Tumgik
#sei la parte migliore di me
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“Eri la mia certezza
ed ora non ci sei più…
Sono rimasta a fare i conti
con questa vita senza di te.
Mi tormento, cerco risposte,
risposte che non avrò mai…
Non doveva andare così…
Ti porterò dentro di me,
per sempre!”
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Le persone non capiscono, ma noi non siamo bravi a nasconderci...
Le tue mani, il tuo corpo o solo il modo di toccarmi... mi fai eccitare come nessuno mai... ti fai amare come nessuno mai...
Ho imparato ad amarti, a starti dietro, e cercare di capirti... ma le parole tra di noi sono sempre state un problema... non siamo bravi a parlare... abbiamo bisogno del contatto fisico per dire e sopperire alle nostre mancanze...
Ti ho sempre amato e penso che non smetterò mai di farlo...anche se le nostre strade saranno sempre parallele e nn diventeranno mai un'unica strada...
Ti avrò sempre nella mia vita... non nel modo in cui ho sempre desiderato... ma ci sarai per sempre nella mia vita...
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Custodirò i tuoi sogni per sempre Alex... non importa quanto possano essere strani o contorti...
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im-perfect-wonder · 11 months
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Vorrei dirti grazie
per tutte quelle volte che
mi son sentita debole e insicura
per avermi dato la forza di reagire,
per le volte in cui non mi son sentita
all’altezza, impotente,
per avermi fatto capire che
non è importante il “quanto”,
ma il “come”
‘ché con pazienza
si ottengono i risultati migliori.
Grazie per non avermi lasciata
mai sola,
nei momenti in cui sono crollata,
per avermi dimostrato che
si può amare anche
nelle situazioni più difficili;
per i baci rubati e le carezze,
per gli abbracci fatti di:
“Io ci sono e ci sarò sempre”.
Grazie perché fai delle mie insicurezze
i miei punti di forza,
perché credi in me
e ti mostri orgoglioso e fiero
dei miei successi,
spronandomi a fare sempre di meglio.
Grazie per gli sguardi,
quelli da lontano
che gridano:
“Ehi sono qui, non me ne vado, ti amo”;
per i piccoli gesti,
per tutte le volte che mi imbroncio
per stupidaggini
e sei sempre lì,
pronto a fare subito pace
perché odi litigare.
Grazie per la presenza,
che per quanto scontata possa essere,
la mia negligenza ha fatto a pugni
con la tua pazienza
e allora
grazie per non essere mai andato via.
Grazie per tutte le volte che
mi ascolti,
accogli le mie paure
e mi consoli,
per avermi asciugato le lacrime.
Vorrei dirti grazie
per le volte in cui mi sei stato vicino
senza esitare,
per aver fortificato il nostro rapporto,
per non averlo mai reso banale
e scontato.
So che può sembrare
una semplice parola,
detta a caso
per non aver nient’altro da dire,
ma non smetterò mai di esserti grata
per la persona che sei dal primo giorno
per aver reso tutto speciale
senza che io mai te lo chiedessi.
Perciò Grazie,
Grazie davvero,
per come mi ami.
Tua Dó❤️
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cleverartonautos · 1 year
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05/12/2022
Non sai quanto cazzo mi manchi e quanto ti penso giorno dopo giorno. Io e te eravamo l'intreccio perfetto, eravamo come lo yin e lo yang, ma purtroppo il sentimento non corrisposto che provavo per te non faceva altro che soffocarmi e farmi del male.
Ti ho abbandonata fisicamente ma non spiritualmente, l'unica cosa che mi è rimasto è il tuo elastico che non tolgo mai, a parte i miei pensieri è l'unica cosa che mi fa rimanere vicino a te.
Non sai cosa darei per parlare e stare adesso con te anche solo per un giorno, ora che ho le idee più lucide.
Ti voglio bene e te ne vorrò davvero per sempre.
Per sempre, come ti ho promesso un anno e mezzo fa. 🫀
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tears0fpain · 2 years
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Il fatto che dopodomani dovrò andarmene mi distrugge..mi abbatte completamente 😭😪
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beingaloneintwo · 2 years
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<3
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Swisse 😍❤️
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mccek · 6 months
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“Nonoo” questa mattina sei venuto a mancare e dopo aver lottato per altri tre mesi, anche se in ospedale ti avevano dato pochi giorni, ininterrottamente non hai mai mollato quel filo sottile che divide la vita dalla morte; anche contro le tue volontà a testa alta col tuo carattere (in cui non mi rispecchiavo) sei riuscito a tenerti vivo, ahimè, purtroppo, la morte vince si tutto, non ha pietà.
Fin da piccolo il tuo sogno era di vedermi guidare, cosa che se pur col tempo ho saputo apprezzare non ho mai amato fare come te, prima che l’infarto ti colpisse definitivamente ti avevo fatto una promessa, di portarti a vedere un gran premio di formula uno, da noi tanto amata, questo seppur per evidenti problemi economici non mi avrebbe mai impedito di non farlo, però non avresti avuto le forze, anche se immagino che ti saresti commosso, anche se una persona come te era difficile vederla piangere.
Abbiamo avuto periodi in cui ci costruivamo mentalmente dei muri invisibili e proprio per la differenza del nostro carattere questo ci ha ferito entrambi, fuori sicuramente eravamo orgogliosi ma il problema poi è sempre dentro, quel peso che a lungo andare ti consuma fino a trasformalo in malattia.
Col senno di poi siamo bravi tutti, tu hai le tue responsabilità e io le mie, non esistono santi, nessuno di noi due ha vinto o perso, nonostante abbiamo sofferto, ci siamo riavvicinati pian piano, con più fiducia e lo abbiamo fatto raccontandoci la mia, la nostra infanzia, nostra perchè alla fine hai passato davvero tanti anni assieme a me quando ero piccolo, io non dimentico i tuoi errori nonno, ma nemmeno il bene che mi hai fatto, la tua immensa disponibilità per me e la mamma quando aveva bisogno di essere portata per lunghi anni su e giù in ospedale, sappi che queste cose rimarranno impresse nella mia testa, perché col tempo, forse crescendo, anche se ancora mi vedo, sai, un po’ bambino, quel Mattia che era il tuo idolo, che doveva essere il migliore di tutti, ma che in realtà voleva solo essere come tutti, e che quei tutti avessero il mio stesso cuore, quella bontà che col tempo è pian piano svanita.
Chi si dimentica di tutta quella gente che ci Incontrava in bici la mattina presto?
La tua felicità negli occhi, nel vedere come tutti si fermassero a guardarmi, a parlarmi e a sottolineare il fatto che il sorriso non mi mancasse mai.
Si andava a prendere il pane, ne volevo subito un pezzo, ci fermavamo a vedere tutti i cani della via con la speranza che rispondessero alle mie parole, e restavo lì convinto fino a quando sentivo abbaiare e tu mi davi conferma delle loro risposte.
