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#scultura italiana
vertigo1871 · 7 months
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Emilio Greco, Vittoria Olimpica (detail), 1960
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Da: SGUARDI SULL'ARTE LIBRO QUARTO - di Gianpiero Menniti
L'OMBRA DELLA LACRIMA
“L’uomo che cammina”, 1960 è un’opera famosa di Alberto Giacometti (1901 - 1966), ultima versione di una prima risalente al 1947.
Osservandola, è molto facile cadere in una trappola retorica: un fiume di parole per celebrare l’uomo, naturalmente l’uomo che ha conquistato la terra, sollevato il velo dei misteri, realizzato il progresso della scienza e della tecnica, costruito monumenti grandiosi, scolpito e dipinto opere magnifiche.
L’uomo che mai si ferma, sempre alla ricerca di confini da abbattere.
Così, un esile accrocco di linee estenuate, diventa il “Re del mondo”.
L’umiltà della figura è apparenza di sterminata eccellenza.
Se fosse così, non varrebbe nessun impegno d’artista oltre i fasti disincantati dell’Umanesimo invecchiato già di secoli.
No.
Quel passo è come un simbolo etrusco: un “senza nome” sepolto dalla boria dei vincitori.
La forma, abborracciata, sgraffiata, consumata, è solo ombra di steli che scivola incerta su un cammino senza meta.
Fragile.
Estrema.
Proviene da una caduta.
Si alza e muove i suoi passi, per esorcizzarla.
Scopre la leggerezza.
S’illude.
Come lacrima illuminata, si nasconde in un riflesso nero sullo sfondo.
Sovvengono i versi di Samuel Beckett , "Ossa d'Eco", del 1935:
«Dentro la mia andatura rifugio tutto il giorno con gazzarre smorzate se la carne decade senza tema erompendo o favore di vento vada il guanto di sfida del senso e del non senso preso dalle sue fisime per quello che mai sono.»
- Nelle immagini, Alberto Giacometti con Samuel Beckett, a Parigi nel 1961 e l’artista ritratto sulla copertina di “Life” negli anni ‘50
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garadinervi · 9 months
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Francesco Lo Savio, XXXVI Biennale, 'scultura italiana contemporanea', Venezia, Galleria La Salita, Roma, 1972 [Reprinted text from Spazio-luce, Volume 1, 1962] [J.N. Herlin Inc.]
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gregor-samsung · 5 months
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“ Eravamo nell'atrio, tutto rivestito di capelvenere. Dinnanzi m'era lo scenario che godevo da un mese e che mi sembrava di vedere ogni giorno per la prima volta. Il declivio verde di aranci, costellato di frutti d'oro, poi l'azzurro del mare, l'azzurro del cielo; e su quell'orizzonte a tre smalti diversi, i piú divini modelli che l'arte dorica abbia, col Partenone, tramandato sino a noi. Il Tempio della Concordia, e vicino il Tempio d'Era con la sua fuga di venti colonne erette e di venti colonne abbattute, e, piú oltre, il Tempio d'Ercole, ossario spaventoso della barbarie cartaginese, meraviglia ciclopica tale che la nostra fantasia si domanda non come sia stato costrutto, ma come sia stato abbattuto; e oltre ancora il Tempio di Giove Olimpico, il Tempio di Castore e Polluce: tutte le sacre rúine che Agrigento spiega a sfida tra l'azzurro del cielo e del mare, ecatombe di graniti e di marmi che sembra dover ricoprire tutta la terra di colonne mozze o giacenti, di capitelli, di cubi, di lastre, di frantumi divini. Ma dinnanzi a noi era quello che Miss Eleanor chiamava «il mio tempio», il tempio di Demetra, eretto ancora sulle sue cinquantaquattro colonne, l'unico intatto fra dieci altri abbattuti, l'unico sopravvissuto, per uno strano privilegio, al furore fenicio e cartaginese, al fanatismo cristiano e saraceno. — No, amico mio. Dobbiamo ai cristiani e ai saraceni se il tempio è giunto intatto fino a noi.
