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#avere una madre
meinthebackground · 10 months
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Ah vedo che i grandi classici “tornatene a scuola invece che fare figli” sono tornati, perché una donna a quanto pare può scegliere solo in un modo. Se decide di diventare madre invece non va bene.
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2022 in books
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Last one of the books read in November!
This is another collection of detective stories - I liked four out of eight and I feel overall that I had a better time reading Una settimana in giallo, but I guess I have to expect to have different experiences of these collections considering the authors listes and how much fun they had with the theme.
Story-wise, a week-long mystery/investigation is bound to have more points of interest and to engender more satisfaction when the solution is found, rather than a night-long one! That said, my favorite stories of the bunch were:
Un regalo che solo io posso farti: set in Tuscany, with same main investigator (vicequestore, really) as the story in Una settimana in giallo, now with a three-month-old baby! I really liked the mystery plot - quick and streamlined as it had to be, cinsidering the time constraint - as well as all the little snippets of everyday life, both hers and her partner’s and the one sketched for the secondary characters; also, lots and lots of irony, always appreciated
Piano B: YAAAAAYY!! (ノ´ヮ´)ノ*:・゚✧ the Milan killers are back and they’re as fun as the first time I’ve seen them - they appear in the Monterossi TV series (Amazon Prime) and now I’m reading the novel that the first thee episodes adapt (Questa non è una canzone d’amore) and they’re just so much fun! I loved the reference to real-life commuters’ reaction whenever there is ‘an obstacle’ that impedes the usual running of the subway - we’re always such tactful people!
Fino a che la realtà non ci separi: I loved the fact that the clues were all in books and the reason for the main death - so unlike anything you usually see in stories like these
Quota 2.050 s.l.m.: I don’t much like that Schiavone seems stuck in the character that he was at the beginning of the series (I haven’t started the books and I don’t plan to, but I watched a few episodes of the first season of the adaptation on RaiPlay/Amazon Prime) and he seems to have learnt no practicl lessons on living on the mountains - I hope that there is internal development, at least, but he seems unvaried in the two stories I’ve read; the culprits were pretty easy to guess, but there’s alwayt a final little twist that slightly changes things that I cannot help but appreciate
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omarfor-orchestra · 2 years
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Comunque il video era Vinello che spiegava a Claudia Pandolfi il significato della parola crush
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mchiti · 3 months
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Non sei finito sul podio ma ti ringrazio per aver dato voce a tante cose. Alla Palestina. A noi figli di immigrati. A noi italiani di seconda generazione. Grazie per aver cantato Bayna. Grazie per aver portato l’arabo sul palco di sanremo, una cosa che mai avrei pensato di vedere in vita mia. Grazie perché hai fatto commuovere anche mio papà marocchino. Grazie perché mia madre avrebbe urlato se fosse stata qui a vederlo. Grazie per aver parlato di genocidio. Ti voglio bene. Tbarkallah 3lik akhouya🩷
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kanrix · 1 month
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Ok, el otro día estaba platicando con un amigo sobre Angela y Clay , en un momento mi amigo menciono que el piensa que Clay esta enamorado o algo asi de su madre, y yo *😭 QUÉ?*
No apoyo ni nada las relaciones así entre familia, ni mi amigo tampoco, pero se me hizo muy curioso eso ok, así que pensé en decírtelo aver que piensas tú sobre esto aaaAJAJAnomeodies
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Pues mira, Enamorado no. Pero Este hombre el único amor que ha recibido en toda su vida es el de su madre. Se apega demasiado a esa imagen de una madre porque es el único amor que conoce y está hasta el punto de que tiene esas, uh, "fantasías"?
¿Recuerdas el episodio donde Orel se entera que su padre es el alcalde e intenta convencerlo de hacer los huevos ilegales? Bueno, este tipo tiene alguna clase de complejo de edipo. Pero el está asqueado de estos mismos pensamientos y prefiere no tenerlos (o al menos así lo entendí yo.)
Cómo sea en conclusión a este weon se le murió la mami a los 12 años y ahora está traumadito con ella, Pero yo no diría que está enamorado de su madre.
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kon-igi · 5 months
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QUESTA È UNA STORIA CHE NON SO COME COMINCIARE A RACCONTARVI
È una storia triste con un finale velato di speranza che però non riesce a diminuire in me la tristezza, visto che è troppo spesso ripetuta ovunque nel solito loop di solitudine e sofferenza.
Non a caso ho deciso di raccontarla solo adesso e a taluni potrà sembrare che io mi voglia agganciare furbescamente al trend 'femminicidio' e con questo post fare virtue signaling.
Tutt'altro, credetemi.
Questa storia parla del coraggio di una ragazzina di 20 anni, l'unica reale protagonista, mentre noi come famiglia, semmai, abbiamo avuto solo il merito di essere al posto giusto al momento giusto.
Ricordate questo: AL POSTO GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO e poi nella chiusa a questo post capirete.
Anche se dubito fortemente che conosciate lei o siate venuti a sapere della sua storia, per un mio senso di riservatezza cambierò molti particolari, senza però far perdere mai il senso di quanto accaduto.
Mia figlia piccola aveva una compagna di studi con la quale era rimasta in contatto anche dopo la maturità e una sera questa ragazza è venuta a cena a casa nostra, su strana insistenza di nostra figlia perché era già tanto tempo che non si vedevano, tranne qualche messaggio con cui lei la teneva informata sullo stato di salute del fratellino di 7 anni, affetto da una forma aggressiva ma curabile di leucemia.
Avevamo capito che era successo qualcosa e infatti questa ragazza, durante la cena, ci confida che lei, la madre e, soprattutto, il fratellino sono da anni vittime di maltrattamenti psicologici e fisici a opera del padre.
E noi, su insistenza di nostra figlia che è riuscita a convincerla, siamo state le prime e uniche persone alle quali trova finalmente la forza di dirlo, visto che il padre aveva costretto la madre a chiudere i contatti con ogni parente e cerchia di amici.
Erano sole, la madre non lavorava e tutti dipendevano da un unico stipendio, quello del padre, che inoltre decideva quando e quanto potessero uscire di casa.
Una storia di abusi familiari come tante, solo che invece di sentirlo in un telegiornale ce le stava raccontando di persona una ragazzina smilza e che sorrideva triste per l'imbarazzo.
E poi ho visto gli occhi di mia figlia, pieni di rabbia e indignazione ma scintillanti anche di qualcos'altro... speranza, anzi, convinzione che noi potessimo aiutarla.
Con un peso enorme nel cuore, le abbiamo allora parlato tutta la sera, l'abbiamo consolata, consigliata e spronata a fare quello che la madre non aveva più la forza di fare: denunciare ai carabinieri e rivolgersi a un centro antiviolenza.
E mentre lei piangeva lacrime di gioia per aver finalmente trovato qualcuno con cui aprirsi, le arriva un messaggio wathsapp sul telefono con una foto.
Una foto da suo fratello.
Che si era fotografato il naso.
Rotto e sanguinante.
E il messaggio sotto diceva 'Papà ha picchiato la mamma e poi me. E poi se n'è andato'.
Un bambino di 7 anni con la leucemia che deve andare a fare la chemio due volte a settimana.
A vederlo scritto pare assurdo pure a me, una di quelle brutte sceneggiature per una fiction rai in prima serata ma il fatto era che stava succedendo di fronte ai nostri occhi e non so come io sia riuscito a non prendere una delle mie asce appese al muro per andare schiantarlo in due come un ceppo marcio.
Lei, però, non si scompone più di tanto e ci dice 'Adesso vado. Ci penso io' con un tono che nascondeva stanchezza e abitudine... ma forse anche qualcos'altro di nuovo.
Vent'anni anni e ci pensava lei, quando noi - cinquantenni - eravamo solo riusciti a dire delle belle parole, tutto sommato inutili.
Prende ed esce, con noi che le andiamo dietro urlandole di chiamare subito i carabinieri e cercando di andare assieme ma lei sembra essere molto decisa, finché le luci posteriori della sua macchina non scompaiono nella notte.
Minuti, decine di minuti e poi ore ad aspettare notizie, senza conoscere il suo indirizzo e senza sapere dove mandare qualcuno a controllare.
