Tumgik
#interdipendenza
nicksalius · 1 year
Text
Che significa accettazione, arrendersi, aprirsi alla vita? - Eckhart Tolle
Siamo proprio sicuri che resa significhi necessariamente – in ogni caso, da cima a fondo – accettazione tout court? No, attenzione, perché resa – nel contesto delle pratiche spirituali o metafisiche finalizzate alla meditazione – non significa affatto accettazione incondizionata di tutto ciò che accade, finanche le peggiori e più feroci ingiustizie. La vera resa dovrebbe essere tributata a “ciò…
Tumblr media
View On WordPress
4 notes · View notes
sonjatwogreyhounds · 2 years
Photo
Tumblr media
Quando capiamo che tutti noi siamo costantemente collegati gli uni agli altri da un’energia invisibile (che mi piace chiamare “fiume arcobaleno” o “fiume della vita”) e che i nostri cuori non sono sconosciuti gli uni agli altri, cambia lo sguardo con cui guardiamo il nostro pianeta. Quando un essere umano è collegato a Madre Terra si sente amato da lei, e anche Lei percepisce il nostro amore.
 Camminare la terra
A breve disponibile
#fotografia anonimo
0 notes
susieporta · 7 months
Text
LIBERA LE PERSONE DA TE STESSO
Aiuta le persone a non dover dipendere da te, questo produrrà un effetto sul tuo stesso bisogno di dipendere dagli altri.
Interdipendenza, non-dipendenza.
Liberando gli altri da te stesso, starai liberando anche te stesso.
Roberto Potocniak
8 notes · View notes
eleonorabuffon · 1 year
Link
13 notes · View notes
rk-tmblr · 11 months
Text
“Being a part of a twin set” -Miya Twins [Haikyuu!!]
Note: ↓[Engl. version]↓
Prologo: “La necessità di un equilibrio”
Essere un fratello non è una cosa semplice.
Non lo è affatto, soprattutto quando ti ritrovi a condividere anche il tuo aspetto.
Perché in una casa dove è rimasto solo uno dei genitori, inevitabilmente cresci con la necessità di capire quanto importante sia l'equilibrio.
Per questo motivo Atsumu ed Osamu avevano imparato a comportarsi come il sole e la luna: se il biondo non sapeva trattenersi, era il cenerino ad essere paziente; se il maggiore (di soli sette minuti!!) aveva in bocca la parola voglio, il minore scuoteva la testa fingendo disinteresse; se il primo si faceva travolgere dalle emozioni, era il secondo a farsi abbastanza forte da sostenere entrambi...
Insieme facevano di tutto pur di non gravare sulle spalle della loro adorata Ma'. 
Anche se alle volte questo significava rinunciare ad una parte di loro stessi.
"Se sono felici loro, lo sono io" è il motto che sforzavano di ricordarsi quando diventava difficile e stringevano i denti, serravano i pugni, si mostravano invincibili per poter cautelare quell'equilibrio, per far sì che la sua bilancia non pendesse da un solo lato quando uno dei due osava essere un poco egoista, senza mai farlo vacillare né cedere.
Superficialmente la gente ha da sempre additato la loro interdipendenza come un legame morboso, ignorando il vero motivo latente: se sei da solo come faresti mai a sbarazzarti della tua immagine speculare, l'unica indissolubilmente a te legata per geni per sangue, l'unica che capisce e resta al tuo fianco nonostante tutto?
Osamu avrebbe tanto voluto chiederlo a quei bambini cattivi che alla materna prendevano in giro Atsumu, poiché incapace di relazionarsi con chiunque non fosse il suo gemello, ma tra i due era proprio lui ad essere fatto di parole e allora rispondeva ai bulli con le botte.
Solo il cenerino aveva il diritto di schernire il biondo e nessun altro.
Per calmare i suoi pianti mocciosi aveva provato a ragionare con lui, tuttavia Atsumu continuava comunque a voler fare amicizia con gli altri, ugualmente desiderava far parte del gruppo... quello stesso gruppo che irrazionalmente accoglieva Osamu, ma non anche lui. Ed allora incominciava a diffidare di quelle "amicizie", rinunciava loro dubitando della loro onestà dato il comportamento esclusivo che avevano nei confronti del suo gemello. Il cenerino cresceva sempre più cinico con il passare del tempo ed imparava a mostrare agli altri solo la sua apatica superficie, stanco della gente intenta a confrontarli per capire quale dei due potesse essere il migliore.
Le lagne di uno e l'asocialità dell'altro avevano portato la loro Ma' a preoccuparsi per loro, quindi assieme avevano cercato un modo per far parte di un gruppo in cui la loro sincronia sarebbe stata impossibile da rinnegare, fondamentale.  All'Inarizaki High tutti conoscevano i Gemelli Miya, la coppia incredibile ed intercambiabile divenuta l'incubo dei professori e di chiunque si azzardasse a sfidarli ma soprattutto il mostruoso duo nel campo da pallavolo.
Per forza di abitudine Osamu assecondava i capricci del biondo, come spendere ore extra in palestra per allenarsi o partecipare ad eventi sociali per conoscere persone, al caro prezzo della sua porzione di budino. Esatto, perché sarebbe andato anche il capo al mondo per suo fratello e la sua Ma', però il cibo aveva la sua priorità. Era in grado di restare impassibile ad una rovinosa caduta di Atsumu davanti ai suoi occhi, se fra le mani stringeva un caldo dorayaki, e di spezzare braccia se qualcuno tentava di rubargli un morso.
"Samu ama mangiare di gusto come Tsumu ama giocare a pallavolo!" scherzava di tanto in tanto Ma', facendogli passare l'appetito inconsapevolmente.
L'amore non c'entrava nulla con il suo peccato di gola.
No, lui non provava quel genere di sentimenti...
Quello ad agire di cuore era Atsumu, non lui.
