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#guardias imperiales
filodendron63 · 4 months
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gregor-samsung · 5 months
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" Per tutta la vita fino al 1914 Kozyr' era stato maestro di villaggio. Nel '14 era andato alla guerra in un reggimento di dragoni e verso il 1917 era stato fatto ufficiale. L'alba del 14 dicembre '18 lo trovò colonnello dell'armata di Petljura, e nessuno al mondo (lui meno degli altri) avrebbe saputo dire come ciò fosse accaduto. Era accaduto perché la guerra per lui era una vocazione, mentre la professione di maestro era stata soltanto un lungo e grosso errore. Del resto, così capita molto spesso nella nostra vita. Per una ventina d'anni, uno si occupa di qualche cosa, per esempio, di diritto romano, e il ventunesimo anno, ad un tratto, si accorge che il diritto romano non c'entra, che egli non lo capisce e non lo ama neppure, perché è un bravo floricultore e arde d'amore per i fiori. Ciò dipende, bisogna supporre, dall'imperfezione del nostro ordinamento sociale, per cui gli uomini il più delle volte trovano il proprio posto soltanto verso la fine della vita. Kozyr' lo aveva trovato verso i quarantacinque anni. E fino a quel tempo era stato un cattivo maestro, crudele e noioso.
- Dite ai ragazzi che escano fuori e montino a cavallo, - disse Kozyr', e si strinse sulla pancia la cinta che scricchiolò. Fumigavano le bianche case del villaggio di Popeljucha, e le quattrocento sciabole di Kozyr' uscirono in ordine di battaglia. Nelle file della colonna ondeggiava il fumo delle machorka e il massiccio stallone baio di Kozyr' si moveva nervosamente sotto il suo cavaliere. Le slitte della salmeria cigolavano e si snodavano per mezzo chilometro dietro il reggimento. Il reggimento dondolava sulle selle, e subito dopo Popeljucha alla testa della colonna sventolò sull'asta la bandiera a due colori: una striscia azzurra e una striscia gialla. Kozyr' non poteva sopportare il té, e a qualunque altra cosa la mattina preferiva un sorso di vodka. Amava la vodka imperiale. Per quattro anni non ce n'era stata, ma sotto l'etmano essa era ricomparsa in tutta l'Ucraina. Dalla borraccia grigia la vodka passò come una fiamma allegra nelle vene di Kozyr' e passò anche nelle file dei soldati dalle fiaschette prese nel deposito di Belaja Cerkov'. "
Michail Bulgakov, La guardia bianca, traduzione di Ettore Lo Gatto, Einaudi, 1967; p. 116.
Nota: la prima pubblicazione incompleta di Belaja gvardija [Белая гвардия] avvenne a puntate sulla rivista letteraria sovietica Rossija nel 1925 e l'opera teatrale ricavata dall'autore sulla base delle prime due parti riscosse subito un enorme successo (si dice che lo stesso Stalin vi assistette almeno una ventina di volte). Nel 1927 l'opera completa fu stampata a Parigi mentre una edizione censurata venne diffusa in Urss solo 1966. Come molte opere sgradite al regime La guardia bianca fu conosciuta nella sua interezza dai cittadini sovietici solo nel 1989.
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twstdwndrlndamateurs · 3 months
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Libro 7. Diasomnia
Cap. 7.78
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¡Orgullo del castigo!
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Silver, Sebek y Grim murmuran en la oscuridad.
-¿…qué es este lugar?-dice Silver.
Yuu: está todo oscuro y no veo nada/¿escucháis el ruido del agua fluyendo?
Baul los observa junto a un Lilia aún en shock.
-¿Los humanos aún no se han acostumbrado a la oscuridad? -se pregunta Baul- Parece que hemos sido arrastrados al canal subterráneo bajo el Castillo de la Rosa Salvaje.
-¡Uff, maldita sea!-grita Lilia furioso- ¡Oye Baul, por favor, cuídame este huevo!¡Yo tengo que volver arriba…!¡Augh…!-sus heridas le siguen doliendo.
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-¡General en Jefe!¡Aún está herido!- lo detiene Baul.
-Ah…ah…por favor-suplica Lilia- Déjame ir. Si no voy ahora…¿qué es lo que he estado haciendo todo este tiempo?
Baul gruñe y se cruza de brazos.
-…con esas heridas, aún si regresa, no podrá vencer al enemigo con una sola espada. Como dijo la Princesa, solo será un obstáculo. Y para nosotros, los Guardias Imperiales, las órdenes del clan Draconia son absolutas. Si regresa, el Martillo del Juicio de la Princesa le atravesará.
-Si ése es el caso,-replica Lilia testarudo- ¡déjaré la Guardia Imperial de inmediato! Ya estoy a acostumbrado a que me caigan rayos encima de todas formas.
-¡Mantenga la calma!-le replica Baul, severo.-El huevo que sostiene en sus brazos ¡es el futuro del Valle de las Espinas!
Lilia se queda sin habla, pero Baul continúa.
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-¡Debemos proteger a nuestro heredero y llegar al Castillo de las Escamas Negras!-grita-Creamos en la Princesa Malenoa. Estoy seguro de que derrotará al Caballero del Alba y regresará con nosotros. La Princesa es tan fuerte que incluso si todos la enfrentáramos, no podríamos vencerla. ¿No fue lo que dijo usted mismo? El Heredero aún no puede caminar solo, mucho menos respirar llamas. La única persona en la que él puede confiar ahora es usted, General en Jefe.
Lilia pone cara de frustración.
-Por favor…-continúa Baul-¡tenga paciencia!
Al final Lilia explota de frustración.
-Aaaah-¡mierda,mierda,mierda!-chilla. Entonces se calma y respira hondo. Acto después se pone la máscara. - Vamos a entregar este huevo al Castillo de las Escamas Negras, chicos. Es una orden imperial de su Alteza Malenoa y la cumpliremos.
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Sebek, Silver y Grim asienten.
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ragazza-whintigale · 4 days
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Loved Anastasius post 💓💓Need a part 2 or Ana pov please!!
𝔜𝔞𝔫𝔡𝔢𝔯𝔢 𝔄𝔫𝔞𝔰𝔱𝔞𝔰𝔦𝔲𝔰 𝔇𝔢 𝔄𝔩𝔤𝔢𝔯 𝔒𝔟𝔢𝔩𝔦𝔞 𝔵 𝔯𝔢𝔞𝔡𝔢𝔯
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𝔒𝔭𝔢𝔯𝔞 ➵ Who Made Me A Princess
𝔄𝔳𝔳𝔢𝔯𝔱𝔢𝔫𝔷𝔢 ➵ Comportamento Yandere, tentato omicidio, utilizzo veleno per topi, tortura, ossessione, possessione, disumanizzazione, menzione all’omicidio, sangue, abuso fisico e mentale, manipolazione,
𝔓𝔞𝔯𝔬𝔩𝔢 ➵ 1791
⟢𝙿𝚛𝚎𝚌𝚎𝚍𝚎𝚗𝚝𝚎 / 𝚂𝚞𝚌𝚌𝚎𝚜𝚜𝚒𝚟𝚘 ⟣
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Era difficile per Anastasius descrivere il suo primo incontro con (Nome) mentre per (Nome) è l’incubo più ricorrente quando dorme e quando è sveglia.
Lei semplicemente non gli ha mai rivolto attenzioni in primo luogo. Non gli rivolse attenzione neppure quando aveva l’opportunità di apparire in buona luce agli occhi del principe e non lo avrebbe mai davvero fatto ad essere sinceri solo le circostanze hanno portato al loro incontro.
Era una nobildonna, figlia di un Visconte, di cui Anastasius non ricordava neppure il nome, quindi ovviamente aveva accesso ai balli a palazzo, eppure non l’aveva mai notata prima. Una ragazza misteriosa, silenziosa ed elegante, che si circonda della sua cerchia ristretta e in cui è riuscita a nascondersi per molto tempo. Era davvero una persona che difficilmente e normalmente non si sarebbe notata nella folla e Anastasius non l’ha fatto ovviamente. Avrebbe potuto essere così per sempre se non avesse fatto quel ingenuo piccolo primo passo.
(Nome) era certamente una ottima e silenziosa osservatrice, i grandi occhi (Colore) erano certamente la sua qualità più evidente. Era anche un'ottima ascoltatrice e forse il suo acume era stata la sua rovina più grande.
Ma ancora di più la vana speranza che proclamare a qualche guardia di nascosto che qualcuno stava per avvelenare il principe senza essere notata o interroga era davvero da ingenui.
Portata davanti a una folla di nobili, l’unica cosa che fece era proclamare il complotto che si rivelò vero.