Fu San Rinaldo, nel IV secolo, che lo scelse fra «i monumenti infernali dell'idolatria» per convertirlo in una chiesa dedicata a San Giovanni Evangelista, chiesa che fu trasformata in moschea al tempo dell'invasione saracena. E l'edificio divino fu salvo, mascherato e protetto come un fossile nella sua custodia di pietra e di cemento. Quale grazia del caso! Pensate allo scempio che fu fatto degli altri! Pubblicherò un manoscritto di mio padre dedicato tutto allo studio di queste distruzioni nefande. Pensate a quel colossale Tempio d'Ercole che forni materiale per tutti i porti nel Medio Evo! Tutto fu abbattuto e spezzato. Abbattute le colonne ciclopiche, ogni scannellatura delle quali poteva contenere un uomo, come in una nicchia, abbattuti i giganti e le sibille alte dodici metri che reggevano l'architrave, meraviglia di mole titanica e di scultura perfetta. Pensate le teste, le braccia, le spalle divine, i capitelli intorno ai quali si gettavano gomene colossali, tese, tirate da schiere di buoi fustigati, mentre le seghe tagliavano, le vanghe scalzavano i capolari alle basi. E le moli precipitavano in frantumi spaventosi, con un rombo che faceva tremare le terra. Ora sulle nudità divine, tra le pieghe dei pepli, nidificano le attinie e i polipi di Porto d'Empedocle. — Cose da invocare un secondo toro di Falaride per i cristianissimi demolitori. — Il gregge! Il gregge dell'Abazia! — Miss Eleanor si interruppe ad un tratto, ebbe uno di quei suoi moti fanciulleschi di bimba sopravvissuta, — il gregge dell'Abazia! Guardate che incanto! Dall'interno del Tempio, sul grigio delle colonne immani, biancheggiarono d'improvviso due, trecento agnelle color di neve. Uscivano dal riposo meridiano, dalla fresca penombra, correvano lungo il pronao, balzavano sui plinti, scendevano con grandi belati e tinnir di campani. Tre pastori s'affaccendavano con i cani per adunare le disperse e le ritardatarie. Alcune, le piccoline, non s'attentavano a balzare dagli alti cubi di granito, correvano disperate lungo il pronao, protendevano il collo invocando soccorso, con un belato lamentevole. I pastori le prendevano tra le braccia, passandole dall'uno all'altro, tra l'abbaiare dei cani. “
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Brano tratto dal racconto di Guido Gozzano Alcina, pubblicato per la prima volta sulla rivista culturale milanese L’illustrazione italiana il 26 dicembre 1913.
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fashionbooksmilano · 1 year
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Il Déco in Italia
L’Eleganza della Modernità
a cura di Francesco Parisi
SilvanaEditoriale, Cinisello Balsamo 2022, 304 pagine, 315 ill.,  24 x 28 cm, Brossura con alette, ISBN  9788836653966
euro 36,00
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Il Déco in Italia, l’eleganza della modernità è il titolo della mostra inedita che il Forte di Bard ospita dal 2 dicembre 2022 al 10 aprile 2023. Il volume, muovendo dalla sezione italiana dell’Exposition internationale des arts décoratifs et industriels modernes, evento epocale che si tenne a Parigi nel 1925 e da cui deriva il termine “Déco”, intende restituire, attraverso 230 opere circa, una fotografia di quanto si andava producendo in quegli anni non solo nelle arti decorative e nella grafica, ma anche in pittura, scultura e architettura. L’obiettivo è quello di scoprire il fil rouge del gusto déco italiano che, tramite le necessarie intersezioni di stili e temi guida – come la danza, la maschera e la spinta sintetica nell’analisi formale di animali esotici –, favorì quella ricerca orientata verso una maggiore struttura architettonica e geometrizzazione delle forme. Tra le opere illustrate, per citarne solo alcune, le sfavillanti ceramiche firmate da Gio Ponti per Richard Ginori e quelle celebri di Francesco Nonni, le delicate trasparenze buranesi di Vittorio Zecchin, gli straordinari dipinti di Aleardo Terzi e Umberto Brunelleschi, che segnano un versante più illustrativo della pittura di quegli anni, e i progetti di Armando Brasini e Piero Portaluppi. Spazio è dato anche a quel sottile legame che avvicinò il secondo Futurismo alla temperie déco, testimoniato dalla partecipazione all’Expo parigina di Giacomo Balla, Fortunato Depero ed Enrico Prampolini.
