alle macchine utilizzate negli interventi cardiaci, e un fluido sperimentale composto da sostanze che possono promuovere la sopravvivenza delle cellule. La ricerca si basa su un progetto precedente, nel quale il team di Sestan aveva ripristinato alcune funzioni cellulari nell’organo cerebrale di un maiale deceduto grazie alla tecnologia chiamata BrainEx. Nel nuovo lavoro, gli scienziati hanno utilizzato un modello animale, in particolare dei suini, a cui è stato provocato un arresto cardiaco sotto anestesia.
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Dopo un’ora dalla morte cardiaca, gli autori hanno trattato gli esemplari con OrganEx.Stando a quanto emerge dall’articolo scientifico, dopo sei ore dalla terapia, diverse cellule erano attive in varie parti del corpo dei maiali, tra cui cuore, fegato e reni. Alcune funzioni erano state inoltre ripristinate, il cuore aveva preservato la capacità di contrarsi e mostrava segni di attività elettrica. “Questo lavoro – afferma Sestan – potrebbe essere la chiave per aumentare le chance di sopravvivenza dei pazienti in caso di complicazioni durante gli interventi chirurgici. Allo stesso tempo, però, questo metodo potrebbe prolungare la salute degli organi donati, che devono essere trapiantati nei riceventi prima che le funzioni cellulari si interrompano”. Normalmente, spiegano gli esperti, quando il cuore smette di battere, gli organi iniziano a gonfiarsi, mentre i vasi sanguigni collassano e ostruiscono la circolazione del sangue. Gli esemplari che erano stati sottoposti al trattamento OrganEx mostravano invece una discreta attività cellulare. “Al microscopio – riporta Vrselja – era difficile distinguere tra un organo sano e uno che era stato trattato con la tecnologia OrganEx dopo la morte. Siamo stati sorpresi di osservare movimenti muscolari involontari e spontanei nelle aree della testa e del collo quando hanno valutato gli animali trattati, che sono rimasti anestetizzati per l’intero esperimento di sei ore. Questo effetto dipende dalla conservazione di alcune funzioni motorie”. Gli scienziati sottolineano che sarà necessario proseguire gli studi per comprendere le funzioni motorie apparentemente ripristinate negli animali. “Sarà necessaria una rigorosa revisione etica da parte di altri scienziati e bioeticisti – conclude Vrselja – ma la tecnologia OrganEx presenta molte possibili applicazioni, dal recupero delle funzioni cellulari dopo ictus e infarti fino alle maggiori possibilità di utilizzare gli organi dei donatori durante i trapianti. Siamo davvero entusiasti di questi dati preliminari”. Lo studio su Nature Read the full article
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samdelpapa · 3 years
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sì può chiedere anche ostruzionismo andate su patreon Pietro Bisanti.
NEWS
08/04/2021 00:14
TUTTE LE NEWS
POLITICA
Obbligo vaccino in ogni azienda
Pietro Ichino, ordinario di diritto del lavoro a Milano
di Alessandra Ricciardi
Anche le aziende di settori diversi dalla sanità possono prevedere l'obbligo per i dipendenti di vaccinarsi contro il Covid. A sostenerlo è Pietro Ichino, ordinario di diritto del lavoro dell'Università statale di Milano, considerato il padre del Jobs act, ex parlamentare del Pd. Il decreto legge varato dal governo sull'obbligo di vaccinazione per gli operatori sanitari non prevede l'estensione ad altri settori, così come non lo prevede il protocollo firmato questa settimana da governo, parti sociali ed Inail che apre alle vaccinazioni in azienda. Ma questo non osta, dice Ichino, perché «è l'articolo 2087 del codice civile ad attribuire in modo molto esplicito al datore di lavoro la responsabilità di adottare le misure necessarie» per eliminare il rischio di un focolaio di infezione. E la libertà di non sottoporsi a trattamenti sanitari sancita dall'articolo 32 della Costituzione? «La libertà personale sancita dalla Costituzione non può spingersi al punto di mettere a repentaglio la salute di altre persone», spiega Ichino.
Domanda. Lei professore ha sostenuto, con un certo clamore, la possibilità che i datori di lavoro obblighino i propri dipendenti a vaccinarsi contro il Covid. Il governo l'ha ascoltata: per i sanitari e tutti coloro che lavorano nel settore della cura alla persona è previsto l'obbligo. Chi rifiuta viene adibito ad altre mansioni e, se questo non è possibile, gli verrà sospeso lo stipendio. Una misura adeguata?
