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#vivi la Italia
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fridagentileschi · 4 months
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Secondo il cantante di San scemo, ghali - che difende il diritto dell' isslam di stuprare e uccidere e penalizza la difesa con la sua "canzone" e in arabo canta che è un italiano vero- questi criminali di ogni minuto ormai...sono italiani veri e non ci deve essere difesa, dobbiamo farci stuprare, gettare vivi nei forni, sgozzare, picchiare ...senza difenderci. Perché ebrei e cristiani devono morire sotto l' isslam, i comunisti che a questo invito hanno avuto un'eiacu lazione e hanno visto l' apparizione di Hitler e Stalin insieme, Greta e la Lucarelli, la Jebreal e la Luxuria... hanno detto si. La massa incurante dell' orgia satanica di san scemo e della mattanza quotidiana degli italiani veri in arabo pare abbia già decretato la vittoria della fine dell' Italia.
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cosmorom · 1 month
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"Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924. Lo attesero sotto casa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini. L'onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l'ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole. Si batté fino all'ultimo, come lottato aveva per tutta la vita. Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere. Lo piegarono su se stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata malamente con una lima da fabbro".
"Mussolini fu immediatamente informato. Oltre che del delitto, si macchiò dell'infamia di giurare alla vedova che avrebbe fatto tutto il possibile per riportarle il marito. Mentre giurava, il Duce del fascismo teneva i documenti insanguinati della vittima nel cassetto della sua scrivania".
"In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l'omicidio politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944. Fosse Ardeatine, Sant'Anna di Stazzema, Marzabotto. Sono soltanto alcuni dei luoghi nei quali i demoniaci alleati di Mussolini massacrarono a sangue freddo migliaia di inermi civili italiani. Tra di essi centinaia di bambini e perfino di infanti. Molti furono addirittura arsi vivi, alcuni decapitati".
"Queste due concomitanti ricorrenze luttuose - primavera del '24, primavera del '44 - proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica - non soltanto alla fine o occasionalmente - un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista. Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia? Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così. Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell'ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via".
"Dopo aver evitato l'argomento in campagna elettorale la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l'esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola "antifascismo" in occasione del 25 aprile 2023)".
"Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell'anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola - antifascismo - non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana".
Antonio Scurati e la versione integrale (non censurata dalla Rai) del suo monologo scritto in ricorrenza del 25 aprile 2024, Festa della Liberazione dal nazifascismo in Italia.
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barrenwomb · 3 months
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a firenze con la mia amica veneta. nel menù c'è l'artista con le patate al forno. io mi metto a cercare una roba su google. lei: so cosa stai cercando. io: cosa. lei: l'artista. io: no. aspetta. non sai cos'è l'artista? lei: cosa. no. ovviamente non lo so. io: davvero non sai cos'è l'arista? lei: cos'è il finocchione? io: non sai cos'è l'arista? aspetta, non sai nemmeno cos'è il finocchione? lei: ti odio. io: dove vivi? al nord italia? lei: vaffanculo.
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gregor-samsung · 1 year
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“ La scuola è diversa dall’aula del tribunale. Per voi magistrati vale solo ciò che è legge stabilita. La scuola invece siede fra il passato e il futuro e deve averli presenti entrambi. È l’arte delicata di condurre i ragazzi su un filo di rasoio: da un lato formare in loro il senso della legalità (e in questo somiglia alla vostra funzione), dall’altro la volontà di leggi migliori cioè il senso politico (e in questo si differenzia dalla vostra funzione). La tragedia del vostro mestiere di giudici è che sapete di dover giudicare con leggi che ancora non son tutte giuste. Son vivi in Italia dei magistrati che in passato han dovuto perfino sentenziare condanne a morte. Se tutti oggi inorridiamo a questo pensiero dobbiamo ringraziare quei maestri che ci aiutarono a progredire, insegnandoci a criticare la legge che allora vigeva. Ecco perché, in un certo senso, la scuola è fuori del vostro ordinamento giuridico. Il ragazzo non è ancora penalmente imputabile e non esercita ancora diritti sovrani, deve solo prepararsi a esercitarli domani ed è perciò da un lato nostro inferiore perché deve obbedirci e noi rispondiamo di lui, dall’altro nostro superiore perché decreterà domani leggi migliori delle nostre. E allora il maestro deve essere per quanto può profeta, scrutare i segni dei tempi, indovinare negli occhi dei ragazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e che noi vediamo solo in confuso. Anche il maestro è dunque in qualche modo fuori del vostro ordinamento e pure al suo servizio. Se lo condannate attenterete al progresso legislativo. In quanto alla loro vita di giovani sovrani domani, non posso dire ai miei ragazzi che l’unico modo d’amare la legge è d’obbedirla. Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole). Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando sanzionano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate. La leva ufficiale per cambiare la legge è il voto. La Costituzione gli affianca anche la leva dello sciopero. Ma la leva vera di queste due leve del potere è influire con la parola e con l’esempio sugli altri votanti e scioperanti. E quando è l’ora non c’è scuola più grande che pagare di persona un’obiezione di coscienza. Cioè violare la legge di cui si ha coscienza che è cattiva e accettare la pena che essa prevede. “
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Brano tratto dalla lettera del 18 ottobre 1965 rivolta ai magistrati incaricati di giudicare il priore di Barbiana per una sua lettera aperta a favore dell’obiezione di coscienza militare. Il testo è raccolto in:
Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana, a cura di Michele Gesualdi, Milano, A. Mondadori (collana Oscar n° 431), 1976 [1ª Edizione: 1970]; pp. 214-215.