Poi squilla il telefono. È lei. Ci racconta che quando è arrivata a casa ha subito controllato che non ci fosse la macchina del padre, è entrata e ha chiuso la porta da dentro lasciandoci le chiavi sopra. E quando il padre, ore dopo, ha provato a entrare e, non riuscendoci, ha cominciato a dare in escandescenze, ha chiamato i carabinieri dicendo loro che aveva picchiato la madre e il fratello.
Carabinieri che, ovviamente, lo hanno beccato mentre prendeva a calci la porta di un appartamento con dentro una donna e un bambino sanguinanti per le botte ricevute.
Nonostante tutto, quella notte non siamo riusciti a dormire.
Il giorno dopo mi arriva un audio su whatsapp (le avevo dato il mio numero per emergenza) e per quanto forse avrei potuto postarvelo qua per farvelo ascoltare, preferisco trascrivervelo
'Ciao, sono E. Ti volevo dire che ieri sera siamo stati al pronto soccorso e io ho insisitito con i medici che facessero tutte le foto a mamma e L. e che poi chiamassero la polizia che c'è dentro. L. è stato coraggioso e ha raccontato tutto, poi anche mia mamma ha trovato il coraggio di parlare. Ora stiamo andando al centro antiviolenza di Parma così ci aiutano con gli avvocati e magari ci trovano anche un altro posto dove andare. Io vi volevo ringraziare perché per la prima volta in vita mia mi sono sentita in una famiglia vera che capiva il mio dolore e la mia paura e con voi ho trovato la forza di parlare. Grazie di essere così meravigliosi'
Io ogni tanto ascolto quell'audio e poi le telefono per sapere come va. Lo ascolto perché, vedete, non mi sembrava che avessimo fatto chissà che cosa ma il tono della sua voce diceva tutto il contrario.
E allora mi sono ricordato di quella vecchia storia del ragazzino con la gamba rotta al quale ho fatto compagnia mentre aspettavamo l'elisoccorso e di come i genitori, mesi dopo, mi hanno riconosciuto in mezzo alla folla e mi sono venuti ad abbracciare come se gliel'avessi riattaccata, quando io mi ero limitato solo a rassicurarlo in attesa dei soccorsi.
Però ero al posto giusto al momento giusto.
Quel posto e quel momento, però, che non sono e non accadono mai a caso alla persona che sa cosa sia la sofferenza.
Se questo mondo non vi ha reso cattivi - e se siete arrivati a leggere fin qua non solo non siete cattivi ma anzi molto pazienti - allora avrete capito che il posto giusto al momento giusto è quello in cui siete ora, nello stesso frammento di tempo in cui decidete di spostare gli occhi dal centro del vostro dolore personale alla consapevolezza di quello degli altri.
Come non mi stancherò mai di dire, una mano protesa salva tanto chi la stringe quanto chi la tende.
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falcemartello · 4 months
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Dopo aver tragicamente ucciso tre suoi connazionali che sventolavano bandiera bianca (tre ostaggi di Hamas) ieri cecchini dalla IDF hanno sparato in testa a una madre e alla figlia cristiane davanti alla parrocchia della Sacra famiglia a Gaza.
E niente, capita di sbagliare mira...
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ninoelesirene · 4 months
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Mi piace ripercorrere la storia degli oggetti. Ogni 18 dicembre ci penso, perché è il compleanno del mio cane. Quando è morto, l’abbiamo sepolto in mezzo alla campagna romana, avvolgendolo in un asciugamano da mare matrimoniale che io e mia madre comprammo negli anni ‘90 al Mercatone Zeta. Il Mercatone Zeta ha chiuso tanti anni fa ed era descritto bene dal suo nome: un grande mercato, di livello Z; ma, se sapevi cercare, qualcosa tiravi fuori. Ricordo l’episodio perché pensai a che bella idea fosse avere un telo da condividere, di cui non devi tirare ogni due secondi i bordi o spianarli alla perfezione. Il mare è questo per me ed era questo per noi: l’amore condiviso. Sull’asciugamano era disegnata una barca che veleggia in mezzo a una baia circondata dal verde. Quando lo comprammo, Jack ancora nemmeno ce lo avevamo. Quando lo comprammo, mia madre stava benissimo. Chissà come è finito a Roma, forse l’ho preso con me quando ci ho portato Jack, che, in effetti, era il cane di mia madre (e nel libretto delle vaccinazioni portava anche il suo cognome). Insomma, è proprio in quell’abbraccio di ma(d)re e ricordi che il corpicino di Jack giace dal 2012, anno in cui, di fatto, finisce la sua storia, ma anche quella del nostro amato asciugamano familiare, protagonista apparente o reale di questo ricordo.
Ogni 18 dicembre e ogni 6 gennaio, giorno in cui Jack è morto, ci penso e trova risposta una delle domande che mi pongo più spesso: perché, per anni, ricordiamo episodi apparentemente ininfluenti, come l’acquisto di un asciugamano di spugna sottile in un grande magazzino? Li ricordiamo perché quegli episodi hanno il futuro dentro, solo che ancora non lo sappiamo. Un secondo dopo, però, immagino anche che nessuna storia è mai davvero conclusa, e magari, su quella barca, in quella baia circondata dal verde, Jack e mia madre ora stanno veleggiando, liberi.
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papesatan · 4 months
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E già qualcuno fra i parenti ha osato chiedermi del concorso. Ma come, non partecipi? Vedo già le mie zie insegnanti partir gagliarde con le solite domande cui non saprò cosa rispondere. La verità porterebbe a una bruta discussione, meglio tentar la via della cieca ignoranza o, peggio ancora, della menzogna compiacente. Ogni volta resto muto e interdetto, incapace di soffrirne a voce, perché ho un lavoro, cristo, un lavoro creatomi dal nulla, MI SONO DATO un lavoro e per loro non è abbastanza, perché non è un posto pubblico. Forse chi ha visto Quo vado? ma vive al nord non ha ben chiaro quanto quel film ritragga fedelmente la gretta mentalità della mia terra, ma è davvero così e non fa ridere per niente. Ricordo ancora benissimo i mesi precedenti l’apertura, il silenzio dei parenti, il vuoto intorno, le risatine di mia nonna: “Ma verrà qualcuno?” e l’insistenza di mia zia: “Hai mandato le Mad? Dovresti provare col sostegno, da lì è più facile entrare” (e di questa immonda realtà parleremo un’altra volta). Ci litigai, speravo d’aver chiarito una volta per tutte le mie intenzioni, ma puntualmente dopo qualche mese tornò a chiedermi: “Allora, hai mandato le Mad? Nessuna supplenza?” “Eh, no” mentii “purtroppo nulla”. Ci rinuncio, perché quella dei nostri genitori ormai è una generazione totalmente slegata dalla realtà, convinta di vivere ancora gli anni ‘90, dove tutto era possibile, dove entravi dove volevi con l’aiuto di zio Cosimino, dove il politichino di turno sistemava gli amici di amici, dove una laurea e un concorso significavano qualcosa. Oggi la mia dipendente, povera crista che quando non lavora passa le giornate a studiare, mi ha rivelato che per la sua classe di concorso i posti messi a bando per la Puglia saranno 3. Come dovrei non incazzarmi? Come si può restare calmi di fronte a tanto schifo? Capite perché ho mandato tutti al diavolo, aprendo la MIA scuola? Non possiamo star qui a invecchiare all’ombra di mamma e papà, in attesa che lo stato ci permetta di fare ciò che abbiamo sudato e studiato decenni per fare. In famiglia nessuno sa che ad aprile ho rinunciato all'orale. Non li ritengo stupidi, è probabile che qualcuno abbia capito (forse mia madre?), dall’Usr dell’Emilia Romagna si sono fatti vivi dopo un anno (un anno!) dal superamento dello scritto, questo sì, ma è poco plausibile che venga indetto un nuovo concorso senza aver posto fine al precedente. Almeno il dubbio deve averli sfiorati. Ma non ho il coraggio di dirglielo, lascerò che lo capiscano da sé, se vogliono, non sopporterei la cenere di quegli sguardi delusi, il ricordo di mio padre che dopo lo scritto esulta al telefono: “Volesse Iddio che ti sistemi”, la segretaria dell’Usr che alla rinuncia insiste incredula al telefono ed io che le rispondo: “Non posso, ho cambiato vita”. No, la verità li ammazzerebbe, non so manco perché poi. E la cosa che mi fa più ridere è che proprio loro, le mie care zie insegnanti, gente del mestiere, non capiscono che non potrei affiancarlo in nessun modo a ciò che già faccio, perché è già un lavoro a tempo pieno. Come potrei mai dedicarmi il pomeriggio al doposcuola e preparare al tempo stesso le lezioni del giorno dopo? Partecipare ai consigli, collegi vari, attività pomeridiane ed essere ubiquamente al mio locale? Gestisco un’attività, cazzo, non è mica il lavoretto dell’estate. Ma non lo capiranno mai tanto, meglio che m’abitui sin da ora a ripetere: “Oh, sì, eccome se ho sentito! Non vedo l’ora di tentar la sorte anch’io alla lotteria!”    
