Tumgik
#Salvatore Riina
gregor-samsung · 11 months
Text
“ Il metodo Falcone
«Nemico numero uno della mafia», l'etichetta gli resterà attaccata per sempre. Circondato da un alone leggendario di combattente senza macchia e senza paura, il giudice Giovanni Falcone, cinquantadue anni, ne ha trascorsi undici nell'ufficio bunker del Palazzo di Giustizia di Palermo a far la guerra a Cosa Nostra. Queste pagine ne costituiscono la testimonianza. Non si tratta né di un testamento né di un tentativo di tenere la lezione e ancor meno di atteggiarsi a eroe. «Non sono Robin Hood,» commenta in tono scherzoso «né un kamikaze e tantomeno un trappista. Sono semplicemente un servitore dello Stato in terra infidelium». Si tratta dunque piuttosto di un momento di riflessione, del tentativo di fare un bilancio nell'intervallo tra vecchi e nuovi incarichi: il 13 marzo 1991 il giudice Giovanni Falcone è stato nominato direttore degli Affari penali del ministero di Grazia e Giustizia a Roma.
Lontano da Palermo.
La partenza dal capoluogo siciliano, il distacco da una vita che si alternava tra auto blindate, dall'atmosfera soffocante del Palazzo di Giustizia, dalle lunghe notti a leggere e rileggere le deposizioni dei pentiti dietro le pesanti tende di una stanza superprotetta, dai tragitti tortuosi con la scorta delle auto della polizia a sirene spiegate sono forse stati una specie di sollievo. Ma Falcone non si fa illusioni, non dimentica il mancato attentato del 21 giugno 1989. cinquanta candelotti di tritolo nascosti tra gli scogli a venti metri dalla casa dove trascorre le vacanze: «È vero, non mi hanno ancora fatto fuori… ma il mio conto con Cosa Nostra resta aperto. Lo salderò solo con la mia morte, naturale o meno». Tommaso Buscetta, il superpentito della mafia, lo aveva messo in guardia fin dall'inizio delle sue confessioni: «Prima cercheranno di uccidere me, ma poi verrà il suo turno. Fino a quando ci riusciranno!».
Roma è soltanto in apparenza una sede più tranquilla di Palermo; ormai da tempo i grandi boss mafiosi l'hanno eletta a loro domicilio. La feroce «famiglia» palermitana di Santa Maria di Gesù vi ha installato antenne potenti. Senza contare la rete creata dal cosiddetto «cassiere» Pippo Calò, con il suo contorno di mafiosi, gangster e uomini politici. Le ragioni per le quali Falcone ha scelto Roma come nuova sede di lavoro sono diverse: nella capitale di Cosa Nostra non poteva più disporre dei mezzi necessari alle sue inchieste e il frazionamento delle istruttorie aveva paralizzato i giudici del pool anti-mafia. Era diventato il simbolo o l'alibi di una battaglia disorganizzata. Conscio di non essere più in grado di inventare nuove strategie, l'uomo del maxiprocesso, che aveva trascinato in tribunale i grandi capimafia, non poteva rassegnarsi a rimanere inerte. Ha scelto di andarsene. Le informazioni da lui raccolte possono essere utilizzate con profitto anche lontano da Palermo. Certo, non dovrà più svolgere personalmente le indagini, dovrà invece creare condizioni tali per cui le indagini future possano essere portate a termine più rapidamente e in modo più incisivo, dando vita a stabili strutture di coordinamento tra i diversi magistrati. Il clima nel capoluogo siciliano è cambiato: è spenta l'euforia degli anni 1984-87, finita la fioritura dei pentiti, lontano il tempo del pool antimafia, dei processi contro la Cupola istruiti magistralmente. In questa città impenetrabile e misteriosa, dove il bene e il male si esprimono in modo ugualmente eccessivo, si respira un senso di stanchezza, il desiderio di ritornare alla normalità. Mafiosi regolarmente condannati sono tornati in libertà per questioni procedurali, alcune facce fin troppo note ricompaiono nei ristoranti più alla moda. Le forze dell'ordine non hanno più lo smalto di un tempo. I pool di magistrati sono ormai svuotati di potere, il fronte ha smobilitato. Cosa Nostra dal canto suo ha rinunciato all'apparente immobilità. La pax mafiosa seguita alle pesanti condanne del maxiprocesso, da un lato, e al dominio dittatoriale dei «Corleonesi» sull'organizzazione, dall'altro, non è più salda come prima. Si moltiplicano i segnali di un progetto di rivincita delle «famiglie» palermitane per riconquistare l'egemonia perduta nel 1982 a favore della «famiglia» di Corleone, i cui capi, latitanti, si chiamano Salvatore Riina, Bernardo Provenzano e Luciano Leggio, quest'ultimo in carcere. La mafia sta attraversando una fase critica: deve riacquistare credibilità interna e rifarsi una immagine di facciata, in quanto entrambe gravemente compromesse. «Abbiamo poco tempo per sfruttare le conoscenze acquisite,» ripete instancabilmente Falcone «poco tempo per riprendere il lavoro di gruppo e riaffermare la nostra professionalità. Dopodiché, tutto sarà dimenticato, di nuovo scenderà la nebbia. Perché le informazioni invecchiano e i metodi di lotta devono essere continuamente aggiornati.». “
Giovanni Falcone in collaborazione con Marcelle Padovani, Cose Di Cosa Nostra, Collana Saggi italiani, Milano, Rizzoli. Prima edizione: 13 novembre 1991.
