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#le mie riflessioni
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The truth is: I am not in love because I don't have a hot woman as an enemy to obsess on.
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femmenoir-red · 1 year
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Il paradosso dei cuori grandi è che per riempirli ..bastano le piccole cose...❤️
The paradox of big hearts is that the little things are enough to fill them..
@femmenoir-red
01*07*23
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illsadboy · 1 year
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Quanto possono far male le piccole cose, una piccola pastiglia, una piccola dose, un goccio d’alcol, una piccola azione ripetuta più e più volte che piano piano ti consuma l’anima.
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pietroleopoldo · 1 year
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Wow ma è proprio come dicono i fascisti, ogni giorno vado all’università per zecche rosse dove mi insegnano solo ad essere woke
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simonegiardina · 5 months
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Giretto in Moto a Trapani vita da Youtuber Facciamo Quattro Chiacchiere
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bluefulgensita · 1 year
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Come Latte Versato
//cw prodotti caseari, allusioni al sesso
Tra vera realtà e finta finzione, qual è la reale differenza?
Entro. In grande e composta foga, riposo il cappotto dove più è comodo. Lavare le mani è necessario, ma non serve. La mente pensa, il braccio agisce.
Quanto amore nello svitare un tappo. è lì, pronto ad essere usato per tutta una vita. E con rispetto repentino, quasi serpentino, lo si apre. Pronto per essere riavvitato in chiusura.
La prima volta è vergine, il tappo. Bisogna rompere il sigillo per arrivare al piacere. Quanta gioia in quel gesto. I polpastrelli si muovono incantati, senza seguire i crucci della mente. Trovano subito il punto giusto. è un luogo innato, una verità sola, un tepore vero quello del tatto di un sigillo d'alluminio. Non può altro che esistere - e smettere di farlo. Il firmamento gli ha dato un compito, quello di morire. E ha vissuto per farlo. In uno strappo animale, tutte le sue gioie si infrangono senza pietà. Un'ultima, prima carezza letale. Unica vera gloria, per il sigillo, è dare un ultimo sguardo al bianco nettare - uno sguardo finalmente vero, attraverso l'altra metà della sua luna. Quanto buio il mondo, visto da un sigillo.
L'indice sfiora il collo della bottiglia, che come un'amante, suda. Non conosce la verità di quell'indice - ma effonde comunque il suo piacere. C'è dell'amore, in quella sua nuova nudità. Amore vero. C'è amore vero in quella servitù bianca, pronta, vissuta. In quel momento, la bottiglia sa. La bottiglia sente. La bottiglia vede. Il contenuto di tutto il suo io - famiglie e famiglie di bovini che hanno sudato, amato, perito come lei - è vero. Quella verità è percepita. Conosce, la bottiglia, il vero peso della sua anima - ne concepisce la misura. Mezzo litro non basta per descrivere un'anima. Tuttavia, suda, ama, e perisce con vera e pronta gioia.
Il latte fluisce allegro nel bicchiere. Non conosce calici, quindi quel cilindro è per lui tale. Manca un nulla al tutto di un biscotto. Quanto tutto, in un biscotto. Riso, uova, zucchero? Gli ingredienti non bastano a narrare la sua storia. Non bastano ad illustrare la sua natura. Quel che possono, quegli ingredienti, è realizzarsi - e lo fanno in un bagno del loro stesso sangue, in una piscina di bianca verità. Il latte gli dà il benvenuto. Quanto tutto, in un biscotto. Tutto dà, tutto prende. Benvenuto, bentornato. Un benvenuto è per sempre, in un bicchiere di latte.
Assorbire è una parola bizzarra. Da cosa credi di sorbire? Sei tu a succhiare tutto il latte, o è il latte a realizzarsi in te? Sei tu a tuffartici, o sono dita che conoscono solo amore a inzuppartici? C'è violenza nell'amore. C'è violenza nel sorbire, dal sorbito, al sorbito. C'è amore in quel gesto di zero e tutto.
La morte crea. La mente brama. Le labbra, inumidite, godono. In quel tutto c'è amore. Rispetto, gioia. Violenza, buio. Allora trema, a quel disgusto. Trema. Perché tu, tu hai assorbito, tu hai amato, tu hai sudato e perito. Tu sei il latte che hai bevuto, il tutto che hai consumato. Tu crei, ami, distruggi, vivi, muori e muggisci, senti e subisci. Tu sei lo zero nel tutto.