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fedemexyart · 5 months
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This is a gift for my mother's birthday (today) and it's very, very, very special to me. This is the first year we're living without my maternal grandmother, who passed early this March. I know how this impacted my mum's life, so on this day I wanted to make her something special. This is for her as a mother and as a doughter: the little crown of daisies rapresents my dear granny who used to had the gardens around her house full of them and the pose is taken from one of my favorite childhood's pictures. I consider myself so lucky to have such a beautiful relationship with my mother. I love you so much: thank you for all the support during my life, expecially in this last year, for being there in my absolutely worst moments, thank you being born on this day. ❤️ - ITA: Questo è un regalo per il compleanno di mia madre (oggi) ed è molto, molto, molto speciale per me. Questo è il primo anno che viviamo senza la mia nonna materna, venuta a mancare all'inizio di Marzo. So come questo ha influenzato la vita di mia mamma, quindi oggi volevo farle qualcosa di speciale. Questo è un regalo per lei come madre e come figlia: la coroncina di margherite rappresenta infatti la mia cara nonna che ne aveva pieni i giardini intorno a casa e la posa è tratta da una delle mie foto preferite della mia infanzia. Mi considero molto fortunata ad avere un rapporto così bello con mia madre. Ti voglio tanto bene: grazie per tutto il supporto durante la mia vita, specialmente in quest'ultimo anno, per essermi stata vicina nei miei momenti peggiori, grazie per essere nata in questo giorno. ❤️
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eleonorasimoncini · 4 months
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Sono la tua P
Sono una puttana perché mi piace
Sono una puttana perché ho amato senza riserve
Sono una puttana perché ho disobbedito senza riserve
Sono una puttana perché non confondo più sesso, sex work e amore
Sono una puttana perché come puttana posso ridere senza motivo e anche a sproposito
Dico sono una puttana e non faccio la puttana perché quando lo faccio lo sono anche intimamente
Sono una puttana perché il lavoro che avevo prima non sapevo più farlo
Sono una puttana per essere la figlia che i miei non avrebbero voluto mai e non vogliono adesso
Sono una puttana perché non sono il figlio maschio che i miei avrebbero voluto
Sono una puttana per capire chi mi vuole veramente bene e mi accetta anche se sono una puttana
Sono una puttana perché non sopporto i tacchi a spillo e voglio indossarli il meno possibile per camminare a piedi scalzi
Sono una puttana perché non sopporto il perbenismo
Sono una puttana perché il mio lavoro mi ha impoverito
Sono una puttana perché gli uomini che rispondono agli annunci erotici te la chiedono gratis senza dire né buongiorno né buonasera e dando per scontato che sei una puttana gratuita
Sono una puttana perché dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fiori
Sono una puttana perché gli uomini vogliono fare con me cose che non hanno il coraggio di chiedere alle mogli e alle fidanzate (incluso il mio compagno)
Sono una puttana perché mio marito confonde la donna per bene che ha sposato con la propria madre e qualche volta anche con sua figlia
Sono una puttana perché gli uomini per bene vogliono sposare una donna per bene ma per fare sesso preferiscono una puttana
Sono una puttana perché il sesso ognuno lo fa come vuole anche a pagamento se ritiene opportuno
Sono una puttana perché qualcuno mi ha detto ti vesti come una puttana, ti trucchi come una puttana, fai sesso come una puttana
Sono una puttana per sapere cosa provano in strada le donne sfruttate, mie sorelle
Sono una puttana perché il lavoro a 4 euro l’ora è schiavitù per uomini e donne e io voglio vivere
Sono una puttana perché ho bisogno di leggere e avere tanti libri
Sono una puttana perché il lavoro intellettuale e il lavoro artistico sono sottopagati sfruttati e offesi
Sono una puttana perché l’Italia ha rinunciato ai suoi artisti
Sono una puttana perché l’Italia ha affamato i suoi artisti
Sono una puttana per poter restare in Italia e fare arte
Sono una puttana perché i miei amici artisti sono quasi tutti andati via, attori, registi, produttori più o meno indipendenti, musicisti, ballerini, mimi, pittori, performer, artisti visivi, designer, architetti e folli innamorati della vita
Sono una puttana perché le mie amichette studentesse universitarie per pagarsi una camera tugurio in affitto a Roma devono fare le puttane (i maschi per lo stesso motivo spacciano o battono anche loro)
Sono una puttana perché amo la mia vagina e non la disprezzo
Sono una puttana perché certe volte quando ho fatto l’amore mi sono sentita stuprata
Sono una puttana perché la famiglia in questo momento storico è il luogo più violento che c’è
Sono una puttana perché sono stata una bambina assillata
Sono una puttana per tutte le donne che sono morte a causa del loro essere donne, madri, lavoratrici, figlie incomprese, mogli sole, puttane sole, amanti nascoste, fidanzate uccise perché un uomo insicuro le perseguitava
Sono una puttana perché il sesso a pagamento è un lavoro e ha dignità
Sono una puttana perché la puttana è genere sessuale diverso e un piacere diverso per tutti coloro che lo praticano
Sono una puttana perché il sesso è sacro e sacro a questo mondo vuol dire monetizzato. Ché tutti sappiano cos’é il loro senso del sacro
Sono una puttana perché ogni gesto è puro incluso il più riprovevole se lo fai con l’istinto di un animale e non di un uomo
Sono una puttana perché i miei alunni consideravano Pasolini un frocio marchettaro
Sono una puttana perché sono femmina e femminista
Sono una puttana perché per una donna fare sesso libero in molti posti è ancora un reato
Sono una puttana, una strega, una mistica, una madre, una santa perché posso contenere il mondo, tenendomi in equilibrio
Sono una puttana perché il mio pensiero potrebbe dare fastidio
Sono una puttana perché hanno uccisa Ipazia dandole della puttana
Sono una puttana perché non è solo il mestiere delle donne ma da che mondo è mondo è il lavoro degli uomini
Sono una puttana perché ho abolito il senso di colpa dei genitali
Sono una puttana perché il mio cuore è puro e non ha doppio fondo
Sono una puttana perché rigetto il potere
Sono una puttana perché voglio riprendermi il desiderio di essere donna come dico io e non come dice un uomo
Sono una puttana perché questo è un mestiere inventato da un uomo per dividere le donne in belle e brutte buone e cattive e io me lo riprendo
Sono una puttana perché voglio stabilire il prezzo che gli uomini mi hanno dato e mi hanno tolto
Sono una puttana perché questo è un lavoro nobile e antico rovinato dalla politica come dice Pia Covre
Sono una puttana perché tutte le donne per bene e per male sono sorelle
Sono una puttana perché una moglie per bene può essere più in vendita di una puttana
Sono una puttana perché non voglio la protezione di un uomo
Sono una puttana perché questa parola si usa a sproposito
Sono una puttana perché mio padre aveva paura che diventassi una puttana
Sono una puttana perché voglio che noi donne riprendiamo a vederci e a ridere delle nostre imperfezioni fisiche e della nostra vecchiaia
Sono una puttana contro una società che trasforma le nostre bambine, le nostre figlie in tutto il mondo in puttane
Sono una puttana perché di dieci uomini politici che ho conosciuto a nessuno darò mai il mio voto solo perché è mio cliente
Sono una puttana perché meglio freddare i bollenti spiriti con una puttana che fare violenza alle proprie donne
Sono una puttana perché gli uomini non sanno gestire come uomini la propria sessualità
Sono una puttana perché la civiltà di un paese si misura da come tratta le proprie donne
Sono una puttana perché amo la democrazia e odio la dittatura della maggioranza
Sono una puttana perché da un uomo di potere non ho mai accettato mai niente tranne il mio cachet e da mangiare. Da mio padre
Sono una puttana perché finalmente mi amo e mi accudisco come merito
Sono una puttana perché ho bisogno di una stanza tutta per me
Sono una puttana perché voglio capire che c’è di tanto strano in questo mestiere
Sono una puttana perché le donne devono stare tutte insieme puttane e donne per bene e mettere insieme le loro vite
Sono una puttana perché ancora oggi una donna non prende valore di per sé ma ancora come secoli addietro per il matrimonio che ha fatto al massimo per gli studi che ha fatto o i figli che ha avuto
Sono una puttana perché voglio sapere perché le donne hanno paura di essere definite puttane
Sono una puttana per sapere perché questa società ingiuria le puttane, le occulta, le biasima, le disprezza ma dietro le porte delle puttane c’è sempre la fila
Sono una puttana colta perché la gente dice che se fai la puttana è perché non hai altre possibilità
Sono una puttana perché vorrei che tutte le donne dicessero anch’io sono una puttana come te e non mi vergogno di dirlo perché anch’io…
Sono una puttana
Cit.
