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#frasi sensuali
artemisx78 · 8 months
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Buongiorno....
Sfiorami...
Con il tuo pensiero..
Che leggero accarezza la mia pelle..
Mentre ancora dormo e sento il calore della tua pelle sulla mia...
Mhm...
Quelle labbra che mi sembra di vivere in un sogno..
Invece... Sei tu che mi stai baciando e scoprendo il mio corpo..
Mi trovi sento la spalline della mia camicina abbassata e tu con quelle labbra che ti avventi di un mio capezzolo che monello non aspetta altro che la tua bocca...
Mhm..
Mi hai svegliata...
Con le grida di piacere che escono dalla mia bocca...
Mhm monello...
Ritorna nel mio sogno...
Perché in questo istante..
Ti chiederei solo..
Assaggia quello che mi fai...
Mhm ed io poi ti dico che vorrei fare la stessa cosa con te.....
Stenderti ed averti solo mio..
Vorrei solo sentire il tuo sapore in bocca...
E poi rinchiudermi dolcemente tra le tue braccia..e lasciarmi abbracciare...
E poi scappare...
mi rendo conto che è mattina e devo correre al lavoro..
Ti bacio dolcemente a lentamente..
Perché oggi questo bacio lo voglio portare con me per tutto il giorno... 💋
Ma amo il tuo profumo e il tuo sapore addosso..
DOLCEZZA E PASSIONE 🌹
@artemisx78
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romyy999 · 9 months
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Orgogliosa di essere la causa della tua erezione.
- romyy999
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vascoravasio-blog · 4 years
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Frasi Sensuali
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ross17-11 · 4 years
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Un po' di tempo fa ho scritto queste frasi, giocando ad usare solo parole femminili per descrivere un mondo fatto di luci e ombre. Non siamo solo donne angelicate, non solo elegante fragilità, non solo gattine maliziose e sensuali. Possiamo essere tutto questo insieme, oppure fregarcene ed essere solo noi, semplicemente e sontuosamente noi, prima di tutto persone.
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l-incantatrice · 5 years
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Criticano frasi poetiche, di bravissimi autori, abbinate a donne sensuali...poi, gli stessi, te li ritrovi nei profili di minorenni a dare consensi al bel sedere messo in mostra.
Gli incredibili..
Alchimia di parole pagina Facebook
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Ce ne stanno sguardi che fanno l'amore.
Labellezzadellepiccolecose - (via labellezzadellepiccolecose.)
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tuttacolpadeilibri · 7 years
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Pochi istanti e dimenticò che lui era pagato per baciarla, per farla sentire il centro del mondo. Era solo una donna tra le braccia del suo uomo. Gli concesse l’anima.
𝕊𝔼ℕ𝕊𝕌𝔸𝕃𝕀 𝕋𝔼ℕ𝕋𝔸ℤ𝕀𝕆ℕ𝕀 𝕊𝕌𝕃𝕃'𝕆ℝ𝕀𝔼ℕ𝕋 𝔼𝕏ℙℝ𝔼𝕊𝕊 - Fabiola D’Amico
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artemisx78 · 8 months
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Sorprendimi con un semplice bacio stringendomi il viso mentre mi dici:
"tu mi fai stare bene"
Sorprendimi con un abbraccio improvviso, tienimi stretta e non lasciarmi più.
Sorprendimi con quel dolce complimento che cerco da tanto tempo.
Sorprendimi con una carezza inaspettata e fammi vivere un infinito istante insieme a te. Voglio solo stare bene con te..
Sorprendimi andando controvento e contro tutto mentre parliamo di me e di te..
Fammi sentire che mi vuoi...
Cercami dimmi che non vedi l'ora di stare con me..
Non lasciarmi in silenzio..
E lasciarmi credere che non sia così...
Sorprendimi dicendomi tu sei nei miei pensieri...
Non essere uguale a tanti altri uomini..
Io non voglio un compagno te l ho sempre detto...
Voglio però sapere che sono tra i tuoi pensieri...
Voglio sapere che vuoi vivermi..
Come ho voglia io di vivere te...
Amico.. Amante..
Compagno di giochi..
