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#QUESTI SONO I MIEI GIOIELLI
ilterzouomo · 2 years
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elperegrinodedios · 8 months
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Testimonianza di un convertito...
(Quarta parte)
Rimasi lì seduto tutta la serata a fare sarcasmi sul film e presi molto interesse per Nicky Cruz. Vedete, voi pensate con una mente e ora come Cristiano anch'io penso con la stessa mente ma come stregone pensavo con una mente diversa: Dave Wilkerson (Il pastore) era il nemico e Nicky Cruz (il criminale) era l'eroe. Cosi, rimasi seduto e pensavo questo tipo è in gamba e convertirà il predicatore... e poi lui si salvò! Ora, quel termine non voleva dire niente per noi ma quando poi lui cambiò dal vecchio Nicky Cruz, al nuovo Nicky Cruz, allora quello davvero significava qualcosa: era impossibile! Se Nicky Cruz era cambiato era davvero un miracolo incomprensibile a qualsiasi stregone. Veramente incomprensibile!
La pietra angolare tutto il fondamento della stregoneria è che non si può far un sortilegio non si può mescolare una pozione, non si può fare un rito senza una salda conoscenza della astrologia. E' la base, di tutte le pratiche della Stregoneria. Uno dei suoi insegnamenti è che si nasce con una tal personalità e non si può fare niente per cambiarla e la mia, era piuttosto squallida così come era.
Così uscendo da lì mi trovavo in uno stato a dire poco confusionale, di stress mentale, di grande oppressione e di un forte senso di smarrimento. La mia condizione io l'avevo ereditata e tutto ciò che avevano i miei genitori era stato trasferito a me. In altre parole avevo ereditato i loro demoni o alcuni simili a loro. E cosi, io non ero mai stato libero dal momento in cui quel dottore mi aveva dato la pacca sul sedere in sala parto, fino a tale notte del '72. Forse voi quando vi siete salvati vi siete sentiti meravigliosamente, ma non penso, che vi siate sentiti così tanto meravigliosamente di me, quando mi sono salvato io!
Per la prima volta potevo pensare da solo senza questo peso, come del cotone nella mia testa; è più o meno il solo modo per descriverlo. E la mia sensazione era quella che se mi avessero ucciso uscendo da quel posto ora io, sarei morto felice. E me ne andai senza pensare a nessun pericolo. La notte seguente tornai dicendo: "Vorrei vivere abbastanza a lungo da potermelo godere!". Ed il motivo era che non si abbandona la Stregoneria una volta che si è stati iniziati: una volta dentro, dentro per sempre! La mia vita ora, ogni giorno, è in continuo pericolo: quella di mia moglie e la mia e quella di tutte le persone che ne sono poi uscite. I Cristiani rimangono stupefatti, quando dico loro, che il più grande mago, stregone che sia mai esistito fu re Salomone. Quando tornò indietro, tornò veramente indietro! E come tutte le cose che ha scritto nella Bibbia, sono davvero grandi cosi altrettanto grandi sono quelle scritte nella Bibbia della Stregoneria!! Gli stessi riti di iniziazione e anche come preparare Bibbie della Stregoneria o come evocare demoni, sono tutte cose scritte e create da lui. Questi che seguono sono tipi di gioielli creati mediante la istruzione demoniaca per persone molto importanti.
Prima di raccontarvi cosa significano, io voglio dirvi questo: "Era impossibile comperare questi ornamenti, eccetto la croce ansata, al di fuori di un negozio di Stregoneria", fino a pochi anni fa. Erano fatti a mano, da gioiellieri appartenenti al sacerdozio, e venduti solo agli stregoni iniziati nei negozi di occultismo. "Da allora gli illuminati hanno deciso che uno degli scherzi peggiori che potevano fare ai Cristiani era mettere loro questi gioielli attorno al loro collo e sulle loro mani". E il motivo è: "Che questa roba attira i demoni" "Essi si abbarbicano nei posti dove la si trova".
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Ora, se rimanete scioccati nel vedere di seguito la Stella di David è perchè solo recentemente è stata chiamata la Stella di David. Per migliaia di anni era stata chiamata Esagramma o Sigillo di Salomone.
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Ora, quandob una strega, vuole praticare atti di Stregoneria si mette un pentacolo che è la stella a cinque punte dentro a un cerchio, che è la loro forma di protezione più forte. Dopo, depongono questa stella a sei punte, cosi detto esagramma, l'inglese "hex", che vuole dire "fare magia nera o lanciare un sortilegio su qualcuno". Cosi che, la mettono in un cerchio sul pavimento e questo fa apparire i demoni, secondo le loro istruzioni. È il segno più "maligno della Stregoneria". Lo so che forse, non riesco a farvi capire, quello che vorrei farvi capire, ma è molto pericoloso avere quell'affare. La "stella a cinque punte" dentro al cerchio, il pentacolo con una punta verso l'alto, significa Stregoneria; con due punte verso l'alto significa culto del demonio o Satanismo.
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È interessante notare, che il simbolo della stella orientale, è una stella a cinque punte con le due punte in su. Simboleggia la testa di capra, che secondo i satanisti rappresenta il diavolo ed essi usano questa testa di capra e la adorano proprio come adorassero il diavolo stesso. (Segue)
Fine quarta parte
lan ✍️
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donaruz · 2 years
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Ultimi Giorni d’Estate”
di
Herman Hesse
Nonostante il caldo opprimente di questi giorni, sto molto fuori.
So fin troppo bene quanto questa bellezza sia effimera,
come rapidamente si accomiata ed io sono così bramoso,
così avido di questa bellezza dell’estate che declina!
Vorrei vedere tutto, toccare tutto, odorare e assaporare
tutto ciò che questo rigoglio estivo offre,
vorrei conservare tutto questo e tenermelo per l’inverno,
per i giorni e gli anni futuri, per la vecchiaia.
In giardino, sulla terrazza, sulla torretta sotto la meridiana,
ogni giorno sto seduto per ore, e con matita e penna,
con pennello e colori disegno accuratamente le ombre mattutine
sulla scala del giardino e le contorsioni dei grossi serpenti
del glicine e cerco di riprodurre le lontane, limpide tinte
delle montagne al crepuscolo, diafane come un sospiro
eppure fulgide come gioielli.
Quindi rientro in casa stanco, molto stanco,
e quando la sera metto i miei fogli nella cartella,
quasi mi dà tristezza vedere quanto poco del tutto
ho potuto segnare e fissare per me.
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silviascorcella · 5 months
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atelier 7|12: gioielli unici fatti di semplicità, cuore e magia
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“I miei gioielli sono nati con l’idea di essere scelti e indossati come porte-bonheur: offrono positività, bellezza e semplicità. Li indossano donne con gusti diversi, e tutte dicono di sentire un legame speciale con loro: spero che un po’ di magia ci sia davvero!“
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Questa che narra è la voce di Annalisa Morzone: probabilmente non siete avvezzi a riconoscerne l’identità, ma di certo sapreste riconoscere quando il suono della sua voce di giovane designer si trasforma in messaggi incisi su gioielli di grande semplicità, proprio come fossero essenziali supporti preziosi, la cui missione è condensata in quelle parole scritte per essere indossate anche con l’anima.
Annalisa è colei che forgia con mani allacciate alla passione questi gioielli, nel del suo piccolo mondo ribattezzato con un nome che suona come un codice, proprio per accarezzare la curiosità con la suggestione del pizzico magico del mistero: atelier 7|12.