13 notes · View notes
fabriziosbardella · 1 year
Link
Matteo Messina Denaro è stato arrestato a Palermo al day hospital della clinica Maddalena di Palermo dove si stava sottoponendo a terapie cliniche #matteomessinadenaro #superboss #palermo  #ROScarabinieri #arrestolatitante #clinicaprivata #primularossa #salvatoretriina #mafia #fabriziosbardella
1 note · View note
garbage-empress · 5 months
Text
I gotta read more about Salvatore Riina because he's an absolutely baffling figure. "Going to blow up this train to distract law enforcement from me. There's no specific people on it I want dead, just need a diversion." ok I guess.
3 notes · View notes
straightened-out · 1 year
Photo
Tumblr media
Giovanni "John" Gambino was an Italian-born American mobster. Born in Palermo, Sicily, he became a made member of the Gambino crime family in 1975 and a capodecina or captain, and head of the crime family's Sicilian faction, appointed by family boss John Gotti in 1986, according to Mafia turncoat Sammy Gravano. Together with his younger brothers Rosario (Sal) and Giuseppe (Joseph) he formed a faction in the crime family known as the Cherry Hill Gambinos for their base of operation in the New Jersey town of that name. Although they were distant cousins of family boss Carlo Gambino, they did not owe him allegiance. They were Sicilian Mafiosi, men from Palermo, whose father had brought the family to New York in 1964. The Gambino brothers ran the Cafe Valentino on 18th Avenue in Bensonhurst, Brooklyn. The Gambinos hailed from the Passo di Rigano neighbourhood in Palermo, just as the Inzerillo clan, headed by Salvatore Inzerillo. Together the Inzerillo-Gambino Mafia clan formed a transatlantic Mafia family, based in Palermo and New York. The Inzerillo clan had been on the verge of total extermination by Totò Riina and the Corleonesi during the Second Mafia War in Sicily when in 1981 the family boss Salvatore Inzerillo was killed. With the intervention of the Gambino crime family in New York, a deal was worked out that allowed the surviving Inzerillos to take refuge in the US, with the agreement that none of them, or their offspring, could ever return to Sicily. On November 16, 2017, Gambino died of natural causes in New York. #johngambino #giovannigambino #cherryhill #cherryhillgambinos #gambinofamily #gambinofamily👑 #gambinocrimefamily #johngotti #carlogambino #totoriina #inzerillo #palermo #mafioso #manofhonor #organizedcrime #mafia #straightenedout #sammygravano #italian #italy #italianmafia (at Cherry Hill, New Jersey) https://www.instagram.com/p/CqGWfv6PqAd/?igshid=NGJjMDIxMWI=
9 notes · View notes
emily84 · 2 years
Text
Italy commemorates the 40th anniversary of the death of anti-mafia Prefect Dalla Chiesa, assassinated by the Sicilian mafia
Tumblr media Tumblr media
2022 marks the 40th anniversary of the assassination of anti-mafia Prefect General Carlo Alberto Dalla Chiesa, brutally killed alongside his wife and an agent of his security detail on September 3rd, 1982.
General Dalla Chiesa had been made Prefect of Palermo, Sicily, tasked with combating the violence of the Second Mafia War. 100 days from his appointment, he had not yet received any of the promised resources or powers he had requested in order to operate effectively.