09/03/23
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argan-g · 10 months
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INDEX
CLASSICO E ROMANTICO
William Blake, Newton
Jöhan Heinrich Füssli, L'incubo
Étienne-Luoise Boullée, Progetto per il cenotafio di Newton
Claude-Nicolas Ledoux, Casa delle Guardie campestri
John Constable, La chiusa
e il mulino di Flatford
William Turner, Mare in tempesta
Francisco Goya, Fucilazione
Jacques-Louis David, La morte di Marat
Antonio Canova, Monumento di Maria Cristina d’Austria
Jean-August-Dominique Ingres, La bagnante di Valpingon
Théodore Géricault, La zattera della Medusa
Eugène Delacroix, La Libertà guida il popolo
Lorenzo Bartolini, Monumento funebre della contessa Zamoyska
François Rude, Rilievo dell'Arco di trionfo di Parigi Camille Corot, La cattedrale di Chartres
Théodore Rousseau, Temporale; veduta della piana di Montmartre
Honoré Daumier, Vogliamo Barabba
Constantin Guys, Per la strada
Honoré Daumier, Il vagone di terza classe
François Millet, L’Angelus
Camille Pissarro, Sentiero nel bosco in estate
LA REALTA' E LA COSCIENZA (l’Impressionismo; La fotografia; Il Neo-impressionismo; Il Simbolismo; L’architettura degli ingegneri)
Gustave Courbet, Ragazze in riva alla Senna (Estate)
Edouard Manet, Le déjeuner sur l'herbe
Alfred Sisley, Isola della Grande Jatte
Claude Monet, Regate ad Argenteuil;
Claude Monet, La Cattedrale di Rouen
Auguste Renoir, Le Moulin de la Galette 
Edgar Degas, L'absinthe
Paul Cézanne, L'asino e i ladri
Paul Cézanne, La casa dell'impiccato ad Auvers (Non Aversa)
Paul Cézanne, I giocatori di carte
Paul Cézanne, La montagna Sainte-Victoire 
Georges Seurat, Una domenica pomeriggio all’isola della Grande-Jatte
Paul Signac, Ingresso del porto a Marsiglia
Paul Gauguin, Te Tamari No Atua
Vincent van Gogh, Ritratto del postino Roulin 
Henri de Toulouse-Lautrec, La toilette
Henri Rousseau detto il Doganiere, La Guerra 
Odilon Redon, Nascita di Venere
Gustave Moreau, L'apparizione 
Pierre Bonnard, La toilette del mattino
Auguste Rodin, Monumento a Balzac
Medardo Rosso, Impressione di bambino davanti alle cucine economiche
I pittori della cerchia di Mallarmé
Edouard Vuillard, La pappa di Annette.
James MeNeill Whistler, Notturno in blu e oro: il vecchio ponte di Battersea
L' OTTOCENTO IN ITALIA, IN GERMANIA, IN INGHILTERRA
1. Giovanni Fattori, In vedetta
IL MODERNISMO (Urbanistica e architettura moderniste; Art Nouveau; La pittura del Modernismo; Pont-Aven e Nabis)
1. Antoni Gaudí, Casa Milá a Barcellona
2. Adolf Loos, Casa Steiner a Vienna
3. Antoni Gaudi, Il Parco Güell a Barcellona
L’ARTE COME ESPRESSIONE (Espressionismo; La grafica dell’Espressionismo)
1. Edvard Munch, Pubertà
André Derain, Donna in camicia
Ernst Ludwig Kirchner, Marcella
Henri Matisse, La danza
Emil Nolde, Rose rosse e gialle
Oskar Kokoschka, Chamonix, Monte Bianco
L’EPOCA DEL FUNZIONALISMO (Urbanistica, architettura, disegno industriale; Pittura e scultura; Der blaue Reiter; L’avanguardia russa; La situazione italiana; École de Paris; Dada; Il Surrealismo; La situazione in Inghilterra; La situazione italiana: Metafisica, Novecento, anti-Novecento)
Le Corbusier, Villa Savoye a Poissy
Le Corbusier, Cappella di Nötre-Dame-du-Haute a Ronchamp
Walter Gropius, La Bauhaus a Dessau
Ludwig Mies van der Rohe, Plastico di un grattacielo in verro per Chicago
Ludwig Mies van der Rohe, Seagram Buildings a New York
Tre progetti per il Palazzo dei Soviet. Le Corbusier e Pierre Jeanneret,
Walter Gropius, Bertold Luberkin,
Teo van Docsburg e Hans Arp, Cinema-ristorante L'Aubette a Strasburgo.