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arcobalengo · 9 months
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Questa meraviglia della tecnologia anni 60 é atterrato sulla luna con due astronauti dentro.
Con le riserve di ossigeno, acqua, cibo e attrezzature necessarie.
Con i serbatoi pieni dei propellenti necessari per guidare la discesa.
Poi si è diviso a metà, ed è decollato aiutato da un razzo che doveva avere una potenza specifica almeno 6 volte di quella del lanciatore Saturno multistadio, in orbita lunare.
Con i serbatoi ancora pieni di tutto il carburante che occorreva per decollo, risalita e raggiungimento della velocità di fuga dalla forza di gravità lunare ( un sesto di quella terrestre )
Ha raggiunto la velocità di oltre 11.000 kmh in pochi secondi.
Nelle profondità dello Spazio, grazie a un computer potente un centesimo di un commodore 64, ha trovato con precisione chirurgica l'Astronave Madre, si è girato a 180 gradi, ed è stato agganciato al volo dall'Apollo 11 in orbita.
Poi, è stato scaraventato sulla superfice lunare dopo che i due astronauti sono rientrati dentro la navicella madre.
Davvero un peccato aver perso tutti gli appunti, le telemetrie, il domopak, tutta la stratosferica tecnologia che ha permesso un prodigio del genere.
Giuseppe Masala
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shashashina · 10 months
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I don't hate you
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Questa storia parla di Tom Kaulitz, membro della band Tokio Hotel, li ho conosciuti recentemente, come molti della mia età credo, lo trovo davvero carino e divertente e dato che avevo un'idea per una storia l'ho messa in pratica. In questa storia Tom ha circa 20/21 anni, è ambientata nel 2010/11. Spero davvero che la mia storia vi piaccia, vi ricordo che l'inglese non è la mia lingua madre e che sto usando il traduttore, se ci sono errori fatemelo sapere così posso migliorare la storia.
Attenzione:
In questa storia ci sono piccole dosi di accenni a: alcol, sesso, bullismo e violenza, se non vi piace il genere non leggete e non criticate.
Riepilogo:
Tu e Tom non siete mai andati d'accordo, vi siete conosciuti da piccoli ed è stato odio a prima vista, tante cose sono cambiate nel tempo, tante, tranne il tuo odio per lui, o forse è cambiato anche questo?
Conteggio parole: 3.735
Io e i gemelli Kaulitz ci conosciamo da molti anni, da quando io e Bill abbiamo partecipato al programma Star Search nel 2003 e io mi sono classificato terzo. Ho sempre provato affetto per Bill, di Tom si potrebbe dire il contrario, con lui ho sempre avuto un rapporto di odio reciproco, non siamo mai andati d'accordo e abbiamo iniziato a litigare dal primo incontro, con Bill ci provava per risolvere le cose in modo pacifico. Sono passati anni dalla prima volta che ho conosciuto le gemelle e molte cose sono cambiate, tranne i continui battibecchi tra me e Tom, sono la cantante di un gruppo composto da me e altre tre ragazze, siamo i Blue Sky, abbiamo abbiamo fatto diverse tournée in tutta Europa e abbiamo collaborato con altri gruppi musicali. Adesso io e il mio gruppo siamo nel backstage del palco e tra meno di 10 minuti ci esibiremo, c'è così tanta gente e non avrei mai pensato che saremmo riusciti ad avere così tanto successo, mi batte forte il cuore, sono emozionato e spaventato all'idea Allo stesso tempo, non credo che mi abituerò mai all'idea di poter cantare le mie canzoni davanti ad un pubblico così vasto e di essere in tournée in giro per il mondo. Entriamo in scena, corriamo sul palco e il pubblico è estasiato, inizio a cantare e come sempre quando sono sul palco con i miei amici e i membri del gruppo entriamo in un mondo tutto nostro, dove l'unica cosa che conta è dare il massimo, trasmettere la nostra passione e la nostra determinazione. Sono trascorse circa due ore dall'inizio del concerto e siamo davvero stanchi ma felici di essere riusciti a dare il massimo anche oggi. Siamo all'ultima canzone e presto potremo tornare in albergo a rilassarci, potrò riprendere il film che non sono riuscito a finire ieri sera, Lyra la mia batterista ha deciso che invece di fare guardo "Le pagine della nostra vita" saremmo dovuti andare ad una festa, e lei mi ha praticamente obbligato a farlo... C'era tantissima gente alla festa e alla fine ci siamo divertiti tutti e 4 , Lyra ed Emma erano piuttosto ubriache, mentre Katie e io ci prendevamo cura di entrambe impedendo loro di fare cose stupide. Siamo arrivati ​​a casa verso le 3:00 del mattino e visto che oggi ci siamo svegliati verso le 08:00 del mattino, abbiamo tutti 5 ore di sonno, a quanto pare però diamo il massimo quando dormiamo poco, sta diventando quasi un rito per andare ad una festa la sera prima di un concerto. Il concerto è ormai finito e stiamo salutando i fan, stanno urlando i nostri nomi e dicono che ci amano, che rendiamo migliore la loro vita e questo fa piacere a tutti, andiamo nei camerini per rinfrescarci "Certo che è stato fantastico oggi, non credi?" Emma dice emozionata "Sì lo era, ma lo dici ad ogni concerto" Katie risponde con un'aria molto stanca "Certo che lo dico ad ogni concerto, ogni concerto che abbiamo fatto è stato fantastico, adoro lavorare con voi ragazze" Dice Emma avvolgendoci in un abbraccio. Entriamo nei camerini e prima di tutto vado a sciacquarmi la faccia, asciugandomi il sudore e il trucco, poi torno all'altro "Ehi ragazze, che ne dite di mangiare pizza stasera?" Suggerisco "Pizza? Ci sto". Lyra alza la mano ed Emma e Katie seguono l'esempio. Bene allora pizza sia, ci avviamo verso la macchina che ci ha accompagnato al concerto e ritorniamo in albergo, le prime a lavarsi sono Lyra e Katie, poi tocca a me. Guado sotto l'acqua calda, la sensazione è paradisiaca, l'acqua lava via non solo lo sporco ma anche i pensieri e lo stress, adoro stare in tournée, ma è faticoso e stressante. Inizio a canticchiare qualche canzone a caso, esco dalla doccia e mi metto il pigiama, mi asciugo i capelli, esco dal bagno e mi dirigo velocemente verso il mio letto e il mio computer per finire il film, vedo Emma che mi guarda con un sorrisetto la faccia "Da quanto tempo ti piace cantare le canzoni dei Tokio Hotel?" "Scusate? Di cosa state parlando?" Emma si avvicina a me e mi mostra il suo cellulare, a quanto pare mi ha filmato mentre canticchiavo sotto la doccia, solo che non mi ero accorto che fosse andata in bagno e non mi ero nemmeno accorto che stavo canticchiando le canzoni dei Tokio Hotel, non lo so. non so perché ma mi sento in imbarazzo, Emma invece ride forte vedendo come sto diventando rossa "Dimmi, chi dei Tokio Hotel ti piace di più?" chiede Emma, ​​Katie risponde per me "Dai, sappiamo tutti che le piace Tom, litigano sempre ma l'attrazione tra loro si vede da lontano" sbatto "Che dici Katie? Lo sai che lo odio , piuttosto puoi spiegarmi Emma perché diavolo entri in bagno mentre io sono sotto la doccia?" "Perché eri adorabile mentre canticchiavi distrattamente e volevo prenderti un po' in giro" risponde Emma e poi mi lancia un cuscino in faccia e tira fuori la lingua, a volte è così infantile, sia lei che Katie che non fanno altro che prendermi in giro sul mio atteggiamento nei confronti di Tom Kaulitz, ma a volte sembrano dimenticare che l'odio è reciproco e che molte volte è Tom a iniziare una rissa. È davvero insopportabile, l'unica cosa che abbiamo in comune è