Anastasius fu salvato e assolutamente interessato a cosa fosse passato per la testa della ragazza in quella notte. Era spaventata dalla scoperta? Era preoccupata per lui? È venuta subito a denunciare il fatto? Oppure ci ha ripensato ancora e ancora cercando i benefici per lei? O forse voleva farsi vedere agli occhi dell’Imperatore?
Lui doveva saperlo: Che tornaconto aveva esattamente da tutto questo quella donna di poco conto? Non poteva averlo fatto solo per pietà… o invece si. Anche se non era realmente pietà ma più senso di colpa, ma comunque non aveva un tornaconto. Non ci stava guadagnando assolutamente niente.
Lo status e la popolarità di (Nome) non era cambiata. Anche se si parlava del complotto nessuno parlava che era stata lei a sventarlo semplicemente parlando e qualora l’avessero scoperto la (Colore) li avrebbe semplicemente liquidati. (Nome) non si era nemmeno presentata al palazzo imperiale per riscuotere il favore dell’Imperatore.
Per qualche strana ragione, Anastasius sperava che lo facesse, che prima o poi venisse e si presentasse per quella persona terribile e scalatrice sociale che lui sperava fosse. Ma non lo fece, anzi, non si fece nemmeno vedere ai balli sociali.
Doveva vederla.
Quando fu davanti alla tenuta del Visconte il suo Entourage chiacchieró rumorosamente riguardo la vista dell’abitazione circondata dal verde.
Ma lo sguardo del principe era semplicemente rapito dalla figura della figlia del Visconte che era scesa insieme al padre e alla madre per offrire la loro ospitalità al reale.
(Nome) non aveva detto una parola da quando era arrivato e non sembrava intenzionata a farlo.
❝ Qual’è il tuo intento? ❞ Una volta rimasti soli, fu Anastasius a parlare alla donna. Come appena risvegliata da un sogno, sbatte le palpebre mentre cercava di capire cosa potesse intendere l’uomo. Lei non aveva fatto assolutamente niente per dare l’impressione che lui aveva in qualche modo frainteso. ❝ Perdonatemi Vostra Maestà, per qualsiasi cosa io possa aver fatto, tuttavia io non capisco. ❞ Quella frase è uscita con una certe elegante e compostezza da parte di lei. L’espressione tornò neutrale e distante.
Era certamente abile per essere una donna qualsiasi e senza una vera importanza. ❝ Cosa avete ottenuto da quel giorno al ballo, quando mi avete salvato la vita. ❞ Un'espressione di chiarezza stiró l’espressione della donna che sembrava essere troppo matura per la sua età. Si spostó leggermente dalla posizione in cui era, e lo stesso fece lui di conseguenza. ❝ Penso abbiate frainteso, Sua Maestà. Io non ho ottenuto qualcosa dalle mie azioni. ❞ (Nome) fece una pausa, prese un sorso della bevanda fresca, si asciugó la bocca con il fazzoletto ricamato per poi parlare di nuovo. ❝ Mi è semplicemente sembrato giusto farlo, tutto qui. Se insistete, sparirò dalla corte, o ancora verrò a riscuotere il favore così da far tacere le voci.❞ Anastasius era rapito da questa donna. Dalla voce monolinea e calda, dai gesti semplici ed essenziali e dallo sguardo puntato ovunque tranne che nei suoi occhi.
Non stavi mentendo… e non era quello ad infastidirlo. Ma più che altro la semplicità con cui tu volevi risolvere la cosa. Come se fosse qualcosa di semplice e poco conto. Un bisticcio tra bambino o un ladruncolo da quattro soldi.
❝ Credi davvero di poterlo risolvere con così poco? ❞ ❝ Perché non dovrebbe essere così? Vi turba questa cosa? Possiamo trovare un compromesso se Sua Maestà lo desidera. ❞ Certo… Anastasius ha capito ad un tratto. (Nome) stava cercando di risolvere la faccenda il più velocemente possibile. Ecco perché era stato facile rimanere da soli e lei non aveva mosso un ciglio a questo comportamento.
Potrebbe quasi ridere in realtà. Volevi sparire sotto un velo trasparente senza voler essere notata? (Nome) voleva che lui non avesse mai notato che lei esisteva. Faceva davvero ridere e perciò rise di gusto. L'espressione di (Nome) si corrucció all’improvviso cambiamento del principe, prima di assumere un’espressione altamente preoccupata. Stava parlare ancora, forse chiedendo se stesse bene, se volesse qualcosa o se lei avesse detto qualcosa di sbagliato.
❝ Hai Ragione, Lady (Nome). Perché non semplificare tutto! ❞ Una sottile linea di dubbio e paura per le prossime parole del principe era ben percettibile dall’espressione della giovane Lady. ❝ In che m-modo? Sempre se non sono inopportuna, Mio Principe.❞ No, non era inopportuna, infondo non sarebbe possibile per lui riscuotere il favore se lei non ne era a conoscenza.
❝Ho bisogno di una fidanzata, mia signora. E voi sareste perfetta per il ruolo. ❞
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❝ Sei silenziosa questa mattina, mia signora❞ La figura del principe fece capolino nei suoi appartamenti o meglio dire i loro appartamenti. L’ elegante passo del principe lo portò a sedersi al fianco della sua amata che si irrigidì alla semplice vicinanza. I suoi occhi erano posati su di lei ad analizzare come il suo portamento fosse rigido e impostato in sua presenza e di come il piccolo ago si stesse a poco a poco piegando tra le dita della donna. Una donna certamente degna di apparire con il principe, che non aveva secondi fini e che era troppo spaventata e intelligente per cercare di fargli del male. Lui semplice la adorava alla follia. Una follia fuori da qualsiasi controllo, che divorava entrambi. Lei dall’esterno e lui dall’interno.
Le porse un fiore come era solito fare ogni giorno, forse sperando che lei si sciogliesse ad un gesto così galante. La Rosa Inglese aveva un rosso intenso e brillante. Si aspettava che (Nome) la prendesse e lei lo fece, per poi posarla da qualche parte vicino a lei. Non degnó ulteriormente il fiore di attenzioni, tanto sarebbe sfiorito entro pochi giorni.
❝ Io sono sempre silenziosa, vostra maestà. ❞ Forse rivolgersi così a lui non era davvero la scelta più furba che abbia mai avuto, tuttavia che lei fosse rimasta in silenzio o avesse parlato non sarebbe cambiato niente in situazioni come queste. ❝ Questo �� vero. ❞ Cantò con interesse alla sua schiettezza. Con il tempo era cambiato il comportamento di (Nome) o forse si è solo rivelata come la persona che solo le sue cerchie strette conoscevano davvero bene e questo non poteva fargli piacere. Ogni tanto si assicurava di tenerla al suo posto per accertarsi che non diventasse troppo audace ma tutto sommato gli è piaciuto quel suo modo spesso sfacciato, soprattutto quando la pressione la fa crollare come un castello di carte. ❝ Anche se a dire la verità mi piace di più quando piangi e implori. ❞
Come se fosse possibile, (Nome) si irrigidì ancora di più. Non era mai un buon segno quando parlava sotto minacce velate e lei ne sembra davvero consapevole. In quel momento poteva sentire tutti i lividi, i tagli, le ferite e le scottature che Anastasius le aveva procurato, bruciare all’unisono.
Con uno schiocco di dita la porta della stanza si aprì e una serie di cameriere entrarono per servire il tè. Il profumo leggero di rose si diffuse nell’aria, a causa della rosa regalata e dell’aroma del tè.
(Nome) non si è sorpresa di tutta quella gente che era disposta a servirli, ma si è sorpresa del fatto che insieme non ci fosse qualcuno che avesse fatto qualcosa per cui, secondo Anastasius, andasse punito.
❝ Cosa hai in mente? ❞ Le parole tremarono mentre si spostava a guardare i presenti ed infine il suo fidanzato. ❝ Assolutamente niente, mia casa principessa. ❞ Fece segno a qualcuno mentre parla e successivamente una tazza le venne servita. Il liquido ambrato, leggermente rosato, le fumava sul viso.
C’è qualcosa nel the. Non poteva che essere quello, lui aveva sempre doppi fini. Perché ora sembra solo canzonarla e prenderla in giro senza mai fare qualcosa. Deve avere qualcosa in mente, si scervelló nel pensare a qualsiasi scenario, situazione o piano, lui potesse inventarsi. O forse non stava facendo assolutamente niente, la stava solo prendendo in giro. Ma… se non fosse così.
Se il the fosse veramente avvelenato e nel fidarsi poteva firmare la sua condanna e il divertimento del principe.
Anastasius rise di gusto ad un certo punto. Provava sempre un certo gusto nel deriderla. ❝ Su su, (Nome) non fare quell’espressione o mi farai arrossire. ❞ Con la coda dell’occhio osservo il biondo mentre un’altro sbuffo di vapore gli scaldó il viso. ❝ Come potrei mai fare una cosa del genere alla mia bella Moglie? ❞ La cosa che (Nome) trovava ridicola e inquietante era che lui lo farebbe davvero, anzi, lo aveva già fatto diverse volte.
Lui aveva cercato di avvelenarla per davvero. Solo per puro divertimento. ❝ Avanti, non guardarmi come se ne fossi capace. ❞ Schioccó le dita di nuovo. Dalle porte entrarono delle guardie questa volta, mentre trascinavano una figura maschile sanguinante.
Un semplice fantino che le aveva raccolto il suo ventaglio quando le era caduto. Questa colpa era davvero così grave da dover essere punita e non solo giudicata?
Un gemito di dolore uscì dal povero ragazzo lasciato cadere a terra successivamente.
❝Adesso (Nome), dimmi quanto sei disposta a sacrificare… ❞ Anastasius giocó con la sua tazizna vuota guardando divertito la ingiusta vittima. ❝ Tu o lui? Scegli in fretta e sarò clemente. ❞
Scelse Se stessa… Affinché tutti in quella stanza potessero confermare che nessuno era più adatto e crudele di lei a stare con un principe altrettanto crudele
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joekirby · 2 years
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Oggi ricorre una data importante, il 14 luglio 1789, oltre alla presa della Bastiglia, moriva Oscar Françoise De Jarjeys, la rosa di Versailles.
La guardia scelta della regina Maria Antonietta di Francia.
Il primo marzo del 1982, Oscar arrivò in Italia nella sua prima messa in onda. Dall'idea di Riyoko Ikeda (autrice del manga) , Shingo Araki e Michi Himeno disegnarono ed animarono la nostra eroina. Nella Francia imperiale, Oscar nata donna ma cresciuta dal padre come un uomo, con la sua caparbietà, e con il suo cuore diverrà guardia della regina prima e comandate della milizia poi.
Una storia avvincente che grazie anche alla sigla dei Cavalieri del Re, assurge all'immortalita del mito.
A 40 anni da suo arrivo in Italia auguriamo
lunga vita ad Oscar!
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#ladyoscar #versaillesnobara #oscarfrancoisdejarjayes #larosadiversailles #shingoaraki #michihimeno #riyokoikeda #drawing #sketch #joekirbycrackle #joekirbycrackleartbook
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bookishnerdlove · 1 month
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PAQAMD – 82
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PAQAMD - Episodio 82   Como Leonie regresó cuando se suponía que debía estar en la academia, Osmo fue apresuradamente a recibirla. “Señorita, ¿qué pasa? Regresó demasiado pronto.” (Osmo) “No pasó nada. Simplemente perdí el interés.” “¿Sí?” (Osmo) “Por favor llama a Mark.” “Está bien.” (Osmo) Entró enseguida. “Ha pasado un tiempo desde que te tomaste un descanso, así que lamento molestarte.” Todavía trataba a Mark cortésmente como maestro de Rutger. Él respondió asintiendo con la cabeza. “Quiero aprender técnicas sencillas de defensa personal.” Las comisuras de las cejas de Mark se arquearon levemente. “¿Qué debo hacer si alguien se sienta encima de mí y trata de estrangularme?” “¿Cuál es su género?” (Mark) “Hombre.” Entonces Mark lanzó una patada en la rodilla y rápidamente sacó una daga y apuñaló el aire. “Si golpea el centro, la parte superior de su cuerpo se retraerá, por lo que debe apuntar la daga un poco más hacia adentro.” (Mark) Dejó a Leonie en el sofá y repitió el mismo movimiento exactamente 50 veces. Al mismo tiempo, Mark también consideró varias variables. “Si está en una situación en la que no puede levantar la pierna...” (Mark) A lo largo de la tarde, Leonie aprendió técnicas de defensa personal de Mark para una variedad de situaciones. Y esa noche, los guardias de Atebbe vinieron e hicieron afirmaciones absurdas de que todo el salón de clases había desaparecido. Sabiendo que solo Leonie estaba a salvo, solicitaron una reunión, pero Osmo se negó rotundamente. “La señorita volvió temprano porque no se sentía bien. Los llamaré más tarde cuando se recupere, así que por favor regresen.” (Osmo) “¡Qué quieres decir! ¿Sabes cuántas personas han desaparecido?” (Capitán de la Guardia) “¡Si todo el salón de clases desaparece, es prueba de que ha manifestado su habilidad sobrenatural!” (Osmo) La pelea no duró mucho. Los escoltas que protegían a Leonie y a su grupo se reunieron en un instante. Aunque eran superados en número, incluso incluían a los Caballeros Imperiales. La tensión inmediata no duró mucho. Al final, los guardias de Atebbe no tuvieron más remedio que darse la vuelta. Estaban enojados, pero no podían hacer nada. Después de que se fueron, Calabria intentó abrir la puerta bien cerrada del dormitorio de Leonie, pero Obelia la detuvo. “Necesito preguntarle qué está pasando.” (Calabria) “Su Alteza, espere hasta que Leonie salga sola.” (Obelia) Pero esa noche, Leonie salió de la cama cubierta de sangre. Hubo un alboroto. Sólo después de que Mark y el Capitán de su Escolta revisaron varias partes de la mansión, Calabria y Obelia pudieron encontrarse con Leonie. “¿Estás bien?” (Calabria) “¿Qué pasó?” (Obelia) Las dos estaban pálidas y buscaron a tientas para asegurarse de que ella estuviera bien. “Alguien me estranguló mientras dormía.” (N/T: Recién me doy cuenta… ella ha regresado justo antes del incidente del estrangulamiento… Ha cambiado lo sucedido.) Ella atravesó el cuello del oponente con la daga que Mark le había dado. Dijo con una expresión muy tranquila, como si hubiera una piedra al costado del camino y la sacara. Mark y Osmo cerraron la boca y miraron el cuello de Leonie, al que no le quedaban marcas. Las cuatro personas, excluyendo a Leonie, intercambiaron miradas intensamente. Leonie rompió el incómodo silencio. “El sol saldrá pronto. Todos, por favor entren y duerman un poco más.” Los guardias de Atebbe, que sospechaban de Leonie debido al incidente del aula, rondaban la zona con el pretexto de patrullar y rápidamente se dieron cuenta del intento de asesinato. En medio de la vorágine del alboroto, uno de los guardias de seguridad se escapó clandestinamente y fue a ver a un reportero, quien normalmente le daba dinero de bolsillo. Dado que el reportero era alguien que generalmente informaba sobre peleas de bares y carteristas, el reportero no tenía muchas expectativas y lo recibió con una expresión molesta. ¡Pero un intento de asesinato a la persona más poderosa del Imperio! El reportero corrió a la redacción del periódico en bata. Al día siguiente, desde primera hora de la mañana, los vendedores de periódicos andaban repartiendo folletos con grandes titulares. “Intento de asesinato de la persona talentosa” “La persona talentosa y la Princesa, ambas están a salvo.” “¿Es realmente seguro el Imperio?” La desaparición del aula tras el intento de asesinato de Leonie quedó en el olvido y la gira se canceló inmediatamente. La Emperatriz contuvo la respiración atemorizada y el Emperador llamó a Gidon. “Supongo que tendrás que ir a recoger a Leonie tú mismo.” (Emperador) Como siempre, Gidon obedeció la orden de inmediato. Al mismo tiempo, no se olvidó de aplicar presión suavemente. “¿Cómo manejará a la Emperatriz?” (Gidon) Gracias al cuerpo del asesino obtenido por Osmo, inmediatamente se reveló que la Emperatriz lo había hecho. El tono de voz de Gidon parecía arrogante, pero él no estaba en condiciones de decir nada ya que la Emperatriz había hecho algo tan escandaloso que incluso el Emperador pensó en ello. “Hmm, Jim también está preocupado.” (Emperador) Era la Emperatriz. Era obvio que sería un duro golpe para la imagen de la familia imperial. Por lo tanto, no era posible conceder fácilmente lo que Gidon quería. “Tiene un don precioso. Pero comenzando con el segundo Príncipe, el quinto Príncipe y la Emperatriz. Es seguro ver esto como un desafío a la autoridad imperial.” (Gidon) “Dame un momento. Si tocas a la Emperatriz ahora, ella se desbordará y se cortará la cola. Si la acorralas, podría morderte, así que es mejor esperar y buscar una escapatoria.” (Emperador) “Así como la Emperatriz es la preciosa hija del Marqués Lapis, Leonie también es la hija de mi corazón.” (Gidon) ¡Ja! El Emperador reprimió una carcajada. Gidon no negó su confesión. Las dos palabras nunca podrían usarse una al lado de la otra. “Entiendo. No habrá forma de simplemente ignorarlo. Sin embargo, dado que la familia Lapis se mantiene firme, ¿no deberíamos simplemente esperar hasta que encuentre una solución? El puesto de Emperatriz quedará vacante gradualmente, así que no te preocupes demasiado.” (Emperador) Lo que Gidon aspiraba era al puesto de Emperatriz. Si la Emperatriz desaparecía, su prima, que era moderadamente bella e inteligente como todo Heidegger, era una fuerte candidata para ocupar su lugar. “Siempre y cuando las otras reinas consortes no se molesten.” (Gidon) Dejó estas palabras y se dio la vuelta. El Emperador movió las comisuras de la boca, perdido en sus pensamientos. El poder del Emperador fue disminuyendo gradualmente con la edad. Por otro lado, el maestro de la espada, que tenía una hija talentosa, poco a poco se estaba recuperando. Estaba claro que el equilibrio de poder se inclinaba cada vez más hacia ellos. El Emperador suspiró mientras sus canas crecían cada día. El tiempo de relajarse ya había pasado. Una vez más contó a los niños que tenían poder. Isaac estaba plenamente establecido entre las masas, pero ningún noble estaba dispuesto a apoyarlo activamente. Al contrario, hubo muchos que lo despreciaban, llamándolo Príncipe Heredero del pueblo. El apoyo del público sin duda era una fuerza poderosa, pero puede dispersarse en un momento, por lo que sigue siendo un albaricoque brillante. Y ahora, el quinto Príncipe, que no es miembro de la familia imperial ni nada parecido, se ha encariñado secretamente con Isaac, arruinando aún más su apariencia. (N/T: Recordatorio: Primer Príncipe: Isaac / Segundo Príncipe: Ricardo, el que perdió el Brazo – Hijo de la Emperatriz y terminó en una pintura / Quinto Príncipe: Hijo de la Reina Consorte, muere luego del secuestro de Leonie y es remplazado por Therion) Por otro lado, gracias a la Emperatriz, cuya presencia se estaba desacelerando debido a la desaparición del Segundo Príncipe, el Tercer y Cuarto Príncipe estaban expandiendo rápidamente sus posiciones. El Marqués Lapis estaba ocupado invistiendo al sexto Príncipe. El séptimo Príncipe contenía la respiración, pero estaba demasiado callado. Por supuesto, también podría significar que se mueve diligentemente como las patas de un cisne encerrado. Y Rutger. “Hmm, no es suficiente.” El Emperador frunció el ceño y dijo en voz baja. El tipo que pensó que iba a morir de repente se convirtió en una papa caliente. Aunque tenía un cabello que simbolizaba el poder de gobernar más profundo, era sólo una posibilidad. Y el problema era su origen humilde. Había tantas cosas que poner en marcha para darle fuerza. La noticia de que estaba arrasando en la academia militar no fue nada bienvenida. Por ahora, el tercero o cuarto eran los candidatos más fiables, pero el medio Príncipe que parece tener mucho poder para gobernar será propenso a obstaculizarlos. “¿Sería más natural morir en la escuela?” (Emperador) De todos modos, ya era hora de encontrar una manera de separar a los sobresalientes padre e hija Heidegger y manipularlos a su voluntad.   * * *   Gidón llegó a Atebbe. El alcalde quedó sorprendido y se enfrentó al mayor maestro de espada del Imperio. “Oh, bienvenido. ¿Encontró algún inconveniente en el camino, jaja?” (Alcalde) “Vine por algunas noticias inconvenientes.” “¿Q-qué tipo de noticia es esa…?” (Alcalde) Gidon lo miró en silencio, como preguntándose si alguna vez debería decir eso en voz alta. “Siento que lo he molestado mucho, así que no sé qué hacer.” (Alcalde) “Escuché que interrogaron a mi hija como culpable de una desaparición.” “Oh, no.”  - El alcalde rápidamente lo negó. Fue un incidente preocupante que quería encubrir de alguna manera. Sin embargo, el número de víctimas era demasiado. “Solo pedí que la entrevistaran como referencia.” (Alcalde) “¿Irrumpir en una casa e interrogar a alguien se llama entrevista en Atebbe?” El alcalde pensó que Gidon podía matar a una persona con sólo su mirada. “Lo siento mucho. El capitán de la guardia y todos los miembros que trabajaron ese día visitarán a la Señorita y le ofrecerán una respetuosa disculpa.” (Alcalde) “Pero no son el único problema. Con asesinos corriendo por ahí, parece que la seguridad en esta ciudad no es un problema tan leve.” El alcalde ni siquiera se atrevió a secarse el sudor frío. “Si me lo permite, me gustaría que toda la guardia fuera a visitarla.” (Alcalde) “Si tan solo con ello fuera posible aliviar el shock que experimentó mi hija...” El alcalde tardó menos de dos horas en llegar, trayendo consigo a todas las fuerzas de seguridad y al personal clave de Atebbe. Pero Leonie no pudo reunirse con ellos. El médico salió y desapareció después de decir que ella necesitaba descansar y tuvieron que lidiar con el temperamento de la Princesa que tomó el lugar de Leonie. “El profesor le dijo a Leonie que abriera la boca. Y la convirtió en el hazmerreír de la gente diciendo cosas como calor e inteligencia. ¡No es una locura!” (Calabria) Y derramó todos los errores académicos que Leonie le había señalado. El decano no tuvo más remedio que prometer cancelar la conferencia con una expresión sombría en su rostro. Esa noche, el aula que había desaparecido por completo reapareció. Los estudiantes mantuvieron la boca cerrada sobre lo que había sucedido adentro. Sin embargo, el profesor parecía completamente angustiado, como si lo hubieran linchado en masa. Los padres dijeron que tuvieron suerte de haber encontrado a sus hijos y no solicitaron más investigaciones. Aunque no pudieron decirlo en voz alta, todos se dieron cuenta de que era una misericordia mostrada por la persona talentosa. Sin embargo, no era algo que simplemente se pudiera ignorar. Todos los guardias recibieron un recorte salarial de tres meses y aquellos que habían solicitado una reunión con Leonie ese día fueron degradados dos rangos. Eso no fue todo. El guardia que filtró información al reportero tenía tatuada en la frente la palabra ‘soplón’. Al periodista le cortaron las muñecas y cerraron el periódico. Al profesor que se burló de Leonie en primer lugar le arrancaron los ojos y la lengua. Los padres de los estudiantes que la habían ridiculizado y la escuela que impartía la ‘pésima clase’ terminaron pagando una gran cantidad de compensación a Gidon. Los caballeros que no lograron proteger adecuadamente a Leonie no fueron la excepción. El líder fue destituido y el resto fue degradado un rango. Como resultado, la notoriedad de Heidegger se extendió a Atebbe. Anterior Novelas Menú Siguiente Read the full article
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Prólogo
Mundo Imperial de Lelithar, Sector Agripinaa, Segmentum Obscurus. 2.38 post LCM.M41
Miniar había sido durante siglos un lugar de lujo y poder, donde las élites nobiliarias y de los gremios comerciales de Lelithar y otros mundos cercanos se dedicaban al descanso, al placer, a la negociación y la conspiración. Una isla volcánica en medio del océano, lo suficientemente lejos de las masas continentales como para garantizar su exclusividad y seguridad pero apenas a unas pocas horas de vuelo de cualquier lugar del planeta o los espaciopuertos.
Arremolinadas en la ladera de un cono volcánico inactivo derrumbado docenas de villas y complejos residenciales se repartían en torno al gigantesco puerto deportivo antaño lleno de yates y deslizadores de recreo. Avenidas, grandes jardines, parques, galerías comerciales y complejos de ocio donde la élite imperial se olvidaba de su ajetreada vida o al menos fingía hacerlo mientras continuaba con sus cotilleos, sus negocios y sus maquinaciones.
Pero eso quedó muy atrás, eso sucedía en los tiempos en los que la lejana nebulosa del Ojo del Terror tan solo era una ominosa luz en el cielo de Lelithar, antes de que se convirtiera en una sangrante herida en el cosmos de la cual surgían horrores sin fin. Antes de que los fuegos de la guerra rugieran entre las estrellas. Antes de que las masas de los anteriormente fieles y sumisos ciudadanos imperiales sucumbieran a las mentiras esparcidas por la mal llamada Voz del Emperador y la Plaga del Descreimiento los llevara a la rebelión, a la locura y la masacre. Antes de que la mil veces maldita Cicatrix Maledictum partiera los cielos con una promesa de horror y muerte.
Lelithar, como otros mundos del sector Agripinaa fue asaltada por la gigantesca sombra de la Decimotercera Cruzada Negra, no solo sufrió el ataque desde los cielos de los servidores de los Poderes Ruinosos sino que en sus ciudades y sus colmenas se esparció la Plaga del Descreimiento y poco a poco, agrocomplejo a agrocomplejo, bloque a bloque, nivel tras nivel la inmensa masa de los zombies de plaga se extendió devorando toda vida mientras las batallas se sucedían en sus cielos y sus continentes.