Thomas Gerrit Rietveld, Poltrona con elementi in nero, rosso, blu
Pier Mondrian, Composizione in rosso, giallo, blu
Aivar Aalto, Sanatorio a Paimio - Poltrona
Frank Lloyd Wright, Casa Kaufmann a Bear Run 
Pablo Picasso, I saltimbanchi; Les demoiselles d’Avignon; Natura morta spagnola
Georges Braque, Narura morta con l’asso di fiori
Robert Delaunay, Tour Eiffel
Juan Gris, Natura morta con fruttiera e bottiglia d’acqua
Georges Braque, Natura morta con credenza: Café-bar
Marcel Duchamp, Nu descendant un escalier n. 2
Umberto Boccioni, Forme uniche nella continuità dello spazio
Giacomo Balla, Automobile in corsa
Vasili; Kandinsky, Primo acquerello astratto; Punte nell'arco
Paul Klee, Strada principale e strade laterali
Anton Pevsner, Costruzione dinamica
Naum Gabo, Costruzione nello spazio; Il cristallo
Fernand Léger, Composizione con tre figure
Joan Miró, La lezione di sci; Donne e uccello al chiaro di luna
Giuseppe Terragni, Progetto dell'Asilo Sant'Elia a Como
Atanasio Soldati, Composizione
Constantin Brancusi, La Maiastra 
Amedeo Modigliani, Ritratto di Léopold Zborowski 
Georges Rouault, Cristo Deriso
Marc Chagall, A la Russie, aux anes et aux autres
Pablo Picasso, Guernica
René Magritte, La condizione umana Il
Man Ray, Motivo perpetuo 
Henry Moore, Figura sdraiata
Alexander Calder, Mobile
Ben Nicholson, Feb. 28-53 (Vertical Seconds)
Francis Bacon, Studio dal ritratto di Innocenzo X di Velázquez
Diego Rivera, L'esecuzione dell'imperatore Massimiliano
David Alfaro Sigueiros, Morte all'invasore
Giorgio De Chirico, Le Muse inquietanti
Carlo Carrà, L'amante dell'ingegnere 
Alberto Savinio, Nella foresta
Osvaldo Licini, Amalasunta su fondo blu
Giorgio Morandi, Natura morta con fruttiera
7. LA CRISI DELL'ARTE COME "SCIENZA EUROPEA" (Urbanistica e architettura; La ricerca visiva; La pittura negli Stati Uniti)
Ellsworth Kelly, Verde, blu, rosso
Morris Louis, Gamma Delta
László Moholy-Nagy, Composizione Q XX
Julius Bissier, 25 settembre 1963?
Josef Albers, Omaggio al quadrato
Arshile Gorky, Giardino a Sochi 
Jean Fautrier, Nudo
Jean Dubuffet, Orateur
André Masson, Les Chevaliers
Hans Hartung, Composizione 
Jackson Pollock, Sentieri ondulati
Mark Rothko, Rosso e blu su rosso
Albero Burri, Sacco B. 
Antoni Tápies, Bianco e arancione 
Giuseppe Capogrossi, Superficie 114
Lucio Fontana, Concetto spaziale: attesa 
Alberto Giacometti, Figura
Ettore Colla, Officina solare 
Mark Tobey, Circus transfigured
Georges Mathieu, Cast 
Victor Vasarély, Composizione. 
Kenneth Noland, Empireo 
Clyfford Still, 1962-D
Emilio Vedova, Plurimo n. 1; Le mani addosso 
Robert Rauschenberg, Letto
Mimmo Rotella, Marilyn 
Roy Lichtenstein, Il tempio di Apollo
Andy Warhol, Marilyn Monroe
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lamilanomagazine · 3 days
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Pesaro 2024 omaggia il maestro Pavarotti con una scultura bronzea dedicata al tenore
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Pesaro 2024 omaggia il maestro Pavarotti con una scultura bronzea dedicata al tenore È un omaggio sentito e pieno di orgoglio, quello che la Capitale italiana della cultura, si prepara a svelare sabato 27 aprile, alle ore 19, in piazzale Lazzarini, a pochi passi dal Teatro Rossini. Questo il luogo scelto per la collocazione della scultura bronzea a grandezza naturale che la Capitale dedicherà al "suo" Luciano Pavarotti, "nell'anno straordinario di Pesaro 2024". "È un regalo alla città ma soprattutto un omaggio a Luciano Pavarotti – spiegano Matteo Ricci, sindaco di Pesaro Daniele Vimini, vicesindaco assessore alla Bellezza - un artista straordinario mai dimenticato, cittadino onorario di Pesaro - che abbiamo deciso di onorare con una struttura bronzea, a grandezza naturale, di alto valore. Sarà collocata in piazzale Lazzarini, all'intersezione con via Curiel, in una posizione prospettica alla fontana affinché possa salutare e accogliere con la sua presenza, pesaresi e visitatori che arrivando da via Branca imboccano il piazzale, quasi per invitarli a teatro". La città aveva già anticipato l'intenzione di rendere omaggio "ad un artista straordinario mai dimenticato e amatissimo dai pesaresi, orgogliosi di poter mostrare a chi raggiunge la città, passeggiando sulla sabbia del lido Pavarotti, la villa che il tenore scelse come buen retiro custodita tra la verde falesia