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cartofolo · 4 years
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I topi non trasmettono il coronavirus, semmai la Yersinia pestis… anzi, no… i ratti trasmettono la Yersinia pestis… anzi, no… sono le pulci dei ratti che trasmettono la Yersinia pestis.
Il topolino del video ha deluso Darwin col suo misero tentativo di adattarsi a ravanare nel bidone del pane delle mie galline ma siccome Darwin m’avrebbe anche rotto i coglioni da quanto viene citato a sproposito, l’ho liberato affinché preservi e trasmetta alla prole il proprio pool genetico di ladro incapace. Vaya con dios, Mickey e fanculo, Charlie.
Comunque se fosse stato un ratto avrei fatto la stessa cosa e infatti la stessa cosa l’ho fatta più volte… non aiuto solamente gli esseri viventi carini e simpatici, sennò il 95% dei miei pazienti sarebbe già morta malamente.
PENSIERI SPARSI
Non siete brutte persone o individui peggiori di me se non donate il sangue o se ammazzate i topi che mangiano il pane delle vostre galline… però vi farei volentieri dono di un’oncia della mia serenità e della mia gioia nel sapere di avere fatto qualcosa di buono per qualcun altro, anche senza che questo qualcun’altro ringrazi o vi dia qualcosa in cambio. Il topolino, per esempio, m’ha guardato tipo CHE CAZZO ROVESCI IL BIDONE CON TUTTO IL PANE CHE MI TRAVOLGE?! ma la sensazione è lo stesso meravigliosa… fidatevi, casomai non vi fosse mai capitato di aiutare qualcuno che non foste voi stessi.
Il mondo non è un paradiso ma il mondo non è nemmeno un inferno. Il mondo è un giardino rigoglioso pieno di fichi d’india e se non avete la minima idea di cosa siano e di come si mangino, fidatevi ancora una volta se vi dico di affrontare la passeggiata in questo giardino con calma e riflessività, godendo di ogni gesto che fate nell’allungare la mano a coglierne i frutti e senza scalmanarvi ad agitare le braccia per trovare il più velocemente possibile un’uscita. Qualcuno - e non guardate verso di me - potrebbe dolorosamente dirvi che il frutto di un fico d’india va raccolto con delicatezza e sbucciato con pazienza, non strappato via e morso con buccia e tutto. E vi ripeto di non guardare verso di me.
Io sono ciò che sono in virtù di ciò che tutti siamo. Se voglio andare veloce viaggio da solo ma se voglio andare lontano viaggio in compagnia. Posso essere vivo e felice solo se lo sono anche gli altri. Nessuna persona mi ha mai deluso così tanto quanto il me stesso che riponeva speranza di certezza nel vento che gli vorticava attorno sul sentiero della vita.
Ieri ho letto questo sulla dash
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e nonostante per tutto il giorno avessi creduto di essere riuscito a reggere il colpo, verso mezzanotte mi sono svegliato, sono sceso dai miei cani che dormivano beati e li ho abbracciati, piangendo disperato per mezz’ora di fila in un modo in cui non mi capitava di piangere da tanto tempo.
Ho pianto per mia suocera e per la mia compagna che non l’ha potuta nemmeno salutare un’ultima volta, ho pianto per il mio amico che aspetta con una promessa di vita in una mano e una sentenza di morte nell’altra, ho pianto per tutti quei bambini intrappolati urlanti dentro un corpo da adulti e per una solitudine che mi fa male anche solo a sfiorarla passando sull’altro marciapiede.
Per ognuno di quei mostri, un tempo bimbi speranzosi che hanno teso la mano verso qualcuno che non gliel’ha presa e poi quella mano si è abbassata, è stata infilata in tasca e si è chiusa, tremante, a pugno.
Non è stato quel fumetto a farmi piangere e nemmeno la paura di dover accettare che un giorno i miei cani non ci saranno più (lo so… se non ne avete fate bene a sorridere scuotendo la testa).
Ho pianto perché è faticoso essere senza lasciare nessuno indietro e ogni persona che sai di aver lasciato indietro - perché davvero non puoi salvare tutti - è un peso scuro che t’infragilisce l’anima. E per andare avanti di quel fardello ogni tanto te ne devi liberare, ben sapendo che presto si ripresenterà ad appesantirti dentro.