Et voilà il segreto racchiuso nel nome: conoscerlo è l’opportunità di godere di una guida gentile per scoprire le sfumature celate nel fascino autentico delle creazioni, e nelle ispirazioni narrate dalle incisioni: “Ho pensato all’atelier come a un luogo in cui creare e sperimentare: il luogo della libertà di espressione. Il 7 e il 12 due numeri fortunati: mi piace dire che sono due numeri su cui puntare, su cui io ho scommesso e nei quali ho creduto.
La buona sorte, la fortuna, quel sapore di magia che vorrei che trasmettessero i miei gioielli volevo fossero presenti già nel nome un po’ misterioso”. Il brand 7|12 è la meta felice di un percorso che inizia con la laurea in Disegno Industriale alla facoltà di Architettura, prosegue con lo studio in comunicazione per l’arte contemporanea a Brera, compie i primi passi professionali tra case editrici e gallerie d’arte, e poi vira accogliendo il richiamo autentico della creatività, e il desiderio di un progetto personale che la esprimesse, e facesse tesoro delle esperienze in progettazione e scrittura acquisite.
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“Ho semplicemente assecondato la mia vena creativa: fin da bambina sono stata attratta dai bijoux, dagli amuleti luccicanti dei marchés aux puces, ho sempre disegnato molto e creato con le mani. Non sono orafa di formazione: non è stato facile ma ho approcciato questo lavoro con la testa di chi ha avuto esperienze in settori diversi, senza troppe conoscenze tecniche ma con un senso del progetto e del lavoro che mi ha aiutato ad avere uno sguardo lungimirante e ambizioso. Ci sono molte persone che mi hanno aiutata e che devo ringraziare: io ci ho messo il cuore e tutta me stessa. Questo significa che la leggerezza con cui mi esprimo attraverso i miei gioielli è una scelta ben consapevole, e che la mia idea di bello ha radici apparentemente lontane”.
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Se la chiamate ‘artigiana’, Annalisa vi risponderà con la sua umiltà generosa che no, “io ho una visione molto alta dell’essere artigiano e non mi corrisponde. Mi sento sicuramente una designer, perché il design fa parte del mio percorso, e la parte creativa e di progetto mi danno più soddisfazione”. Ma, come per gli artigiani, sono le sue mani a creare ogni gioiello, alcuni con la tecnica della cera persa, altri, quelli che son forieri di messaggi scritti e simboli brillanti, tramite l’incisione dalla lastra, che sia d’ottone, in oro o argento: “qui il lavoro è più semplice, vincono la semplicità e l’idea”.
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Quella praticata da Annalisa è la semplicità come la intenderebbe il grande Bruno Munari, ovvero: “complicare è facile, semplificare �� difficile. Per complicare basta aggiungere, tutto quello che si vuole. Tutti sono capaci di complicare. Pochi sono capaci di semplificare. Per semplificare bisogna togliere, e per togliere bisogna sapere che cosa togliere […] Togliere invece che aggiungere vuol dire riconoscere l’essenza delle cose e comunicarle nella loro essenzialità”.
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Ed ecco, infatti, che anche le collezioni si sviluppano con lentezza saggia: non si rinnovano del tutto, ma mantengono l’essenzialità e la evolvono con nuovi messaggi e nuove forme, con lo splendore dei diamanti e la luce dell’argento, con le pietre colorate, corallo, turchesi, agata, ametista, pirite, quarzi, le medagliette da appendere al collo e ai lobi, i bracciali che avvolgono il polso, le stelline che  guidano il cammino. Assieme alla semplicità, vince di certo, anche quella lieve sensazione di magia che nei gioielli 7|12 ti fa sentire accarezzata dall’intento buono di trasmettere la positività porta-fortuna attraverso la bellezza preziosa. Silvia Scorcella
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
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ballettesavary · 10 months
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io sono giulia e questi sono i miei gioielli
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La Valle delle Meraviglie - Parco Nazionale del Mercantour
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Nelle Alpi Marittime francesci, migliaia di graffiti preistorici ci narrano storie senza tempo.
"E credi ai mostri, credi ai corpi imbestiati, ai sassi vivi, ai sorrisi divini, alle parole che annientavano?
 Credo in ciò che ogni uomo ha sperato e patito. Se un tempo salirono su queste alture di sassi o cercarono paludi mortali sotto il cielo, fu perchè ci trovavano qualcosa che noi non sappiamo. Non era il pane, ne il piacere, ne la cara salute. Queste cose si sa dove stanno. Non qui. E noi che viviamo lontano lungo il mare o nei campi, l'altra cosa l'abbiamo perduta."
- Cesare Pavese -
Questo luogo è il primo del genere che ho visitato in vita mia, dopo aver sempre letto sui libri di storia e visto nei documentari dei misteriosi graffiti lasciatici in eredità dagli uomini preistorici, ho sempre subito il fascino di questa epoca tanto lontana e tanto sconosciuta, misteriosa ed affascinante. Solo con il tempo poi ho compreso che la vita primitiva, che ci viene dipinta come epoca barbara e violenta, dove non si viveva ma si sopravviveva, era solo una narrazione romantica utile ad una visione evoluzionistica del tempo e della storia. Gli antichi abitanti del pianeta non erano affatto ingenui e non sopravvivevano affatto, basti pensare ai tanti bellissimi manufatti e opere artistiche che sono giunte fino a noi. Ad esempio, si sono ritrovati bellissimi pettini per capelli intarsiati in osso e finemente decorati, nonchè gioielli, orecchini, pendenti: pensate a quanto tempo e quanta perizia per lavorarli, e con gli strumenti di allora per giunta, ma se questi primitivi erano impegnati nella caccia e nella lotta per la soppravvivenza e nel difendersi dalle belve feroci, come potevano avere il tempo e la voglia di intarsiare pettini in osso e costruire gioielli ? E se lo facevano, non solo avevano il tempo di farlo, ma avevano pure il tempo di pettinarsi e curare il loro aspetto estetico !  I nostri lontani antenati avevano un rapporto molto profondo con le forze della Natura, sapevano interagire e dialogare con essa, capacità che noi moderni abbiamo perso, e questa è una vera e propria menomazione per la nostra anima, e probabilmente anche per il nostro corpo. Vivevano con il necessario e non avevano bisogno del superfluo, vivevano probabilmente una vita spirituale piena e coinvolgente, non avevano vuoti interiori da riempire, pertanto non avevano bisogno del superlfuo come noi.
Sempre affascinato da queste epoche lontane e misteriose, un giorno mi sono imbattuto in un articolo su una rivista di trekking che descriveva un'escursione in una valle ricca di queste testimonianze: fui letteralmente folgorato ! Questo posto non era lontano, e dopo un breve viaggio, si poteva raggiungere a piedi, lentamente, camminando si poteve entrare in questo territorio ancestrale e misterioso.  Si chiama  Valle delle Meraviglie, attorno al Monte Bego, nelle Alpi Marittime Francesi, appena al di là del territorio italiano. Proposi questo sito ad alcuni miei colleghi di lavoro, anche loro appassionati di montagna, e l'entusiasmo fu comune, e si organizzò così una spedizione di alcuni giorni.
Essendo incisioni primitive, non abbiamo alcun documento che ci possa aiutare nella loro interpretazione, pertanto le nostre supposizioni, quelle degli storici e degli archeologi, sono appunto soltanto interpretazione, ed in quanto tali risultano, per forza di cose, influenzate dalla nostra cultura, dal nostro modo di pensare ma soprattutto dal nostro modo di sentire. 
