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#io e le mie emozioni
femmenoir-red · 2 months
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@femmenoir-red
-emozioni red ❤
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sergetto1966 · 5 months
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youtube
🎶❤️‍🔥
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sonego · 5 months
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on memory
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sto provando questa cosa chiamata "posto quello che scrivo un po' ovunque nella speranza che la mia scrittura mi disgusti un pelino meno" non so se funzioni onestamente ma tentar non nuoce
qui sotto l'id
[id. un tasto bianco su sfondo blu che legge:
come si memorizza l'asfalto sotto la nebbia
come si ritrovano le vite sotto le macerie
come si canta e ci si vanta della voce stanca
dopo una notte intera a urlare dove dove dove-
-hai messo l'emozione che provavi ieri
se torni indietro con i passi su quei pensieri
di certo la ritroverai e con quella facce nuove
come si memorizzano gli atomi sotto l'elemento
se tutto, il sistema, in funzionamento, il tuo essere
è spento?
fine id.]
#allora. direi che le critiche costruttive sono ben accette però se devo essere completamente onesto...#al momento sono emotivo al cinquemila percento cioè le mie emozioni sono impazzite ed è decisamente in senso negativo#e se qualcuno mi dice mezza parola non troppo positiva mi metto a piangere#LMAO ...#QUINDI. aspettate domani se avete qualche suggerimento per aiutarmi a migliorare <3 grazie mille vvb#a parte quello boh commenti generali se qualcuno leggerà sta roba lol sono ben accetti anche solo un 👍#perché boh. ok rant incoming (UGH lo so)#sono tipo..? 3 anni che non pubblico o condivido qualcosa che scrivo#cioè ho credo qualche volta fatto leggere al massimo ad una persona o due#però tipo quel poco che ho scritto (perché comunque sto scrivendo molto meno di un tempo) me lo sono tenuto a fare la muffa su google doc o#le note del telefono o un foglio#e l'ho odiato e abbandonato e mi sono chiesto perché avessi vomitato i miei sentimenti in quel modo#credo. sinceramente. che in passato mi abbia aiutato scrivere#in particolare quello di cui sto parlando sono queste robe in versi che scrivo#fanfiction non ne scrivo da appunto 3 anni più o meno. quando ho pubblicato l'ultima#ma queste cose un po' ho continuato a scriverle ma appunto me le sento quasi come una macchia d'inchiostro più che lettere e parole e versi#e mi chiedo ma perché? perché le scrivo? cosa sono? le ho scritte davvero io?#e niente. non c'è nulla di male nel tenersi ciò che si scrive per sé ovviamente. ma io purtroppo sono fucked up e#se una cosa che ho fatto/detto non è perceived dagli altri non mi sembra reale lol#ho perso il filo del discorso perché mia madre mi ha chiamato also non sto molto bene ho la nausea#quindi niente. fatemi sapere che ne pensate se avete voglia se no ignoratemi che va bene lo stesso giuro!#nico.txt
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colachampagne3 · 9 months
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Oggi mi è arrivato un kudo su una vecchia storia sull'altro profilo. Per nostalgia ho riletto la storia e... era così carina, così scritta bene, così non-me-in-burn-out che mi è venuta voglia di fare pulizia sul mio nuovo profilo ao3, uscire di casa sotto questa pioggia e guardare le lumache passare da una parte dei sentieri all'altra, seduta accanto al mio gatto.
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orotrasparente · 12 days
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quando vedo i miei amici che postano foto con le ragazze, fanno sorprese strane, fiori e tutto il resto e penso a me che non sono mai stato bravo in queste cose, ma in generale non sono mai stato molto bravo a esternare le emozioni perché è così che sono cresciuto, da bambino sminuivano ogni mio sentimento, non significa che ho avuto una infanzia di merda sia chiaro, semplicemente mi è stato inculcato il pensiero di dover trattenere piuttosto che lasciar andare, oggi sono una persona emotivamente instabile, scostante, non so dire ti voglio bene, non so amare nel modo giusto, non sono in grado di fare tante cose che nelle mie fantasie io farei anche ma il mio corpo proprio non riesce a metterle in pratica e quindi mi dico che c’è un motivo se gli altri restano con la stessa persona per decenni e io più di tanto non riesco a far durare una storia, magari prima volevo incolpare le circostanze avverse ma dopo tutti questi anni di fallimenti la realtà è che l’unica circostanza comune a tutte le situazioni sono io e quindi anche il problema è tutto mio
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"- Mamma devo raccontarti una cosa che ti farà morire dal piangere.
- Dimmi (adoro quando per dare il senso delle sue emozioni, parla così).
- Oggi a scuola mi hanno messo al banco con un bambino down, cioè non è che è proprio down è che sta su una carrozzina, guarda sempre in su, muove la testa e gli esce la saliva dalla bocca.
- E cos’ è che ti ha fatto “morire dal piangere”?
- Per i primi due giorni è stato sempre zitto, mamma non ha mai parlato con nessuno, te lo giuro. Oggi che stava al banco con me, mi ha preso la mano e ha riso.
- Tu che gli avevi detto?
- Niente, gli ho fatto vedere il mio temperino, quello tutto chiuso che abbiamo comprato ieri, gli ho dato una matita e insieme abbiamo temperato. Lui teneva la matita e io giravo il temperino. Mi veniva da piangere da quanto ero felice che rideva. Spero che anche domani sto al banco con lui. Gli faccio temperare tutte le mie matite."
(Marilena Pallareti)
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gabbiadicarta · 3 months
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a volte temo di non essere guarita davvero dai miei pensieri intrusivi. a volte penso di non farcela, di mollare tutto e sparire.
non riesco a chiedere aiuto, non riesco ad esprimere le mie emozioni. non capisco il perché io mi senta così tanto sola e sostituibile. c'è sempre una voce che mi ripete che valgo zero.
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occhietti · 8 months
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Un giorno l'onda chiese al mare:
"Mi vuoi bene?"
Ed il mare le rispose:
"Il mio bene è così forte che ogni volta che ti allontani verso la terra io ti tiro indietro per riprenderti tra le mie braccia. Senza te la mia vita sarebbe insignificante. Sarei un mare piatto, senza emozione. Tu sei l’essenza del mio esistere".
L'onda fu felice tra le braccia del mare facendo finta, ogni volta, di volare via per dare quel senso di precarietà alle cose, per renderle preziose. Ed ogni volta il mare la riprendeva, con le sue braccia grandi, per riportarla a sé.
Raccontano che una notte la luna illuminava il mondo, e l’onda bianca lentamente, in un ballo infinito, scivolava tra un prendersi e un lasciarsi col mare che stendeva le braccia per poi ritirarle, facendo finta a volte di non poterlo fare, perché l’onda potesse assaporare anch’essa quella precarietà che rende le cose preziose.
L’onda ed il mare sono ancora lì, nel gioco infinito delle emozioni. E fanno finta che sarà l’ultima volta che l’onda partirà verso la terra, per non tornare più ma poi, alla fine, è più forte su tutto il bisogno di riprendersi. Nel sogno di un bene senza fine.
- Tony Kospan
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libero-de-mente · 8 days
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Rivoluzione della Terra – Genetliaco
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Oltre 936 milioni di chilometri percorsi attorno al Sole in 365 giorni, un viaggio chiamato rivoluzione della Terra. Mentre siamo sospesi nello spazio lungo questi chilometri spesso, da un anno all’altro e su questa Terra, si perdono persone e luoghi, sogni ed emozioni, tutte cose che molte volte non si ritrovano più.
In fondo spesso si è sospesi anche in questa vita terrestre.
Un sentiero lunghissimo, il mio, dove anno dopo anno ho perso anche pezzi di me stesso, convinzioni che non ho più o speranze che ho sepolto lungo il percorso.
Ho imparato a osservare lungo tutti questi giri attorno al Sole, in particolare la natura. Da essa ho imparato molte cose, come per esempio un insegnamento dagli alberi. Ogni anno perdono le foglie diventano spogli, eppure i loro rami rimangono protesi verso il cielo fino a quando nuove foglie rispunteranno. Questo perché hanno radici profonde piantate nel terreno.
Così ho imparato che i sogni devono sempre essere protesi verso il cielo, hanno bisogno di spazio, ma i piedi devono necessariamente rimanere piantati a terra.
Lungo la strada si lasciano delle persone, a volte per proteggersi a volte con grande dolore, ma si viene anche lasciati e questo può far male, ci si può sentire abbandonati. Io ho sofferto molto per un abbandono.
Credo che una cosa sia molto importante nonostante questi addii, la capacità di trovare sempre se stessi. Io mi sto ritrovando pezzo dopo pezzo dopo anni d’oblio, di incoscienza dove ho passato più tempo ad accontentare gli altri, perdendo sempre più me stesso. Ma lungo la strada in un anno ho trovato nuove persone, nuove anime e nuove emozioni.
Oggi mi guardo allo specchio, mi vedo invecchiato comprendo che il corpo che mi ospita cede ogni anno. Eppure non riesco a capacitarmi di come spiritualmente io mi senta senza un’età definita. Questo mi spaventa a volte. Temo il giorno in cui mi accorgerò di essere davvero invecchiato, tutto d’un colpo.
La mia mente si sta aprendo sempre di più, incredibile, la mia anima è più permeabile. Scrivo pubblicamente queste mie sensazioni senza vergogna, sapendo che molti sorrideranno sarcasticamente vedendo in me uno che si umilia pubblicamente, uno che si ridicolizza e dovrebbe vergognarsi.
Io dei miei sentimenti non mi vergogno e ne parlo liberamente. Almeno oggi consentitemelo, in questo giorno dove riceverò gli auguri dei miei figli e con molta probabilità, per la prima volta, non quelli di mia madre. Che si sta dimenticando tutto, senza colpe.
Oggi, tanti anni fa, vide la luce un sognatore che voleva fare grandi cose. Di quel sognatore una parte resiste ancora in qualche meandro della mia difficile mente.
Per aspera ad astra, che la buona sorte si decida ad accompagnarmi un po’ più spesso in questo nuova rivoluzione terrestre.
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cywo-61 · 3 months
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Io sono bellissima...
Uomo, tu che sfiori le mie colline, ti perdi nelle mie valli, cerchi sempre di cogliere il mio fiore nascosto, mi ammiri sotto il sole e mi adori sotto la luna, ti perdi nei miei fiumi impetuosi e navighi nei miei oceani di emozioni…godi nel stare con me, ma trai profitto dalla mia distruzione…Ricorda però che per quanto le battaglie saranno ardue tu perderai, perderai sempre contro di me.
MADRE TERRA.
cywo
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oblaz · 2 months
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Sono settimane complesse in cui il cuore mi batte continuamente forte in gola e in cui connetto i punti della relazione che ho intrapreso negli ultimi due anni con un gruppo di donne incredibili legate dalla stessa sventura: aver gettato il cuore tra le mani della stessa persona (contemporaneamente e senza saperlo) che non lo meritava.
In queste settimane capisco che tutto quello che mi sono recriminata in questi due anni non è stato altro che il frutto di manipolazioni narcisistiche di una persona malata che ha fortemente bisogno di aiuto, e non errori o mancanze mie in quanto persona.
Mia madre quando le ho parlato di quanto successo ha esordito con una frase che continua a rimbombarmi nelle orecchie ovvero “non chiuderti a riccio” e io ora intendo solo godermi questa vita, che è tremendamente difficile e paurosa, ma è bellissima. Soprattutto tornando a casa da una serata di coccole con le persone care con il freddo dell’inverno torinese che mi batte sulle guance e pedalando alzo gli occhi e vedo le luci e dico “wow che bello che è”. Perché le geografie sono sempre la parte più importante delle mie emozioni
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femmenoir-red · 1 month
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Da quali stelle siamo caduti per incontraci qui? ..❤️
@femmenoir-red
-emozioni red 20*03*24
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immensoamore · 5 months
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Io sono quella che sono. Mi ci sono voluti anni per essere così. E sogni. E sbagli. Io sono le mie speranze, sono la strada su cui cammino, sono il mio orizzonte, che non segue la curvatura della terra, ma quella meno geometrica della mia vita, dei miei pensieri, delle mie alternanti emozioni. Io sono quella che sono. E qualche volta sbatto ancora le braccia per provare a volare,e qualche volta salgo ancora su una giostra come quando ero bambina..
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Se capita una volta, è un mostro.
Se capita mille volte è un problema più grande.
È difficile scrivere qualcosa oggi. Non so neanche se sia giusto. Però il 50% della mia bolla è muto. Ed è un silenzio insopportabile.
Non credo sia una mera questione di menefreghismo. È che ignorare è più facile. È che c'è questa cosa che è li, e di cui non parliamo mai.
C'è che nella cultura dello st*pro siamo cresciuti tutti. E quando leggiamo una notizia del genere, non riusciamo a sentirci "puliti".
Certo, non avremmo mai fatto niente del genere. Però anche noi certi paradigmi abbiamo imparato a contestarli tardi, lentamente, da soli. E prima? Prima ne eravamo parte. E un po' ti rimangono addosso, nonostante tutto. Attaccate alla radice più profonda dei pensieri.
C'è che non abbiamo il vocabolario per parlare di queste cose, perché non lo abbiamo mai fatto. Eppure sarebbe così importante cominciare a farlo.
Da uomo a uomo.
Mi torna in mente un ricordo di quand'ero adolescente. Litigavo con la mia ragazza dell'epoca, in mezzo alla strada. Avevamo la voce alta, le lacrime agli occhi, eravamo visibilmente scossi.
Un signore, vedendoci, si mise in mezzo a noi. Provai a spiegargli che ci stavamo confrontando soltanto a parole, ma mi interruppe. Disse: "Qualsiasi cosa sia successa, non ne vale la pena. È un attimo che si rovinano due vite: la sua e la tua."
Quel ricordo mi provoca ancora sensazioni contrastanti.
Da un lato, chiunque sia cresciuto socializzato come uomo, sa quanto sia odioso essere visti come aggressori fino a prova contraria.
È una cosa che ti insegnano fin dalla scuola, appena la tua voce diventa più forte e più grave di quella delle ragazze. E i richiami aumentano e i voti di condotta scendono. E se la persona che ti schernisce è una ragazza, verrai richiamato comunque tu più spesso, perché le tue reazioni sono più scomposte, il tuo corpo è una presenza più ingombrante nel mondo.
Ed è una cosa che ti ricordi quando cresci. Quando camminando per strada, cambi marciapiede o acceleri il passo per superare la ragazza che sta camminando da sola, per non darle l'impressione di starla seguendo.
Dall'altro lato, provai un senso di gratitudine.
Quell'uomo aveva fatto ciò che io vorrei aver sempre avuto il coraggio di fare negli anni seguenti. Intervenire, prima che una situazione di pericolo potenziale potesse farsi pericolosa davvero.
Non conosceva né me, né lei, né il contesto. Aveva visto due ragazzini urlarsi contro e uno dei due aveva un corpo che cresceva di due centimetri al mese e presumibilmente quasi nessuna idea su come gestire quella forza, quegli ormoni, quelle emozioni.
Quante volte ho avuto modo di parlare di questa storia? Quasi nessuna.
Con le mie migliori amiche mi confido, ma ci sono certe esperienze, certe sensazioni che loro non hanno mai provato sulla pelle. Come io non ho provato le loro. Uomini e donne vivono gran parte della propria vita in mondi completamente diversi. E spesso è impossibile raccontarseli del tutto.
Neanche tra di noi. Coi miei amici maschi sappiamo di avere un bagaglio di esperienze comuni. Ma ne abbiamo iniziato a parlare poco, timidamente, recentemente.
Quando cresci maschio, ti insegnano che le emozioni ti rendono debole. Che l'unico modo accettabile di tirarle fuori è la violenza.
Lo insegnano a tutti. E ti insegnano anche che se hai paura, se ti senti rifiutato, non devi chiedere aiuto, non devi dirlo ad alta voce, non devi lamentarti. Chi si aiuta, chi si confida, lo fa in segreto.
Se dovessi descrivere in una parola l'esperienza collettiva di essere un uomo, credo che quella parola sarebbe solitudine.
Io non so cosa significhi essere donna. Non conosco la paura che si vive ogni giorno e quell'ansia terribile e collettiva che hanno vissuto in questi giorni. Per capirla, leggo quello che scrivono loro.
Però so cosa significa essere un uomo. E sono cresciuto anch'io in quella società che rende tanti uomini come me carnefici.
Abbiamo un dovere enorme. Nei confronti delle nostre sorelle. E anche nei confronti dei nostri fratelli, dei nostri figli, dei nostri nipoti.
Di interrompere la catena della violenza, la catena dell'orrore. Di chiedere scusa, per quello che abbiamo fatto e per quello che ci hanno fatto fare. Di dare un esempio diverso.
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idettaglihere · 1 month
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Mi chiedo cosa spinga le persone a volermi raccontare le loro storie, aneddoti, emozioni, crisi, gioie etc. Sto notando sempre di più che la gente tende a vomitarmi addosso una quantità immensa di tutte quelle cose, come se io fossi un muro che non prova emozioni e che non verrebbe mai scalfito da nulla; eppure mi pesa, mi pesa eccome. Lo dico sempre che amo ascoltare, poter aiutare quando e come posso, però a quanto pare non riesco a mettere dei limiti e di questo gli altri se ne approfittano; perché non pretendo di venire ascoltata come faccio io con loro (anche perché io non mi sognerei mai di raccontare così tante cose ad un'altra persona e per indole tendo a stare sulle mie), però che abbiano un minimo di autocontrollo e che si accorgano quando quello che mi stanno buttando addosso è troppo.
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annegatasstuff · 3 months
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‘’ Quando l'anima è avvolta da una malinconia senza fine, la musica diventa il rifugio più sicuro. In un mondo che sembra così incerto, lasciatemi sprofondare nelle note che mi abbracciano e dimenticare tutto il resto.Le parole si perdono nel vento, ma le melodie rimangono impresse nel mio cuore. Attraverso le note struggenti, mi immergo nel mare dei ricordi e delle emozioni. È come se ogni nota fosse un frammento del mio io più profondo, che cerco di preservare e proteggere.Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare. Le lacrime si confondono con le gocce di pioggia che bagnano il mio viso, mentre la melodia si insinua dentro di me, come un abbraccio consolante. In questo istante, mi sento in grado di esprimere tutto ciò che il cuore non riesce a raccontare.La musica è un viaggio senza fine, in cui mi perdo e mi ritrovo. È un'ancora che mi tiene salda nel mare impetuoso delle emozioni. E quando il peso della malinconia sembra soffocarmi, mi lascio avvolgere da una canzone, immergendomi nel suo abbraccio, sperando che l'amarezza svanisca.Non c'è chiave che tenga, perché la musica mi libera e mi fa sentire viva. E se dovesse esistere una chiave per aprire il mio cuore, sarebbe solo la melodia delle mie emozioni. Così, mi chiudo dentro una canzone e butto via la chiave, perché in questo momento, è l'unica cosa che mi fa sentire veramente viva. ’’
L.R
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