Dolcezza e Passione 🌹
@artemisx78
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eliogia · 4 years
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in una espressione
È tempo di poesia necessaria, utile fondamentale per salvare vite non a persone malate ma la cui sofferenza è palese ogni giorno che trascorre nella ricerca di una bellezza semplice e sfrontata in una espressione di forme armoniche e sensuali che insegnano al bambino a diventare uomo che nascondono all'uomo i sogni di bambino travolto dalla sconosciuta scoperta delle fantasie che trascorreranno gli anni in tumulti e conflitti senza essere mai vinte ne perse E potremmo non accorgerci di sfiorare corpi senza attingere la loro soave beata leggerezza nelle notti di istanti folli semplicemente incoerenti quanto espliciti e le loro frasi scompaginano anni e anni di obbligati sacrifici
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artide · 6 years
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Siamo nel regime del corpo: le sue manifestazioni nell'immagine, nei rapporti e nel suo linguaggio. Si pensa che sia la mente a governare questo mondo a categorizzarlo ma i fatti dimostrano tutto il contrario. Questa vita è permeata dal continuo bombardamento pubblicitario, dalle nostre conversazioni che non posso più fare a meno delle emoticon per veicolare il nostro messaggio e per renderlo più corporeo; dalle interazioni costanti del nostro sistema corpo all'interno della realtà e con gli altri individui. Ci scandalizziamo quando questo corpo viene violato: violenze, stupri, costrizioni, torture, veli sono tutte manifestazioni del corpo e del suo indirizzamento al pensare collettivo. abbiamo la diffusione dei selfie, delle immagini pornografiche, e dei continui stimoli che ricerchiamo per soddisfare il corpo con il corpo. Non possiamo più fare a meno di questo rapporto, sempre più presente all'interno di questa società che sta diventando per lo più visuale ed immersa in una dubbia socialità. All'inizio di ogni articolo on line è scritto il tempo di lettura: la costrizione del corpo a rimanere concentrato su una stessa cosa per più di qualche minuto senza essere stimolata da immagini, ma solo lettere e significati che scorrono e hanno bisogno di essere collegati intelligentemente, deve essere anticipata. Un irrefrenabile bisogno di muovere questo corpo, anche adesso che i tasti ticchettano sotto le mie dita, e alle vostre che scorrono questo schermo che crediamo condiviso. questi pollici si stanno consumando in gesti compulsivi ed i vostri occhi si muovono su e giù alla ricerca di altre immagini. Questa sete costante, questo bisogno irrefrenabile di essere appagati da questo corpo; la mano che scende alla ricerca di stimoli, immagini sensuali e descrizioni brevi, e l'altra che ricerca il piacere. Ecco il regime del corpo, nel quale siamo immersi sempre più, non usando più la mente come attiva ma vincolandola a quello che il social ci propone di minuto in minuto in frenetici aggiornamenti. Nelle palestre affollate alla ricerca di una forma e di un'immagine alla quale aderire; nelle cose senza grassi, nel senza olio di palma e tutte quelle cose che ormai ci portano dal soggetto all'esperienza. Tutto si è ridotto ad una futile esperienza: il caffè non è più un solo caffè ma diventa uno slogan, un attore famoso, cialde non riciclabili di alluminio ed un simbolo. Questo corpo ha bisogno di fare esperienze ed un tempo c'era Messner che scalava le montagne senza protezioni, apriva vie inaudite, ora c'è la Decathlon che ci fornisce tutto a basso prezzo. (per non parlare di Philippe Petit, dove lo mettiamo uno così?) Ora è tutto così noiosamente vicino, alla portata di tutti e la fantasia si attiva per lo stretto necessario e non si riesce a veicolarla per più di qualche misero minuto. Le frasi si fanno sempre più brevi, i segni di interpunzione sono sempre più limitati e molti periodi iniziano per e. Questo è il regime del corpo che ci sta schiacciando: questo corpo muore ogni qualvolta si sceglie passivamente ed automaticamente, influenzati sottilmente da questa macchina perfetta; ogni qualvolta si pensa di essere multitasking e poter fare più cose contemporaneamente; muore ogni qualvolta facciamo una cazzo di fotografia e viviamo costantemente filtrando la realtà da un cellulare; muore nel fotoritocco di qualche genere, nella possibilità tecnologica di fare cose che non esistono. parliamo di libertà, di uguaglianza. Ma cosa significano ormai tutti questi valori, quando il corpo muore nelle proteste sterili dietro un post. Qualcuno è morto veramente e dovrebbe essere un monito per ricordarci di vivere e non essere succubi di questo regime del corpo.
A.
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killerfrost92 · 5 years
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Dress
Ma perché è così odiata questa canzone? Non l’ho capito mica tanto. Sarà per gli aaaah? Per il testo un po’ spinto? Ma non perché è spinto, ma una volta ho letto di chi la criticava che ci sono frasi ‘’cringe’’ come ‘’ only bought this dress so you could take it off’’ o ‘’carve your name into my bedpost’’. Lamentele che venivano da persone abituate a un certo tipo di canzoni sensuali, più dirette e più volgarotte. Non sono di certo abituate alla classe di Taylor e di come affronta lei questo tipo di canzoni, anche con creatività: è da tutti dire ‘’i want you in my bed’’, è da Taylor Swift dirlo così: ‘’carve your name into my bedpost’’, che significa che il compagno sei tu e io voglio solo te e appartiene a te l’altra metà del letto.
Ma infondo Taylor è sempre stata il top per questo tipo di cose, ci ha regalato tanti versi meravigliosi, di classe, eleganti, quando hai un vocabolario come il suo, ti puoi permettere di tutto.
Ma Dress è più di una semplice canzone sensuale, è una vera e propria dichiarazione d’amore che mostra ancora quel mix di paura e timore di perdere un amore vero e sincero che la faccia sentire bene in tutti i sensi. Come sapete, per molto tempo ho fatto questo errore di non ‘credere’ alla frase ‘’tutte le canzoni d’amore sono per Joe’’, dato che certi testi erano un mix di ispirazioni, pensavo che parlassero di Calvin o di Tom. Ma dopo mesi e mesi, ho finalmente capito che sì sono tutte per Joe, quando finalmente ho capito le dinamiche di reputation e della storia che voleva raccontare, mi sono resa conto di aver sbagliato. Dress era una di queste, insieme a Dancing(le due vengono una dopo l’altra nell’album), pensavo parlassero di Calvin, ma poi mi si accese la lampadina. C’è da dire che Dress è stata scritta a pezzi, quindi può anche essere che la prima ispirazione fosse rivolta a Calvin e che poi l’abbia ‘stravolta’ per Joe come già fece per Gorgeous.
Dress parte dandoci la visione di loro due che si nascondono in pubblico e di come nessuno li notasse. Si vocifera che durante quell’anno sabbatico in cui si sono frequentati prima di venire allo scoperto, Taylor girasse tutta imbacuccata per Londra senza che nessuna la riconoscesse. Aveva dalla sua anche e forse soprattutto la comapagnia di un ragazzo che non era ancora così conosciuto come ora, quindi la cosa veniva più facile. ‘’They got no idea about me and you’’, sembra che lo dica quasi con arroganza (in senso buono) e con ghigno nel senso che per anni i media hanno detto di tutto sulle sue relazioni e facevano ogni gossip ogni qual volta che si avvicinava a un uomo, questa volta gliel’ha messa in quel posto.
La seconda strofa contiene per me uno dei versi più belli e profondo di Taylor ‘’and if i get burned, at least we were electrified’’. Un verso così, nemmeno 3 anni prima in 1989 avrebbe potuto scriverlo, la maturità che Taylor ha acquisito nella sua visione dell’amore ha dell’incredibile. Cosa vuol dire con quel verso? Che se mai dovesse finire, lei ne rimarrebbe sconvolta, ma comunque hanno vissuto dei bei momenti insieme.
Il pre-chours è la parte in cui si riflette di più la sua vulnerabilità, mi piace soprattutto come viene introdotto dopo la seconda strofa, perché la frase introduttiva ‘’everyone thinks they know us, but they know nothing about’’ e elenca tutte le sue preoccupazioni, la sua titubanza a cedere a quest’amore. Alle persone a cui Dress non piace, il pre-chours è uno dei motivi e lo chiamano cringe..non so per quale motivo assurdo, io lo trovo un pezzo davvero bello e sensibile e perfetto per la storia che Taylor voleva raccontare.
I pre-chours abbondano da quando fa pop se ci avete fatto caso, vi siete mai chiesti come mai? La mia teoria è che scrivendo ritornelli corti e ripetitivi a differenza di quelli lunghi e dettagliati dei primi lavori, voglia allungare le strofe aggiungendo questi pezzi. E meno male comunque.
Nel precedente appreciationpost avevo scritto che si contano con una mano i bridge all’altezza dei vecchi, beh quello di Dress è uno di questi. E’ perfetto, meraviglioso, incredibile, emozionante, struggente, potente e chi più ne ha più ne metta. Riassume perfettamente tutto il concept del disco: mi hai trovato in un momento brutto della mia vita, ma mi hai vista per quello che sono e non per ciò che mostro o per come gli altri mi dipingono (even in my worst times you could see the best of me, even in my worst lies you saw the truth in me)
Le canzoni d’amore di reputation sono un gran passo avanti nella maturità di Taylor, sono canzoni che parlano di amore vero e tangibile, l’avevo già detto con New Year’s Day. Quel ‘’i wake up by your side, my one and only, my lifeline’’ non avrebbe mai potuto scriverlo per nessuno degli ex precedenti(magari solo Calvin che è durata un bel po’, ma non abbiamo canzoni sue quindi non lo possiamo sapere), ma intendo proprio quando era più giovane e vedeva l’amore come un sentimento da film e cioccolatini. Ringraziamo Joe per averle fatto capire cosa significa stare davvero con una persona: She dreamed of time machines and revenge and a love that was really something, Not just the idea of something. Appunto come dice nel suo poema Why She Disappeared.
Come sappiamo Taylor ha molte caratteristiche riguardanti la sua scrittura, una di queste era ripetere la prima strofa alla fine, qualche volta cambiando qualche parola per dare il giusto finale alla canzone, e anche in Dress lo fa. Ripete non proprio l’inizio, ma dalla parte di ‘’there is an identation in the shape of you’’ , ma invece di dire che la sua sagoma è marchiata su di lei, dice che lui è marchiato su di lei come un tatuaggio(you made your mark on me, golden tatoo). E qui andiamo indietro nel tempo, se ricordate in una delle ultime foto di fine 2016 prima che prendesse una pausa, aveva delle piccole stelline oro appiccicate sul suo corpo.. Il massimo dei tatuaggi che possiamo vedere su di lei XD. Non so se c’entra qualcosa con Dress, ma nel dubbio prendiamo ogni indizio come buono(https://images.genius.com/293b115b7e6817217b97af198ec408f9.…)
Devo dire che sonoricamente a me piace da matti, so che per molti non è così, ma se la confrontiamo con la ciofeca di sound di Call It What You Want, quello di Dress è arte. E infatti per un anno pensavo che l’avesse prodotta Max Martin e invece…. Quindi quando vuole Jack Antonoff ci sa fare, sa dare climax alle ballate..poteva farlo anche per Call It sinceramente.
Dress è una gran bella canzone, quindi amatela, vivetela e non soffermatevi su certi frasi che potete pensare che siano cringe. Anche perché non lo sono, il cringe è un’altra cosa. E' sensuale, è romantica, è vulnerabile, ha tutto ciò che una canzone d'amore deve essere.
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foundmeheree · 6 years
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No anzi, però noto che reblogghi più o meno le stesse cose, tempo fa non eri quel genere di blog
Hai ragionema ci sono molte frasi banali sulla mia Dashboard perciò non rebloggo nulla, e di scrivere ho smesso non ho più idee. Mi piace ciò che rebloggo, non sono immagini o gif troppo provocanti, anzi sono piuttosto intime e sensuali
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ilikeshoppingit · 7 years
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5 frasi che, dette a Letto, lo fanno Impazzire
Ecco come far impazzire a letto il proprio uomo con piccole frasi che in quella circostanza diventano magiche Per migliorare l’intesa nell’amore e vivere un rapporto sessuale davvero appagante, le parole giocano un ruolo molto importante. Le frasi dette a letto sono utili per capire i gusti personali e le abitudini ma possono svelare molti altri dettagli intimi, come i desideri più nascosti e le fantasie più ricorrenti. Alcuni amano sentirsi chiamare con bizzarri nomignoli, altri preferiscono i gemiti mentre in tanti si dilettano ad ascoltare e pronunciare frasi sensuali, in grado di ampliare il piacere. Se non siete soliti ricorrere a frasi hot per ravvivare la vita di coppia, iniziate con poche parole che, se ben accette, potrete rendere sempre più lunghe e sensuali. Leggiamo le 5 frasi che, dette a letto, lo fanno davvero impazzire.
1 “Tu mi fai impazzire. Continua così”. E’ un modo per farlo sentire lusingato ed abile. Certamente lui farà di tutto per ottenere una performance indimenticabile e per essere sempre così apprezzato.