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kon-igi · 8 months
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Gentile Kon (not that kind), da persona quale sono, cioè molto colpita dagli avvenimenti degli ultimi 3 anni, con il retropensiero al primo starnuto del fare ammalare gli anziani acciaccati della famiglia, e quindi di essere causa della loro morte (temi che comunque tratto con il mio psicoterapeuta), ti chiedo: la stagione alla porte sta già portando sintomi influenzali diffusi, a quale combinazione di sintomi/febbre è sensato fare il tampone rispetto al rischio maggiore/minore di avere il covid rispetto ad altre malattie? E a seguire, in una scala da "ho un po' di raffreddore" a "ho la broncopolmonite" è meglio evitare contatti con persone anziane, come ad esempio andarli a trovare? Scusa ma sono molto in confusione ed è come se non mi ricordassi più di come si sta normalmente al mondo.
Tieni a mente questo...
il Sars-CoV2 e il Covid non sono più un virus e una malattia degni di attenzioni maggiori rispetto ad altri virus influenzali e parainfluenzali.
Con la vaccinazione il tasso di letalità si è abbassato ENORMEMENTE e quindi il Sars-CoV2 è entrato a far parte del serraglio microbiologico endemico.
Ce l'avremo sempre attorno. Per sempre.
L'unica differenza è che ha un rivestimento capsidico tale da non renderlo termolabile alle temperature estive, quindi non ha gli stessi cicli stagionali dell'AH1N1, la classica influenza che arriva a Novembre-Dicembre.
Piuttosto, con gli anziani/immunodepressi non dovresti essere caut* ora per il Covid ma ci si sarebbe dovuti comportare con cautela anche quando c'era solo la 'semplice' influenza...
Nel 2017 i morti per influenza sono stati 663, il doppio dei 316 registrati nell’anno precedente. Nel 2015 i decessi sono stati 675 e 272 nel 2014. Tra il 2007 e il 2013 i morti per influenza sono stati rispettivamente: 411, 456, 615, 267, 510, 458 e 417. Tra il 2007 e il 2017, l’influenza è stata la causa iniziale di morte per un totale di 5.060 decessi, una media di 460 l’anno. A seconda delle stime dei diversi studi, vanno poi aggiunti tra le 4 mila e le 10 mila morti “indirette”, dovute a complicanze polmonari o cardiovascolari, legate all’influenza (fonte ISS)
E per il discorso di differenziare il Covid dalla semplice influenza, in effetti hanno più o meno gli stessi sintomi e puoi farlo (con un tampone) ma non serve a granché...
Se temi di attaccare uno dei due o tutti e due a qualche caro, fai come me e vaccinati per entrambi, ricordando che l'H1N1 non è ancora arrivato in Italia e che quelle che senti in giro adesso sono sindromi parainfluenzali causate da uno delle decine di virus respiratori che si riattivano con il freddo.
TL;DR Se hai tosse e raffreddore usa la mascherina e gira lontano dai nonni, vaccinati contro Covid&Influenza e ricorda che quando vivi nella paura della morte, la morte s'è già presa la parte migliore della tua vita [Polonio_mode off].
Ci vediamo nella luce <3
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chez-mimich · 5 months
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LA CHIMERA_ALICE RORHWACHER
“C’è chi l’amore lo fa per noia e c’è chi se lo sceglie per professione, Bocca di rosa né l’uno né l’altro, lei lo faceva per passione…” Nulla di meglio di questo celeberrimo verso di Fabrizio De André per definire la figura di Arthur, tombarolo rabdomantico per passione, magnifico protagonista di un film incantevole, quale è “La Chimera” di Alice Rorhwacher. Arthur soprannominato l’inglese dai “tombaroli” (quelli veri) della Tuscia, ha il potere, quasi magico, di “sentire” la presenza di tombe nel sottosuolo, forse perché guidato anche dal desiderio di raggiungere quel regno dei morti dove vive l’anima (e magari il corpo) di Beniamina, suo perduto amore. L’inglese ha la sua base nella casa-rudere di una anziana e carismatica insegnante di canto, Flora (interpretata da Isabella Rossellini) alle cui dipendenze, un po’ come domestica e un po’ come allieva, c’è Italia (Carol Duarte) che sembra essere l’unica persona capace di tenere il sognante Arthur ancorato a questa terra. Ma se i “tombaroli” hanno come unico scopo il lucro, Arthur sembra essere partecipe più del mondo dei morti che di quello dei vivi e al momento di vendere la testa di una statua ad una cinica trafficante di reperti, preferisce buttare il prezioso pezzo nelle acque di un lago, proprio per sottrarlo alla cupidigia dei trafficanti. Ma la scoperta più importante di tutte, non sarà quella di un corredo funebre, di una pittura murale o di un gruppo statuario, bensì quella che gli permetterà di ritrovare il filo che lo ricondurrà all’amata Beniamina che sembra attenderlo nel regno dei morti. Il cinema di Alice Rorwacher è principalmente un cinema dalle immagini “volutamente sporche”, poco curate, giocate addirittura su tre supporti diversi di pellicola (16 millimetri, super 16 mm e 35 mm). Sono proprio queste immagini che ambientano alla perfezione il film negli anni Ottanta con grande realismo, senza ricorrere ai trucchetti da quattro soldi, come è accaduto di vedere di recente col finto neorealismo della Cortellesi. La differenza è tutta nel fatto che Alice Rorhwacher sa fare il cinema e sa “di cinema”: c’è in lei la forte traccia poetica di Pasolini e infatti Arthur è un “accattone” che vive in una baracca di lamiera e legno, appoggiata alle mura antiche di una città italiana (presumibilmente Tarquinia) che è parte di quella “grande bellezza” sorrentiniana, trattata però con un quid di realismo che la rende ancora più credibile. Ma si sentono anche gli echi di certi personaggi felliniani: è sufficiente per questo osservare le sequenze della sfilata carnascialesca che attraversa il paese o la stessa insegnante-matrona Flora. E poi, soprattutto, tenetevi forte, un altro “fantasma”, oltre a quello di Beniamina, aleggia in tutto il film: è lo spirito sapiente del Maestro Andrej Tarkovskij. La campagna dell’Italia centrale, la cultura antica del Paese, le sue vestigia e Arthur stesso, che è un “matto” come lo fu Domenico, e allo stesso tempo incarna il ricercatore-romantico che in “Nostalghia” era il critico musicale Pavel Sasnowskj. Come Arthur nelle tombe etrusche, anche lui con una candela in mano attraversa la piscina di Bagno Vignoni in una della più poetiche scene della storia del cinema. Bravissima Alice! Di questo cinema dal respiro universale e profondo ha bisogno l’Italia e se lo merita ! Da non perdere, nessun alibi è accettabile.
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abr · 8 months
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C'è un lembo di Italia poco italiana, non a caso molto Autonomo (...) in cui la fertilità è alta, pur essendo la situazione diversa da quella francese (in Francia il tasso di fertilità - nati vivi per donna - è bassino ma non drammaticamente come da noi - <1,7 contro sotto 1,3 - ma é per 3/4 prodotto africano, non francese, ndr). Le condizioni possibili per aver più nascite sono quindi due e opposte. L'Italia si è avviata verso quella sbagliata.
via https://twitter.com/vrottn
Sehr richtig
L'Alto Adige è l'unica provincia italiana con un saldo naturale positivo cioè dove le nascite superano i decessi. il numero medio di figli per donna è aumentato da 1,46 a 1,70.
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fiordilota · 7 months
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POV: vivi nella terra dei fuochi e ti chiamano paese della monnezza pur non sapendo che, in questo paese di monnezza, appicciamo la monnezza di tutta Italia da Trieste in giù
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donaruz · 1 year
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17 FEBBRAIO 1600, IL ROGO DI GIORDANO BRUNO.
QUANDO A BRUCIARE VIVI I DISSIDENTI ERA LA CHIESA CATTOLICA APOSTOLICA ROMANA
421 anni fa oggi, cioè il 17 FEBBRAIO 1600, veniva arso vivo al Campo dei Fiori un filosofo illuminato.
Si chiamava Giordano Bruno e veniva da Nola. Mandanti ed esecutori non erano terroristi dell’Isis, ma Cristiani di sole 15 generazioni fa. L’evento fu spettacolarizzato al massimo, ma non essendoci giornali, video, internet e cineasti si scelse comunque di realizzare l’evento come richiamo spettacolare per celebrare la potenza della Chiesa in occasione del 1° giubileo. Occasione in cui chi veniva a Roma si guadagnava indulgenza plenaria, ovvero il paradiso (senza le vergini però, si noti come questa differenza sia sostanziale rispetto all’Islam). Giordano Bruno fu arso vivo davanti a una folla di circa 100.000 persone che cliccarono in diretta il loro ‘mi piace’ un po’ forzato a dire il vero, applaudendo. Giordano Bruno aveva una mordacchia alla lingua per impedirgli di urlare le ultime parole durante il percorso e l’estremo sacrificio sul rogo.
L’organizzatore dell’evento fu il cardinale Roberto Bellarmino da Montepulciano, grande inquisitore della Chiesa che partecipò a sette dei 20 interrogatori cui fu sottoposto Giordano. Bellarmino fu fatto beato, santo e Dottore della Chiesa da Pio XI , due generazioni fa, nel 1930, anno ottavo dell’era fascista e dopo un anno dai patti lateranensi con il duce.
Bellarmino partecipò anche al processo a Galileo che fu costretto a ritrattare per non fare la fine di Giordano.
A Montepuciano il cardinale Roberto Bellarmino è figura celebrata, ma molti laici hanno l’abitudine di sputare a terra in prossimità della stele che ricorda. Perché la vicenda di Giordano Bruno racconta, ancora oggi, nei tempi in cui tutti ci sentiamo minacciati dall’integralismo e dal fanatismo dei jihadisti del Califfato islamico, come anche la Chiesa cattolica apostolica romana abbia più volte mostrato un volto fanatico, integralista e oscurantista fino a bruciare viva una persona.
E non in un angolo di deserto tra Siria e e Iraq, ma nel cuore della città eterna che ha edificato la più importante basilica del mondo sulla tomba dell’apostolo Pietro… Era il 1600, c’erano già stati Leonardo e Michelangelo, Machiavelli e Raffaello… I secoli bui erano un lontano ricordo, ma mentre ci si avviava al secolo dei lumi e della ragione, la Chiesa continuava a non tollerare qualunque eresia, anzi a considerare eresia qualsiasi idea che mettesse in discussione i suoi dogmi e il suo potere. E continuò così per altri due secoli e mezzo, tagliando la testa in piazza agli eretici, ai dissidenti, ai carbonari. Gli ultimi furono i patrioti Monti e Tognetti, giustiziati, a Roma, nel 1868. Due anni prima che i bersaglieri entrassero a Porta Pia, mettendo fine al potere temporale dei papi e al regno pontificio… L’Italia era già Italia da 10 anni…
Oggi, nell’anniversario del sacrificio di Giordano Bruno, noi, che pure ci troviamo a vivere e operare nella terra di Bellarmino, celebriamo il filosofo di Nola e non certo il cardinale.
Noi stiamo dalla parte dell’utopia e dell’eresia.
Non dalla parte dell’oscurantismo e del fanatismo religioso, soprattutto quando questo diventa legge di stato.
Le chiese non tollerano eresie, se no non sarebbero chiese, questo si è capito da un pezzo.
Ritrovarci oggi, 421 anni dopo il rogo di Campo de’ Fiori, a parlare di guerre di religione fa davvero un terribile effetto.
E la cosa puzza di bruciato…
Noi siamo quelli che credono ancora a queste emozioni
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curiositasmundi · 3 months
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[...] C’è gente che ha fatto fortuna narrando storie di delitti e di stragi, piú o meno di stato, che di continuo vengono raccontate e ricostruite e narrate fin nei piú piccoli dettagli, senza per questo arrivare mai a mettere la parola fine. Cosí, pensavo, non si fa che ricostruire e ri-raccontare la storia di un fallimento, sempre lo stesso, che è il fallimento collettivo di una nazione che è crollata su se stessa e non ha saputo fare altro che aggiungere rovina a rovina, che non ha saputo nemmeno consolidare quelle rovine che, nella maggior parte dei casi, addirittura non riesce a percepire come tali, che dalla storia, e dalle storie, non ha mai saputo né voluto trarre insegnamento, né ha mai voluto soffermarsi su quella costante, quella sí una cosa da ricordare, che hanno in comune tutte queste storie e queste narrazioni, ovvero l’assenza della parola fine. In una parola, pensavo, l’assenza del colpevole. Anche coloro che sono stati dichiarati colpevoli, dopo un po’ non sono piú colpevoli; anche quando si mette la parola fine, la si mette in modo che essa parola possa essere tolta al momento opportuno, cosí che anche quelli che si credevano colpevoli, non siano piú cosí colpevoli. Addirittura Mussolini, pensavo, quel ridicolo dittatore, quel nano pelato con gli stivali al ginocchio e i pantaloni ascellari, che strillava i suoi motti e i suoi slogan dai balconi di tutta Italia, perfino il cadavere di quel pazzo megalomane che ha portato la sua stessa patria al disastro, mandando il suo popolo, che allora era ancora un popolo, a morire nei posti piú assurdi, persino quel cadavere, viene di continuo portato alla luce e riesumato. In effetti, pensavo seduto al tavolo di cucina, per molto tempo, anche dopo la scuola, sono andato avanti a chiedermi se l’Italia avesse perso la guerra, intendo la seconda guerra mondiale, o se l’avesse vinta. La cosa non mi è chiara neppure adesso. Forse dovrei dire soprattutto adesso. Ma non c’è da preoccuparsi: nel dubbio, gli americani sono rimasti a vigilare, dunque, libertà e democrazia sono, e sono state, da piú di sessant’anni, sempre garantite. Mio dio, sono cosí tante le cose che non capisco. Tutto mi sembra sottosopra: quelli che hanno combattuto contro gli anglo-americani, e i loro discendenti, sono ora, almeno in apparenza, i loro piú convinti alleati; quelli che hanno promulgato le famigerate e vergognose leggi razziali, e i loro discendenti, sono ora, almeno all’apparenza, i piú convinti e acritici sostenitori di Israele, mentre nelle manifestazioni di piazza a favore dei palestinesi sfilano insieme, rigorosamente separati, ma insieme, i cosiddetti giovani dei centri sociali e gli altrettanto cosiddetti naziskin. Ed è ancora e sempre il passato a dominare, anche quello piú recente, che è comunque un passato risalente al secolo scorso. In Italia, pensavo versandomi un’altra tazza di caffè, i morti giacciono, ma mai in pace, e, a seconda del vento che tira, vengono riesumati ed esposti di continuo. Negli ultimi anni c’è stato addirittura un festival della riesumazione, schiere di cadaveri che si credevano sepolti per sempre, sono stati dissepolti e ricomposti, e anche là dove si credeva fosse stata messa la parola fine, si è scoperto che non era affatto finita, che c’era ancora da indagare, da scavare, da interpretare; che i morti sono tutti uguali, si è detto, e dunque vanno onorati tutti nello stesso modo, ed è cosí: i morti sono tutti uguali, ma il giudizio dovrebbe riguardare solo quanto hanno fatto, o non hanno fatto, da vivi. I morti sarebbe meglio lasciarli dormire, e invece essi vengono riesumati e ricomposti di continuo, e usati di continuo per gli scopi piú bassi e meschini, col risultato che si continua a raccontare sempre e soltanto la storia di un fallimento dopo l’altro, a cui manca sempre la parola fine, cioè manca sempre un responsabile. [...]
Da: Il ponte (Una caduta), di Vitaliano Trevisan
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yomersapiens · 2 years
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Come porto i capelli bello biondo
Avere un gatto consiste al 80% nell'evitare di calpestarlo. Non posso più fare nulla da solo. In bagno sono osservato, spiato, abbiamo iniziato pure ad essere sincronizzati. Quando è il mio turno ecco che appare anche lui. Mi odia. Lo posso dire con certezza. Non mi lascia un attimo in pace, nemmeno quando sto a pezzi. Da un paio di giorni è tornato a farmi visita il covid ed Ernesto lo sente. Mi vede girare per casa più debole del solito. Ha iniziato a dormire al mio fianco. Cosa che non aveva mai fatto e io non so se lo sta facendo perché sente che non sto bene, per affetto, oppure perché aspetta il momento in cui tiro le cuoia per lanciarsi sulla mia faccia e divorarmi gli occhi.
Si può dire fosse per una scommessa contro l'invecchiamento, ma mi sono fatto biondo. Per una volta volevo vedere come stavo. Mi piace il risultato. Si crea l'illusione dell'aumento dei capelli. Unico problema: sembro uno dei cattivi di James Bond. Non so perché, ma ogni volta che mi guardo allo specchio inizio a pensare a piani per distruggere l'umanità, sovvertire la democrazia. Poi mi viene in mente che adesso ci sono le elezioni in Italia e tutto torna!
Ho votato dall'estero. Ho ricevuto la scheda comodamente a casa. Mi sono preso un pomeriggio di tempo (dal nulla dato che sono ancora più o meno disoccupato) per analizzare i candidati e capire chi votare. Se vivi all'estero ti arrivano delle schede molto prosciugate. Non c'è quasi nessuno. Avevo un 5/6 partiti tra cui decidere e ogni nome mi dava il voltastomaco. Così sono andato per esclusione. "Ok, questi no. Oddio. Decisamente non loro. Lui è ancora vivo??? Assurdo. Comunque no. Questo non era stato arrestato? Lei mai sentita. Lei neanche. Ma siamo sicuri queste siano le schede per l'Italia? Non è che mi è capitata per sbaglio la Nuova Zelanda?". Così facendo mi sono ritrovato senza sapere cosa scegliere. Ho passato il pomeriggio a fissare il vuoto. Cosa diavolo è successo in Italia da quando sono andato via? Che sia tutta colpa mia? Ho messo una croce. Poi un'altra. Poi mi sono vergognato. Poi però mi sono ricordato che tanto io vivo in Austria! E ora sono pure biondo! Mi confondo meglio! Non sapranno mai che sono un emigrato e potrò guardare da quaggiù il disastro che saranno gli anni a venire. Piangendo, ogni notte, per aver venduto la mia anima a una Wienerschnitzel.
Tornerò, tra qualche anno, e fonderò il mio partito. Cambieremo insieme tutto. - Patente di intelligenza per poter usare internet - Ridistribuzione delle ricchezze in stile Monopoli - Abolizione degli influencer - Divieto di tagliare ogni tipo di pianta da ovunque, voglio che in 4 anni l'Italia sia sommersa dal verde, dagli insetti, dagli animali liberi - Scuola di pane obbligatoria per tutti, perché il pane è la base di un'alimentazione sana e i celiaci sono un'invenzione della lobby dei farmaci - abolizione del consumo di carne e dell'allevamento di massa, chi vuole continuare a mangiarla dovrà fare così: riceve n.1 vitellino, gli da un nome e deve prendersene cura per almeno 3 anni, festeggiando ogni compleanno e andando in vacanza assieme (abolizione anche degli automezzi, ci saranno a disposizione solo biciclette, carri trainati e treni, i treni saranno senza classe e si potrà avere un proprio treno, questo perché io vorrei un sacco avere un treno mio su cui vivere e girare per l'Italia), si deve dormire tutti assieme nella stessa stanza, si mangia tutti assieme, poi, se si decide lo stesso di ammazzarlo, all'umano verrà fornito n.1 coltellino svizzero di lunghezza massima della lama 4 cm, all'ex vitello sarà data a scelta una mazza o un pugnale montato sulle corna, se vince l'umano, sempre con lo stesso coltellino, potrà procedere a tagliarlo e mangiarlo, se vince l'ex vitello la famiglia dovrà mangiare l'altro defunto (le galline saranno dotate di pistole e i maiali avranno una bomba ad orologeria da disinnescare) - il Natale potrà essere festeggiato ogni fine mese, così anche la Pasqua, perché mi piacciono i dolci e le canzoncine (ah ma come facciamo se non ci sono più i prodotti animali, bella merda, beh si chiede gentilmente il permesso per un paio di uova e un litro di latte)
Dopo essermi fatto biondo sono entrato nel locale dove mia madre aveva prenotato un tavolo per pranzare insieme. Io sono noto per essere sempre quello che rovina tutto. Ancora oggi, a quasi quarant'anni, se mi faccio un tatuaggio è un dolore per tutta la famiglia, antenati compresi. "Ma perché sei fatto così Matteo, che cosa ho sbagliato!". Ho pensato vedrai, ora che sono biondo voleranno i piatti e invece niente, mi ha guardato, si è messa a ridere e per i giorni a seguire ogni volta che mi guardava rideva. Diceva che le ho messo allegria. A saperlo che andava a finire così, mi facevo biondo appena nato. Altro obbiettivo del mio partito: rendere felice la mamma. Se una mamma non c'è oppure è un mostro, si può scegliere tra il rendere felice una persona a caso o il proprio vitellino da compagnia.
Prima di ammalarmi avevo in programma di rientrare in Italia per seguire un progetto di scrittura iniziato questo mese. Una volta era più facile viaggiare. Non avevo piante. Non avevo un gatto. Adesso ho una selva in casa e una tigre che non fa altro che cacare a tutte le ore. Non posso più prendere un treno alla leggera e sparire per qualche tempo (come se lo avessi mai fatto, una volta era colpa delle medicine e non viaggiavo, poi era la mancanza di soldi, poi la pandemia, poi aver finito tutte le mie conoscenze Tumblr che mi ospitavano a gratis perché o si sono sposate o hanno capito che c'è molto meglio di me su questo pianeta, anche se ora che sono biondo e faccio un sesso che levati). Per le piante trovo sempre qualcuno, in cambio offro ospitalità e una televisione così grande che i punti neri degli attori nei film sembrano castagne. Il problema è Ernesto. Poi però mi sono ricordato di una cosa. Io ho ancora degli affetti cari qua a Vienna! Così mi sono presentato dalla mia ex, che attualmente convive con il suo nuovo ragazzo (forse all'epoca mi lasciò per lui ma vabbè chi sono io per giudicare, ci ho guadagnato la fine di una relazione senza sentirmi in colpa, che è una figata) e le ho detto "Ma non è che avete voglia di aiutarmi con questo piccolo mostro?" e loro hanno accettato. Adesso divido la responsabilità del gatto, quando sono via, con la mia ex e la sua nuova vita. Sembra il plot di una di quelle serie tv americane dove lei è andata avanti e vive in una grande casa e ha successo lavorativo, una famiglia e viaggia e si diverte mentre lui ehm, ecco lui, cioè, come dirlo, ecco! Si è fatto biondo di recente! In ogni caso questa famiglia allargata mi piace un sacco. Altro punto del mio partito sarà: condivisione dei figli, se sono carini, cioè non tutti, solo quelli paffutelli, perché non tutti possono o vogliono avere figli ma ci si può aiutare e si può far crescere generazioni meno dementi di quelle che hanno fondato i partiti che sto giro siamo costretti a votare.
A proposito di bambini carini e paffutelli. Mio nipote, luce dei miei occhi, eletto "Bambino più bello del pianeta" da suo zio, ha iniziato a mordere. L'ha fatto l'altro giorno, mentre giocava con una bimba. Si era stizzito per una sciocchezza così ha deciso di vendicarsi mordendola. Io mi sono sentito mancare. Mio nipote, il bambino più bello del pianeta, commette atti di violenza insensata sotto la mia supervisione. Ho chiesto scusa, mancava poco che mi mettessi a piangere insieme ai pargoli. L'ho raccontato a mio fratello che mi ha detto che non era la prima volta, l'aveva già fatto settimana scorsa all'asilo. Tutto ciò perché due settimane prima un altro bimbo lo ha morsicato e da lì ha imparato. Per proprietà transitiva, ha restituito il morso. Praticamente è come un'apocalisse zombie. Un bambino morde un altro bambino che poi si infetta e deve mordere altri bambini in una serie infinita di morsi. Tocca inventare la macchina del tempo, viaggiare indietro di diecimila anni e trovare il primo pseudo-umano-bambino che ha dato via al trend e dargli uno schiaffo e dirgli "No! Non si fa!!! Cattivo neanderthalino!!!".
Da quando sono biondo sembro uno di quei cantanti trap che vanno di moda oggi. Sto pensando di tatuarmi in faccia. Qualcosa che mi piace ma che faccia capire quanto sono pericoloso. Tipo il contenuto della mia colazione. Con tutti gli zuccheri che assumo vedrei le facce delle persone davvero scandalizzate "Ha quasi quarantanni e ancora puccia il pane con cioccolata bicolore nel caffèl-atte e poi ci mangia i cocopops?". Sì. Lo faccio. Quando sarò io presidente i cittadini saranno obbligati a fare colazione, se non la fanno non possono uscire di casa. Chi non fa colazione, quegli esseri orribili che "Ma no io solo un caffè e una sigaretta al volo" ecco loro, multe e corsi di aggiornamento obbligatori. Colazione al bar solo se ci si porta dietro il vitellino. O il maialino dai, che ancora loro se la meritano la colazione.
Una cosa, vera, da quando è arrivato Ernesto, è che quel senso di solitudine che non riuscivo a colmare nemmeno con le piante e con scopate casuali quando capitava, non si è riempito, eh no, ma sono distratto costantemente e non presto più attenzione a quella mancanza. Adesso devo stare attento alle mie caviglie, martoriate dai suoi attacchi. E devo badare alle mie piante che trova appetitose e come un Newton-felino, vuole dimostrare la teoria della forza di gravità facendone cadere al suolo una al giorno. Insomma, mi tiene impegnato. Non sapete le bestemmie nuove che ho inventato a causa sua! Ho pure sbloccato l'ultimo obbiettivo che conferma definitivamente il mio essere un vecchio. Ho comprato un Dyson e ne sto parlando con tutti. Specialmente con le tipe che mi porto a casa. - No cioè, non puoi capire, guarda che potenza di risucchio, guarda che pulizia! - Certo che capisco... anzi... lascia che ti mostri anche io la mia potenza di risucchio... - Cosa??? Anche tu hai un Dyson!!! Che modello??? Quanto l'hai pagato? Eh è una spesa folle iniziale ma poi alla lunga ne vale la ehi, dove stai andando? Non ti ho ancora mostrato le diverse spatoline!
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i-aliar · 6 months
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Tumblr media
Cara Giulia,
la tua storia ha risvegliato in me ricordi dolorosi, ricordi che ho chiuso a chiave in un angolo della mia memoria.
Mi sono rivista in te, nelle tue paure, nei tuoi pensieri, ho rivisto me stessa correre come hai corso tu quella sera in una grigia e fredda zona industriale.
Meritavi di più dalla vita. Meritano di più dalla vita il 13,6% delle donne - 2 milioni 800 mila - che in Italia subiscono violenze fisiche.
Ma a volte è difficile uscirne da certe situazioni. Solo chi ci è passato può sapere.
Questi soggetti non si rivelano subito, prima sono dolci, ti riempiono di affetto, fiori e regali. Dei veri principi sul cavallo bianco.
Poi dopo anni, si mostrano per quello che sono.
Ti isolano dalla tua vita. Devi essere il loro centro. Non puoi desiderare di stare con la tua famiglia più del dovuto, non puoi desiderare di stare con gli amici.
Non puoi desiderare.
Che un uomo possa ancora decidere cosa fare di una donna e della sua vita, che possa sentire il potere nelle proprie mani per toccare, umiliare, spaventare, arrivare a togliere tutto, persino la vita, è inammissibile.
Sai, io sono riuscita a salvarmi. Anche se ancora dopo anni non mi sento al sicuro e libera di parlare di questo a mio nome.
Ho aspettato anni un suo passo falso per metterlo contro se stesso e scagionarmi dalla sua mente.
Quando mi diceva piangendo che si sarebbe ammazzato senza di me, non ci credevo. Io lo sapevo, non avrebbe mai avuto il coraggio di uccidersi.
Con più probabilità avrebbe perso la testa un giorno e avrebbe ucciso me.
Avrei voluto conoscerti e parlarti della mia storia.
Perché io so cosa hai provato.
So cosa rappresenta l’abbraccio di una madre quando vivi situazioni in cui non ti senti più al sicuro.
Chiudi gli occhi e sei lì. Nel posto in cui più di ogni altro, ti sei sentita in salvo.
Quella sera, secondo me ti sei immaginata proprio lì poco prima di andartene per sempre.
E ora sicuramente sei lì - tra le nuvole - al sicuro, insieme a lei.
🤍
- anonimo
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gregor-samsung · 2 years
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“ Il 9 ottobre 1963, circa 300 milioni di metri cubi di roccia precipitarono nella riserva d’acqua della Valle del Vajont, provocando un’onda gigantesca che superò gli argini della diga e distrusse la cittadina di Longarone, uccidendo circa 2000 persone. Il disastro del Vajont è tra gli eventi piú tragici della storia del secondo dopoguerra in Italia; ciò nonostante, fu rimosso dalla memoria collettiva nazionale. A parte i lavori di pochi storici (Reberschak e Mattozzi 2009; Reberschak 2013), non ve ne sono tracce nella narrazione ufficiale del cosiddetto miracolo economico degli anni Sessanta. È stato grazie al lavoro di Marco Paolini, attore e autore di teatro, che alla fine degli anni Novanta la vicenda del Vajont è entrata a far parte della memoria collettiva del Paese, grazie a un monologo di due ore trasmesso dalla televisione pubblica. Evidentemente, la storia del modo in cui la modernità e la crescita economica si erano materializzate in una valle remota del Nord Italia grazie all’arroganza di una potente azienda idroelettrica e alla complicità dello Stato non erano adatte alla narrazione generale di un’Italia che finalmente diventava una società ricca e moderna. La storia del disastro del Vajont è un esempio da manuale della logica del Wasteocene. Nel nome del progresso e di un superiore «bene comune» (Roy 1999), alcuni luoghi ed esistenze vengono sacrificati, letteralmente messi al lavoro per il benessere di altri. Le wasting relationships che trasformarono una valle remota in una macchina idroelettrica non soltanto produssero vite di scarto – l’immenso cimitero di Longarone –, ma scartarono anche saperi e memorie. Saperi, sí, perché gli abitanti del posto tentarono piú volte di allertare le autorità riguardo ai prevedibili rischi che sarebbero derivati dalla diga, ma vennero ignorati o ridicolizzati. Fu una battaglia tra competenza scientifica ed esperti professionisti da una parte e la gente comune di una valle alpina dall’altra. La partita era persa fin dall’inizio.
Rifiutare la memoria del Vajont significò cancellare quella tragedia dalla narrazione storica dominante, ma anche addomesticarla. Mentre l’invisibilizzazione cancella ogni traccia di che cosa / chi è stato scartato, l’addomesticamento della memoria è forse una strategia piú sofisticata per continuare a riprodurre wasting relationships. Nei casi come quello del Vajont, addomesticare la memoria significa organizzare una certa versione della storia che non rivela le ingiustizie né lascia spazio alla rabbia sociale: piangere la perdita di vite umane può essere accettabile, ma lo si deve fare senza alcuna implicazione politica. Perciò il disastro del Vajont fu rappresentato semplicemente come uno sfortunato incidente, e il suo ricordo avrebbe dovuto portare pace e coesione, non rabbia e conflitto. Ricordando la propria esperienza, Carolina, sopravvissuta alla tragedia, ha spiegato questo processo di addomesticamento della memoria: Le istituzioni hanno fatto e fanno di tutto per dividere i buoni dai cattivi superstiti. I buoni sono quelli che raccontano del dolore, quelli che commuovono chi li ascolta, ma poi sanno fermarsi lí, sanno stare zitti e lasciare alle istituzioni il compito di raccontare i fatti e rendere cosí la memoria innocua in modo che non disturbi i poteri economici che ancora mettono al primo posto il profitto rispetto alla vita umana. I cattivi sono quelli che cercano giustizia e che lottano affinché i loro morti siano un monito ai vivi per non dimenticare mai di cosa sia capace l’uomo in difesa del profitto. I cattivi sono quelli che puntano il dito contro il sistema che privilegia i soldi alla vita umana (Vastano 2017). La giornalista Lucia Vastano (2008) ha raccontato la storia del cimitero delle vittime del Vajont in un modo che mi pare confermi meravigliosamente la mia idea dell’addomesticamento della memoria quale wasting relation istituita con mezzi diversi. Nel 2003, l’amministrazione comunale di Longarone decise di trasformare il vecchio cimitero di Fortogna, dove erano sepolte le vittime, in un monumento ufficiale alla memoria. Il vecchio cimitero venne raso al suolo, cancellando ancora una volta i ricordi e i simboli riuniti lí dai sopravvissuti, compresa la lapide della famiglia Paiola (sette morti, di cui tre bambini) sulla quale era inciso: Barbaramente e vilmente trucidati per leggerezza e cupidigia umana attendono invano giustizia per l’infame colpa. Eccidio premeditato (Vastano 2008, p. 157). Nel nuovo cimitero, il ricordo delle vittime fu organizzato in geometrici blocchi di marmo con la sola incisione dei nomi dei defunti: il lutto deve essere addomesticato, la logica del Wasteocene non può essere messa in questione. Se un episodio tragico rende lo scarto di vite umane troppo evidente per poter essere nascosto, va visto come un incidente e non come l’epifania del Wasteocene, la prova del fatto che il sistema si fonda sullo scarto di umani e non-umani, delle loro vite, del loro sapere e anche delle loro storie. “
Marco Armiero, L’era degli scarti. Cronache dal Wasteocene, la discarica globale, traduzione di Maria Lorenza Chiesara, Einaudi (collana Passaggi), 2021. [Libro elettronico] [Edizione originale: Wasteocene. Stories from the global dump, Cambridge University Press, 2021]
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veritanascoste · 10 months
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TRAFFICI DI BAMBINI, Similmente come agnelli da macello!!!
Mostruosi traffici di bambini rapiti e sottratti alle loro famiglie per diventare giocattoli di carne e ossa nelle mani di spregevoli esseri MalViventi senza scrupoli. Pedofilia, traffico di organi e ANDRENOCROMO e per riti satanici.
Anche L’Italia non è risparmiata da questi crimini contro i bambini.
” In Italia calcolando solo i dati delle denunce effettuate dall’anno 2004 fino a marzo 2007, si scopre che i minori scomparsi e non ancora ritrovati sono ben 3.399.
Alcuni minori scomparsi saranno tristemente destinati al traffico di organi, come macabri pezzi di ricambio. Le stime in merito sono a dir poco raccapriccianti e ci presentano una vera e propria tabella dei prezzi … 50.000 euro un neonato, 30.000 un fegato, 15.000 le cornee … L’Italia secondo la Direzione Distrettuale Antimafia di Trieste, è un luogo di grande passaggio per la compravendita di organi, tanto che è stato presentato un dossier in merito al Viminale. Pier Luigi Vigna, Procuratore Nazionale Antimafia … ha denunciato che nel solo 2004 sono state circa 30.000 le vittime del traffico di esseri umani.”
E l’Italia è attiva anche nell’import dall’estero:
“L’Italia è denunciata da René Bridel, rappresentante nell’Onu dell’Associazione Internazionale Giuristi per la Difesa della Democrazia, dal quotidiano “La Nacion” di Buenos Aires, da “O Globo” di Rio de Janeiro e da la “La Repubblica” di Lima: il nostro Paese viene definito come il maggior importatore di bimbi brasiliani, come il più importante compratore … Léon Schwartzenberg, eurodeputato, ha affermato che : “Dal 1988 al 1992 quattromila bambini brasiliani hanno lasciato la loro terra per l’Italia.
Il motivo ufficiale è sempre l’adozione, ma di questi piccoli in cerca di famiglia ne sono stati ritrovati vivi solo mille.
Pertanto!!!
FATE MOLTA ATTENZIONE AI VOSTRI FIGLI E NIPOTI, NON FIDATEVI DI NESSUNO E NON LASCIATELI MAI DALLA VOSTRA VIGILE PRESENZA
😢 😢 😢 😢 😭😭😭😭
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smokingago · 8 months
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A mani nude, poi ustionate dalle fiamme, si sono dati da fare per salvare quante più persone potevano.
Eroi improvvisati in una serata tragica, vivono a Mestre in un condominio accanto al luogo dell’incidente.
Si chiamano Boubakar Toure e Godstime Erheneden: il primo da dieci anni in Italia, gambiano, 27 anni, si occupa di ponteggi. Il secondo, 30 anni, viene dalla Nigeria e di mestiere fa il saldatore. Stavano cenando quando è avvenuta la tragedia.
Non ci hanno pensato un attimo, sono trovati davanti a un inferno di lamiere, fuoco e grida strazianti: «Abbiamo tirato fuori prima una donna con la sua bambina e poi un uomo. Poi ho tirato fuori anche un cane. Sembravano tutti vivi. Poi ho guardato tra quei rottami e ho visto l’autista: era già morto. C’era una donna che parlava inglese e piangeva: mentre la tiravo fuori diceva “prendi mia figlia, prendi mia figlia”. Era una bimba piccola, credo avesse due anni. Era priva di conoscenza, ho il sospetto che fosse morta. Sono sconvolto: ha l’età di mio figlio. È come se avessi perso lui».
Durante i disperati tentativi di salvataggio, Boubakar si è ustionato le mani. Hanno schegge di vetro su mani e piedi. Godstime è rimasto a piedi nudi: nel trambusto ha perso le sue scarpe, nella carcassa dell’autobus bruciato: «Adesso come faccio? Devo andare a Palermo, dalla mia famiglia. Non mi lasciano andare a prenderle. Potete aiutarmi? Non posso mettermi in viaggio senza, quando potrò recuperarle?».
Fonte Corriere del Veneto
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