No, lui era il gemello noioso, silenzioso e (anche si, dai) goloso, mentre Atsumu...
Beh, Atsumu era definitivamente il più solare dei due, quello più bello con il sorriso stirato sulle labbra, gli occhi vispi e vivaci ed il ciuffo dorato. Per questo aveva un fan club di ragazze che gli sbavavano dietro, anche se stranamente bastavano cinque minuti delle sue chiacchiere senza filtri a farle scappare via. Già, via per andare a cercare la sua copia e fare il paragone.
Se il biondo era stronzo per innocente natura, Osamu lo era diventato per esaurimento.
Era una cosa insopportabile, la odiava, la odiavano entrambi.
Come mai avrebbero potuto essere la loro libera persona, se la ricerca di comprendere quale dei due fosse quello giusto li perseguitava dovunque?
Al secondo anno di liceo Atsumu ed Osamu vennero divisi in due classi diverse e parallele.
2 notes · View notes
lamilanomagazine · 7 days
Text
Verona. Cambiamento del volto della città: presentate le proposte degli architetti italiani sul futuro della città.
Tumblr media
Verona. Cambiamento del volto della città: presentate le proposte degli architetti italiani sul futuro della città. Urbanisti, pianificatori, docenti universitari, professionisti, imprese, amministratori pubblici italiani e stranieri a confronto su come dovrà cambiare il volto delle città. Sindaco: "Qualità della vita, primo punto nella nostra progettazione". Vicesindaca e assessora alla Pianificazione urbanistica: "Stiamo lavorando per una Verona, città condivisa". Lectio Magistralis di Carlos Moreno, pioniere delle città di 15 minuti, "ridefinire i nostri modelli di sviluppo e consumo per un futuro più sicuro e sostenibile". Confronto a tutto campo tra urbanisti, pianificatori, docenti universitari, professionisti, imprese e amministratori pubblici italiani e stranieri su come dovrà essere, in un futuro non lontanissimo, il volto delle nostre città. Lo ha avviato – partendo proprio da Verona, città che ha avviato una consultazione tra i cittadini sul Piano di Assetto Territoriale – il Consiglio nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC) presentando "Progetto di futuro – In quali città e territori vogliamo vivere?", con una serie di proposte alla politica sviluppate nel corso del convegno internazionale "Il futuro delle citta - ripartire dai quartieri" realizzato nell'ambito di Vivere Verona. Proposte che, come ha spiegato Massimo Crusi, presidente del Consiglio nazionale consentano al Legislatore, alle pubbliche amministrazioni e all'opinione pubblica di riprendere il tema della rigenerazione urbana di città e territori immaginando nuovi modi di abitare, lavorare, spostarsi. Un nuovo modello di città - esploso complice il Covid-19 e il concetto di prossimità e che ha ricevuto un impulso del tutto nuovo ed inaspettato - che in tutto il mondo si sta dimostrando ottimale per migliorare gli spostamenti, ridurre l'inquinamento, migliorare l'economia e trasformare lo spazio urbano, grazie anche ad un ruolo decisivo svolto dalla cura del paesaggio. Un modello di città illustrato - in una lectio magistralis - da Carlos Moreno, professore alla Sorbona di Parigi e ideatore e teorico della città di 15 minuti. "Di fronte alle crescenti crisi climatiche, economiche ed energetiche – ha detto - l'urgenza di adattare i nostri stili di vita è tangibile. Questo adattamento passa innanzitutto attraverso una ridefinizione delle nostre prossimità, trasformando i nostri ambienti in ecosistemi locali interconnessi dove la frugalità è la norma e dove nel frattempo si sviluppano l'economia locale e le relazioni sociali. Il concetto di città di 15 minuti e di territorio di 30 minuti è radicato in questa logica, offrendo una vita in cui il policentrismo e uno stile di vita più decarbonizzato promuovono anche l'occupazione locale e il consumo di risorse in una filiera corta". "Questa nuova geografia sostenibile di prossimità – ha detto ancora Moreno - diventa una traiettoria di resilienza, una risposta concreta alle crisi visibili e in via di peggioramento. Mira a sviluppare quartieri ricchi di interazioni e qualità di vita, ridefinendo la nostra quotidianità verso una maggiore solidarietà e interdipendenza. In questo approccio di prossimità felice, ogni passo verso un'organizzazione locale più integrata è un passo verso un futuro più sicuro e armonioso per tutti. Gli eventi meteorologici estremi e il continuo degrado delle risorse naturali aggiungono ulteriore emergenza a questo riorientamento. L'effetto devastante del COVID-19, così come la minaccia di nuove pandemie, accrescono la necessità di rafforzare la nostra resilienza locale". "Allo stesso modo, conflitti come la guerra in Ucraina e in Medio Oriente rendono indispensabile la rilocalizzazione di alcune attività economiche e una maggiore indipendenza dei nostri approvvigionamenti. Queste sfide globali rendono evidente la necessità di ridefinire i nostri modelli di sviluppo e consumo per un futuro più sicuro e sostenibile", ha concluso. "Sviluppare la prossimità urbana, affinché diventi una leva di trasformazione, secondo i principi guida dell'ecologia, della prossimità, della accessibilità, della solidarietà e della partecipazione è, per Giuseppe Cappochin, Responsabile del Dipartimento". "Legislazione Urbanistica e Futuro della Città", una esigenza ineludibile. Le città di domani dovranno trovare nuovi modi di tessere relazioni tra, tempo e spazio, le due componenti essenziali della vita cittadina. Tutto ciò per garantire che la città, nel suo valore di bene comune, rappresenti concretamente il luogo dove si realizzano i diritti di cittadinanza. E bene ha fatto il Comune di Verona ad aver avviato, su questi principi e obiettivi, proprio il progetto di riscrittura del nuovo Piano di Assetto del Territorio della Città". Nel corso del convegno – che verrà replicato in altre due città