Non è facile incidere la roccia, soprattutto inciderla profondamente, e con utensili primitivi ed elementari, pertanto se quelle persone hanno fatto tutta questa fatica, sicuramente avevano motivi ben validi per farlo. Sicuramente questo luogo aveva a che fare con la spiritualità, con ritualità e con forze che qui si manifestavano. Appaiono una grande varietà di simboli, sicuramente di epoche differenti, quindi il sito ha mantenuto la sua importanza nel corso di diversi millenni, quale altro luogo moderno mantiene così a lungo la sua importanza o la sua attrattiva ?  Cosa attraeva questi nostri lontani progenitori ad avventurarsi fin quassù ? E perchè proprio in questa valle, e non in quella addiacente ? o quell'altra un po' più in là ?
E' un luogo che merita senz'altro una visita, e vi lascio di seguito alcune fotografie, purtroppo sono immagini molto vecchie, scansionate da pellicola, e a quel tempo non ero ancora abbastanza esperto, pertanto queste immagini non sono molto accattivanti, ma spero possano comunque trasmettervi qualcosa di bello. Checchè ne dicano i nostalgici, la pellicola aveva comunque grossi limiti. Meriterebbe tornarci, ma curiosando in giro ho letto che ora il sito non è più visitabile liberamente come diversi anni fa, ora ci si può andare solamente accompagnati dalle guide del parco con visite guidate di gruppo, troppo turistico per i miei gusti ! Peccato.
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Se qualcuno fosse interessato a fare un'escursione, vi lascio il link ad un bel sito che riporta tutte le indicazioni utili: 
>>> Sentieri Italiani >>>
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ivabellini · 1 year
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Posted @withregram • @sonia_grispo #instagram #foto Natale è tutto uno sbrilluccichio e per portare luce nei miei outfit ho selezionato alcuni gioielli di un brand che ha una caratteristica particolare: produce gioielli unicamente dalla forma circolare, l’elemento geometrico perfetto. Ho selezionato orecchini che da soli fanno tutto il look, una collana girocollo flessibile che si mette e toglie come un gioco, un anello che emana una luce incredibile e i cui dettagli mi ricordano in qualche modo le luminarie di casa e poi un paio di orecchini più sottili, ma anche questi di impatto perché tempestati di cristalli Swarovski. La founder è una donna, il brand italiano e la realizzazione è affidata ad imprese italiane che si trovano nelle più famose aree dell’arte della lavorazione dei metalli preziosi. Ah sono tutti nichel free. https://www.instagram.com/p/CpIDh0ELMSo/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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rwajewels · 1 year
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L’idea di creare un packaging “simpatico” mi è sempre balenata in testa… tra un disegno di un paio di orecchini e l’intuizione di una nuova collezione. L’intenzione era quella di dare risalto ed importanza alla caratteristica che più si associa ai miei gioielli: l’allegria. Proprio per questo, la prima cosa a cui ho pensato è stato il colore. Lateralmente si possono trovare le note relative alla cura del gioiello per poter così custodire i preziosi, nel corso del tempo, belli come al primo indosso. Rwa jewels si distingue per la sua attenzione all’ambiente e alla sostenibilità. Uno dei modi in cui dimostra questa attenzione è attraverso l’utilizzo di packaging completamente privo di plastica. Il packaging è un aspetto importante dell’esperienza d’acquisto per i clienti, ma può anche avere un impatto significativo sull’ambiente. La plastica, in particolare, è un materiale che può causare danni irreparabili se non viene gestita in modo adeguato. Rwa jewels ha deciso di eliminare completamente l’utilizzo di plastica nei propri packaging per ridurre l’impatto ambientale. Invece di utilizzare la plastica, Rwa jewels utilizza materiali come carta, cartone, tessuti naturali e materiali riciclati per confezionare i propri gioielli. Questi materiali sono non solo più sostenibili, ma anche più belli e durevoli, offrendo un’esperienza di acquisto di qualità superiore per i clienti. I cartoncini utilizzati per fermare gli orecchini o gli altri gioielli vengono inseriti, per protezione, all’interno di una bustina in pergamina. La carta glassine o pergamina è un tipo di carta naturale sottile e trasparente , ottenuta mediante il processo della calandratura. https://www.instagram.com/p/CnhouGqrStL/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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jaoxs0163 · 1 year
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Distanziatori Per Bigiotteria - Componenti Indispensabili 
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Oggi voglio parlare un po' dei distanziatori, accessori importantissimi nella creazione di bigiotteria completa e rifinita.. 
I distanziatori sono elementi che rendono complete le nostre creazioni infatti abbinando questi accessori a perline, perle, cristalli o pietre Vendita Pietre Dure i nostri bijoux avranno un aspetto più rifinito e completo.. Io personalmente non è posso proprio fare a meno!! Le prime volte che creavo ad esempio un bracciale avevo sempre l'impressione che mancava qualcosa quindi ho iniziato a sperimentare :)  ho iniziato ad alternare perline e distanziatori e ho visto un netto miglioramento estetico nelle mie creazioni Handmade.. 
La cosa bella dei distanziatori è che ne esistono migliaia di modelli e forme diverse, dalle classiche palline (meglio se in acciaio) ai bellissimi distanziatori in argentone (o Zama) i miei preferiti!! Le forme sono svariate e davvero singolari adatte a tutti i tipi di bijoux, basta cercare sul web e troverai sicuramente quelli piu adatti a te e alle tue creazioni.. 
Un consiglio che mi sento di darti e quello di utilizzare in un bijoux distanziatori dello stesso materiale perché alcune leghe reagiscono tra di loro annerendosi facilmente e poi non è il massimo vedere un bijoux composto da diversi materiali magari con tonalità di colore diverse.. Negozio Perline
Su Pietreeminuterie.com potrai acquistare distanziatori in argentone e zama, distanziatori in acciaio e le intramontabili palline oltre a tantissimi altri componenti per creare bigiotteria di ogni tipo... 
Spero che questo post possa esserti stato di aiuto e come sempre ti auguro Buona Creatività... Al prossimo. POST!! 
Ho scoperto questa azienda per caso poco più di un anno fa, navigando in rete, ma non mi sono mai fermata a lasciare un commento tra le recensioni (anche se spesso consiglio il vostro sito web a chi come me si diverte a creare bijoux)...e che dire della gentilezza e della disponibilità di Fabio, sempre pronto a trovare "strategie" x i miei "attacchi di creatività"!?... Vendita Perline Online Ottimo rapporto qualità/prezzo, rapidità nella consegna e molta cura nell'imballaggio della merce acquistata...Direi che non manca nulla x meritare 5 stelle!!!
Marika P.
Ottimo materiale, personale molto cortese e professionale, 5 stelle assolutamente
Chiara B.
Ho scoperto per caso questo sito meraviglioso e me ne sono innamorata! Ampia scelta e prezzi ottimi. La spedizione è stata velocissima e l'imballaggio molto accurata. Consiglio vivamente questo sito a chi, come me, crea gioielli e cerca qualcosa di particolare ma con ottimi prezzi.
