Tumgik
#sviluppo
gregor-samsung · 5 days
Text
" Nel Brasile di Bolsonaro, il ministro dell'Istruzione Ricardo Vélez ha promosso una campagna per modificare i testi di storia allo scopo di presentare un’«immagine piú equilibrata» – cioè piú positiva – del colpo di Stato militare del 1964 che rimosse il governo progressista allora in carica (Bbc 2019). Nel 2011, il partito di Berlusconi propose di condurre un’inchiesta parlamentare sui libri di testo di storia italiana, accusati di fondarsi su forti pregiudizi di sinistra, in particolare riguardo alla Resistenza contro il nazifascismo (Luppino 2011). Secondo un reportage del «New York Times», negli Stati Uniti i testi di storia sono stati alterati a seconda dei diversi climi politici dei singoli Stati, per cui Texas e California, per esempio, non sembrano condividere la stessa storia nazionale (Goldstein 2020). Il presidente dell'Associazione degli insegnanti di storia ungheresi ha dichiarato che l’obiettivo degli interventi del governo sull'istruzione era quello di «creare una versione della storia piú gradita a Orbán» (Kingsley 2018). Anche il presidente russo Vladimir Putin si è impegnato nella (ri)produzione di narrazioni storiche che offrissero un quadro piú unificante della storia del Paese, con una direttiva che ha indotto la Società storica della Russia a produrre 80 pagine di linee guida per la compilazione dei manuali (Baczynska 2013). Gli esempi potrebbero moltiplicarsi all'infinito, ma il messaggio di fondo sarebbe lo stesso: «la conoscenza è una forma di potere», come ha scritto Howard Zinn. "
Marco Armiero, L’era degli scarti. Cronache dal Wasteocene, la discarica globale, traduzione di Maria Lorenza Chiesara, Einaudi (collana Passaggi), 2021. [Libro elettronico]
 [Edizione originale: Wasteocene. Stories from the global dump, Cambridge University Press, 2021]
15 notes · View notes
titosfriends4life · 10 months
Text
MIGLIORA LE ABILITÀ COGNITIVE GRAZIE ALLE NUOVE TECNOLOGIE
Tumblr media
L’avvento delle nuove tecnologie ha condotto ad una serie di cambiamenti di vasta portata in tutti i settori della vita dell’uomo.
Gli studi neuro-scientifici condotti negli ultimi dieci anni testimoniano che il cervello dell’uomo ed il suo sviluppo, a partire da una base biologica e genetica, sia esperienza-dipendente. Al di là degli effetti negativi causati da un utilizzo eccessivo delle nuove tecnologie, un’educazione ed un uso consapevole di strumenti quali pc, internet, tv,rappresentano un’esperienza in grado di innescare un potenziamento di alcune abilità cognitive.
Pensare per immagini
Avvalersi di immagini, figure, filmati, schemi prima ancora delle parole potenzia quello che viene definito pensiero visivo. Il vantaggio insito in tale abilità risiede nella possibilità di osservare e studiare i concetti della matematica ed i fenomeni della fisica da una prospettiva del tutto nuova (è possibile guardare i numeri, gli esperimenti…). Il pensare per immagini andrebbe pertanto coltivato parallelamente all’abilità linguistica dal momento che uno sviluppo armonioso di entrambe le capacità, permettono un incremento delle perfomance.
Reagire all’inaspettato
I videogiochi, costantemente criticati, se utilizzati con coscienza attivano abilità quali: reattività all’inaspettato e prontezza di riflessi. Ulteriori capacità che emergono dall’uso dei videogiochi consistono nella capacità di rispondere in maniera adeguata agli stimoli richiesti dalla situazione presentata dal gioco, abilità di controllo attentivo spaziale. In un mondo nel quale, inoltre, i ritmi di vita richiedono da un lato una costante capacità di adattarsi a cambiamenti anche improvvisi e dall’altro un’elevata capacità di gestione simultanea di più situazioni, i videogiochi rappresentano un terreno fertile all’interno del quale sperimentare e “fare i conti” con le richieste della società.
Pensare in parallelo
Un’altra capacità cognitiva che risulta potenziata nelle giovani generazioni che si avvalgono delle nuove tecnologie è quella di pensare in parallelo, utile in numerose situazioni sociali e lavorative, in particolar modo pensare in parallelo deriva nello specifico da una pratica spesso oggetto di critiche: lo zapping.