italiane, una al centro e una al sud – sono stati anche presentati, su questi temi, gli obiettivi del Protocollo d'Intesa recentemente sottoscritto tra il CNAPPC e il Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie (DARA) della Presidenza del Consiglio dei Ministri. "Il tema della qualità della vita nella città dovrebbe, e spesso non lo è nei fatti, il primo punto in una progettazione urbanistica – dichiara il sindaco –. La visione della città e del suo Piano urbanistico viene più volte visto secondo esigenze e con investimenti spesso privati senza una visione organica del bene comune. La cura, la cura della città nel suo insieme è invece uno dei punti fondanti su cui intende lavorare questa Amministrazione. Per farlo bisogna portare avanti in primis una fase di ascolto, con la raccolta delle sollecitazioni e delle sensibilità. Una fase che cerca di raggiungere nel modo più capillare possibile le percezioni che non emergono usualmente e che non hanno probabilmente un luogo dove esprimersi. Serve essere tecnici o politici ? - si chiede il sindaco di verona- Dobbiamo sperare che tutti gli specialisti che hanno delle deleghe in un'amministrazione, abbiano una visione politica del loro ruolo e sentano la responsabilità in tal senso. Certo è che se si portano avanti le scelte sempre e solo sulla base del riscontro con l'elettorato si rischia che le cose non vadano più avanti o che vengano portate avanti solo da chi non pensa al confronto elettorale. L'istinto è quello di rincorrere il consenso attraverso un riscontro immediato, con la paura di fermarsi al primo commento o senza saper dialogare con mondi che possono problematici ma di cui serve tener conto. Progettazioni complesse che sappiano dare risposte lungimianti necessitano invece di tempi lunghi". "Una iniziativa d'avvero molto importante – sottolinea la vicesindaca e assessora alla Pianificazione urbanistica – frutto di un percorso avviato ormai un anno e mezzo fa, nell'ottobre 2022. Quello che stiamo portando avanti a Verona è una visione urbanistica che pone al centro donne, bambini, anziani, persone con disabilità di ogni tipo e, in particolare, i giovani. Il futuro è loro, che sono fra i soggetti a cui è rivolta la nostra attenzione, portata avanti in primis attraverso l'ascolto delle cittadine e dei cittadini. Colgo l'occasione per ricordare il contenuto di un libro meraviglioso e significativo, quello di Elena Granata: 'Il senso delle donne per la città', un viaggio attraverso il pensiero femminile che si fa pratico attraverso architette, urbaniste, pianificatrici, ma anche filosofe, sociologhe, scrittrici, giornaliste, che si sono occupate di città approfondendo i termini di prossimità e abitabilità degli spazi pubblici alla ricerca di nuove parità e reciprocità. Fra i punti da rilevare vi è il decalogo per arrivare ad una città condivisa, ovvero la città condivisa che puntiamo ad avere a Verona. I sottotitoli dei capitoli di questo decalogo sono diventati infatti la traccia della nuova visione urbanistica che stiamo portando avanti. Ovvero che 'La città è fatta di persone e di relazioni'. Che dobbiamo 'Imparare dai luoghi e dai paesaggi'. 'Lavorare sulla natura ibrida e aperta degli spazi'. 'Ripartire dal corpo e dalle sue abitudini'. 'Promuovere ciò che ha valore, ma non ha prezzo'. Stabilire 'La relazione fra i vari sensi'. 'Costruire una nuova città per tutti'. 'Cambiare il modo di parlare dei luoghi'. 'Cercare lo spirito vitale dei luoghi'. 'Pensare la città in modo ecologico". "Fra gli obiettivi principali di questa Amministrazione – precisa la vicesindaca e assessora alla Pianificazione urbanistica – vi è il mettere mano agli strumenti urbanistici generali, in considerazione del fatto che Verona ha un Piano di Assetto del Territorio – PAT del 2004/2007 e un Piano degli Interventi – PI del 2011. Per portare avanti questa revisione si è proceduto a potenziare la struttura comunale con un gruppo di lavoro multidisciplinare, che per ogni valutazione è partito da dati scientifici inoppugnabili oltre all'attivazione, mai effettuata prima, di un confronto partecipato con la cittadinanza. All'interno del gruppo di lavoro vi sono infatti, per la prima volta, esperti di partecipazione e trasportasti. Quest'ultimi perché crediamo che uno dei principali problemi della città sia la mobilità, ancora troppo incentrata sull'auto, che deve essere portata fuori dai quartieri, oggi troppo intasati dal traffico. Vanno poi valorizzate le infrastrutture naturali e monumentali della città. Nello specifico le infrastrutture: Blu – il fiume; Verde – i parchi; Monumentale, di cui fanno parte 100 ettari di territorio composti dalle Mura magistrali che puntiamo a far diventare una cerniera fra i quartieri, in una sorta di grande parco verde. Vi sono poi le Politiche di Housing, che spingono sull'edilizia di tipo sociale, con partenariato pubblico e privato".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
surferpurple · 3 months
Text
Cosa tiene unite le persone?
Non c'è una vera e propria ragione.
Ma Solo una le tiene davvero insieme;
il volere.
Chi si vuole veramente resta;
chi non si vuole veramente si perde...
L'amore è una scelta...,
accompagnata dall'affinità e dalla maturità emotiva.
Molto spesso le persone si incontrano ed ognuna ha le proprie ferite...che se non vengono risolte, autonomamente, rischiano di minarne il legame.. , poiché non fondato su un vero equilibrio...e sfociare , poi, in dipendenze emotive...
L'amore è interdipendenza ...
Le imperfezioni legano e, se non accolte ed amate, dividono.
Allora non è amore,
ma idealizzazione...
Ci sono livelli di connessione, rare e profonde, in cui gli individui riescono a percepirsi l'un l'altro , sono le connessione animiche...
Anime che si sentono a "casa" sono quel..
"mi sembra di conoscerti da sempre".
L'amore è un legame invisibile...