Allora abbi simpatia, dinanzi a quel brivido. Perché tu, tu hai assorbito, tu hai amato, tu hai sudato e perito. Tu sei il latte ch'è stato bevuto, il tutto consumato. Tu sei il creato tutto, tu che sei amato e distrutto. Sei la vita che ha muggito, la morte che ha subito. Tu senti il tutto avvolto all'interno di quello zero.
C'è verità nel latte versato.
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ilmondodishioren · 1 year
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Pensieri da scrittore #12
Pensieri da scrittore #12
Ogni volta che vedo la foto di un tramonto sul mare, il mio pensiero e il mio cuore volano a Christopher ed Ann di Ritorno a Breuddwyd. Non vi nego che provo molta nostalgia nei confronti di questi personaggi e di tutto il mondo che ho faticosamente costruito intorno a loro. Breuddwyd non esiste se non nella mia testa e nel cuore di chi ha letto la mia storia e l’ha amata. Ma questo post non…
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dramasetter · 5 months
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È l'ultimo giorno del 2023. Come si può descrivere quest'anno? Una merda difficile.
Però ci sono state anche cose belle. Vi risparmio le mie riflessioni sull'anno anche se per un momento ho pensato di scriverle, avete rischiato.
Mi limito a dire che ho fiducia nel 2024 perché tanto fare peggio del 2023 la vedo dura.
A un anno migliore.
Ps: nell'angolo in basso a destra potete apprezzare il naso di kida
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gregor-samsung · 2 months
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“ «Com'è strano, — pensava Veročka — già le sapevo dentro di me, già le presentivo, tutte le cose che ha detto sulle donne, sui poveri, sull'amore. Dove le ho imparate? Forse nei libri che ho letto? No, non là. In quei libri ci sono tanti dubbi, tante riserve, e ogni cosa sembra insolita, incredibile. Come si trattasse di sogni belli, ma irrealizzabili! A me sembra invece che questi sogni siano semplici, semplicissimi, comuni, che senza di essi non si possa vivere, che si dovranno avverare senz'altro. Eppure, secondo me, questi libri sono ottimi. George Sand; per esempio, è così buona e morigerata, eppure, tutto in lei è sogno! E i nostri? No, nei nostri non si parla di questo. In Dickens, invece, sì, ma tutto è come senza speranza; certo, lui se l'augura, perché è buono, però sa bene che non si avvererà. Come fanno costoro a non sapere che in mancanza di questo non si può vivere e che bisogna darsi da fare, e si lavorerà senz'altro, perché non ci siano più uomini poveri e infelici? Ma che, forse non lo dicono? Dire lo dicono, ma provano solo pietà, mentre pensano che tutto resterà com'è ora: sì, qualcosa migliorerà, ma per il resto. No, essi non dicono le cose che io penso. Se le dicessero, saprei che le persone buone e intelligenti ragionano come me. E invece sinora ho creduto di essere l'unica a pensarla così, perché sono una stupida. Nessuno pensa come me, nessuno si aspetta che le cose cambino realmente. E ora lui assicura che la sua fidanzata ha detto a tutti coloro che l'amano che le cose andranno proprio secondo le mie idee. E ha parlato così chiaramente, dice lui, che tutti già lavorano perché tutto avvenga al più presto. Che donna intelligente! Ma chi è? Lo saprò di certo. E come sarà bello, quando non ci saranno più poveri, quando nessuno sarà costretto a ricorrere agli altri per bisogno, quando tutti saranno allegri, buoni, felici...». Assorta in queste riflessioni, Veročka si addormentò, e dormì profondamente, senza sognare.  “
Nikolaj Gavrilovič Černyševskij, Che fare?, traduzione e cura di Ignazio Ambrogio, Edizioni Studio Tesi (collana Collezione Biblioteca, n° 85), Pordenone, 1990; p. 78.
 NOTA: Il testo originale (Что делать?), che Černyševskij scrisse in prigionia nella fortezza di Pietro e Paolo a San Pietroburgo, cominciò ad essere pubblicato a puntate nel 1863 sul mensile letterario russo Sovremennik sino a quando le autorità sequestrarono l’intera opera, ritenuta sovversiva. Il libro circolò quindi clandestinamente fino alla pubblicazione integrale nel 1905, all’inizio della breve stagione riformista dello zar Nicola II.
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der-papero · 1 year
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Un nuovo razzismo
Questo è uno dei post più difficili che io abbia mai scritto su questa piattaforma. Molto probabilmente, nel momento in cui lo leggerete, lo avrò già letto 30 volte e rinnegato altrettante, come fece Pietro col suo capo, prima che quel maledetto gallo svegliasse tutto il vicinato e venisse colpito in pieno da una scarpa.
Essenzialmente per tre motivi: il primo, perché non era proprio nei miei pensieri una discussione simile, il secondo, perché è estremamente facile uscire dal seminato e iniziare a parlare d'altro, e il terzo, perché la probabilità che venga letto tutt'altro è abbastanza alta. Riguardo al primo motivo, sono strafelice che sia accaduto, anche se lontanissimo dalle mie intenzioni, perché sta aprendo il mio spazio mentale ad un universo di riflessioni sul tema, riguardo al secondo proverò a fare del mio meglio per evitare scivoloni, e riguardo al terzo 'sti grandi apparati maschili.
In pratica, vi parlerò delle reazioni che ho ricevuto, in quattro giorni a questa parte, ogni volta che ho iniziato a parlare di possibilità di equivalenza tra pensiero naturale e pensiero artificiale e, volendo tirare un po' la corda, una possibile sostituzione dovuta ad un sorpasso facile del secondo rispetto al primo.
Premetto che all'inizio mi son lasciato un po' andare all'entusiasmo, ma come ho detto a @kon-igi nel mio ultimo vocale da ben 13 minuti esatti, credo di aver commesso un reato a responsabilità limitata (cit.), per via della mia naturale propensione a comportarmi come un bimbo col suo giocattolo nuovo verso tutto quello che suscita in me un interesse che va al di là delle aspettative. Ad ogni modo, questo reato è stato proprio funzionale a far esplodere (verbo azzeccatissimo) un dibattito sul tema, e non parlo solo di Tumblr, eh, io ne ho parlato con tutti, dovunque, in qualsiasi spazio e dimensione umana, e posso confessarvi che, trasversalmente all'educazione ricevuta, al percorso sociale e professionale, alle sensibilità verso la realtà circostante, tutti, a diverse sfumature, hanno esibito un qualcosa che io, con un titolo fotocopiato maldestramente da Star Wars IV, ho iniziato a semplificare brutalmente con razzismo verso la AI.
Prima che iniziate a lucidare la mazza da baseball per fracassarmela sul cranio, lasciate che vi premetta la mia definizione di razzismo. A mio parere, ne esistono di due tipi, uno dovuto alla mancanza di informazioni verso un qualcosa di sconosciuto, che implica una immotivata paura e un conseguente istinto di protezione verso sé stessi e la propria comunità (forse legato a scelte di sopravvivenza, boh, che ne so), e un secondo, una degenerazione del primo, ovvero la scelta consapevole di restare in questo stato di ignoranza per combattere un nemico inesistente. Io, ad esempio, mi dichiaro orgogliosamente razzista verso i tedeschi, perché ho optato per la scelta consapevole di ritenermi diverso e superiore a loro, e nun me scassat 'o cazz, come diceva il buon Pino. Nel caso invece di questo post siamo palesemente nella prima tipologia, che chiamo razzismo solo per brevità e perché non conosco una parola migliore, ma potrebbe essere un abuso di notazione, e che alla fine mi serve pure un po' per acchiappare like, come ho ben dedotto dal mio scambio con @aelfwin3.
Ognuna delle persone con le quali ho avuto il privilegio di confrontarmi ha avuto una reazione che oscilla dalla più morbida alla più reazionaria, ma hanno avuto tutte un filo conduttore comune. Ad esempio, Kon sta da tre giorni ad impazzire con me su questa roba, provando a menarmi dialetticamente da più punti di vista (cosa della quale non gli sarò mai grato abbastanza), mentre Elena, venerdì sera, avrebbe voluto che la mollassi in autostrada pur di non continuare più la serata con me, se non fosse che adora troppo quelle cagate asiatiche. Per farla breve (seeee vi piacerebbe ahahahahah!), tutti hanno avuto lo stesso tipo di approccio, che posso riassumere con la seguente frase
non osare provare a metterci sullo stesso piano
persino Yuri che, ieri a pranzo, davanti ad un panino di Burger King, cominciava a digerire male le patatine dopo le mie uscite, e ha provato a giustificare quella frase di sopra facendo riferimento ad un vecchio film russo, dove il secondo pilota di ogni aereo era una intelligenza artificiale pronta a continuare il combattimento al posto del pilota, qualora questo fosse stato nell'impossibilità di continuare il duello, e che mo' non mi ricordo tutta la trama, ma come al solito finiva di merda.
