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#rock nostalgico
gcik · 10 months
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caballero-de-libra · 1 year
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Aprendí a ser, formal y cortés. (8)
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bowlingrecords · 7 months
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Escucha la voz de tu interior, intenta dejar huella en el mundo. Porque esta vida es una, sólo debemos demostrar lo que realmente somos.
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diceriadelluntore · 9 months
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Storia Di Musica #288 - Frank Zappa, Hot Rats, 1969
Nella classifica di chi, facendo musica rock, ha sempre cercato una dimensione tecnica e strumentale da musicista “classico” (mi si perdonino le virgolette) al primo posto non può esserci che lui. Frank Zappa è stato uno dei personaggi più bizzarri e creativi della musica rock. Figlio di Francis, perito industriale originario di Partinico (Palermo), nasce a Baltimore. Per problemi respiratori suoi, la famiglia si trasferisce prima in Florida e poi a Los Angeles. Agli inizi degli anni 60′, bazzica studi di registrazione, con l’idea di fare musica orchestrale. Quello che però riesce ad ottenere sono solo jingle pubblicitari (determinanti comunque nello sviluppo della sua musica), qualche canzoncina da poche copie e due composizioni per gli Animals (il disco di riferimento è Animalism). Non si sa come, verso la fine del 1965 viene ingaggiato dalla Verve, la leggendaria etichetta del Jazz, e Zappa, che aveva fondato nel giorno della festa della mamma il suo gruppo, The Mothers Of Invention (chiamati in un primo momento provocatoriamente The Mothers, un gruppo di strampalati personaggi ma musicisti con i controfiocchi), sperimenta in pochi anni una quantità enorme di stili, musica, provocazioni che sarebbero bastate per intere carriere ad altri.  Si inizia subito con il botto. Freak Out! (1966) e Absolutely Free (1967) esprimono al meglio l’ideale musicale zappiano: un miscuglio post apocalittico di generi, con canzoni doo-woop, canzoni politiche, collage musicali, cabaret. Alcuni pezzi sono già inni, come The Duke Of Prunes (1967) e i primi esperimenti orchestrali. Già da subito emerge la sua maestria impareggiabile nella chitarra (Invocation And Ritual Dance Of The Young Pumpkin, da Absolutely Free). Zappa ha il tempo di prendere in giro il sogno della stagione dell’amore facendo il verso ai Beatles con We’re Only In It For The Money (album grandioso, la copia pessimistica e sarcastica di Stg.Pepper’s sin dalla copertina 1968) e di scatenare la sua fantasia in Lumpy Gravy (1968, uno dei suoi dischi preferiti) dove, tra le altre bizzarrie, assembla assurdi discorsi di gente che parla nella coda di un pianoforte. La Verve, che non sa come ha a libro paga un tipo così, gli dà un’ultima possibilità, stanca di zero risultati commerciali. Nell’estremo tentativo di farsi trasmettere dalle radio (parole di Zappa) esce Cruising With Ruben And The Jets (1968), che fa un nostalgico pop anni ‘50, con annessa brillantina a go-go e abiti sgargianti, ma è l’ennesimo fiasco. Con il manager Herb Cohen fonda la sua etichetta, Bizzarre (nomen omen), e finalmente ha la libertà che cerca: Uncle Meat (1969) è il primo grande capolavoro zappiano, un doppio album dalla ricchezza stilistica e compositiva pazzesca, dominato dalla suite in 6 parti King Kong. In pieno furore creativo, scioglie i Mothers e pubblica sempre nel 1969 un album solo a suo nome, il primo della sua carriera solista. Hot Rats è una gemma assoluta.
