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#Guerra di secessione americana
gregor-samsung · 6 months
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“ Il giorno prima, i combattimenti erano stati saltuari e senza esito. Nei punti di scontro il fumo della battaglia era rimasto sospeso tra gli alberi sotto forma di cortine azzurre finché non furono dissolte dal cadere della pioggia. Nella terra ammollata le ruote dei cannoni e dei carri di munizioni tagliavano profondi solchi irregolari, e i movimenti della fanteria sembravano impediti dal fango che si attaccava alle scarpe dei soldati quando, con le divise inzuppate e i fucili malamente protetti dalle mantelline dei cappotti, si trascinavano di qua e di là in linee sinuose per la foresta gocciolante e il campo allagato. Ufficiali a cavallo, col volto che spuntava sotto il cappuccio di tela gommata luccicante come un elmo nero, si facevano strada, isolatamente o a gruppetti casuali, andando avanti e indietro apparentemente senza meta e senza ricevere attenzione da nessuno tranne che dai colleghi. Qua e là qualche morto col vestito sporco di terra, la faccia nascosta da una coperta o all'aria, gialla e terrea sotto la pioggia, aggiungeva la sua influenza demoralizzante a quella degli altri squallidi elementi della scena e intensificava la desolazione generale con un particolare effetto depressivo. Erano molto ripugnanti, questi relitti d'uomini, niente affatto eroici, e nessuno sentiva il contagio del loro patriottico esempio. Morto sul campo dell'onore, sí; ma il campo dell'onore era tanto bagnato! Fa una certa differenza. La battaglia campale che tutti s'erano aspettata, non c'era stata; nessuno dei piccoli vantaggi derivati, ora a questa, ora all'altra parte, in scontri accidentali e isolati, avevano avuto seguito. Attacchi portati senza convinzione provocavano una resistenza ottusa che si accontentava di respingerli. Gli ordini venivano eseguiti con fedeltà meccanica, nessuno faceva niente di piú del suo dovere. — L'esercito è codardo oggi, — disse il generale Cameron, comandante della brigata federale, al suo aiutante maggiore. — L'esercito ha freddo, — rispose l'ufficiale al quale erano state rivolte quelle parole, — e poi... certo, non ha voglia di finire come quello lí. E indicò uno dei cadaveri che giaceva in una pozzanghera; il fango schizzato dagli zoccoli dei cavalli e dalle ruote dei cannoni gli aveva inzaccherato la faccia e i vestiti. Anche le armi da fuoco sembravano contagiate da questa neghittosità militare. Il crepitio dei fucili suonava apatico e poco convincente. Non aveva senso e non destava quasi attenzione né ansia da parte degli altri reparti non direttamente impegnati nella sparatoria e delle riserve in attesa. Uditi da vicino, gli scoppi dei cannoni erano fiacchi in volume e timbro: mancavano di mordente e di risonanza. Sembrava che i pezzi sparassero a salve con cariche ridotte. E cosi la futile giornata si trascinò alla sua tetra fine. Segui una notte di disagio, poi una giornata d'apprensione. “
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Brano tratto dal racconto Un tipo d’ufficiale raccolto in:
Ambrose Bierce, Storie di soldati, traduzione di Antonio Meo, nota introduttiva di Francesco Binni, Einaudi (collana Centopagine n° 41, collezione di narratori diretta da Italo Calvino), 1976; pp. 132-133.
[Edizione originale: Tales of Soldiers and Civilians, San Francisco: E.L.G. Steele, 1891]
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daniela--anna · 1 year
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FATHER'S DAY: origins and meaning
Origins of Father's Day.
Father's Day, as we understand it today, is complementary to Mother's Day and was born at the beginning of the 20th century.
It is a civil event spread all over the world which celebrates fatherhood and "babbies" in general on various dates of the year.
The first Father's Day, of which there is documented news, seems to have been July 5, 1908 in Fairmont in West Virginia, at the local Methodist church.
It was Mrs. Sonora Smart Dodd who, inspired by the sermon she heard in church on Mother's Day 1909, first called for the holiday to be made official.
Mrs. Dodd first organized the festivities on June 19, 1910 in Spokane, Washington.
The choice of the month of June was due to the fact that the birthday of Mrs. Dodd's father, a veteran of the American Civil War, was celebrated in June.
St. Joseph, Father's Day
As in many countries of the Catholic faith, Father's Day in Italy, March 19, coincides with the day of Saint Joseph, foster father of Jesus. In popular and religious tradition, Saint Joseph represents the example par excellence of the loving and of the devoted husband and for this reason he is also considered the protector of orphans, young unmarried girls and in general of the most unfortunate and fragile subjects of society.
Since the celebration of March 19 coincides with the end of winter, in the past, on this occasion, crop residues were burned in huge piles lit on the edge of the squares.
During these RITES, in which PAGAN BELIEFS and RELIGIOUS TRADITIONS ARE MIXED, hymns were sung to the Saint and zeppole, the typical pancakes of St. Joseph, were prepared.