Che periodi, cercavo sempre mia mamma, purtroppo per via del lavoro per me era come stesse via intere settimane ma in realtà così non era, però tu ben sapevi quanto io sia legato a mamma, e tranquillo ricorderò sempre quanto anche tu lo fossi, anche se spesso avevi qualcosa da ridere per via del tuo carattere ricorderò le tue ultime parole: “La mamma è la donna più intelligente che ho conosciuto, fin troppo buona e disponibile per tutti, voglio che lei lo sappia”.
Potrei scrivere un libro, non un poema su ciò che abbiamo vissuto insieme, sei stato la mia infanzia, il mio periodo preferito, lo rivivrei mille volte, nonostante il tuo modo di essere, ma chi sono io per giudicare? Certo, quello che penso lo dico, come hai sempre fatto tu, ma allo stesso tempo non mi nasconderò mai come non giudicherò mai!
Ora stai vicino alla nonna, e assieme fatemi il regalo più grande, che non sono i soldi, non sono una vita di successi, ma la speranza di vedere vostra figlia, mia mamma, stare un po’ meglio.
Solo questo.
Il pensiero rimbomberà sempre nella mia testa, fra cose belle e cose brutte, ma per vivere di questi tempi, bisogna affidarsi solo all’amore, lo sai nonno no?
Quella piccola parte di odio che io ho sempre avuto verso la mia generazione, e tu, verso chi ben sapevi, era molto simile, però se fossi qui so che con un sorriso, e magari una lacrima, diresti: “Qua te ghe rason”.
Ciao caro nonno, ti voglio bene❤️
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bru111271 · 3 months
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- Maestro, non so fare niente. Non mi piace cucinare, cucire, nemmeno danzare. Come posso essere migliore?
- Tutte queste cose, se non le senti affini a te, non fanno parte del tuo cammino. Perdi troppe energie a voler essere come gli altri ti vogliono: sei in vita per imboccare la tua via. Non quella che il mondo vuole farti ingurgitare.
- E come faccio a trovarla questa via?
- Spogliati di tutti i "devo essere" ed indossa solo i "fa per me". Liberati dell'immondizia che è stata gettata nella tua mente, degli abiti troppo stretti o di quelli troppo larghi, delle parole imparate a memoria negli anni, dei morsi che per troppo tempo i tuoi denti hanno inflitto alle labbra per non far uscire la verità. Siamo nati non per essere migliori, ma per trovare la nostra unicità. E per non tradirla mai. La nostra missione è ricamarla nel mondo. Con gratitudine, fierezza, gioia immensa.
- E se non la riconosco questa unicità?
- La difficoltà non è nel riconoscerla ma nell'affidarsi ad essa. Completamente. Senza vie di mezzo o compromessi. Fanno questo i veri eroi: combattono i draghi della mente. Per riuscire a liberare la loro anima.
- Elena Bernabè -
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beevean · 3 months
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Anyway I think I should watch Hazbin Hotel in Italian because I listened to some of the songs and holy shit what is this level of dubbing and adaptation???????? like?? it's actually really damn good???????? bro i am shook
I thought to translate some parts of my fave songs that made me go 👀 the most lol
(the videos have English subs up to Hell's Greatest Dad if you're interested)
Veleno (Poison)
Questa è la vita che mi piace Un altro amante e tante telecamere E l’illusione di scegliere
Translation:
This is the life I like Another lover and so many cameras And the illusion of choice
The last verse coupled with the visual of the actors hits much harder, IMO. I also like how we already start with Angel's denial that no, really, he loves this life!
Tu sei il mio veleno Dammi il tuo veleno Non posso farne a meno Mi scivola in gola e va giù Veleno, ne sono pieno Anche questa notte per me forse è l’ultima
Translation:
You are my poison Give me your poison I can't give up on it It goes down my throat Poison, I'm full of it This night as well might be the last one for me
In English, Angel is just saying that Valentino feeds him poison and he's addicted to it. In Italian, he's outright asking for it. Also, Angel is afraid every night that he might die for the abuse?????
Mentire è il mio mestiere So sempre quando quel che dico ti piacerà Rinuncio alla mia identità
E l’orgoglio che io ho Fino infondo ingoierò
Translation:
Lying is my job I always know when you'll like what I say I renounce to my identity
And I will swallow My own pride
It's one thing to get good at lying, and another to do it for a living.
Also I prefer the bridge in this version to the English one. We know he's swallowing poison by this point. It's more poignant to add that he's also swallowing his own pride and dignity.
(related to this, during his breakdown with Husk in the hotel, I adore that they translated "Do you know how much I'm worth?" with "Ma lo sai quanto costo?". To be worth in English could also refer to his general status, but in Italian, it can only be intended as his price as a prostitute. Man.)
Muoio, è troppo il veleno Anche se tu mi riempi non sono pieno Del veleno, così mi avveleno Questa notte spero soltanto che sia l’ultima
Translation:
I'm dying, the poison is too much Even if you fill me up I'm not full Of poison, I'm going to get poisoned I only wish this night will be my last one
... do I need to say anything? :( Riccardo Suarez is just. man. He's the perfect counterpart to Blake Roman.
Not much to point out about Fai Schifo, Baby, except that Husk says "Baby, I like you this way" and Angel Dust calls him "love" :) a bit more seriously, "fare schifo" sounds much harsher to me than "you suck", which would be the closer translation - it more literally means "to be disgusting". I really hope the Italian fandom is not as discourse-happy as the English one :^)
(also "passivello da bordello" cracks me up just as much as "power bottom at rock bottom" dhsjfhsdk it literally means "a little bottom from a brothel" but it sounds good 😭)
Il Papà Migliore Dell'Inferno (Hell's Greatest Dad)
Lucifer calls Alastor "sguattero" which is a pretty dispregiative word for "busboy" lmao, more like "scullion".
Chi è che da sempre c'è? Chi da sempre ha fede in te? Chi trasforma tutto in cabaret? L'assistente alla regia? Proprio io, il demone Che ha dato il nome all'Hazbin Hotel Inoltre ti ho sturato la toilette Proprio oggi, grazie tante
Translation:
Who has always been here? Who has always believed in you? Who turns everything into a cabaret? The assistant director? That's right, it's me, the demon Who named the Hazbin Hotel Also I unclogged your toilet Just today, thank you so much
Very interesting that now Alastor's nun cosplay directly refers to his faith in Charlie, and not just his loyalty to the hotel :)
Also nice touch that he once again gives himself credit for the name of the hotel lol, he really hated that Lucifer didn't like it
And personally I love the effect of his voice - it's different from the og dub, and it reminds me of the earliest Disney movies Italian dubs, it's nostalgic <3
Quindi Non Sai (You Didn't Know)
Tutto qui, Sera? Charlie, non esagerare No! Vuoi di più, Sera? Non vedi che un demone può amare? Se è così salvate un'anima Che altrimenti sempre brucerà
Translation:
Is that all, Sera? Charlie, don't go overboard No! Do you want more, Sera? Don't you see that a demon can love? If that's so save a soul That otherwise will burn forever
I just like a lot more how this comes across :) it's more accusatory and also it straight up says that a demon can not only improve, but love.
