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#forse non è proprio una skill
daddyb00m · 6 months
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Non c'è nessuno posto di lavoro che accetta come skill l'autosabotaggio???
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newsintheshell · 1 year
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CRUNCHYROLL: ANNUNCIATI I SIMULCAST DI ALTRE 8 SERIE INVERNALI
Non che sia una grande sorpresa, ma si preannuncia una stagione più ricca del cenone di Capodanno! (E non so voi, ma io non ho mangiato affatto leggero)
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Ve lo avevo detto che ne avevano in canna altre, no? Il meme del "è tutto su Crunchyroll" è più veritiero che mai, considerato che solo questo inverno ci ritroviamo con più di 50 nuovi anime tutti all'interno del palinsesto della piattaforma statunitense.
Il problema, però, è che a dirla tutta non è vero che è effettivamente tutto lì, ci sono serie sparse anche altrove! Ci vorrebbero due vite per seguirle un po' tutte e forse non sarebbero abbastanza @_@
Anyway, qua sotto trovate le 8 annunciate proprio questa sera, più un breve (si fa per dire) resoconto di tutto il resto.
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CARDFIGHT!! VANGUARD WILL+DRESS (Stagione 2)
D4DJ ALL MIX
HIGH CARD
NIJIYON ANIMATION
OH, SUDDENLY EGYPTIAN GOD (Stagione 2)
THE ANGEL NEXT DOOR SPOILS ME ROTTEN
TECHNOROID OVERMIND
THE MAGICAL REVOLUTION OF THE REINCARNATED PRINCESS AND THE GENIUS YOUNG LADY
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LEE’S DETECTIVE AGENCY
BOFURI: I DON’T WANT TO GET HURT, SO I’LL MAX OUT MY DEFENSE (Stagione 2)
NIER:AUTOMATA VER1.1A
BUNGO STRAY DOGS (Stagione 4)
THE ICE GUY AND HIS COOL FEMALE COLLEAGUE
TOMO-CHAN IS A GIRL!
REVENGER
THE ICEBLADE SORCERER SHALL RULE THE WORLD
BUDDY DADDIES
SUGAR APPLE FAIRY TALE
THE LEGEND OF HEROES: TRAILS OF COLD STEEL – NORTHERN WAR
CHILLIN’ IN MY 30S AFTER GETTING FIRED FROM THE DEMON KING’S ARMY
DON’T TOY WITH ME, MISS NAGATORO (Stagione 2)
THE MISFIT OF DEMON KING ACADEMY (Stagione 2)
THE REINCARNATION OF THE STRONGEST EXORCIST IN ANOTHER WORLD
TRIGUN STAMPEDE
BY THE GRACE OF THE GODS (Stagione 2)
HANDYMAN SAITOU IN ANOTHER WORLD
IN/SPECTRE (Stagione 2)
SAVING 80,000 GOLD IN ANOTHER WORLD FOR MY RETIREMENT
THE TALE OF OUTCASTS
AYAKASHI TRIANGLE
MALEVOLENT SPIRITS: MONONOGATARI
REBORN TO MASTER THE BLADE: FROM HERO-KING TO EXTRAORDINARY SQUIRE
THE VAMPIRE DIES IN NO TIME (Stagione 2)
VINLAND SAGA (Stagione 2)
CAMPFIRE COOKING IN ANOTHER WORLD WITH MY ABSURD SKILL
NINGEN FUSHIN: ADVENTURERS WHO DON’T BELIEVE IN HUMANITY WILL SAVE THE WORLD
KAINA OF THE GREAT SNOW SEA
THE FRUIT OF EVOLUTION : BEFORE I KNEW IT, MY LIFE HAD IT MADE (Stagione 2)
THE FIRE HUNTER
SORCEROUS STABBER ORPHEN (Stagione 3)
SAINT SEIYA: KNIGHTS OF THE ZODIAC (Stagione 3)
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SHADOWVERSE FLAME 
BLUE LOCK
IDOLISH7 THIRD BEAT! (Parte 2)
DIGIMON GHOST GAME
BORUTO: NARUTO NEXT GENERATIONS
ONE PIECE
MY HERO ACADEMIA (Stagione 6)
PLAY IT COOL, GUYS
TO YOUR ETERNITY (Stagione 2)
WELCOME TO DEMON SCHOOL! IRUMA-KUN (Stagione 3)
YOWAMUSHI PEDAL (Stagione 5)
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DEMON SLAYER: KIMETSU NO YAIBA MUGEN TRAIN ARC - Completa
DEMON SLAYER: KIMETSU NO YAIBA ENTERTAINMENT DISTRICT ARC - Completa
MY DRESS-UP DARLING - Completa
JUJUTSU KAISEN 0 - Disponibile
JUJUTSU KAISEN (Stagione 1) - Completa
RANKING OF KINGS - Completa
SPY×FAMILY (Parte 1) - Completa
MOB PSYCHO 100 (Stagione 1) - In arrivo
Nota: La pubblicazione è stata posticipata a causa di problemi tecnici.
DR. STONE (Stagione 1) - In corso
TOKYO REVENGERS (Stagione 1) - In corso
THAT TIME I GOT REINCARNATED AS A SLIME (Stagione 1) - In corso
THE RISING OF THE SHIELD HERO (Stagione 1) - Quasi completa, manca giusto un episodio
Sempre che Tumblr me lo permetta, visto che più lo aggiornano e più bug incontro, la nuova GUIDA STAGIONALE dovrebbe arrivare a giorni, forse, almeno nella sua versione preliminare.
Sto anche decidendo se suddividerla per piattaforma o per giorno, come al solito. Sui social trovate il sondaggio a riguardo. Fatemi sapere cosa ne pensate voi!
* NON VUOI PERDERTI NEANCHE UN POST? ENTRA NEL CANALE TELEGRAM! *
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Autore: SilenziO)))
blogger // anime enthusiast // twitch addict // unorthodox blackster - synthwave lover // penniless gamer
[FONTE]
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mikdiary · 3 months
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I'm trying to explain
Vorrei riuscire a spiegare meglio la cosa:
1. Non ho proprio il dono della sintesi coerente
2. Hai riassunto tanto tempo in un post e la fattanza aiuta
3. Se me lo fai avere così lo posso rileggere all'infinito mi fai un piacere
Sto elaborando sia una risposta sia quello che penso, sto continuando a rileggere tutto all'infinito e sento da parte mia tanta intensità che non riesco a descrivere.