In small towns, and in some cities, these traditions are still very much alive and heartfelt and make Father's Day even more cheerful and joyful.
📚 From the portal:
"Planet Mother"
Text of
Beatrice Spinelli
📝 Note.
As well documented by multiple secular sources, many holidays, including "Father's Day," are based on popular and religious traditions that have no basis in the Bible.
An interesting insight can be made on this topic through the article:
"Does God approve of all celebrations and holidays?"
edited by jw.org e
available free online.
FESTA DEL PAPÀ: origini e significato
Origini della festa del papà.
La festa del papà, come la intendiamo oggi, è complementare alla festa della mamma e nasce all'inizio del XX secolo. É una ricorrenza civile diffusa in tutto il mondo che festeggia in varie date dell'anno la paternità e i "babbi" in generale. La prima festa del papà, di cui si hanno notizie documentate sembra essere stata il 5 luglio 1908 a Fairmont in West Virginia, presso la chiesa metodista locale.
Fu la signora Sonora Smart Dodd che, ispirata dal sermone ascoltato in chiesa durante la festa della mamma del 1909, sollecitò per la prima volta l'ufficializzazione della festa. La signora Dodd organizzò i festeggiamenti una prima volta il 19 giugno del 1910 a Spokane, Washington.
La scelta del mese di giugno fu dovuta al fatto che proprio in giugno si festeggiava il compleanno del padre della signora Dodd, veterano della guerra di secessione americana.
San Giuseppe, festa del papà
Come in molti paesi di fede cattolica, la festa del papà in Italia, il 19 marzo, coincide con il giorno di San Giuseppe, padre putativo di Gesù. Nella tradizione popolare e religiosa, San Giuseppe rappresenta l'esempio per eccellenza del padre amorevole e del marito devoto e per questo è considerato anche protettore degli orfani, delle giovani nubili e in generale dei soggetti più sfortunati e fragili della società.
Poiché la celebrazione del 19 marzo coincide con la fine dell'inverno, in passato in quest'occasione venivano bruciati i residui dei raccolti in enormi cataste accese ai margini delle piazze. Durante questi RITI, in cui SI MESCOLANO CREDENZE PAGANE e TRADIZIONI RELIGIOSE, si intonavano inni al Santo e si preparavano le zeppole, le frittelle tipiche di San Giuseppe. Nei piccoli paesi, e in alcune città, queste tradizioni sono ancora molto vive e sentite e rendono la festa del papà ancora più allegra e gioiosa.
📚Dal portale:
"Pianeta mamma"
Testo di
Beatrice Spinelli
📝Nota.
Come ben documentato da molteplici fonti secolari, molte feste, tra cui la "Festa del papà", si basano su tradizioni popolari e religiose che non trovano riscontro nella Bibbia.
Su questo tema si può fare un interessante approfondimento tramite l'articolo:
"Dio approva tutte le celebrazioni e le feste?"
edito da jw.org e
disponibile gratuitamente online.
Link
📌
https://www.jw.org/it/biblioteca-digitale/libri/puoi-vivere-felice-per-sempre/parte-3/lezione-44/
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lettieriletti · 4 months
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Piccole Donne 2
La trama si svolge nei pressi di Gettysburg (famosa località simbolo della guerra di secessione americana), dove la signora Mary March, le sue quattro figlie: Meg, Jo, Beth e Amy, e la domestica Hannah, vivono una tranquilla esistenza lontane dal padre George, al fronte per combattere i secessionisti del sud. La loro vita cambia radicalmente con l’avanzare delle armate sudiste che distruggono la…
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vocenarrante · 1 year
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Ho inserito questo film fra i western perché è ambientato durante la Guerra di Secessione americana, ma potrebbe essere anche un film bellico o un film sentimentale. Un film datato 2003, che veste abiti classici, eleganti, e racconta una storia d'amore spezzata sul nascere dalla guerra, l'attesa del ritorno dell'innamorato da parte di una ragazza di buona famiglia del Sud (che ricorda un po' la Scarlett di "Via col vento"), costretta nel frattempo a difendere con ogni mezzo la sua fattoria. Esistenze travolte dalla guerra. Varrebbe la pena di vedere questo film anche solo per ammirare la bellezza abbagliante di Nicole Kidman e la bravura straordinaria di Reneè Zellweger (premio Oscar come miglior attrice non protagonista. — view on Instagram https://ift.tt/0gOlxhH
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levysoft · 2 years
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[…] Emancipation è basato su una storia vera del 1863. Il protagonista è Peter (Will Smith), un uomo che fugge dalla schiavitù in Louisiana dopo essere stato frustato così violentemente rischiando quasi la vita. Dovrà usare l’astuzia contro le persone che gli danno la caccia, nel tentativo di raggiungere il nord per arruolarsi con l’esercito dell’Unione.