Another miscellaneous lines that I prefer are "Ora la bimba lo sa!" ("Now the girlie knows!") over "Now the cat's out of the bag", because Lute is an asshole; "È questo quello che mi disgusta!" ("This is what disgusts me!") over "That's what the fuck I've been saying!" because it's a more elegant emphasis; and "Come mai nascondi che tu hai le ali come noi?" ("Why do you hide that you have wings just like us?") because it's more evocative and even more cruel since Vaggie actually got her wings ripped out.
Finale
Trascino fin qui Quel resta di me Ma la morte so che Mi voleva per se Se pensano che sarei morto da eroe Mi dispiace, ma no, sono tutte bugie Io bramo soltanto la mia libertà Dal contratto che storpia la mia volontà E quando le ali io dispiegherò Finalmente il mondo piegherò
translation:
I drag here What's left of me But I know that death Wanted me for itself If they think I would die as a hero I'm sorry but they're all lies I only long for my freedom From the contract that distorts my will And when I'll unfold my wings Finally I will bend the world
First of all, Nanni Baldini is slaying just as much as Riccardo Suez in the emotional department bro what is that voice. But most importantly, "From the contract that distorts my will". This is much more poignant than the English version, and it paints Alastor as not only a puppet, but really as if part of him is acting against his own will. man.
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a-pathica · 2 months
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Mi ritrovo a 25 anni e l’idea dell’amore come quella dei bambini.
Mi sono ritrovata a parlare con una bambina di amore.
È fidanzata, da un anno, con Francesco.
Prima di lui c’è stato un altro che però è stato rubato dalla sua migliore amica.
Penso che se questo le fosse successo alla mia età si sarebbero strappate i capelli a vicenda e lui ne sarebbe uscito illeso, come succede il 99,9% dei casi. Anche se la colpa non è mai da una sola parte.
Non so perché ora senta la necessità di scrivere quello che mi sta passando per la testa, forse perché ora scrivere a mano non mi basta di più, ho tanto da dire e poca voce per farlo.
Ho sempre preferito scrivere che parlare.
Continuo a scegliere le parole con la stessa accuratezza con cui le mie coetanee scelgono l’outfit (ora ci siamo tutti inglecizzati) che indosseranno per una serata in discoteca.
Io in discoteca non ci sono mai stata, non ho mai fumato una canna, fumo sporadicamente le sigarette, giusto per infliggermi un po’ di dolore.
Dicono che ogni sigaretta fumata accorci la vita di 7 minuti, sto sperimentando la veridicità di questa affermazione.
Non voglio morire.
Sia chiaro.
Quando ci penso ho onestamente paura.
Chiudi gli occhi e tutto finisce.
Non si pensa più.
Le connessioni tra neuroni si fermano.
Niente stimoli.
Niente input.
Niente output.
Tutto tace.
Eppure quante volte aspiriamo nella vita ad un po’ di silenzio?
Sono consapevole che per quanto voglia ciò è impossibile. Almeno da vivi.
Motivo per il quale mi sto quasi abituando all’idea che troverò la pace a cui aspiro una volta morta.
Il discorso sta prendendo decisamente una piega tetra.
Sono una persona abbastanza noiosa.
Non amo il casino.
Mi piacciono le pantofole calde, le coperte, le tisane e i libri.
Non mi piace andare a mangiare fuori, mi piace l’intimità delle mura di casa.
Ma sono consapevole che sono in rotta di collisione con il resto del mondo.
Questo mondo di oggi che deve ostentare tutto.
Ieri sono uscita e c’era un tramonto stupendo a Roma, il volerlo immortalare mi stava quasi distraendo che stavo dimenticando di vivermelo.
E invece l’ho vissuto.
Ho notato ogni piccola sfumatura presente. Nei minimi dettagli.
Io sono così, guardo i dettagli e cerco di leggerli tra le righe.
Sono sempre stata una che ha visto nel piccolo prima di vedere nel grande.
Questa società ci ha abituati ad avere tutto e subito. Pretendiamo di conoscere le persone con lo schiocco delle dita.
PRETENDIAMO.
Non penso ci sia niente di più brutto che pretendere un qualcosa da qualcuno.
È come se lo obbligassimo a fare qualcosa che non vuole per un tornaconto solo nostro.
Ne lede ogni libertà di scelta e di pensiero.
Lo stesso errore si commette quando parlando si dice “io al posto suo…”.
Al posto suo non ci sei.
Al posto suo c’è solo la persona.
Non tu.
Per fortuna o per sfortuna, dipende dai casi, ognuno ha una propria testa e ragiona come meglio crede.
Io ho sempre pensato di ragionare con la testa di una ragazza di 60 anni fa.
Non mi sono mai sentita a mio agio in questa società.
Come un pesce fuori dall’acqua che cerca di tornare al mare.
Non mi sono voluta adeguare alla massa.
Non mi sono mai voluta adeguare a qualcuno.
Per qualcuno.
Rimarrò sola? Non so.
Ho paura? Non so.
Perché le persone cercano di cambiarsi per andare bene a qualcuno?
Capisco lo smussare gli spigoli, ma perché cambiare rinnegando quello che si è?
Io non voglio rinnegare niente di quello che sono.
Qualcuno una volta mi ha detto che siamo la somma delle esperienze che ci sono capitate. Beh, non per vittimismo, ma potrei scrivere un libro per tutte le volte che sono caduta in tutte le maniere in cui una persona può cadere e con la sola forza delle mie braccia mi sia rialzata.
Non penso di avere una vita tragica, ma penso di avere una vita in cui il coraggio le ha fatto da padrona.
Sì, sono coraggiosa.
Questo me lo devo.
In fondo credo che un po’ io mi voglia un po’ di bene, per quanto a volte litighi con me stessa sul perché non riesca a cambiare alcune cose di me che davvero non mi piacciono.
Sono abituata a fare l’elenco dei miei difetti, e non riesco a trovare mai un pregio.
Ecco, coraggiosa è il primo pregio.
Ma tornando al discorso di prima…
Vanno a scuola insieme.
Non si sono visti e neanche sentiti per tutto il periodo dell’estate.
Le ho chiesto allora perché non gli avesse scritto per tutto il periodo e la sua risposta è stata: “Avevo da fare con le amichette.”
Di risposta le ho chiesto se dopo tutto questo tempo lontani era sicura che anche da parte sua ci fosse lo stesso sentimento.
Penso di aver impiantato in lei il seme del dubbio.
Se magari prima ne era convinta, adesso non più.
Eppure 60 anni fa partivano per la guerra, passavano mesi senza vedersi e, se Dio voleva, riuscivano a mandarsi una cartolina ogni tot di tempo.
Ora il dubbio sorge non appena si ha un messaggio non visualizzato.