Uno dei miei primi ask su tumblr è stato quello di una ragazza che dopo aver letto un mio post in cui raccontavo di aver fatto volare un aquilone con le mie figlie, mi ha scritto che avrebbe voluto avere tanto un papà come me perché il suo gliene aveva comprato uno e poi non aveva mai trovato il tempo per giocarci con lei.
Ecco, vi prego… probabilmente non le vedete ma il mondo è pieno di persone con vecchi aquiloni polverosi in mano che vorrebbero tanto far volare insieme a qualcuno; siate per loro quei padri e quelle madri che a loro tempo non hanno saputo mantenere la promessa.
Questo post lo dedico a @uds​… voi non sapete il perché ma io e lui sì.
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cartofolo · 4 years
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Voglia di vincere
L'ambizione, la competizione e la voglia di vincere, sono il naturale sviluppo di un io che deve trovare la sua maturità. Quindi sono positivi. La loro gestione dipende dai valori che si danno alle cose e specialmente a noi stessi. Fateci caso; se riconosciamo la nostra insufficienza a fare qualcosa che ci piace e riteniamo importante, avviene un meccanismo di identificazione con chi riesce a farla, per cui noi, per esempio, diventiamo la squadra di calcio, così che la sua vittoria diventa la nostra vittoria. In questo modo lo sport o una qualsiasi competizione, si trasformano in un mezzo per gratificare il nostro io; non siamo solo spettatori, ma, nel nostro immaginario, siamo quella squadra, quel combattente, quell'avatar che diventa noi stessi con le sua vittorie e le sue sconfitte.
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cartofolo · 4 years
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Metafora inquietante.
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cartofolo · 4 years
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Salve, lei ritiene che il carattere possa cambiare? Se sì come?
Penso di deluderti, Anon. Dopo la maturità e l'instaurazione di una base del proprio carattere, non credo che una persona possa cambiare. Può modificare il comportamento reprimendo se stessa, ma non a lungo e non radicalmente. Poi certamente esistono situazioni particolari, per cui, dopo un'esperienza traumatica o estremamente coinvolgente, la persona potrebbe rivoluzionare la sua vita e il suo pensiero. Ma sono casi rari e non del tutto spiegabili.
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cartofolo · 4 years
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Beatitudine e rincoglionimento.
Nonostante la mia età, la mascherina e i guanti di lattice, il codino e i capelli bianchi, devo avere ancora un bell’aspetto. Ieri sono uscita per andare a far la spesa e dai balconi mi dicevano tutti in coro “bella ciao!”  Sono soddisfazioni!
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cartofolo · 4 years
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Quanto può essere stupido ritornare sui propri passi per capire che tutto é sbagliato?
Credo che sia una valutazione non del tutto corretta, Anon. Si possono aver fatto delle scelte ingenue o frettolose; allora tutto quello che ne consegue può apparire sbagliato. Questo fa emergere l'errore, ma può generare anche la soluzione in una visione a posteriori che ha maturato una nuova consapevolezza. Se si può tornare sui propri passi è un bene.
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cartofolo · 4 years
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cosa pensa della legge dell’attrazione?
Per come la concepisco personalmente, è vera nei suoi principi, ma diventa un'ingenuità per come viene divulgata.
Se ti riferisci alle tre regole della legge dell'attrazione: desiderare, visualizzare e utilizzare le parole in positivo (magari anche scrivendo più volte al giorno il desiderio), devo dirti che credo a queste regole come credo a un qualsiasi antipiretico per la febbre: può aiutare a curare dei sintomi, ma non l'origine del nostro disagio. Purtroppo a volte coprire i sintomi potrebbe essere dannoso per superare il problema che resterebbe nascosto e pronto a venire alla luce ancora più violentemente. Sono del parere che ogni disagio ci sta indicando qualcosa; quindi va ascoltato, capito ed elaborato per trovare la soluzione. Crearsi delle “forme-pensiero” artificiose con un convincimento ideale, non realizza nessuna attrazione, se non nell'atmosfera psichica del nostro stesso io che illude se stesso.
Se ci si vuole credere, dovremmo aver compreso che la legge d'attrazione lavora su ben altri livelli ed è indipendente dalla volontà della mente e dalle dinamiche dell'io, ma è sviluppata dal pensiero volitivo della coscienza oltre ogni desiderio che si possa sperimentare. Infatti ritengo che quando, nella legge di attrazione, si parla di volontà, non è quella del pensiero cosciente, cioè dell'io che desidera, ma di un pensiero volitivo che scaturisce dall'intimo e che non è guidato dal desiderio; piuttosto è indirizzato dal “probabile” in linea con l'armonia necessaria in quel momento della nostre esperienze. Esiste questa volontà, ed è costante in ogni tensione che possiamo riconoscere solo quando riusciamo a trascendere, magari anche per un solo attimo, il senso di egocentrismo che limita la visione del reale. Qui subentra la volontà del “Pensatore” e non della mente.