E accade se si è autentici, rinunciando di conseguenza alle maschere ...
Innamorarsi può accadere, ma amarsi si sceglie..
amare è intima condivisione e comunicazione ,
rivelazione di se stessi...
anche con il rischio di essere feriti. ..
Ma l'amore non si fonda sulla paura ed altrettanto non è certezza... ,
È trasformazione, evoluzione, elevazione del sé in un noi...,
Senza perdere se stessi..
L'amore non scappa di fronte alle difficoltà..
L'amore è fedele a se stesso...
Amare non è rinunciare alla propria individualità od ai propri confini, bisogni o valori, ma è riconoscerli e accoglierli nell'altro..
Non esiste inizio o fine...
Tutto si trasforma e ciò che resta è il "senso" del
Io ci sono e ci sarò, nonostante tutto.., poiché Sono , Sei , Siamo...
E saremo...
Questo, per me, è amare..;
Amando te imparo ad amare me stesso.., ed amando me guarisco me stesso attraverso l'amore che rifletto in te ..
Ognuno di noi sceglie consapevolmente dove vuole andare ..
Ognuno di noi sceglie se amare incondizionatamente o accontentarsi di quel che ne rimane...
Ognuno di noi concepisce l'amore in base al proprio vissuto ed ognuno di noi ha "bisogno"di essere amato in modo diverso ..e non sempre tutto combacia perfettamente, ma tutto può essere "costruito "..
Una cosa è certa, ciò che fa la differenza in qualsiasi relazione è la COMUNICAZIONE e la reciproca CONDIVISIONE..
Le modalità hanno poca importanza ...
Tutto il resto diviene complemento..
Alexandra Daniel
Tumblr media
1 note · View note
titosfriends4life · 8 months
Text
RELAZIONI SIMBIOTICHE: COME SI MANIFESTANO
Tumblr media
Relazioni simbiotiche e funzionamento
Ti è mai capitato di guardarti intorno e avere l’impressione che alcune relazioni fossero troppo perfette per essere reali❓O in altri casi, ti è capitato di osservare una relazione e avere l’impressione che fosse malsana❓
Quello che alcune relazioni trasmettono è proprio questo: una vera e propria simbiosi; per alcuni è il sogno di una vita, per altri il loro peggior incubo.
Tutti noi abbiamo un prototipo di relazione: chi se lo immagina come nei film e chi, invece, ha una visione più realistica del tutto. Le  relazioni simbiotiche, in un modo o nell’altro, fanno parte del nostro immaginario comune: utilizziamo questo concetto quando vogliamo indicare un tipo di relazione ben precisa.
Relazione simbiotica: a cosa facciamo riferimento❓
Partiamo dal presupposto che il termine simbiosi fa riferimento ad una forma precisa di pensiero che determina un tipo di comportamento di stretta dipendenza all’altro: infatti, nella relazione simbiotica, il vero e proprio punto centrale è la dipendenza affettiva ed il mancato confine tra i due partner.
Per via di questa dipendenza, i due soggetti si fondono senza possibilità di individualità; questa dipendenza diventa ancor più evidente nel timore della separazione: i partner temono che ciò possa avvenire e vivono continuamente con questa paura.
Sembra un po’ quello che avviene nel rapporto tra bambino-genitore, non è vero❓
In effetti, la relazione simbiotica è una tappa fondamentale nello sviluppo del soggetto ed infatti, quando avviene nelle prime fasi del rapporto genitoriale, è praticamente normale: il bambino, almeno nei primi anni di vita, è dipendente dal proprio genitore, poiché da lui dipende il suo nutrimento e la sua possibilità di vivere.
Questa dipendenza diventa meno presente quando il bambino cresce: col tempo, impara a “vivere” anche a distanza dai propri genitori, anche se ciò può creare non pochi problemi. Il vero e proprio momento in cui avviene la rottura di questo rapporto di vera e propria dipendenza simbolica è quello dell’adolescenza: in questa fase, il soggetto ricerca il suo vero essere e la sua autonomia.
Perché si cercano relazioni simbiotiche❓
Se nell’infanzia il rapporto simbiotico è “normale”, sicuramente non lo è quando ciò avviene nella vita adulta. Si dovrebbe essere in grado di capire che un rapporto sano è dettato da individualità e da unione: la combinazione di questi due fattori è necessaria.
Spesso, però, il soggetto può ritrovarsi a cercare e creare nuovamente relazioni simbiotiche anche da adulto a causa del rapporto che il soggetto ha avuto con i propri genitori: la maggior parte di noi, cerca ciò di cui ha già fatto esperienza e che, in un certo senso, lo ha fatto stare bene. Inoltre, avendo fatto esperienza di quel tipo di relazione, nella sua mente è visto come l’unica possibile.
Per questo, un soggetto che ha vissuto con i propri genitori un  rapporto simbiotico, tenderà a cercarlo anche in seguito: ciò avviene, nella maggior parte dei casi, in modo automatico e inconsapevole. Questo avviene, ad esempio, quando il rapporto con il genitore è dettato da iperprotettività: in questo caso, il genitore cercando di  proteggere il proprio figlio dalle difficoltà, non fa altro che aumentare la sua insicurezza.
La protezione diventa, agli occhi del bambino, un messaggio ben preciso: “non posso farcela senza mia madre/mio padre”, quindi il figlio si sentirà sempre dipendente dal proprio genitore.
Un altro tipo di rapporto simbiotico è quello in cui il genitore è dominante rispetto al figlio: quello in cui sopprime la sua individualità. Questo è molto pericoloso perché il bambino si sente  dipendente dal genitore che non dovrà mai deludere.
Come si manifesta la relazione simbiotica❓
Ciò che ci permette di capire se siamo di fronte ad una relazione simbiotica è sicuramente l’intensa interdipendenza dei partner: la coppia appare come perfetta e i partner sono complici in tutto: stessi hobby, stessi progetti, scambio continuo di effusioni.