«Anni fa, quando venne introdotto il telecomando, tutti ci accorgemmo che, mentre gli adulti lo usavano come uno strumento di ricerca, i ragazzi lo adoperavano quasi da subito come una possibilità di seguire contemporaneamente più trasmissioni, più canali, più storie. La cosa stupefacente era (ed è) che riuscivano a parlarne con cognizione di causa, come se le avessero viste per davvero, e non per spezzoni.»
E’ compito della scuola tenere allenate contemporaneamente, per evitare disequilibrio, la capacità di pensare in parallelo unitamente alla capacità di concentrarsi su un singolo stimolo, abilità anche questa indispensabile per la vita sociale.
Alla luce di quanto illustrato emerge come educare ad un uso intelligente e ponderato delle tecnologie consenta l’acquisizione di capacità che è possibile trasferire nel mondo reale e quotidiano.
UNISCITI AL CANALE TELEGRAM CLICCA 👉🏻 QUI 👈🏻
HAI BISOGNO DI AIUTO❓Chiedi al MENTAL COACH online, inquadra il CODICE IQR qui sotto e INIZIA A CHATTARE: 👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻
Tumblr media
2 notes · View notes
leparoledelmondo · 1 year
Text
Limiti dello sviluppo
Tumblr media
Il prof. Dennis Meadows, docente al MIT, pubblicò nel 1972 il rapporto “I limiti dello sviluppo” commissionato dal Club di Roma (associazione di scienziati, economisti, attivisti, capitanati dall’italiano Aurelio Peccei) che svelava il degrado sempre più profondo ed esteso dell’ambiente naturale, non solo locale (laghi, fiumi, città), ma ormai globale (oceani, pianeta). Possiamo considerare quel documento come l’elemento che diede vita alla coscienza ecologista: il degrado della biosfera produce il degrado dell’ antrosfera, colpendo i prodotti alimentari, le risorse la salute e la sfera psichica degli esseri umani.
A distanza di 50 anni abbiamo assistito a una lenta presa di coscienza ecologista ed è arrivato il momento di avere una politica che non si limita a preservare l’ambiente naturale, ma tende a preservare anche gli ambienti umani. E’ per questo che occorre trasformare i nostri pensieri, i nostri costumi, il nostro modello di sviluppo.
3 notes · View notes
Text
Mi piacerebbe conoscermi.
2 notes · View notes
Text
1 note · View note
designmiss · 8 years
Photo
Tumblr media
Nixie, il drone che si indossa https://www.design-miss.com/nixie-il-drone-che-si-indossa/ Un piccolo #drone da portare con sé ovunque…
0 notes
easily-ecommerce · 22 days
Text
Tumblr media
Cos'è il Growth Hacking?
Il growth hacking è una strategia che startup e organizzazioni di ogni dimensione mettono in campo per puntare sulla crescita e scalare rapidamente. Nel mondo del marketing digitale è una delle tendenze più in voga del momento, ma cos'è esattamente il growth hacking e come sfruttarlo per far crescere il vostro business? Scopriamolo insieme.
Cos’è il growth hacking?
Il growth hacking è una metodologia che consiste nella sperimentazione agile di strategie, soluzioni e tattiche su prodotti e campagne di marketing per far crescere un business o raggiungere un determinato obiettivo aziendale (trovare nuovi clienti, aumentare il tasso di conversione, ampliare i contatti per l'email marketing, ecc.) il più velocemente possibile e in modo scalabile.
Più che una strategia ben definita, il growth hacking è una filosofia d’azione e un processo che consente di focalizzarsi sulla crescita, mettendo in secondo piano gli elementi più tradizionali del marketing come budget, costi e conversioni a favore di una serie di esperimenti o tecniche agili che consentono di accelerare la crescita. Nel marketing tradizionale, infatti, le risorse sono strettamente collegate al concetto di campagna stessa, con tempi, modalità e canali specifici per veicolarla; il growth hacking, invece, consente di suddividere il budget in tanti piccoli esperimenti, o campagne, di breve durata.
Per capire meglio cos’è e cosa significa growth hacking, facciamo un passo indietro per conoscere la storia del growth hacking e l’origine della parola: il termine “growth hacking” è stato coniato nel 2010 da Sean Ellis, imprenditore, investitore e consulente statunitense che ha contribuito alla crescita di startup come Airbnb, Eventbrite e Dropbox utilizzando metodi creativi e innovativi, portandole a diventare le aziende di successo che sono oggi.
