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#educazione
irene22world · 9 months
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Non è la macchina che guidi, i vestiti che indossi o i soldi che hai. È come tratti gli altri, l'educazione e il rispetto che porti a definire chi sei
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scogito · 2 months
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Come si intitola quel film dove le assurdità sono una prassi e il popolo di quel pianeta perde tempo a parlare di cose completamente inutili?
- Terrestri.
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sunelrose · 2 months
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Da bambina sono stata così tanto educata alle regole che si sono rivelate la gabbia in cui mi trovo da adulta.
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ragazzoarcano · 7 months
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“Cerco di giudicare il meno possibile chi mi trovo di fronte e so che molti considerano la gentilezza un sinonimo di debolezza.
In realtà essere scortesi è molto più facile che essere educati. Per me chi è sempre gentile è una specie di supereroe, perché la vita è un casino per tutti. Per alcuni è un casino meraviglioso, per altri un casino insopportabile...
L’unica cosa che possiamo fare è cercare di occuparci del nostro casino personale, cercando, per quanto possibile, di non incasinare la vita degli altri”
— Marco Mengoni
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ilsilenteloquaceblog · 6 months
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“Vogliate scusar
le spalle… Anime educate.”
Il Silente Loquace ©
— @ilsilenteloquaceblog
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catsloverword · 5 months
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Perdonatemi lo sfogo
Non mi piace prendere posizioni nette su argomenti dei quali non conosco le dinamiche se non quelle raccontate dai media.
Ma di spendere due parole quando leggo che la colpa va alla "famiglia" o che è compito dei genitori "educare" i figli, mi va e mi va eccome!!
Non pretendo che tutti abbiano la mia vocazione, nata proprio in ambito educativo, quando ho iniziato a cogliere i "bisogni" dei genitori, cioè quella di formarsi affinché, potendo contare su competenze apprese, si possa operare per il bene comune.
Ma prima impariamo che l'educazione è un dovere sociale e non della semplice famiglia, che sono proprio i genitori di ieri che hanno messo al mondo figli di oggi, che dove non c'è la famiglia arriva la scuola, la parrocchia, il centro sportivo, se impariamo da subito a non delegare ma ad assumerci ognuno le proprie responsabilità come parte integrante di questo Mondo, prima, e meglio, le cose cambieranno.
Ora non vorrei più leggere che la colpa è della famiglia che non c'è, perché la prima famiglia è la Società. Poi non lamentiamoci.
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gregor-samsung · 7 hours
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" Nel Brasile di Bolsonaro, il ministro dell'Istruzione Ricardo Vélez ha promosso una campagna per modificare i testi di storia allo scopo di presentare un’«immagine piú equilibrata» – cioè piú positiva – del colpo di Stato militare del 1964 che rimosse il governo progressista allora in carica (Bbc 2019). Nel 2011, il partito di Berlusconi propose di condurre un’inchiesta parlamentare sui libri di testo di storia italiana, accusati di fondarsi su forti pregiudizi di sinistra, in particolare riguardo alla Resistenza contro il nazifascismo (Luppino 2011). Secondo un reportage del «New York Times», negli Stati Uniti i testi di storia sono stati alterati a seconda dei diversi climi politici dei singoli Stati, per cui Texas e California, per esempio, non sembrano condividere la stessa storia nazionale (Goldstein 2020). Il presidente dell'Associazione degli insegnanti di storia ungheresi ha dichiarato che l’obiettivo degli interventi del governo sull'istruzione era quello di «creare una versione della storia piú gradita a Orbán» (Kingsley 2018). Anche il presidente russo Vladimir Putin si è impegnato nella (ri)produzione di narrazioni storiche che offrissero un quadro piú unificante della storia del Paese, con una direttiva che ha indotto la Società storica della Russia a produrre 80 pagine di linee guida per la compilazione dei manuali (Baczynska 2013). Gli esempi potrebbero moltiplicarsi all'infinito, ma il messaggio di fondo sarebbe lo stesso: «la conoscenza è una forma di potere», come ha scritto Howard Zinn. "
Marco Armiero, L’era degli scarti. Cronache dal Wasteocene, la discarica globale, traduzione di Maria Lorenza Chiesara, Einaudi (collana Passaggi), 2021. [Libro elettronico]
 [Edizione originale: Wasteocene. Stories from the global dump, Cambridge University Press, 2021]
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aitan · 5 months
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[...] Introdurre ore obbligatorie di Educazione Sentimentale come già si è fatto con l’Educazione Civica e come si sta facendo in questi giorni con l’Orientamento al futuro significherebbe solo oberare gli insegnanti di altri impegni burocratici da assolvere senza convinzione e ammorbando gli alunni con altri messaggi che hanno lo stesso potere di convincimento dei bigliettini dei baci al cioccolato.
L’educazione al rispetto di se stessi, degli altri e dell’ambiente in cui si vive, il senso di comunità e la capacità di superare i conflitti dovrebbero essere principi trasversali, impartiti con un costante dialogo educativo, con lo sviluppo del senso critico e, non ultimo, con la forza dell’esempio. [...]
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silviaaquilini · 1 month
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ilpandapensatore · 23 days
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Femminicidi ed educazione emotiva il parere del Professor Galimberti.