Insomma, i due partner sembrano incastrarsi magicamente uno all’altro. Nessun litigio, nonostante la vita di uno sembri essere quella dell’altro: tutto è vissuto insieme in una completa fusione, tipo quello che avviene nelle coppie dei film.
In realtà, ciò che si nasconde dietro questa coppia è ben altro: la fusione c’è ed è reale, ma è davvero malsana e non esistono confini o individualità dei soggetti.
Un rapporto malsano, in cui l’Io scompare, per lasciar il posto al “Noi”, che finisce per diventare più importante di tutto il resto.
Cosa succede, però, se uno dei partner sente il bisogno di autonomia e indipendenza❓Capita, spesso, che uno dei partner colpevolizzi l’altro facendolo sentire in colpa per la bizzarra idea di voler avere spazio e autonomia.
Consigli per chi vive relazioni simbiotiche
Come più volte ribadito, questo tipo di rapporto è disfunzionale perché non c’è una vera e propria maturazione del rapporto che quindi non ha modo di evolvere e di cambiare, col passare del tempo.
Consapevolezza
Prima cosa da fare è assumere consapevolezza rispetto alle proprie  fragilità e quelle del proprio rapporto.
Questo può emergere quando, appunto, il proprio partner chiede  autonomia e indipendenzao quando manifesta il bisogno dei propri spazi, oppure quando siamo noi a desiderare di voler avere più tempo e spazio per le nostre cose.
In questo momento è cruciale capire il rapporto che stiamo vivendo: cosa ci sta dando❓Ma soprattutto, cosa ci sta togliendo❓
Queste sono domande a cui, anche se con sofferenza, dobbiamo dare risposta, perché solo così possiamo capire ciò che davvero sta succedendo nel nostro rapporto: solo così possiamo parlarne con il nostro partner e, quindi, collaborare per una “soluzione”.
“Quando in una coppia, i due partner sono sempre d’accordo su tutto, uno dei due sta pensando per entrambi.” (Freud)
UNISCITI AL CANALE TELEGRAM CLICCA 👉🏻 QUI 👈🏻
HAI BISOGNO DI AIUTO❓Cheidi al MENTAL COACH online, inquadra il CODICE IQR qui sotto e INIZIA A CHATTARE: 👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻
Tumblr media
1 note · View note
aremuncom · 9 months
Text
Rrose - Please Touch: Un Viaggio Elettronico Verso Nuove Dimensioni Sonore
Tumblr media Tumblr media
Eaux presenta il secondo album solista di Rrose, "Please Touch", disponibile in vinile, CD e download digitale a partire da giugno 2023. Questo LP segue le tracce di "Hymn to Moisture" del 2019, in maniera sia sottile che straordinaria: "Please Touch" affina ulteriormente il suono tenso dell'artista, esplorando nuovi panorami estetici e avvolgendosi in un'indiscutibile sensualità giocosa. I nove brani dell'album si muovono con potere ondulatorio, spaziando tra tempi da un leggero 0 bpm a un rilassante 100, fino a un lancinante 140 e ritorno, con una ricca tavolozza di rumore scolpito e microtoni interconnessi. Il processo compositivo di Rrose, radicato nei suoi studi con pionieri della musica d'avanguardia della West Coast al Mills College, si basa su "seed" sonori che vengono fatti passare attraverso complesse reti di elaborazione audio correlate. Il risultato è un mondo in cui i cambiamenti di un elemento hanno implicazioni in cascata per altri elementi, creando una ricca interdipendenza che permette ai brani di respirare, crescere e mutare con un'organicità straordinaria. "Please Touch" affronta in egual misura l'aspetto percettivo e corporeo: sono suoni che si insinuano nel corpo, mostrando una tattilità che spinge, tira, piega e cede con una vibrante potenza. L'album alterna momenti di radicale techno a brani che riducono la percussione, lasciando che le texture dei sintetizzatori si distendano nel loro tempo e spazio. Il vibrante drone e il rollio del sub-bass di "Joy of the Worm" segnano il tono dell'intero disco, mentre "Rib Cage", "Spore" e "Spines" oscillano con solide fondamenta ritmiche. Utilizzando pochi elementi con tensione finemente calibrata, questi brani creano effetti sorprendenti e ruggenti. "Pleasure Vessels" rappresenta un raro momento di introspezione tranquilla nell'opera di Rrose, suggerendo un'atmosfera melodica che è praticamente inedita nei suoi lavori precedenti. Si illumina di una dolce luce all'alba prima di dissolversi in una frizzante marea. "The Illuminating Glass" abbassa il ritmo in una rilassante andatura, tra cinguettii scintillanti e ansimanti pesanti. "Feeding Time", "Disappear" e la conclusione dell'album, "Turning Blue", invece, omaggiano la psichedelia cerebrale dei predecessori di Rrose, con textures ipnotiche e in loop e lunghe e maestose note simili alle opere spettrali di James Tenney (il cui lavoro Rrose esegue regolarmente) e alle composizioni di ascolto profondo di Pauline Oliveros. Il titolo dell'album fa riferimento in modo giocoso alla qualità tattile della musica, suggerendo al contempo una sensualità proibita che è permessa solo all'interno di questo microcosmo. La frase è anche un altro omaggio a Marcel Duchamp, che intitolò così una mostra di arte surrealista nel 1947. "Please Touch" è un invito a sperimentare ed esplorare un viaggio elettronico verso nuove dimensioni sonore, un'avventura sensoriale che lascia senza fiato e con il desiderio di toccare l'inaccessibile. Se sei appassionato di musica elettronica, non lasciarti sfuggire questo incredibile viaggio sonoro firmato Rrose! Please Touch by Rrose Read the full article
1 note · View note
daniela--anna · 10 months
Text
Tumblr media
"WE AND THE PLANTS: AN ESSENTIAL RELATIONSHIP"
It has always been said that man is a social creature who needs a network of relationships to develop and grow.