l'affetto sconfinato per Bill, tante volte ci siamo ritrovati a difenderlo insieme dai bulli che se la prendevano con lui. Ricordo ancora quella volta in cui, a 13 anni, degli idioti iniziarono a prendersela con Bill e Tom e io comprammo pistole ad acqua e le riempimmo di vernice indelebile e spruzzammo su di loro insieme ai loro bei vestiti firmati, poi ci fu un piccolo litigio, ma Tom e io avemmo la meglio meglio così. Mi accorgo solo adesso che Katie e Lyra stanno parlando al telefono con la pizzeria e stanno ordinando delle pizze, meno male che la serata sembra finire come speravo, ovvero in totale relax. Arriva la pizza e ceniamo, tra risate e coca cola, finiamo tutti per andare a dormire presto. Sono sul palco e canto, ma non la mia canzone, una dei Tokio Hotel, ma sono solo io, io e il pubblico, poi sento il pubblico urlare di felicità, i membri della band dei Tokio Hotel entrano sul palco e Tom si avvicina a me, mi abbraccia da dietro e inizia a cantare, non so cosa pensare , cosa diavolo c'è che non va in lui? C'è un vortice di pensieri nella mia testa, ma il più forte di tutti è che voglio ancora stare tra le sue braccia e voglio ancora godermi il suo calore. All'improvviso un suono fortissimo, la sveglia, era tutto un sogno, molto vivido, ho ancora la sensazione del suo corpo attaccato al mio, impresso sulla sua pelle. Mi costringo ad alzarmi dal letto e inizio la giornata. Passa circa un mese dal concerto e dal sogno, dopo quel sogno ne ho fatti altri simili ma ancora non ho capito il perché, Tom non mi piace, non lo sopporto, ma non mi dispiace l'idea di essere tra le sue braccia. Non lo vedo da mesi ormai, loro stanno facendo il loro tour e noi siamo nel nostro, ogni tanto parlo con Bill al telefono e ci aggiorniamo sulle notizie. Stasera c'è una festa a casa di una mia amica e le altre ragazze si stanno già preparando per andare, ma io sono indecisa, alla festa c'è il mio ex e non ci siamo lasciati bene, 8 mesi fa ho scoperto di tradirmi con una ragazza della mia città, e l'ho lasciato subito, stiamo insieme da 1 anno e mezzo, ho sofferto, ma non quanto pensavo... "Dai T/N...hai venire questa volta, sarà divertente, ci saranno un sacco di persone, non solo il tuo stronzo ex, forse puoi trovarti un ragazzo per stasera" "Lyra, davvero non voglio scopare uno sconosciuto stasera , comunque sai che non sono una troia" rispondo un po' seccata, non capisco perché da mesi mi fanno partecipare a feste su feste e vogliono darmi dei ragazzi con cui passare la notte, magari pensano che mi senta solo, in fondo solo che lì sono l'unico del gruppo a non avere una relazione in questo momento, ma non mi interessa molto, alla fine sto bene anche da solo. Ma decido che andare alla festa non è una cattiva idea, alla fine sarà una festa come tante. Mi preparo e mi pettino, indosso il mio vestito preferito, mi trucco e sono pronta, mi unisco agli altri e partiamo per la festa. Siamo arrivati ​​e siamo in piena serata, mi allontano dai miei amici per fare un giro e cercare il ragazzo che ha organizzato la festa per salutarlo, i miei amici vanno senza troppo indugio al tavolo delle bevande e nel frattempo saluta gli altri. Faccio il giro della casa enorme e saluto alcuni amici, un ragazzo mi scontra e quasi mi butta a terra, subito mi prende per la vita per non farmi cadere, ma quando entrambi capiamo con chi abbiamo a che fare, cade io a terra "Ehi imbecille, potevi evitare di buttarmi a terra" "Scusa idiota è che sono rimasto scioccato dalla tua faccia orribile e ho avuto una reazione immediata" "Io orribile? Ma ti capita di usare lo specchio ogni tanto?" "Ho almeno una dozzina di ragazze in questa casa che mi seguono, tu chi hai?" "Ehi Tom, lascia in pace T/N se non lo fai voglio aiutarla a rimettersi in piedi..." Bill appare dal nulla e per fortuna, come al solito, cerca di mediare tra me e Tom ed evitare che scoppi una guerra. Bill mi tende la mano e mi aiuta ad alzarmi, poi Spingo Tom ma non sembra aver funzionato visto che lui non si muove di un centimetro e anzi sorride.Mi accorgo solo adesso che ho davanti a me i due fratelli Kaulitz, che non vedo da mesi e che Non pensavo che ti avrei visto stasera, sorrido emozionata a Bill che apre le braccia e mi invita ad abbracciarlo, cosa che faccio subito. "Bill cavolo, mi sei mancato così tanto ma perché sei qui? Non mi avevi detto che saresti andata a questa festa, non sapevo nemmeno che fossi in città..." un mese, ci stiamo solo prendendo una pausa dal tour, mi sei mancato molto anche per la cronaca" Bill mi stringe ancora più forte prima di lasciarsi andare e sorridermi, con la coda dell'occhio vedo Tom che si allontana e va da una ragazza, sempre lo stesso Tom, non cambia mai. "Dai, hai già salutato gli altri? Gustav e Georg, dove sono?" Chiedo ancora emozionato: "Georg e Gustav erano occupati e non volevano venire alla festa, anch'io ho già salutato l'altro Blue Sky. Vuoi andare a prendere qualcosa da bere?" Bill propone e io accetto volentieri. Prendiamo qualche birra e andiamo in piscina, ci sediamo a un tavolo accanto e iniziamo a parlare del più e del meno. Poi vedo Tom ballare con una ragazza e baciarla e il mio cuore fa un balzo, affonda un po', non capisco perché, Tom è solo Tom, mi viene in mente il litigio precedente in cui diceva che aveva molte ragazze che gli correvano dietro lui dietro, è vero ha sempre avuto tante ragazze pronte a saltargli addosso e prima lo trovavo davvero ridicolo, adesso è solo fastidioso, mi irrita. Mi viene un'idea "Ehi Bill, vado a ballare, vieni con me, dai, ho bisogno di distrarmi" "Distrarti da cosa?" Non rispondo alla domanda ma lo trascino con me a ballare, inizio a muovermi e lascio che la musica porti via la mia mente e il mio corpo. Ho ballato con Bill per circa un quarto d'ora, scherzando insieme come al solito. "S/N, vado in bagno a fumare, vieni con me?" "Bill, lo sai che non posso venire in bagno con te e sai anche che non fumo, resto qui a ballare" "Ok, ci vediamo dopo" dice Bill allontanandosi da me. Sento le mani che mi afferrano la vita, Mi giro e trovo un ragazzo molto simpatico che ha tutta l'intenzione di ballare con me, ecco, anch'io ho intenzione di ballare con qualcuno. Mi giro completamente e mi ritrovo davanti al ragazzo, gli sorrido "Sai che sei bellissimo? Ti ho guardato tutta la sera e mi sembri davvero simpatico e carino" "Mi hai osservato tutta la sera, sai che è un po' inquietante?" Dico scherzando un po' "Beh, non è colpa mia se sei irresistibile" Lui si avvicina ancora di più, mi giro ancora una volta e ricomincio a ballare, le sue mani sui miei fianchi, mi tocca il corpo, non in modo fastidioso, è quasi timido nel farlo. Continuiamo a ballare, parlare, ridere e scherzare per un po' "Vuoi che ti prenda qualcosa da bere? Ho proprio bisogno di bere qualcosa" Lui chiede "Sì ok, per me va bene una birra, grazie" Si gira e lei va a prendere una birra, i miei amici che fino ad ora credevo mancassero quasi mi corrono incontro "Chi è quel bel ragazzo con cui hai ballato fino ad ora?" chiede Emma "si chiama Gabriel ed è davvero bello, ma non solo, è gentile ed educato" "Allora stasera non verrai a casa con noi, vero?" Adesso è Lyra a parlare, con un tono più malizioso del solito "Non lo so, per ora stiamo solo ballando" rispondo senza troppo impegno, passa accanto a noi il ragazzo che ha organizzato la festa "Ehi ciao ragazze, come state?" tu? Speravo che venissi, ti stai divertendo?" "Ciao Henry, stiamo benissimo, grazie per l'invito, ci stiamo divertendo molto. Comunque ti ho cercato ma non sono riuscito a trovarti da nessuna parte, dov'eri?" dico cercando di capire perché non l'ho trovato anche se l'ho cercato ovunque "ero con Michelle, è lei che lo fa, se capite cosa intendo, comunque adesso vi lascio con qualche ospite per intrattenere" Henry risponde e se ne va velocemente, sembrava proprio qualcuno che avesse appena finito di fare sesso. I miei amici mi prendono per il braccio e mi indicano una direzione, mi giro e vedo Gabriel che sta tornando con la birra "Bene, andiamo, divertiti e usa le protezioni" Katie mi dà un bacio e scompaiono tutti e tre così come erano apparsi cioè molto rapidamente. "Erano tuoi amici?" Gabriel guarda nella direzione dove sono scomparsi i miei amici e sorride "Sì, scusa è che a volte sembrano delle ragazzine" mi porge la birra e ne bevo un sorso. Sento una voce familiare e quasi soffoco per la sorpresa "S/N ciao, come stai?" Il mio ex si avvicina e mi abbraccia come se non mi avesse mai spezzato il cuore, mi ritraggo scioccata e lo guardo stupita, è accompagnato dalla ragazza con cui mi ha tradito, le parole non escono dalla mia bocca, eppure io sapeva che era qui da qualche parte, solo che fino ad ora non avevo fatto i conti con il fatto che prima o poi lo avrei rivisto... Un braccio mi cinge le spalle "Ciao stronzo, è un dolore enorme vederti, per me e per chiunque altro" , hai mai pensato di cambiare non so città? O meglio ancora continente?" Tom ha un sorriso stampato in faccia che fa quasi paura, si vede che è molto irritato, è venuto in mio soccorso, gli sono grato, non so come reagire in situazioni come questa. "Ehi Tom, non sapevo che avessi avuto una relazione con T/N, hai preso i miei avanzi?" Adesso è il mio ex che ha un sorriso stampato in faccia, uno di quei sorrisi soddisfatti, ammetto che le sue parole mi hanno ferito, mi ha chiamato avanzo, qualcosa di scartato. Tom è sempre stato un ragazzo molto impulsivo e crescendo non è cambiato, dà un pugno in faccia alla mia ex "Non osare mai più definire T/N così, è chiaro? E non avvicinarti più a lei" "Tom sembra quasi dare un altro pugno al mio ex, lo fermo in tempo, gli afferro la mano e lo trascino via scusandosi con Gabriel e gli altri accanto a noi, in tanti aiutano il povero sfortunato che ha avuto la sfortuna di innervosire Tom . Lo porto fuori "Ehi, non avevo bisogno di dargli un pugno" dico, anche se in realtà sono grato di averlo fatto "Senti, è uno stronzo e non può permettersi di chiamarti come vuole, aveva bisogno di un lezione" "Ok, sì, grazie, grazie per avermi difeso" Siamo faccia a faccia, mi sono tornati in mente quei sogni che avevo tutti, all'improvviso mi sento in imbarazzo a stargli così vicino e faccio qualche passo indietro, il problema è che proprio dietro ho una piscina e ci cado dentro, l'acqua dolce mi sveglia completamente ed esco dall'acqua per prendere aria, sento Tom ridere forte è addirittura piegato in due dalle risate, mentre io sono ancora abbastanza frastornato da tutto quello che è successo finora "Ehi imbecille, vuoi aiutarmi o no?" dico avvicinandomi al bordo "Sei un tale idiota, come hai fatto a non accorgerti che la piscina era dietro di te?" Lui mi offre la mano e mi aiuta ad uscire dall'acqua, ora mi ritrovo davanti a lui bagnato fradicio, il mio vestito lascia intravedere la biancheria intima e mi si è attaccata alla pelle diventando tesa, Tom se ne accorge, smette di ridere e lei mi lancia uno sguardo attento dalla testa ai piedi "Non pensavo che stare accanto a me ti rendesse così nervoso da cadere in una piscina..." Ha un sorriso beffardo sulle labbra e si avvicina pericolosamente, questa volta Resto fermo, non voglio dargliela vinta. E poi "Etcì, etcì" starnutisco un paio di volte e mi viene freddo, Tom si toglie la felpa e me la porge, per fortuna ha una maglietta sotto, sarebbe stato strano "Ecco, sennò ti ammali , Ed è meglio che ti togli quei vestiti bagnati" Afferro la felpa e la osservo per qualche secondo, poi lo appoggio su un tavolo accanto a loro e mi giro per togliermi il vestito bagnato, sento gli occhi di Tom sul mio corpo "Ti piace quello che vedi?" chiedo con tono sarcastico "se ti giri potrei vedere di più" "Oh no, proprio non ci penso, stasera hai già visto tante ragazze prostrarsi ai tuoi piedi e io non sarò sicuramente tra queste" " Prendo la sua felpa e me la metto, è così grande che copre esattamente quanto il mio vestito "Grazie per la felpa Tom" Mi giro e lo trovo a pochi passi da me, ha un aspetto che non avevo mai visto visto prima "Sei geloso?" Tom chiede all'improvviso "Geloso di te? E perché dovrei" "Non lo so, ma lo sono, ogni volta che ti vedo parlare con un altro ragazzo mi dà fastidio, quel ragazzo con cui ti strusciavi prima, beh, volevo prenderlo a pugni anche lui" Era geloso? Veramente? Lui? Di me? Che diritto aveva di essere geloso di me se praticamente scopava ogni ragazza che glielo permetteva? "Come puoi essere geloso di me se praticamente mi odi? E poi perché sei geloso di me se ti scopi tutte le ragazze che ti vengono incontro?" chiedo con tono sorpreso "Io non ti odio e non l'ho mai fatto, vero? Sei tu che dici che mi odia eppure non sembra o mi sbaglio?" "Io...non ti odio" "E poi per la cronaca sto solo con gli altri perché non posso averti, comunque è bello che tu non mi odi, almeno posso fare questo" Dice l'ultima parola e io bacio, sono una sorpresa momentanea, ma ricambio subito, ci metto dentro tutti i sentimenti che ho tenuto nascosti negli anni, tutta la tensione che negli anni si era accumulata tra noi esplode in questo bacio, le sue mani avvolgono le mie, la mia vita, le mie si aggrovigliano tra i suoi capelli, io gemo nel bacio e lui ne approfitta per infilare la sua lingua nella mia bocca, le nostre lingue ballano insieme e si aggrovigliano, le sue mani scendono e lui mi tocca il sedere, mi avvicino a lui godendomi la sensazione dei nostri corpi vicini, è meglio dei miei sogni. Ci stacchiamo dal bacio per riprendere fiato, ci guardiamo negli occhi e sento crescere dentro di me un sorriso sincero. "Sei bellissima, sii mia" non pensavo che Tom mi avrebbe mai chiesto una cosa del genere, ma sono felice, voglio essere sua "Va bene, ma se sono tua, sarai mia, questo include anche il fatto che ora sei vietato alle ragazze" "Se ho te, cosa mi importa degli altri?" "Ok, allora sarò tuo" Lo avvicino a me e questa volta sono io a baciarlo. stasera hai già visto tante ragazze prostrarsi ai tuoi piedi e io di certo non sarò tra queste" Prendo la sua felpa e me la indosso, è così grande che copre esattamente quanto il mio vestito "Grazie per la felpa Tom" Mi giro e lo trovo a pochi passi da me, ha uno sguardo mai visto prima "Sei geloso?" chiede Tom all'improvviso "Geloso, di te? E perché dovrei" "Non lo so, ma lo sono, ogni volta che ti vedo parlare con un altro ragazzo mi dà fastidio, quel ragazzo con cui ti strusciavi prima, beh, volevo dargli un pugno anch'io" Era geloso? Davvero? Lui? Di me? Che diritto aveva di essere geloso di me se praticamente scopava ogni ragazza che glielo permetteva? "Come puoi essere geloso di me se praticamente mi odi? E poi perché sei geloso di me se ti scopi tutte le ragazze che ti vengono incontro?" chiedo con tono sorpreso "Non ti odio e non l'ho mai fatto, vero? Sei tu che dici che mi odia e tuttavia non sembra o mi sbaglio?" "Io...io non ti odio" "E poi per la cronaca sto solo con gli altri perché non posso averti, comunque è un bene che non mi odi, almeno posso fare questo" Dice l'ultima parola e mi bacio, sono una sorpresa momentanea, ma ricambio subito, mi inserisco tutti i sentimenti che ho tenuto nascosti negli anni, tutta la tensione che si era accumulata tra noi nel corso degli anni esplode in questo bacio, le sue mani avvolgono le mie, la mia vita, le mie si aggrovigliano tra i suoi capelli, io gemo nel bacio e lui ne approfitta per infilare la sua lingua nella mia bocca, le nostre lingue ballano insieme e si intrecciano, le sue mani scendono e mi tocca il sedere, io mi avvicino a lui godendomi la sensazione dei nostri corpi vicini, è meglio dei miei sogni. il bacio per riprendere fiato, ci guardiamo negli occhi e sento crescere in me un sorriso sincero."Sei bellissima, sii mia" Non pensavo che Tom mi avrebbe mai chiesto una cosa del genere, ma sono felice, voglio essere suo "Va bene, ma se io sono tuo, anche tu sarai mio, compreso anche che adesso per le ragazze non ci sono limiti" "Se ho te, cosa mi importa degli altri? ""Ok, allora sarò tuo" Lo avvicino a me e questa volta sono io a baciarlo. stasera hai già visto tante ragazze prostrarsi ai tuoi piedi e io di certo non sarò tra queste" Prendo la sua felpa e me la indosso, è così grande che copre esattamente quanto il mio vestito "Grazie per la felpa Tom" Mi giro e lo trovo a pochi passi da me, ha uno sguardo mai visto prima "Sei geloso?" chiede Tom all'improvviso "Geloso, di te? E perché dovrei" "Non lo so, ma lo sono, ogni volta che ti vedo parlare con un altro ragazzo mi dà fastidio, quel ragazzo con cui ti strusciavi prima, beh, volevo dargli un pugno anch'io" Era geloso? Davvero? Lui? Di me? Che diritto aveva di essere geloso di me se praticamente scopava ogni ragazza che glielo permetteva? "Come puoi essere geloso di me se praticamente mi odi? E poi perché sei geloso di me se ti scopi tutte le ragazze che ti vengono incontro?" chiedo con tono sorpreso "Non ti odio e non l'ho mai fatto, vero? Sei tu che dici che mi odia e tuttavia non sembra o mi sbaglio?" "Io...io non ti odio" "E poi per la cronaca sto solo con gli altri perché non posso averti, comunque è un bene che non mi odi, almeno posso fare questo" Dice l'ultima parola e mi bacio, sono una sorpresa momentanea, ma ricambio subito, mi inserisco tutti i sentimenti che ho tenuto nascosti negli anni, tutta la tensione che si era accumulata tra noi nel corso degli anni esplode in questo bacio, le sue mani avvolgono le mie, la mia vita, le mie si aggrovigliano tra i suoi capelli, io gemo nel bacio e lui ne approfitta per infilare la sua lingua nella mia bocca, le nostre lingue ballano insieme e si intrecciano, le sue mani scendono e mi tocca il sedere, io mi avvicino a lui godendomi la sensazione dei nostri corpi vicini, è meglio dei miei sogni. il bacio per riprendere fiato, ci guardiamo negli occhi e sento crescere in me un sorriso sincero."Sei bellissima, sii mia" Non pensavo che Tom mi avrebbe mai chiesto una cosa del genere, ma sono felice, voglio essere suo "Va bene, ma se io sono tuo, anche tu sarai mio, compreso anche che adesso per le ragazze non ci sono limiti" "Se ho te, cosa mi importa degli altri? ""Ok, allora sarò tuo" Lo avvicino a me e questa volta sono io a baciarlo. Volevo dargli un pugno anch'io." Era geloso? Davvero? Lui? Di me? Che diritto aveva di essere geloso di me se praticamente scopava ogni ragazza che glielo permetteva? "Come puoi essere geloso di me se praticamente mi odi? E poi perché sei geloso di me se ti scopi tutte le ragazze che ti vengono incontro?" chiedo con tono sorpreso "Non ti odio e non l'ho mai fatto, vero? Sei tu che dici che mi odia e tuttavia non sembra o mi sbaglio?" "Io...io non ti odio" "E poi per la cronaca sto solo con gli altri perché non posso averti, comunque è un bene che non mi odi, almeno posso fare questo" Dice l'ultima parola e mi bacio, sono una sorpresa momentanea, ma ricambio subito, mi inserisco tutti i sentimenti che ho tenuto nascosti negli anni, tutta la tensione che si era accumulata tra noi nel corso degli anni esplode in questo bacio, le sue mani avvolgono le mie, la mia vita, le mie si aggrovigliano tra i suoi capelli, io gemo nel bacio e lui ne approfitta per infilare la sua lingua nella mia bocca, le nostre lingue ballano insieme e si intrecciano, le sue mani scendono e mi tocca il sedere, io mi avvicino a lui godendomi la sensazione dei nostri corpi vicini, è meglio dei miei sogni. il bacio per riprendere fiato, ci guardiamo negli occhi e sento crescere in me un sorriso sincero."Sei bellissima, sii mia" Non pensavo che Tom mi avrebbe mai chiesto una cosa del genere, ma sono felice, voglio essere suo "Va bene, ma se io sono tuo, anche tu sarai mio, compreso anche che adesso per le ragazze non ci sono limiti" "Se ho te, cosa mi importa degli altri? ""Ok, allora sarò tuo" Lo avvicino a me e questa volta sono io a baciarlo. Volevo dargli un pugno anch'io." Era geloso? Davvero? Lui? Di me? Che diritto aveva di essere geloso di me se praticamente scopava ogni ragazza che glielo permetteva? "Come puoi essere geloso di me se praticamente mi odi? E poi perché sei geloso di me se ti scopi tutte le ragazze che ti vengono incontro?" chiedo con tono sorpreso "Non ti odio e non l'ho mai fatto, vero? Sei tu che dici che mi odia e tuttavia non sembra o mi sbaglio?" "Io...io non ti odio" "E poi per la cronaca sto solo con gli altri perché non posso averti, comunque è un bene che non mi odi, almeno posso fare questo" Dice l'ultima parola e mi bacio, sono una sorpresa momentanea, ma ricambio subito, mi inserisco tutti i sentimenti che ho tenuto nascosti negli anni, tutta la tensione che si era accumulata tra noi nel corso degli anni esplode in questo bacio, le sue mani avvolgono le mie, la mia vita, le mie si aggrovigliano tra i suoi capelli, io gemo nel bacio e lui ne approfitta per infilare la sua lingua nella mia bocca, le nostre lingue ballano insieme e si intrecciano, le sue mani scendono e mi tocca il sedere, io mi avvicino a lui godendomi la sensazione dei nostri corpi vicini, è meglio dei miei sogni. il bacio per riprendere fiato, ci guardiamo negli occhi e sento crescere in me un sorriso sincero."Sei bellissima, sii mia" Non pensavo che Tom mi avrebbe mai chiesto una cosa del genere, ma sono felice, voglio essere suo "Va bene, ma se io sono tuo, anche tu sarai mio, compreso anche che adesso per le ragazze non ci sono limiti" "Se ho te, cosa mi importa degli altri? ""Ok, allora sarò tuo" Lo avvicino a me e questa volta sono io a baciarlo. ci guardiamo negli occhi e sento crescere dentro di me un sorriso sincero. "Sei bellissima, sii mia" non pensavo che Tom mi avrebbe mai chiesto una cosa del genere, ma sono felice, voglio essere sua "Va bene, ma se sono tua, sarai mia, questo include anche il fatto che ora sei vietato alle ragazze" "Se ho te, cosa mi importa degli altri?" "Ok, allora sarò tuo" Lo avvicino a me e questa volta sono io a baciarlo. ci guardiamo negli occhi e sento crescere dentro di me un sorriso sincero. "Sei bellissima, sii mia" non pensavo che Tom mi avrebbe mai chiesto una cosa del genere, ma sono felice, voglio essere sua "Va bene, ma se sono tua, sarai mia, questo include anche il fatto che ora sei vietato alle ragazze" "Se ho te, cosa mi importa degli altri?" "Ok, allora sarò tuo" Lo avvicino a me e questa volta sono io a baciarlo.