Around 9pm, he was traveling by car with his wife and an escort agent when another car and men on motorcycles suddenly swerved by them, forcing them off the road and against a tree, then fired several rounds of Kalashnikov, killing them instantly. It became known as the Via Carina Massacre, and Mafia boss Salvatore Riina is widely recognized as the instigator.
The bodies were left on the side of the road for hours before news reached the authorities. In the span of those hours, the safe in the Prefect's office was raided and several highly sensitive classified documents were stolen, a huge setback to Italy's anti-mafia efforts for years to come.
8 notes · View notes
cico-channel · 1 year
Video
COSA NOSTRA: SALVATORE RIINA IN BREVE LA STORIA DEL CAPO DEI CAPI
2 notes · View notes
arcobalengo · 1 year
Text
Ad ammazzare Falcone, sua moglie e gli uomini della scorta non poteva essere stato solo il tritolo mafioso. Sul luogo del massacro furono ritrovati pentrite e T4, elementi che si trovano nel Semtex, un esplosivo di tipo bellico prodotto in Repubblica Ceca. La pentrite era usata dai militari per la velocità di detonazione molto elevata. Era lo stesso esplosivo utilizzato il 23 dicembre 1984 ai danni del treno rapido numero 904, proveniente da Napoli e diretto a Milano. Era stato dunque allestito un “secondo cantiere”, messo in piedi e di supporto a quello di Cosa Nostra, ma di origine diversa da quella mafiosa? C’era un secondo telecomando pronto a far saltare il giudice antimafia? L’ipotesi formulata dai magistrati di Caltanissetta non appariva più tanto fantasiosa. L’auto di Falcone rallentò poco prima della curva per Capaci, perché il giudice restituì in corsa il mazzo di chiavi all’agente Giuseppe Costanza, seduto dietro. Brusca, da parte sua, esitò un attimo a pigiare il bottone del telecomando. Eppure l’attentato riuscì lo stesso. Mentre si consumava la strage, dalla collinetta Nino Gioè con il suo cellulare “0337…” chiamò più volte un numero statunitense, del Minnesota: lo “001.612.77746…”. Alle 15.17, per quaranta secondi; alle 15.38, per ventitré secondi; alle 15.43, addirittura per cinquecentoventidue secondi, quasi nove minuti. Chi stava chiamando il mafioso? Sulla collina della morte fu trovato anche un foglietto contenente annotazioni riconducibili all’indirizzo Sisde di Roma e al numero del capocentro del Sisde di Palermo. L’utenza telefonica era quella dello 007 Lorenzo Narracci (braccio destro di Bruno Contrada, numero tre del Sisde). Narracci a Roma abitava in via Fauro, ai Parioli. Sul foglietto c’era scritto anche «via Pacinotti», che a Palermo era conosciuta come la via sede della Sip. Infine, vi era l’annotazione «guasto n. 2», ovvero «cellulare clonato». Non era finita qui. L’ingegner Francesco Naselli Flores, cognato di Carlo Alberto dalla Chiesa, passò dallo svincolo per Capaci a mezzogiorno del 22 maggio. Notò un furgone bianco, probabilmente un Fiat Ducato, circondato da sei persone, operai che si muovevano sull’asfalto che l’indomani sarebbe diventato terreno di strage. Naselli Flores raccontò di alcune persone che “stendevano cavi”. Ma nessun’azienda aveva ordinato di svolgere lavori nella zona in quei giorni. L’altra anomalia si chiamava Stefano Delle Chiaie, fondatore e leader di Avanguardia Nazionale e poi cofondatore di Ordine nuovo. “Er Caccola” si era fatto le ossa nei moti di Reggio Calabria, ed era finito al centro dei processi sulle grandi stragi fasciste, dai quali ne era uscito sempre pulito. In un documento, un’informativa dei carabinieri dell’ottobre 1992, si comunicava che Stefano Delle Chiaie ad aprile 1992 era in Sicilia per le elezioni politiche. Si informava che “er Caccola” aveva preso in quel periodo contatto con Mariano Tullio Troia, definito erroneamente boss di Cruillas, e che si sarebbe recato insieme ad alcuni boss nei pressi dello svincolo di Capaci per un sopralluogo. Inoltre, particolare di non poco conto, il neofascista si sarebbe interessato a reperire dell’esplosivo dalla cava di tal Sensale. Quando i carabinieri misero sotto osservazione la cava, non videro entrare Delle Chiaie. Ma videro Giovanbattista Ferrante, uomo d’onore della famiglia di San Lorenzo, che il 23 maggio era sulla collinetta di Capaci. La nota dei carabinieri fu spedita alla Prefettura, ai carabinieri del Ros e del comando territoriale e alle Procure di Caltanissetta e Palermo. L’informativa era nata dalle confidenze di una certa Maria Romeo, compagna di Alberto Lo Cicero, un falegname che non era “punciutu” (non affiliato a Cosa Nostra). Egli faceva solo da autista al boss Mariano Tullio Troia, soprannominato “U’ Mussolini” per le sue simpatie politiche. Lo accompagnava agli incontri con Totò Riina, dove Lo Cicero aveva visto Salvatore Biondino (uno dei componenti della squadra presente a Capaci insieme a Brusca).