Gordon divenne famoso in quanto soggetto di una serie di fotografie ritraenti per la maggior parte la sua schiena completamente ricoperta da cicatrici, frutto di tutte le frustate che aveva ricevuto nella sua vita da schiavo. Gli abolizionisti utilizzarono queste fotografie, distribuendole in formato biglietto da visita sia in tutti gli USA che nel resto del mondo, per mostrare gli abusi e la crudeltà della schiavitù. Nel luglio 1863 quelle fotografie di Gordon furono pubblicate sull’Harper’s Weekly, la rivista a più grande tiratura durante la guerra di secessione americana e la loro vista fu, per gli abitanti degli stati nordisti, una prova così impressionante dei brutali trattamenti a cui erano sottoposti gli schiavi che molti uomini liberi di colore decisero di arruolarsi nell’Union Army.
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Oggi ho finito di leggere questo libro. Iniziato penso un anno fa, l'ho portato in aula all'università e ho interrotto la lettura almeno due volte. Nonostante lo abbia letto in modo poco costante sono riuscito sempre a recuperare il filo.
Romanzo d'avventura di circa 600 pagine, l'Isola Misteriosa è l'ultimo libro della trilogia del mare di Jules Verne. La storia tratta di ingegno e determinazione da parte di un gruppetto di uomini nordisti, prigionieri durante la guerra di secessione americana, i quali fuggono dalla prigionia ma si ritrovano su un'isola nel Pacifico. Ho adorato tutta la questione di sopravvivenza, il costruirsi un riparo e cercare da lì di migliorare la propria qualità della vita. Questo libro ha acceso in me quelle emozioni che mi fanno provare certi videogiochi. Inoltre almeno una volta mi sono commosso per gli eventi, dimostrando come l'autore sia riuscito a coinvolgermi.
Se i primi due titoli al limite possono essere considerati indipendenti tra loro, questo deve essere letto dopo i primi due. Lettura consigliata come degna conclusione della trilogia.
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italianiinguerra · 4 years
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Gli Italiani nella Guerra di Secessione americana All’inizio della Guerra di Secessione, si calcola che quasi 11.000 Americani avevano dichiarato di essere nati in Italia: la maggior parte di loro, erano sbarcati a New York per ricongiungersi con connazionali e familiari precedentemente approdati sul continente americano e alla fine della guerra civile americana, anche due Italiani decorati della Medaglia d’Onore del Congresso, la massima onorificenza militare statunitense.
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rebelontheroad · 3 years
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#BlackHistoryMonth ✊🏽✊🏾✊🏿 HARRIET TUBMAN
Di recente abbiamo sentito il nome di Harriet Tubman molto spesso. Pare, infatti, che il neo Presidente statunitense Joe Biden voglia sostituire il volto di Andrew Jackson sulla banconota da 20 dollari con il volto di questa donna. Sapete perchè è considerata così importante nella storia americana, in particolare per la Black History?
Harriet Tubman era considerata la “Mosé degli afroamericani”. E’ stata un’attivista che ha combattutto per l’abolizione della schiavitù e per il suffraggio femminile restando anche attiva come spia al servizio dell'Unione durante la Guerra di Secessione.
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La sua era una famiglia di schiavi: la prima fu la sua bisnonna materna, Modesty, che era giunta negli Stati Uniti su una nave di schiavi dall'Africa. Quando la Tubman aveva appena sei anni fu venduta a nuovi padroni per fare da tata al loro bambino, lasciando così la sua famiglia. Ma il fatto di essere ancora una bambina, non la esonerava dalle punizioni che erano riservate agli schiavi. Ogni volta che il bambino piangeva, non importava per quale motivo, lei veniva frustata. Trovò anche modi di resistere, scappando, indossando vari strati di vestiti e difendendosi.
Durante la sua adolescenza, un giorno fu mandata ad un negozio di tessuti per sbrigare delle commissioni. Lungo il tragitto si imbatté in uno schiavo in fuga quando il padrone del fuggiasco le ordinò di fermarlo, ma lei si rifiutò e scappò via. Il padrone, per fermare la fuga dello schiavo, gli lanciò un pezzo di metallo che però colpì lei. Harriet passò due giorni di convalescenza, senza cure mediche, per poi tornare a lavorare nei campi.
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Ancora giovanissima riuscì a fuggire insieme a due dei suoi fratelli, ma anche se inizialmente riuscirono a passare inosservati, presto i loro attuali padroni scoprirono la loro fuga e fecero pubblicare una taglia su di loro offrendo 100 dollari per ogni schiavo. 
Successivamente lei fuggì di nuovo e iniziò ad aiutare gli abolisti che le affibbiarono il nome di Mosè, un chiaro riferimento al profeta che condusse gli Ebrei fuori dall'Egitto. Mosè era anche il suo nome in codice e per guidare gli schiavi che aveva liberato, cantava la canzone "Go Down Moses".
In undici anni la Tubman ha liberato circa 70 schiavi in 13 spedizioni, tra di loro c'erano anche tre dei suoi fratelli, Henry, Bene e Robert, con le loro famiglie. Queste spedizioni avvenivano durante l'inverno, le notti erano più lunghe e si riduceva il rischio di essere scoperti, e le fughe avvenivano il sabato in modo tale che eventuali notizie sulla fuga sarebbero arrivate sui giornali solamente il lunedì successivo.
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Allo scoppio della Guerra di Secessione, lei vide la vittoria dell'Unione come un passo importante per gli abolizionisti e dopo il Proclama di Emancipazione del presidente Lincoln diresse una piccola squadra di esploratori, facendo di lei la prima donna a guidare una spedizione durante la quale liberò più di 750 schiavi.
Negli ultimi anni si adoperò per il suffragio femminile diventando un'icona per i movimenti che si prodigavano per il diritto di voto alle donne.    
Morirà di polmonite nel 1913.
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ichbintriestiner · 4 years
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Trump non deve essere rieletto...
Parola d'ordine di Obama:
Trump NON DEVE essere rieletto (altrimenti per "noi" è finita)
Oggi verrò classificato complottista. Uno che fa dietrologia. Un Trumpiano. Uno che contro tutte le EVIDENZE tifa per Trump! Ebbene SI ! E se qualcuno ha da dire nemmeno legga. Passi oltre. Tanto non mi metterò a discutere per aver ragione. Semplicemente ho le mie fonti dirette e, soprattutto, prima di scrivere, faccio funzionare la mente e scelgo uno tra gli scenari più probabili. Interventi alla radio. Discussioni. Il tam TAM dei Talk Shows che mettono i cervelli alla massa perché pensare ormai è merce rara. Soprattutto ingranare in un immenso puzzle da 50.000 pezzi tutti quelli che servono. E il poveretto (pluripregiudicato per crimini che il minore è spaccio di Cocaina furto ecc.)  che ci ha lasciato la vita non è per caso. No. È stata una OTTIMA occasione per Soros & compagni di merenda del neoliberismo alla c'è la faccia chi è il più adatto gli altri crepino pure per sollevare mezza America anzi mezzo Pianeta per la sorte seppur deprecabile di un aspirante assassino da parte di un poliziotto con 4 denunce per violenza sulle spalle. MA: c'è una guerra non troppo sotterranea che si sta combattendo negli USA. Una guerra tra Trump e il Deep State e contro lo Shadow State corrotto. I Servizi che finora si sono messi contro Trump perché Trump si è messo contro i Signori che finora hanno bussato alle porte della White House per essere prebendati in cambio di promesse elettorali, che hanno sul libro paga intere sezioni di FBI, CIA, NSA, DIA, e tutti coloro che lavorano con i piedi in due staffe. Pubblica Amministrazione ma anche Corporations. Ed esse sono immensamente influenti. Molto più ricche e potenti di Trump che avrebbe già fatto la fine di Kennedy se non fosse protetto dal Pentagono. E questo Pentagono obbedisce al Presidente. Ma il Deep State, il Governo profondo del Paese che sono le corporations, associazioni di una potenza nemmeno immaginabile, senza volto, con Amministratori, Presidenti e Consigli di Amministrazione impunibili grazie alle leggi post Guerra Civile che fu combattuta non per liberare i Coloured...oh no! La schiavitù esisteva pure al Nord, anzi! Ma per fare si che le Aziende potessero unirsi in Corporations cosa proibita dalla Costituzione americana se non per lavori con la fine dei quali la associazioni dovevano sciogliersi, ecco che invece grazie alla Guerra di secessione accade la mostruosità. Due aziende in base alla liberazione dalle schiavitù possono unirsi come Persona Fisica! Ma non c'è nessuna persona fisica in una corporation. C'è la corporation che da metà 800 grazie ai milioni di morti della Guerra una delle più crudeli e sanguinose combattute su questa terra da allora in poi possono fare si che una ditta che produce aerei da combattimento al costo di un miliardo di dollari l'uno può mettersi d'accordo con una che produce carri armati o missili Tomahawk. Ma senza guerre gli arsenali si riempiono. Una guerra ci vuole. Ma Trump è troppo bravo. La guerra no. Non la vuole. Fa dunque finta. La Corea. Già dimenticata. Doveva essere lo sfacelo del mondo. La minaccia nucleare della costa Ovest degli USA. E cosa fa Trump che mentre tutti mettono ceri al Padreterno perché i sottomarini nucleari sono lì che navigano attorno alla Corea. Le portaerei pure. Già sono contenti gli azionisti degli armamenti del Deep State.... E che accade? Trump alla fine va a stringere la mano a Kim Jong-Un proprio sulla linea che nessun yankee può attraversare. Invece alla faccia del Deep State Mr. Trump la attraversa. Anzi viene trascinato con entusiasmo dal Leader Maximo! Quanti aiuti concessioni e prebende Trump abbia Concesso a Kim non è dato di sapere ma certo la Apocalisse è rinviata mentre un attacco di bile prende gli azionisti della Lockeed. Ma torniamo alla parola d'ordine di Obama e dei DEM. TRUMP NON DEVE ESSERE RIELETTO. Speravano che un conflitto o regionale in Siria bastasse. Ma Trump che fa? Si mette d'accordo con Putin e gli permette di mettere sotto ombrello russo la Siria tutta. Un paio di Tomahawk si..ma poi basta. Chiuso con la Siria. Allora la Cina infetterà il mondo con in Covid. Tutto previsto. La pandemia si esaurisce. Il Virus no, caro Bill e caro Fauci. Non era quello da 80 milioni di morti no. È sfuggito al Pangolino il Virus quello attenuato... Niente vaccino caro Bill. Nessuno te lo comprerà... Ci dispiace. Allora Obama si chiede che fare? Una rivolta sociale che sommerga Trump fin nel giardino della White House. Un Coloured ucciso in pieno giorno da 5 poliziotti e ripreso dal vivo. Su 30.000 Coloured ucciso ogni anno dalla Polizia proprio Floyd doveva essere fatto fuori poveretto da qualche poliziotto che calmate le acque non verrà certo incriminato di nulla perché SOROS ha sul libro paga pure le Black Panthers o roba simile...tutto per sollevare il popolo USA e far finta che pure la Polizia si inginocchi davvero davanti ai manifestanti... Magistrale. A Hollywood la avranno girata quella. Insomma Trump sta distruggendo la cricca Neoliberista del NWO. Della UE. C'è sono 50.000 uomini e carri USA in Europa. Costano! Ma pure la Europa Trump la vuole liberare e la Merkel Trump la ha come una scheggia nell'occhio sinistro. Basta guardare il volto della Merkel che sa. Sa che l'Italia grazie a Trump uscirà dallEuro. Ma solo dopo la sua rielezione. E il povero Floyd lo hanno ucciso per sparare l'ultimo proiettile possibile contro Trump appunto. La rivolta (del tutto apparente) del Popolo contro di lui. Cosa altro dovranno inventarsi?
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gregor-samsung · 11 months
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“ Nella gola, dove a malapena ci stava un cannone, erano ammucchiati i resti di non meno di quattro. Essi avevano notato soltanto il momento in cui era stato ridotto al silenzio l'ultimo pezzo messo fuori uso; non era stato sostituito rapidamente per mancanza di uomini. I rottami erano disseminati sui due lati della strada; in mezzo ad essi gli uomini avevano trovato il modo di tenere aperto un passaggio per il quale ora stava facendo fuoco il quinto pezzo. Uomini? Sembravano demoni d'inferno! Erano tutti senza berretto, denudati sino alla cintola, le loro carni fumanti, nere per le macchie di polvere e gli spruzzi di sangue. Lavoravano come pazzi con calcatoio, cartocci, leva e cordoncino. Mettevano le spalle gonfie e le mani sanguinanti contro le ruote ad ogni rinculo e sollevavano il pesante cannone per rimetterlo in batteria. Non c'erano comandi; in quel terribile ambiente di schianti di bombe, scoppi di granate, frammenti di ferro sibilanti e schegge di legno che volavano per aria, non si sarebbe potuto udire la voce di nessuno. Gli ufficiali, se erano ufficiali, non si distinguevano dai soldati; lavoravano tutti insieme — ognuno finché durava — guidati dall'occhio. Passata la spugna, il cannone veniva caricato; appena caricato, era puntato e sparato. Il colonnello osservò qualcosa di nuovo per la sua esperienza militare, qualcosa di orribile, contro natura: il cannone sanguinava dalla volata! Per la temporanea mancanza d'acqua, l'uomo addetto alla spugna l'aveva immersa in una pozza di sangue dei suoi compagni. In tutto questo lavoro non c'erano scontri; il dovere del momento era ovvio. Quando uno cadeva, un altro, che aveva l'aspetto un po' piú pulito, sembrava scaturire dalla terra sulle orme del morto, per cadere a sua volta.
Con i cannoni distrutti giacevano gli uomini distrutti, accanto ai rottami, sotto e sopra di essi; e dietro, giú per la discesa, quei feriti che potevano muoversi, si trascinavano sulle mani e sulle ginocchia. Il colonnello — per pietà aveva fatto fare dietrofront alla sua cavalcata — dovette passare col cavallo sopra quelli che erano già morti per non schiacciare gli altri che erano ancora parzialmente vivi. In quell'inferno persistette ad andare; si portò di fianco al cannone e, nel fumo della ultima scarica, toccò sulla guancia l'uomo che impugnava il calcatoio, il quale subito stramazzò credendosi colpito a morte. Un demonio dannato sette volte saltò avanti a prendere il posto del caduto, ma indugiò e levò gli occhi all'ufficiale che era a cavallo con uno sguardo spettrale, i denti che lampeggiavano tra le labbra nere, gli occhi fieri e dilatati che ardevano come brace sotto la fronte insanguinata. Il colonnello fece un gesto imperioso e indicò la retroguardia. Quel demonio s'inchinò in segno d'obbedienza. Era il capitano Coulter. Quando il colonnello fece segno di arrestare l'azione, simultaneamente sul campo cadde il silenzio. Il fiume di proiettili non si rovesciò piú in quella gola della morte perché il nemico cessò di far fuoco. Erano ore che il grosso dell'esercito si era allontanato, e il comandante della retroguardia, il quale aveva tenuto a lungo la sua pericolosa posizione nella speranza di ridurre al silenzio l'artiglieria federale, proprio in quel momento aveva fatto cessare la propria. “
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Brano tratto dal racconto Il fatto della Tacca di Coulter raccolto in:
Ambrose Bierce, Storie di soldati, traduzione di Antonio Meo, nota introduttiva di Francesco Binni, Einaudi (collana Centopagine n° 41, collezione di narratori diretta da Italo Calvino), 1976; pp. 83-84.
[Edizione originale: Tales of Soldiers and Civilians, San Francisco: E.L.G. Steele, 1891]
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chez-mimich · 5 years
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SALLY MANN, A THOUSAND CROSSINGS. Parigi, 24 agosto. “... Ho una sensibilità da XIX secolo...” È lei stessa ad affermarlo in un video a corredo della magnifica mostra del Jeu de Paume di Parigi aperta fino al 22 settembre prossimo. Sally Mann non è la solita brava fotografa, forse non è nemmeno una fotografa, Sally è una poetessa della fotografia, come potevano esserlo stati André Kertész, Alfred Stieglitz o Joseph Sudek. Le sue sono fotografie fortemente elegiache ed esplorano temi fondamentali dell’esistenza: la memoria, la morte, i legami famigliari, l’indifferenza sovrana della natura. I suoi luoghi d’elezione sono pochi migliaia di ettari di territorio nel sud-est degli Stati Uniti, dove è nata nel 1951, una terra alla quale è profondamente legata e nella quale attraverso le sue eccezionali fotografie, riesce a cristallizzarla come fosse un intero universo senziente. È lei stessa a suggerirci attraverso le parole del poeta scozzese John Glanday che “l’anima va mille volte avanti e indietro, il cuore una volta sola” e chi vuole intendere, intenda. In quel sud-est americano, poco distante da Lexington dove nacque, trovano posto anche tutti gli affetti famigliari a cominciare da Emmett, Jessie e Virginia, i suoi tre figli, ritratti spesso senza sentimentalismi, ma evidenziandone la bellezza, la tenerezza e anche la sensualità. Frutto della sua ricerca sul paesaggio sono le eccezionali serie fotografiche dedicate alla terra, al bosco, al fiume, quando Sally Mann, al principio degli anni Novanta decide di spingere la sua ricerca anche in Georgia, in Louisiana e in Mississippi. Ma non si tratta solo di innocenti paesaggi. Sally sonda il suolo americano, cerca e si interroga su come quelle terre che sono state teatro della più sanguinose battaglie della Guerra di Secessione americana, possano conservare in loro un sussulto, un palpito, una memoria fantasmatica di tutte quelle dolorose vicende. Quelle terre che negli anni dello schiavismo furono intrise anche del sangue di tanti afro-americani, in questo senso basti ricordare anche le serie fotografiche che ritraggono Virginia “Gee Gee” Carter, che fu per cinquant’anni al servizio della famiglia di Sally Mann. Insomma una terra che racconta, testimonia, evoca sebbene in modo misterioso e poetico, l’agire degli uomini. In realtà è un espediente tecnico ad aiutarla nella creazione di una fotografia di grande forza evocatrice; si tratta del collodio, un liquido legante per le emulsioni che tende ad “antichizzare” la fotografia. Non storcete il naso perché Sally Mann non è una stupida, né un’ingenua ed usa la sostanza con una consapevolezza estetica sorprendente e con risultati di una poeticità assoluta. Il Jeu de Paume è sempre un “buen retiro” per chi ama la fotografia, in tempi di selfie e di “selfisti” è meglio ricordarsene e correre qui appena si può.
Paris, 24 agosto 2019
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painfulpresent · 4 years
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Walt Whitman, il cantore della libertà
La poesia
O Capitano! mio Capitano! il nostro viaggio tremendo è terminato; la nave ha superato ogni ostacolo, l’ambìto premio è conquistato; vicino è il porto, odo le campane, tutto il popolo esulta, mentre gli occhi seguono l’invitto scafo, la nave arcigna e intrepida; ma o cuore! cuore! cuore! o gocce rosse di sangue, là sul ponte dove giace il mio Capitano, caduto, gelido, morto.
Chi è il Capitano
Walt Whitman scrisse la poesia, dopo la notizia dell’assassinio di Abraham Lincoln. Sono diversi i riferimenti metaforici all’evento che sconvolse l’America, quella sera del 14 aprile 1865. La nave di cui si parla, infatti, vuole rappresentare gli Stati Uniti d’America; il viaggio tremendo richiama gli orrori della guerra di secessione americana; infine, il capitano della nave, che muore sul ponte di comando, rappresenta proprio Lincoln.
