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#tarocchi
knightofchariot · 7 months
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5 Ways to Connect and Bond with Your Tarot Cards
1. Get to Know Your Deck: Spend time studying and understanding each card in your deck. Get a feel for the symbolism, colours and artwork, and how each card relates to the others.
2. Journaling: Record your tarot readings and personal insights, interpretations and experiences with your deck in a journal. Write down your thoughts and feelings about each card, what you see in them, and any patterns you notice. This can not only help you learn the meanings of the cards, but also help you identify personal connections to each card. 3. Practice regularly: The more you use your tarot cards, the more familiar you will become with their energy and meanings. Tarot is a lifelong journey of learning and growth. Take your time and don’t rush the process.
4. Use Tarot Spreads: Experiment with different tarot spreads to gain more insight into your readings. This can help you understand the relationships between the cards and deepen your intuition. 5. Connect with Other Tarot Readers: Attend tarot circles or join online communities to connect with other readers. Sharing your experiences and insights can bring wisdom and new perspectives to your practice.
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tarot readings: shop
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essereilsole · 6 months
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today 🪐
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conformi · 5 months
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Niki de Saint Phalle, Il Giardino dei Tarocchi (Tarot Garden), Pescia Fiorentina | Capalbio, Itlay, 1979-1988 VS Patrick Tuttofuoco, Pininfarina Architecture and Maddalena d’Alfonso, MAN, Nuoro, Italy, 2023
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My toxic trait is I believe that people who are into tarot divination should also learn at least some history regarding tarot as a family of card games
No, really, tarot games are genuinely a lot of fun and the fact that outside of france and strongly-french influenced regions, tarot games are pretty much unheard of makes me sad. Same goes for tarock games outside of former austria-hungary (and parts of germany) and tarocco games outside of italy.
"but playing cards don't have cups, coins, swords, and wands for their suits" yes they do!!! in italy and spanish-speaking parts of the world!!! sure they're more commonly called "clubs" when it comes to wands, but still!!!
"but what would the major arcana be there for if not divination?" they're the permanent trump suit!!! they beat non-trumps and lower trumps!!! Also!!! the fool is a trump only in the tarock branch of the family of games!!! in Tarocchi and Tarots it's its own thing!!!
"ok but what about the knight face cards?" they're there because in italy, where tarocco ("original italian tarot") cards came from, the cards feature either a horseman, or a dame!!! inclusion of both is a parity!!!
"but how do I learn to play?" the Piemontese game of Scarto is a great introductory point to tarot games. It uses a 78 card deck, so if you have a divinatory deck you may use that, or you can buy yourself a French Tarot deck (look for "jeu de tarot") or a Tarocco Piemontese deck. If you get a French Tarot deck, the suit equivalencies are hearts=cups, diamonds=coins, spades=swords, clubs=clubs/wands. The wikipedia article I've linked has the rules described well, or if you're a hands-on learner, this site lets you play the game against bots, and also has a rulebook button. Warning tho, the site uses a scan of an old tarocco piemontese deck, so it may be a bit hard to read. Once you decide you'd like something more, you can move on to French Tarot, which is the second most popular card game in france to this day. There's a great android app for this game too, and I believe it features a rules explanation too.
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dancyrilkingston · 30 days
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Aces from Tarot de Marseille and the Serravalle-Sesia Tarocchi
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crowleyspriestess · 6 months
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«La plus belle des ruses du diable est de vous persuader qu'il n'existe pas.»
Translation:
«The Devil's finest trick is to persuade that He doesn't exist.»
- Baudelaire, Le fleurs du mal, "Paris Spleen"
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ti tocca dove ti toccavo io e questo sai mi fa morire ma ti stringe come ti stringevo io quando pensavo fossi bella da nascondermi dentro i tuoi occhi mi leggevi come fanno i tarocchi ma adesso non più
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rhianna · 13 days
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Tarocchi-players-borromeo.jpg
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Description
English: This fresco is commonly known as The Tarocchi Players. It is from the Casa Borromeo, in Milan, and was probably painted in the 1440s.Date15th centurySourceScanned from Michael Dummett's The Game of Tarot.AuthorThe artist is unknown.
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animadiicristallo · 9 months
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quando mi esce la carta degli amanti nelle carte eheheh
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"THE FOOL" - IL MATTO
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"A quel tempo danzavano per le strade come pazzi, e io li seguivo a fatica come ho fatto tutta la vita con le persone che mi interessano, perché le uniche persone che esistono per me sono i pazzi, i pazzi di voglia di vivere, di parole, di salvezza, i pazzi del tutto e subito, quelli che non sbadigliano mai e non dicono mai banalità ma bruciano, bruciano, bruciano come favolosi fuochi d'artificio gialli che esplodono simili a ragni sopra le stelle e nel mezzo si vede scoppiare la luce azzurra e tutti fanno «Oooooh!»" jack kerouac, on the road (1957)
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sciatu · 11 months
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Madam Effie e la formula della felicità - Prima Parte
A VOLTE L’IMPOSSIBILE  DIVENTA PROBABILE L’uomo con il soprabito grigio guardò l’orologio. Si stava facendo tardi. Doveva decidersi. Via Palermo si stava risvegliando dopo il picco di caldo del pomeriggio. I vecchi stavano concentrandosi sotto gli alberi all’inizio della via per iniziare le loro interminabili partite a carte, le massaie incominciavano ad affollare i marciapiedi salutandosi e discutendo tra loro a voce alta con il loro siciliano stretto e sguaiato. Le macchine incominciarono a riempire il viale procedendo con lentezza e vociando tra loro a colpi di clacson. Un ragazzo si avvicinò al portone del palazzo che l’uomo osservava da più di un ora e guardò i citofoni “cinquantadue” Pensò l’uomo con il soprabito grigio. Il ragazzo schiacciò un bottone e qualcuno gli aprì facendolo entrare. Il ragazzo entrò e si diresse verso sinistra. L’uomo sorrise. Decise che a quel punto doveva andare e velocemente si avvicinò al portone cercando al citofono il nome di Madam Effie, ma il portone si apri da solo. “Cinquantatre” si disse soddisfatto ed entrando andò dalla parte opposta dove si era diretto il ragazzo, verso una porta senza nome. Stava cercando un campanello quando la porta si aprì e si trovò di fronte una donna minuta dai capelli bianchissimi e la pelle rugosa. La donna lo guardò attentamente, poi il suo volto si rilassò in un grande sorriso “Professore Gugliotta – esclamò sorridente – che bello rivederla” L’uomo strinse gli occhi dietro gli occhiali, concentrandosi su quel volto ed infine esclamò “Signora Strano, che sorpresa, non pensavo …” “Venga, venga, sono tanto felice di rivederla: lei era il professore che mio figlio apprezzava di più” “Si Filippo era uno dei pochi in quella classe a seguire con costanza ed interesse” “Lui lo diceva sempre che lei insegnava qualcosa che nessun altro conosceva: la logica ed il ragionamento” “Filippo era una persona speciale; mi dispiace per quello che è successo. Erano altri tempi. Al giorno d’oggi molte cose si accettano normalmente all’epoca erano uno scandalo. Quei suoi compagni che lo hanno bullizzato e spinto a quel gestro estremo   per la sessualità che aveva scelto, erano il frutto di un modo di pensare distorto. Illogico.” “Non importa, ormai non importa. Grazie però di essere venuto al funerale, lei è stato uno dei pochi, se non l’unico dei suoi professori.” “Ho sempre creduto nella ragione e nel libero pensiero: era un mio dovere” La vecchia sorrise nuovamente “Vada, Madam l’aspetta” E gli indicò il corridoio alle sue spalle. Mentre camminava nel corridoio, il professor Gugliotta si disse che era un controsenso per un uomo dedito alla logica e al ragionamento come aveva appena affermato, chiedere consiglio ad una cartomante, ma si rispose dicendosi che Madam Effie forse leggeva le carte, ma sicuramente non era una semplice cartomante. Prima di entrare prese il telefonino, guardò l’ora e poi lo mise su registrazione per registrare di nascosto tutto quello che si sarebbero detti. Voleva ragionare a mente fredda su come Madame avrebbe risposto alle sue domane. Mise in tasca il telefono ed entrò “Buonasera Madam – disse la faccia più cordiale che poteva fare – posso entrare?” E guardò davanti a se vedendo solo del buio “Prego, si accomodi” fece una voce profonda alla sua sinistra. Guardò in quella direzione vedendo una grande scrivania dietro cui vi era una figura avvolta in un saio di seta viola di cui si vedeva appena il volto scarsamente illuminato da dei lumini disposti a caso intorno a lei. Il volto aveva dei tratti classici, da statua greca, le sopracciglia grandi e marcate come ali di gabbiano davano a quel volto un’aria demoniaca sottolineata da due grandi occhi a mandorla, tanto scuri da non riflettere alcuna luce. Il tutto aveva un senso di spettrale reso ancor più angoscioso da pigre volute di incenso che si liberavano alle sue spalle. L’uomo aveva come la sensazione di sognare perché, come nei sogni, intuiva solo quello che lo circondava e focalizzava solo dei particolari che gli restavano nella memoria suscitandogli ora paura, ora curiosità “Venga, si sieda di fronte a me, c’è una poltroncina” “Tutto esattamente come da copione degli orrori” Pensò critico il professore ma obbedì alle indicazioni di Madam “Alla sua sinistra c’è un tavolino con dei mazzi di tarocchi, ne scelga uno, lo mischi e me lo dia” Ancora una volta l’uomo ubbidì. Da un tavolino d’ebano nero scelse un mazzo dal dorso verde su cui era disegnato con un tratto in oro un drago vichingo e lo mischiò. Dal largo vestito apparse una mano dalle lunghe dita e dalla pelle bianchissima che prese dalle mani dell’uomo i tarocchi. L’uomo notò che le dita finivano con unghie lunghe su cui erano scritti in caratteri piccolissimi quelli che gli sembravano dei mantra tibetani, ogni unghia era colorata con i colori degli elementi costituenti il mondo, terra, fuoco, aria, acqua e la luce. La donna prese le carte ed incominciò a disporle formando con le prime una croce e disponendo le altre intorno ad esse. Le osservò attentamente e alla fine chiese “Ha delle carte interessanti. Mi parli di lei” L’uomo, per nulla impressionato incominciò a parlare in modo spedito, come se da tempo si fosse preparato il discorso “Mi chiamo Ferdinando Gugliotta, sono un professore di matematica in un liceo qui vicino. Sono sempre stato un fautore della logica e del libero arbitrio, sono ateo e ho militato fin da giovane e con convinzione, in un partito popolare e democratico; ora disgustato, dal corso che la politica ha preso, mi sono distaccato dai compagni e dalle loro idee.” Si fermo per vedere l’effetto che le sue parole avevano sulla donna, ma questa lo ascoltava tenendo gli occhi chiusi “Sono sposato ma non ho figli. Ultimamente, con mia moglie, c’è come un distacco, non dovuto a lei, ma ad entrambi. Ognuno di noi due, è come se si stesse allontanando, non dall’altro, … ma da tutto. Non siamo più giovani, abbiamo i primi acciacchi, amici e conoscenti che se ne vanno presi da malattie o consunti dall’età. È come se una cappa grigia ci coprisse lentamente svuotando di senso ogni cosa che facciamo e facendoci sentire lontani, l’uno dall’altra, come se fossimo sconosciuti o peggio,  indifferenti agli anni vissuti insieme. È come se la vita fosse solo una sequenza di gesti automatici in cui non crediamo più e da cui non sappiamo trovare un motivo per vivere. Qualche mese fa, ho notato che in salotto le bottiglie di liquore che conserviamo per gli ospiti, erano quasi vuote. Da allora sono stato più attento e ho visto che il loro livello scendeva rapidamente per poi tornare a quello iniziale e ho capito che di nascosto mia moglie beve molto, quasi per stordirsi. Ho provato a parlarle, ma lei non si vuole aprire, non vuole mostrare cosa la spaventa o la induce a fuggire la realtà. Nello stesso tempo anch’io sentivo che avrei fatto la stessa cosa, che avrei voluto stordirmi e dimenticare le mie giornate grigie, routinarie e banali. – si fermò a guardare davanti a se un punto lontano – dimenticare che la mia vita è stata un opportunità che non ho mai colto” Per qualche secondo il professore perse la sua aria indifferente e nervosamente si levò gli occhiali e li pulì con un fazzolettino di carta “Mi sono reso conto che c’era qualcosa che non andava e ho cercato di parlare con qualcuno dei problemi che avevamo. Mi sono rivolto a mia cugina che è dottore e lei mi ha suggerito di venire da lei. Sul momento l’ho presa per pazza, ma lei ha insistito dicendo che una sua paziente aveva qualcosa di simile che le medicine non riuscivano a curare e che venendo da lei è rinata. Alla fine mi sono deciso ed eccomi qua.” Si rimise gli occhiali riacquistando la sua aria cinica e indifferente. Gli occhi magnetici di Madam si aprirono lentamente e lo osservarono per quasi mezzo minuto. Prese una delle prime carte che aveva posto sulla sua scrivania e gli mostrò il dorso con il drago dorato. “Lei ha scelto il mazzo di Tarocchi di Stella Goldschlag, una ebrea tedesca che durante la seconda guerra mondiale ha tradito migliaia di altri ebrei condannandoli a morire nei campi di sterminio. Il mazzo attira le persone ambigue e capaci di tradire” Girò la carta “È il sette di spade, che vuol dire tradimento, mentre il Matto – Madam prese la seconda carta scoperchiata dal mazzo del professore – vuol dire che lei non è sincero. Lei professore non mi stà dicendo la verità, nasconde più di una cosa che non vuol dire e che sta tramando. Se lei non è disposto a dire la verità io non posso aiutarla e questo incontrò deve finire qui.” Lui la guardò stupito. Madam aveva capito tutto e se era così non doveva andarsene “Ecco io ….” “La verità! - gli intimò Madam. - Un uomo senz’anima quale è lei, uno che non crede a nulla di quanto esiste nel Midgard non viene da una strega bianca chiedendo un miracolo.” Ora capiva, per il professore ora tutto era chiaro. Era una strega, di quelle vere, di quelle a cui lui non aveva mai creduto “Ecco, le chiedo scusa. Non ho detto tutto.” Prese il fazzoletto con cui aveva pulito gli occhiali e si asciugò la fronte. “Quando mia cugina mi ha parlato di lei, mi sono messo a ridere perché, come dice lei, non credo a nulla che non possa essere provato. Verificato scientificamente! Così, più per prendere in giro mia cugina che per vero interesse, ho fatto ricerche su di lei. Sono andato all’anagrafe, al casello giudiziario, cercando tramite amici, ex compagni di partito informazioni. Lei però non risulta all’anagrafe, non appare in nessun atto di nascita, o richiesta di residenza, da oggi fino al terremoto di Messina, quello del 1908 in nessuno ufficio municipale o al catasto o alle poste non c’è traccia di lei! Non esiste. Questo appartamento è di proprietà della signora Strano, che ho scoperto essere la madre di un mio alunno. Anzi, tutto questo palazzo le appartiene, ma gli inquilini che vi sono, sono tutti strani. Nessuno di loro paga un affitto, nessuno li ha mai visti, la spazzatura che viene raccolta è minima, il postino non consegna nessuna lettera, i contatori indicano consumi inesistenti. Non tutte le finestre sono illuminate di notte anche se gli appartamenti sono tutti abitati o sembrano tali. Ho contato cinquantatré persone, me compreso, che si sono avvicinate al portone. Venti hanno citofonato e sono entrate andando verso la sinistra del portone dove vi sono le scale e l’ascensore. Per trentatré persone una volta avvicinatesi al portone, questi si è aperto da solo e tutte e trentatré siamo venuti da lei: è come se il portone sapesse chi deve andare a destra e chi a sinistra. Per questo sono venuto. Forse per curiosità, forse perché lei non è di questo mondo e può davvero risolvere i miei problemi.” Madam lo guardò attentamente. “Tu hai bisogno di credere.” Si appoggiò contro lo schienale della sua poltrona e sorridendo chiese “Che ora è?” Il professore inconsciamente alzò il braccio con l’orologio e lo guardò. Fece una faccia stupita e portò l’orologio all’orecchio per sentire se funzionasse. “Strano, sembra fermo” Madam sorrise Il Professore fu preso da un pensiero improvviso, mise la mano nel soprabito, prese il telefonino e lo guardò: il contasecondi del registratore che aveva attivato pochi secondi prima di entrare da Madam, era fermo: segnava solo i secondi che gli erano serviti a varcare la porta. Non funziona neanche l’orologio del telefonino. Madam sorrise nuovamente e chiese “vedi orologi in questa stanza?” “No, neanche uno” Rispose l’uomo dopo essersi guardato intorno “Infatti, sarebbero inutili, perché qui il tempo scorre in modo impercettibile, quasi non esiste: siamo  come dentro un fermo immagine.” “Ma non è possibile, non è scientificamente possibile. “ “Vi sono energie che la scienza ancora non può spiegare, ma che esistono. Il tempo in questa stanza scorre ancora ma in modo tanto lento che gli strumenti non riescono ad indicarne il movimento. Per questo palazzo hai ragione: ìl palazzo è vivo e sa chi è mio ospite e chi invece è una sua parte.  È pronto a combattere chiunque venga in nome del male. Sotto di me, diversi metri sotto le macerie del terremoto del 1908, c’è una chiesa Templare che i cavalieri chiamavano “Il Vertice”. La chiesa era infatti posta sulla punta di un triangolo i cui lati partono da Torino, arrivano a Praga e quindi fino qui a Messina e tornano a Torino. Tutte queste tre città hanno un passato di stregoneria e magia. Formano un triangolo al cui centro c’è Roma. Lungo i lati del triangolo scorrono energie positive che lottano contro quelle negative. Io sono come la guardiana di questo vertice e il palazzo mi protegge. Gli abitanti di questo palazzo sono ospitati solo temporaneamente perché sono tutti in viaggio. La maggior parte sono viaggiatori o esuli di luoghi e tempi lontani. La Casa li accetta perché li considera pellegrini così come i castelli dei templari ospitavano i viaggiatori diretti in Terrasanta.” Allungò la mano e prese un'altra carta da quelle messe a croce sulla scrivania “Questa è la donna di spade indica un tradimento con un’altra donna. Per andare avanti, le ripeto,  mi devi dire la verità.” Il Professore impallidì “Ecco, si. È successo tempo fa. Mia moglie, aveva avuto una brutta conclusione della sua gravidanza. Aveva abortito al settimo mese la bambina che aspettava ed era disperata. L’atmosfera a casa era terribile. Lei aveva rinunciato a un trasferimento in una città del nord. Anch’io, che avevo un posto di lavoro nella città dove lei doveva andare, rinunciai per starle accanto. Avevamo rinunciato ad una vita più ricca e più importante per permetterle di portare a conclusione la gravidanza che fin dall’inizio si era presentata come difficile e che alla fine si era trasformata in una tragedia. – il Professore si fermò guardando di fronte a se il dolore che aveva vissuto - Io ero contento che lei si fosse salvata ma mi dispiaceva moltissimo per la bambina. Noi volevamo tantissimo un figlio e per mesi avevamo fatto progetti su progetti per lei e con lei.” Avevamo deciso di chiamarla Beatrice perché ci avrebbe portato nel nostro paradiso. Restò qualche secondo in silenzio ed aggiunse con amarezza. “Invece morì.” Si fermò ancora schiacciato dal ricordo, poi riprese velocemente “ Mia suocera era venuta a stare con noi perché mia moglie era troppo debole. Io non andavo d’accordo con lei perché era una bigotta, vedeva la morte di Beatrice come una punizione di Dio perché non andavamo mai a messa. Incominciai a passare più tempo nella sezione del partito e a frequentare una compagna forse per la solitudine in cui ero. Anche lei stava passando un momento difficile e voleva che stessi il più a lungo possibile con lei. Una sera stavamo parlando della nostra situazione per strada vicino casa sua quando mi ha chiamato al cellulare mia suocera dicendo che mia moglie aveva provato a suicidarsi. Corsi da lei in ospedale preso dai sensi di colpa perché pensavo che lei avesse saputo del tradimento ma non ho mai avuto la certezza che lei sapesse. Non incontrai più la compagna di partito. Da allora, lentamente, sia io che mia moglie, ci siamo chiusi in noi stessi e passiamo giornate intere senza parlarci, fino a che, come dicevo prima, non ho incominciato a sentirmi morire, a sentirmi come chiuso dentro una bara che piano piano si stringe fino a farmi soffocare. Si, mi perdo nelle mie elucubrazioni, mi nascondo dietro il ragionamento, semplifico il tutto negando l’esistenza di un Dio, ma la verità è che sto lentamente affondando nel nulla pensando di aver sprecato la mia vita, come forse pensa mia moglie.” Il Professore si asciugò nuovamente la bocca “Lo so che sono stati d’animo risibili, che la vita è materia e i pensieri sono solo fantasmi, ma questi pensieri mi stanno uccidendo più di quanto potrebbe fare la materia stessa.” Madam lo osservò in silenzio Allungò la mano e prese la terza carta della croce mostrandogli il tarocco della morte. Il professore sobbalzo sulla sedia “Non è una carta negativa. Mavet vuol dire che ci sarà un cambiamento, una purificazione, ma come dice il bagatto che è l’ultima carta della croce iniziale, sarà il frutto di un cammino non semplice.” Madam continuò a scoprire le carte girandole una ad una e spesso fermandosi ad osservarne attentamente qualcuna. Mise dell’incenso particolare in uno dei lumini e un’intensa nube azzurra si sprigionò scomparendo subito nel buio. La stanza si riempì di un intenso profumo che penetrava nella testa e per qualche secondo fece venire le vertigini al professore. Dopo forse un minuto Madam riaprì gli occhi e sorrise “Devi fare un lungo percorso, ma hai bisogno di una guida. Alla tua destra c’è una cassettiera, vai li per favore. “ Il professore si alzò e obbedì a Madam.   “Conta dalla tua sinistra tre cassetti verso destra e quindi cinque verso il basso ed apri il cassetto – Il Professore obbedì ancora una volta – c’è una scatola nera, aprila e prendi la boccettina che contiene con la mano sinistra. Stringila forte nel pugno lasciando fuori di esso il tappo e torna da me” Madam aveva rimosso tutte le carte dalla scrivania e posto nel suo centro un piatto che sembrava d’oro su cui era incisa una spirale di parole in ebraico che dal bordo esterno convergevano verso il centro. Da un sacchettino raccolse delle erbe mettendole nel centro del piatto. “Ora dobbiamo fare un esperimento chimico – disse sorridendo Madam  - che qualcuno potrebbe chiamare magia. Mi devi dare i tuoi occhiali e quando te lo dico devi versare il contenuto della boccettina su queste erbe e fare un passo indietro” Il Professore ubbidì sentendosi un po’ scettico e molto curioso. Madam disse una parola in una lingua che lui non conosceva. Dalle erbe si innalzarono delle volute di fumo e quindi una fiamma pallida e tenue. Madam impose le mani sulla fiamma e recitò qualcosa in una lingua ancora più strana. Sotto le sue mani si formò una nube biancastra, densa e quasi immateriale. “Versa il liquido presto” Gli disse Madam e come gli aveva detto lui velocemente aprì la boccettina e verso un liquido etereo, con una fosforescenza azzurrognola che si sedimentò sulla nube facendola illuminare di un azzurro elettrico. Madame prese i suoi occhiali e appoggiò delicatamente i vetri sulla nube. Gli occhiali ondeggiarono come a cercare un equilibrio e quindi si fermarono a mezz’aria.  I vetri diventarono di un bianco abbagliante e la montatura da marrone incominciò come a bruciare diventando di un nero cupo. Per quasi un minuto gli occhiali galleggiarono a mezzaria mentre la nube perdeva lentamente intensità diventando poco a poco una lenta spirale di fumo che prestò svanì nell’aria mentre gli occhiali scesero dentro il piatto d’oro tra la cenere lasciata dalle erbe bruciate. Madam li prese e li pulì con un panno nero passandoli quindi al Professore. “Ora li puoi mettere. Con essi vedrai tutto quello che esiste nell’ Akasha e quindi quello che è stato o che poteva essere” Lui la guardò confuso “Mi scusi Madam, ma cos’è l’Akasha.” “Per i popoli dell’India è l’etere, L’essenza di ogni cosa, il quinto elemento, quello dove l’universo esiste nella sua interezza partendo dalla sua più piccola parte. Per l’esoterismo occidentale è la memoria dell’universo, quella dove tutto esiste, anche quanto non è accaduto. I tuoi occhiali sono ora una porta tra il mondo che conosci e quello che esiste al di la del tempo e della materia. Vedrai quindi l’improbabile, e troverai un maestro che ti guiderà alla pace” “Un maestro? chi sarà questo maestro Madam? Lo conosco?” “In teoria no, non in questo universo, nella tua dimensione. Ma lei ti conosce bene” “Lei?” “Si lei, …  Beatrice, … tua figlia.” “Ma ….” “Non chiedere cose che non potrai capire o che i limiti della tua mente non ti faranno accettarle. Ora tra di noi c’è un legame e a causa di questo sottile filo che unisce chi cerca aiuto e chi aiuta, devi avere fiducia in me. Per i primi tempi quello che vedrai ti stupirà, ma non spaventarti: era già così prima che i tuoi occhiali diventassero una porta sull’esistere. Il nostro incontro deve finire. Devi andare, chi resta troppo in questa stanza viene inghiottito nel gorgo del tempo e perde il contatto con la realtà. “ Il Professore si alzò lentamente inforcando gli occhiali. “Madam, una domanda, l’ultima, perché mi ha detto tutte queste cose? Perché mi ha fatto notare che il tempo in questa stanza è immobile?” “Sei abituato a credere a quello che vedi fuori di te e che i numeri possono spiegarti. Un albero più un albero sono due alberi, non il respiro della terra; una rondine fa una gaussiana o un iperbole volando nel cielo, ma non ne senti la gioia o ne comprendi il senso di libertà. La nostra vita però, incomincia con quello che abbiamo dentro di noi e per capire quanto vedi devi capire chi dentro di te sta osservando. Per questo ti ho provato che esiste qualcosa in più di quello che i tuoi occhi osservano, di quanto la tua esperienza conosce, di quanto i numeri descrivono. Ed ora tocca a te: l’uomo deve sempre scegliere tra il bene e il male, questo lo distingue dagli animali, ti ho dato un potere, se lo usi male ti ucciderà, se lo usi bene, ti salverà. Tutto dipenderà da te, non da quello che ho fatto per te. Ogni maestro apre una porta ma solo il discepolo decide se attraversarla.” Il Professore lentamente si voltò ed osservò la porta e le pareti per capire se con gli occhiali vedesse in modo diverso, ma non notò nulla di particolare. Uscì nel corridoio e prese in mano il telefonino: il contasecondi riprese a muoversi regolarmente. Guardò le pareti ma queste non c’erano. Intorno vedeva solo stelle e stelle perdersi all’infinito. Arrivò alla porta della sala disorientato e  barcollando. Tornando nella sala d’attesa vide la signora Strano, ma non come l’aveva vista al suo arrivo, consumata dal tempo e dal dolore, ma ringiovanita, serena ed elegante. “È andato tutto bene Professore?” Gli chiese preoccupata “Si, … si tutto bene. Devo pagare a lei?” La signora sorrise. “No non deve. Se Madam l’ha aiutata vuol dire che sa che lei sarà utile a molti e che la ripagherà così.” Fece un sorriso per ringraziarla e lei tornò a sedersi sulla sua sedia accanto la porta. Fu allora che lo vide. Era un uomo molto giovane, con una bellezza femminile. Quando la signora si sedette, lui allungò il braccio e lo appoggiò alla spalliera della sedia quasi ad abbracciare la donna. L’uomo lo guardò e sorrise come se lo avesse riconosciuto quasi fosse un vecchio amico o un parente. Per quanto si dicesse che era impossibile, aveva la certezza che quell’uomo fosse Filippo, il figlio della signora morto tempo addietro. Lo guardò meglio. La sua figura era strana. Alle sue spalle non vi era l’ombra che il corpo della signora proiettava sulla parete. Capi che quel corpo non era della vecchia realtà a cui era abituato. Uscì, ma prima di chiudere la porta osservò ancora i due. Fu allora che notò che la mano di lui era in quella della madre. I due si vedevano, si toccavano erano coscienti l’uno dell’altra. Capì che il legame che legava la signora Strano a Madam doveva essere fortissimo: le aveva ridato suo figlio. Chiuse la porta e si diresse verso il portone. Guardò le pareti del corridoio e vide per tutta la loro grandezza un volto di donna sorridente che lo seguiva mentre arrivava al portone. Stava per tirare la grande vetrata verso di se, ma questa si aprì da sola. Uscì dicendo grazie e il volto del corridoio apparve riflesso sul vetro del portone e, nuovamente, gli sorrise
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knightofchariot · 2 years
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How to Interpret the Tarot Court Cards
✨ Time for a Tarot reading? Request one here! ✨
To interpret each tarot court card, you need to understand the card’s rank and suit. Included here is a basic outline of each rank and suit to get you started. Remember that there are no rights or wrongs, this exercise is designed to help you form your own bond with the 16 court cards!
The Ranks
Page The “youngest” of the courts. Has an explorative, playful relationship with the suit’s energies. May still have a lot to learn about the suit, but on the other hand often interacts with the suit in fresh and unbiased ways.
Knight The “teenager.” Prone to shift erratically within the suit’s energy – sometimes showcasing that energy in proactive ways, the next moment in unbalanced ways.
Queen The “inwardly mature adult.” The queen embodies the traits of her suit and radiates that energy from the inside out. She leads by example, through her intentions and beliefs.
King The “outwardly mature adult.” Projects the energy of his suit outwards, imposing it upon the world. He leads through action and by setting external guidelines.
The Suits
Swords Associated with the mental realm. Rationality, logic, communication. Useful thoughts as well as anxieties and fears.
Pentacles Associated with the material realm. Physicality, the body, work, environment. Abundance as well as scarcity and greed.
Wands Associated with gusto and life force. Excitement, exploration, creative pursuits. Passion as well as grandiosity and impulsiveness.
Cups Associated with the emotional realm. Connection, love, dreams and wishes. Happiness as well as sorrow and vulnerability.
Interpretation Practice
Page + Swords + Intuition =
Knight + Swords + Intuition =
Queen + Swords + Intuition =
King + Swords + Intuition =
Page + Pentacles + Intuition =
Knight + Pentacles + Intuition =
Queen + Pentacles + Intuition =
King + Pentacles + Intuition =
Page + Wands + Intuition =
Knight + Wands + Intuition =
Queen + Wands + Intuition =
King + Wands + Intuition =
Page + Cups + Intuition =
Knight + Cups + Intuition =
Queen + Cups + Intuition =
King + Cups + Intuition =
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scogito · 1 year
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L' Arcano 13, altrimenti detto Morte, è associato alla lettera ebraica Mem, che significa Matrice.
Matrice a sua volta significa utero.
Mem esprime anche il concetto di acqua, di sorgente e di ventre. In assonanza puoi certamente sentire l'eco Mem..mamma..madre.
Eppure nella storia è diventato l'Arcano Morte, o addirittura l'Innominato.
Studiare gli Archetipi può non essere la verità, ma una cosa mettono bene in chiaro: tutto in questo Sistema è femminile, e funziona al contrario di come ti hanno detto.
(PS. So che la Morte negli Arcani porta il concetto di trasformazione, tuttavia a livello inconscio, un conto è parlare di sorgente di vita, un altro è dire morte. Specialmente in un'umanità che la teme già a 12 anni).
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essereilsole · 5 months
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Non avevo dubbi…🪡♥️
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dancyrilkingston · 8 months
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I may love Tarot de Marseille deeply, yet nothing can diminish the beauty and elegance of Italian Tarocchi.
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giovannirobustelli · 1 year
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Folle. 2023
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