Franco Fracassi - The Italy Project
3 notes · View notes
wikifoxnews · 1 year
Text
Who is Matteo Messina Denaro ( Italy busts Sicilian Mafia boss ) Wiki, Bio, Age, Crime, Arrest, Mafia, Investigations and More Facts
Tumblr media
Matteo Messina Denaro Biography                                            Matteo Messina Denaro Wiki
An Italian mafia boss who once boasted he could 'fill a graveyard' with his victims was arrested by police on Monday after 30 years on the run.
Matteo Messina Denaro, a convicted organized crime leader and Italy's top fugitive, was arrested at a private clinic in Palermo where he received classified medical treatment, paramilitary police said. Italy busts Sicilian Mafia boss Matteo Messina Denaro after 30 years on the run https://t.co/gwOBcOKf2s via @nypost — Team Sanvers (@TeamSanvers) January 16, 2023 The 60-year-old was still considered the main Sicilian figure on Costa Nostra and ran his Trapani-based operation despite having been in hiding for the past three decades, officials said. He was the latest of three long-fugitive mob bosses who had evaded capture for decades.
Convictions:
Messina Denaro has been convicted of dozens of murders in absentia and faces several life sentences, including two bombings in Sicily in 1992 that killed anti-Mafia prosecutors Giovanni Falcone and Paolo Borsellino. The captured billionaire boss was also found guilty of killing the young son of a renegade employee, who was strangled and his body dissolved in a barrel of acid. He was the latest of three high-profile fugitive mob bosses who evaded capture for decades, only to be arrested in Italy, and 30 years and one day after his mentor's capture, convicted "boss of bosses" Salvatore" Toto" Riina, who arrived in an apartment in Palermo after 23 years on the run. In retaliation for Riina's arrest, Denaro and his bloodthirsty troop "planted bombs in Milan, Rome and Florence. They blew up national monuments and a museum," co-director Cyprien d'Haese said in a new episode of Netflix's World's Most Wanted. “, at the Post Office in 2020. "It was his way of saying, 'We are so powerful. We can take anyone anywhere. Denaro's father - a high-level mafioso - had entrusted him to Riina for a cursed education that began around the age of 18. Denaro quickly established himself as a reliable foot soldier with a penchant for killing. “Riina loved her,” d'Haese said. "Denaro was told to kill, and he killed." Messina Denaro was taken to an undisclosed location by police soon after his arrest, Italian state television reported. Read the full article
2 notes · View notes
Text
How to Become a Mob Boss: Quote episode 5 to 6
"- There is no Florida community of retired bosses." (Narrator - Episode 5)
"- It was understood that there would be no flamboyant displays of wealth. Don't antagonize law enforcement for unnecessary reasons. You don't talk your criminal business in front of others. And above all, don't rat anyone out. Any deviation from that is when Whitey would go ballistic." (Episode 5)
"- Bulger had little patience for people he viewed as a liability to him, and he didn't hesitate to have them killed. And that's what kept his gang in line." (Episode 5)
"- If there's no body, there's no murder." (Episode 5)
"- Little wonder why all the best bosses know the value of a good cover-up. When former Gambino boss, Paul Castellano, needed a rival disappeared, he relied on hitman Roy DeMeo and his Gemini method, named after DeMeo's favorite hangout. It involved fully draining a corpse of blood to minimize mess before cutting it into tiny pieces. While Salvatore Riina eliminated his problems using a practice known as lupara bianca, which could involve dissolving victims in acid, feeding them to hogs, or even throwing them into a steel smelter. But none of these masters covered their tracks as painstakingly as Whitey Bulger. In case the body was discovered, he'd cut fingers off, pull out their teeth because someone's identity could be revealed through their dental records." (Narrator - Episode 5)
"- Whitey Bulger begins feeding Connolly tips on his rivals inside the Boston underworld, so federal agents can do his dirty work for him." (Narrator - Episode 5)