del Parco San Bartolo affacciata sull'Adriatico". L'aveva preannunciato prima ad agosto 2022, al termine della cerimonia di apposizione della stella di Luciano Pavarotti nella Walk of fame di Hollywood a cui aveva partecipato una delegazione di Pesaro; poi a ottobre 2023, nel giorno dell'88° compleanno del tenore. "Big Luciano" tornerà dunque nei luoghi della città, in abiti da concerto, abbraccerà e saluterà idealmente cittadini e visitatori durante l'anno speciale di Pesaro 2024. La statua bronzea, aggiunge Vimini: "Sarà collocata in modo tale da permettere a tutti di fotografarsi vicino al Maestro, con alle spalle la splendida vista del Teatro Rossini". Consentirà, nell'anno speciale di Pesaro 2024, "di rendere ancor più bello uno spazio riqualificato anche dalla volontà di fare rete dell'attività del piazzale che in questi mesi si sono organizzati per creare momenti di accoglienza". Vimini conclude con un "Grazie di cuore alla famiglia - che attendiamo all'appuntamento di sabato - per la generosità con cui ha abbracciato il progetto. Grazie all'assessore al Fare Riccardo Pozzi per il coordinamento dell'intervento che siamo certi renderà omaggio al Maestro e diverrà un punto di ritrovo, un luogo di riferimento della città, fiera di poter annoverare, nella sua storia, la presenza di Pavarotti come accaduto per l'apertura del BPA Palas, oggi Vitrifrigo Arena nel 1980 e come durante l'esibizione che fece durante il Rossini Opera Festiva in piazza del Popolo".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Gli Etruschi: Un popolo affascinante e misterioso
Gli Etruschi, noti anche come Tusci dai Romani, sono stati un'antica civiltà che ha prosperato nell'Italia centrale tra il IX e il I secolo a.C. La loro regione, denominata Etruria, comprendeva approssimativamente le odierne Toscana, Umbria settentrionale e Lazio settentrionale, con insediamenti che si estendevano anche in Emilia-Romagna, Campania e Lombardia. Origini e misteri Le origini degli Etruschi rimangono ancora avvolte nel mistero. Diverse teorie sono state proposte, tra cui una migrazione dall'Asia Minore o una lenta evoluzione da popolazioni italiche preesistenti. La loro lingua, non indoeuropea, non ha ancora trovato una completa decifrazione, ostacolando una comprensione profonda della loro cultura e storia. Società e governo Gli Etruschi si organizzavano in città-stato indipendenti, ognuna governata da una monarchia o da una repubblica oligarchica. Le loro città erano centri di commercio e cultura, caratterizzati da un'architettura monumentale e da una ricca vita sociale. La religione etrusca era complessa e politeista, con divinità associate a vari aspetti della natura e della vita umana. Arte e cultura Gli Etruschi erano abili artigiani e artisti, producendo opere di grande raffinatezza in ceramica, bronzo, oro e avorio. La loro scultura, caratterizzata da un realismo espressivo e da una profonda attenzione al dettaglio, rappresentava divinità, eroi e scene della vita quotidiana. La pittura etrusca, decorava tombe e templi con affreschi che narravano miti, leggende e rituali. Influenza e declino Gli Etruschi ebbero un'influenza significativa sulla civiltà romana, trasmettendo conoscenze in vari campi come l'ingegneria, l'architettura, la religione e il diritto. Tuttavia, a partire dal IV secolo a.C., la loro potenza iniziò a declinare a causa dell'espansione romana e di conflitti interni. L'ultima città etrusca, Volsinii, cadde nel 264 a.C., segnando la fine di questa affascinante civiltà. Eredità Nonostante la loro scomparsa, gli Etruschi hanno lasciato un'eredità duratura. La loro arte, la loro cultura e le loro conoscenze hanno influenzato profondamente il mondo romano e continuano a ispirare studiosi e artisti ancora oggi. Le loro città sepolte, come Veio, Tarquinia e Cerveteri, conservano ancora tesori archeologici di inestimabile valore, offrendo una finestra su un mondo antico ricco di mistero e fascino. Etruschi, popolo e civiltà misteriosa Gli Etruschi, con la loro cultura elaborata, il loro talento artistico e la loro influenza sulla storia italiana, rappresentano un capitolo fondamentale della civiltà mediterranea. La loro storia, seppur frammentata e ricca di enigmi, continua ad affascinare e ad incuriosire, invitandoci a scoprire i segreti di un popolo che ha lasciato un'impronta indelebile sul nostro passato. Foto di Giampaolo Ciurli da Pixabay Read the full article