If we look at the development of life on earth, we discover that everything depended on relationships and synergies.
Every plant, mushroom, lichen, animal is in a profound relationship with at least one other being and on which mutual survival depends.
Recent studies have shown that the great expansion of plants on earth depended entirely on the interrelationship between fungi and plants.
From this relationship and exchange of nutrients it was possible to maintain the habitat suitable for our life and that of all animals.
An interdependent relationship is the law of life.
An indispensable and complex interdependence.
Even today our survival depends on respect for the environment and all its forms of life.
Plants created long before us, protect us, feed us, defend us and heal us.
The concrete effect, feeling better after a walk in the woods, after drinking herbal tea or taking a herbal supplement, is part of this relationship.
(Extract from "Appunti Sparsi" by Merlin Sheldrake, biologist writer, researcher)
Electra Herbalism
Personalized Natural Remedies
Cornedo Vicentino Vi
"NOI E LE PIANTE: UNA RELAZIONE INDISPENSABILE"
È sempre stato detto che l'uomo è una creatura sociale, che per svilupparsi e crescere ha bisogno di una rete di relazioni.
Se guardiamo allo sviluppo della vita sulla terra, scopriamo che tutto è dipeso da relazioni e sinergie.
Ogni pianta, fungo, licheni, animale è in profonda relazione con almeno un altro essere e da cui dipende la sopravvivenza reciproca.
Dagli ultimi studi è emerso che la grande espansione delle piante sulla terra, è dipesa totalmente dalla inter- relazione tra funghi-piante.
Da questa relazione e scambio di nutrienti si è potuto mantenere l'habitat idoneo alla nostra vita e quella di tutti gli animali.
Una relazione di interdipendenza è la legge della vita.
Un'interdipendenza indispensabile e complessa.
Anche oggi la nostra sopravvivenza dipende dal rispetto dell'ambiente e di tutte le sue forme di vita.
Le piante create molto prima di noi, ci proteggono, ci nutrono, ci difendono e ci curano.
L'effetto concreto, il sentirci meglio dopo una passeggiata nel bosco, dopo aver bevuto una tisana o preso integratore di erbe, è parte di questa relazione.
( Estratto da "Appunti Sparsi" di Merlin Sheldrake, biologo scrittore, ricercatore)
Elettra Erboristeria
Rimedi Naturali Personalizzati
Cornedo Vicentino Vi
0 notes
maddalenafragnito · 1 year
Photo
Tumblr media
SCIENZE SOCIALI CHE CAMBIANO PER UNA SOCIETÀ CHE CAMBIA  VII Convegno SISEC 8-11 febbraio 2023
Sessione 25 – Saperi e pratiche del lavoro di cura: le trasformazioni in atto
Barbara Giullari (Università di Bologna), Carlotta Mozzana (Università di Milano Bicocca) Francesca A. Vianello (Università di Padova), Davide Caselli (Università di Bergamo)
Paper proposto: 
CONCURARE. Oltre il mutualismo, dentro e fuori le istituzioni, fra autonomia e interdipendenza.
Tumblr media
Sessione 25 – Saperi e pratiche del lavoro di cura: le trasformazioni in atto
Gli eventi drammatici che caratterizzano l’attualità (pandemia, guerra, crisi climatica, crisi socioeconomica, etc.) hanno fatto ‘riscoprire’ la funzione essenziale del care work [ILO, 2018] nelle sue diverse configurazioni (spaziando dall’ambito sanitario, educativo a quello sociale e socioassistenziale), ma in un quadro caratterizzato da una sempre più massiccia accelerazione delle tendenze di mercatizzazione, precarizzazione, processi di esternalizzazione che esacerbano una vera e propria crisi della cura, quale tratto caratteristico dell’attuale fase del capitalismo [Dowling, 2020]. Il terreno della cura è peraltro storicamente denso di conflitti e contraddizioni e caratterizzato dalla tensione tra assunzione di responsabilità pubblica e privata, al confine tra produzione e riproduzione sociale [Fraser, 2026].
In questo quadro la sessione si propone l’obiettivo di declinare la più ampia proposta tematica del convegno affrontando le principali riconfigurazioni che riguardano l’eterogeneo mondo del lavoro di cura con specifica attenzione alle diverse forme di conoscenza (scientifica, tecnica, basata sull’esperienza) su cui si basano le pratiche degli attori sociali e l’azione istituzionale [Borghi, Giullari, 2015; Giullari e De Angelis 2019, Mozzana, 2019]. Le forme della conoscenza implicate nei processi di definizione e pratiche della cura rappresentano infatti un aspetto centrale per la ridefinizione del rapporto tra trasformazioni della società e trasformazioni dei processi di conoscenza nelle scienze sociali. Inoltre, il lavoro di cura, nelle sue diverse forme, costituisce un terreno di analisi particolarmente fertile non solo per cogliere le trasformazioni in corso del lavoro e dei suoi confini, ma anche per identificare cambiamenti sociali ed economici di più ampia portata, poiché è strettamente legato ai mutamenti dei regimi di welfare e di cura, ai processi di invecchiamento della popolazione e al boom della silver economy, alle trasformazioni della famiglia e delle relazioni di genere, ai fenomeni migratori. A partire dalla cornice delineata, la sessione intende raccogliere contributi che affrontino i processi di trasformazione dell’ampio campo della produzione di cura a livello nazionale, ma soprattutto locale, rispetto alle riconfigurazioni organizzative, agli attori e alle dinamiche di potere che in questo ambito stanno prendendo forma. Ci interessa in particolare riflettere sulla possibilità di sviluppare saperi condivisi con gli attori che vivono e praticano quotidianamente la cura (operatrici e operatori, fruitori dei servizi, caregiver, ecc.) per cogliere il potenziale trasformativo di queste forme di produzione di sapere sulle dinamiche di mutamento in atto. Sono quindi invitati contributi teorici e/o empirici orientati a esplorare, tra gli altri, i seguenti temi: – la possibilità/lo sviluppo di forme nuove di ricerca condivisa (ricerca azione, conricerca, ricerca partecipata, etc.), per dare voce ai lavoratori e alle lavoratrici della cura, così come alle persone che fruiscono dei servizi (sia in forma di esperienze empiriche, sia di riflessioni metodologiche). – le condizioni di lavoro (inquadramento contrattuale, retribuzioni, stabilità, effetti sulla salute, etc.), l’organizzazione del lavoro e i processi lavorativi di chi opera in organizzazioni pubbliche e private di servizi di care e nel mercato informale della cura; – esperienze inedite di forme di redistribuzione e co-produzione di cura tra attori di differente natura, tra cui le esperienze di mutualismo e mutuo aiuto che rivendicano un modo di produrre relazioni e istituzioni di cura alternative sia al mercato che al servizio pubblico; – le ricadute dei processi di mercatizzazione e di privatizzazione sulle condizioni di lavoro e sull’accesso alla cura; – esperienze di mobilitazione dei lavoratori della cura (attori, logiche, etc.) e le ricadute sui processi di visibilizzazione/invisibilizzazione del lavoro e delle lavoratrici e dei lavoratori della cura nel discorso pubblico e nei documenti di policy elaborati nel contesto della pandemia.