2 “Voglio toccarti”. Questa frase gli fa capire di essere desiderato anche fisicamente, elemento che lo farà impazzire.
3 ” Sei mio, sono tua”. E’ una dichiarazione esplicita del legame unico ed indissolubile che vi lega, anche sotto le lenzuola. Con questa frase lo farete sentire il vostro uomo, colui che amate e al quale vi siete date completamente.
4 “Dimmi cosa vuoi che ti faccia”. Grazie a questa frase scatenerete la sua fantasia e renderete il rapporto intimo più vero e passionale. E’ un invito a lasciarsi andare, a dimenticare le abitudini per iniziare a provare situazioni nuove e piccanti. Queste parole sono anche uno strumento attraverso il quale conoscersi meglio, superando tabù e vergogne.
5 “Mi piace tanto”. E’ un apprezzamento diretto sul suo comportamento a letto che, di certo, apprezzerà moltissimo. Infatti, è la dimostrazione che non avete remore nel sottolineare la sua bravura e la sua capacità di farvi raggiungere il piacere.
Per approfondire l'argomento leggi QUI
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modagiovane · 7 years
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Come gestire al meglio il sesso di coppia
Messaggi subliminali hot, parole sensuali, frasi seducenti, gesti provocanti e tutti i trucchi per ottimizzare e dedicarsi al meglio al sesso nella coppia
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pangeanews · 4 years
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Per leggere Curzio Malaparte, lo scrittore eccentrico a tutto – anche a se stesso – dovete andare negli Stati Uniti
Che scoperta. Curzio Malaparte è uno dei grandi scrittori del Novecento – io non conto nulla, ma lo preferisco alle lacerate pagine di Pavese, al trapezio didattico di Calvino, alla pece pasoliniana. Spalanco i libri di Malaparte, putrescenti, eccessivi, eccezionali, anomali, imperiosi, e vedo qualcosa che si muove, come una cesta piena di serpi. Le parole di Malaparte si muovono. E lui mi pare puro Caravaggio, uno che della Madonna vede i piedi sporchi, sagomati di fango, che del sacro assembla l’osceno.
*
A Lima i condor avevano messo nido sopra le case spelacchiate. Gli uccelli ti guardano male, là, perché il sentore di morte è ovunque se non hai i soldi per pagarti le guardie del corpo, e tutto è cibo e divoratori di cibo, come dice il santo Mani. Scortato – appunto – andai in Università – statale, i diamantati campus all’americana mi erano preclusi. Parlai di tre libri, diversamente emblematici, sulla Seconda guerra in Italia. Il partigiano Johnny, Racconto d’autunno, Kaputt. La traduttrice era italiana, a insegnare lì, al capo opposto del nostro mondo, dopo un concorso vinto attraverso il Ministero degli Esteri. Immaginai storie di solitudine, superbia, lussuria – che non mi confermò.
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L’ultimo capitolo di Kaputt s’intitola “Il sangue”. In Malaparte c’è qualcosa di biblico, ovunque. Egli pare il cronista che racconta l’eccidio Gerico, è l’oplita che varca l’ossario israelitico insieme ad Alessandro il Grande, è il satrapo che assiste allo sterminio di Sodoma, l’architetto che fa crollare Babele, lo scriba che a Babilonia tira a sorte condannati o redenti. “Quella parola suonava nuovamente come una parola divina”, scrive Malaparte a proposito della parola sangue. “Ero stanco, deluso, avvilito… Tutti fuggivano la disperazione, la miserabile e meravigliosa disperazione della guerra perduta, tutti correvano incontro alla speranza della fame finita, della paura finita, della guerra finita, incontro alla miserabile e meravigliosa speranza della guerra perduta. Tutti fuggivano l’Italia, andavano incontro all’Italia”.
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Secondo l’etimologia dettata da Malaparte, kaputt “proviene dall’ebraico kopparoth, che vuol dire vittima”. La Bibbia è “voce del sangue” e gli animali scelti come vittime – vitto al dio – sono dissanguati, eppure “non spargete il sangue” (Gn 37, 22): la pasta rubina è raccolta in prodigiosi catini. Nella guerra tutto è vittima; la scoperta di Malaparte, nelle viscere di Napoli, è la “sofferenza senza disperazione, una sofferenza illuminata da una grande, bellissima speranza, di fronte alla quale la mia povera e piccola disperazione non era che un sentimento gretto di cui avevo onta e pudore”. Già, ma il sangue di quelle vittime sul sagrato della guerra quale dio ha da sfamare? Kaputt termina così, “Eh, che volete, signore: hanno vinto le mosche!”. Mosche. Belzebù. Ronzio sinistro. Il Signore delle Mosche.