R. Mi sembra una misura perfetta nella sua formulazione e molto equilibrata nell'apparato sanzionatorio che istituisce contro la renitenza ingiustificata.
D. Ma imporre di vaccinarsi, in una stagione in cui sui vaccini contro il Covid c'è molto dibattito circa rischi e controindicazioni, non è una violazione del diritto della persona di scegliere a quale trattamento sanitario sottoporsi?
R. No, perché la libertà personale sancita dalla Costituzione non può spingersi al punto di mettere a repentaglio la salute di altre persone. La legge dice: «Libero di non vaccinarti, ma se questa è la tua scelta non puoi lavorare in un ospedale o in una casa di riposo per anziani».
D. Anche se si registrano dei casi di effetti indesiderati della vaccinazione, soprattutto nel caso del vaccino AstraZeneca?
R. Le autorità sanitarie competenti, sia al livello sovranazionale, sia a quello nazionale, hanno molto ragionevolmente ritenuto che i rischi connessi all'infezione da Covid-19 siano incommensurabilmente maggiori rispetto ai rischi connessi alla vaccinazione: per stare soltanto ai dati italiani, stiamo parlando di molte centinaia di morti ogni giorno sicuramente causate dal virus, a fronte di due o tre casi di trombosi cerebrale su milioni di vaccinazioni, il cui collegamento causale con il vaccino è soltanto una ipotesi lontanissima dall'essere dimostrata.
D. La sanzione della sospensione dello stipendio è prevista da decreto-legge fino a fine anno, presumendo che entro allora la pandemia sia finita. In caso contrario, se la misura dovesse essere prorogata, avremmo lavoratori a cui è negato di svolgere le proprie mansioni e che restano senza stipendio?
R. Se a fine anno la situazione non si sarà normalizzata, l'ente datore di lavoro sarà plausibilmente abilitato a prorogare la sospensione del dipendente che insista nel rifiutare la vaccinazione.
D. L'obbligo esiste solo per i sanitari. Il protocollo sottoscritto proprio questo martedì dal governo con le parti sociali e l'Inail prevede che le aziende di altri settori possano vaccinare i propri dipendenti, che aderiscono su base volontaria. Perché non c'è l'obbligatorietà?
R. Perché non in tutte le aziende sussiste lo stesso rischio di contagio che tipicamente esiste in un ospedale o casa di riposo per anziani. Per esempio, in una azienda in cui ciascun dipendente opera in una sua stanza e senza contatti con persone terze, la vaccinazione non è una misura indispensabile come invece lo è in un ospedale o in una casa di riposo.
D. Ma dove il pericolo di contagio in azienda ci sia?
R. In quel caso è l'articolo 2087 del codice civile ad attribuire in modo molto esplicito al datore di lavoro la responsabilità di adottare le misure necessarie. Sentito il medico competente, dunque, egli deve adottare tutte le misure consigliate dalla scienza e dall'esperienza per eliminare radicalmente il rischio di un focolaio di infezione. Se il datore adotta questa misura il dipendente, a norma dell'articolo 20 del Testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, è tenuto a ottemperarvi.
D. E la libertà di non sottoporsi a trattamenti sanitari sancita dall'articolo 32 della Costituzione?
R. È lo stesso discorso che abbiamo fatto prima: libero ciascuno di non vaccinarsi, ma non al costo di mettere a rischio la salute di altre persone. Tra l'altro, il datore di lavoro deve farsi carico anche del problema dei propri dipendenti che possono avere un motivo giustificato per non vaccinarsi, come nel caso delle donne in gravidanza o delle persone che soffrono di immunodepressione: quando si appartiene a una comunità, qual è quella aziendale, si è vincolati a un obbligo di solidarietà verso i suoi membri e in particolare verso i più deboli o fragili.
D. I giudici del lavoro sono già stati chiamati a intervenire sulla questione?
R. A quanto mi risulta, per ora ci sono solo una decisione in via d'urgenza del Tribunale di Udine e una di quello di Belluno, entrambe nel senso della sussistenza dell'obbligo per il personale sanitario, anche prima del decreto-legge che ora lo ha sancito esplicitamente. Entrambe le decisioni sono motivate in riferimento al potere-dovere del datore di lavoro, sancito dall'articolo 2087 del codice civile.