"- How do you keep your dirty secret from coming out? To keep it that way, nothing and no one was off-limits. This guy had no empathy for anybody, only for himself. He didn't care for on one, this guy. Whitey was always in full control of his environment. I've never seen him drink. He never socialized. He didn't mix with people. That's a vulnerability if you're doing the wrong thing. He was often thinking about, "Well, what if I do get charged?" "I should be prepared." (Brian - Episode 5)
"- Whitey had been planning for years for the curtain to fall on his show. The Whitey Bulger method for getting out of Dodge consists of a few key steps that any outlaw can follow. Step one, start saving early. Stash cash, jewelry, and fake passports in safe deposit boxes all over the globe. Step two, build aliases. Pay top dollar for fake IDs, birth certificates, and credit cards in various names, then use new identities to open bank accounts. Step three, find the perfect hiding place. Choose somewhere you can easily blend in, some place with turnover and tourism. Outsiders will be less likely to take note of your quirks. Once you've found your new hometown, it's onto the next step. Tell no one when, where, or how you're leaving. You'd be surprised how many people forget this one. Finally, it's time to make your getaway. But when you do, don't forget the most important rule of all for going underground, be ready for anything. It's one thing to make a clean getaway. Staying safe for the long haul will take genius-level execution. So much about being a mob boss is being somebody. You have to be at ease and make a transition to being unrecognized and unacknowledged, to being a nobody." (Episode 5)
"- He had political power, he was a hero within his community... he was ruthless with his enemies, very Machiavellian, and he was a good business guy. You don't make 30 billion by accident." (Michael - Episode 6)
"- From then on, all officers who cross Pablo's path will have a simple choice. Plata o plomo. Plata o plomo, it means silver or lead. You can either take money, or you can take a bullet. It was an offer that on one could refuse." (Asha - Episode 6)
"- But if you want to go far, go as a team. Because together everyone achieves more. Mob bosses have to have strategic alliances with other mob bosses 'cause they're all working for that same successful outcome, right? To make money." (Narrator - Episode 6)
"- By the mid-1980s, Pablo Escobar was making a million dollars a day." (Narrator - Episode 6)
"- But when you're running an illegal empire, your growing bankroll is going to draw ever more unwanted attention. High-level criminals understand the benefit of having public opinion behind them. If you can get that community support behind you, people tend to maybe not look at the fact that you're doing things that are illegal. When you have the will of the people on your side, you're a winner. That's how you beat government." (Steve - Episode 6)
"- I prefer a tomb in Colombia to a jail cell in the United States." (Pablo Escobar - Episode 6)
"- At least the Mafia is not looking to pull wool over everybody's eyes." (Episode 6)
0 notes
personal-reporter · 11 months
Text
L’Estate in Musica 2023 del Teatro Massimo di Palermo
Il Teatro Massimo di Palermo fino a settembre proporrà una stagione estiva  davvero da non perdere,  grazie a un ricco programma di appuntamenti diffusi tra il Teatro di Verdura, il teatro di Piazza Verdi, il Chiostro della biblioteca comunale Leonardo Sciascia e la fattoria di Danisinni. Per la prima volta a Palermo, il 20 e il 21 luglio alle 21.15 ci sarà Zorba il greco, balletto di grande successo, creato dal coreografo Lorca Massine sulla musica di Mikis Theodorakis, composta per il film  del 1965, interpretato da Anthony Quinn e Irene Papas, e adattata per il balletto dallo stesso compositore, che racconta la storia di amicizia fra Zorba il greco e il turista americano John. A interpretarlo è il Corpo di Ballo del Teatro Massimo insieme a Dan Haja, solista ospite e prima ballerina del Teatro dell’Opera di Cluj, insieme all’Orchestra e al Coro del Teatro Massimo diretti da Danila Grassi. Contralto Myrtò Bocolini. Maestro del Coro Salvatore Punturo. Direttore del Corpo di ballo Jean-Sébastien Colau. Si prosegue il 23 luglio con Tribute to Burt Bacharach, che rinnova la collaborazione tra l’Orchestra Jazz Siciliana-The Brass Group