0 notes
nicksalius · 1 year
Text
Il "discorso del fiore" - Thich Nhat Hanh
Il “discorso del fiore” – Thich Nhat Hanh
In questo breve discorso è racchiuso – è custodito – il nucleo – il cuore – dell’insegnamento del Buddha. Non è una verità segreta o esoterica, non vi è nulla di trascendentale, non è necessaria alcuna visione mistica e, naturalmente, nessuna preparazione metafisica. Cos’è che serve? Ecco: il medesimo atteggiamento di chi, più di ogni altro – Mahakassapa –, ne colse un immediato beneficio, ossia…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
occhidibimbo · 1 year
Text
L’istruzione è quell'aspetto dell’educazione che contribuisce alla formazione intellettuale e mentale del bambino e, di conseguenza, dell’uomo. La prima rende la seconda autentica e completa, ma non sufficiente, perché, se a sé stante, condurrebbe all'astrattezza e all'artificialità. L’istituto a cui storicamente viene assegnata l’istruzione in primis è la scuola in ogni suo ordine e grado. Ad essa è chiesto di assumere una consapevolezza e una competenza tecnica che la allontani dall'improvvisazione e che la invita ad utilizzare metodologie e didattiche nel rispetto delle fasi di crescita della mente in evoluzione. Ma alla scuola si chiede, altresì, sensibilità e capacità educativa più ampia e completa. Si pensi, infatti, all'affettività e alla socializzazione. L’atto di istruire, quindi, non può essere unilaterale e parziale, ma deve essere percepito come un momento dell’educare dal quale a sua volta non può prescindere l’istruzione. La scuola, come istituto e luogo dell’istruzione formale, diventa anch'essa luogo dell’educazione per la sensibilità di cui si veste, ma i luoghi informali (anche la scuola a casa è deputata all'istruzione) sono anch'essi luoghi dell’istruzione e come tale vengono riconosciuti. Testimonianza della correlazione fra istruzione ed educazione è la funzione dell’apprendimento. Inteso come processo psichico, l’apprendimento consente al bambino, al ragazzo e all'uomo di acquisire in forma durevole abitudini, conoscenze e competenze anche molto complesse. Le funzioni che intervengono in questo processo sono molteplici e coincidono con le facoltà umane della percezione, dell’attenzione, dell’immaginazione, dell’associazione e della memoria. L’apprendimento si realizza per condizionamento, imitazione, intuizione e per il semplice “fare”. L’esito del processo di apprendimento dipende dal desiderio di imparare - la cosiddetta motivazione – e dal delicato equilibrio affettivo (capace di interferire sensibilmente finanche nel bloccare qualsiasi processo di conoscenza, attiva o passiva che sia), nonché dalle aspettative che l’ educatore, l’insegnante e il genitore, riversano sul soggetto che apprende. Nell'ottica di un processo sinergico tra istruzione ed educazione, sarebbe molto interessante, quando si riflette sulla motivazione (motore indefesso di qualsiasi apprendimento), contestualizzare e rendere il più possibile attuale il metodo globale (Declory, 1871-1932), anche al di là dell’apprendimento della lettura a cui spesso è associato. I “centri di interesse”, quali centri propulsori di nozioni che appartengano a più campi della conoscenza (a diverse materie scolastiche se si è a scuola), possono essere estesi dalla scuola dell’infanzia, lungo tutto l’arco la scuola primaria, fino agli altri gradi della scuola, a ragione della interdipendenza degli ambiti di conoscenza. Oggi a nessuno può sfuggire che viviamo un momento storico in cui più che mai tutto avviene in modo immediato e, pertanto, sincronizzato. Apprendere per centri di interesse è un modo funzionale che aggancia variabili quali la motivazione (sfera affettivo-emotiva) e l’apprendimento nozionistico legato all'acquisizione delle conoscenze (sfera dell’istruzione) per ampliare, a sua volta, il valore educativo del contesto (educazione). Il tocco pedagogico in tutto ciò, dove sta? Sta nel fatto che ogni bambino, ogni alunno, ogni soggetto in apprendimento, è portatore di caratteristiche individuali uniche ed irripetibili, facilmente riconoscibili con la definizione di “differenze individuali”. Nel rispetto di queste e nella piena consapevolezza della loro incontrovertibile esistenza, il punto di vista pedagogico, intercettando le sacre differenze individuali, modula gli stimoli consoni ed elabora le strategie più congrue al fine di condurre, chi apprende, ad esiti apprenditivi soddisfacenti, per lo più stabili e capaci di essere ampliati, modificati ed anche sostituiti lungo tutto l’arco della vita in evoluzione.