D. I contratti di categoria potrebbero prevedere misure più restrittive in quanto ai vaccini?
R. La contrattazione può utilmente intervenire sulla materia, come è già accaduto con i protocolli interconfederali sulla sicurezza; quello che non può fare, però, è esentare il datore di lavoro dalla sua responsabilità verso i dipendenti e gli utenti per la loro sicurezza.
D. Vuol dire che un datore di lavoro domani potrebbe essere tenuto responsabile dei danni derivanti a un dipendente o un utente dei servizi resi dall'azienda per l'infezione trasmessa da un dipendente non vaccinato?
R. Pensiamo al caso di un'impresa di trasporto aereo o ferroviario, oppure di un albergo, o di un ristorante, o di una scuola, dove un dipendente che ha rifiutato di vaccinarsi sia causa di un focolaio epidemico. Se si applicano i criteri elaborati dalla giurisprudenza in materia di prevenzione delle malattie in azienda – si pensi alla giurisprudenza sul mesotelioma causato dalle micro-fibre di amianto – mi sembra molto probabile che in un caso di questo genere, dal momento in cui la vaccinazione è concretamente possibile, il datore di lavoro sia tenuto responsabile del danno causato dal contatto con il dipendente non vaccinato. Basterebbe il riferimento all'articolo 15 del Testo unico sulla sicurezza, che obbliga il datore di lavoro a non limitarsi alle misure protettive, quando è possibile eliminare alla radice la causa stessa del rischio.
D. Un datore di lavoro potrebbe incentivare i propri dipendenti a vaccinarsi prevedendo dei premi?
R. Dove la vaccinazione costituisca una misura necessaria per la sicurezza in azienda, e il datore di lavoro l'abbia adottata a norma dell'articolo 2087, sono del tutto legittimi sia gli incentivi positivi, i premi per chi adempie, sia quelli negativi, le sanzioni proporzionate, per chi non adempie.
D. Secondo lei regge la tesi dell'Inail che chi rifiuta il vaccino ma si contagia ha diritto alla copertura per la malattia?
R. Sì: con quella delibera l'Inail nega la qualificazione dell'evento come infortunio o malattia professionale, in considerazione del cosiddetto “rischio elettivo”. Dunque il lavoratore che si è ammalato in questo caso ha diritto solo al trattamento ordinario di malattia.
D. In Europa si discute del passaporto vaccinale. La ripresa dell'economia, penso al turismo ma anche al libero accesso ai ristoranti, può passare per un certificato di quel tipo? Si possono legittimamente stabilire limitazioni alla circolazione per chi ne è sprovvisto?
R. L'ordinamento europeo è la fonte principale della protezione della privacy. Se dunque proprio dalla Ue viene istituito il passaporto vaccinale, come strumento ritenuto indispensabile per rendere effettivo il diritto alla libera circolazione, questo significa che esso è compatibile con la protezione della privacy.
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In #gravidanza si può fare attività fisica, ma con le dovute precauzioni! ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ 👉 Swipe per leggere i miei consigli! ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ Vi parla una che ha svolto attività fisica tutti i 9 mesi: avrei voluto svolgere qualcosa di più specifico e adatto a quel periodo ma non potevo perché mi allenavo PER LAVORO. ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ Conducevo infatti 4 corsi fitness e tenevo lezioni di personal, inoltre insegnavo a scuola: COSÌ NON SI FA. ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ La gravidanza è un periodo particolare e bisogna avere la massima cura! ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ Va molto di moda la frase "Sono incinta non sono malata", ok d'accordo, ma non devo neanche strafare. ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ L'attività fisica è FONDAMENTALE per la mamma e per il bambino! ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ Infatti alla mamma🤰consente di: ⠀ 🌺migliorare la circolazione sanguigna e linfatica 🌺 migliorare l'umore 🌺 preparare il pavimento pelvico 🌺 evitare il mal di schiena ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ 🌺 accelerare il recupero post parto ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ 🌺 controllare/evitare il diabete gestazionale ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ Il bambino 👶: ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ 🍼 ha meno possibilità di sviluppare obesità infantile ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ 🍼 ha un migliore sviluppo cerebrale ed intellettivo ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ 🍼 ha un minor rischio di sviluppare patologie metaboliche ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ Ma tutto questo avviene se ci si allena con COSCIENZA dandosi: ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ - i giusti limiti ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ - le giuste pause ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ - i giusti sovraccarichi ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ E, non ultimo, ci si allena SOLO PREVIO CONSULTO MEDICO: in alcuni casi, infatti, l'attività fisica è sconsigliata! (presso Liguria, Italy) https://www.instagram.com/p/CD4K50jCNtu/?igshid=1fhzb3ew85yj1
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mrroquentin-blog1 · 7 years
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13/10/17
Cosa importava allora, si chiedeva, mentre il treno su cui viaggiava raggiungeva i duecentocinquanta chilometri orari, se quel venerdì aveva fatto bel tempo, un sole che picchiava le pietre in mezzo ad un cielo blando azzurro?