e l’Orchestra del Teatro Massimo, un omaggio al compositore americano recentemente scomparso sotto la direzione del maestro Domenico Riina. La voce è di Lucy Garsia, all’armonica Giuseppe Milici. Ed è sempre la danza ad essere protagonista il 29 luglio al Teatro di Verdura, con il Gala Wellber & Dance con il Corpo di Ballo del Massimo insieme alle étoiles ospiti Silvia Saint-Martin e Francesco Mura, primi ballerini dell’Opera di Parigi ed ospite della serata è Jacob Reuven, uno dei più apprezzati virtuosi di mandolino. L’ultimo appuntamento al Verdura è il 2 agosto, alle 21.15, con Young in green, un concerto che nasce dall’ accordo di collaborazione siglato dai sovrintendenti Marco Betta per la Fondazione Teatro Massimo e Michele dall’Ongaro per l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Dal 2 al 13 luglio alle 21:15 è il Chiostro della biblioteca comunale ad ospitare Diari di viaggio, tre concerti che impegnano l’Orchestra del Teatro, guidata per l’occasione da tre direttori di diversa estrazione musicale e provenienza geografica. Il 7 luglio alle 21.15 ci sarà alla Fattoria di Danisinni, Short Opera-La traviata, l’opera musicale con cui la Fondazione Teatro Massimo prosegue il lavoro avviato in alcuni dei quartieri della città con OperaCity Danisinni e Istant Opera Noi Sperone, ideato e diretto dal regista Marco Canzoneri, arricchito dalle immagini video di Gianluigi Toccafondo e dalla scenografia creata ad hoc da Stefano Canzoneri In parallelo con gli appuntamenti al Teatro di Verdura, alla biblioteca comunale e alla Fattoria di Danisinni, si sviluppa un ricco calendario anche in Teatro, dalla Sala grande al Foyer alla Sala pompeiana che ospita contemporaneamente la mostra di opere di Elisabeth Scherffig che illustrano i manifesti della stagione 2022/23 del Teatro. Il 20, 21 e 23 giugno, alle 20.30 nel Foyer del Teatro per Musica del tempo che verrà saranno presentate le composizioni commissionate dal Teatro Massimo ai tre compositori siciliani Giovanni Di Giandomenico, che presenta L’educazione del vento, per piccola orchestra e coro maschile; Alberto Maniaci autore di In nomine Matris, cinque storie per coro e orchestra; e Giuseppe Ricotta con The Creation suite, per coro femminile e orchestra. Invece il  22 giugno alle 20:30 debutta in Sala Grande "L’altro", l'opera corale, scritta e diretta da Gery Palazzotto.  per raccontare, a seconda dei punti di vista, la memoria che si cela nell’attualità e la realtà che tende a oscurare il ricordo. Tornano il 5, il 12, il 13, e il 30 luglio, alle 19, in Sala Grande, gli Immersive concert, un format di successo che propone pagine celebri del repertorio operistico italiano, da Rossini a Verdi a Bellini per riscoprire l’acustica perfetta e la bellezza di uno dei teatri storici più grandi d’Europa. Il 9 luglio alle 20.30 saranno i Carmina Burana di Carl Orff a suonate nella Sala grande del Teatro nell’inconsueta versione per due pianoforti e percussioni con il Coro e i percussionisti dell’Orchestra del Teatro Massimo diretti da Salvatore Punturo.. Quattro concerti per arpa saranno eseguiti il 15, il 16, il 22 e il 23 luglio alle 19.00 in Sala Pompeiana, che ospiterà fino a novembre la mostra delle opere di Elisabeth Scherffig, l’artista tedesca a cui, in collaborazione con la Fondazione Palazzo Butera, il Massimo ha affidato la creazione dell’immagine grafica della stagione 2022/23. Il 19 luglio, alle 20:30, Kids Journey, in Sala Grande, sarà un altro viaggio musicale tra le note di Georges Bizet, Bruno Coulais, Alberto Maniaci, Ennio Morricone, Salvatore Nogara, Gerald Oswald con la Massimo Youth Orchestra e il Coro di voci bianche. Infine il 25 luglio, alle 20.30 in Foyer , saranno le giovani voci della Cantoria dirette da Giuseppe Ricotta a intonare le musiche di Johannes Brahms, Antonio Fortunato, Giuseppe Ricotta, David Lang, Ola Gjello, Nunzio Ortolano, Moses Hogan, Huddie Ledbetter insieme al Quintetto d’archi della Massimo Youth Orchestra e, dal 28 luglio al 4 agosto,  per Piano Young si esibiranno in Foyer alle 20:30 i pianisti della Massimo Youth Orchestra Enrico Gargano, Claire Monteleone, Riccardo Di Giovanni e Vittoria D’Agostaro. Read the full article
0 notes
kritere · 1 year
Text
Corleone chiede l’allontanamento del figlio di Totò Riina: “Non ha mai rinnegato la mafia”