6 brani manifesto tutti strumentali, eccetto uno, fu registrato con per l’epoca le più avanzate tecniche di registrazione, con i primi banchi mixer a 16 piste, per un suono pienissimo e coinvolgente per la gioia della perfezione zappiana. Peaches En Regalia è il brano più famoso, gioiosa composizione dove l’assolo di chitarra si snoda tra meraviglia tecniche, momenti blues e le solite chicche meravigliose (mi riferisco in particolare all’omaggio ai jingle dei cartoni animati della Looney Tunes), Son of Mr. Green Genes è un arrangiamento nuovo di Mr Green Genes presente in Uncle Meat, e ha una storia curiosa: non si sa perché, ma dopo che Zappa pubblicò la prima edizione della canzone, omaggio dei suoi a Green Jeans, star di una famosa trasmissione televisiva americana famosissima negli anni ’50, su Uncle Meat, si diffuse la notizia che Zappa fosse un figlio segreto di Hugh Brannum, l’attore che lo impersonava nella trasmissione (ovviamente una bufala ma Zappa amava queste cose e ci giocò su con la solita ironia);  Little Umbrellas è dominato dai fiati di Ian Underwood, uno dei pochi Mothers che Zappa porta con sè. The Gumbo Variations (il gumbo è una zuppa di riso, pesce verdure e pollo del Sud degli Stati Uniti, soprattutto della Louisiana, fatta con l'ocra, un ortaggio di origini africane portato dalla colonizzazione forzata degli schiavi africani in quelle zone) è il lungo pezzo strumentale, di chiaro stampo jazz rock, dove la chitarra iperbolica di Zappa dialoga con i fiati di Underwood e il violino di Don “Sugarcane” Harris, il quale diventerà in seguito uno dei suoi musicisti più fidati. Due brani leggenda: l’unico cantato (forse meglio dire sbraitato) è Willie The Pimp (Willie il pappone) con la voce di Don Van Vliet, in arte Captain Beefheart, che sempre nel 1969 pubblica con Zappa il leggendario Trout Mask Replica; l’altro, It Must Be A Camel, che deve il nome alle particolari “gobbe” che l’andamento musicale faceva sullo spartito, vede la partecipazione del violinista francese Jean Luc Ponty, che diverrà grande amico di Zappa, tanto da dedicargli nel 1970 un meraviglioso disco, King Kong, dove riprende parti di precedenti pagine di Zappa e con il maestro compone una Music For Electric Violin And Low Budget Orchestra da mozzafiato. La copertina fu ideata da Cal Schenkel ritrae la groupie Christine Frka mentre fuoriesce da una piscina vuota di una villa a Beverly Hills, e fu scattata all’infrarosso. Da questo disco la parabola zappiana procederà sempre all’insegna della qualità musicale, spessissimo con relativa bassissima fama commerciale della sua musica, e qualche volta persino con qualche caduta di stile, ma rimarrà un percorso unico (e gigantesco, per la quantità di dischi, raccolte, compilation, i leggendari live) che ha avuto uno zoccolo duro di spericolati appassionati. Zappa continuerà per tutta la vita a lavorare al suo concetto di musica, spesso orientata alla massima cura dei dettagli e alla precisione delle esecuzioni strumentali, fin quando un tumore alla prostata non se lo porta via nel 1993, a 53 anni. Vale la pena scoprirlo o riscoprirlo perchè è uno di quegli artisti mito di cui tutti parlano ma pochi davvero hanno mai ascoltato.
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bassafedelta · 1 year
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NETN - NETN
Ep, 2022
Post hardcore - noise rock - math rock
I NETN "resuscitano" un sound* nostalgico e seminale** e lo ricaricano di enfasi, combinando un piglio aggressivo ed orticante alla spinta pressante delle parole suonate.
I tre ferraresi sembrano sapere bene di queste influenze ed è divertente e paradossale pensare che ciò nonostante - o proprio per ciò - potrebbe essere difficile collocarli nel contesto musicale attuale.
Tuttavia non si può dire che si tratti di un mero omaggio ai pionieri, quanto piuttosto di un retaggio, di un passaggio del testimone in una staffetta generazionale.
Vale a dire che il post-hardcore non è (ancora) morto.
*Eh, suona meglio nella lingua d'Albione.
**Penso ai Drive Like Jehu prima che agli At The Drive In
GB - NETN "resurrect" a nostalgic and seminal sound* and reload it with emphasis, combining an aggressive and stinging frown with the pressing thrust of the sung words.
The three from Ferrara seem to know these influences well and it's funny to think that despite this - or precisely because of this - it could be difficult to place them in the current musical context.
However, it cannot be said that it is a mere homage, but rather a legacy.
That is, post-hardcore is not (yet) dead.
*I'm thinking of Drive Like Jehu before At The Drive In
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micro961 · 3 months
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Il cantautore “KEYS” presenta le date del suo “Live Tour”
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Andrea Ottavini, in arte KEYS, è un cantautore, pianista, compositore e producer di Ascoli Piceno, vincitore del Premio “Nuovo Imaie” alle finali nazionali del “Il Cantagiro” edizione 2022. L’artista realizzerà un live tour di 6 tappe nelle Marche, Umbria e Lazio dal 20 Gennaio al 27 Febbraio 2024.
Un percorso live che farà conoscere ad un vasto pubblico non solo la sua musica ma anche l’intero lavoro artistico che sta alle spalle. Il Tour è un progetto realizzato con i fondi dell’articolo 7 L. 93/92 del Bando Nuovo Imaie 2021/2, che mira a promuovere il settore musicale, soprattutto per l’attività concertistica e le esibizioni dal vivo di artisti emergenti, individuati tra i vincitori di Premi e/o Concorsi canori di qualità, tra i quali appunto troviamo “Il Cantagiro” che, per il suo valore storico ed artistico, è rientrato tra i progetti finanziabili. L’Istituto Imaie sostiene, attraverso un contributo, gli operatori che danno spazio e opportunità a talenti emergenti, con riguardo agli interpreti esecutori e in particolare alla presentazione di un repertorio “inedito” e “originale”. E KEYS rappresenta uno degli esempi più virtuosi di questa motivazione, il cui genere musicale è basato sulla sperimentazione, con l’intento di abbattere certe etichette acquisite: in ogni brano, sonorità rock e pop si mescolano alla musica classica, al blues, all’elettronica, al cantautorato. Il tutto come servizio e mezzo di racconto, così come accade nell’opera (progressive rock) e nel musical, generi ai quali spesso viene associata la sua produzione.
Nel suo ultimo album “#Provadiesistenza”, riassume un viaggio sonoro attraverso le emozioni, dimostrazione inequivocabile del nostro essere “vivi, pensanti e creatori”. Le canzoni invitano alla riflessione, grazie ai testi che affrontano temi diversi: parlano di sogni e speranze da ritrovare (come in “Etere”, brano presentato al Cantagiro 2022 insieme a Jacopo Sabbatini), di amore nel senso di attrazione ed imbarazzo (in “Cose Da Dirti”) o come valore universale (“Immortali”). C’è anche il tema del dolore intimo (come nella ballad “Impossibile”), nostalgico (“Bianche Pagine”) o più ampio (la tematica di guerra ed autodistruzione dell’aggressiva “Il Velo”). Durante i live, KEYS porterà sia il repertorio di propria produzione che quello di “cover” di famosi autori, esibendosi nella maniera in cui la sua musica nasce: pianoforte e voce, creando un’atmosfera unica di vere e proprie “ confidenze musicali” che raccontano la storia di chi negli anni ha compiuto scelte, è caduto e si è rialzato con una nuova consapevolezza.
Le tappe del Live Tour sono organizzate dalla società “DRB Srl” di Beniamino Chiappetta, agenzia di booking e management, il cui programma prevede le seguenti prime date per il mese di Gennaio ed inizio Febbraio 2024: 20 Gennaio 2024 “Hotel Universo” Via Vecchia Fiuggi, 211 - Fiuggi (FR) 26 Gennaio 2024 “Mister Hyde Pub” Via Nursina, 11 - Spoleto (PG) 27 Gennaio 2024 Location “Mathreex Center “ - Via Flaminia Km 186 - Gualdo Tadino (PG) 28 Gennaio 2024 “Stazione Birra” - Via Placanica, 172 - Roma 2 Febbraio 2024 “Osteria e Botteghe Francescane “ - Piazza San Francesco - Ascoli Il tour si concluderà con un’ultima data prevista a febbraio.
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tempi-dispari · 7 months
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New Post has been published on https://www.tempi-dispari.it/2023/10/12/imo-basta-inutili-salti-nel-passato/
IMO: basta inutili salti nel passato
Tra tutti i generi musicali il rock e, meglio ancora, il metal, è forse quello più autoreferenziale. Ma che cosa vuol dire? Significa che rimanda sempre agli stessi esempi, agli stessi artisti, come la si gira gira. Loro sono quelli bravi e insuperabili. Quelli sono i migliori. Dopo di loro, il nulla. Ma qual è l’impatto di questo pensiero sugli artisti contemporanei? Su alcuni ha un effetto immobilizzante. Su altri no. Chi si immobilizza ha la tendenza a reiterare stili e modelli all’infinito.
Tanto meglio dei classici non si può fare. Tanto vale emularli. Si e no. Si perché è vero. Meglio dei classici è difficile fare. Certo si può cercare di proporre musica differente però, pur nei limiti delle possibilità. Che senso ha strutturare una band per suonare come il mio gruppo preferito? Molto meglio e più onesto creare una band tributo.
Sarò identico all’originale. Un altro aspetto che non si tiene presente quando ci si vuole rifare ad un preciso genere, per non dire ad una precisa e ad un disco tra tutti, è l’evoluzione stessa del gruppo preso a riferimento. Che i cambiamenti possano non essere di nostro gradimento ci sta. Tuttavia non si può fare finta di nulla. La band che abbiamo scelto ad esempio col tempo ha ridefinito gli schemi del proprio stile, se non di tutto il genere proposto.
Chi è riuscito ad ‘arrivare in alto’ sa molto bene che proporre le fotocopie dei dischi con cui è stata effettuata la scalata al successo sarebbe controproducente. E infatti, cambia. Nello stesso pop, nessuno suona come ad inizio carriera. Perché i gusti sono mutati, le persone sono cambiate, gli stessi artisti non sono più gli stessi. Per i Van Halen non avrebbe avuto senso scrivere un disco identico a 1984.
lo sapevano, hanno cambiato. E nei dischi successivi hanno mutato ancora direzione. Se lo fanno i grandi, perché non dovrei farlo io, artista indipendente? Lo stile c’è e rimane. Ma si evolve. Deve evolvere. Quindi si torna alla domanda originale: perché una band nel 2023 dovrebbe proporre musica che sembra arrivare direttamente da un’altra epoca? Per catturare l’attenzione di un pubblico nostalgico?
Ma non è quel pubblico che muove l’economia musicale. Non sono loro i referenti ultimi. E non è una questione di marketing. È proprio un fatto pragmatico. Le stesse band storiche dell’underground non suonano più la stessa musica di quando sono nate. Perché una band neonata dovrebbe suonare come una di 40nni fa?
Qualche giorno fa è arrivato un comunicato stampa che sponsorizzava una band la cui proposta è un power metal che sembra arrivare direttamente dalla fine degli anni ’90 inizio 2000. La domanda si ripete: perché? Se voglio quei suoni vado ad ascoltarmi chi a quei suoni ha dato i natali. Non seguo dei cloni. Seguo chi mi dice qualcosa di diverso. Forse è questo uno dei maggiori difetti dell’underground.
Prima ancora della carenza di pubblico o la crisi della musica. Il voler ripetere se stessi fino ad annullarsi. Qui si inserisce di nuovo la domanda: perché? Per paura di ammettere che il tempo passa a prescindere da noi? Che la società cambia? Per cercare di mantenere il controllo su una qualcosa di cui controllo non abbiamo? Pare la medesima difficoltà che c’è a capire le nuove generazioni.
La frase: ‘ai miei tempi era meglio’, non aiuta. Si dovrebbe dire semplicemente che era diverso. Dovremmo avere quell’apertura mentale e quella consapevolezza che ci spinge a capire, non a chiuderci. Invece facciamo vincere la aura. Crediamo che ripetere le stesse cose ad libitum possa fermare il tempo pur sapendo che così non è. Ovviamente non si sta parlando di gusti personali.
Tuttavia è pur vero che se amo un determinato genere ascolterò le band che me lo hanno fatto conoscere. Il resto è solo ripetizione. Sono solo copie. Il dubbio viene nel momento in cui me le faccio andare bene. Tutto cambia, tutto evolve, che lo si voglia o no. Anche noi. Pure i nostri gusti, la nostra sensibilità. Ascoltare un vecchio disco è più un discorso emotivo prima che musicale.
Il disco x mi dà sempre emozione. Una copia non avrà lo stesso effetto. E allora perché ce la facciamo andare bene? Se amo i Led Zeppelin ascolto anche ciò che da loro è scaturito. La monotematicità è sinonimo di chiusura. Il che va in contraddizione con la definizione stessa di underground. Ergo, tornando alla nostra domanda, ha ancora meno senso che qualcuno voglia reiterare stilemi già sentiti, modelli già sfruttati, brani già sentiti.
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lamilanomagazine · 11 months
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Bassano del Grappa: L'evento anni novanta al Parco Ragazzi
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Bassano del Grappa: L'evento anni novanta al Parco Ragazzi. Il prossimo sabato 24 giugno il Parco Ragazzi del ’99 di Bassano del Grappa si trasformerà in un tempio degli anni ’90. La storico parco vicentino ospiterà il format “90 Wonderland” che sta facendo ballare (e rivivere con nostalgia quei momenti) centinaia di migliaia di persone che partecipano all’evento itinerante “Oh Yes Summer Tour 2023”, format che si celebrerà in una quarantina tra piazze e discoteche di tutta Italia ed è destinato a far ballare circa duecentomila persone questa estate. Un format nostalgico, capace di unire due diverse generazioni che per una notte vogliono rievocare una decade storica. L’ingresso è gratuito. Il prossimo 24 giugno l’atmosfera sarà dominata dal format iconico per gli amanti degli anni dei Nirvana e del primo Jovanotti. Sul palco ci saranno anche i figuranti come Spider Man e Mario Bros accompagnati da scenografie, come quella per Jurassic Park, ma anche la presenza di ballerine in stile “BayWatch”, il format televisivo Stranamore per chi cerca l’anima gemella e giganteschi pacchetti di chewing gum Brooklyn (ma anche le gommose Morositas) accompagnati dalle Wonder girls. Alla consolle, tutte le hit pop, rock e dance mixate, brani indimenticabili da cantare a squarciagola e i singoli che hanno scalato le classifiche di un decennio glorioso. A completare lo show una serie di effetti speciali e una super video sigla: un’ondata di musica e spettacolo, una festa ricca di animazione, dj, ballerini, personaggi iconografici, gadget, effetti speciali e video show. Anche per questo il 90 Wonderland è il più grande party show anni Novanta d'Italia, un format che quest’anno compie 15 anni. La direzione del team di lavoro è curata da Willy Bergamin, 43enne direttore artistico di Padova, Francesco Ciconte, 37enne product manager calabrese trapiantato nel Vicentino, e Davide Menegazzo, 40enne manager gestionale di Vicenza. La loro passione – e la loro comune età – li hanno fatto ideare il format ancora nel 2008. Nel corso degli anni sono riusciti ad organizzare quasi 400 eventi, in media una ventina ad ogni stagione con picchi di una settantina all’anno in tutta Italia prima del periodo del Covid (record che dovrebbe venir migliorato quest’anno). Va precisato che il team organizzativo dei tre propone anche altri due format, uno dedicato agli anni Duemila (il Duemila Wonderland) e l’altro è il fratello minore del decennio precedente, il “It’s 90 Time – Il party anni 90”. Una macchina da divertimento senza pari, capace di gestire circa 150 serate nel corso dell’anno. Ma adesso il loro pensiero è tutto concentrato sul nuovo tour, che hanno deciso di ribattezzare “Oh Yes Summer Tour”. “Torniamo a farvi divertire senza inibizioni in tutta Italia con il ciclo di eventi più fresco e positivo di sempre”, conclude Francesco Ciconte, product manager dell’evento. “Il nome del nostro tour di quest’anno nasce dalle emozioni che proviamo quando saliamo sul palco e vediamo il nostro pubblico ballare e divertirsi. Questa è la nostra ispirazione e la nostra motivazione per cercare di creare ogni volta qualcosa di originale e autentico. Continueremo a lavorare duramente per mantenere vivo questo ideale, siamo orgogliosi di far vivere l'unica festa incredibilmente contemporanea che ci riporta in un passato che vorremmo rivivere ogni giorno”.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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musicletter · 1 year
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«Valencia», il nuovo singolo dell'artista canadese Emm Gryner
Valencia è il primo singolo estratto dal nuovo album dell’artista canadese Emm Gryner, in uscita nella primavera del 2023, ed è un mix nostalgico di pop, yacht rock, e synth anni ’80. Emm Gryner è una cantautrice pluripremiata, ed è stata tastierista nella band di David Bowie prima di fondare il suo gruppo rock Trapper. Ora ha però deciso di reinventarsi facendo musica che spera possa attrarre…
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lamdien · 2 years
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In a sense, we are just a giant pile of rock floating among the unfathomable cosmo, and in some millenniums, everything will meet its end. Hence, we have a right to feel lost and lonely. Pic source: humanismo-nostalgico Humans are suckers for attachment. Therefore, we constantly seek a sense of belonging, maybe to a group or individual out there. What a joy to find out that someone may share…
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koufax73 · 3 years
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Zedr, "Futuro nostalgico": recensione e streaming
Zedr, “Futuro nostalgico”: recensione e streaming
Zedr torna con un nuovo album, Futuro Nostalgico, uscito per la Overdub Recordings di Marcello Venditti. FuturoNostalgico è stato scritto con il chitarrista Giulio Peretti e prodotto e suonato in parte da Samuele Cangi, giàproduttore dei Manitoba (x-factor 2020) e musicista per Cristina Donà. Anticipato già dai tre singoli, Quello che non luccica, Il grande dittatore e Polvere, il cui videoclip…
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gcik · 1 year
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davidmuitolouco · 2 years
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Dia 24 de Novembro de 2021 completou exatamente 30 anos da Partida do Deus do Rock deste Plano Terrestre para Brilhar pela ETERNIDADE, nos iluminando e deixando um Legado sem precedentes! Sim, eu estou falando do @freddiemercury! Minha maior inspiração, não somente musicalmente, mas em todos os sentidos! O Freddie, sintetiza com grandeza, as diversas possibilidades de como um Gênio pode ser e se tornar o que quiser, de ir mais além, de viver absolutamente o que a vida lhe propõe! Te amo Freddie! ❤️ GOD SAVE THE QUEEN 👑 #freddiemercury #freddie #mercury #queen #band #banda #music #música #song #thegreatpretender #single #rock #rockandroll #love #amor #light #luz #nostalgic #nostalgico #fashion #moda #style #lifestyle #mustache #bigode #man #homem #gay #lgbt #traaa https://www.instagram.com/p/CWyOYFpr68G/?utm_medium=tumblr
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tarditardi · 2 years
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Komatsu San: "Boys don't Cry", per il classico dei Cure una energica cover
L'artista bergamasco Komatsu San ha appena pubblicato su Spotify una cover decisamente energica e rumorosa di "Boys don't Cry", capolavoro anni '90 dei Cure di Robert Smith. "Dopo 10 anni spaccati di elettronica, era per me il momento di cambiare genere. Ormai sentivo la musica dance più come un obbligo, un lavoro che uno sfogo artistico come all'inizio. Sono voluto tornare a un sound più spartano ed eccomi qui!", spiega Aldo, questo il vero nome di Komatsu San, che non è un fan scatenato dei Cure.  
"Sono stati un gruppo molto presente nella mia infanzia e ci sono delle canzoni che hanno un forte valore nostalgico per me, ma nulla di più", continua. " 'Boys Don't Cry' mi è sempre sembrato un bellissimo pezzo e ho deciso di reinterpretarlo in questa vena più ironica". In realtà oltre all'ironia, si sente forte un muro di chitarre distorte e batteria, in cui comunque passa una voce profonda e forse, solo forse, un po' malinconica
In realtà, il sound delle più recenti produzioni di Komatsu San è via via cambiato. La recente "Se Loro" usa il linguaggio dell'elettronica da ballo per far sorridere e pensare, mentre "La Bulla di Bollate" è anch'essa in bilico tra divertimento ed elenco sofisticato di luoghi comuni... Probabilmente l'artista aveva propria la necessità di cambiare pelle... e tornare indietro fino agli anni '90. "Trovo che ormai le distanze tra i diversi generi musicali, ad esempio rock, elettronica e pop, si siano accorciate, se non azzerate. Le mescolanze fra tecniche di produzione e generi sono ormai pane quotidiano nel panorama musicale e sarebbe un peccato fare i puristi e non godersi queste differenze", spiega Komatsu San.
La produzione del brano, come sempre curata in ogni dettaglio dall'artista è stata semplice, soprattutto per chi come Komatsu San ha una certa esperienza. "Ho deciso di non darmi nessun paletto di tipo tecnico e sono andato dritto per la mia strada creando questa sonorità noise praticamente non mixata. Tanta saturazione e tanta attitudine do-it-yourself soprattutto".
Non è stato un periodo facile, quello della pandemia, per Komatsu San, come per tutti gli artisti. Ma nelle sue parole si sente un certo equilibrio. "In questo periodo ho trasceso la 'peer pressure' che deriva dal fare musica in generale. Ho 23 anni, è troppo tardi per la musica adolescenziale e troppo presto per fare il nonno burbero", spiega. "Voglio solo fare della musica semplice e che soprattutto piaccia a me prima che agli altri. Voglio essere orgoglioso di quello che faccio al di la degli ascolti o dei potenziali nuovi ascoltatori, che si adattino loro, non io!"
Komatsu San - "Boys don't cry"
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bassafedelta · 1 year
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Laguna Bollente - Nord sud ovest sert/Discocesso
2 ep, 2020
Discocesso è DIY
Nord sud ovest sert è incentivato da Badbird Independent & Dischi Sotterranei
Post punk - new wave - alternative rock
Preambolo nostalgico
Quand'ero adolescente (in tempi ormai appartenenti al vintage), potevamo trovare musica nuova in tre modi: leggendo le riviste specializzate (rare nell'edicola del paesello); grazie ad un nastro di "miste" registrato chissà dove da chissà chi; andando in un negozio di dischi, per lo più in culo al mondo, a lasciarci ispirare dalle copertine. In poche parole dovevamo un po' sbatterci, ché le band mica avevano fb od ig con le inserzioni a pagamento. Nemmeno i LB invero, ma almeno hanno Bandcamp, che è l'equivalente moderno di tutte le fonti succitate.
Fine del preambolo
Così (sfrazzando e guardando le copertine su Bandcamp) mi sono letteralmente imbattuto in questi due Ep che più punk non si può. Proprio nell'attitudine, dico, prima ancora che nella musica e nei testi. Quell'inclinazione neanche vagamente commerciale, per cui i LB sviluppano un'aggressione lucida e sboccata al pop - e di conseguenza, in fondo, al conformismo - attraverso canzoni pop iconoclaste piegate ad una specie di new wave elettroacustica minimalista.
GB - When I was a teenager (in times now belonging to the vintage), we could find new music in three ways: by reading specialized magazines (rare in the village newsstand); thanks to a tape of "mixed" recorded who knows where by who knows who; going to a record store, mostly in the ass of the world, getting inspired by the covers. In a nutshell we had to work a little bit, because the bands didn't have fb or ig and related ads. Not even LB really, but at least they have Bandcamp, which is the modern day equivalent of all the above sources.
So (running around and looking at the covers) I literally came across these two EPs that couldn't be more punk. Right in the attitude, I mean, even before the music and lyrics. An inclination not even vaguely commercial, for which the LB develop a lucid and foul-mouthed aggression towards pop - and consequently, after all, towards conformity - through iconoclastic pop songs bent to a kind of minimalist electro-acoustic new wave.
Links: Bandcamp
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micro961 · 6 months
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Zah2.3 - Il singolo “Ultima Simbiosi”
L’ultimo contatto con la sua morbosa affezione, la fine del fallimento, un nuovo viaggio
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“Ultima Simbiosi” è il singolo dell’eclettico artista Zah2.3, sui principali stores digitali e dal 27 ottobre nelle radio in promozione nazionale.
“Nonostante tutto, classica frase fatta”. A raccolta, cuori infranti, perché Zah2.3 ha una storia da raccontare che rappresenta tutti voi. L’amore torna a far parlare di sé nelle canzoni, ed è un amore deluso, gridato con rabbia e passione, ma che sa anche essere dolce e nostalgico. Si dimostra vincente la produzione di multiverso2.3, con sonorità elettroniche, trap, neomelodiche, est europee, pop e rock che si fondono con un capolavoro emblematico dello stile di un poliedrico cantante che in circa tre minuti sembra dire tutto ciò che ha dentro, ma che ci ha in realtà donato un singolo e ridotto assaggio del suo mondo pieno di emozioni, personalità, aneddoti e melodie. Un amore frammentato come tutti gli stili vocali di cui Zah2.3 si impossessa all’interno di un brano dove è lieto di raccogliere i pezzi puntando a un nuovo inizio; e se hai mai deluso i sentimenti di qualcuno e gli hai spaccato il cuore, esatto: “Non eri tu, no, no, no, no!”
Storia dell’artista
Nato in Moldavia in una famiglia di musicisti, Daniel Zaharia si affaccia al mondo della musica molto presto: già all’età di sette anni le prime nozioni di canto e pianoforte, oltre al solfeggio studiato costantemente. Un musicista a tutto tondo che spazia tra vari generi, polistrumentista con una larga estensione vocale e una profonda conoscenza che gli consentono di armonizzare i suoi stessi brani in un tessuto coeso, delicato ma deciso all’orecchio dell’ascoltatore. Oltre ad esserne interprete, è produttore musicale dei suoi stessi brani, un vulcano di idee con all’attivo decine di pubblicazioni e altrettante in produzione, pronte a sorprendere.
TikTok: https://www.tiktok.com/@zah2.3
Spotify: https://open.spotify.com/intl-it/artist/6xzDSpvFD3P1Wf598CLV2j
Facebook: https://www.facebook.com/zah2.3music
Instagram: https://www.instagram.com/zah2.3
YouTube: https://www.youtube.com/@zah2.3
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