Cosa importava se era stata una bellissima giornata, se lui, proprio lui, aveva la certezza che non sarebbe potuta essere peggiore, che non c’era conforto, certezza, in una giornata così bella, tanto piacevole da riuscire ad intravedere, dal finestrino del treno, diverse famiglie sparse qua e là sul prato comunale adiacente alla stazione.
Era una stupenda giornata, una piacevole ottobrata romana. Pensò per un momento, assorto nella contemplazione angosciata di quegli spazi tragicamente infiniti che gli si presentavano come immagini cinematografiche proiettate dal finestrino, che sarebbe stata un’ottobrata di quelle perfette per innamorarsi, o passeggiare in centro in sola compagnia di un semplice cardigan o di una camicia, indossata sopra una maglia di cotone.
Il problema era che lui si era già innamorato, tempo prima che arrivasse il leggero secco vento autunnale della capitale, e aveva già amato, garbatamente, costantemente, moderatamente, ma aveva già amato, e questo bastava a rovinare una giornata così bella.
E aveva certamente sognato svariate cose, creduto in tali possibili bellezze sentimentali, e che l’amore potesse esistere, fare del bene, essere rifugio. Ma presto ne era rimasto deluso, da questo suo amare, e come ogni altra persona, il suo cuore era rimasto secco, nudo, spoglio, e questo bastava.
Per quanto tempo avrebbe dovuto continuare a soffrire, si chiedeva, mentre riprendeva consapevolezza della realtà circostante, del battito, della circolazione, della respirazione, ogni qualvolta che il ragazzo seduto dalla parte opposta del corridoio scrivendo al telefono, digitava con così tanta pressione da inclinare su e giù il cellulare, tale da riflettere la luce sullo schermo che, ad intermittenza, finiva per infastidire la sua vista, in maniera quasi cerebrale.
Aveva la sicurezza, la certezza, di non aver amato troppo, di essere stato prudente, giusto, misurato. Eppure era rimasto leso, nuovamente, e per quanto cercasse di mentire a se stesso, sentiva questo dolore espandersi inevitabilmente, come l’acqua sul letto di un fiume, la mattina appena apriva gli occhi, per poi dissolversi leggermente durante la giornata, in particolare in quelle impegnate, piene di commissioni da fare, faccende casalinghe e strette coincidenze di orario, salvo poi per tornare la sera, una volta appoggiata la testa sul cuscino, più intenso che mai, coincidente con il torpore dei muscoli di gambe che avevano camminato e braccia che avevano sollevato ed, infine, di un cuore che aveva amato, semplicemente, fisiologicamente, con affetto.
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giancarlonicoli · 5 years
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19 MAR 2019 19:50
STRAZIAMI MA DI COCCOLE SAZIAMI – IL CONTATTO FISICO, IN PARTICOLARE GLI ABBRACCI, SONO FONDAMENTALI PER IL NOSTRO STATO DI SALUTE - LA SCIENZA SOTTOLINEA COME TOCCARSI ATTENUA IL DOLORE SIA FISICO CHE EMOTIVO, GIOVA AL CERVELLO, È UN TOCCASANA PER IL CUORE E AIUTA AD AVERE MAGGIORE CONSAPEVOLEZZA DEL CORPO - CI SERVONO 4 ABBRACCI AL GIORNO PER SOPRAVVIVERE, 8 PER STARE BENE E 12 PER…
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Azzurra Barbuto per “Libero quotidiano”
Ci servono 4 abbracci al giorno per sopravvivere, 8 per stare bene e 12 per migliorare il nostro stato di salute psicofisica ed evolvere. Lo sostiene la nota psicoterapeuta statunitense Virginia Satir e lo conferma la scienza. Numerosi studi hanno infatti attestato che il contatto fisico, in particolare il gesto dell' abbracciarsi, abbassa i livelli di cortisolo, ormone dello stress, aumentando di contro quelli di ossitocina, ormone dell' amore, e di dopamina, neurotrasmettitore del piacere che ci fa sentire appagati.