Il growth hacking marketing è una strategia messa in campo dalle startup innovative che non dispongono di budget o risorse importanti e devono puntare tutto sulla crescita organica e sulla scalabilità nel tempo. Le startup, infatti, si prestano particolarmente bene al growth hacking anche per la rapidità con cui possono evolversi e cambiare direzione strategica: pensiamo a quelle startup che non hanno ancora una clientela ben definita oppure un prodotto o servizio finito e possono permettersi di sperimentare nuove strategie per capire velocemente cosa funziona e cosa no.
Per sopravvivere, le startup hanno necessariamente bisogno di crescere e il growth hacking consente di farlo con una serie di strategie a basso rischio e facilmente modificabili se necessario.
Chi è il growth hacker?
Le strategie di growth hacking vengono sviluppate dalla figura del growth hacker, un esperto di marketing che dispone di un’ampia conoscenza di skill e strumenti del mondo digitale, gestione di prodotto, comunicazione, programmazione e psicologia. Il growth hacker, quindi, è una figura che supporta startup, aziende e negozi nel loro percorso di crescita con strategie creative e fuori dagli schermi.
Dovendo combinare abilità e competenze anche molto diverse tra loro, tra cui content marketing, ottimizzazione del funnel di vendita e analisi dei dati, il growth hacker è una figura trasversale e diversa da quella del marketer tradizionale: mentre quest’ultimo si concentra maggiormente sulle fasi iniziali del customer funnel, il “top of the funnel” che include il branding, l’awareness e l’acquisizione clienti, il growth hacker si occupa anche delle fasi successive del customer journey, come la retention, il referral e il revenue.
Cosa fa il growth hacker?
Proprio per la sua adattabilità, il growth hacker spesso non ricopre un profilo specifico all'interno di un'organizzazione. Può essere un consulente esterno o inserito all’interno del marketing team dell’azienda, a seconda delle necessità.
Tra le mansioni tipiche di un growth hacker, troviamo:
Sfruttare le potenzialità degli strumenti di marketing;
Effettuare esperimenti in modo continuo;
Analizzare, ottimizzare e ridurre i costi di conversione e scalabilità;
Sviluppare una strategia di crescita basata sul metodo AAARRR, che vedremo in seguito;
Migliorare il processo di acquisizione clienti per ottimizzare il tasso di conversione;
Ottimizzare la user experience per migliorare i processi aziendali.
Come si fa growth hacking: tecniche e funnel dei pirati
Se vi state chiedendo come fare growth hacking, è importante ripetere un concetto che abbiamo già spiegato: il growth hacking non è un’azione, ma un processo. Ciò significa che fare growth hacking non vuol dire lanciare una campagna di marketing virale o aumentare le vendite con tecniche di cross-selling, ma ideare, verificare e modificare il proprio approccio in modalità “lean”, agile, seguendo una serie di fasi che prende il nome di “funnel dei pirati” per l’acronimo AAARRR, e si articola nei seguenti step:
Awareness: il punto di partenza consiste nella fase di awareness, quella in cui dovrete far conoscere il vostro brand o prodotto ai potenziali clienti. Alcune delle strategie che si rivelano più efficaci sono il social media marketing, l'affiliation marketing, l’email marketing o la SEO, tanto per citarne alcune.
Acquisizione: in questa fase, il cliente è consapevole dell’esistenza del vostro brand e sta intraprendendo le prime azioni per imparare a conoscerlo, ad esempio visitando il vostro sito web. Metriche come il tempo di sessione medio o il tasso di rimbalzo possono aiutarvi a capire se il vostro sito è ben ottimizzato o se c’è del lavoro da fare. Sperimentate tramite test A/B per comprendere cosa sta funzionando e confrontare i risultati.
Attivazione: in questo step cruciale, il cliente sta prendendo in seria considerazione di passare all'azione, ad esempio acquistando il vostro prodotto o iscrivendosi alla newsletter, e potrebbe avere bisogno di un incentivo per finalizzare l'operazione; alcune delle tecniche più efficaci per convincerlo sono offrire contenuti di qualità tramite il content marketing oppure un piccolo omaggio come un codice sconto per il primo acquisto.
Retention: secondo alcuni studi, acquisire nuovi clienti può costare fino a cinque volte tanto che mantenere i clienti attuali. E l’obiettivo della fase di retention è proprio questo: trasformare clienti da abituali a fissi. Questa strategia avrà inoltre un notevole impatto sulla vostra capacità di generare reddito, perché secondo Adobe, “negli Stati Uniti, il 40% delle entrate proviene dai clienti che ritornano sul sito o ripetono l’acquisto, e questi rappresentano solo l’8% di tutti i visitatori”.