Maledette spunte blu.
Sorge il dubbio se non si risponde entro un tempo predefinito.
Ed ecco che la vipera del tradimento si insinua nelle nostre menti.
E distrugge tutto.
Con questo non voglio dire che prima non si tradiva, anzi forse era anche più facile tradire prima.
Senza Instagram, senza storie, senza localizzazione, senza messaggistica istantanea, senza chat segrete di Telegram (che ancora non so come funzionino).
Forse c’era una cosa che oggi è difficile trovare: il rispetto.
Ecco, forse ho trovato un altro mio pregio.
La mia famiglia mi ha insegnato a rispettare tutto e tutti.
Non so ammazzare neanche una mosca senza sentirmi in colpa.
Ho imparato il rispetto per ogni forma vivente: animali, piante, persone.
Ho imparato il rispetto per ogni forma non vivente.
Grazie mamma, grazie papà, grazie nonna e grazie zia.
Forse non gliel’ho mai detto.
Prima o poi lo farò.
Loro sono le colonne portanti della casa che sono.
E gliene sarò per sempre grata.
Mi hanno insegnato il senso di sacrificio. E rispettare chi ne fa.
Cerco di mantenere ogni promessa, di renderla reale.
Ma in un mondo che ti fa lo sgambetto più e più volte è difficile, ma continuo ad apprezzare la buona volontà di chi ci prova.
È un mondo malato che sta facendo ammalare anche le persone che ci vivono. Forse gli animali sono gli unici che ne restano illesi.
Quanto può essere cattivo l’essere umano?
Einstein diceva che l’uomo ha inventato la bomba atomica, ma nessun topo inventerebbe mai una trappola per topi.
Siamo davvero così stupidi?
Perché soffriamo di queste manie di grandezza?
Perché questa necessità di prevalere sull’altro e di doverlo sventolare ai quattro venti?
Comunque, continuando il nostro viaggio nella mente di una bambina di 7 anni, dopo aver impiantato in lei il seme del dubbio ho cercato di sistemare la situazione, ormai già distrutta, affermando che in caso contrario avrebbe comunque potuto trovarne un altro. O anche due. Così da avere la riserva.
Lei ha fatto spallucce.
Non penso abbia apprezzato la mia affermazione.
In realtà non l’apprezzo neanche io.
Non nutro grande simpatia per coloro che decidono di intraprendere relazioni parallele. Anzi, direi che (sì, lo so che è brutto da dire), le schifo. E non poco.
Se una persona non ti fa stare bene, bisogna avere il coraggio di lasciarla andare.
Può essere doloroso, ma anche le ferite più dolorose guariscono.
E questo lo so bene, forse daranno un leggero fastidio ogni qualvolta il tempo cambierà.
Ogni qualvolta ti ci soffermerai a pensare.
Mamma dice sempre: “Le cose che non si fanno sono le migliori.”
Ma con quanti punti di domanda ci lasciano?
Quanti finali alternativi si alternano nella mente di una persona?
Sono una persona curiosa.
Ma non nel senso che sia impicciona, mi sono sempre fatta i fatti miei e continuerò a farlo visto che aspiro a campare 100 anni.
Sono spinta da curiosità costruttiva, non mi limito a sapere il fatto in sé, ma mi piace capire, scavare nel profondo. Forse la parola più corretta da usare sarebbe comprendere il perché di una scelta piuttosto che un’altra.
Mi astengo dal dare qualsiasi giudizio.
Mi limito a dare un consiglio, senza aspettarmi che la persona lo segua, anche perché chi è che segue i consigli?
Io sono la prima a non farlo.
Mi piace sbatterci di testa, di faccia, rompermi le ossa, il cuore e l’anima.
Si dice si impari meglio sbagliando e io voglio sbagliare nel modo giusto.
Voglio passare la vita imparando, crescendo, diventando sempre più saggia.
Avrei voluto dire a quella bambina che poi tanto male non è stare soli, conoscersi.
Capire quello che realmente vogliamo.
Quello di cui abbiamo realmente bisogno.
Avrei voluto dirle di non piangere alle ginocchia sbucciate perché il cuore sbucciato quando crescerà farà ancora più male.
Avrei voluto dirle di godersi ogni attimo della sua età.
Avrei voluto dirle di avvicinarsi al mondo dell’amore il più tardi possibile.
Avrei voluto dirle che ha fatto bene a godersi l’estate con le amichette piuttosto che pensare al fidanzato.
Avrei voluto dirle che l’amore se è vero supera ogni ostacolo, ogni distanza, ogni tempo.
Avrei voluto dirle che non deve mai dare nulla per scontato, perché nel momento in cui lo fai tutto perde di valore e non è più come prima.
Non aspettatevi che una persona vi stia accanto per sempre, che vi ami per sempre.
L’amore è un fuoco di paglia, di solito la passione brucia velocemente.
La vera scommessa è alimentarlo.
Vorrei essere brava in questo.
Invece credo che tra le mie mille mila cose da fare non riesca mai ad alimentarlo come si deve, e niente.
Fa la famosa vampa e si spegne.
Azzarderei a dire che quasi a volte l’acqua per spegnerlo sopra l’abbia messa io.
Perché l’amore si identifica con il cuore?
Un muscolo involontario.
Probabilmente perché così come non abbiamo la possibilità di controllare il suo battito non possiamo decidere di chi innamorarci.
Ed ecco lì che capita di innamorarsi di chi probabilmente non avremmo mai detto.
Nel mio caso penso che avrei messo la mano sul fuoco che non sarebbe mai successo, ed invece è successo.
Ho imparato il mai dire mai proprio in questo caso.
E chi l’avrebbe detto che avrei messo le armi per distruggermi in mano a qualcuno.
Mi meraviglio con quanta facilità l’essere umano sia capace di buttare giù tutto quello che costruisce senza nessuna pietà e rimpianto.
Mentre io mi sono ritrovata a dire addio ad una macchina e a dare il benvenuto ad un’altra.
Ho provato il senso di colpa nell’averla quasi tradita per qualcosa di nuovo.
Perché è questo quello che succede nella vita, buttiamo il vecchio per fare spazio al nuovo.
Io sono così legata al vecchio che provo dolore quando lo butto.
Ecco, forse questo invidio a quella bambina, la facilità con cui nel momento in cui il piccolo Francesco deciderà di lasciarla lei troverà qualcun altro e riuscirà a chiudere Francesco in un cassettino della sua memoria che probabilmente non riaprirà mai più.
Io i miei cassetti della memoria li apro e anche spesso.
Maledette domande che attanagliano la mia mente e non la lasciano riposare.
Forse se riuscissi a lasciarmi scivolare tutto addosso sarebbe più facile.
E invece il Padre Eterno ha deciso di farmi cocciuta, testarda e con la necessità di sapere come, quando, dove e perché.
Vorrei poter chiudere tutto a chiave, buttare la chiave in un qualsiasi posto e perderla così da non poter riaprire niente, anche volendo.