DIRETTA TV 10 Maggio 2023 Il Consiglio comunale di Corleone ha approvato all’unanimità un ordine del giorno nel pomeriggio di ieri, 9 maggio, con il quale si auspica l’allontanamento dal comune siciliano del figlio del boss Totò Riina, Giuseppe Salvatore. “Non ha mai preso ufficialmente le distanze da Cosa Nostra” 1 CONDIVISIONI Salvo Riina Jr in uno scatto del febbraio 2008, Il Consiglio…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
creatiview · 1 year
Text
Italy’s most wanted mafia boss, Matteo Messina Denaro, was arrested by armed police at a private hospital in Sicily on Monday, where the man who has been on the run since 1993 was being treated for cancer. Nicknamed “Diabolik” and “‘U Siccu” (The Skinny One), Messina Denaro had been sentenced in absentia to a life term for his role in the 1992 murders of anti-mafia prosecutors Giovanni Falcone and Paolo Borsellino, crimes that shocked the nation and sparked a crackdown on Cosa Nostra. Messina Denaro, 60, was led away from Palermo’s “La Maddalena” hospital by two uniformed carabinieri police and bundled into a waiting black minivan. He was wearing a brown fur-lined jacket, glasses and a brown and white woolly hat. Judicial sources said he was being treated for cancer and had an operation last year, followed by a series of appointments under a false name. “We had a clue to the investigation and followed it through to today’s arrest,” Palermo prosecutor Maurizio de Lucia said. Magistrate Paolo Guido, who was also in charge of investigations into Messina Denaro, said dismantling his network of protectors was key in reaching the result following years of work. A second man who had driven Messina Denaro to the hospital was arrested at the scene on suspicion of aiding a fugitive. Images on social media showed locals applauding and shaking hands with police in balaclavas as the minivan carrying Messina Denaro was driven away from the suburban hospital to a secret location. Italian Prime Minister Giorgia Meloni travelled to Sicily to congratulate police chiefs after the arrest. “We have not won the war, we have not defeated the mafia but this battle was a key battle to win, and it is a heavy blow to organised crime,” she said. Maria Falcone, sister of the murdered judge, echoed that sentiment. “It proves that mafiosi, despite their delusions of omnipotence, are ultimately doomed to defeat in the conflict with the democratic state,” she said. FAST CARS, FLASHY CLOTHES Messina Denaro comes from the town of Castelvetrano near Trapani in western Sicily, and is the son of a mafia boss. Police said last September that he was still able to issue commands relating to the way the mafia was run in the area around Trapani, his regional stronghold. Before he went into hiding, he was known for driving expensive cars and his taste for wearing finely tailored suits and Rolex watches. He faces a life sentence for his role in bomb attacks in Florence, Rome and Milan that killed 10 people in 1993 and is accused by prosecutors of being solely or jointly responsible for numerous other murders in the 1990s. In 1993 he helped organise the kidnapping of a 12-year-old boy, Giuseppe Di Matteo, in an attempt to dissuade his father from giving evidence against the mafia, prosecutors say. The boy was held in captivity for two years before he was strangled and his body dissolved in acid. The arrest comes almost 30 years to the day since police arrested Salvatore “Toto” Riina, the Sicilian Mafia’s most powerful boss of the 20th century. He eventually died in jail in 2017, having never broken his code of silence. “It is an extraordinary event, of historic significance,” said Gian Carlo Caselli, who was a prosecutor in Palermo at the time of Riina’s arrest. Despite the euphoria, Italy still faces a struggle to rein in organised crime groups whose tentacles stretch far and wide. Experts say that Cosa Nostra has been usurped by the ‘Ndrangheta, the Calabrian mafia, as the most powerful organised crime group in Italy. “There is a sense that the Sicilian Mafia is not as strong as it used to be, especially since the 90s, they have really been unable to enter the drug market and so they are really second-fiddle to the ‘Ndrangheta on that,” said Federico Varese, Professor of Criminology at Oxford University.