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enkeynetwork · 16 days
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agrpress-blog · 2 months
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Forma e Materia. La grande scultura italiana del Novecento in mostra a Roma alla Galleria Russo L’esposizione di circa 30 opere, che ra... #FabioBenzi #FormaeMateria #galleriarusso https://agrpress.it/forma-e-materia-la-grande-scultura-italiana-del-novecento-in-mostra-a-roma-alla-galleria-russo/?feed_id=3402&_unique_id=65df55e1e9299
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Da: SGUARDI SULL'ARTE LIBRO TERZO - di Gianpiero Menniti
IL BAROCCO PRIMA DI BERNINI
Leggere la storia dell'arte seguendo pedissequamente le categorie inventate per confinare gli stili e le poetiche, non è una prassi che mi abbia mai convinto. Così, anche la stretta relazione tra un artista e un'epoca, mi è sempre parso un epifenomeno retorico o, peggio, una soluzione sbrigativa. In realtà, il gusto dei "pubblici", le scelte stilistiche, l'impulso dei committenti e le scuole di pensiero, le tendenze filosofiche e religiose, il clima di un'epoca e gli avvenimenti, rappresentano il crogiolo nel quale si sciolgono materie dotate di variegate temperature di fusione e di necessari tempi diversi: creare un amalgama non è un progetto possibile ma solo eventuale, accidentale, imprevedibile. A posteriori, tutto si tiene. Ma è un artificio esegetico: non può essere accettato ed è tollerabile a patto di riconoscere la necessità dell'approfondimento, del dubbio, dello sguardo indagatore. Senza questa consapevolezza, nei passaggi d'epoca si nasconde l'analisi grottesca che non spiega e sorvola. Un esempio, tra i molti, riguarda il Barocco e il ruolo di protagonista assoluto attribuito a Gian Lorenzo Bernini, che fu insigne, ma non l'unico. Basterà considerare una delle opere di Francesco Mochi (1580 - 1654) per sorprendere lo spettatore: "L'annunciazione" conservata nel Duomo di Orvieto. Realizzata tra il 1603 e il 1608, il gruppo scultoreo è animato da un dinamismo che correla, a distanza, l'angelo nell'atto improvviso dell'avvento al cospetto di Maria e la reazione istintiva della Vergine che compie una torsione sollevandosi dalla sedia. In quest'intuizione figurativa appare, con la medesima folgorazione, il segno di un tempo compresso all'estremo: epoche intere ridotte in un attimo. E' già barocco. Ma nessuno in quel momento lo sapeva. E' già barocco. Ma è solo arte che chiede udienza. E' già barocco. Ma è già oltre.
In copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
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londranotizie24 · 3 months
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Geografia Temporale, mostra di Sophie Ko all'Istituto italiano di cultura di Londra
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Di Pietro Nigro Al via la mostra Geografia Temporale - Un Viaggio Tra Pittura, Scultura e Tempo dell’artista Sophie Ko all’Istituto Italiano di Cultura e alla Estorick Collection. Geografia Temporale, un viaggio tra pittura, scultura e tempo all'Istituto di Cultura di Londra Sarà ospitata dall'Istituto Itlaiano di Cultura di Londra la prima mostra d'arte nel Regno Unito dell'artista Sophie Ko, dal titolo Geografia Temporale, curata da Elena Re in collaborazione con la Galleria de’ Foscherari di Bologna. Occasione unica di esplorare il percorso creativo di Ko, la mostra si svolgerà in due sedi distinte: inizierà all'Iic di Londra per poi trasferirsi con un'installazione presso la Estorick Collection of Modern Italian Art. La mostra sarà visitabile in anteprima con la preview ad invito organizzata dal Console Generale d’Italia a Londra Domenico Bellantone e dal Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura Francesco Bongarrà e curata da Elena Re che si terrà lunedì 5 febbraio 2024 dalle 17,30 alle 20,00. L'esposizione intende mostrare il percorso creativo di Ko, che esplora la pittura come mappe geografiche, offrendo al pubblico un'esperienza di paesaggi unici. Alcune opere sono realizzate con ceneri di immagini bruciate, mentre altre contengono pigmenti puri stratificati in polvere d'oro. La gravità è il tema principale di questa mostra, capace di trasformare i colori nel