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cartofolo · 4 years
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Amber Run
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cartofolo · 4 years
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Buongiorno, vorrei avere un consiglio. Sono una ragazza di 21 anni abbastanza distratta, diretta e malinconica. Il modo in cui utilizzo le parole può risultare devastante per le persone che incontro tanto che ho pochi amici e faccio fatica a fare nuove conoscenze a causa della mia timidezza. Una giusta terapia potrebbe variare il mio carattere o essere così introversa a lungo andare sarebbe deleterio?
L'introversione, di per sé, non è un difetto, ma un porre attenzione ai propri movimenti intimi, rispetto a quelli esteriori. Diventa un difetto o piuttosto un limite, quando è dettata da paura, insicurezza e timore del giudizio. Allora è bene lavorare sulla propria autostima (l'aiuto di un psicoterapista potrebbe essere utile) e cercare quella parte di te che sappia essere forte di un confronto con altri. Il successo che ne seguirà, sicuramente potrà aiutarti ad acquistare sicurezza e renderti conto che il giudizio positivo o negativo sono ambedue importanti come stimolo alle dinamiche del vivere la socialità. Insomma devi avere la forza di metterci in gioco per quelli che sei e divertirti per i mutamenti di rapporto, sentimento, scambio e valori che evolvono in te. Auguri. :)
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cartofolo · 4 years
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cartofolo · 4 years
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Momenti di debolezza
Se ci fate caso, nei momenti di debolezza si evidenzia quello che abbiamo nascosto e trattenuto a lungo nel voler essere socievoli ed estroversi. Non possiamo sempre fare gli eroi; nessuno di noi lo è davvero. Ci si atteggia e ci si maschera per meglio qualificarci anche con noi stessi. Però sotto la cenere arde il fuoco di un bisogno che, quando la debolezza prende il sopravvento, si manifesta con tutto il suo disagio. E' una rivoluzione necessaria e un adattamento obbligato che devono trovare la loro soluzione. Allora bisogna lasciare che questo momento passi e ascoltarci in quello che emerge dai nostri bisogni. Dobbiamo ritrovare noi stessi, non per quello che eravamo, ma per come sapremo costruire la nostra personalità sulla base della maturità acquisita. Sicuramente l'equilibrio tornerà su parametri che saranno più adatti a quello che siamo.
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cartofolo · 4 years
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Arrivare a conoscere Dio?
l'Assoluto (Dio) non si può raggiungere, per il semplice fatto che non è fuori di noi, ma è nella natura intima di ogni uomo. Ho imparato che questa natura intima produce l'io, ma non è l'io. Così come l'Assoluto produce il tutto, ma non è il tutto. Rifletto che se riuscissimo a comprendere che non c'è niente da raggiungere, forse potremo trovare il vero senso della vita, che, in fondo, è "essere".
Jung, nelle sue riflessioni, ha scritto: "La psiche non può spingersi al di là di se stessa, non può stabilire alcuna verità assoluta, perché la sua stessa polarità determina la relatività delle sue affermazioni. Tutte le volte che la psiche proclama verità assolute – quali, ad esempio, “L’essere Eterno è movimento” o “L’Essere eterno è l’Uno” – necessariamente cade in uno o l’altro degli opposti. Si potrebbe egualmente affermare “L’Essere eterno è quiete”, o “l’Essere eterno è il Tutto”. Nell’unilateralità la psiche si disgrega e perde la capacità di conoscere. Diventa una irriflessiva (perché irriflessa) successione di stati psichici, ognuno dei quali crede a torto di giustificarsi da sé, perché non vede, o non vede ancora, un altro stato. Con questo naturalmente non si esprime una valutazione, si enuncia il dato di fatto che il limite viene oltrepassato molto spesso e persino inevitabilmente perché “tutto è trapasso” La tesi è seguita dall’antitesi, e tra le due emerge un terzo fattore, una lysis, che prima non era percettibile. Così la psiche ancora una volta non fa che dar prova della sua natura antitetica, senza essere affatto riuscita ad andare al di là di se stessa. Nel mio tentativo di delineare i limiti della psiche non intendo affermare che “solo” la psiche esiste, ma solo che, per quanto riguarda la percezione e la conoscenza, noi non possiamo vedere al di là della psiche".
Dunque i meccanismi della psiche (o della mente) lavorano sempre su schemi duali; il massimo della trascendenza, è quella di creare un altro schema attraverso i precedenti. Quindi la verità assoluta è inaccessibile da questo seppure meraviglioso meccanismo. Occorre altro; ed ecco l'intuizione, la quale non svela la verità, ma il limite di ciò che si è conosciuto perché accede al mondo della non-forma, appunto solo intuendolo.
Secondo me, tutti abbiamo fame di Assoluto perché ne abbiamo la natura, ma non abbiamo ancora maturato gli strumenti per "sentirlo". Quindi, ognuno di noi si sforza di inquadrarne una prospettiva, di darne un senso; ma rimane una figurazione, la quale, nel momento che la si pensa, la si limita. Quindi la si nega per quello che è davvero. Meglio solo ipotizzarlo come ragione del tutto, e, accettando i nostri limiti, affidarsi al loro superamento per trovare ciò che non è accessibile con il solo pensiero. Non credo che dovremo cercare Dio, ma se riusciamo a trovare "l'essere" che siamo, indirettamente troveremo anche Lui.
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cartofolo · 4 years
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cartofolo · 4 years
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Per essere chiari! Bravo, Kon.
IL FOTTUTO STATO DEL CAZZO DI ARTE DI MERDA
(ok… ho avuto la vostra attenzione e ho esaurito le volgarità per le prossime tre ore)
È divertente come le persone credano che la scienza in genere - e in particolare quella medica, a maggior ragione - sia un qualcosa di immutabile e lapidario a cui rifarsi in modo costante nei secoli a venire.
Due mesi per un virus NON SONO NULLA.
Credere di averne capito qualcosa (sia da profani che da addetti ai lavori) è come illudersi di essere diventati Tesla perché avete messo al primo colpo le pile nel telecomando nel verso giusto.
Per esempio, spero abbiate inteso che due mesi fisicamente non bastano per capire se questo virus conferisca e o meno immunità, vero? Però non vale nemmeno l’opposto, cioè affermare con certezza che non dia immunità perché alcune persone che lo avevano contratto ed erano ‘guarite’, si sono ‘riammalate’.
È un virus mutato, non lo zucchero che vi siete ricordati o scordati di mettere nel caffè.
QUESTE PAROLE IN MAIUSCOLO non sono magiche lettere in inchiostro che viaggiano grazie all’incantesimo del piccione internet sul vostro schermo ma un processo che richiede passaggi, conoscenze e tecnologie fuori dalla portata di comprensione della maggior parte delle persone, me compreso. 
Due mesi di conoscenze frettolose di un virus che non esisteva.
Ragion per cui molte cose che sono state dette si sono rivelate inesatte e molte cose che vengono date ora per certe verranno poi smentite.
Ogni affermazione, studio, teoria o trial devono essere trattati come un calzone in pizzeria. Gioite solo dopo che ve l’hanno portato e voi l’avete tagliato e assaggiato.
Il virus può essere trasmesso da persone asintomatiche? Può darsi. Sembra. Forse. Alcuni ne sono certi. Altri frenano. Dipende dalla concentrazione nelle mucose e se la presunta asintomaticità sia stata investigata a priori e non a posteriori. Capito a cosa servono i tamponi? Non certo per farvi dire PFIUUU! SONO SANO!
Questo coronavirus muterà? Sicuramente, tanto quanto QUESTE PAROLE IN MAIUSCOLO viaggiano col magico piccione di internet sui vostri schermi. 
MA IL TAMPONE ERA NEGATIVO! Non esiste un esame che dia certezza di infezione - in atto o pregressa - al 100%… esistono valutazione cliniche, di laboratorio e strumentali che delineano un quadro più o meno certo di malattia. Sono in difficoltà i medici all’interno di reparti Covid-19, figuriamoci se il comune cittadino a casa può avere la certezza per procura. Ribadisco che il tampone a cui tanto si anela serve solo a delineare un quadro infettivo geografico, su cui poi in futuro si prenderanno decisioni organizzative, mediche e non.
Allora saremo salvi solo quando ci sarà un vaccino! Speriamo di no, nel senso che anche in questo caso la ‘sopravvivenza’ non può essere affidata a una singola azione (per quanto utile). Il virus lo abbiamo scoperto due mesi fa e il test sicurezza/efficacia è un po’ più complicato della protagonista di Contagion che si inietta l’unico vaccino che non ha ucciso la scimmia e il giorno dopo comincia la produzione. 
Non esiste un solo farmaco, un sol dispositivo filtrante, un solo vaccino, un solo trattamento o un solo comportamento efficace al 100%… esiste un’insieme di protocolli MODIFICABILI IN QUALSIASI MOMENTO che servono a darci tempo per capire questo fottuto piccione di merda dell’internet del cazzo.
E con questo sono a posto fino a pranzo.
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cartofolo · 4 years
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Tutti stressati!
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cartofolo · 4 years
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In linea di massima, quando ci si trova di fronte a un’ipotesi di complotto (che si tratti dei vaccini, del 5g, delle scie chimiche, del coronavirus o del postino che in realtà è un rettiliano), bisognerebbe farsi sempre, prima di tutto, una domanda: “Cui prodest?” (a chi conviene?). Gli antichi romani, che di complotti se ne intendevano (chiedete a Giulio Cesare), rispondevano così: “Cui prodest scelus, is fecit”, ovvero: “Il delitto l'ha commesso colui al quale esso fa comodo”. Così, se da un ipotetico complotto non ci guadagna nessuno, molto probabilmente significa che si tratta di una bufala e basta. A chi giova tenerci chiusi in casa, adesso, ad esempio? Chi ha tratto un vantaggio dal lockdown? La lobby dei produttori dei materassi? Poltrone e Sofà? No, perché tenderei ad escludere che il NWO, i Bilderberg, Rotschild, Soros, Bill Gates e via dicendo si divertano a vedere la gente chiusa dentro casa e abbiano organizzato questo scherzone solo per farvi lamentare su Facebook. Da questa situazione hanno perso, economicamente, tutti. Anche loro. Mi si può obiettare: “Eh, ma è solo la prima parte del piano! Infatti adesso ci obbligheranno a scaricare una app che traccia ogni nostro movimento”. Ora, il punto è che i nostri smartphone sono già pieni di app che tracciano i nostri movimenti, dallo stesso Facebook fino a Google passando dal semplice navigatore (e quei dati vengono raccolti dalle multinazionali che le producono). Perché questi “poteri forti” ne vorrebbero un’altra? Hanno voglia di novità? Non gli bastano quelle che già hanno? Tempo fa, Alan Moore (il bell’uomo che vedete qui sotto in foto, che è uno dei più grandi geni viventi e che molti di voi probabilmente conoscono per essere l’autore di “V per Vendetta” o “Watchmen”) disse: “La cosa principale che ho imparato circa le teorie del complotto è che i complottisti ci vogliono credere perché sono tranquillizzanti. La verità è che il mondo è completamente caotico. La verità è che non è colpa degli Illuminati, dei banchieri ebrei o degli alieni grigi. La verità fa molta più paura: nessuno è davvero al comando. Il mondo è senza timone”. Non c’è un supercattivo da sconfiggere, nella maggior parte dei casi, insomma. Magari ci fosse. Sarebbe tutto molto più semplice, perché potremmo prendercela con lui e provare a sconfiggerlo. La verità è che, a volte, le cose sono esattamente come sembrano. E fa dannatamente più paura, se ci pensate, ha ragione lui.
Emiliano Rubbi
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cartofolo · 4 years
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L’amore secondo lei si estingue? Ho scelto quel verbo proprio perché si paragona sempre l’innamoramento ad un grande incendio indomabile, ma cosa resta poi, col tempo? Solo ceneri e piccoli fuochi tenuti accesi dal vento? E se di vento non ce n’è?
L'amore di coppia è un percorso di conoscenza e riconoscimento. Ognuno di noi, perdendo gradatamente la propria centralità, scopre di essere parte indivisa di quello che si percepisce “altro da noi”. Quindi il senso di appartenenza e di bene reciproco, diventano primari nel nostro rapportarci col mondo. Questa visione delle cose, una volta scoperta, non potrà mai estinguersi; al contrario si alimenterà sempre di più facendoci partecipare a una comunione sentita con tutta la realtà circostante. Per tornare con i piedi per terra, il rapporto di coppia è un buon test per misurare la nostra capacità di amare, ed è anche necessario a quelle esperienze che, come dicevo, sapranno darci il senso del vero amore.
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