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apropositodime · 11 days
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Il tempo, inesorabilmente, svuoterà gli occhi dei miei figli,
che ora traboccano di un amore poderoso e incontenibile.
Toglierà dalle loro labbra il mio nome urlato, cantato, sillabato e pianto cento, mille volte al giorno.
Cancellerà un po’ alla volta oppure all’improvviso,
la familiarità della loro pelle con la mia, la confidenza assoluta che ci rende praticamente un corpo solo.
Con lo stesso odore, abituati a mescolare i nostri umori, lo spazio, l’aria da respirare. Subentreranno, a separarci per sempre, il pudore, il giudizio, la vergogna.
La consapevolezza adulta delle nostre differenze.
Come un fiume che scava l’arenaria, il tempo minerà la fiducia che mi rende ai loro occhi onnipotente. Capace di fermare il vento e calmare il mare. Riparare l’irreparabile, guarire l’insanabile, resuscitare dalla morte.
Smetteranno di chiedermi aiuto, perché avranno smesso di credere che io possa in ogni caso salvarli. Smetteranno di imitarmi, perché non vorranno diventare troppo simili a me. Smetteranno di preferire la mia compagnia a quella di chiunque altro,
e guai se questo non dovesse accadere.
Sbiadiranno le passioni, la rabbia e la gelosia, l’amore e la paura. Si spegneranno gli echi delle risate e delle canzoni, le ninne nanne e i "c’era una volta" termineranno di risuonare nel buio.
Con il tempo, i miei figli scopriranno che ho molti difetti, e, se sarò fortunata, ne perdoneranno qualcuno.
Saggio e cinico, il tempo porterà con sé l’oblio. Dimenticheranno, anche se io non dimenticherò.
Il solletico e gli inseguimenti "Mamma, ti prendo io!",
i baci sulle palpebre e il pianto che immediato ammutolisce con un abbraccio.
I viaggi e i giochi, le passeggiate e le febbri alte. I balli, le torte, le carezze mentre si addormentano piano.
I miei figli dimenticheranno. Dimenticheranno che li ho allattati e cullati per ore, portati in fascia e tenuti per mano. Che li ho imboccati e consolati e sollevati dopo cento cadute. Dimenticheranno di aver dormito sul mio petto di giorno e di notte, che c’è stato un tempo in cui hanno avuto bisogno di me quanto dell’aria che respirano.
Dimenticheranno, perché è questo che fanno i figli, perché è questo che il tempo pretende.
E io, io, dovrò imparare a ricordare tutto anche per loro, con tenerezza e senza rimpianto. Gratuitamente. Purché il tempo, sornione e indifferente, sia gentile abbastanza con questa madre che non vuole dimenticare.
(dal web)
Ho pianto.
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kon-igi · 5 months
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NON TEMO IL PATRIARCATO IN SE' MA IL PATRIARCATO IN ME
Quando ricevo un ask anonimo di cui non è possibile estrapolare il genere della persona che mi scrive, dentro di me parto dal presupposto che sia una ragazza.
Potrei addurre a mia giustificazione il fatto che 8 persone su 10 che mi scrivono appartengono al genere femminile (poi arriviamo anche a questo) ma la realtà è un'altra.
Al netto che il variegato ramo della mia famiglia è composto ad alta percentuale di figlie di eva e che ho passato 25 anni a proteggere e a cercare di far crescere serene due figlie femmine, il fatto è che si accetta istintivamente e culturalmente che sia il sesso debole ad aver bisogno e quindi a chiedere aiuto, mentre i veri uomini ce la fanno da soli e non piagnucolano come delle femminucce.
Guardate quanti stereotipi di genere nell'ultima frase e se forse in giro se ne sente usare sempre meno, alla fine il preconcetto rimane radicato, più o meno apertamente negli uomini ma istintivamente anche e soprattutto nelle donne.
Per ciò che mi riguarda, ho peccato spesso (e succede ancora) di paternalismo ma mi dico che è un riflesso condizionato dell'essere stato una presenza rassicurante e spesso risolvente nella vita delle mie figlie, per cui il mio primo istinto diventa quello di trattare l'interlocutore come se avesse sempre bisogno del mio aiuto.
E bene o male, alla fine, chi ha bisogno del mio 'aiuto' - o meglio, mi scrive per parlare di sé - nella maggior parte dei casi è una persona di sesso femminile (non me ne vogliano le persone binarie o trans ma cerchino di capire il senso di quanto vado dicendo).
Perché i maschi si vergognano.
Non tutti ma abbastanza da rendere asimmetrica le richieste.
Chiamatela maschilità tossica, virilità forzata, machismo o mascolinità egemone ma il risultato è sempre quello.
Uomini fragili perché costretti a essere sempre all'altezza di certe aspettative culturali e sociali, ai quali non è permesso chiedere aiuto per il proprio malessere.
Però non voglio fare un torto a tutti quei figli di adamo che mi scrivono e che davvero non sono pochi, comunque.
Il malessere non ha genere, semmai si declina in contesti e con azioni differenti ma alla fine - al di là che gli effetti devastanti siano più evidenti sulle donne - se faccio fatica io per primo ad aprirmi e a rigettare certi bias patriarcali, figuriamoci se posso chiederlo a uomini decisamente meno fortunati di me.
Perché fino a oggi è dipeso molto dalla fortuna... di avere avuto un padre e una madre amorevoli nel modo giusto, amici e coetanei di un certo tipo, ambienti di studio e di lavoro predisponenti a una certa visione della società.
Fino a oggi fortuna...
Domani vediamo dove ci avrà portato questa nuova sensibilità sociale, spero non effimera e di pancia come dentro di me sento il timore.
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ninfettin · 5 months
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l'ultima volta che ho visto mia nonna, sabato mattina, l'ho salutata con una sensazione strana addosso. le ho detto le solite cose: di pensare davvero di andare alla casa di riposo, che non poteva più stare a casa da sola perché era un attimo che cascava, che se mia madre si arrabbiava con lei era perché era preoccupata. mi ha fatto l'orlo ai jeans. l'ho salutata e l'ho detto di fare la brava e di stare attenta
sono tornata a casa stasera e ascoltavo a tutto volume catene degli zen circus. mio padre è entrato in camera perché anche se mi stava chiamando io non l'avevo sentito. "è morta la nonna medea, di fronte a casa, di infarto". hai sempre voluto avere ragione su tutto, non volevi lasciare casa tua, alla fine hai fatto come volevi
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