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Certo. È esasperante, patetico, esagerato, prodigo al grottesco, Malaparte. Si dissangua scrivendo, s’intrufola nella faida della Storia. È insopportabile – e necessario. Credo che in altri paesi ne farebbero un santo, l’agiografia della dissoluzione, sarebbe capitale romanzesco. Eppure. Che paradosso. Il suo Diario di uno straniero a Parigi, pubblicato nel 1966 da Vallecchi, postumo, per la cura di Enrico Falqui, è introvabile. Tocca leggerlo nella traduzione americana – Paris Journal, per mano di Stephen Twilley; in Francia La table ronde ha pubblicato il Journal d’un étranger à Paris nel 2018, che esiste pure in una versione olandese del 2014… – introdotta con devozione da Edmund White, scrittore di lusso (di suo, in Italia, leggete almeno La doppia vita di Rimbaud, Ritratto di Marcel Proust e Ladro di stile. Le diverse vite di Jean Genet).
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In un articolo di Gary Indiana, pubblicato su “Book Forum” nel 2006, intorno alla traduzione americana de La pelle. “Curzio Malaparte è stato il Proust del macello che ha sconvolto l’Europa”.
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Lo dicono Eccentric Italian, laggiù, Malaparte. Eccentrico rispetto a un centro centripeto al convenzionale. Concentrato in se stesso, piuttosto, messo all’angolo, Malaparte esercita la scrittura come martirio. È nudo, davanti a te, attende il pugnale, ne hai il coraggio? Al posto del sangue, dalle sue vene ventose, escono verbi, epigrammi, condanne. Si scrive ciò da cui si fugge, in memoria dell’inevitabile. (d.b.)
***
Curzio Malaparte, prima di tutto, è un costruttore di frasi – frasi sensuali, che restano impresse a lungo nell’immaginazione. Nonostante si ritenesse un pensatore – era piuttosto geloso della fama di Gide, Sartre e Camus – le sue dichiarazioni sui francesi (“La Francia è l’ultima patria dell’intelligenza”), sul comunismo, sull’esistenza e sulle donne, lo rendono spesso confuso, ripetitivo, banale, sregolato, mentre la scrittura di un aneddoto bizzarro, un ricordo, una sensazione sono sorretti da frasi pressoché infallibili.
*
In realtà, fu un mitomane, un mentitore compulsivo che adorna la verità di aggettivi, non sempre per guadagno ma per una sfrenata necessità. Chiunque abbia letto i suoi capolavori sulla Seconda guerra, Kaputt o La pelle, non può dimenticare la scena, memorabile quanto improbabile, dei napoletani affamati che servono agli americani una bambina bollita in maionese, con coda di pesce, sostenendo che si tratti una sirena; o la scena dei cavalli che precipitano in uno stagno, nel nord Europa, e si ghiacciano, dando ai visitatori l’idea di una giostra bloccata, agghiacciante… C’è un brano del libro in cui un ufficiale fascista apre una pentola ricca di ostriche sgusciate dichiarando che si tratta di 40 chili di occhi umani. Non dico che questi eventi non siano veri, ma è certo che Malaparte ha una particolare attenzione verso il grottesco. Vere o meno, queste scene rendono alla perfezione gli orrori della guerra.
*
Dopo la guerra, Malaparte fu a Parigi: si attendeva un’accoglienza più calda di quella che ha ricevuto. Ha parlato e scritto in francese. Era socievole, ha coltivato molti amici parigini, era un sagace donnaiolo. Come risulta dal suo diario, in diversi lo evitavano, giudicandolo un fascista. A Parigi si vantava del suo esilio a Lipari, per cinque anni, per aver criticato Hitler; era stato agli arresti domiciliari nella lussuosa villa di Capri, diceva, per il suo assiduo antifascismo. In effetti, negli ultimi giorni del regime fu incarcerato per sottrazione indebita di fondi pubblici ad uso privato. Era stato membro del partito fascista e sostenitore di Mussolini. Fu messo agli arresti per aver attaccato verbalmente Italo Balbo, pilota ed eroe. Malaparte aveva scritto – per lo meno, firmato – un ritratto agiografico di Balbo. Il pilota non gradì e lo scrittore cominciò a calunniarlo. Malaparte era un uomo complesso, inquieto: alla fine della sua vita era un fervente cattolico e un membro del Partito Comunista.