Walter Whitman, meglio noto come Walt Whitman, nella sua carriera di scrittore cantò il suo luogo natale, l’America. Suo padre si dedicava a mestieri di vario genere, mentre la madre, Louisa Van Velsor, aveva con il figlio un rapporto privilegiato. Ne è testimonianza l’intensa corrispondenza che intercorse tra i due. Whitman è ricordato come il cantore della libertà, di quell’ideale visionario che pone l’uomo al centro. Cantò soprattutto l’essenza dell’ “American dream”, quel sogno americano che voleva che attraverso il duro lavoro, il coraggio e la determinazione si potesse raggiungere un migliore tenore di vita e la tanto agognata prosperità economica. Dalla sua opera proviene la celeberrima ode che inizia con il verso «O Capitano! mio Capitano!». Whitman è ricordato sopratutto per la sua raccolta di poesie “Foglie d’erba“, pubblicata in addirittura dieci edizioni. Whitman morì a Cadmen il 26 marzo 1892.
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lettieriletti · 4 months
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Piccole Donne 1
La trama si svolge nei pressi di Gettysburg (famosa località simbolo della guerra di secessione americana), dove la signora Mary March, le sue quattro figlie: Meg, Jo, Beth e Amy, e la domestica Hannah, vivono una tranquilla esistenza lontane dal padre George, al fronte per combattere i secessionisti del sud. La loro vita cambia radicalmente con l’avanzare delle armate sudiste che distruggono la…
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vocenarrante · 1 year
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Gli "Spaghetti Western" sono un fenomeno tutto italiano, proliferato negli anni Sessanta e Settanta, grazie soprattutto all'immenso Sergio Leone e ad altri registi come Duccio Tessari, Sergio Corbucci, Sergio Sollima, Tonino Valeri, per citarne soltanto alcuni. Nato come sottogenere di emulazione del Western statunitense, con pellicole prodotte a basso costo e girate in Italia o Spagna, lo "Spaghetti Western" finì per influenzare l'intero genere, in quegli anni un po' in disarmo, infondendovi nuova linfa e un nuovo linguaggio. Quasi trent'anni più tardi, Clint Eastwood, passato dietro la macchina da presa dopo essere stato il protagonista della cosiddetta Trilogia del Dollaro di Sergio Leone, avrebbe dedicato proprio a Leone uno dei suoi numerosi capolavori, "Gli spietati", vincitore nel 1993 di ben tre prima Oscar, miglior film, miglior regista e miglior attore non protagonista (Gne Hackman). Non solo, ma dopo altri vent'anni, nel 2012, Quentin Tarantino avrebbe chiuso il cerchio con "Django Unchained", il cui titolo è un evidente tributo all'originale Django del 1966 diretto da Sergio Corbucci. Tarantino è talmente appassionato del cinema italiano e degli Spaghetti Western, da aver scritturato per una parte del suo film anche Franco Nero, che quasi mezzo secolo prima era stato il protagonista del primo Django. Oggi ho scelto per voi il terzo capitolo della Trilogia del Dollaro, vale a dire "Il buono, il brutto, il cattivo" di Sergio Leone, con Clint Eastwood, Eli Wallach e Le Van Cleef. Si tratta di un film di ampio respiro, che va oltre la classificazione di Spaghetti Western e che viene oggi considerato, a buon diritto, uno dei migliori Western di tutti i tempi. Ci sono i banditi, i cacciatori di taglie, un tesoro da ritrovare e sullo sfondo la Guerra di Secessione americana. Memorabile la scena del "triello" finale, fatta di primissimi piani e di tempi dilatatissimi, che ritroveremo anche nel successivo "C'era una volta il West" e che diventeranno quasi un marchio di fabbrica del grande regista. — view on Instagram https://ift.tt/35zsbtS
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grandeguerra100 · 6 years
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La battaglia del Piave, Giugno 1918 Postazione di artiglieria italiana con un cannone navale da 15 pollici montato su un monitore - detto anche pontone armato - a difesa del Piave. Il monitore, un particolare tipo di nave corazzata usato nei fiumi e nelle azioni contro la costa, fu usato per la prima volta durante la guerra di secessione americana. ENGLISH - The Battle of the Piave River, June 1918 A 15-inch gun mounted on an Italian monitor for use on the Piave. The monitors, designed for shallow waters and as coastal ships, were used for the first time during the American Civil War. © IWM (Q 19098)
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levysoft · 4 years
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Babbo Natale è nato durante la guerra di secessione americana. Settant'anni prima della Coca Cola, è stato il padre del fumetto politico moderno, il tedesco Thomas Nast, a creare l'immagine di Santa Claus che conosciamo oggi: gioviale, barba bianca, panciuto, in pelliccia con un cappello di lana in testa che dona i regali prendendoli da un sacco sopra una slitta trainata dalle renne. Era il 3 gennaio del 1863. E fino a quella vignetta pubblicata sull’Harper's weekly papà natale era ritratto solo in due modi: come il vescovo San Nicola o nelle sembianze di uno spilungone emaciato dal volto cattivo. Ma all'esercito unionista serviva una figura rassicurante per superare l'inverno più difficile della guerra di secessione.
Per questo nella vignetta del 1863 la divisa di Babbo Natale richiama la bandiera degli Stati Uniti: pantaloni a strisce e giacca a stelle, 34 come gli Stati federati di allora, compresi quelli del Sud. Il vestito bianco e rosso arriverà dopo 33 vignette dello stesso genere pubblicate da Nast ogni anno fino al 1886 in cui Santa Claus scende con il sacco dentro i camini, legge le lettere seduto in panciolle sulla scrivania, sgrida i bambini cattivi e fa sedere sulle sue gambe quelli buoni per sentire i loro desideri. Nel 1881 pubblica la versione iconica che plasmerà l’immaginario del Novecento: Santa Claus con le guance rosse, la pipa sottile in bocca e i regali sottobraccio. C’è anche una spada attaccata alla cintura, ma l’amore del vignettista per le armi non è rimasto. Il punto è che Nast aveva già definito i caratteri di Santa Claus quarant’anni prima della copertina di Life Magazine del 12 dicembre del 1923, considerata da molti la nascita del Babbo Natale commerciale in cui beve del whisky per sponsorizzare la compagnia White Rock.
Per creare il Babbo Natale moderno, Nast prese l’idea della slitta trainata dalle renne con un sacco pieno di doni dalla descrizione fatta da Clement Moore nella poesia Una visita da san Nicola del 1823. Dai personaggi del folklore tedesco prese l’idea di un uomo barbuto dai tratti gnomeschi. Anche se il presidente degli Stati Uniti Abraham Lincoln lo aveva definito: «Il nostro miglior sergente di reclutamento» per la capacità di coinvolgere le truppe con le sue vignette, Nast era nato a Landau, nel Regno di Baviera, in una delle città più fortificate d’Europa. A sei anni, con la mamma e la sorella era emigrato a New York e già a 15 anni aveva iniziato a lavorare disegnando fumetti politici per i giornali.
Nella vignetta del 1863, Santa Claus in the Camp, il primo regalo del moderno Babbo Natale è raccapricciante: un burattino di legno con una corda legata intorno al collo. Non è Pinocchio ma la versione pupazzo del presidente confederato Jefferson Davis. Eh sì, il creatore di Santa Claus amava il politicamente scorretto. Spesso nelle sue vignette ritraeva irlandesi ubriachi e vescovi cattolici come coccodrilli che dal fiume attaccano giovani studenti. Nast non aveva lo spirito del Natale classico: considerava le scuole cattoliche una minaccia per i valori americani. Quando si dice l’eterogenesi dei fini.
Per problemi economici nel 1890 Nast fu costretto a pubblicare una raccolta delle sue vignette di Babbo Natale: Christmas drawnings for the Human Race. Il libro contribuì a togliere l’associazione di Santa Claus con San Nicola o con gli obiettivi propagandistici di trenta anni prima. Rimase solo l’idea di giovialità del Natale. Terreno perfetto per rendere poi l’uomo barbuto simbolo del Natale commerciale. Nell'introduzione alla raccolta l'editore precisa: «Queste immagini si appellano non a supportare una particolare denominazione religiosa o un partito politico, ma alla delizia universale nel più felice dei giorni festivi, amato dalle più tenere tradizioni domestiche. Il Natale è la festa di tutti; ma è soprattutto la giornata dei bambini. Le fantasie grottesche e ariose dell'infanzia che si aggrappano a Babbo Natale, come il buon genio del Natale, sono riprodotte su queste pagine».
E dire che Santa Claus non è l'unico personaggio più famoso creato da Nast. Il padre del fumetto politico americano ha creato il simbolo politico del Partito Repubblicano, l’elefante, e ha reso popolare l’uso dell’asino come simbolo degli avversari del Partito Democratico. Le sue caricature spietate e provocatorie dei politici che decideva di appoggiare, sempre repubblicani, o distruggere riuscivano a spostare l'opinione di molti elettori. Fu definito The president maker, per aver influenzato almeno sei elezioni presidenziali tra il 1864 e il 1884. Non a caso da Ulysses Grant a Chester Arthur, tutti i presidenti degli Stati Uniti eletti erano membri del Great Old Party. C’è il suo zampino anche nella popolarizzazione dell'icona dello Zio Sam, la personificazione degli Stati Uniti a cui aggiunse il pizzetto bianco. C’è anche un po’ d’Italia nella vita di Nast. Nel 1860 disegnò una serie di vignette sulla spedizione dei Mille nel Sud Italia che seguì fisicamente come corrispondente del The Illustrated London News. Contribuì così alla popolarità di Giuseppe Garibaldi negli Stati Uniti. In fondo con una camicia rossa e una barba l’eroe dei due mondi era il modello perfetto per il papà di Babbo Natale.
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