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scogito · 4 months
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Più mi guardo attorno più mi rendo conto che la più grande illusione di cui sono convinti i genitori è che l'educazione dei figli dipenda dalle parole e da quello che dicono loro sia giusto fare e non fare.
Purtroppo allevano cavie perché come cavie sono cresciuti e non essendosi ancora per se stessi svincolati, proseguono nella medesima direzione "formativa".
Da figlia, da studiosa relazionale e da osservatrice diretta di genitori, posso dirvi che la comunicazione senza comportamento ad essa coerente, non serve assolutamente a niente.
Se hanno esempi di merda guarniti con insegnamenti esemplari, seguiranno gli esempi di merda.
I figli, come in generale tutte le persone, apprendono, imparano e diventano, guardando e introiettando i comportamenti e gli atteggiamenti che osservano.
Ovvero gli atti pratici dentro cui crescono.
Il resto è fuffa.
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rideretremando · 9 months
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"Io sono a favore del politicamente corretto, della cortesia e dei "gggiovani", per questo in treno ho chiesto cortesemente a un gruppetto di "bro" se non arrecasse loro eccessivo disturbo o stress cognitivo mettere a posto la loro valigia che scorrazzava sulle sue amabili rotelline per il vagone.
Giuro che non stavo leggendolo Proust e non indossavo un abito di lino stazzonato, e tuttavia quella valigia che come una pallina da flipper vagava tra i sedili stava vagamente fracassando una parte sensibilissima dell'anima mia.
I "bro", davvero cortesi, mi hanno sorriso giocondi continuando a guardare il cell. E lì ho sorriso anch'io, perché ho capito di aver sbagliato, di non averli motivati abbastanza, di non essere entrato in sintonia con il loro mondo: perché loro hanno bisogno di stimoli forti, sollecitazioni adeguate; così ho deciso di andare loro incontro: la vecchia generazione che responsabililmente tende la mano a quella più giovane, senza paternalismo, senza discorsi tromboni, senza articoli sui quotidiani.
Ho accompagnato a calci, letteralmente, la loro valigia fuori dal vagone. Ed stato un dialogo bellissimo, profondo, fatto di gesti. Intesa perfetta. La signora seduta di fronte a me voleva un autografo, ma io resto umile e continuo a credere nei gggiovani."
Simone Regazzoni
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ragazzoarcano · 2 months
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“Sono uno che crede fermamente nell'educazione, perché penso che trasformi la gente e che le dia potere.”
— Peter Gabriel
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gregor-samsung · 5 months
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“ A novembre hanno ricevuto una telefonata della direttrice. Voleva parlare con loro e no, sarebbe stato meglio farlo di persona, meglio non per telefono. Si sono presentati tutti e due. Era caduta una neve precoce; la luce livida, l’ambiente urbano repentinamente mutato li rendevano inquieti, come se non bastasse già il tono della telefonata, certo non minaccioso, ma ambiguo, guardingo. L’inquietudine è aumentata quando la direttrice ha cominciato con un discorso molto generale sulla missione (ha detto proprio cosí, mission) dell’insegnamento e sui compiti degli educatori. Si vedeva che rimandava il momento in cui avrebbe sputato il rospo, e i due stavano seduti sulla punta della sedia, sempre piú nervosi. Poi finalmente gliel’ha detto: i genitori degli altri bambini si erano lamentati. Le telefonavano per dirle che sempre piú spesso, a casa, i figli di quattro anni si rivolgevano a loro con parole mai sentite prima, che alla fine risultavano essere italiane. Si registravano già alcuni casi di gravi incomprensioni transgenerazionali, con conseguenze che solo per un pelo non erano state serie. Interpellate, la maestra Shirley e la maestra Carol avevano confermato; loro stesse si erano rassegnate ad apprendere il significato di espressioni quali pipí, popò, basta, prendi, vieni qua e vaffanculo, finendo per utilizzarle anche loro, in violazione dei principî educativi del Learning World, per non restare tagliate fuori. La direttrice, a cui evidentemente sfuggiva la differenza tra vaffanculo e vattene via, aveva aggiunto che però la contaminazione culturale, cosí si era espressa, procedeva anche in direzione opposta, tanto che il bambino aveva adottato il termine wedgie. Su richiesta dei genitori, aveva poi specificato che la parola, di cui non si conoscono equivalenti in altre lingue, designa la condizione in cui, adulti o minori, ma soprattutto questi ultimi, si è infastiditi dalle mutande insinuatesi nel solco fra l’una e l’altra natica. La direttrice non si era mai trovata alle prese con un problema del genere (adesso parlava del bambino, non piú della wedgie). Non sapeva esattamente cosa proporre. Contava però sul loro aiuto per trovare una soluzione, escogitare qualcosa che permettesse agli altri alunni di mantenere la madrelingua in presenza della formidabile spinta all’innovazione portata da quel bambino dal carattere cosí forte. “
Guido Barbujani, Soggetti smarriti. Storie di incontri e spaesamenti, Einaudi (collana Super ET Opera Viva), febbraio 2022¹; pp. 126-127.
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ethanmoore1 · 1 month
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youtube
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