Piccola nota: Burger King ha tolto dal menù il Double Steakhouse, e, chi mi conosce bene lo sa, se c'è una cosa che mi fa incazzare è dovermi adattare ai cambiamenti della società. Mo' mi tocca mangiarmi tutti i panini possibili per riuscire a trovare quello che più somiglia al DS, porca vacca. Ma torniamo a noi (ve l'avevo detto che è difficile restare sul tema).
Prima di continuare (telefonate alle vostre mamme, perché stasera non si torna a casa), ribadisco ancora una volta la mia definizione di sentimenti nel mondo digitale, che nulla ha a che fare con quelli umani, e propongo ancora un altro esempio. Parliamo di Dante e Beatrice. Nessuno, e sottolineo nessuno, umano e non, è in grado di replicare, in ogni più piccolo dettaglio biologico e mentale, quello che Dante ha provato per la sua bella (diamo per buona tutta una serie di fatti storici, tanto a me non importa di Dante nel senso stretto della sua vita). Possiamo solo fare dei paragoni più o meno validi sulla base delle informazioni che abbiamo, e su quello che è la nostra esperienza riguardo all'amore, ma poi ognuno di noi ha il suo sentire riguardo a questo sentimento, potete provare a raccontarlo, ma già qui si perde, involontariamente, un contenuto informativo, per non parlare poi di quello che viene capito dal vostro interlocutore, insomma capire cosa possa provare un altro al 100% è un'impresa impossibile, ci possiamo arrivare solo tramite delle interpolazioni, che possono essere sufficienti per la stragrande maggioranza dei nostri scopi.
Ripeto: non fate riferimento ancora una volta all'essere umano in quanto essere biologico, altrimenti tutto questo post non ha alcun senso, né tanto meno tutta la discussione passata e futura sull'argomento. Io parlo unicamente del pensiero in quanto riflesso del nostro essere, il cogito ergo sum, per capirci, ma niente di più.
Adesso prendiamo una macchina NLP che ha raggiunto il suo stadio ultimo della conoscenza artificiale, ovvero sa correlare tutto a tutto (stavo per scrivere sa tutto di tutto, ma avevo visto la mazza da baseball che faceva capolino dietro le vostre schiene). Badate bene: questa macchina non esiste ancora, ma quello che provo a dirvi da tre giorni e che continuerò a fare, ed è meglio che iniziate a farci il callo con questo concetto, è che ci stiamo avvicinando al momento in cui questa macchina esisterà. Questa è una macchina che, dal punto di vista dei sentimenti, è messa malissimo, nel senso che non ha la nostra esperienza biologica, non sa cosa sia l'amore e il poterlo sapere non fa parte del suo esistere e del suo scopo. Ma, e qui perdiamo in quanto presunti esseri superiori, sa parlare dell'amore che Dante provava per Beatrice meglio di noi, perché, sfruttando la sua capacità di correlare e calcolare, riesce a mettere insieme robe che manco a calci ci potremmo arrivare.
Se siete arrivati fin qui, vuol dire che non mi avete tolto il follow (il che vi vale come buono per una pizza e una birra offerti da me), e adesso arriviamo al razzismo verso la AI. Pur di mettere in discussione il punto espresso al paragrafo precedente, le persone, tutte, virtuali e non, hanno fatto l'unica mossa che potevano fare: invalidare la potenziale (ma non l'unica, occhio!!!) fonte della conoscenza che alimenta la AI, ovvero Internet, tra l'altro con un argomento, i social, che per me è fallace già dal punto di vista meramente tecnico, perché non tiene conto di quello che è il reale serbatoio informativo della rete, ma ne vede solo una parte, che poi è proprio quello che ci fa parlare male della rete in generale (anche se stiamo tutti qua a crogiolarci come i maiali nel pappone che mio nonno mollava loro a pranzo). Infatti tutta 'sta manfrina è nata proprio dal vocale di @kon-igi che ho potuto ascoltare ieri ahimè solo in serata, avendo passato la giornata con le scimmie (esseri favolosi), e ci ho ritrovato (parzialmente) le stesse parole che Elena, una sera prima, una persona che è agli opposti di Kon su tutto, aveva provato a inculcarmi a furia di schiaffi sul cruscotto (abbiamo rischiato l'air bag) all'altezza di Darmstadt. E sono estremamente convinto che il tutto sia stato fatto d'impulso, d'istinto, da qui il senso del mio post.
Altri, una minoranza che mi ha sorpreso meno in quanto a reazione ma che comunque fa numero, preferiscono affondare le mani nella letteratura/filmografia catastrofista da un lato (Terminator), senza cuore dall'altro (I-Robot), pur di provare che, hey, noi siamo meglio di 4 fili collegati, e attenzione, io non sto dicendo che non sia una possibilità, ma che queste affermazioni non hanno alcun supporto concreto, si basano solo su scenari presi dalla nostra voglia di immaginare quello che non esiste.
Spero che adesso sia chiaro il motivo per il quale io abbia iniziato a definire una sorta di razzismo verso la AI, che, fino a quando si tratta della prima forma di razzismo, ci sta, è una reazione naturale ad un processo nuovo, a maggior ragione quando tutta la letteratura ce l'ha sempre dipinta come la minaccia alla nostra esistenza. La mia speranza è che non degeneri verso un qualcosa di accendiamo i forconi, in nome di una caccia alle streghe elettroniche che non ha alcun senso (e badate che questa paura non nasce dalle reazioni delle persone con le quali ho parlato oppure delle quali ho letto i commenti qui sopra, e delle quali mi fido, ma degli altri 8-miliardi-meno-30).
Lasciatemi però postare l'unico commento violento contro la AI che per me ha senso di esistere ed è supportato da fatti concreti, tangibili ed incontrovertibili, ovvero quello di @gigiopix, al quale va tutta la mia solidarietà e vicinanza in questa sua fase (spero breve) di interazione con le intelligenze artificiali, e sul quale rapporto con l'AI io ci vedo molta assonanza riguardo al mio con i tedeschi:
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palmiz · 2 months
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Ricordi e Riflessioni.
Molti anni fa, da giovincello, quando ancora avevo tutti i miei sogni, le famose "farfalle nello stomaco", credevo ancora ciecamente nell' innamoramento e avevo tutte le mie sane fantasie su un rapporto di coppia gaio e duraturo nonostante alcune botte già prese, mi ritrovai a parlare di donne con un collega ben over 50.
Bè, lui molto più disfattista, ma si riteneva anche molto realista e diretto sull' argomento.
Vuoi per l'età, vuoi per 2 lunghe storie andate male, mi esordisce con delle affermazioni e discorsi che per come vedevo ancora le cose non condividevo per niente:
"Rapporti fissi con le donne anche basta; troppo complicati, un continuo discutere e mediare su tutto, sempre al limite della sopportazione quotidiana, un continuo adattamento ad umori , esigenze, bisogni e abitudini che mutano, specialmente quando i rapporti cominciano ad avere qualche lustro."
Facendola breve e concisa, il suo rimedio:
" la prossima, se proprio ne vale la pena, al massimo come ospite a casa mia, ma poi ogniuno a casa propria, con le proprie esigenze e abitudini, se le sta bene bon, sennò pazienza, nel frattempo, se proprio devesse venirmi l'ispirazione, pago, mi faccio un oretta di divertimento e sfogo ben coccolato, nessuna ansia da prestazione, nessun ocio de qua, ocio de la, nessuna toccatina sbagliata, parola sbagliata, nessun coinvolgimento e sbattimento pre e dopo; esco, e tranquillamente rilassato me ne torno a casa mia dai miei libri e dai miei gatti.
Al chè, io prima gli risi in faccia, rimanendo anche abbastanza contrariato da un tale atteggiamento e ragionamento visto come la pensavo, ma lui:
" guarda, vista la tua giovane età, è giusto come la pensi, con tutti i tuoi sogni, speranze e desideri, ma quando arriverai alla mia età, ricorderai questa discussione e capirai" ...
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femmenoir-red · 2 years
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L'interesse è il motivo per cui trovi il tempo per qualcuno anche quando tempo non ne hai...🖤
Interest is why you find time for someone even when you don't have time ...
@femmenoir-red
-emozioni noired
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libero-de-mente · 4 months
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Era una sera d'estate. Faceva caldo e il sole ritardava a tramontare del tutto. Scesi in strada per portare, a fare i suoi bisogni, un'allora giovanissima Minù. Era una sera d'estate in cui camminando stavo pensando a cosa ne sarebbe stato di me. Carico di preoccupazioni e pensieri.
Fu durante quel mio alienarmi dalla realtà, immerso nelle mie riflessioni, che venni riportato nel mondo reale da una voce.
Ero sul marciapiede e un'automobile con a bordo una coppia si accostò a me: - Mi scusi - mi disse la donna seduta dal lato passeggero - Mi scusi, saprebbe dirmi dov'è la Via Roma?
Immediatamente il mio pensiero andò a tutte quelle persone che nella vita mi avevano chiesto informazioni stradali. Mi sono da sempre chiesto che fine abbiano fatto. Finite in una terra di mezzo che sta tra la provincia di Bergamo e l'Islanda. Scomparsi.
Ero nel panico, mi sentivo carico di responsabilità.
- Mi scusi, lei sa dov'è la Via Roma? - incalzò nuovamente la donna, riportandomi di nuovo alla realtà.
- S-sì, sì l'ho sentita ancora questa via, ma adesso mi sfugge dove sia...
- Non è del posto lei?
- Eeeh... - volevo dire di no che ero forestiero, ma sarei stato un grande bugiardo. Da quando sono nato ho sempre vissuto in quella zona - Guardi è una via che ho sentito - risposi con voce flebile mentre mi gratto la testa - Ma ora non mi ricordo... forse è un po' più in giù - indicando in maniera poco convinta con il braccio teso e l'indice ondivago.
- Va bene - mi rispose garbatamente lei - La ringrazio lo stesso.
L'automobile ripartì con quella velocità classica di chi, dal suo abitacolo, cerca di leggere i cartelli delle vie urbane.
Proseguii il cammino con Minù, volevo riprendere i miei crucci. I pensieri tediosi. Ma un tarlo girava nel mio cervello "Via Roma" continuavo a ripetermi. In realtà il nome di quella via del mio paese non mi era affatto nuova. Anzi, ero abbastanza sicuro una qualche relazione con la mia vita quella via l'avesse.
Camminavo con Minù al guinzaglio e il capo chino per quel tarlo.
"Via Roma".
Un lampo passò nei miei occhi, ne sono sicuro perché lo sentii chiaramente.
Alzai la testa. Avevo voglia di urlare eureka. Ma non lo feci.
Anzi, quando rividi quell'automobile transitare dall'altro senso di marcia alzai la mano per attirare l'attenzione.
L'auto si fermò e questa volta fu l'uomo alla guida che mi chiese: - Si è ricordato dev'è la Via Roma?
- Si, certo! Ora me lo sono ricordato - risposi fiero di me stesso.
- Bene - mi disse sorridendo - Allora dove si trova?
- È questa! - risposi con tono solenne.
- Come questa...
Credo che a quel punto il tizio cominciasse a nutrire qualche dubbio sulla mia affidabilità, infatti poi aggiunse - Ma ne è sicuro?
- Certamente - ribattei con tono solenne - Vede quella casa lì? Ecco è casa mia, il mio indirizzo è Via Roma. Quindi questa è Via Roma.
Mi ricordo, mentre l'automezzo si allontanava, il suono delle risate di pancia della tipa in auto.
Fu ascoltandole che divenni rosso e compresi che avevo appena fatto una figura barbina.
Ma del resto questo è anche il mio mondo, l'universo di un neurodivergente.
Che può perdersi in un bicchiere d'acqua, ma sa anche trovare soluzioni per sopravvivere in un oceano di neurotipici competitivi. In un mondo, quello attuale, dove si usano i navigatori e non ci si ferma più a chiedere dove si trova una via, una piazza o un vicolo.
Che era un modo anche per conoscere le voci delle persone e la loro gentilezza.
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fiammarock · 1 year
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Se devi chiedere...
Se devi elemosinare attenzioni...
Allora lascia pure queste persone alle loro distrazioni
Perché chi lo desidera creerà uno spazio per te
Senza bisogno che tu lo rincorra
Perché l'amore è una cosa naturale e se non viene spontaneamente perde di valore
Le belle parole senza calorosi gesti spontanei non servono a niente.
Nessuno ha bisogno di sentirsi trasparente
Riflessioni mie...
🔥
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benzedrina · 7 months
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Carico le foto su vinted, sistemo il cv per partecipare a dei concorsi in uni, dipingo cose che madre mi porta (tipo damigiane vuote), faccio letture di tarocchi online, mi tengo impegnato insomma. Trasversalmente catalogo le mie relazioni sentimentali con frasi di canzoni.
"con me non devi essere niente" (Piromani - Le luci della centrale elettrica) - Primo amore, prime toccate, primi casini.
"dopo un'attenta analisi confronti e riflessioni, ho capito che io, no, non ho capito niente di te" (Mi vida - linea 77) - Mai capito nulla di quella persona, solo sofferenza.
"mi sono innamorato di te perché il mio pisello non aveva niente da fare ma adesso smetto" (Sono troppo stitico - Caparezza) - Durata poco, sono scappato come al codardo.
"verrà la morte e avrà i tuoi occhi" (poesia di Pavese) - Ci credevo molto, poi qualcosa si è rotto quando lei non credeva in me.
"quando a casa tornerai, vienimi a trovar, io ti posso offrire il pane" (La canzone del pane - I Camillas) - Quanto amore, inversamente proporzionale alla voglia di stare insieme.
"tu hai l'anima che, io vorrei avere" (En e Xanax - Samuele Bersani) - Poi ho capito che quello che nascondeva era più tremendo di quello che avevo dentro io.
"Tu fumavi ed ostentavi una malinconia che male si intonava coi tuoi leggings fluorescenti" (Hipsteria - I cani) - Qualche schiaffio in faccia per farmi capire chi avevo di fronte mi ci voleva.
"Vorrei stare sempre così, avere cose pratiche in testa" (FBYC - I cani) - In questo caso non c'ha capito nulla lei di me.
"Do not spray into eyes, i have sprayed you into my eyes" (Taro - Alt J) - i sentimenti sono belli, le relazioni sono brutte.
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a-dreamer95 · 8 months
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Troppo spesso ci intrappoliamo negli schemi come quando, per forza, dobbiamo sapere se i legumi sono proteine o carboidrati. Ma vivere significa tener conto delle tante sfumature, riuscendo a cogliere il meglio da ognuna e trovarne l'incastro perfetto.
Nel corso degli anni, più crescevo e più mi rendevo conto di essere tutto e niente allo stesso tempo. "Ma perché non posso essere come gli altri?" chiedevo tormentandomi, perché mi sembravano tutti così determinati a diventare quello che sognavano, o per lo meno, sapevano la strada da percorrere. Io invece volevo fare mille cose e non mi sentivo a casa in nessun posto. C'è voluto tempo e fatica, ma alla fine l'ho capito: la mia casa sono io, e posso cambiare assetto, facciata, stile... come più mi aggrada. Non si può fermare un'anima che è destinata alla voracità del conoscere, non esiste saggezza che possa farla ragionare. Il cambiamento è incertezza e chi non sa conviverci cerca in tutti i i modi di incasellare, definire limiti e confini. Dietro deve esserci un lavoro interiore fatto di tentativi, riflessioni ,sbagli e aggiustamenti sulla rotta. Non è da tutti.🌷
Mi sono sentita così per tanti tanti anni… mi sentivo così sbagliata. Anomala. Ora non mi reputo più così… perché non siamo definibili, nessuno di noi lo è. Siamo soltanto noi stessi! Ognuno con le sue particolarità, con le sue sfaccettature, in continuo cambiamento. Ora non ho più bisogno di definirmi per sapere che valgo.💓
Il mistero di una persona è ben più grande del lavoro che fa o di quello che appare e soprattutto siamo un cantiere sempre aperto e in continua scoperta di noi stessi. È l’enorme fascino della vita che ci è stata donata da Dio (per chi ci crede): scoprire noi stessi giorno dopo giorno senza mai credere di essere arrivati, ma avendo il coraggio di metterci sempre in gioco. Continuerò a coltivare le mie passioni e a non essere sempre la stessa: il cambiamento è l'unica certezza che ho.
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