Sono masochista.
Non mi taglio, non mi infliggo dolore fisico perché mi basta il dolore dell’anima.
E se per i tagli questi cicatrizzano, non so come possa guarire un’anima mal concia.
Lana Del Rey canta: “Mi amerai lo stesso quando non avrò nient’altro che la mia anima dolorante?”
Mi chiedo se davvero esista qualcuno capace di amare una persona nonostante l’anima che non si regge in piedi.
Ci vuole tanto amore ad amare chi non ci ama.
E ci vuole grande forza di volontà a lasciare andare le persone.
Lasciare andare qualcuno è la più grande forma di generosità.
Come può un rapporto cambiare per “colpa” di una frase sbagliata?
Dicono che la lingua riesca a ferire più di un coltello.
E perché le permettiamo di ferirci?
Sento ancora quel formicolio al cuore quando ripenso ad alcune frasi, che siano belle o brutte.
Nella maggior parte dei casi sono tutte le parole che più mi hanno ferita.
Quelle che più mi hanno fatta sentire inadatta.
Ma non penso di essere inadatta per davvero.
Penso sinceramente che alcune situazioni non vadano con altre.
Ecco di nuovo quella sensazione.
La me di dentro urla, si sta spolmonando. E la me di fuori non riesce a tirare fuori niente.
A volte penso se possa essere liberatorio salire sulla prima montagna e urlare, fino a non avere più aria nei polmoni. Fino ad essere stremati per l’urlo e non per altro.
A volte vorrei farlo.
Poi penso che le persone mi prenderebbero per pazza.
Anche se è mio uso e costume credere che i pazzi stiano fuori e le persone mentalmente stabili siano chiuse nel primo reparto di psichiatria disponibile.
Forse in mezzo a loro troverei la mia pace, chissà.
Vorrei fare un appello a me stessa: smettila di provare a fidarti delle persone.
Sono destinate tutte ad andare via. E tu speri ancora nelle cose irreali.
Chiudi gli occhi e immagini cose che sai anche tu non succederanno mai. E ti addormenti con il cuore un po’ più leggero, perché quello ti da pace.
Perché sono così?
Cos’è che realmente voglio?
O sono solo lo specchio di quello che gli altri vogliono da me?
Vorrei bastare a me stessa.
Essere sicura di me, delle mie capacità, senza il bisogno che qualcuno mi ricordi quanto valga.
Amo stare da sola, e non capisco perché continuo a far entrare persone nella mia vita che la mettono sottosopra.
Inizio ad essere quasi certa di essere masochista.
Sto per prendere il treno.
L’ennesimo.
Quanti treni ho preso, e non ne ho mai perso uno.
Anche quando ero in ritardo.
Sono stata sempre brava a prenderli.
A farli coincidere con altri.
Ad aspettare il meno possibile alle coincidenze.
Non mi è mai piaciuto aspettare.
Non sono una che sta con le mani in mano aspettando che arrivi la manna dal cielo.
Mi sono sempre data da fare, ho organizzato la mia vita in ogni minimo dettaglio e la vita ci ha provato ripetutamente a far saltare ogni mio piano.
A volte ci è riuscita.
A volte no.
Mi chiedo dunque, perché se non riesco ad aspettare un treno che dovrebbe portarmi altrove dovrei riuscire ad aspettare una persona?
Beh, il treno prima o poi arriva e anche se in ritardo a destinazione ci porta.
Ma le persone?
Arrivano?
Tornano?
Riescono a portarti realmente dove vuoi che ti portino?
Non si può decidere dove queste ti porteranno. Bisogna lasciarsi guidare.
E io non sono brava in questo.
Sono stata abituata a guidare, e non riesco a far sì che le persone guidino me.
Eppure io vorrei qualcuno che mi portasse al mare.
Scorrendo la ricerca di Instagram in una di quelle pagine di frasi fatte e depresse ho letto trova qualcuno che ti faccia dimenticare di avere un telefono.
Chissà com’è prendere il treno della vita.
Quello che dicono passi solo una volta.
Quello del hic et nunc, del carpe diem.
Non penso di aver mai colto un’occasione, troppo presa ad organizzarmi la vita che probabilmente mi sono dimenticata di viverla.
Ho messo da parte tutti i sentimenti, cercando di reprimerli.
Li ho messi così schiacciati bene in un cassetto che pensavo di averli sistemati lì a vita.
E invece il cassetto è esploso, lasciando venire fuori tutto quello che credevo di non poter provare.
La depressione.
Se mi avessero detto che un giorno ne avrei sofferto sinceramente gli avrei riso in faccia.
E invece sono qui, a distanza di due anni, con questo mostro dietro le spalle che mi attacca all’improvviso, quando sono più vulnerabile.
E so da me che la spinta per “guarirne” devo darmela da sola, ma le persone che, intorno a me, si limitano a dire: “Dai, su. Muoviti. Se ti fermi è perché sei tu che vuoi stare male” mi istigano sempre di più ad isolarmi.
Mi piace stare sola.
Mi piace l’equilibrio che raggiungo.
Se sto male non devo dar conto a nessuno.
Se sto bene non devo dar conto a nessuno.
Solo a me stessa.
Chissà quale organo ne risente di più.
Il cuore?
Il cervello?
Penso che i miei siano andati entrambi in sovraccarico e il mio esplodere ne è stata semplicemente una conseguenza.
Come se nel cassetto avessi messo più di quanto avrei dovuto e ora non si riesce più a chiudere e tutti i sentimenti repressi siano usciti uno dietro l’altro, sovrapponendosi anche a volte.
Tocco un po’ anche di bipolarismo probabilmente.
Meriterei un oscar come migliore attrice per tutte le volte che ho riso quando avrei voluto piangere.
Meriterei un oscar come migliore attrice per aver mentito sul mio stato di salute mentale a tutti, compresa la famiglia.
Meriterei un oscar come migliore attrice per tutte le volte che mentre ridevo pensavo a come sarebbe stato buttarsi dal Canale di Mezzanotte.
Ci sono andata.
Mi sono seduta sul bordo del ponte.
Penso che più di una volta sia stata sul punto di farlo.
Perché non l’ho fatto?
Probabilmente perché io sono ancora qui e posso scegliere di vivere, lei non ha avuto scelta.
E se l’avesse avuta sicuramente avrebbe voluto vivere.
Per cui, mossa da un minimo di lucidità, sono scesa giù e sono tornata a casa, mettendo la maschera perfetta.
Ma non a tutti si può mentire.
E gli occhi sono lo specchio dell’anima.
Non vedo i miei occhi brillare da un po’.
Chissà se ricapiterà.
E se la nostra vita fosse un libro scritto a penna?
Un cosiddetto manoscritto.
Senza bozza.
Senza margine di correzione, perché si sa, non si può cancellare con la gomma e riscrivere tutto.
Si può solo mettere una linea e andare avanti, fino alla fine del racconto. Fino alla fine del libro.
E lì, dove la penna inizia a incantarsi, arrivano le decisioni prese d’istinto.
Quegli scarabocchi che nessuno riuscirà mai a decifrare, neanche noi.
Perché quelle decisioni prese di pancia sembrano così sensate nel momento in cui le prendiamo mentre con il senno di poi si rivelano dei veri flop?
Perché, a volte, l’istinto prevale sulla ragione, perché autoinfliggersi dolore sperando in qualcosa che sicuramente non capiterà.
La legge di Murphy parla chiaro: se c'è una possibilità che varie cose vadano male, quella che causa il danno maggiore sarà la prima a farlo; Se si prevedono quattro possibili modi in cui qualcosa può andare male, e si prevengono, immediatamente se ne rivelerà un quinto; lasciate a sé stesse, le cose tendono ad andare di male in peggio.
E allora mi chiedo, perché si molla la presa in alcune situazioni?
Perché non siamo più così bravi da lottare per quello in cui crediamo?
Perché non mi fido più delle mie sensazioni?
Ho sempre viaggiato con il mio sesto senso.
A volte bene, altre male.
Penso faccia parte del gioco.
Non credo nemmeno si possa pretendere che la vita giri sempre bene, penso sia impossibile vivere una vita senza cadere.
Dovrebbero essere le imperfezioni a rendere le cose perfette.
Il sudore dei sacrifici rende tutto più bello.
Ma ai sacrifici bisogna essere abituati.
E come ci si abitua?
Come può una persona abituarsi alla sofferenza per avere cose belle.
Ma perché si deve soffrire per arrivare al bello?
Per apprezzarlo di più?
E perché non godere delle piccole cose, ma aspettarsi sempre cose plateali?
Perché non compiacersi dei gesti ripetuti, seppur piccoli, ogni giorno, ma riempirsi gli occhi e soprattutto la bocca per un qualcosa che accade una sola volta e per un tempo breve.
Ho rivisto la piccola Giada.
Le ho chiesto di aggiornarmi sulle sue vicende amorose.
Mi sono così appassionata a questa storia d’amore che mi sembra quasi di viverla in prima persona.
Ci siamo sedute a terra.
Ha trovato dietro la tenda del salotto i regoli.
È stato come tornare indietro di quasi 20 anni.
Ricordo l’emozione, quando arrivava il momento dei regoli alle elementari.
La felicità nell’aprire quella scatola che sembrava magica perché quei piccoli rettangoli avrebbero dovuto insegnarmi a contare.
Anche se, diciamocelo sinceramente, tutti li abbiamo usati per costruire la famosa torre.
Apprezzo dei bambini in genere lo stupore davanti alle piccole cose; il trovare il buono e il bello anche nelle piccole cose.
Quelle più insignificanti.
Poi com’è che si diventa così materialisti?
Qual è il preciso istante in cui le piccole cose, anche le più stupide, smettono di bastarci e iniziamo a volere e a pretendere sempre di più?
Ho sempre avuto paura di crescere, di perdere il mio contatto con l’innocenza della tenera età, non essere più considerata la bocca della verità, diventare agli occhi del resto degli adulti una persona che sputa veleno perché dice quello che pensa.
Io non credo di sputare veleno, non penso nemmeno di essere così vipera come mi dipingono. Credo che la verità tendenzialmente faccia paura, fa paura a tutti, anche a me che sembro così dura e tosta.
La verità quando ci viene detta, nuda e cruda, ci spoglia di ogni maschera e ci costringe a guardarci allo specchio, come se fossimo tanti vermi privati di un guscio protettivo.
L’adulto è viscido, e di questo ne sono sempre stata convinta.
Ha sempre secondi fini, non sa bastarsi a sé stesso, cerca perennemente il confronto con altri per sentirsi superiore, non sa competere in modo sano, è cattivo e diventa egoista, egocentrico, cercando di creare una storia in cui risulta essere il protagonista assoluto.
Per non parlare degli adulti nelle relazioni: è un continuo prevalere sull’altro nel 90% dei casi, non si sa più viaggiare l’uno accanto all’altra.
Ho quasi 25 anni e la voglia di provare gli stessi sentimenti di Giada, la voglia che qualcuno provi per me gli stessi sentimenti che prova Giada.
La purezza.
Non perché servo a qualcuno, non mi piace essere sfruttata.
Ho sempre fatto mio il detto: “Non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te”, ma puntualmente ricevo altro. Ricevo quello che probabilmente se fossi realmente stronza farei alle persone.
Non so sfogarmi, non so buttare giù quello che provo se non scrivendo.
Mi sento così bene quando scrivo.
Non saprei come fermarmi.
Ho tanto da dire, continuo ad avere sempre tanto.
E continuo ancora a meravigliarmi delle mie capacità paragonate a quelle di persone più grandi.
Perché continuo a sottovalutarmi?
Apriamo i regoli, con l’intenzione (ovviamente) di fare la Tour Eiffel.
Iniziamo a mettere da parte tutti i pezzi che ci servono e intanto penso che vorrei essere circondata una vita intera da bambini e animali, dalle anime pure, da chi non fa male a qualcun altro per il puro scopo di goderne; voglio essere circondata da chi se fa male a qualcuno sa chiedere scusa.
Arriva il momento della fatidica domanda, chiederle come fosse andato il ritrovo con Francesco.
Ne ho quasi timore, soprattutto dopo l’ultima chiacchierata, ma i bambini hanno quell’innocenza disarmante contro cui nulla vince.
Il sospiro di sollievo tirato dopo aver saputo che ancora ad oggi stanno insieme è stato rumoroso, tanto da scambiare uno sguardo complice con la mamma.
A distanza di circa un anno io e Giada ci siamo riviste.
Qualcosa è cambiato, io sono cambiata e anche lei.
Se lei è cresciuta in altezza, in bellezza e anche in intelligenza, io sono diventata più vecchia, scorbutica e meno paziente verso ogni genere umano.
Non vedo Giada da un anno e quanto vorrei poter parlarle ancora. Interfacciarmi con lei e con l’ingenuità con cui vede il mondo: senza malizia, senza cattiveria, senza alcun melodramma irrisolvibile.
Mi chiedono spesso perché sia così attirata dai bambini e dagli animali, probabilmente la risposta si trova in questo: non fanno melodrammi e se dovesse accadere la situazione si placa in un tempo così breve da non destare nessuna preoccupazione.
Quanto sarebbe bello tornare piccoli, dove le uniche preoccupazioni sono soltanto i giochi non comprati da mamma e papà, le merende e il pisolino pomeridiano fatto controvoglia.
A ventisette anni il pisolino pomeridiano è quasi diventato un default per me, senza il quale non saprei neanche sopravvivere alle persone che mi sono intorno.
Vorrei tanto sapere di Giada, dei suoi amori, se è riuscita a continuare la sua storia con Francesco, mi piacerebbe dirle che ho trovato probabilmente l’equilibrio a cui aspiravo, ma so che mi guarderebbe interrogativa perché: come lo spieghi l’equilibrio ad una bambina?