0 notes
susieporta · 1 year
Text
MAESTRI DI SE STESSI
La vita è interdipendenza...
È difficile decidere chi è responsabile per cosa...
In verità, dato che siamo tutti connessi ed interdipendenti, siamo tutti responsabili per ciò che accade e per ciò che ci accade, sopratutto quando a decidere è l'inconscio, quando è l'inconscio a governare i nostri pensieri, emozioni, parole ed azioni, e per inconscio qui intendo tutto il materiale irrisolto di cui non siamo consapevoli che si trova represso e ben nascosto al nostro interno, ad esempio: la rabbia verso nostro padre, l'amore verso nostra madre, o viceversa; il bisogno infantile innapagato di attenzione, di amore, di riconoscimento e d'approvazione... e poi tutte le ferite, le paure, ecc.
Osserva e rifletti...
Che cosa ti spinge verso una certa persona?
E per quale motivo senti una certa repulsione versa quella persona?
Sai cosa ti spinge, ti tira, ti avvicina, ti allontana e ti fa re-agire in una certa maniera piuttosto che in un'altra?
Sai da dove sorgono tutte le tue aspettative e su chi le proietti e perché le proietti proprio su quella persona?
Sai perché tu reagisci in quella data maniera quando qualcuno non soddisfa le tue aspettative?
Hai mai visto come manipoli le persone o credi di essere sempre e solo tu la vittima?
Hai mai visto quanta violenza, gelosia, invidia e competizione nascondi al tuo interno mentre fuori mostri una personalità da agnellino?
Se sei onesto... tu non lo sai.
Perché la maggior parte delle persone non vede ciò che fa e perché lo fa... vive inconsapevolmente, vive governata dall'inconscio.
Ogni cosa, persona e situazione è strettamente connessa a tutte quante le altre e basta tirare un po' di qua e spingere un po' di là, magari senza rendersene conto, ecco che hai già messo in moto delle cause che ben presto produrranno degli effetti.
Dare colpe è uno dei classici ammortizzatori psicologici per non vedere cosa abbiamo messo in moto, remando contro, per fare si che un nostro desiderio non si avverasse, meccanismo di autoboicottaggio.
La vita è interdipendenza, e se vogliamo smettere di creare problemi e di subire i problemi, noi non possiamo agire senza tenere conto di tutto ciò che si muove al nostro interno di cui non siamo affatto consapevoli.
Credi davvero che a decidere sia quel 5% di conscio che qualche volta utilizziamo quando capita che non siamo del tutto addormentati?
Il sentimentalismo, il buonismo, la ricerca del partner ideale, l''innamoramento, la ribellione sociale e tutto questo lamentarsi e protestare per questo e per quello... credete davvero che vi renderà più liberi e felici e meno schiavi dei vostri meccanismi inconsci?
State ancora spostando il focus fuori di voi quando invece il problema è dentro, il vivere inconscio che non vi permette di vedere le cose esattamente come sono secondo causa, condizione, effetto.
La vita è interdipendenza, e siamo tutti quanti responsabili per quanta inconsapevolezza, ignoranza, energia pesante e confusa che portiamo nel mondo, ed è lo stato di sonno della coscienza individuale e la chiusura del cuore di ognuno di noi che rende il mondo un posto buio, confuso ed aggressivo.
Osserva se per caso ti sei messo a lottare contro le 'ombre del mondo' usando come arma le tue stesse ombre.
Roberto Potocniak
23 notes · View notes
stefaniaperinelli · 1 year
Text
Bestie da soma
Tumblr media
Acquistato qualche mese fa, mi ha chiamato ieri e così ho aperto il 2023 iniziando a leggere questo superlibro!
Sunaura Taylor, in questo libro scabroso, ruvido, difficile nel porsi questioni alle quali non è possibile rispondere se non vivendole nella contraddizione, ci indica un cammino arduo. Da pensatrice radicale, essenziale, Sunaura Taylor, artista, attivista per i diritti dei disabili e degli animali, affronta in questa sua opera, smontandole, le diverse maschere della normalità. Di ciò che si può definire abilismo. Di una visione antropocentrica del mondo. Di una visione patriarcale e razzista che attraversa le nostre società che definiamo civili.
L'introduzione curata da Marco Reggio e Feminoska sono già un ottimo inizio, non solo perchè ci aprono ad una loro maggiore conoscenza, ma perchè chiariscono il collegamento fra tutti i diversi temi dell'Antispecismo perchè il dualismo binario (bene/male, etero/omosessuale, umano/animale, bianco/nero, maschile/femminile, ecc.) è solo una costruzione concettuale volta ad etichettare così da poter emarginare, sfruttare, opprimere e dominare.
Sunaura Taylor propone e collega tematiche estremamente importanti, spesso chiuse nei propri scompartimenti, con semplicità e acume, spaziando nei mondi degli Invisibili.
"Gli animali siamo noi, tutti noi. Dobbiamo sciogliere le catene che li (ci) imprigionano. La cura diviene così una forma di interdipendenza, di etica liberatrice."
Consigliatissimo!
0 notes
koufax73 · 2 years
Text
Sena: "Toni Servillo" è il primo singolo #esordio
"Toni Servillo" è il singolo di debutto del progetto Sena. Ecco un primo capitolo per l'atipica cantautrice, ben rappresentativo della poetica ironica-onirica del progetto
Toni Servillo è il singolo di debutto del progetto Sena. Ecco un primo capitolo per l’atipica cantautrice, ben rappresentativo della poetica ironica-onirica del progetto: la coppia artistica Sorrentino-Servillo è simbolo universale del rapporto di interdipendenza e reciproca necessità che si crea in ogni coppia nella vita. In questa ballad pop dal gusto retrò una melodia romantica si fonde con…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes