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#inadeguatezza
ildiariodicoraline · 4 months
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Nessuno conosce la fatica o il disagio che una persona può provare nell'interagire con gli altri.
Nessuno conosce l'ansia che una persona può provare nel trovarsi in luoghi lontani dalla propria comfort zone.
Nessuno conosce le paure che una persona può provare semplicemente nell'esporsi.
Nessuno conosce cosa c'è dietro l'atteggiamento di una persona, nessuno conosce le ragioni che la spingono ad essere così complessa.
È più semplice giudicare, invece bisognerebbe iniziare a capire che ognuno è fatto a modo proprio, e che la timidezza ci sta stretta, ma non l'abbiamo scelta noi, ci appartiene.
Le persone timide si sentono sempre fuori luogo, mai all'altezza, diverse, limitate in tutto.
Ma spesso dietro la timidezza si nasconde un mostro più grande, un'ansia sociale che non può essere compresa, se non è vissuta.
Quindi, siate gentili, sempre.
-Il diario di Coraline🌙
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“Ti diranno che dietro ogni grande uomo c'è una grande donna.
Spesso è vero.
Quel che non ti diranno è che quest'immagine contiene già l'idea di cui cercheranno di convincerti per il resto della vita: che il tuo compito di uomo sia quello di stare sempre davanti.
Non ti diranno che esistono anche uomini, grandi o piccoli che siano, che coltivano la vocazione dello stare accanto, o quella di scomparire, o altri che di donne non ne hanno mai avute e, forse, mai ne avranno. Non ti diranno che, pure dietro un grande uomo, non c'è che una vita con il suo repertorio di inadeguatezze, di dolori, di inciampi e cadute. Di solitudini e incomprensioni, di giudizi taglienti, di immaginari disattesi e aspettative mal riposte. Figuriamoci dietro un uomo piccolo e ordinario. Figuriamoci dietro uno come me. A volte dietro un uomo non c'è che un'ombra, tutto ciò che avrebbe voluto o potuto essere, e invece. Ci sono scie di rimpianti, una manciata di rimorsi, la sensazione di avere compromesso ogni cosa, di avere mancato il tempismo, di essere stato l'uomo giusto nel momento sbagliato o quello peggiore nel momento perfetto. Di avere deluso una donna o un uomo, un figlio o un genitore oppure sé stesso, continuando a ignorare quale fra queste sia la cosa davvero imperdonabile.
Quello che soprattutto non ti diranno è che a volte vinci proprio quando perdi.
Non ti diranno che ci addestrano alle vette, mentre ci sono vallate meravigliose. Ti sentirai forzato alla retorica della sfida, al culto dell'efficienza, al continuo e inappagato desiderio di un altrove, come se la vita stesse sempre da un'altra parte e mai qui, accanto a te. A vincere il mondo anzichè imparare a camminarci dentro. A sognare il cielo piuttosto che perderti in un filo d'erba.”
— Matteo Bussola, "Un buon posto in cui fermarsi".
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mi sta assalendo un senso di malinconia misto a disperazione, senso di inadeguatezza, di aver fallito e di depressione che non so spiegare e non so come affrontare.
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attimi-sfuggenti · 27 days
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Sta cadendo tutto, la pioggia in primis
E subito dopo le emozioni, una dopo l'altra come un donimo.
La determinazione, le certezze, si posano a terra con delicatezza, senza far rumore, coperte dal casino delle vite che scorrono.
Vado con loro, cerco di prendere la loro stessa delicatezza. Cerco di non farlo sentire, attirare le attenzioni di tutti non è mai stato un mio bisogno. Eppure una volta a terra mi chiedo se non sarebbe stato meglio far sentire il suono cupo e sordo della mia vita che si abbatteva.
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fragilecomefoglia · 10 months
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Forse, semplicemente, non sono fatta per questo mondo.
Ho sempre il terrore che chi amo mi abbandoni, ma alla fine sono sempre io che me ne vado.
Il problema sono io. Sono io e nessun altro.
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ima-koala · 3 months
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Ho fatto il massimo, e il mio massimo non é bastato
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Mi ero iscritto anche io a Threads, il nuovo social di Instagram. ( In breve Twitter o X ma di Mark Zuckerberg).
Tempo manco due ore e mi cancello da lì.
Non ho bisogno di un altro social per sentirmi inadeguato. Basto già io da solo.
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flame-in-the-wind · 7 months
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Oggi ho voglia di scrivere, di mettere nero su bianco i miei pensieri, i miei timori.
Per gli altri sono sempre stata quella strana, quella asociale. Ho smesso di andare a scuola, sono sempre sola, non ho amici e non esco mai la sera. Tutti sanno giudicare, ma nessuno si è mai chiesto cosa provo realmente.
Nessuno sa che ho smesso di andare a scuola perché non avevo le possibilità di fare quello che sognavo da bambina. Nessuno sa che ho speso 5 anni della mia vita per aiutare una persona per me importante e che quest'ultima non ha mai apprezzato i miei sforzi e sacrifici. Nessuno sa che non ho amici perché mi sento sempre inadeguata, sempre in imbarazzo o a disagio in mezzo agli altri; che non esco la sera perché preferisco stare a casa a leggere o a guardare un anime sul divano. Giudicano il mio orientamento sessuale, fanno battutine a riguardo.
Asociale, strana, inadeguata, noiosa, sempre la seconda scelta.
Sono sicura che molte persone si ritrovano nelle mie parole, di non essere l'unica. Che ci sentiamo giudicati per ogni scelta, che non ci sentiamo capiti o apprezzati. Ma noi siamo così, possiamo migliorare, ma non cambiare, perché chi ci vuole cambiati non ci ama realmente.
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yourtrashcollector · 2 years
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Ed era piú facile e piú prudente rimanere in una brutta situazione piuttosto che assumersi la responsabilità di uscirne. Può darsi. Non lo so. Mi dico che voglio vivere una vita felice e che le circostanze per viverla non si sono semplicemente presentate. Ma se non fosse vero? Se fossi io che non riesco a concedermi di essere felice? Per paura, o perché preferisco crogiolarmi nell'autocommiserazione, o perché credo di non meritarmi niente di buono, o per qualche altra ragione.
Sally Rooney, Dove sei mondo bello
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klimt7 · 1 year
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Quando un ministro va dimissionato per manifesta inadeguatezza
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[...] Insomma, anche se non si sta esattamente parlando di sorella bella/ sorella brutta, Reina incarna quel tipo di bionditudine esile e delicata che da sempre tende a essere riconosciuta come più attraente.
Da bambine, sotto l'egida materna, vengono vestite uguali, con abiti che - guarda caso - stanno bene solo a Reina e mai a Malena. Ed è così che la nostra amica cresce sentendosi la più goffa, la più brutta, la più inadeguata.
Cit. "L'amore si impara leggendo"
Tumblr media
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ildiariodicoraline · 6 months
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Mi perseguita la costante sensazione di inadeguatezza.
Forse perché l'insicurezza domina la mia vita.
È come se non riuscissi mai a sentirmi parte di ciò che mi circonda, come se non riuscissi mai a sentirmi all'altezza delle altre persone, come se in ogni luogo mi sentissi fuori posto.
Mi paralizza la paura di sbagliare.
Non riesco a farmi capire, non riesco a farmi conoscere, non riesco a far entrare le persone nel mio mondo. Non riesco a mostrarmi per quella che sono, non riesco a dar voce ai miei pensieri, non riesco a farmi sentire.
L'inadeguatezza mi scorre nelle vene.
L'insicurezza mi divora.
La paura dell'altro mi schiaccia.
E tutto ciò mi fa sentire tremendamente sbagliata.
-Il diario di Coraline🌙
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luigimancini · 2 years
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Inadeguati alla superficie, inadatti alla massa, non conformi al fuori, ce ne restammo dentro, Anna e me, ed è ancora lì che siamo, probabilmente.
Luigi Mancini
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alexsaal · 10 months
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"Non ti diranno che esistono anche uomini, grandi o piccoli che siano, che coltivano la vocazione dello stare accanto, o quella di scomparire, o altri che di donne non ne hanno mai avute e, forse, mai ne avranno."
— Matteo Bussola, "Un buon posto in cui fermarsi".
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l-inadeguata · 11 months
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i miei occhi son da sempre convinti che tu sia la miglior cosa che ci sia, anche se mi fai sentire inadeguata.
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unfilodaria · 1 year
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Considerazioni - 1
L’ansia è sempre stata la mia compagna. Ansia e senso di inadeguatezza, che ovviamente mi ha portato sempre a stare due passi indietro gli altri, senza mai realmente essere da meno. Tutto condito da una inconsapevolezza di fondo che mi portava essere spettatore impacciato e intimidito della vita, con l’ansia accompagnata da una timidezza di fondo, che mi regalavano insicurezza nei rapporti, nello studio, nelle conoscenze.
Sicuramente tutto questo ha influito nel mio rapporto con le donne, nel non sapermi fare avanti, intraprendente, avere quel minimo di scioltezza per buttarsi, anche a costo di figure di merda, che alla fine mi ha solo complicato la vita, rendendomi ancora più insicuro, attorcigliato sulla complessità dei miei pensieri, sul non esprimere correttamente i miei desideri, nel dare troppo per compiacere chi si “era degnato” di rivolgermi lo sguardo o nel non compiacere per nulla, così irrigidito e bloccato da emozioni interne che non riuscivo mai ad esternare tutte e correttamente. E quando finalmente davo la stura, diventavo un fiume in piena, pesante, travolgente a volte soffocante perché il tenere tutto dentro, il reprimere a lungo emozioni, sogni e desideri, sfociava poi in un misto di rabbia, frustrazione e ansia, maledetta ansia, soprattutto da prestazione che finiva col rovinare tutto e lasciarmi con un pugno di mosche, senza mai raggiungere il mio obiettivo, che in fondo era semplicemente conoscere e godersi la vita.
È stata una lotta interiore che mi ha consumato per anni e che ancora mi consuma un po’, portandomi su un doppio binario: quello della insoddisfazione verso la vita (perché questo modo di essere l’ho espresso in tutti gli aspetti della mia vita: amori - pochi e tormentati -. storie - mai saputa vivermene una correttamente- , lavoro - e che ne parliamo a fare -, famiglia - un disastro annunciato di cui mantengo a fatica le fila con mia figlia che è l’unico vero amore conclamato e incondizionato della mia vita -.
C’ho messo più di 50 anni per cominciare a vedermi come sono e ancora lotto per esplorarmi a fondo. Altri 4-5 anni per acquisire un po’ di consapevolezza e gli ultimi tre a cominciare a capire che forse forse la vita è altra e va vissuta diversamente, tutto questo dopo un crollo finale fisico e psichico devastante, dovuto al fatto che il cumulo di ansia, rabbia, insoddisfazione e sogni repressi, non poteva più essere contenuto dentro di me, finendo con lo sfociare in un dolore profondo e devastante, dopo l’ennesima mazzata, in cui ero stato più o meno complice inconsapevole.
Ora sono qui: tanti problemi sono ancora irrisolti ma almeno mi “vedo”. Ho cominciato a dare un confine alle mie emozioni, a delinearle e a non farle desbordare. Non sono felice, forse non lo sarò mai, ma sono più pacato e disincantato. Non so approcciare ancora una donna, toccarle il cuore e tenermela. Vado alla fine sempre alla caccia di casi disperati, perché il “Crocerossino mancato”, che è in me, è sempre costantemente in agguato ma almeno ora mi “vedo” e mi “sento”, conscio dei miei limiti, conscio che il momento buono o è già passato o deve ancora venire.
Soffrirò ancora - è nella mia natura - ma accorcerò i tempi tra una guarigione e l’altra. Sognerò ancora ma di meno, perché il treno è passato e forse non tornerà più. Cerco di prendere la vita come viene, penso un po’ più a me con un senso di egoismo che mi dia sensi di colpa minimi, che però non mi abbandoneranno mai. Cerco di vivere guardando all’oggi e al domani ma non a un futuro prossimo o remoto. Mi abbraccio le croci facendo quel che posso realmente e penso di saper sostenere. Insomma comincio a vivere.
Ci ho messo 58 anni e so che di strada ne devo fare ancora. Ma so che adesso mi sento di dire che ce la posso fare.
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