Ho paura a dirlo forte, non tutte le persone sono felici se lo sei anche tu, ma ho trovato quella sorta di pace interiore che sembrava non potesse arrivare per me.
Sto per iniziare a fare una cosa che mi piace. Non mi interessa della fatica. Ho scoperto che con le persone giuste accanto sono ancora più forte di quello che credevo. Ho capito chi sì e chi no. Chi mi fa fiorire e chi cerca di estirparmi come un’erbaccia.
Grazie delle delusioni, dei momenti no, dei momenti in piena sbronza, delle scelte sbagliate, dei viaggi in macchina, del mare che calma in inverno e abbronza l’estate. Grazie dell’amore, delle amicizie nate dal nulla, del cuore rotto, dello scudo contro le parole che fanno male. Grazie per le serate a guardare le stelle in balcone con la sigaretta accesa, i lividi addosso per l’equitazione che libera la mente, i lividi dello stress mentale. Grazie per gli addii e le riscoperte di alcune persone. Grazie per il mio essere leggera, saper capire quando essere pesante e quando no, quando farne melodramma e quando no. Grazie perché ho capito quanto valgo, ho capito che non mi accontento di tutti e che chi mi sta accanto lo fa per scelta, per amore e ha rubato un pezzetto del mio cuore e lo custodisce preziosamente. Grazie anche a chi il pezzetto del mio cuore lo ha preso a pugni, a cazzotti e ci ha ballato sopra con la speranza di vedermi a terra strisciare come magari fanno loro. Mari splende anche grazie a voi. Soprattutto grazie a voi.
L’ultima foto non poteva non essere il mio panorama sul mio golfo preferito.
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belladecasa · 3 months
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Ancora la letteratura mi accompagna come quando ero bambina e vivevo in mezzo alle galline ma aprivo i pochi libri che mi capitavano per le mani, comprati a volte per caso nell’edicola del paese, e le galline diventavano elfi streghe draghi fate e poi persone vere sempre più simili a me finché arrivai a quindici anni a leggere Tenera è la notte di Fitzgerald, a leggere che questa è la parte più bella di tutta la letteratura: che i tuoi desideri sono desideri universali, che non sei solo o isolato da nessuno, tu appartieni. E allora scoprii che nonostante l’apparente difformità emotiva e psichica da chiunque mi circondasse esisteva qualcuno che magari non mi circondava anzi distava chilometri mari e monti da me ma esisteva; sapere che qualcuno esisteva, qualcuno che si sentiva come me e che sapeva spiegare e spiegarmi come mi sentivo, meglio di come io avrei mai potuto, esisteva, significava scoprire che qualsiasi cosa mi sarebbe successa nella vita avrei sempre saputo dove trovare conforto. Allora in questi giorni lugubri in cui sono sola come (quasi) mai prima e non vedo più niente se non l’idea carezzevole di farmi a pezzi le vene e entro e esco dallo studio del mio psichiatra e mi sento dire: il litio agisce anche nel ridurre le ideazioni suicidarie, in questi giorni lugubri stringo il mio romanzo e sguscio fuori dal mio pseudo posto di lavoro e magari leggo solo due tre pagine di Vitaliano Trevisan e ancora una volta ci trovo la mia vita, questo atrofico e ipertrofico momento della mia vita, insignificante, ma fondamentale:
Lei soffre di quella particolare forma di psicosi maniaco-depressiva cosiddetta bipolare, così lo psichiatra. […] Psicosi maniaco-depressiva bipolare. Piú meno alto basso cima abisso altezza profondità velocità lentezza attività inerzia sonno veglia avanti indietro parlo non parlo ti voglio non ti voglio piú scrivo non scrivo leggo non leggo corro resto fermo mi siedo sto in piedi mi stendo sto in piedi, posso fare tutto, non posso fare nulla, potrei avere tutto, non ho nulla, per giorni non ti dico niente, per giorni ti parlo in continuazione, non so proprio dove andare, ogni posto mi sembra peggiore del posto dove mi trovo che mi sembra il peggiore di tutti i posti possibili, ci sono decine centinaia migliaia centinaia di migliaia milioni di posti dove potrei andare e uno alla volta andrò in tutti questi posti da dove mi trovo che è il posto migliore di tutti essendo il posto dove mi trovo, non c'è piú nemmeno una parola che io possa usare e vorrei dire tante di quelle cose ma non ho nemmeno una parola perché tutte le parole sono usate strausate consumate e finite e morte e non posso dire tutto quello che vorrei dire, ogni parola mi sembra cosí nuova e piena e straripante e giusta quando è quella giusta e dunque sbagliata quando è quella sbagliata […] vorrei tanto dormire ma non riesco a dormire, questa è la verità, pensavo. Se riuscissi a tranquillizzarmi sicuramente riuscirei ad addormentarmi, e se riuscissi ad addormentarmi e a farmi un bel sonno, un sonno di qualche ora, un sonno tranquillo che mi rilassasse e dal quale riuscissi poi a svegliarmi riposato, allora forse, al risveglio, potrei riconsiderare tutto con calma e capirci finalmente qualcosa. Non come quei sonni che faccio ultimamente, che non servono a niente e dai quali mi sveglio sempre in preda all'ansia e stanco come se non avessi dormito. No, un sonno cosí non mi servirebbe a nulla, mi ritroverei piú ingarbugliato di prima. Un sonno che mi cullasse, che mi tranquillizzasse, che mi facesse dondolare con dolcezza, che mi parlasse piano, che mi cantasse qualche canzone a voce bassa, un sonno cosí mi ci vorrebbe.
Un sonno così purtroppo non è un sonno ma è una persona. Io come Vitaliano fumo Marlboro pacchetto morbido, porto spesso libri nelle tasche delle giacche, mi disinteresso delle biografie, trovo assurda l’idea di condividere la propria vita con qualcuno, se mi ricovereranno e la farò finita ancora non lo so
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vaerjs · 10 months
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unpopular opinion: lasciate stare le nuove generazioni
sono un po' annoiata dalla retorica di questi post che leggo sui social in cui si confronta lesame di maturità dellə millennial alle generazioni precedenti.
"io me la ricordo la mia maturità. jeans e maglietta sgualcita, sudata fradicia, pallida come una dama dell'Ottocento e con le occhiaie fino alle ginocchia. ore sono tutte con il completo, la piega fatta e il bouquet di fiori"
commenti di questo tipo ne leggo a decine, a centinaia. e onestamente, ME COJONI.
anche io me la ricordo la mia maturità. il giorno della prima prova scritta mi è arrivato il ciclo, sono corsa in bagno per cambiare l'assorbente e il flusso era talmente abbondante che non riuscivo a tirarmi su i pantaloni. mentre con una mano scrivevo, con l'altra stringevo il banco per il dolore dei campi. il giorno della terza prova ho avuto una gastrite acuta da stress che mi ha fatto vomitare sangue e non mi sono presentata. mi ha telefonato sul cellulare la professoressa di inglese chiedendomi come stessi e promettendomi che avrebbe trovato una soluzione. ho svolto la terza prova due giorni dopo da sola circondata da 10 professori che mi fissavano. il mio esame orale è stato posticipato all'ultimo giorno in extremis. ho fatto un'interrogazione da ottimi voti, ed ero completamente sola - neanche la mia migliore amica che era passata prima di me era rimasta ad aspettarmi. ho ringraziato e sono uscita. la professoressa di inglese mi ha abbracciata e mi ha detto "mi dispiace che sei rimasta da sola". ho camminato fino alla stazione, ho aspettato il treno per un'ora. scesa a destinazione ho scritto alla mia famiglia per chiedere un passaggio in paese ma si erano dimenticati che sarei dovuta tornare e non potevano venirmi a prendere. così mi sono fatta altri 6 km a piedi risalendo sotto il sole cocente di luglio le vigne del Monferrato.
questo è il ricordo della mia maturità. io, sola, sempre. quando sono arrivata a casa mi sono fatta una doccia e sono andata a dormire. nessuno mi ha chiesto come fosse andata. come stavo. cosa avrei voluto fare, dopo l'esame, durante l'estate o nella vita. vuoto.
è un bel ricordo? no. lo avrei voluto diverso? sì.
perciò lasciate stare lə ragazzinə che hanno qualcunə che lə supporta. lasciate che festeggiano questo traguardo - perché, fidatevi, con il tasso di abbandono scolastico italiano, il diploma è un traguardo non da poco. lasciate che si facciano bellə e che si cimentino nelle cose da grandi per un giorno con tailleur e completo formali mentre convincono la commissione che la loro tesina sulla seconda guerra mondiale è originalissima. lasciate che si godano quel momento di gioia misto nostalgia che si prova quando si termina un percorso faticoso. e applauditelə, coccolatelə, celebrate i loro traguardi perché non c'è nessun vanto nell'aver avuto possibilità diverse, non c'è vanto nell'aver sofferto. insegniamo alle nuove generazioni che le quelle che per noi sono state cose banali possono essere bei ricordi, insegniamo loro che si possono celebrare le vittorie piccole o grandi che siano, che è bello condividere le emozioni. non diventiamo la nuova generazione del "ai miei tempi era meglio perché si stava peggio e si sgobbava". io non voglio appartenere a chi pensa che stare male e lavorare il triplo senza garanzie sia non solo norma ma dignità. io voglio essere parte di chi accetta che la vita è anche festeggiare con un mazzo di fiori un esame. fotografare la patente dopo averla presa, regalarsi un giorno di permesso per una bella notizia.
non siamo fatti per soffrire.
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Ieri ho trovato il coraggio di lasciarti andare per sempre
Ieri ti ho detto addio
Ieri è iniziata la mia rinascita tra il dolore infinito che sento dentro il vuoto di te che già non sei più parte della mia vita, delle mie giornate, della mia quotidianità
Ci siamo lasciati dandoci per l'ultima volta tutto il bene che ci siamo sempre promessi fin dal primo giorno e ora posso dire fino all'ultimo istante
Ci siamo lasciati senza odio alcuno, augurandoci il meglio l'uno per l'altro. Tu lo hai detto a chiare lettere augurandomi la felicità che merito e lì ho iniziato a temere di aver perso per sempre l'unica persona che davvero mi conosce profondamente ma era troppo difficile continuare, stava diventando un'amicizia distruttiva perché io non riesco a reprimere le mie emozioni, non riesco a smettere di immaginarti al mio fianco ogni momento e tu invece sì eri capace di tenere ben distinta la realtà dalla chat, da una vicinanza solo virtuale e questo sentivo che ci stava allontanando ogni giorno di più e sapevo che entro la fine di quest'anno tutto sarebbe finito, avrei voluto resistere ancora, stringere i denti ancora un poco il tempo per poter vivere insieme ancora un paio di tappe e traguardi importanti come la tua laurea, come la pubblicazione dei nostri libri, come la mia patente e l'inizio dei nostri lavori e invece ieri sera ci siamo salutati per l'ultima volta tra le lacrime più sincere
Ieri sera ho letto per l'ultima volta il tuo nome in chat proprio mentre stavo per sedermi sugli spalti di quel concerto che tu sai aspettavo da tanto tempo, quello della mia cantante preferita che ha scritto ogni canzone come la playlist della mia vita oltre che della sua, ho letto velocemente le tue ultime frasi che sono incise sul mio cuore, ti ho detto per l'ultima volta ciao, ho chiuso per sempre quella chat, ho chiuso per sempre ogni contatto con te, mi sono seduta tremavo ancora subito dopo si sono spente le luci ed è iniziato il concerto, ogni frase era una pugnalata ma nonostante ciò mi costringevo a cantare a buttare attraverso quelle parole tutto il dolore interiore, a urlarle quelle frasi e poi proprio tra le prime canzoni inaspettatamente c'è stata "frasi a metà" e lì ho sentito come se la Pausini sapesse che dovevo sentire una conferma di aver fatto la cosa giusta al momento giusto e lo ha fatto me l'ha confermato con quella frase "non c'era posto migliore" e forse è davvero così non c'era posto migliore perché questo mi ricorda quanto non poteva funzionare tra noi, tu in un posto così non ci avresti mai messo piede mentre io mi sento viva in quella confusione, se la Pausini ha fatto la playlist della mia vita non c'era davvero posto migliore per iniziare a rinascere a riprendere in mano la mia vita lasciandoti andare per sempre. Dopo un'ora buona ha cantato "come se non fosse stato mai amore" lì ho pianto e ho cantato con la voce spezzata e ho pianto ancora, sentivo di starti dicendo ancora una volta addio ancora più forte "ieri ho capito che è da oggi che comincio senza te", "ma adesso è troppo presto", "e vorrei fuggire via, e vorrei nascondermi ma resto ancora così senza parlare senza dirti non te ne andare".
È la fine di un capitolo intenso davvero ma se voglio tornare a vivere devo andare avanti da sola senza te e lo faccio per me, volto pagina ora torno a vivere per me
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the-evil-pizza · 3 months
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CHE POI! la canzone di geolier puo' non piacere! Ci sta! Canzoni che non piacciono che vincono sanremo fanno parte del gioco!
ma uno, FANNO PARTE DEL GIOCO! e due, non ti comporti come un fottuto animale. ma le buone intenzioni dove sono? Io vedo solo la maleducazione.
Ammetto, io voglio che vinca per dar fastidio ad i leghisti ed i tizi del nord che alla sua prima vittoria hanno detto le peggio cose LO AMMETTO. Ma se sei una persona normale non fai boo, non scrivi robe assurde su un 23 enne che e' li' solo a viversi la sua miglior vita, assurdo per me
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