Referral: come trovare nuovi clienti e ampliare il proprio pubblico? Una tecnica comunemente utilizzata nel growth hacking è spingere gli utenti attivi a parlare del vostro servizio o prodotto ad amici, parenti e conoscenti, ad esempio tramite il referral marketing e offrendo un incentivo ai clienti che ne portano altri. Secondo AdWeek, il 74% dei clienti ha dichiarato che il passaparola influenza i propri acquisti.
Revenue: infine, questa fase serve a convincere i clienti a fare qualcosa per consentire all’azienda di guadagnare, ad esempio sottoscrivendo un abbonamento o acquistando un prodotto.
Growth hacking: esempi e casi studio
Tra i casi studio di growth hacking più efficaci, analizziamo le storie di Hotmail, Airbnb e Dropbox.
Hotmail, una delle piattaforme di email più utilizzate fino a qualche anno fa, venne lanciato nel 1996 e i suoi fondatori, invece di investire risorse pubblicitarie sui media tradizionali, pensarono di sviluppare un programma di referral basato sulla frase «P.S. Ti voglio bene. Ottieni la tua email gratuita con Hotmail», alla fine di ogni email. Questa piccola azione scatenò un vero e proprio effetto virale che consentì a Hotmail di guadagnare milioni di utenti in poco tempo e portò alla successiva acquisizione della startup da parte di Microsoft.
Un altro esempio eclatante è quello di Airbnb, che agli albori sfruttò una falla su Craiglist, una piattaforma di annunci, per consentire agli utenti che pubblicavano un annuncio di affitto immobiliare su Craiglist di pubblicare automaticamente lo stesso annuncio anche su Airbnb. Trattandosi di un target molto simile, questa strategia consentì ad Airbnb di scalare rapidamente il proprio business fino a soppiantare la stessa Craiglist come principale piattaforma di annunci immobiliari negli Stati Uniti.
C'è infine Dropbox, il servizio di file hosting in cloud, che tramite un programma di referral offre spazio di archiviazione gratuito agli utenti che invitano altre persone a iscriversi al servizio. Questa formula ha consentito a Dropbox di crescere rapidamente - e in modo organico - tramite il passaparola.
In conclusione...
Come abbiamo visto, il growth hacking è un processo di sperimentazione che permette alle startup e organizzazioni di crescere rapidamente e focalizzarsi sulla scalabilità. Ma come ogni strategia di marketing, non c'è una formula vincente per tutti: con il growth hacking diventa necessario provare, sperimentare, modificare la propria tattica fino a trovare ciò che funziona per voi.
Domande frequenti sul growth hacking
Cosa significa growth hacking?
Il growth hacking è un processo strategico che prevede una serie di esperimenti di marketing che hanno l'obiettivo di accelerare la crescita di startup, aziende e organizzazioni. Il growth hacking non si articola in una singola campagna o strategia di marketing ma consiste in un insieme di esperimenti continui e modificabili in base al feedback e ai risultati ottenuti.
Cosa fa il growth hacker?
Il growth hacker progetta esperimenti, li trasforma in procedure attuabili e traccia i risultati per capire se funzionano e, in caso contrario, interviene per modificarli.
Come si diventa growth hacker?
Per diventare growth hacker, è necessario padroneggiare un'ampia serie di skill e abilità in campi spesso diversi tra loro, come marketing, gestione di prodotto, comunicazione, programmazione e psicologia, e metterli sul campo per consentire a startup e aziende di crescere rapidamente.
Quanto guadagna un growth hacker?
Lo stipendio medio annuo di un growth hacker va dai 20 ai 35 mila euro per una figura junior, mentre può raggiungere cifre intorno ai 120-130 mila euro per un profilo senior più avanzato.
0 notes
cvsolutions · 1 month
Text
Tumblr media
Soluzioni internet per il futuro? Affidati a noi! Web developer, Grafico e Consulente Informatico al tuo servizio. Contattaci: [email protected] oppure www.cvsolutions.it
0 notes
lonelyken0 · 2 months
Text
Sfrutto lo sviluppo tentando di non perdere il cuore
Questo è uno degli argomenti che mi interessano di più in assoluto, sul quale ci penso e ci ripenso. Mettiamola così: il mondo segue una direzione, il filosofo comprende in anticipo qual è questa direzione e si rende conto della gravità della situazione; a questo punto dà il via alla sua attività intellettuale con il desiderio di -salvare il mondo-. Sto parlando di me? Sì, sto parlando di me… Ma…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
Text
Tumblr media
Leggi gratis le rubriche BLOG - PILLOLE DI PSICOLOGIA, BLOG - PERCORSO CONSAPEVOLEZZA (lezioni   gratuite di crescita personale) - BLOG - PAGINE SCELTE DI PSICOLOGIA su           www.centroascoltopsicologico.it
1 note · View note
ps-ped-metod · 2 months
Text
Robert Selman
Lo psicologo Robert Selman ha individuato cinque stadi di sviluppo delle abilità di Role-taking. Questi stadi descrivono come i bambini sviluppano progressivamente la capacità di comprendere i punti di vista degli altri. I 5 stadi sono:
💎 Stadio 0: Egocentrico (3-6 anni): I bambini non riescono a distinguere il loro punto di vista da quello degli altri.
💎 Stadio 1: Socio-informativo (6-8 anni): I bambini comprendono che le persone possono avere prospettive diverse perché hanno accesso a informazioni diverse.
💎 Stadio 2: Auto-riflettente (8-10 anni): I bambini possono mettersi nei panni degli altri e vedere le cose dal loro punto di vista.
💎 Stadio 3: Reciproco di terza parte (10-12 anni): I bambini possono valutare le interazioni dal punto di vista di un osservatore imparziale.
💎 Stadio 4: Società multipla (dai 12 anni in poi): I giovani comprendono che le prospettive individuali sono influenzate dal contesto sociale più ampio.
0 notes
gregor-samsung · 2 years
Text
“ Il 9 ottobre 1963, circa 300 milioni di metri cubi di roccia precipitarono nella riserva d’acqua della Valle del Vajont, provocando un’onda gigantesca che superò gli argini della diga e distrusse la cittadina di Longarone, uccidendo circa 2000 persone. Il disastro del Vajont è tra gli eventi piú tragici della storia del secondo dopoguerra in Italia; ciò nonostante, fu rimosso dalla memoria collettiva nazionale. A parte i lavori di pochi storici (Reberschak e Mattozzi 2009; Reberschak 2013), non ve ne sono tracce nella narrazione ufficiale del cosiddetto miracolo economico degli anni Sessanta. È stato grazie al lavoro di Marco Paolini, attore e autore di teatro, che alla fine degli anni Novanta la vicenda del Vajont è entrata a far parte della memoria collettiva del Paese, grazie a un monologo di due ore trasmesso dalla televisione pubblica. Evidentemente, la storia del modo in cui la modernità e la crescita economica si erano materializzate in una valle remota del Nord Italia grazie all’arroganza di una potente azienda idroelettrica e alla complicità dello Stato non erano adatte alla narrazione generale di un’Italia che finalmente diventava una società ricca e moderna. La storia del disastro del Vajont è un esempio da manuale della logica del Wasteocene. Nel nome del progresso e di un superiore «bene comune» (Roy 1999), alcuni luoghi ed esistenze vengono sacrificati, letteralmente messi al lavoro per il benessere di altri. Le wasting relationships che trasformarono una valle remota in una macchina idroelettrica non soltanto produssero vite di scarto – l’immenso cimitero di Longarone –, ma scartarono anche saperi e memorie. Saperi, sí, perché gli abitanti del posto tentarono piú volte di allertare le autorità riguardo ai prevedibili rischi che sarebbero derivati dalla diga, ma vennero ignorati o ridicolizzati. Fu una battaglia tra competenza scientifica ed esperti professionisti da una parte e la gente comune di una valle alpina dall’altra. La partita era persa fin dall’inizio.
Rifiutare la memoria del Vajont significò cancellare quella tragedia dalla narrazione storica dominante, ma anche addomesticarla. Mentre l’invisibilizzazione cancella ogni traccia di che cosa / chi è stato scartato, l’addomesticamento della memoria è forse una strategia piú sofisticata per continuare a riprodurre wasting relationships. Nei casi come quello del Vajont, addomesticare la memoria significa organizzare una certa versione della storia che non rivela le ingiustizie né lascia spazio alla rabbia sociale: piangere la perdita di vite umane può essere accettabile, ma lo si deve fare senza alcuna implicazione politica. Perciò il disastro del Vajont fu rappresentato semplicemente come uno sfortunato incidente, e il suo ricordo avrebbe dovuto portare pace e coesione, non rabbia e conflitto. Ricordando la propria esperienza, Carolina, sopravvissuta alla tragedia, ha spiegato questo processo di addomesticamento della memoria: Le istituzioni hanno fatto e fanno di tutto per dividere i buoni dai cattivi superstiti. I buoni sono quelli che raccontano del dolore, quelli che commuovono chi li ascolta, ma poi sanno fermarsi lí, sanno stare zitti e lasciare alle istituzioni il compito di raccontare i fatti e rendere cosí la memoria innocua in modo che non disturbi i poteri economici che ancora mettono al primo posto il profitto rispetto alla vita umana. I cattivi sono quelli che cercano giustizia e che lottano affinché i loro morti siano un monito ai vivi per non dimenticare mai di cosa sia capace l’uomo in difesa del profitto. I cattivi sono quelli che puntano il dito contro il sistema che privilegia i soldi alla vita umana (Vastano 2017). La giornalista Lucia Vastano (2008) ha raccontato la storia del cimitero delle vittime del Vajont in un modo che mi pare confermi meravigliosamente la mia idea dell’addomesticamento della memoria quale wasting relation istituita con mezzi diversi. Nel 2003, l’amministrazione comunale di Longarone decise di trasformare il vecchio cimitero di Fortogna, dove erano sepolte le vittime, in un monumento ufficiale alla memoria. Il vecchio cimitero venne raso al suolo, cancellando ancora una volta i ricordi e i simboli riuniti lí dai sopravvissuti, compresa la lapide della famiglia Paiola (sette morti, di cui tre bambini) sulla quale era inciso: Barbaramente e vilmente trucidati per leggerezza e cupidigia umana attendono invano giustizia per l’infame colpa. Eccidio premeditato (Vastano 2008, p. 157). Nel nuovo cimitero, il ricordo delle vittime fu organizzato in geometrici blocchi di marmo con la sola incisione dei nomi dei defunti: il lutto deve essere addomesticato, la logica del Wasteocene non può essere messa in questione. Se un episodio tragico rende lo scarto di vite umane troppo evidente per poter essere nascosto, va visto come un incidente e non come l’epifania del Wasteocene, la prova del fatto che il sistema si fonda sullo scarto di umani e non-umani, delle loro vite, del loro sapere e anche delle loro storie. “
Marco Armiero, L’era degli scarti. Cronache dal Wasteocene, la discarica globale, traduzione di Maria Lorenza Chiesara, Einaudi (collana Passaggi), 2021. [Libro elettronico] [Edizione originale: Wasteocene. Stories from the global dump, Cambridge University Press, 2021]
48 notes · View notes
Text
Sullo sviluppo della dottrina cristiana: la sua rilevanza oggi
Lo sviluppo dottrinale era inteso come un’autentica crescita nella comprensione e nell’articolazione, da parte della Chiesa, di ciò che era sempre stato creduto e insegnato. Continue reading Sullo sviluppo della dottrina cristiana: la sua rilevanza oggi
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
marco-fma · 4 months
Text
Nuova vivibilità urbana grazie ai telefonini
Il concetto tradizionale di città sta subendo una rivoluzione grazie ai dati provenienti dai telefoni cellulari. La definizione di una città non si basa più solo sulle sue dimensioni e struttura, ma piuttosto sui flussi dinamici delle persone. Continue reading Untitled
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
bikewalden · 5 months
Text
sul RECUPERO ENERGETICO
Intervista a Mario Palazzetti Realizzata da Luciano Coluccia
PRIMO, CAMBIARE COMPORTAMENTO
Una dipendenza, quella energetica, da contrastare eliminando innanzitutto i grandi sprechi. L’abitudine, sbagliatissima, di considerare il consumo energetico come un indice del benessere. La risorsa del pagamento a consumo. Quel che si può fare con le vetrate a schiera dei palazzi di uffici. Le false speranze che si appuntano sull’idrogeno. L’eolico che può servire da frangivento. Intervista a Mario Palazzetti.
Mario Palazzetti, ingegnere elettronico, già responsabile delle applicazioni termotecniche al Centro Ricerche Fiat, detiene un’ottantina di brevetti, tra cui molti di tecnologie non energivore e non inquinanti come la Finestra Solare e sistemi di microcogenerazione. Ha pubblicato insieme a Maurizio Pallante L’uso razionale dell’energia per Bollati Boringhieri.
Una Città n° 143 / 2006 Novembre
1 note · View note
azzurropozzuoli · 5 months
Text
Palace of the Sea, Puteoli, Naples, Campania, Italy.
1 note · View note