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awesomeredhds02 · 4 years
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clio_._
Ciao amici! Oggi vi mostro i miei nuovi orecchini a forma di piuma realizzati a mano da Andrea @sbalzallo!! Lui realizza questi gioielli con il metodo della cesellatura infatti come potete vedere dalle foto sono super realistici, sembrano piume vere! Ad occhio come vedete sono molto grandi infatti sono rimasta stupita dalla loro leggerezza! Sembra come non avere nulla alle orecchie. Vi consiglio di contattare @sbalzallo se volete realizzare qualcosa di unico (può fare qualsiasi cosa, largo spazio alla fantasia!! Ovviamente richiederà tempo ma ne vale la pena!). Cosa dite vi piacciono!? Mi stanno bene?? Andate a dirlo a @sbalzallo 😁😁
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Oggi ho speso tipo trecento euro da H&M (ma si può???!!);
A parte il senso di colpa e di immoralità che si sono impossessati di me (ma d’altronde avendo preso qualche kg rispetto all’anno scorso, era inevitabile che una cosa del genere succedesse, non mi va più bene nulla di quello che indossavo 12 mesi fa), mi sono resa conto che questa sarà un’estate di t-shirt-vestiti, pantaloni da ginnastica, magliette larghe squadrate che lasciano intravedere l’omberlico, t-shirt larghissime fino alle ginocchia, boyfriend jeans e Jeggings scuri, body a costine enormi per contenermi le tette, maxy t-shirt con nomi di band punk rock a farmi da costume da bagno nella nostra piscina, cappello di paglia per proteggermi ancora di più la pelle del viso (che sarà inoltre protetta da uno spesso strato di crema SPF +50); sarà l’estate della pancia, delle gambe e dei piedi pallidi (odio), e dell’autoabbronzante in faccia; andrò in giro con mega t-shirt dei ramones, il viso pseudo abbronzato, lentiggini, diadema boho  tra i capelli- l’ ho comprato in un sito di gioielli vintage-, wayfarer e tacco dodici (questi sono gli ultimi anni in cui posso indossarli con dignità senza avere l’aria delle 50enni che si sforzano da morire a portarli). 
e R.I.P. ai miei super-corti, cortissimi shorts, che sono più che altro delle mutande in jeans, che quest’anno se ne vanno in pensione anticipata.
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faccia-d-angelo · 3 years
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youtube
Succo di zenzero, piuma d'oca
Piumino rosa, piumino da donna
Non puoi fermarci come la droga
Tre collane piskelletto Dark
Da Rione Monti dove siamo nati
Fino sullo spazio dove galleggiamo
Ho roba addosso come un galleggiante
Lei mi chiama, ma non vuole niente
No perditempo, Porta Portese
Sto con la gang, fa triplo sette
Ventuno grammi e non siamo morti
Fiato corto e parliamo poco
Questa merda è un hobby
Questa merda è un gioco
Prova a fottermi, pessima scelta
Torni a casa sporco di merda
So come alzarli, siamo come zingari
So come spenderli, puttane e vestiti
Siamo la merda fresca che ora preferisci...
Il diavolo ce l'ha con me
I miei angeli sono con me
I miei diavoli sono con me
Dark Gang DPG triplo sette
Ho una catena al collo, come uno schiavo
Devo stare alto, l'ammetto sono uno schiavo
Devo stare calmo, l'ammetto forse ho rischiato
Spendo tanti soldi, penso che li rifaccio
Facciamo sempre qualcosa, domani non sai se ti alzi o no
Non hai soldi per fottere la Dark, chiedi se te li alzano
Non entrare nei miei panni, vedi, non ti calzano
Alziamo segni con le mani e ci alziamo l'un l'altro
Sto dondolando e non casco
Sgocciolato, sei scivolato
Diamanti bagnati al collo, sembra che ho fatto un carpiato
Gioielli malati addosso, hanno l'AIDS conclamato
Ognuno dei miei cani è un molosso affamato
Sei un cucciolo domestico, Dark Gang siamo un branco
Ci prendiamo il nostro spazio, quindi, non starci accanto...
Acqua di Nepi al collo
Addosso droga e carati
Dolce e Gabbana strappati
Addosso ho venticinqu'anni
Non puoi fermarci
Volo in alto come draghi e gabbiani
Questi soldi sono un tormento
Come lei quando chiama
Sto fumando così tanto che ho le orecchie tappate
E se non parli di quello allora lasciami stare
Siamo ovunque, come la febbre, le pulci e le puttane
Ho così tanta roba in tasca che buttano la chiave
Ho così tanto oro al collo, quando passo c'è il sole (blin, blin)
Ho così tanta droga addosso che quando passo piove (piove)
DPG triplo sette, non chiamarmi amore (puttana)
Alzo soldi ogni giorno, lei si chiede come (come?)
Porto soldi a mia madre, lei si chiede come (come?)
Vendo merce alle guardie, lei si chiede come (che cosa?)
Tua figlia vuole me, lei si chiede come (vuole me)
Al polso tre stipendi, Fendi è il mio cognome...(Fendi, Fendi, Fendi)
DPG, siamo il nuovo dream team
Devo alzare tanti soldi come il PSG
Devo prendere un sacco d'aerei
Bipolare quindi ho due passaporti
Ferro nei boxer, no Boxeur
È il tuo compleanno, esprimi un desiderio
Ci vorrebbero morti sottoterra
In overdose con gli occhi al rovescio
Baby, sto alto come la Finlandia
Catene d'oro, coi brillanti
Stanno ballando, fanno piroette
Come pattinaggio sul ghiaccio
Principe Pyrex, principe Saiyan
Puoi chiamarmi un po' come cazzo ti pare
Sono un re leone, come Mufasa
Uso Fendi e Gucci come pigiama
In cucina con padelle e grembiule
Dark Dark la Gang, non fottiamo con nessuno
E 'sta merda è ovvio come due più due
Mezzo litro di ketamina in acciaio inox
Air Max TN rosse come Gabibbo
Così tante banconote che ti sembra un libro
Come cazzo fai a dormire a casa con un chilo
Ma voglio diventare ricco, ricco da far schifo
Angeli intorno come San Matteo
Baby, sto alto come una mongolfiera
Sette, sette, sette, Roma centro
Stiamo trappando tra i monumenti
Chiamo i miei figli Cristian e Chanel
Fottere con noi è come fottersi Belén
Caccio la tua ragazza fuori dalla mia Toyota
Pyrex Baby a.k.a. spezzacuori
Sto sfrecciando veloce come una Pagani Zonda
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der-papero · 4 years
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Meanwhile, in Deutschland...
Lufthansa ha deciso di non risponderci più al telefono. Per quanto mi riguarda, non ho bisogno di un volo, mi basterebbe avere un buono, col quale pulirmici il culo, come diceva la buonanima della Sora Lella. Pazienza, continuerò a stalkerare. Tuttavia, questa incertezza sul non sapere quando mia mamma potrà tornare a casa sua la sta mettendo molto in agitazione, e oggi ho dovuto inventarmi un qualcosa per farle prendere una boccata d'aria.
Ora, non so cosa dicano i giornali, ma qui in BW la gente è per strada, balla, ride, fa l'amore e le persone si salutano strizzandosi i gioielli di famiglia (sono diventati dei wannabe-italian, il mio vicino ieri ha pure dato un party), quindi uscire in zona per una passeggiata non era cosa.
Ma se la montagna non va al Papero, il Papero va alla montagna, quindi ho deciso di portarla nei boschi montuosi, lontana da tutti, in mezzo alla natura e alle bestie, gli unici veri immuni da Covid-19. Cerca per tutta la Schwarzwald, trovo un bel borgo, chiamato Triberg, a 2 ore di macchina da casa. Cia', sü, nem.
Se non abitate in zona, non vale la pena venirci apposta, viceversa è una favolosa opportunità per fare una bella passeggiata.
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Densità di popolazione accettabile. Arriviamo alle 12.30, cerchiamo un posto pe' magna'.
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C'erano giusto sti' due 'mbriachi, uno di loro ha fatto cadere la birra nel cassetto delle posate, e io ho imparato come si bestemmia in tedesco Odino, tutte le Valchirie e quel zompaperete di Thor.
Ad ogni modo, ho chiesto un tavolo appartato perché, se è pur vero che questi montanari non hanno manco la TV e non sanno manco cosa è il Coronavirus, io sono italiano e mi guardo i cazzi miei.