0 notes
respektnloyalty9 · 1 year
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Matteo Messina Denaro -Castelvetrano - Ex Boss of Cosa Nostra until his arrest on January 16th 2023 -Sicilian Mafia
Matteo Messina Denaro ; (born 26 April 1962), also known as Diabolik (from an Italian comic book character), is a Sicilian Mafia boss from Castelvetrano. He was considered to be one of the new leaders of the Sicilian mob after the arrests of Bernardo Provenzano on 11 April 2006 and Salvatore Lo Piccolo in November 2007. The son of a Mafia boss, Denaro became known nationally on 12 April 2001 when the magazine L'Espresso put him on the cover with the headline: Ecco il nuovo capo della Mafia ("Here is the new Mafia boss").
Matteo Messina DenaroCapo di tutti capi de la Cosa NostraInformación personalOtros nombresDiabolikNacimiento26 de abril de 1962 (60 años)
Messina Denaro became a fugitive on the most wanted list in 1993; according to Forbes in 2010, he was one of the ten most wanted and powerful criminals in the world.With the deaths of Bernardo Provenzano in 2016 and Salvatore Riina in 2017, Messina Denaro was seen as the unchallenged boss of all bosses within the Mafia. After 30 years on the run, he was arrested on 16 January 2023 in a private clinic in Sicily's capital, Palermo.
ESPAÑOL
Matteo Messina Denaro (Castelvetrano, 26 de abril de 1962) es un mafioso siciliano, considerado actualmente el más poderoso de Italia y Europa, perteneció a la lista de Los diez fugitivos más buscados por el FBI, fugitivo desde hace 30 años, finalmente fue arrestado el 16 de enero de 2023.
Adoptó el sobrenombre Diabolik de su admirado personaje de cómic italiano. Después del arresto de Bernardo Provenzano era considerado el nuevo jefe absoluto de Cosa Nostra.Messina Denaro fue conocido mundialmente el 12 de abril de 2001, cuando la revista L'Espresso lo puso en portada con el siguiente titular: "Ecco il nuovo capo della mafia" (‘he aquí el nuevo capo de la mafia’).
1 note · View note
mycelebrityandi · 1 year
Photo
Tumblr media
Matteo Messina Denaro, the last “godfather” of the Sicilian mafia and one of the world’s most-wanted criminals, has been arrested in Palermo after 30 years on the run. Denaro, 60, who has been in hiding since 1993, was apprehended in a private clinic in the Sicilian city. The mobster was once considered a candidate to be the Sicilian mafia’s boss of bosses, after the deaths of Bernardo Provenzano in 2016 and Salvatore Riina in 2017. According to mafia informers and prosecutors, he holds the key to some of the most horrific crimes perpetrated by the Sicilian mafia. #italy #mafia #italianmafia #matteomessinadenaro #mycelebrityandi #sicily https://www.instagram.com/p/CnfAts7rhbj/?igshid=NGJjMDIxMWI=
1 note · View note
straightened-out · 1 year
Photo
Tumblr media
Salvatore Riina aka “Toto” was an Italian mobster and chief of the Sicilian Mafia, known for a ruthless murder campaign that reached a peak in the early 1990s with the assassinations of Antimafia Commission prosecutors Giovanni Falcone and Paolo Borsellino, resulting in widespread public outcry and a major crackdown by the authorities. Nicknamed “the Beast” because of his cruelty, Riina was an unrepentant criminal who not only assassinated his criminal rivals on an unprecedented scale in the 1980s and 90s, but also targeted the prosecutors, journalists, and judges who sought to stand in his way. Riina died on 17 November 2017, one day after his 87th birthday, while in a medically induced coma after two operations in the prison unit of the Maggiore Hospital in Parma. The specific cause of death was not revealed. At the time of his death, he was still considered to be the head of the Cosa Nostra according to a magistrate. Riina was refused a public funeral by the church and Archbishop Michele Pennisi; he was privately buried in his hometown of Corleone. #totoriina #salvatoreriina #giovannifalcone #parma #corleonesi #corleon #mafia #italy #sicily #sicillian #cosanostra #boss #bossofbosses #omerta #organizedcrime #straightenedout (at Scottsdale, Arizona) https://www.instagram.com/p/CpQcWouverw/?igshid=NGJjMDIxMWI=
1 note · View note
arun-pratap-singh · 1 year
Text
Italy’s most-wanted mafia boss Matteo Messina Denaro arrested after 30 years
ROME: Italian anti-mafia police caught fugitive Sicilian godfather Matteo Messina Denaro on Monday, ending a 30-year manhunt for Italy’s most wanted mobster.A former trigger man who once reportedly boasted he could “fill a cemetery” with his victims, the 60-year-old Denaro is believed to have become the “boss of bosses” following the death of Salvatore “The Beast” Riina in November 2022.Prime…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes