Remedios Varo isn't a very well-known painter by the general public yet, which is quite sad! To try to Remedy (!) this situation, I've selected and listed some studies - books, articles, thesis - about her work and life that are totally free and also available online. This is a link to keep and save. Click here to check books in Portuguese, English, and Spanish, in this order. (painting: Character, 1961)
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Remedios Varo não é uma pintura tão conhecida pelo publico em geral, infelizmente. Para tentar remediar (!) essa situação, selecionamos aqui uma lista de estudos - livros, artigos, teses - sobre a vida e obra de Remedios Varo totalmente online e gratuita. Só clicar aqui e conferir livros em inglês, português e espanhol. (pintura: Personagem, 1961)
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Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO SECONDO - di Gianpiero Menniti
PARADIGMI DELLA RAPPRESENTAZIONE
Due modi d'interpretare, non solo il tema religioso ma il proprio tempo: simbologie opposte.
Il Cristo di Piero della Francesca è una rappresentazione di onnipotenza disincantata, la forza della verità che si erge, maestosa eppure solitaria e rassegnata, lascia dietro di sé le tracce del mondo sconfitto dalla sterile condizione dell'umanità immersa nel sonno della ragione.
Risorgere potrebbe apparire inutile.
Eppure, è il segno potentissimo che rivela la radicalità della scelta, tra salvezza e morte.
Al contrario, il "Risorto" di Paolo Veronese è trionfante, posseduto dalla mistica ascesa al cielo, ormai incurante delle vicende terrene, come un dio pagano si erge al di sopra della materialità e delle miserie umane, avvolto nella luce che acceca e spaventa, mentre l'angelo sul fondo, in una scena lontana, indica alle pie donne il compimento del disegno divino.
Il primo è un Cristo messaggero che invita gli uomini a destarsi per contemplare la dualità della storia e la necessità della scelta.
Ed un Cristo che imprime la sua "auctoritas" sulla realtà terrena in una plateale, solida fissità capace di suscitare un ineluttabile moto di conversione.
Il secondo è un "redentore" che offre il mistero della sua resurrezione come implacabile superiorità del divino sull'umano, come luce sulle tenebre, come leggerezza che vince la "gravitas" dell'esistenza terrena.
Ma che guarda in alto.
E si lascia contemplare nella sua apoteosi.
Due narrazioni della cristianità, opposte, inconciliabili.
Tra la severità che accoglie e l'alterità che allontana.
- Piero della Francesca (1416-1492): "La Resurrezione",1460-1465, Museo Civico, Borgo San Sepolcro (AR)
- Paolo Veronese (1528-1588): "La Resurrezione di Cristo",1570 circa, Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo
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Dallo studio, a voi la linea😉.
Iniziano tra pochi giorni , le feste della Natività di Gesù, vi auguro una settimana di serenità, insieme ai vostri cari😚
@gianluca.citi.art
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👁️ Here's a closer look at my painting "Playmates".
Just a friendly reminder that all of my artworks are available for purchase. 🇮🇹 You can find them at my studio in Montopoli in Val d'Arno, located in the province of Pisa. Contact me and feel free to drop by. Have a great day!
https://www.instagram.com/aseptic_void/
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Retrato das irmãs Arnouz, 1957. Você pode ler mais sobre quadros que Remedios Varo fez por encomenda aqui.
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Portrait of the Arnouz sisters, 1957. By Remedios Varo.
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Da: L'INEDITO CARAVAGGIO - di Gianpiero Menniti
L'ARTE NON È BELLEZZA
«.... Nelle mie opere, dal 1602 e 1603, c’è un differente trattamento della luce rispetto al passato, un modo di dipingere che con l’ombra accresce la componente emotiva delle mie rappresentazioni.
Quel buio che compare e dà forma è la proposizione realistica del buio metafisico.
Non c’è un Caravaggio in luce ed uno in ombra, ma solo un pittore che riconosce la forza dello spirito e che sperimenta, nel contrasto tra il chiarore ed il buio, lo smarrimento.
E nel medesimo tempo, la consapevolezza che anima di mistero incombente la vita. Io credo di aver raggiunto la perfetta unità di queste presenze, di realtà e spirito proprio appena prima di lasciare Roma, con la "Morte della Vergine".
Non fu a caso rifiutata e tanto schiamazzo provocò: poiché quel che volli segnare fu la misera fragilità del corpo nella morte, la crudezza dell’essere che in nulla rivela dello spirito, lo spirito fatto di sola fede e non di consistenza visibile di fenomeno.
Bellezza?
L’arte non è bellezza.
La bellezza è orpello.
L’arte è maniera di visione: visione dell’idea e visione del reale. Io ho scelto il reale poiché l’idea conforta ed esalta, ma il reale impone un balzo coraggioso in groppa ad una bestia feroce: la vita.
Io ho scelto il reale perché ho scelto la vita. Il colore, la luce, sono vita ma di essa occorre che il pittore tracci l’essenza astraendola dal contesto, isolandola e ricomponendola: solo in questo modo la vita prende forma innanzi a colui che animato di coraggio vuol vederla.»
- Michelangelo Merisi detto "Caravaggio" (1571 - 1610): "Morte della Vergine", 1604, 1606, Louvre, Parigi
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