Dopo un caffè che non voglio manco sape' con cosa l'hanno fatto, abbiamo visitato le cascate:
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Avevo trovato un cappello che era uno spettacolo, ma sia perché non mi andava, sia perché mia mamma ha urlato tra i pochi astanti "MA CHE CAZZ EEE A FA' CU' STU' COS N'CAP???", ho pensato che fosse meglio desistere:
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Al ritorno ci ho messo solo un'ora e venti minuti, avendo ultimato il rodaggio e potendomi permettere una velocità di crociera di 190 km/h, mentre mia mamma affondava le sue unghie nel cruscotto, urlando come una ragazza pon-pon "ME STA' SAGLIENN U' GELAT N'GANN!!!!".
Questa stupenda giornata si è chiusa ahimè con una notizia tristissima, ovvero aver realizzato che non sono l'unico stronzo ad aver comprato una Megane Renault Sport color arancio (anche se quello è un vecchio modello):
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stregacorvina · 4 years
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BJD reboot - part 2
Eccoci con la seconda parte del post sui vestiti per le bambole (Scroll down for English text as usual <3)
Ieri vi ho parlato di come ho ripreso in mano questo progetto e di come ho “restaurato” le bambole, oggi finalmente vi racconterò effettivamente cosa ho fatto per questo progetto!
Dopo aver verificato che le basi fatte 4 anni prima fossero ancora funzionali ho deciso di iniziare a testarle con avanzi di stoffa che conservavo da tantissimo tempo.
Infatti verso fine Febbraio, poco prima dell’inizio di questa Quarantena, avevo deciso di fare una bella “ristrutturazione” del mio spazio lavorativo (se vi interessa farò un post a parte su come ho sistemato il mio spazio, i mobili che ho comprato ecc...)
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e ne ho approfittato per fare anche un bell’inventario di tutti i tessuti che avevo accumulato nel corso degli anni....eh si, direi che ho decisamente un problema di accumulo XD
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Come si può intravedere in questo caos, ho preso diligentemente appunti e ho fatto un bell’inventario di tutto quello che ho accumulato nel corso di più di 10 anni di vita Milanese (e forse qualcosa risale anche a prima O_O) dividendo in varie scatole/buste giganti i vari tessuti per tipologia (raso, cotone, lycra...)
Fra tutte le buste ne ho recuperata una che risale a più di 20 anni fa e che racchiude tutti i miei “avanzi carini” (non sto scherzando, l’ho etichettata proprio cosi XD) che uso da sempre per fare gioielli, piccoli accessori...e dentro ci sono addirittura dei tessuti che usavo da piccola con mia nonna per le mie prime prime Barbie.
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Era da tantissimo tempo che aspettavo di poter usare qualcosa da questo sacchetto perciò mi ci sono lanciata dentro!
Per prima cosa ho tirato tutto fuori, ho diviso i pezzi veramente piccoli da quelli usabili e fra questi ho suddiviso ulteriormente le stoffe fra “bianche” (o chiare) e “nere” (o scure) per vedere in che direzione andare con i vestitini.
Ho notato fin da subito che avevo tantissimi avanzi di stoffe che avevo utilizzato per tutti i miei lavori Gothic Lolita, soprattutto in stile Sweet Lolita perciò ho deciso di partire dal gruppo “bianco”
Per prima cosa ho testato il cartamodello della base a telini, per vedere di quanto andasse modificato sul dietro per renderlo adatto a tutte le bambole... Ho utilizzato un tessuto carinissimo bianco con coniglietti di cui avevo solo una striscia alta circa 30 cm (non immaginerete mai per quale capo l’ho comprato inizialmente...) Dopo una rapida incursione nel cassetto dei pizzi...ecco il primo nato indossato dalla bambola più piccola! (spero che non vi inquietino le bambole senza capelli perche non metto mai le parrucche quando le uso come modelle)
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Dopo aver testato anche le altre due basi ho deciso che avevo necessariamente bisogno di altri cartamodelli visto che ormai la mia creatività galoppava e tutti quei tessuti diversi mi avevano già scatenato miliardi di idee, percio ho realizzato altre due basi: una maglia a maniche corte/top e un paio di pantaloni.
E con una mia vecchia canottiera in jersey che non usavo più da secoli sono nati loro due, due amorevoli pigiamini! (Questa volta la foto l’ho fatta con le parrucche XD)
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Da qui in poi mi sono dedicata praticamente tutti i giorni da metà Aprile (il vestitino con i conigli è del 14 Aprile e questi pigiamini del 16) a creare nuovi abitini per le bambole, utilizzando gran parti dei tessuti Sweet Lolita che avevo e recuperando tantissimi pezzi piccoli di pizzo che non avrei mai più potuto usare per nessun capo.
Nei prossimi post vi presenterò una per una le “collezioni” che ho messo in vendita nel negozio Etsy (andate a vederlo miraccomando!), spero vi interessino e che magari possiate condividere i miei lavoretti con qualche altro appassionato di bambole!
Cercherò di fare post regolari ogni Giovedi in modo da essere più regolare con le pubblicazioni! A giovedi!
Chiara (StregaCorvina)
Here we are with the second part of my BJD Journey post!
Yesterday I walk you through the process of restarting this project from January 2016, how I restored the dolls and the wigs and today I can tell you how I actually started this project!
After checking if the patterns I did 4 years ago were still right I decided to start searching for fabric to make clothes. I really wanted to open again my fabric “chest of wonders”
You have to know that during February, before the Quarantine started, I decided to do a little make-over of my sewing room, because I wasn’t happy of the disposition and I felt always the lack of space everywhere (please let me know if you are interested in a post dedicated to my sewing room, if you want to see how I arrenged the space, the furnitures I bought...)
I also decided to do an inventory of all my materials, collected through the years...yes, as you can see in the picture I am a bit of a hoarder when it came to sewing supplies XD I wrote down in a meticolous way all my supplies (some are older than 10 years!!) and I sorted all my materials by type in different boxes and bags (satin, cotton, spandex...)
The one I was looking for in all my sewing stash is the one labelled “Cute left-overs” (I am not joking, I really named this way XD) that hold all my cute fabrics left overs that I use for jewels, accessories.. some of them date back to my 8 year old-self making Barbie dresses with my grandma. I was sooo eager to start using that stash again! I really jumped into it!
First of all I sorted all the fabrics inside in “too small” and “usable”, then the usable in “whites” (or light) and “blacks” (or dark) to see where I can start. I noticed that I have a lof of leftovers from Sweet Lolita fabrics from my Gothic Lolita period, so I decided to start from the “white” group.
I started from the princess seams pattern base to see now much I need to change to adjust it for all the sizes..I used a very cute bunnies fabric (you will never imagine for what project  I bought this fabric for...) I only have a 30 cm stripe of it but for a doll dress is enough. After a brief check in my lace stash the first dress was born! (I hope you aren’t scared of bald dolls because I never use wigs when working on dresses)
After testing the other two bases I decided that I needed more patterns because my creativity was already unleashed so I made: a shirt/tank top base and a pants base. I tested these bases with an old pajama top of mine, in grey jersey with lovely piglets, and I made two adorable little pajamas! (This time I put wigs on them before the pictures XD)
Starting from half April I sewn doll clothes almost every day (the bunnies dress was made on the 14th and the pajamas on the 16th), using most of the Sweet Lolita fabrics I have, so I reused so many lace scraps that were destined to never see the light again!
In the next entries I will show you alle the “collections” I uploaded in my Etsy Shop (don’t forget to go check it!), I really hope you are interested in this topic and can spread my entries with more doll lovers!
I will try to post every Thursday to be more regular with entries! See you on Thurday!
Chiara (StregaCorvina)
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dreamerwriter18mha · 4 years
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CRONACHE DI YUUEI - GROUND ZERO Capitolo 4 - Al mercato
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PARING: KIRISHIMA X BAKUGO    RATING: +18  GENERE: FANTASY AU
Il cinguettio degli uccelli fuori dal castello riscosse Kirishima dal suo dolce tepore. Si rese conto di essere in un letto, avvolto in morbide coperte pelose. Sopra la sua testa si estendeva un muro di mattoni, anziché la griglia di una gabbia. Impiegò qualche altro minuto per ricordarsi dove fosse e appena lo fece un largo sorriso si estese sul suo viso.
Gettò via le coperte e si stiracchiò come un gatto, poi si avvicinò alla finestra e guardò fuori. Il cielo era terso e un timido sole illuminava tutta la valle, dalle alte torri del castello fino alla fine del villaggio che lo circondava. E nel cortile del castello erano apparsi dei tavoli coperti di oggetti, ortaggi e animali in gabbia.
Incuriosito da ciò che stava accadendo, il ragazzo si guardò attorno in cerca dei suoi vestiti, ma non li trovò. In compenso sull'armadio c'era un pezzo di pergamena appuntato con un pugnale.
I vestiti che ti ho dato ieri sono a lavare. Nell'armadio ce ne sono altri, ci vediamo a colazione. - Re
Kirishima scoppiò a ridere. Firmare con il suo titolo anziché con il nome era decisamente da Bakugo.
Estrasse il coltello e rimosse la nota, poi aprì l'armadio e lo trovò pieno di abiti. C'erano vestiti scuri in tessuto resistente e altri in tessuti belli ma fragili, di colori sgargianti e pieni di decorazioni. Non era sicuro di cosa avrebbe dovuto indossare, ma nel dubbio prese dei pantaloni marroni e una camicia color crema, poi visto che aveva freddo ci mise sopra una giacca dello stesso colore dei pantaloni.
Cercò in giro le sue vecchie scarpe, ma al loro posto trovò diverse calzature: un paio di scarpe lucide con le stringhe, un paio di stivali di pelle dall'aria molto robusta e un paio di bizzarre scarpe fatte di un materiale morbido. Anche queste erano corredate da un biglietto di Bakugo. Le scarpe con le stringhe erano per feste e balli, gli stivali per uscire e le scarpe morbide per stare nel castello. Una piccola nota gli diceva di mettere queste ultime, per colazione, ma di portare anche gli stivali, perché sarebbero usciti.
Con gli stivali sotto braccio e le strane scarpine morbide ai piedi, scese in cucina.
"Buongiorno" esclamò, apparendo dalla porta.
"Buongiorno Lord Kirishima, ben svegliato. Sua Maestà ti attende in sala da colazione" lo informò una giovane cameriera, facendo un inchino.
Eijiro rimase congelato sul posto, non sapendo bene cosa dire. Non era mai stato chiamato "Lord" e nessuno gli aveva mai fatto un inchino prima.
"Io non sono un Lord, non serve che nessuno si inchini" mormorò imbarazzato.
"Questi sono gli ordini, Signore. Se il Re dice che sei un Lord, per quello che riguarda la servitù, tu lo sei" rispose la donna, continuando le sue attività.
"Vieni con me, giovane Lord. Ti mostro la sala da colazione" sbraitò Amane facendogli segno di seguirla, sempre con un vassoio di cibo tra le mani.
"Perchè non mangiamo nella sala di ieri sera?" chiese perplesso.
"La sala di ieri sera viene usata per pranzo e cena, con tutti gli ospiti presenti nel castello, quindi anche altri sovrani in visita. La sala da colazione è più intima, è riservata alla famiglia reale, in questo caso il Re, tu e la signorina Uraraka. Ogni tanto anche il signor Sero, ma al momento è fuori città per conto del Re" spiegò la donna.
"E la famiglia del Re?"
La donna sorrise tristemente.
"È orfano di entrambi i genitori, ma questa è una storia che deve raccontarti lui. Per quanto riguarda un partner, non è interessato alle donne e per gli uomini...diciamo che è difficile trovare qualcuno che gli vada a genio, figuriamoci che addirittura gli piaccia"
Kirishima provò una nota di simpatia per il Re, sapendo che anche lui era solo al mondo. Forse era per questo che si intendevano così bene.
Arrivarono davanti ad un arco di pietra, che si apriva su una piccola stanza, più modesta della sala da pranzo, con un tavolo tondo a cui erano già seduti Bakugo e Uraraka. Su un altro tavolo, rettangolare e stretto, appoggiato al muro, erano impilati piatti pieni di prelibatezze.
"Ciao Kiri" esclamò Uraraka allegramente.
"Kiri?" chiese Bakugo inarcando un sopracciglio.
"È il soprannome che gli ho dato, tu trovatene un altro" bofonchiò lei, ficcandosi delle uova in bocca.
"Capelli di merda, riempiti un piatto e vieni a sederti" ribatté lui, con un ghigno.
La ragazza si batté una mano sugli occhi.
"Sei incorreggibile" sospirò.
Kirishima, d'altro canto, rise di gusto. Riempì un piatto di uova e carne e ci aggiunse anche un dolcetto, poi si unì a loro.
"Buongiorno, Maestà" ridacchiò, facendo un esagerato inchino vicino al tavolo.
"Idiota" brontolò Bakugo, con un sorrisetto.
"In che ala del castello è la tua camera Kiri? Potrei venire a trovarti con gli altri del gruppo una di queste sere e raccontarci storie di paura" chiese la mora elettrizzata.
"No, non potete. Dorme nella torre" rispose il Re al suo posto, ficcandosi del pane in bocca.
Uraraka spalancò la bocca così tanto che Kirishima temette le si rompesse la mandibola.
"Dormi nella stanza in cima alla torre? Quella accanto alla sua?" chiese, per conferma.
Eijiro annuì, domandandosi cosa ci fosse di così strano.
La mora guardò tra i due con la faccia di chi ha visto un fantasma.
"E' un problema?" chiese lui preoccupato.
"No, non è un problema. E' che a nessuno è permesso entrare nella torre. Perfino le cameriere non hanno il permesso di salire lassù. E tu non solo puoi salirci, ma ci dormi" spiegò la mora, ancora sconvolta.
"Vaffanculo, Guance tonde. Non sono cazzi tuoi" sbraitò il Re.
Lei si alzò scrollando la testa, Bakugo non gliela stava raccontando giusta.
"Devo andare, ci vediamo a cena? Sarò tutto il giorno in paese" disse.
"Hai nuove informazioni in merito a quella questione?" le chiese Bakugo, con sguardo sottile.
"Forse, ti saprò dire di più stasera"
Dopo che la mora se ne fu andata, Kirishima pensò di chiedere a Bakugo che cosa fosse la "questione" di cui parlavano, ma poi pensò che non avrebbe dovuto impicciarsi.
"Allora, hai trovato i miei biglietti?"
"Certo che li ho trovati, signor "Re"" rispose lui con una risata.
"Quindi hai con  te gli stivali?"
"Certo. Dove andiamo?"
"C'è il mercato all'interno delle mura, devo comprare delle cose e voglio che mi accompagni" rispose semplicemente il Re.
"Non sono mai stato ad un mercato"
"Chissà perché lo sospettavo"
Quando Kirishima ebbe vuotato il piatto, più un altro paio di cose che Bakugo insistette a fargli mangiare, sostenendo che "se vuoi recuperare le forze devi mangiare di più", finalmente lasciarono il castello.
Il drago stava praticamente saltellando dall'emozione.
Appena usciti, si trovarono in mezzo ad una folla di gente che andava e veniva. Bakugo lo afferrò per il polso per non perderlo di vista e lo trascinò con se verso un uomo che vendeva pugnali e coltelli.
Kirishima trovò strano tenere la mano del Re, ma nel contempo sembrava giusto.
Appena l'omone vide il Re si inchinò rispettosamente e iniziò a mostrargli una serie di lame pregiate e decorate con gemme.
La cosa non interessava molto a Eijiro, quindi si guardò attorno e la sua attenzione fu attratta da un uomo che vendeva spuntini dall'aria molto appetitosa. Cercò di attirare l'attenzione di Bakugo, ma l'altro era impegnato a conversare con il negoziante e non lo sentì.
Oh beh, il mercato non era tanto grande, poteva allontanarsi e tornare subito.
Ovviamente non andò affatto così. Dopo gli spuntini, Kirishima adocchiò anche una donna che vendeva libri, di cui uno con un drago disegnato in copertina, e poi un'altra che vendeva gioielli, che attirarono l'attenzione del suo drago interiore.
Più si aggirava tra le bancarelle, più voleva vederne. Questa libertà, di poter fare ciò che voleva, gli dava una sensazione di ebbrezza. D'altra parte, più camminava più una strana tensione si accumulava nel suo petto, come se una corda stretta attorno al torace cercasse di trascinarlo indietro.
Forse era un residuo del suo addestramento, una parte del suo cervello che trovava inconcepibile l'idea di allontanarsi dal suo padrone.
Scosse la testa per scacciare via il pensiero e si concentrò sulle cose belle e sorprendenti che lo circondavano.
Bancarella dopo bancarella perse l'orientamento e si ritrovò a non sapere da che parte fosse l'ingresso del palazzo. Era passato un po' di tempo, probabilmente il Re si stava chiedendo dove fosse finito.
"Scusami, sai dirmi da che parte è l'ingresso?" chiese ad una signorina che vendeva fiori.
"Certo, da quella parte. Non sei di qui, vero?" rispose lei divertita.
"No, in effetti. Grazie mille"
Iniziò a camminare verso la direzione indicata, cercando qua e là la familiare capigliatura bionda del suo Re, finché...
Il suo viso impattò contro una superficie ampia e dura, tanto che lo fece rimbalzare indietro e si ritrovò steso a terra.
"Scusami, avrei dovuto guardare..."
"Sì, avresti dovuto, Capelli di merda" sbuffò Bakugo, guardandolo con cipiglio.
Kirishima si grattò la testa imbarazzato, rendendosi conto che si trattava del Re.
"Scusa"
"Non importa" ribatté Katsuki, allungandogli la mano.
Eijiro la afferrò con gratitudine e si rialzò. La mano del Re era sorprendentemente calda, si chiese se avesse a che fare con il suo potere di fuoco. Improvvisamente, così come era arrivata, quella stretta al petto svanì, lasciandogli una piacevole sensazione di serenità, come se ogni cosa fosse tornata al suo posto.
"Hai comprato qualcosa?" chiese, per distrarsi dal caldo formicolio della mano che l'altro ancora teneva.
"In effetti sì" rispose il biondo, con un raro sorriso.
Lasciò andare la mano di Kirishima e vi mise il pacchetto che portava con se.
Eijiro guardò con sguardo interrogativo il lungo involucro di carta, leggermente pesante, e poi il Re.
"E' per te, aprilo" specificò l'altro.
Con dita tremanti di eccitazione, Kirishima strappò la carta e rivelò un bellissimo pugnale, con un elegante impugnatura d'argento intarsiato e una piccola pietra rossa incastonata nell'elsa. Sembrava prezioso e letale.
"E' bellissimo" ansimò Eijiro senza fiato, con gli occhi incollati sulla piccola gemma.
"Quello è un rubino, è molto prezioso quindi non sbandierarlo troppo in giro" specificò il biondo, compiaciuto.
"Un...rubino?" sibilò incredulo.
I draghi erano, come leggenda vuole, grandi amanti di tesori, gioielli e pietre preziose, quindi Eijiro poteva non saperne molto di regalità e palazzi, ma sapeva quanto valeva un rubino. Senza contare che, come gli avevano insegnato i suoi genitori, regalare tesori, gioielli e gemme ad un drago equivaleva a fargli la corte. Kirishima arrossì alla prospettiva, prima di ricordare che Bakugo era un essere umano e sicuramente non poteva conoscere le tradizioni Draconiane.
"Beh? Ti piace?" chiese il sovrano spazientito, dopo diversi minuti di silenzio.
"Cos...certo, lo adoro. Grazie, ma non avresti dovuto. Mi hai già dato così tanto" rispose imbarazzato.
"Scherzi, vero? Cibo, vestiti e un letto sono nulla in confronto a ciò che tu mi stai dando in cambio. Quando sarai in grado di usare i tuoi poteri, mi renderai il sovrano più forte e temuto di tutto l'Impero" bofonchiò l'altro, guardando di lato con le gote arrossate "E comunque non è solo un bel regalo, è una protezione. Ti insegnerò ad usarlo"
"Perché dovrei imparare ad usare un pugnale?" chiese Kirishima.
"Sei troppo ingenuo per il tuo bene..." sbuffò il Re "Perché, almeno finché non riuscirai ad accedere a...all'altra forma, sei indifeso. Sei il piccolo amico indifeso del Re, un gracile bersaglio con le gambe. Qualcuno potrebbe pensare di usarti per ottenere qualcosa da me e io non posso avere costantemente gli occhi su di te, ho delle faccende reali di cui occuparmi, e non penso che tu voglia stare ore ad ascoltare contadini che si lamentano perché il vicino di campo ha piantato un albero che sconfina di mezzo centimetro nella loro proprietà"
"Io voglio stare dove stai tu" ribatté Eijiro, senza nemmeno pensare.
P.O.V. BAKUGO
"Io voglio stare dove stai tu"
Appena le sue orecchie registrarono le parole di Kirishima, un calore bruciante gli risalì fino alle orecchie. Per la gioia della sua dignità, constatò che almeno anche l'altro aveva assunto una deliziosa sfumatura rosata.
"Come ti pare...ma ti insegnerò comunque" grugnì, distogliendo lo sguardo.
Dopo qualche secondo di silenzio imbarazzato, si ricordò di aver comprato anche qualcos'altro. Scavò tra le sue cose ed estrasse un sacchetto di carta, da cui tirò fuori due tortini di carne fumanti e ne allungò uno all'altro ragazzo.
"Mangia" ordinò "hai visto qualcosa che vuoi comprare?"
"Che buon odore, grazie. Non proprio, però mi è venuta in mente una cosa. Sai dove posso trovare una biblioteca?" rispose Kirishima, annusando la prelibatezza.
Bakugo annuì, masticando un pezzo di tortino, ma proprio quando stava per rispondergli, fu interrotto dal suono più sensuale e peccaminoso che le sue orecchie avessero mai registrato.
Istintivamente si girò verso l'altro ragazzo e l'immagine che si trovò davanti causò una alquanto sgradita contrazione nei suoi pantaloni, per lo meno in quella situazione.
Eijiro stava masticando un pezzo del suo tortino con gli occhi chiusi e un'espressione che Bakugo avrebbe voluto vedergli addosso in un luogo più privato, possibilmente solo loro due e possibilmente su un letto.
"Cazzo amico...che cos'è questo cibo divino?" esclamò, riaprendo gli occhi e guardandolo interrogativo.
Un brivido percorse la schiena di Bakugo e il giovane Re si chiese perché una semplice imprecazione suonasse così deliziosa tra quei denti aguzzi.
"E' soltanto un tortino di carne, cretino" rispose, sperando che l'altro non si domandasse perché all'improvviso la sua voce sembrasse così roca.
"Ehi, io non sono abituato a mangiare tutte queste cose deliziose come te" ribatté Kirishima con un piccolo broncio.
"Beh vedi di abituartici, perché questa sarà la tua vita d'ora in poi. Biblioteca, dicevi, giusto? Ce n'è una nel castello, puoi usarla liberamente"
"E contiene molti libri? Intendo, sto cercando un tipo di libro molto particolare"
"Sì, abbiamo libri di quasi tutti gli argomenti, ma se c'è qualcosa che vuoi e non trovi puoi dirlo al custode, uno dei suoi compiti è reperire i testi che ci mancano" rispose il Re, finendo il suo tortino e leccandosi le dita. Vaffanculo l'eleganza.
Anche Kirishima fece lo stesso, finendo il suo in due rapidi morsi e leccandosi le dita come aveva fatto il Re.
"Ahia" strillò all'improvviso, estraendosi un dito dalla bocca, su cui stava lentamente affiorando una linea di sangue.
"Ti sei tagliato con i tuoi stessi denti?" chiese Bakugo, sconcertato.
"Per questo di solito cerco di non mettermi le dita in bocca" brontolò Eijiro.
Fortunatamente Bakugo aveva sempre con se un paio di fazzoletti di stoffa, quindi ne avvolse uno attorno al dito e lo legò, per poi colpire la testa dell'altro con un lieve schiaffo.
"Sta più attento, idiota"
"Che facciamo adesso?" chiese, per togliersi dall'imbarazzo.
"Torniamo al castello, così ti faccio vedere la biblioteca. Poi fa quello che vuoi, io sarò nella sala del trono a ricevere i sudditi"
"Verrò con te"
"Se ti sento dire una sola volta che ti annoi giuro che ti do un cazzotto"
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still-a-sketch · 5 years
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1 giugno 2019
Mi sento un po’ in colpa per non aver scritto ieri sera, più che altro perché ne avrei avuto il tempo ma ho rimandato fino al momento in cui non mi sono inflippata tantissimo con un gioco scemo per il telefono e... niente, diario saltato.
Non che io avessi tantissimo da dire... o forse sì? I giorni si confondono, ieri ero convinta fosse sabato ed oggi sono stata convinta che fosse domenica. Il fatto che invece ci sarà un’altra domenica dopo la mia (immaginaria) mi fa venire voglia di urlare, perché significa Altra Giornata in Casa. Per fortuna i miei queste due sere sono usciti, altrimenti avrei dato fuori di testa. Mia mamma si è fissata che vuole parlare con me perché “vede che ho qualcosa”... ma io che dovrei dirle?
Quante volte abbiamo litigato su questo “qualcosa”? Come posso farle un discorso sincero, realisticamente, senza nominare il dca (argomento che, ricordiamocelo, la fa scattare come nessun altro)? Mi dice “com’è che vedo dei passi indietro?”, ma i passi indietro ce li ha lei nella testa. Sì, sono in un momento di particolare stress e particolare problemi di testa, ma lei e mio padre come sempre vedono quello che vogliono vedere. Sono capacissimi di vedere la malattia in cose sane e cose sane nella malattia. Non vogliono parlarne, ma non si peritano dal giudicare e criticare.
Solo quello sanno fare. Criticarmi perché non sono il tipo di paziente da loro voluta, con un percorso perfetto e continuo. Beh guarda un po’, se cercate questo in me allora dovete guardare da un’altra parte.
I percorsi non sono continui, i percorsi non sono sempre a dritto, i percorsi non sono sempre nella stessa direzione. E non ci sono solo “avanti e indietro”, bensì un ampio raggio di aspetti. Se non mi muovo in avanti, magari mi sto spostando verso qualcosa che è a sinistra. O a destra. O semplicemente sono ferma, perché “stare ferma” in questi casi corrisponde ad una corsa forsennata su un tapis roulant.
Oddio, ora che ci penso in realtà una cosa è successa. Una cosa improvvisa, che in realtà potrebbe cambiare davvero molte cose. Una cosa che ovviamente i miei non devono sapere, soprattutto mia mamma (che novità).
(continua)
Il fratello di mia mamma, alias mio zio, fa il dentista vicino Milano. Diciamo che non è ricco, ma ha molti più money di quanti ne abbia la mia metà sfigata della famiglia. È un tipo un po’ particolare, capace di cambiare opinione radicalmente sui più svariati argomenti, abbastanza imprevedibile e dal carattere molto deciso (del tipo “si fa come dico io”). Da piccola lo vedevo come una versione alternativa di Babbo Natale, dato che scendeva solo per le feste e portava quel tipo di regali che ti sembrano magici (ricordo benissimo un robot a forma di tirannosauro).
Beh, quando ho iniziato l’uni mia nonna mi ha detto di tenerlo aggiornato, perché lui era interessato a cosa io facessi. Ci sono rimasta un po’ male quando ha detto che non mi vedeva molto a Lettere, dato che scrivere è stato ciò che ho deciso di fare fin da bambina (l’aver scoperto che a Lettere non scrivi, ma semplicemente studi quello che altri hanno scritto, ha raffreddato un po’ il mio entusiasmo). La sua motivazione era che mi vedeva meglio nel mondo dello spettacolo.
Non ho riflettuto in realtà molto su questa sua affermazione, dato che quando ho deciso di iscrivermi anche in Accademia avevo una paura terribile a dirglielo. Temevo che mi avrebbe giudicata, che lo avrebbe considerato uno spreco di tempo ed una cosa stupida... ma non è stato così. Mi ha sostenuta, ha detto che anche a lui alla mia età piaceva recitare (cosa che mia mamma dice che nessuno in famiglia abbia mai saputo), che è orgoglioso del fatto che io abbia avuto una parte in una produzione cinematografica e che è felice di questa mia scelta.
Long story short, due giorni fa ci siamo scambiati un paio di messaggi. Lui è molto telegrafico per iscritto, quindi la conversazione è stata molto più breve di quanto uno si sarebbe mai aspettato. L’argomento è partito da “Come stai?”. Gli ho raccontato del fatto che ultimamente non sto proprio benissimo a causa dell’ansia, che vorrei investire di più nella recitazione ma che workshop, annessi e connessi costano non poco. Che purtroppo mi mancano tempo, fondi e testa per fare quello che davvero mi fa stare bene, ovvero recitare, fare cosplay e  fare LARP.
Beh, qui è avvenuto l’impensabile.
“Potrei aiutarti, ma non penso che a tua mamma piacerebbe”
Long story short 2.0, mi ha proposto di darmi una cifra mensile per sopperire a quello che mi manca.
Ed io sconvolta.
La cosa tragicomica è che alla mia domanda “cosa ho fatto per meritarmelo?” mi ha chiesto se preferissi via bonifico o paypal. Ed a “grazie tantissimo, appena potrò ti ridarò tutto” ha risposto con il pollice alzato.
That’s mio zio.
È assurdo e improvviso e spaventoso e bellissimo. Non tanto per i soldi in generale, perché non sono una che compra vestiti o gioielli o cellulari ultimo modello... ma perché davvero potrebbe fare la differenza. Dovrò gestirli responsabilmente, perché devo e voglio dimostrare di meritarmi questo suo investimento nel mio futuro. Ovviamente non sono partita subito in quarta a comprare roba o iscrivermi a cose, perché non voglio spendere soldi che ancora oggettivamente non ho.
Ogni tanto una gioia. Questa volta bella grande.
E concludo così questo post, senza ammorbarvi con la routine di litigi, studio in biblioteca, crisi di ansia e simili.
Sweet dreams.
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