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Di certo, fu un eccentrico. L’amore più grande della sua vita era il cane Febo. Quando scomparve, Malaparte lo cercò disperatamente per tutta Torino. Lo trovò da un vivisezionista. Malaparte nota che nessuno dei cani costretti alla tortura abbaiava: il medico gli spiega che il primo gesto compiuto in laboratorio è segare le corde vocali alle bestie. Malaparte, stremato dal dolore, convince lo scienziato a fare una iniezione letale a Febo, liberandolo dalle sofferenze. Di certo, si sentiva più vicino agli animali – innocenti, privi di innata malvagità – che agli uomini, Malaparte.
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È pieno di opinioni, su tutto, senza essere sinceramente interessato a nulla. Parla di Cartesio, ma forse non lo ha mai studiato, lo usa per dimostrare le ragioni dell’istinto sulla ragionevolezza. Lo esalta la distinzione tra Racine e Corneille; disprezza le donne tanto quanto ne ha bisogno, di una dice che “era piena di ovaie fino al collo”.
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In effetti, restò fuori luogo, un espatriato. In Francia non apparteneva agli esistenzialisti né ai comunisti, le due cabbale fondamentali; in Italia era stato eclissato da Alberto Moravia. In America fu denunciato da una rimarchevole donna che lo accusò di essere un rapace mentitore: “La verità in lui è una minuscola molecola sepolta da un gigantesco bozzolo di menzogne”.
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Per essere un anti-intellettuale Malaparte fu uomo dall’intelligenza sgargiante. Non fu un provinciale: conosceva l’Europa dell’Est, la Russia, la Finlandia, la Spagna, la Francia; poteva affezionarsi a chiunque, chiunque avrebbe potuto chiamarlo Mister Camaleonte. Come ha scritto il suo brillante biografo, Maurizio Serra, “Il camaleonte sa fare l’aristocratico con gli aristocratici, il diplomatico con i diplomatici, il soldato con i soldati”.
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Nel libro, prende il sopravvento lo sconcerto. Fa dei francesi i responsabili di Dachau. Quando continuano a chiedergli perché non abbia abbandonato le forze di Mussolini, esagera la domanda fino al grossolano. “Preferisco gli autentici collaboratori ai resistenti fasulli”. Racconta ai francesi quando fu convocato a Palazzo Venezia, da Mussolini, aveva vent’anni. Attende per ore, attraversa la stanza, silenziosamente, si approssima alla scrivania di Mussolini, nessuno lo riconosce. Alla fine Mussolini lo guarda, è stupito dalla sua giovinezza. Conosce tutto di lui. “La prego di non occuparsi più di me. Non amo i pettegolezzi e gli editoriali maliziosi”. Quando Malaparte gli chiede cosa lo abbia offeso, Mussolini risponde, “Due giorni fa al Caffè Aragno ha detto che indosso brutte cravatte”. Malaparte si scusa, viene allontanato. Poco prima di uscire, si volge verso Mussolini, gli dice: “Anche oggi, in effetti, indossa una brutta cravatta”. Mussolini ride, conquistato dalla sfacciataggine del giovane.
*
Oggi ridiamo ancora delle sue osservazioni oltraggiose, discutiamo della sua singolarità, ed è indiscutibile la bellezza della sua prosa quanto il fascino dell’uomo.
Edmund White
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artemisx78 · 2 years
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Niente mi prende, a niente mi lega, e a niente appartengo. Tutte le sensazioni mi prendono ma nessuna resta..e come se fossi l acqua di un fiume che ti scorre attraverso... Ti accarezza dolcemente.. Goccia dopo goccia ma dopo.. Lentamente ti scivola via..lasciandoti quella sensazione di star bene ed allo stesso tempo la cerchi... Perché una sensazione una volta provata cresce trasformandosi in bisogno.. Catturare quella sensazione è fermarla nel tempo... E viverla intensamente...
Catturami la bocca e vivimi...
DOLCEZZA E PASSIONE 🌹 🌹 🌹
@artemisx78
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