tempo, in un processo che rappresenta un'espressione di rinascita continua. Come dichiara Elena Re, la curatrice, "Con queste opere, Sophie Ko ha aperto la strada al suo approccio alla concezione della figurazione, proponendo qualcosa che si muove tra pittura e scultura, qualcosa che solo il tempo può disegnare". La mostra d'arte Geografia Temporale è in programma dal 6 al 19 febbraio, è aperta da lunedì a venerdì, dalle 10:00 alle 17:00, presso l'Istituto Itlaiano di Cultura di Londra (39 Belgrave Square, London, SW1X 8NX), è ad ingresso gratuito e non richiede prenotazione. Dopo la mostra, le Installazioni di Sophie Ko alla Estorick Collection of Modern Art L'installazione "Interventions: Sophie Ko" aprirà presso la Estorick Collection of Modern Art dal 7 febbraio. Questo progetto si ispira alle opere dell'artista Giorgio Morandi, parte della collezione permanente presso la Estorick Collection of Modern Art. Sophie Ko mira a creare un dialogo sulla nozione di tempo tra i dipinti del grande maestro italiano e i suoi. Il risultato è "Temporary Geography", un'installazione che segue il suo ritmo attraverso ceneri e pigmenti neri. "Interventions: Sophie Ko curata" è in programma dal 7 al 25 febbraio presso la Estorick Collection of Modern Art: Sophie Ko: Temporal Geography – Estorick Collection. Sophie Ko, interazioni con i materiali alla ricerca del tempo Sophie Ko (1981) vive e lavora a Milano. La pratica artistica di Ko si basa sul concetto di tempo, esplorato attraverso intense interazioni simboliche con i materiali che impiega - principalmente ceneri di immagini bruciate e pigmenti puri - e le immagini create. Il cambiamento e l'instabilità dei materiali nel flusso del tempo sono alcune delle costanti della sua ricerca artistica. Ad esempio, "Geografia Temporale" fornisce un'esemplificazione di opere eternamente sospese tra l'atto di creazione e quello di distruzione. Concepiti attraverso una negoziazione concettuale e formale tra scultura e pittura, questi lavori mettono in scena "un legame fatto di peso, pressione, gravità e la distruzione del tempo sulle immagini, ma anche di formazione, profondità, ritorno e rinascita riguardo al passare del tempo". I suoi progetti mirano a esplorare la caducità e la mutabilità dell'esistenza. Elena Re è una critica d'arte e curatrice indipendente. Lavora con istituzioni pubbliche e private, sia in Italia che all'estero, esplorando l'arte italiana attraverso progetti culturali, mostre, conferenze e pubblicazioni. Il suo interesse si concentra sul pensiero che precede l'opera d'arte, nonché su un approccio transdisciplinare all'arte nel suo complesso. La sua ricerca spazia quindi dalla fotografia concettuale all'architettura radicale e alla nozione del multiplo. ... Continua a leggere su Read the full article
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tour7-blog · 3 months
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Pesaro Capitale della Cultura 2024, cosa fare e cosa vedere.
Pesaro è una città ricca di storia, cultura e natura. È stata proclamata Capitale italiana della Cultura 2024 e, in occasione di questo evento, propone un ricco programma di eventi e iniziative che esplorano il tema della “natura della cultura.” Pesaro, Scultura di Pomodoro Ecco alcuni dei luoghi da visitare e delle cose da fare a Pesaro: Continue reading Untitled
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fashionbooksmilano · 2 years
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Immaginazione aurea
Artisti-orafi e orafi-artisti in Italia nel secondo Novecento
Catalogo a cura di Enrico Crispolti
SilvanaEditoriale, Cinisello Balsamo 2001,176 pagine, 300 ill.colori,  23x28 cm., ISBN  9788882153014
euro 30,00
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Mostra Ancona - Mole Vanvitelliana 21 aprile - 29 luglio 2001
Opere di: Carla Accardi, Afro, Getulio Alviani, Mario Ballocco, Renato Barisani, Aldo Calò, Carmelo Cappello, Eugenio Carmi, Pietro Cascella, Alik Cavaliere, Mario Ceroli, Bruno Ceccobelli, Riccardo Dalisi, Lucio Fontana, Omar Galliani, Lorenzo Guerrini, Edgardo Mannucci, Eliseo Mattiacci, Fausto Melotti, Bruno Munari, Arnaldo Pomodoro, Giò Pomodoro, Mimmo Rotella, Emilio Scanavino, Ettore Sottsass jr., Daniel Spoerri, Mauro Staccioli, Vladimiro Tulli, Giulio Turcato, Giuseppe Uncini, Luigi Veronesi e molti altri.