Toccarsi attenua il dolore sia fisico che emotivo, donando un senso di sollievo; stimola la produzione di emoglobina che trasporta ossigeno ai tessuti; giova al cervello affinando la capacità di apprendimento nonché quella decisionale; aiuta a trasmettere le proprie emozioni migliorando il rapporto con gli altri e favorisce altresì lo sviluppo di una maggiore consapevolezza del proprio corpo, poiché per accettarci abbiamo bisogno di sentirci amati.
Come se non bastasse, stringersi tra le braccia è un toccasana per il cuore, le cui patologie derivano non di rado da malesseri di tipo affettivo: riduce il battito cardiaco, la pressione e il colesterolo, e migliora la circolazione sanguigna. Insomma, senza coccole non potremmo vivere. Esse costituiscono una sorta di medicinale assolutamente privo di controindicazioni e gratuito, che cura l' ansia e la depressione e ci rende più longevi, più forti e anche più equilibrati.
VENTI SECONDI Gli scienziati hanno notato che mentre due persone stanno avvinghiate, si sincronizzano a livello cerebrale e i loro tracciati elettroencefalografici si sovrappongono, armonizzandosi. Ma perché un abbraccio generi davvero un potente effetto terapeutico è necessario che abbia una durata di almeno 20 secondi, arco di tempo nel corso del quale vengono annientate le angosce e persino le paure esistenziali, inclusa quella della morte, come ha dimostrato una ricerca pubblicata sulla rivista Psychological Science.
Le effusioni non hanno età. Gli studiosi hanno constatato che i bambini che ricevono maggiore affetto diventano adulti dotati di una buona autostima, più sicuri, più fiduciosi in loro stessi e negli altri.
Al contrario, quelli trascurati dai genitori sono portati ad essere tristi, a sentirsi smarriti e arrabbiati, stati d' animo che perdurano nell' età adulta. Ma non solo, le carezze rendono i bimbi più intelligenti, più attenti e propensi ad imparare. Ecco perché, allorché un piccolo piange, sarebbe opportuno calmarlo mediante il contatto e non consegnandogli tra le mani lo smartphone o la merendina
Da uno studio svedese pubblicato su Research on Language and Social Interaction è risultato che rispondere attraverso il tocco fisico ai lamenti o ai capricci dei pargoletti ha un effetto lenitivo, dato che questi ultimi fanno esperienza della disponibilità e della presenza dei congiunti. Tuttavia, le tenerezze sono vitali anche per i grandi, poiché il bisogno di sentirci amati e protetti perdura durante tutta la nostra esistenza.
Nei momenti di difficoltà, quando siamo malati, alla fine di una giornata pesante, allorché avvertiamo stanchezza e malinconia, così come quando abbiamo raggiunto un traguardo che ci è costato sacrifici ed impegno, ciò che ci serve è nient' altro che essere avviluppati dal calore di chi ci ama o almeno ricevere una pacca sulla spalla o una stretta di mano in segno di incoraggiamento.
IL CONTATTO VIRTUALE Eppure nella nostra società il contatto virtuale ha preso il sopravvento su quello fisico: siamo iperconnessi ma distanti gli uni dagli altri. Dalla mattina alla notte fonda sfioriamo i nostri display touchscreen ed ipersensibili ai nostri polpastrelli ma ci guardiamo bene dal porgere una carezza. Forse è anche per questo che siamo sempre più malati di depressione, disturbo mentale più diffuso tra gli italiani (ne soffri i 2,8 milioni di persone).
Stando al risultato di una indagine di qualche anno fa, sette abitanti della penisola su dieci (68%) sentono il bisogno di coccole per sentirsi meglio e considerano carezze (64%), abbracci (57%) e baci (54%) dei rimedi per alleggerirsi dalle fatiche quotidiane. E tra uomini e donne non vi è alcun dubbio che i più coccoloni siano i primi (58% contro 42%).
L'esigenza di ricevere gesti di affetto è secondario solo rispetto a quella di raggiungere una stabilità lavorativa ed economica, avvertita oggi come primaria (75% degli intervistati). Certo è che se il lavoro non si trova ed i soldi mancano, non resta altro da fare che affondare in una rassicurante stretta.
Almeno non ci verrà il crepacuore.
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