Miniar carecía de cualquier valor estratégico así que no hubo ninguna batalla o incursión, pero pese a todo no escapó de la violencia, nadie ya sabe cómo fue, y nadie lo sabrá nunca, pero la infección de la Plaga llegó hasta la remota isla. Los terribles sucesos que arrasaron la isla no fueron ni siquiera un pie de página en los terribles conflictos entre los soldados de la Guardia Imperial, el Adeptus Astartes y los Dioses Máquina de la Legio Ignatum contra los Perdidos y los Condenados. Si bien en un principio las unidades de Arbitradores y las fuerzas privadas de las diversas familias nobles que se habían refugiado allí intentaron contener la Plaga finalmente toda vida humana sucumbió dejando un paisaje desolado de destrucción y cadáveres andantes.
Villa Pertinax está casi en la cúspide del volcán, una lujosa villa donde fácilmente podrían vivir con todos los lujos varias docenas de personas y todo el servicio requerido, desde sus jardines y terraza se tiene una vista total de toda la bahía y en el lateral más alejado de la zona noble se yergue una inmensa antena de comunicaciones, antaño el principal medio de comunicación insular tanto a nivel planetario como orbital. Hacía ya muchos meses que ninguna comunicación entraba o salía salvo el tráfico de datos rutinario que unos pocos cogitadores aún en funcionamiento enviaban de forma programada por sus operadores ya hacía tiempo muertos. Sin embargo los sistemas automáticos de la torre aún funcionaban, así que cuando un grupo de figuras surgió de entre la maleza que cubría su base una cámara automática los enfocó e inició la rutina de vigilancia y aviso programada.
El archivo que generó la cámara no era nada especialmente llamativo: un grupo de humanos con ropa y equipo de trabajo ligero, si bien armados con equipo estándar de la Guardia Imperial que escoltaban a lo que parecía un técnico que trabajó durante un corto periodo de tiempo en uno de los puertos de servicio de la antena. Unos pocos minutos después el grupo se alejó por donde había llegado y la cámara prosiguió con su rutina de vigilancia. La alerta generada junto con el archivo adjunto fue procesada en los cogitadores de las instalaciones de vigilancia del puerto y un aviso automático enviado a la fortaleza-comisaría planetaria.
Todo siguió igual en Miniar. Muerta, arrasada, infestada de no-muertos vagando por sus calles y avenidas.
Satélite de comunicaciones Norte 37. En órbita geosincrónica sobre el hemisferio Norte de Lelithar.
El servidor Norte 37-4672 era el último operador asignado al satélite 37 de la red secundaria de Lelithar, muy probablemente también fuera el último ya que desde el estallido de la guerra se había suspendido el servicio de mantenimiento y reparación de la red de comunicaciones civil y gubernamental y todos sus indicadores de funcionamiento y operatividad marcaban niveles críticos de falta de nutrientes y oxígeno.
Sin embargo al cerebro lobotomizado de Norte 37-4672 no le preocupaba su inminente muerte por inanición o asfixia, o la ausencia casi total de tráfico de comunicaciones desde hacía ya varios años. Toda su existencia se basaba en transmitir, o cómo era este caso, esperar que llegara tráfico que derivar a otras redes de comunicación planetarias o exoplanetarias. Así que cuando después de tantos meses llegó una ráfaga de datos desde la antena de Miniar simplemente la derivó hacia la capital imperial asegurándose además de incluir un mensaje exoplanetario dado que era una alerta de seguridad dirigida a los Arbites. Una subrutina perfectamente habitual en estos casos, algo tan sencillo como marcar el mensaje con una runa estilizada coronada por una calavera y enviarla encriptada a un nodo de comunicaciones no estándar situado en algún lugar cerca del punto Mandeville del sistema.
Tras este breve lapso de actividad Norte 37-4672 pasó una vez más a su rutina de escucha de las redes de comunicación muertas de un planeta casi muerto.
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La battaglia di Eylau (8 febbraio 1807)
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La battaglia di Eylau (8 febbraio 1807)
L’8 febbraio 1807, a Eylau, nella Prussia orientale, la Grande Armata napoleonica si scontrò contro russi e prussiani in una battaglia che rappresentò il primo momento di crisi della tattica napoleonica.
      Ottenebrati da una tempesta di neve, i francesi devono subire la superiorità numerica dei russi e la loro maggiore abitudine a operare in condizioni climatiche estreme, nel gelo dell’inverno dell’Europa orientale.
       La situazione risulta più volte critica per i francesi, al punto che Napoleone, per la prima volta nella storia dell’Impero, è costretto ad impegnare in combattimento anche la Vecchia Guardia, di norma sempre tenuta in disparte come riserva suprema.
       Il semplice avanzare, in ranghi serrati, dei Granatieri a piedi della Guardia, con i loro grandi colbacchi di pelo, in taluni casi è in grado di mettere in fuga i reparti russi, spaventati dall’enorme prestigio che accompagna questo corpo d’élite.
       La situazione generale della Grande Armée, tuttavia, resta critica, e allora Napoleone è costretto ad ordinare una gigantesca carica di cavalleria, al fine di alleggerire la pressione russa: oltre 12.000 cavalieri, guidati personalmente da Gioacchino Murat, fasciato in una delle sue rutilanti uniformi e armato di un semplice frustino, si scagliano contro le colonne russe, bloccandone l’avanzata e stabilizzando la situazione tattica.
       Nel corso della giornata, tuttavia, la situazione non muta di molto, anche se alla fine i russi si ritirano, consentendo a Napoleone di cantare vittoria, ma a costo di ben 10.000 uomini, tra morti e feriti. Un terribile massacro, da cui emerge con chiarezza che il genio napoleonico, là dove non può fare riferimento alle sue insuperate capacità di manovra, non è in grado di ottenere risultati altrettanto convincenti in termini di scontro di logoramento, di battaglia d’attrito. Occorrerà attendere fino al successivo mese di giugno perché, nella battaglia di Friedland, la campagna contro Russia e Prussia possa dirsi definitivamente conclusa a vantaggio della Francia.
      Nell’immagine che illustra queste righe, il generale Lepic, comandante dei Granatieri a cavallo della Guardia Imperiale, esorta i suoi uomini a tenere alta la testa, sotto il fuoco dell’artiglieria russa, con le celebri (e chiare) parole: “Haut la tête ! La mitraille n’est pas de la merde !”
  Piero Visani
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Crónicas de Hefestión… (Cap 2. Parte I)
Capitulo II.- La Ruta de Eldor (Parte I)
Eran las primeras horas de la mañana cuando Hefestión se preparaba para iniciar su viaje hacia El Bosque de Eldor. Tocaban la puerta de su habitación. Se trataba de Dayana y Carus las cuales estaban interesadas por su estado. Hefestión las recibió con un fuerte abrazo el cual fue calurosamente correspondido. “Creía que no te repondrías”.- dijo Dayana., a lo que Hefestión respondió “Yo siempre supe que me repondría porque ustedes estaban a mi lado”.
“¿Hacia donde te diriges?.- pregunto Carus. “Hacia el Bosque Dorado de Eldor mi querida Carus, tengo una importante tarea que realizar”.- respondió Hefestión. En ese instante su conversación fue interrumpida por un sonido terrible, el cual semejaba un alarido triste y de dolor que provenía de las afueras del castillo. A lo lejos se divisaba un caballo que se acercaba a todo galope, perseguido por una nube obscura y tenebrosa.
“Debo salir a ver de que se trata todo esto”.- dijo Hefestión, y empuñando la legendaria espada Sygma corrió a las afueras del castillo. Rápidamente Dayana y Carus fueron en busca de sus guardias imperiales para hacerle frente a la posible amenaza.
En las afueras del castillo, Hefestión se encontró frente a frente con jinete perseguido. Era una ninfa la cual se encontraba desmallada encima de su caballo. Rápidamente Hefestión la coloco en el suelo y desenvainó su espada. De pronto se vieron rodeados por varias de las criaturas más temibles entre todos los reinos, conocidos como los Shads, criaturas oscuras y peligrosas, sin rostros, sin nombres y sin almas.
Hefestión sabía que requería el máximo de concentración para esta lucha. Cerró los ojos y sujetando fuertemente a Sygma descargo el primer golpe mortal a una de Shads la cual se desintegró en un espantoso chillido mientras las demás se le aproximaban con sus espadas, lanzas y cuchillos. Repelió todos los ataques y extermino a varios Shads antes de que la guardia imperial de Dayana y Carus llegaran en su ayuda.
En medio de la batalla Hefestión tomo a la ninfa en sus brazos y se dirigió al castillo pero a su paso apareció Sahdner el primero de los guerreros sombríos del Caballero Negro de Shadowort. “Por ordenes de mi señor he venido a liquidarte a ti y a esa ninfa, y no podrán escapar de mi.”.- dijo la desagradable criatura. El ambiente alrededor de los tres empezó a oscurecer con una densa neblina. Sahdner era conocido por debilitar a sus enemigos con su profunda tristeza. El corazón de Hefestión empezó a doler por lo que supo que tenía que hacer algo rápidamente.
En ese instante levantó su brillante espada y reflejo la luz del sol directamente en la cara de Sahdner causándole un inmenso dolor a la criatura, la cual se cubrió para evitar que los rayos del sol le siguieran dañando. La oscura niebla desapareció pero Sahdner no iba a dejar que esa lucha terminara de esa manera. Empuñando su espada se dirigió a Hefestión con una fuerza de mil hombres. El choque de las espadas provocó una explosión de chispas que hizo que la espada de Sahdner se partiera en dos.
Hefestión levantando a Sygma y antes de aniquilarlo le dijo: “Donde haya luz no habrá oscuridad, donde haya amor no habrá tristeza, donde haya esperanza no habrá miedo, donde haya paz no habrá odio, y mientras yo exista no habrá cabida para Daniel de Shadowort”. Solo se escucho un espantoso chillido de millones de llantos en el instante en que Sygma de un solo golpe atravesó a la espantosa criatura.
Después del combate; ya dentro del castillo, Hefestión llevo a la ninfa a la sala principal, recostándola en uno de los muebles. Sicus no se encontraba en el castillo por lo que Dayana y Carus fueron a buscar alguna medicina para las heridas de la ninfa, la cual por unos instantes abrió sus ojos. “¿Cómo te llamas?”.- le preguntó Hefestión, a lo que ella respondió “Mi nombre en Mafith. Soy una ninfa del Bosque de Histafar y vengo en nombre de los Dreamers para darte un importante mensaje…”
-- Posted by Hefestion to Las Cronicas de Hefestión at 10/21/2006 11:00:00 PM
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jacopocioni · 8 months
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L'eremita e la sua torre (seconda parte).
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(Seconda Parte - leggi prima parte) Prima che la costruzione delle scuderie reali e del viale dei colli, e successivamente la lottizzazione di epoca fascista del Bobolino, impedissero l’accesso alla collina che sale verso il Forte di Belvedere, all’esterno delle mura correva una strada “circondaria”, abbastanza frequentata sia da chi voleva godersi una passeggiata in campagna (“fuori porta” diremmo oggi, appunto) che da chi si dedicava ad una attività ricreativa molto popolare nella Firenze del tempo: il gioco del pallone, inteso non nel senso del moderno “football” ma piuttosto del pallone col bracciale. Abbiamo diverse testimonianze a riguardo, come il già citato Carocci che nel suo “Il viale dei colli, descrizione storico artistica” (1873) osserva che “Li proprio sotto il bastione (la torre del Mascherino, n.d.r.) c'è un bel prato piuttosto spazioso ed ombreggiato da alberi annosi, sotto ai quali sono state fatte tante merende, tanti discorsi e passate tante ore piacevoli. Il prato poi serviva mirabilmente anche al giuoco del pallone ed io ci ho visto delle allegrissime brigate di giovani artisti che dopo le fatiche quotidiane andavano a sollazzarsi con quel giuoco ch'è stato sempre la passione de' fiorentini.”
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C. Lasinio - G.Piattoli: Il gioco del pallone (1790) In realtà a quanto pare si trattava di brigate fin troppo “allegre”, se è vero che, come ben ricostruito da Alessandro Rinaldi nel suo volume “Sul limitare della città” (da cui traiamo l’incisione di Lasinio e Piattoli ed il bel disegno di Zocchi), nonostante le sfide al pallone si svolgessero fuori dal centro appositamente per evitare problemi di ordine pubblico, ci furono tuttavia varie lamentele e conseguenti divieti, perché, come ci racconta Giuseppe Conti nel suo “Firenze Vecchia” (1898), “‘Lungo le mura’ era uno dei tanti luoghi preferiti per giuocare alla palla; e non era raro il caso che qualche ragazzo, nel calarsi giù per riprenderne una, cascasse in quei poderi, rincorso subito da un cane o scapaccionato da un contadino, perché, con la scusa della palla, molti rubavan l'uva o le pesche o la frutta che più era di stagione. ”; ma anche perché pare che i giocatori avessero l’abitudine di vociare e bestemmiare copiosamente - vizio antico dei fiorentini a quanto pare… - tanto da esser definiti dal fattore del Poggio Imperiale nei suoi esposti “ridotto di giocatori che non fanno che bestemmiare tutto il giorno”, il che, considerando la vicinanza della chiesa di S. Maria della Pace e dell’annesso convento, dovette parere cosa indecorosa. A questo proposito riporto un’ulteriore notizia che lega la torre di Mascherino al convento della Pace, tanto amato da Cristina di Lorena, consorte del granduca Ferdinando I: si legge nel Carocci (op. cit.) che “Cristina di Lorena aveva tanta simpatia per questo luogo, e tanta venerazione per la miracolosa immagine, che fece fare appositamente una porta nell'antica torre del Mascherino e cosi, venendo dal giardino di Boboli, per quella si recava tutt' i giorni ad orare nella chiesa della Pace. " Oltre al passeggio ed al pallone un’altra attività si svolgeva in questo ameno pezzo di campagna a ridosso delle antiche mura: una guarnigione di soldati, forse di stanza al forte di Belvedere, vi si esercitava nel tiro ma con assai scarsi risultati, se dobbiamo dar credito al Conti (op. cit.) che chiosa “...alla Pace - dove ora sono le scuderie reali - si trovava la torre detta di Mascherino, ove le regie truppe andavano ad esercitarsi al tiro del bersaglio, che consisteva in una specie di treccione o stoia di paglia, alta due metri e larga uno e mezzo, inchiodato su tre pali, con un disco in mezzo, ove i soldati miravano, passando delle settimane prima che qualcuno vi cogliesse!”. Questo brano è stato ripreso anche dal Bargellini nel sua famosa opera “Le strade di Firenze” (1986), facendogli erroneamente supporre che “...può darsi che il nome sia quello di un soldato che vi faceva la guardia. Potrebbe però darsi che mascherino fosse il diminutivo d’un mascherone da fontana. Di più sicuro non è stato possibile sapere”. Chiudo con una curiosità: nel libello politico satirico “Lettere e capitoli di Maso Duro” (1864), composto da varie lettere in chiave anti-piemontese rivolte dal venditore di ceci “Maso Duro” - ovviamente un “nom de plume” - al ministro Urbano Rattazzi, la sesta lettera inizia così: “Ieri il giorno, verso le ventitré, passeggiando, sotto la torre di Mascherino, fuor dalla porta Romana, mi abbattei in un cavalocchio di piazza, mio amico, che sedeva sopra un muricciolo con un libro aperto davanti…”. A quanto pare sotto le mura, davanti alla misera abitazione di Mascherino, doveva esserci un gran via vai tra soldati, giocatori di pallone, gente a passeggio e coppiette di innamorati: oggi si tratta di un luogo dimenticato e sconosciuto alla maggior parte dei fiorentini, dove la pace e le erbacce regnano indisturbate
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Baccio del Bianco, veduta delle mura. di Oltrarno tra Porta S. Giorgio e Porta a S.Pier Gattolini. Disegno, (G.D.S.U 142, da A.Rinaldi, “Sul limitare della città”)
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La torre di Mascherino e le mura che salgono verso il forte di Belvedere (foto dell’autore) (Fine seconda Parte - leggi prima parte)  
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Enrico Bartocci Read the full article
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el-mar-de-la-grieta · 9 months
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Quilian Ruschu
El indiscutible, paternal en el mejor de los sentidos y carismático líder de la Retsannnen Broederchaft -o de aquello en lo que el tiempo, los arrestos, los abandonos y el caritativo acogimiento de los desahuciados de la sociedad la han convertido- es muchas cosas. Es compasivo, sabio, generoso, organizado y afectuoso con los suyos; es un nómada desde su nacimiento y, si le preguntas, un nómada hasta la muerte. Es viejo, francamente viejo, aunque nunca diga cuánto y nadie en el grupo parezca saberlo -o quiera arriesgarse a perder su confianza desvelándolo-, las arrugas de una vida de gesticulación, risas y caminos, su pelo cano o sus historias que parecen narrar sin mencionar explícitamente los tiempos de La Gran Purga corroboran la extensión de su existencia.
Nacido en el seno del Clan Ruschu Almensilla Hamarizz en algún lugar de la fría costa nororiental del Sacro Imperio, poco o nada parece trascender de él antes de los 33 años. En las noches en las que el vino entona su voz y recuerda, rasgando su cistre, canciones de su niñez, no es extraño que acabe mencionando los oscuros tiempos en los que el Emperador Wiltmer Austwendenn decretó la expulsión de todos los pasaníes de las tierras del Sacro Imperio. Para los que han prestado atención a sus historias y, estando más sobrios que él al contarlas, recuerdan lo suficiente como para hilarlas entre sí, el pequeño Quilian vivió desde sus más tiernos años la desintegración de su clan, el abandono y la persecución.
En algún momento de su juventud, cuando al parecer -y de manera dolorosa para cualquier pasaní- ya había perdido casi por completo el contacto con sus familiares, Quilian Ruschu comenzó a interesarse en política. Militando aquí y allí en diversos grupos organizados que de un modo u otro le permitían encauzar el dolor que la edad había transformado en ira contra el Imperio.
Tras épocas convulsas en las que conoció de primera mano las más atroces formas de brutalidad por parte de las diversas guardias imperiales y el olor, temperatura y forma de no pocos calabozos por todos los territorios wendianos y alguna escapada ocasional a las no menos acogedoras prisiones pfainesas, su interés por la política decreció. Es en ese momento cuando aparecen las primeras menciones a la Retsannen Broederchaft -la Hermandad del Sol Rojo o Hermandad del Crepúsculo-, los rescoldos de la última hoguera de idealistas a la que había pertenecido. Junto con sus viejos compañeros Isto Tomalles, Autolf Hetwijg y Lofre Larnanz, con los que había compartido sus inquietudes de juventud, decidió que hasta el fin de sus días se mantendrían fuera del sistema que les era hostil.
Con los años y tras muchos viajes y trabajos de toda índole, Ruschu puede decir que ha cumplido su sueño. Es el patriarca de un nuevo clan -él mismo se refiere así al grupo, no usando ya casi nunca su nombre- en el que la raza o procedencia no importan, una gran familia en la que todos cuidan de todos que no acabó nunca de perder aquellas viejas costumbres adquiridas en sus años de lucha.
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aki1975 · 9 months
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La Curia di Pompeo è l’aula dove si pensa si sia tenuta la riunione del Senato in cui fu assassinato Cesare il 15 marzo del 44 a. C.
La lotta fra la fazione degli optimates e la fazione dei populares è alla radice di tutta la storia romana e non cessa neppure dopo che Caio Ottaviano fu nominato Augusto nel 27 a. C.
A seguire:
- nello stesso anno, il grande amico di Augusto, Agrippa, fa edificare il Pantheon;
- nel 23 a. C. muore Claudio Marcello, figlio di Ottavia, sorella di Ottaviano, ed erede designato di Augusto. Agrippa non fu designato erede benché avesse sposato la figlia Giulia di cui morirono giovani anche i figli Gaio e Lucio;
- nel 19 a. C. viene pubblicata postuma l’Eneide, celebrazione della Roma augustea;
- Morte di Augusto, a causa dei fichi avvelenati da Livia. Tiberio, figlio della moglie di Augusto Livia, imperatore (14). Le due famiglie si erano imparentate anche grazie al matrimonio fra Agrippina Maggiore, figlia di Agrippa e Giulia, e Germanico: da questo matrimonio nacquero Caligola e Agrippina Minore, la futura madre di Nerone.
- nel 16 d. C. Germanico, figlio di Druso (figlio di Livia e fratello di Tiberio) e di Antonia Minore (figlia di Ottavia e Marco Antonio) vendica la sconfitta di Teutoburgo del 9 d. C. e sottomette i Germani portando a Roma fra i prigionieri la compagna di Arminio, Thusnelda;
- nel 18 d. C. muore esiliato Ovidio che con le sue opere ellenistiche rifletteva i nuovi gusti della società contrari allo spirito conservatore di Augusto e Tiberio;
- Il prefetto del pretorio, capo della guardia della famiglia imperiale, Seiano viene ucciso nel 31 dopo aver ecceduto dai suoi poteri;
- 37 Caligola, figlio di Germanico, imperatore
- 41 Claudio, figlio di Druso e di Antonia, fratello di Germanico, imperatore. Nel 43 sottomette la Britannia e nel 48 ripudia Messalina che lo aveva tradito prendendo in moglie Agrippina;
- 54 Nerone, figlio della seconda moglie di Claudio, Agrippina, imperatore. Con Nerone iniziarono le persecuzioni dei cristiani;
- 65 Congiura di Pisone e morte di esponenti come Seneca, Lucano e Petronio dopo l’incendio del 64 e i successivi interventi urbanistici megalomani;
- 68 Suicidio di Nerone e fine della dinastia Giulio-Claudia. Galba imperatore.
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twstdwndrlndamateurs · 5 months
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Libro 7. Diasomnia
Cap. 7.73
———
Alrededores del Castillo de la Rosa Salvaje
Mapa de celdas
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Baul echa un vistazo a las tropas de los Búhos Plateados.
-No solo es en los alrededores del castillo… ¡los terrenos están llenos de ellos!
Yuu: hay una persona con una armadura diferente a la de los Búhos Plateados/hay gente con ropas que no habia visto antes.
-Malditos Búhos Plateados…-gruñe Lilia- ¿acaso han traído regimiento de otros países?
-Parece -dice Baul- que claramente desean los recursos del Valle de las Espinas. A esta distancia -calcula- incluso la magia de teletransportación no nos llegaría a agotar. Sin embargo, si entramos dentro del castillo… ¿cómo rescatamos a la Princesa y rompemos el asedio? Tal vez si esperamos apoyo del Castillo de las Escamas Negras… no, no, pero…
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-Incluso si llegara ayuda, en una situación así no ayudaría.-replica Lilia.
-…¡pero…!-gime Sebek lastimero.
Lilia sacude la cabeza.
-Aunque solo sean Malenoa y el huevo, debi sacarlos de allí.-dice.- Hay una montaña. Una montaña demoníaca que protege el Castillo de las Escamas Negras. Si pudiéramos llegar hasta allí… la ventaja del terreno y la abundancia de poder mágico demoníaco estarían de nuestro lado.
-A diferencia del Fuerte Oriental,-dice Silver calculando- este está fuertemente rodeado. ¿Cómo superamos sus defensas?
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-No podemos utilizar magia de teletransporte esta vez,-responde Lilia- no se puede garantizar la seguridad del huevo. Tampoco es una opción escapar volando, porque seríamos presa de los magos y los arqueros.- Lilia pone los brazos en jarras- En ese caso…hay un canal subterráneo que debería estar conectado con el Castillo de la Rosa Salvaje y el río que baja por el Monte de las Alas Voladoras.- Lilia gruñe- Estoy seguro de que Malenoa se quejará de lo oscuro y húmedo que está…
-Parece -interrumpe Baul- que es la única forma de transportar al heredero de forma segura.
-Primero, -dice Lilia- hay que convencer a esa “Princesa” de que se retire y eso va a ser complicado… oh, rayos.
Uno de los Guardias Imperiales da la voz de alerta justo cuando aparecen Búhos Plateados en el camino, que gritan al verlos.
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Sebek, Silver y Grim se quedan paralizados ante sus gritos.
-¡¿Qué pasa?!-chilla Grim-¡¿Por qué gritan de repente?!
- entonces Grim se gira hacia el castillo- ¡Algo brillante ha aparecido en el puente del castillo!
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-¡General en Jefe!-alerta Baul-¡Eso es…!
En un destello morado, una figura plateada con casco alado se materializa frente a todos.
-La armadura blanca, el cabello dorado como el sol…no hay duda…¡es el Caballero del Alba!-gruñe Lilia.
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kerrkez5ec · 1 year
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EL SACO DE ROMA
El 6 de mayo de 1527 se produce el Saco de Roma. «Saco» es la adaptación al castellano de la voz italiana sacco, que significa literalmente «saqueo». Denominación con la que se conoce el saqueo que llevaron a cabo en la ciudad de Roma las tropas alemanas, españolas e italianas de Carlos V, en el marco del conflicto entre el emperador Carlos y la Liga de Cognac, una alianza entre el Papado, Francia, Milán, Venecia y Florencia. Esta guerra se desencadenó al dar el pontífice Clemente VII su apoyo a Francia, en un intento de librarse de la dominación imperial. Las tropas imperiales vencieron a las francesas en Italia pero, al no haber fondos para pagar a los soldados, estos se amotinaron y se dirigieron hacia Roma a cobrar el sueldo ellos mismos.
Las fortificaciones de la ciudad incluían unas murallas aún imponentes, de la época del emperador Aureliano, y poseían una buena artillería, de la que el ejército imperial carecía. Se necesitaba conquistar la ciudad deprisa, para evitar el riesgo de verse atrapado entre la ciudad asediada y el ejército de la Liga. No obstante, estos atacaron con una gran ferocidad, movidos por el deseo de rapiña para compensar la falta de paga.
El 6 de mayo, el ejército imperial atacó las murallas en el Janículo y la Colina Vaticana. El duque de Borbón, que comandaba el ejército, fue mortalmente herido en el asalto por una bala. La muerte del jefe respetado hizo que desapareciera la moderación en los soldados, que asaltaron las murallas de Roma conquistándolas ese mismo día. Casi toda la guardia suiza fue masacrada por las tropas imperiales en las escalinatas de la Basílica de San Pedro. Muriendo para que el papa Clemente VII escapara por los pelos, a través de un corredor secreto que une la Ciudad del Vaticano con el Castillo de Sant'Angelo.
Dio comienzo el saqueo de la Ciudad Eterna. Destruyeron y despojaron de todo objeto precioso iglesias, palacios cardenalicios y monasterios, excepto las iglesias nacionales españolas y alemanas. Incluso los cardenales proimperiales tuvieron que pagar a los soldados españoles y alemanes para proteger sus riquezas y posesiones. La rapiña y el saqueo duraron tres días. Roma no había vivido nada igual desde el año 410, cuando los bárbaros de Alarico saquearon la capital del imperio romano.
La noticia del saco de Roma fue recibida con consternación en todo Occidente. El emperador Carlos estuvo muy disgustado por este hecho, llegando a presentar disculpas formales al derrotado papa —de hecho se vistió de luto por un buen tiempo en recuerdo de las víctimas— Pero el secretario del Emperador, Alfonso de Valdés, publicó un escrito en el que afirmaba que el asalto había sido el castigo de Dios contra la corrupción papal. El papa Clemente VII pasó el resto de su vida intentando evitar conflictos con el emperador, sin tomar decisiones que pudieran disgustarle (por ejemplo, le negó a Enrique VIII de Inglaterra su nulidad matrimonial porque Catalina de Aragón era la tía de Carlos).
Durante el saco de Roma, los saqueadores españoles, alemanes e italianos robaron parte de las obras de arte que se hallaban en el propio Vaticano, causando cuantiosas pérdidas al arte y la economía papal. Esto señaló el fin del Renacimiento romano y dañó el prestigio del papado. En conmemoración del saqueo y de la valentía de la Guardia suiza del papa, los nuevos reclutas de la Guardia Suiza prestan juramento el 6 de mayo de cada año.
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juanvaldescesar · 1 year
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🇪🇸
Titulos de la Corona Española: Rey de España
Rey Católico de España.
Rey de Castilla, de León, de Aragón, de las Dos Sicilias, de Jerusalén, de Navarra, de Granada, de Toledo, de Valencia, de Galicia, de Mallorca, de Sevilla, de Cerdeña, de Córdoba, de Córcega, de Murcia, de Jaén, del Algarve, de Algeciras, de Gibraltar, de las Islas Canarias, de las Indias Orientales y Occidentales, y de las Islas y Tierra Firme del Mar Océano.
Archiduque de Austria.
Duque de Borgoña y de Brabante, de Milán, de Atenas y de Neopatria.
Marqués de Oristano.
Conde de Habsburgo, de Flandes, del Tirol, de Barcelona, del Rosellón, de la Cerdaña y del Gocíano.
Señor de Vizcaya y de Molina.
Canónigo honorífico y hereditario de la Catedral de León y de la basílica de Santa María la Mayor en Roma.
El último titular de la Corona del Imperio bizantino, Andrés Paleólogo, vendió su título imperial a Fernando II de Aragón y V de Castilla e Isabel I de Castilla antes de su muerte en 1502. Sin embargo, no se tiene constancia de que ningún monarca español haya usado los títulos imperiales bizantinos, que convierten al Rey de España en legítimo emperador de Roma, dado que los emperadores del Sacro Imperio Romano Germánico y Rusia, que también reclamaban este título, desaparecieron en 1806 y tras la Revolución rusa, respectivamente.
Otros títulos asociados al titular de la Corona son los siguientes:
Capitán general de las Reales Fuerzas Armadas y su comandante supremo. Gran maestre de la Orden del Toisón de Oro.
Gran maestre de la Orden de Carlos III.
Gran maestre de la Orden de Isabel la Católica.
Gran maestre de la Orden de las Damas Nobles de María Luisa.
Gran maestre de la Orden de Alfonso X el Sabio.
Gran maestre de la Orden de San Raimundo de Peñafort.
Gran maestre de la Orden de Cisneros.
Gran maestre de las órdenes militares de Montesa, Alcántara, Calatrava y Santiago, así como de otras órdenes militares menores.
Caballero de la Orden del Toisón de Oro.
Caballero del collar de la Orden de Carlos III.
Caballero gran cruz de la Orden de San Hermenegildo.
Gran cruz al Mérito Naval con Distintivo Blanco.
Gran cruz al Mérito Aeronáutico con Distintivo Blanco.
Cruz de Oro al Mérito de la Guardia Civil
Comendador mayor de Castilla en la Orden de Santiago.
Hermano Mayor Honorario de la Real Hermandad del Santo Entierro de Nuestro Señor Jesucristo y Nuestra Señora de Villaviciosa, de Sevilla.
Hermano Mayor Honorario de la Pontificia Real e Ilustre Hermandad del Santo Sepulcro y Nuestra Señora de la Soledad del Calvario de Granada. El Príncipe de Asturias, en este caso Princesa, es la Decana del Cuerpo de Caballeros del Santo Sepulcro de Granada.
Hermano Mayor Honorífico de la Real Cofradía Matriz de la Virgen de la Cabeza de Andújar
Hermano mayor honorario de la Real Cofradía del Santo Sepulcro y de la Soledad de Villarrobledo.
Hermano Mayor de Honor del Ilustre Patronato de la Santa Vera Cruz de Ávila, cofradía decana de la Semana Santa de la ciudad.
Gran condecoración de honor en Oro con faja por Servicios a la República de Austria. Gran cruz de la Orden de Mayo.
Gran cordón de la Orden de Leopoldo.
Gran cruz de la Orden del Mérito de Chile.
Collar de la Orden del Mérito de Chile.
Caballero de la Orden de la Cruz de Terra Mariana, primera clase.
Gran cruz de la Legión de Honor.
Gran Cruz de la Orden del Redentor.
Gran Cruz de la Orden del Mérito de la República de Hungría, clase civil.
Gran cruz de la Orden del Mérito de la República Italiana.
Gran cordón de la Suprema Orden del Renacimiento.
Comandante gran cruz de la Orden de las Tres Estrellas, primera clase.
Gran cruz de la Orden de Adolfo de Nassau.
Banda de la Orden Mexicana del Águila Azteca.
Gran cruz de la Orden de Orange-Nassau.
Caballero gran cruz de la Orden de San Olaf.
Gran cruz de la Orden de Vasco Núñez de Balboa.
Gran cruz de la Orden del Sol del Perú.
Gran Collar de la Orden del Sol del Perú.
Gran cruz de la Orden de Lakandula.
Caballero gran cruz de la Orden de Avis.
Caballero gran cruz de la Orden de Cristo.
Gran oficial de la Orden de la Torre y de la Espada.
Gran cruz de la Orden de la Torre y de la Espada.
Gran cruz de la Orden de la Estrella de Rumanía.
Caballero de la Orden de los Serafines.
Caballero gran cruz de honor de la Real Orden Victoriana.
Gran cordón de la Libanesa Orden del Mérito.
Gran cruz con Estrella de Plata de la Orden Nacional José Matías Delgado.
Gran cruz con Placa de Oro de la Orden Heráldica de Cristóbal Colón.
Gran cruz de la Orden Nacional de San Lorenzo.
Collar de la Orden de Muhammad.
Gran cruz de la Orden de Boyacá.
Gran collar de la Orden de Boyacá.
Collar Orden Mexicana del Águila Azteca.
Collar de Oro de la Orden Olímpica.
Fuente: Casa del Rey
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claudio82clod · 1 year
Video
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113 --- Pulizia distintivi italiani della seconda guerra mondiale 
Nel nostro nuovo video, andiamo a pulire alcuni oggetti che avete già visto nei nostri passati UnBoxing sulla pagina TikTok e Instagram. Ma veniamo al punto: utilizzeremo il nostro solito metodo di pulizia con acetone e cotton fioc, in modo da eliminare lo sporco senza danneggiare gli strati d'ossido naturali degli oggetti antichi. Tuttavia, dovremo fare attenzione a non toccare la vernice che copre uno dei nostri oggetti. Tra i pezzi che puliremo, ci sono due bottoni dell'Ottocento appartenenti alla guardia imperiale napoleonica, una medaglia della Carica del Bricchetto, un distintivo della scuola media, un pezzo legato al Fronte Alpino Occidentale e due distintivi Alpini. Buona visione!
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