Attraverso la ricostruzione dell'attività dell'oreficeria italiana nella seconda metà del XX secolo, il volume mira a rompere l'usuale schema bipartito di artisti-orafi e orafi-artisti, istituendo un confronto aperto e paritetico tra le opere d'oreficeria realizzate da artisti plastici oppure da artigiani orafi. I più interessanti maestri della scultura contemporanea e dell'oreficeria in Italia, presentano le forme loro suggerite dall'immaginazione e dalla fantasia, nelle prezione materie dell'oro e dell'argento. Nel lavoro sull'oro (ma in realtà è in gioco una vasta gamma di materiali), ciascuno riversa le proprie esperienze e le proprie sperimentazioni: per l'artista l'impegno nell'oreficeria non è mai un trasferimento di ricerche già elaborate, ma l'occasione di una nuova e affascinante avventura espressiva; per l'orafo si tratta di portare intenzionalmente la propria realizzazione a un livello di elaborazione di valenza anche plastica.
02/06/22
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pikasus-artenews · 4 months
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Fausto Melotti: Jewelry
Uno dei maestri della scultura italiana del Novecento in mostra con la sua raffinata produzione di gioielli ispirati alle forme della sua scultura
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lamilanomagazine · 16 days
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Milano, Museo del Novecento. Inaugurati e visitabili quattro progetti espositivi realizzati in occasione di Milano Art Week
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Milano, Museo del Novecento. Inaugurati e visitabili quattro progetti espositivi realizzati in occasione di Milano Art Week. Nella Galleria del Futurismo, all'inizio del percorso museale, è allestito "VOL. XXXI: Futurism Drama", intervento site-specific dell'artista cipriota Haris Epaminonda (Nicosia, 1980), vincitrice della prima edizione di Fondazione Henraux Sculpture Commission. L'esposizione, a cura di Edoardo Bonaspetti e promossa dalla Fondazione Henraux in collaborazione con il Museo del Novecento, è un racconto di visioni, pensieri e temporalità. Essa apre un dialogo inedito tra i capolavori del primo Novecento, una selezione di opere di Medardo Rosso – figura di riferimento per l'avanguardia Futurista – e la ricerca dell'artista. Con le sue composizioni Epaminonda ricorda non solo l'importanza della connessione tra pensieri e tradizioni culturali diverse, ma anche il valore e la qualità che possono assumere nuovi mondi possibili (10 aprile - 12 maggio). Proseguendo nel percorso, nella saletta al terzo piano del Museo, trova spazio "Off Script", la mostra personale dell'artista olandese Magali Reus (L'Aia, 1981), vincitrice della VII edizione del Premio Arnaldo Pomodoro per la Scultura, realizzata in collaborazione con il Museo del Novecento e curata da Federico Giani. Espone una selezione delle più recenti sculture dell'artista, le Clementine, una serie che prende il suo spunto visivo dai barattoli di marmellata e di conserve della tradizione familiare. Si tratta di oggetti scultorei intenzionalmente artificiali e destabilizzanti che rappresentano, secondo la poetica di Reus, una riconfigurazione degli oggetti familiari e abituali che costituiscono il nostro mondo (10 aprile - 30 giugno). Al quarto piano, negli spazi degli Archivi del Novecento, "ARCHIVIALE_001. Dal 1940 a oggi - Istantanee dalle Gallerie d'arte di Milano", a cura di Mariuccia Casadio, è il primo capitolo di una ricerca che intende ricostruire oltre settant'anni di storia delle gallerie private di Milano con le loro scelte artistiche, le relazioni internazionali, gli eventi d'avanguardia, gli incontri con gli artisti. La mostra è promossa da MAC - Milano Art Community, il network che raccoglie le più importanti gallerie e istituzioni della città di Milano, in partnership with Gucci (10 aprile - 30 giugno 2024). Sempre al quarto piano, chiude il percorso "Ritratto di Città (20/20.000HZ)", grande installazione audio-video multi-canale del duo Masbedo (Iacopo Bedogni e Niccolò Massazza) a cura di Cloe Piccoli, che è fra i vincitori dell'undicesima edizione di Italian Council (2022), il programma della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura volto alla promozione internazionale dell'arte contemporanea italiana. Il progetto parla della rinascita culturale di Milano: dalla musica elettronica dello Studio di Fonologia RAI, dalle invenzioni di Luciano Berio e Bruno Maderna, lo sguardo si allarga all'architettura (BBPR), all'arte (Lucio Fontana), al cinema (Michelangelo Antonioni), alla grafica (10 aprile - 30 giugno 2024).... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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