A parte la cosa della musica, hai ragione ops ma un po' farti incazzare per questo è divertente, per questo most delle cose le metto sul privato però quando i meii compagni di uni mi fanno i complimenti per le canzoni io dico sempre che vengono da te, anche per questo alcuni volevano conoscerti ahah
Cerco di spiegare qualcosa:
Tra i film infiniti nella mia testa c'è una costante, cioè che ogni cosa che faccio se ci sei tu è ancora meglio. A me non interessa troppo condividere con altre persone, mi interessa condividere con te. Che la tua opinione e recensione poi mi spinga ad andare oltre è un altro discorso
Quando tu mi fai vedere o sentire qualcosa mi fa sentire come se potesse crollare tutto ma boh tu mi hai mandato una canzone che ti piace/è un banger/ti fa provare cose e hai deciso di condividerla con me quindi who cares about the world am I right non so se ho reso l'idea, probabilmente no ma ci sto provando perché voglio farti capire.
Il fatto che "nessuno capisca come mi sento" passa in terzo piano quando capisci tu. Ogni tanto mi rendo conto di essere un po' awkward ma è solo perché le mie skills sociali non vanno d'accordo con i miei feelings e se li metto insieme perdo tutto il mio chillax.
Capisco che vuoi essere meno diretta per le cose che ti sono successe, tbh volevo chiederti se quelle cose avessero influenzato il nostro rapporto ma mi hai già risposto tanto anche io sono un po' criptico per certe cose.
Parli tu di non essere diretti e poi ci sono io che faccio disegnini di coppie che sembra dicano "uhm yeah what if we hang out, laugh and live and share every bit of our lives at eachoter (as a joke)". Io non so condividere i miei sentimenti (soprattutto di primo acchito e che eventuali riflessioni partando da me in primis) perché non riesco a stabilire un filo logico e penso siano too much
(infatti sto dividendo in paragrafi perché ci ritorno e aggiungo)
e francamente non è che me ne fregasse più di tanto, però se provandoci posso farti capire quanto tu sia importante per me, per quello che ho vissuto e per quello che voglio vivere, allora voglio provarci.
Ci sono delle canzoni che mi fanno pensare a te/il nostro rapporto/le nostre conversazioni ma tanto le conosci già lol. Mostly Simple Plan e Yoasobi.
Il punto spero di arrivarci è che ho paura tu sia la mia persona preferita e che se posso condividere qualunque cosa con te, lo farei. I miei film tempo fa si fermavano qui, no? "A me piace condividere con te quello che faccio, quello che sento, quello che vedo, quello che provo, che a te piaccia farlo o meno" e poi da ubriaco una notte vuoto il sacco e pian piano scopro che è reciproco e va forse oltre non riesco a trovare la parole giusta per descrivere come mi sento però cioè bfriends in every universe piango davvero non so fare gli scooby-doo ma voglio intrecciare un braccialetto con del filo rosso
Vorrei riuscire a scrivere in modo migliore ma districare la matassa per me è difficile e ci sto provando. Boh in realtà non so cosa altro scrivere se non che per me dirti che sei speciale è poco e che quando condividi cose fai sentire speciale anche me it means very much I never ever was the special I feel like a ghibli movie about the best friendship ever with timeskips, different goals but then you look at the polaroid on the wall and you cry and miss them
Ah sì ecco una cosa di cui volevo scrivere: la giornata a Milano di Goya, sotto la pioggia. Ne vogliamo parlare!? Milano Gothic under the rain + streetlights + Art + us messing around + under the same umbrella, non penso di essere stato meglio. Non ho fatto due cose che mi erano venute di pancia e forse avrei dovuto farle ma ormai è passato e amen
Volevo concludere con una frase ad effetto ma non ce l'ho, però posso dire che ti voglio un bene dell'anima e non vedo l'ora di vederti
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scenariopubblico · 5 months
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Vi siete mai chiesti quante storie vivano le pareti di uno spogliatoio?
Luciano Rosso e Alfonso Barón, con la regia di Hermes Gaido, hanno raccontato la loro tra gli armadietti e la panca di uno spogliatoio. Forse quello di una palestra da boxe o magari quello di una scuola di danza. Non ci è dato saperlo con esattezza! Ma questi due elementi hanno ambientato Un Poyo Rojo, spettacolo eclettico dell’omonima compagnia argentina, che ha catapultato il pubblico a vivere sessanta travolgenti minuti di risate e amore, attraverso una commistione di teatro, danza e acrobatica.
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I due interpreti, sin dal riscaldamento iniziale nella penombra dello spazio, ci hanno guidato, attraverso diverse fantasie e infiniti immaginari, in una sfida reciproca all’insegna del: - ti faccio vedere io come si fa, prova a battermi!
Una provocazione, quasi seducente, con la quale ognuno di loro ha sfoderato le proprie skills. Difatti, centrale è stata la maestria dell’utilizzo del corpo, con una consapevolezza di esso fuori dal comune e con una gestualità dettagliata, coordinata al respiro e alla voce, modulando quest’ultima in numerosi beatbox o in versi animaleschi. Un duello sempre più avvincente, come quello tra un toro e il proprio torero, in cui i poliedrici artisti hanno assunto sia le sembianze di tante creature, tra cui foche e gallinelle, sia gli atteggiamenti tipici di pugili, danzatori classici, hip-hop e salseri, quasi a voler schernire i soliti stereotipi sociali, attribuiti a chi è considerato diverso e a invitare la gente a ridere di noi stessi.
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Ed è proprio il velo della comicità a celare il carattere sovversivo e provocatorio dello spettacolo, nato nel 2008, in un periodo in cui era preso in esame un progetto di legge per la legalizzazione del matrimonio omosessuale in Argentina. Oggetto di numerose discussioni e che tutt’ora risulta ancora limitato in numerose parti del mondo. In tal senso Un Poyo Rojo rappresenta un inno alla libertà, che viene accolto ovunque con entusiasmo per via della semplicità e della verità del suo racconto, opponendosi a qualsiasi forma di costrizione e imposizione.
Una radio come trait d’union!
Indiscussa protagonista della scena è stata anche una vecchia radio portatile, elemento che rende la narrazione imprevedibile a ogni replica, in cui i performer si lasciano sorprendere dai brani messi in onda live nelle varie stazioni. Ed è tra le canzoni di Elodie e poi ancora tra quelle di Renato Zero, che la radio diventa testimone, ma allo stesso tempo strumento della crescita della loro intesa, trasformatasi poi in attrazione e infine in amore.
Amore talmente forte che, una volta ceduti alla tentazione, i due non riescono più a scollarsi l’uno dall’altro, esplodendo in un bacio passionale che sembra accompagnarci verso la fine del racconto.
Ma Luciano Rosso, con la follia di chi è pazzamente innamorato, ha voluto regalarci un ultimo momento di sorprendente esibizione sulle note de “Il Pulcino Pio”, chiudendo una performance esilarante e che rimarrà senza ombra di dubbio impressa in chi ha avuto la fortuna di viverla.
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a cura di Simona Puglisi
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edi-po · 2 years
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È fastidioso leggere nelle recensioni di un McDonald's di paese che ha aperto recentemente, commenti come: "Staff lento" o "si vede che ci devono ancora prendere la mano". Fastidioso perché poi se i loro figli o loro stessi cercano un lavoro e gli annunci sono tutti per lavoratori "con esperienza" si incazzano!, ci restano male!, non lo sopportano! "Come ce la facciamo l'esperienza se non ci fate fare esperienza!" gridano. Giustissimo! Ma allora non lamentarti con lo staff, lamentati con l'azienda se proprio, che non forma bene e a sufficienza lo staff! Ma poi ammesso che fosse pure ben formato, ma può mai essere che devono essere sempre impeccabili e precisi? Degli incidenti di percorso possono pure esserci! L'obiettivo non è quello di eliminarli completamente, pretesa impossibile, ma quello di limitare la frequenza e rimediare in maniera adeguata nell'eventualità in cui si presenta un problema. Uno si lamentava perché ha aspettato la sua ordinazione (secondo il suo giudizio "semplice") ad un McDrive o quello che era - nemmeno si è fatto capire nei commenti - perché ha aspettato 5 minuti!
Le mancanze dell'azienda su chi ricadono? Sul lavoratore. Le pretese a volte fuori luogo ed eccessive del consumatore, su chi ricadono? Sul lavoratore. E chi è il lavoratore? Il consumatore stesso! Io capisco che vai là, paghi e vuoi un servizio veloce, cordiale e coerente all'ordinazione, ma si fa presente IN MANIERA CIVILE, CALMA ED EDUCATA, si cerca di risolvere. Non è che poi per ripicca dici nei commenti che lo staff fa pena. Anche perché questo non si traduce in maggiore formazione da parte dell'azienda, ma in requisiti di "skills" - come piace tanto chiamarle - sempre più sofisticate ed una maggiore pressione sul proprio staff! Se un errore si ripresenta sicuramente la colpa non è solo del lavoratore: com'è l'ambiente dove lavora? Che pressioni riceve da colleghi e superiori? Come sono organizzati là dentro le cucine e tutto? Capisco, ripeto, che io da consumatore che sgancia soldi per un servizio e dei prodotti pretenda di venir trattato bene e che i prodotti corrispondano all'ordinazione, siano di buona qualità ecc. Ma ciò non significa che merita di essere squalificato lo staff. Lo staff non si mette là per il solo piacere di starci e fa quel che gli pare; lo "staff" (che poi è sempre il singolo impiegato e non tutto lo staff) subisce tre pressioni, se non pure quattro: il cliente, l'azienda, i colleghi e, ultimo ma non meno importante, la necessità primaria di avere un'entrata al mese.
Ecco, allora, i lavoratori che smettono di indossare i panni dei lavoratori e si sentono in diritto di comandare, umiliare e consigliare ad un altro lavoratore come deve fare un lavoro che non è di sua competenza, una volta che si trasformano in signori consumatori dovrebbero avere la decenza, il buon gusto, la civiltà, l'empatia e l'educazione di darsi una calmata e ricordarsi che tra quello staff brutto e cattivo potrebbero esserci proprio loro, anzi: che tra quello staff brutto e cattivo ci sono anche loro!
Il lavoratore non è tutelato, non lotta, non si ribella, perché si dimentica di essere un lavoratore! Forse solo quando sta lavorando magari si fa venire qualche dubbio, ma sta sempre con l'idea che lui non è un lavoratore è un consumatore che deve arrangiarsi in qualche modo per poter consumare. Questo è il vero problema: la mancanza di coscienza della propria condizione. E se poi dici: io non voglio lavorare (sottinteso: voglio solo consumare) vieni preso per uno scansafatiche, uno che vuole fare il mantenuto e meriti il disprezzo. Loro, questa verità, non se la riescono a raccontare in parole così semplici ed esplicite perché, paradossalmente, stanno ancora con la mentalità del lavora per, sacrificati per, nulla ti è dovuto. Questo è il paradosso, il circolo vizioso in cui siamo caduti.
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canadasys · 3 years
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Lavorare in Canada
Lavorare in Canada è il sogno di molte persone. Infatti, trovare lavoro in Canada è molto più facile di quello che si possa pensare. Riuscire ad avere un visto per lavorare in Canada e integrarsi in questo territorio può essere forse complesso all’inizio ma poi, sarà molto più facile realizzare i propri sogni.
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Lavorare e vivere in Canada, infatti, è un modo per cercare di approfittare di uno dei Paesi più vivibili e migliori al Mondo per sviluppare i propri progetti e la propria attività professionale. Sono sempre di più i cittadini europei che vogliono andare a lavorare in Canada perché vi sono dei programmi anche per le startup molto interessanti.
Chi oggi lavora in Canada sicuramente può guardare al futuro in maniera molto positiva. Abbiamo tanti clienti che vengono spinti proprio dai parenti o amici in Canada a fare questo passo importante. Vediamo come fare per trovare lavoro in Canada e quali sono le opportunità.
Come lavorare in Canada
Il tasso di disoccupazione in Canada ha raggiunto il minimo storico nel dicembre 2019 quando è arrivato a quota 5,6%. Con l’arrivo della pandemia da Covid-19, il tasso è cresciuto fino ad arrivare circa al 9%. Nonostante ciò, il Canada ad oggi, rappresenta ancora un Paese ricco di opportunità lavorative e presenta un mondo del lavoro variegato e molto attivo. Trovare lavoro in Canada è piu’ semplice che in Europa e soprattutto, è basato su un sistema meritocratico.
Coloro che vogliono emigrare in Canada e cercare un lavoro a Toronto, così come in un’altra grande città canadese, devono capire bene come fare e cercare l’opportunità giusta da un punto di vista professionale. Bisogna trovare un lavoro capace di rispondere alle proprie esigenze e competenze . Per lavorare in Canada, però è necessario essere dotati dei documenti previsti dalla normativa vigente. Vediamo quali sono i tipi di visti lavorativi per vivere e lavorare in Canada.
Visto lavoro canadese, le informazioni
Per lavorare in Canada c’è bisogno di avere un visto specifico per il lavoro. Innanzitutto, gli italiani che vogliono recarsi in Canada possono approfittare del cosiddetto eTA, ovvero il visto turistico elettronico, che permette di stare nel Paese per scopi turistici fino a 180 giorni. Può essere valido fino a 5 anni. Se si vuole però lavorare in Canada la prima cosa è quella di cercare lavoro direttamente dall’Italia, in modo tale da riuscire poi ad ottenere più facilmente un visto di lavoro.
Per trovare un lavoro e in particolare, per trovare degli impieghi per stranieri, il consiglio è quello di rivolgersi a delle agenzie di reclutamento oppure al cosiddetto ESDC, ovvero Employment and Social Development Canada. In pratica, con l’aiuto di questo specifico dipartimento si potrà trovare lavoro direttamente dall’Italia.
Canadasys oggi ti mette a disposizione un Team di Consulenti Esperti che possono aiutarti se vuoi lavorare in Canada. Ti assistono in tutte le procedure con il Governo Canadese e nella Ricerca di un Lavoro.
I tipi di visti lavoro principali
Vi sono diverse tipologie di visti lavoro da utilizzare. I due tipi principali di visti sono il Temporary Worker Visa oppure lo Skilled Worker Visa. Il primo è ideale per coloro che hanno già trovato lavoro dall’ Italia e di conseguenza, si recano in Canada sulla base del lavoro richiesto. Per ottenere questo visto, è importante che ci sia anche allegata una specifica richiesta, ovvero quella del datore di lavoro.
Parliamo del Labour Market Opinion. In pratica, l’ufficio immigrazione del Canada dà l’autorizzazione in quanto si attesta che quello specifico datore di lavoro abbia bisogno di un lavoratore straniero perché non ha la possibilità di trovare in Canada una persona adatta per quel tipo di impiego. Questo visto può essere richiesto direttamente on-line con l’aiuto dei nostri esperti di immigrazione. Per ottenerlo bisogna anche presentare i dati biometrici.
Vi è anche l’ Open Visa per i lavoratori. Un permesso di lavoro aperto si riferisce a un permesso di lavoro che non è legato a un singolo datore di lavoro o luogo. Ciò significa che un cittadino straniero con un permesso di lavoro aperto valido può lavorare per più datori di lavoro in più località in tutto il Canada. Va notato pero’ che alcuni permessi di lavoro aperto possono avere requisiti o restrizioni aggiuntivi che devono essere rispettati dai cittadini stranieri.
Leggi tutte le informazioni che abbiamo raccolto per TE e decidi se realmente vuoi migliorare la tua vita:
https://canadasys.com/lavorare-in-canada/
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Personalmente credo sia un lusso anche solo potersi scegliere di che dolore soffrire ogni giorno, e la fatica da allenamento non è uno dei peggiori. Inizio a non aver bisogno di qualcosa che mi motivi. Cosa dovrei fare se non lavorare? L’orso o la lepre si svegliano la mattina e non si chiedono se giocare al pc o no, fanno la loro vita, e io la mia. Questo mi fa stare bene, e in armonia col mondo. Non ho la presunzione di credere di avere idea di cosa mi piaccia o mi piacerà da qui ad un anno. Probabilmente perché sono in viaggio, e sta cambiando la mia percezione delle cose. Ma in fondo chi non sta cambiando? Cosa non cambia a questo mondo? Certo che non puoi giustificare con queste parole il fatto di andare a spasso, senza una meta. Non credo sia un viaggio facile, se fatto per bene.
Credo che un pò tutti ad un certo punto della vita si trovino ad aver raggiunto un risultato che non si possa definire banale, frutto di skills innate e allenamento. Forse il più grande rispetto che possiamo avere per le nostre " inner skills" è proprio quello di dire "Ma guarda un pò dove sono!" e massacrarsi di allenamento per raggiungere un risultato migliore.
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lamomodicecose · 4 years
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E’ questione di punteggio
Ciao ragazzi e ragazze
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a quanto pare siamo tutti in ripresa, tra lavoro e feste, aperitivi e cene con amici, parenti e viaggi per le vacanze.
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Anche io fra una settimana riprenderò a lavorare come maestra disperata sull’orlo di una crisi di nervi...con 5 bambini in tutta una scuola.
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sarà divertente, mi metterò la visiera protettiva e mascherina, ci mancherà solo la tuta da Ghostbusters e poi si va a catturare fantasmi ed entità soprannaturali.
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Ma a parte questo, riprendo anche con le mostre, ne ho fatta una sabato e riprendere dopo questa quarantena e restrizioni mi sembra di volare, sono felicissima e pronta a spiccare il volo!
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Di sicuro ho così tanto entusiasmo da acquisire punti forza o punti in determinazione. Un po’ come in Dangeons and Dragons.
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Sì, perchè per muoversi in questa vita sembra che sia proprio una questione strategica: hai bisogno di Punti.
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Ad esempio andate a fare la spesa al Conad o alla Coop e vi chiedono se volete i punti: io sono sincera, non ne ho quasi mai presi.
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Non sono mai stata una da punti della spesa, e non mi sono mai incuriosita come fanno molte signore a voler acquisire punti a suon di spese riguardo alle pentole e tovaglie di casa in regalo.
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Non tanto perchè non siano utili queste cose, sia chiaro, ma perchè semplicemente non m’interessano queste cose. Ho già tutto quello che mi serve e se non ce l’ho lo comprerò.
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Il bello è che le cassiere alcune volte ti guardano come se tu commettessi un reato a rifiutare questi punti, importantissimi per ogni rezdora che si rispetti e sudatissimi da ogni donna dedita alla spesa per la famiglia.
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Se invece stessi facendo un favore a queste povere fanciulle in difficoltà? Se stessi cercando di partecipare alla giusta causa di completamento di schede punti di una casalinga disperata? Se semplicemente non me ne fregasse un cazzo?
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La stessa cosa di questi punti a quanto si dice in giro valgono anche nella vita quotidiana: pensate solo il lunedì come si inizia, con la sveglia, lavarsi, andare a fare la spesa, fare la lavatrice, preparare il pranzo, poi caffè, riposino pomeridiano dopo il caffè perchè non ce la fai, altro caffè, disegni, studi per concorsi, palestra, cena e poi film horror da studiare o per diletto.
Pensate a quanti punti forza avrete accumulato a fine giornata : se ci pensate sono già 10 punti forza nell’alzarsi e altri 10 per rialzarsi dopo il riposino pomeridiano. Insomma il resto dei punti viene da sè.
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Ma non ci sono solo quelle delle azioni per raggiungere obiettivi casalinghi o della tua microsfera. Esistono anche quelle azioni per ottenere risultati nella tua macrosfera intorno alla microsfera: sto parlando proprio del mondo che ti circonda e delle persone che influenzano il tuo essere, potenziando o privando di skills.
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Se pensi alle persone che guardano quello che fai e ricevono le tue parole o tuo pensiero, loro contrattaccano con un certo potenziale derivato dall’accumulo punti di sicuro non tanto lontano dal concetto di scheda punti Conad o Coop.
Sicuramente tra un azione e l’altra hanno pure una credenza piena di servizi di porcellana che custodiscono gelosamente e non te lo mostreranno mai!
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Mi piacerebbe imparare da loro, accumulare punti a suon di botta e risposta senza avere paura di perdere skills. Anzi spesso ci credono così tanto che se nella vita perdi punti la tua credenza si autodistruggerà.
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Ma se non fosse semplicemente questione di stima verso le altre persone?
Se non fosse che la gente dovrebbe smettere di paragonare e guardare semplicemente a ciò che si ha e ciò che si vuole?
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Smettiamola di sbandierare schede punti, cazzo!
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Piuttosto litighiamo per quello che siamo, vogliamoci bene per quello che contiamo...e non a suon di punti, ma di affetto e stima.
Forse conviene tornare a lustrare il proprio servizio di porcellana che è molto più semplice.
Forse è più accattivante vedere come la propria scheda punti sia ormai piena di punti di merito ...verso chi?
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Ad ogni modo oggi vado poco lontano con le mie skills, perchè c’è un caldo così immenso che i punti sono evaporati, così come la mia volontà di controbattere contro qualsiasi Master di Vita.
Quindi se avete punti Vita da prestarmi... Sapete dove trovarmi!
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wendymotorcycle21 · 4 years
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La bestia nera. La DPP ESISTE E UCCIDE.
Un bambino di cinque mesi è stato ucciso da sua madre, a causa dello scuotimento eccessivo. Una fragile vita spezzata, e un’altra, completamente a pezzi, distrutta, senza possibilità di redenzione. C’è chi la chiama assassina. Ma nessuno può sapere veramente cosa sia successo nella mente di questa donna, ve lo garantisco. Andiamo con calma. 
Questo non è un trattato di psicologia né niente di lontanamente simile. È il racconto di una persona che ha attraversato momenti molto difficili e incontrato mostri impossibili da sconfiggere del tutto. È molto lungo e prolisso, quindi accomodati e leggi con calma.
Iniziamo dal presupposto che ogni persona è diversa, ogni donna è diversa. Non esiste un manuale o un metodo univoco e universale su come essere madri né su come essere donne durante i primi mesi di vita del proprio figlio, in barba a tutti i corsi pre-parto e alle centinaia di libri a tema maternità letti in attesa di mettere al mondo la nostra creaturina. Un grosso problema di noi umani è che idealizziamo tutto: predisponiamo il nostro nido d’amore, il lettino, il fasciatoio, i completini, la borsa dell’ospedale; passiamo le ore a guardare siti internet per il miglior seggiolino, il miglior passeggino, la fascia portabebé, addirittura per lo svezzamento, paraspigoli ovunque, compriamo i pannolini di tutte le taglie esistenti per andare sul sicuro, e la nostra isoletta felice con un pargolo idealmente perfetto prende forma. Già ci vediamo lì, rilassate, con i capelli decenti e sorridenti, accomodate sulla poltrona messa appositamente per allattarlo in cameretta con il cuscino allattamento, e tutto va liscio come l’olio. Nel nostro sogno d’amore il bebè mangia, fa il ruttino, si addormenta nella sua culletta e noi ci possiamo dedicare a noi stesse. Ma tutto questo, in realtà, non esiste. E se esiste i casi sono due, o siete la Ferragni e avete una super nanny/ostetrica a domicilio H24 che sa come consolare i pupi più inconsolabili, o avete solo un gran culo che comunque, sappiatelo, non durerà.
Poi arriva il momento tanto atteso, il parto. L’ospedale, il parto, ed eccovi belle zozze di sangue con il vostro sgorbio (perché, detto onestamente, appena nati non sono sta gran bellezza: chi dice il contrario MENTE) addosso. Nella migliore delle ipotesi il papà, la nonna o chi per essi lo laverà seguendo le indicazioni delle ostetriche, e ve lo riporterà bello lindo, profumato e vestito, mentre voi... beh, voi mamme sticazzi, vi dovete arrangiare. Puzzate di sudore, o siete sporche di sangue? Fatti vostri. Se avete qualcuno che vi aiuta a lavarvi (e qualcuno che vi tenga il piccolo - non è detto che ve lo tengano nella nursery) bene, altrimenti, zero. Le visite dei parenti, gli accertamenti, le torte di pannolini. Magari già le prime ragadi al seno per un attacco scorretto e le ostetriche che, al posto di aiutarti, sbuffano e ti liquidano con sufficienza se chiedi loro delucidazioni. 
Ecco, non sono in grado di allattare mio figlio, il capezzolo inizia a sanguinare. Come farò a fare tutto il resto? Sono anche bloccata a letto a causa dei problemi che mi dà la ferita del parto. Ecco che in una manciata di ore il sogno d’amore è andato completamente in pezzi, e non ho neanche la forza di raccoglierne i cocci. Un senso di impotenza e inadeguatezza inizia a farsi strada, e il nano è nato da neanche un giorno. ‘nnamo bene, proprio bene, direbbe De Sica.
Con non poche difficoltà finalmente ce ne andiamo a casa. E le difficoltà sono appena iniziate, per me. Il bambino non prende peso, esame delle urine (a un neonato di quattro, QUATTRO giorni), del sangue e anche a me giusto per stare sereni. E pure il vaccino antirosolia a me, che pur essendo favorevolissima, avere la febbre era l’ultimo dei miei desideri in quel periodo. Se avessi avuto un indicatore dello stress in quei giorni, sarebbe stato oltre la stratosfera. Ho abbastanza latte? Si attacca bene? Non capisco, si attacca letteralmente ogni 30 minuti, piange come un’aquila, inconsolabile. Ha solo 24 giorni, non ha ripreso i grammi persi dal calo fisiologico. L’ittero è passato ma niente, il pediatra ci liquida in 10 minuti con un foglietto: aggiunta 120ml ogni pasto di latte plasmon 1. E che roba è, penso io. L’ostetrica del consultorio non è d’accordo: continua ad allattare, e tutto andrà bene. Ma sta figliola non prende peso, io non riesco ad alzarmi dal letto, sono sempre sola a casa, sono bloccata a letto con la bambina e ogni movimento necessario alla sopravvivenza (mangiare io; fare pipì, prendermi cura della ferita, cambiarle il pannolino) è una sofferenza indicibile. Certo, prima o poi guarirà. Ma intanto mi sento uno schifo, vedo altre mamme prendersi cura dei loro piccoli in maniera ineccepibile, da manuale, sempre in ordine, sorridenti, con i capelli in ordine. Io non indosso una tuta né niente che non sia un pigiama dal giorno del parto, a fatica sono riuscita a lavarmi lo stretto indispensabile, mi sento ripugnante, il mio corpo è deformato. Chissà quando ritornerò ad avere una routine normale, un aspetto normale, ad essere bella per mio marito?
Sento che l’ombra avvolge la mia mente, piano piano. Lento, ma inesorabile. Il mio mondo ideale non ha preso vita, la mia mente non lo accetta, e come ogni essere umano a cui tutto crolla addosso cerco un colpevole. Chi è il colpevole? Non io, di sicuro. Ho fatto ciò che dovevo, ho preparato la casa, ho fatto la borsa per l’ospedale... la colpa è senz’altro del bambino. Sì, dev’essere così, è così. Dovevo esserci io al posto di quelle mamme perfette. Di sicuro hanno solo avuto più culo di me, avranno avuto più sostegno... più sostegno. Mia suocera non fa che ripetermi di alzarmi, e dare il latte artificiale. Mia madre l’esatto opposto, di prendermi il mio tempo e allattare, anche se ciò significa fare tre giorni di fila con due ore di sonno complessive, alternate a notti di solo dormiveglia, di ansia apparentemente immotivata che ti impedisce di chiudere occhio. No, mamma e suocera, non siete d’aiuto così. Forse non so neanche io cosa veramente mi sarebbe d’aiuto, ma per carità, smettete di dirmi cosa devo fare. L’ombra mi stringe sempre di più. Le sento come ovattate, le grida di mia figlia che ha fame. Santo cielo, ti ho allattato 10 minuti fa, dieci! Adesso stai lì e basta. La schiena mi fa un male terribile e appena mi sarò ripresa ti allatterò di nuovo, tra l’altro i capezzoli sono devastati. Ma non sono sicura fossero dieci minuti, probabilmente il lasso di tempo era molto più lungo. Ora però le sento chiaramente, la guardo con occhi sbarrati e la allatto subito. Come ho potuto pensare una cosa simile? Quanto tempo effettivamente era passato? La cosa mi spaventa. Ma succede di nuovo, e poi ancora, nei giorni successivi. Piano piano mi rendo conto che tutto ciò che riguarda lei mi sembra un peso enorme, ma proprio tutto, compreso allattarla o dare il biberon, cambiare il pannolino. Senza contare tutto il resto tipo fare la lavatrice (la quale avrà avuto le ragnatele ormai) o cucinare. Volevo solo stare a letto, lontana da ogni rumore. Ero in grado di ignorare il pianto di mia figlia per ore, e non è una skill da acquisire nel tempo né nulla di positivo, era un campanello d’allarme ma non me ne rendevo conto. 
Nessuno si accorse di questa situazione, ma se dico nessuno intendo nessuno. Mio marito lavorava tutto il giorno e la sera doveva arrangiarsi per mangiare, era come se io non ci fossi. La bambina diventava di sua unica responsabilità finché non andava a letto. Solo all’alba dei tre mesi della bambina, che sembrarono secoli, quando tornai a frequentare il consultorio con regolarità (avevo riacquisito parte della mia routine grazie alla completa guarigione della ferita e all’acquisto di un’auto), parlando dei metodi di addormentamento, dissi con nonchalance che “la metto nella culla e la lascio lì, se piange, la lascio piangere. Le lascio una lucina accesa perché mi spiace lasciarla al buio, ma se la tengo in braccio non si addormenta. Poi scendo a guardare la tv o a leggere” e alla domanda “ma non ti angoscia il fatto che pianga? Per quanto va avanti?” io: “boh, non lo so. Non ci ho mai fatto caso”. L’ostetrica mi ha suggerito un colloquio con la terapista del consultorio. È stato solo allora che mi sono resa conto di tante altre piccole cose alle quali non avevo fatto caso. La cosa che mi colpì di più fu quando, con molta dolcezza, la dottoressa mi disse “vorrei dirti che è solo un periodo no, ma ci sono i presupposti per parlare di DPP. Depressione Post Parto. Comunque continuiamo a vederci: ti darò una mano a capirci qualcosa.” 
Fu il primo spiraglio di luce, ma non me ne rendevo conto, anzi. Ero oltremodo arrabbiata con me stessa. Come era possibile, come era potuto accadere? Spesso saltavo gli appuntamenti, e non prendevo per verità assoluta ciò che la dottoressa mi diceva, perché nella mia testa non era accettabile. Ormai la bambina aveva 5 mesi e avevo iniziato lo svezzamento. Ero un orologio: orari precisissimi, cibo pesato al centesimo, mettevo in pratica tutti i consigli della cara ostetrica del consultorio e tutto sembrava andare bene, perché finalmente la bambina prendeva peso in maniera regolare e i parenti sembravano felici e avevano smesso di sindacare sulla questione latte. Ma l’insonnia, l’ansia costante che spesso mi attanagliava e mi impediva di dormire, il velo che mi si posava sulle orecchie quando mia figlia piangeva prima di dormire, erano sempre lì. L’ombra nera mi aveva ancora stretta nella sua morsa, e sfogavo questa cosa anche mangiando eccessivamente: mangiavo di tutto, mangiavo male, spesso vomitavo. Alternavo questo mangiare senza controllo a giorni di digiuno assoluto. Forse nella mia testa speravo che così facendo avrei riacquistato la forma fisica, ma ero arrivata a pesare ben 83 chili contro i 55 dai quali ero partita e che sarebbero il mio peso forma, il mio corpo mi disgustava. L’apatia aveva colpito anche il cane, il nostro cucciolo di chihuahua, al quale spesso mi dimenticavo di dare da mangiare o dimenticavo di farla rientrare dal giardino al pomeriggio. Non prendetemi per una pazza criminale alla quale piace fare del male agli altri: in quei momenti era come se niente altro oltre a uno stato di apatia esistesse nella mia testa. Stavo lì, sul divano o sul letto, a leggere, o a guardare il soffitto, di rado uscivo di casa ed era giusto per fare la spesa. Poi iniziai con lo shopping compulsivo e a strapparmi le sopracciglia con le mani, le crisi di pianto apparentemente immotivate e la sensazione di soffocamento. 
Un giorno, me lo ricordo benissimo. La bambina aveva un maglioncino blu notte coordinato a un leggins grigio, con la stampa di una rosa rossa. Quel pomeriggio qualcosa non andava. Piangeva in maniera disperata, inconsolabile, non sapevo se fossero le coliche, i dentini, fame, sete, chissà cos’altro, fatto sta che non c’era stato modo neanche portandola fuori in passeggiata di calmarla. Ero sola a casa, la presi tra le braccia e mi sdraiai sul mio letto, alzai gli occhi al cielo e iniziai a piangere. Un fiume di lacrime, inarrestabile. Ricordo le parole che le ho detto. “Ma perché? Perché non ho il controllo su ciò che succede? Perché le cose non vanno come avevo previsto?” era tutto nero, per me. Non c’era speranza, tutto andava a sfascio, ed era fuori dal mio controllo. “Ma se non mi aiuto io, chi lo farà? Chi ti crescerà?” e forse, in quel momento, qualcosa nella mia testa si è acceso, o si è rimesso in moto, non so dirlo. Mi sono alzata dal letto con la bambina che ancora piangeva e ho chiamato la dottoressa, che mi ha ricevuto mezz’ora più tardi. Le ho raccontato tutto esattamente così, parole testuali. Nel tempo le avevo omesso anche la questione cibo, ad esempio, cose fondamentali della quale avrei dovuto parlare. Mi ha semplicemente sorriso e mi ha detto: “non posso dire che sei guarita, ma il fatto che tu abbia ammesso a te stessa che qualcosa non va, è un enorme passo avanti. Diciamo che oggi è un giorno dove possiamo segnare una tappa del nostro percorso: abbiamo capito che voler avere il controllo su tutto nella vita è inverosimile, e può essere pericoloso, e distorce la nostra percezione della realtà. Ci vediamo a fine settimana, ti aspetto”. 
Cara, cara Gilda. Ti faranno santa. La dottoressa mi seguì fino ai 9 mesi della bambina, ovvero fino al mio rientro al lavoro. Ripreso il lavoro, e grazie alla dottoressa, alla sua infinita pazienza e ai suoi preziosissimi consigli, al suo supporto, piano piano mi sono ripresa. Come dicevo all’inizio, purtroppo non è qualcosa dal quale se ne esce del tutto, ad oggi mia figlia ha tre anni e io so di avere ancora l’ombra nera che talvolta mi prende, ma ho imparato a gestirla. È facile? No, per niente. Ci sono sere come queste dove desidero solo isolamento. E ora è solo più semplice trovarlo, perché riconosco la mia stessa necessità e la gestisco, senza perdere il controllo. Ma ci è voluto tempo, e fatica. 
Perché ho sentito la necessità di raccontare tutto questo? Perché molta gente non sa cosa sia la Depressione Post Parto. NON è quella condizione di “pianto facile” che capita di avere nei giorni successivi al parto, quello viene chiamato baby blues ed è semplicemente legata allo squilibrio ormonale, non porta conseguenze gravi, ed è ampiamente diffuso. La DPP è più rara, più difficile da riconoscere perché è viscida, infame, scaltra come un ladro nella notte, si infila nella quiete di casa tua, senza che tu te ne accorga. E ti deruba di una parte di te, e non ti è dato sapere quale. Molta gente non crede neanche esista questa condizione. Ho sentito cose agghiaccianti tipo “non può esistere perché noi donne siamo fatte per fare figli quindi se succede una cosa del genere allora una non è destinata a fare la madre, non doveva diventarlo”, e altre amenità simili. E frasi simili sono coltellate, per chi magari vorrebbe chiedere aiuto e finisce per non farlo per vergogna, per non sentirsi ancor più inadeguata e sbagliata di quanto non si senta già.
Perché prima di giudicare e chiamare assassina una donna che compie un atto inconsapevolmente estremo verso il proprio neonato che piange inconsolabile, bisogna capire che cosa veramente sia successo. Cosa stava passando quella donna in quel momento della sua vita? Se fosse stata lasciata da sola, alla mercé dei suoi demoni interiori, reduce di notti insonni, con l’ombra nera che la stringeva a sé? Non possiamo saperlo. Una cosa è certa: la DPP ESISTE. E UCCIDE, se non riconosciuta. Meno dita puntante, più mano tese ad aiutare. È l’unica soluzione possibile.
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ophiucusidentityv · 4 years
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Doctor Deduction Target
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1. Syringe Usage
“Un vero dottore fa ripetutamente pratica su sé stesso prima di usare una siringa su un paziente”
♦ Obiettivo base: Curati con la siringa 1 volta
♦ Obiettivo avanzato 1: Curati con la siringa 2 volte
♦ Obiettivo avanzato 2: Curati con la siringa 2 volte
Conclusione:
“Prescriveró in base alle mie capacità e al mio giudizio i medicinali migliori per il bene dei miei pazienti. Non farò mai del male a nessuno”
2. Clinic Opening
“Dopo aver ottenuto la mia licenza, ho affittato una piccola clinica con l’obiettivo di aiutare quante più persone possibili”
♦ Obiettivo base: Cura con successo 1 compagno di squadra
♦ Obiettivo avanzato 1: Cura con successo 2 compagni di squadra
♦ Obiettivo avanzato 2: Cura con successo 2 compagni di squadra
Conclusione:
“Foto: Una giovane Dottoressa Emily è davanti ad un edificio chiamato “The Lydia Jones Clinic” (La clinica di Lydia Jones)
3. Skill Improvement
“In questo luogo si acquisisce esperienza impossibile da ottenere nelle classiche scuole di medicina”
♦ Obiettivo base: Completa con successo 1 calibrazione di cura
♦ Obiettivo avanzato 1: Completa con successo 2 calibrazioni di cura
♦ Obiettivo avanzato 3: Completa con successo 2 calibrazioni di cura
Conclusione:
“Una pagina tratta da un libro contabile: Registri da giugno a dicembre. Guadagno e spese sono incredibilmente sbilanciati: la clinica è in perdita”
4. Superb Skills
“E’ crudele, ma per una clinica privata anche un solo atto di negligenza può portare a conseguenze irreparabili”
♦ Obiettivo base: Completa alla perfezione 1 calibrazione di cura
♦ Obiettivo avanzato 1: Completa alla perfezione 2 calibrazioni di cura
♦ Obiettivo avanzato 2: Completa alla perfezione 2 calibrazioni di cura
Conclusione:
“Un biglietto da visita: Lydia Jones, ostetrica affidabile e fidata. La trama raffinata della carta riflette alla perfezione la ricchezza del suo proprietario. Sembra proprio che ce l’abbia fatta.”
5. Benevolence
“Mai dimenticare la mia promessa: non importa l’ora o il luogo, uomini o donne. Il benessere dei pazienti è il mio unico scopo”
♦ Obiettivo base: Salva 1 compagno di squadra dalla sedia
♦ Obiettivo avanzato 1: Salva 2 compagni di squadra dalla sedia
♦ Obiettivo avanzato 2: Salva 2 compagni di squadra dalla sedia
Conclusione:
“Avviso: La Dottoressa Jones offrirà volontariamente il suo servizio nell’ospedale psichiatrico al n.59 White Sand Street di mercoledì mattina. Orari del mercoledì: dalle 14:00 alle 18:00”
6. Pledge
“Il tesoro più grande della vita sta nella sacralità del cuore”
♦ Obiettivo base: apri 1 scrigno
♦ Obiettivo avanzato 1: apri 2 scrigni
♦ Obiettivo avanzato 2: apri 3 scrigni
Conclusione:
“Non prescriverò mai droghe o veleni, né fornirò informazioni in merito. Neppure su richiesta”
7. Solitary
“Alle volte, di fronte alle difficoltà della vita, bisogna scendere a compromessi”
♦ Obiettivo base: Scappa da sotto il naso dell’Hunter 1 volta
♦ Obiettivo avanzato 1: Scappa da sotto il naso dell’Hunter 3 volte
♦ Obiettivo avanzato 2: Scappa da sotto il naso dell’Hunter 4 volte
Conclusione:
“Pubblicità della Clinica: La Dottoressa Jones offre servizi privati destinati a pazienti di sesso femminile. Sembra stia succedendo qualcosa di strano”
8. Conceal the Truth
“No, non posso essere catturata! Perché sta succedendo..”
♦ Obiettivo base: Stunna l’Hunter con il pallet 1 volta
♦ Obiettivo avanzato 1: Stunna l’hunter con il pallet 2 volte
♦ Obiettivo avanzato 2: Stunna l’Hunter con il pallet 3 volte
Conclusione:
“Foto: l’immagine mostra alcuni cani affamati che strappano un sacco dell’immondizia fuori dalla clinica Lydia Jones. Forse sarebbe meglio non conoscerne il contenuto”
9. Neck or Nought
“A volte è necessario infrangere le regole per ottenere ciò che vogliamo”
♦ Obiettivo base: Scappa dall’Hunter 2 volte
♦ Obiettivo avanzato 1: Scappa dall’Hunter 3 volte
♦ Obiettivo avanzato 2: Scappa dall’Hunter 5 volte
Conclusione:
“Una pagina tratta da un libro contabile: i guadagni sono aumentati drasticamente. La pubblicità sembra aver avuto effetto. In soli 3 mesi la clinica sta guadagnando profitto”
10. Collapse
“Distruggere è sempre più facile che creare. Dovreste stare tutti attenti”
♦ Obiettivo base: Stunna l’Hunter con il pallet 1 volta
♦ Obiettivo avanzato 1: Stunna l’Hunter con il pallet 2 volte
♦ Obiettivo avanzato 2: Stunna l’Hunter con il pallet 3 volte
Conclusione:
“Resoconto: Una donna ha subito un trattamento chirurgico illegale nella clinica Lydia Jones (morendo). Dopo l’operazione la dottoressa ha abbandonato la clinica”
11. Escape
“Non ti ho salvato per portarti via, ma per riprovare quella sensazione di disperazione ancora una volta”
♦ Obiettivo base: Salva 2 compagni di squadra dalla sedia
♦ Obiettivo avanzato 1: Salva 3 compagni di squadra dalla sedia
♦ Obiettivo avanzato 2: Salva 4 compagni di squadra dalla sedia
Conclusione:
“Ricercato: Nonostante l’incongruenza tra età e aspetto, Lydia Jones sembra essere a tutti gli effetti Emily Dyer”
Voci di corridoio: La gentilezza non ti aiuterà a sopravvivere in questo pazzo mondo. Non tutti i pazienti ricevono cure adeguate e non tutti i medici hanno buon cuore.
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DFCL - Episodio 3 - Drunk (in love)
Dopo ben due mesi di sudati risparmi, migliaia di partite a Flower Pawer da mainaggioia, il mio segno zodiacale che non era MAI il segno del giorno e non mi permetteva di avere 5 maledetti PA in più, anch'io ce l'ho fatta a giocare l'episodio 3. Peccato che di episodi ne siano usciti 2 nel frattempo, quindi... x'D
Ma l'importante è aver raggiunto almeno questo piccolo obiettivo, quindi eccomi qui con una nuova recensione che recensione non è.
Non ricordo nemmeno che cos'era successo nell'episodio precedente, ma facciamo finta di niente, e giuro che la smetto di perdere tempo.
La nostra Dolcetta si risveglia dai suoi dolci sogni dopo 2 mesi - manco fosse stata in coma - e il suo primo pensiero è, ovviamente, il concerto di CASTIELLLOOMG!!! per cui l'intera città sta avendo un ictus. La beemoov non ce lo dice, ma a giudicare dalla reazione di ogni personaggio, i concerti dei Crowstorm sono una delle principali cause di mortalità a Dolce City. Ascoltateli con moderazione, ragazzi.
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Ma non possiamo rimanere a letto tutto il giorno trastullandoci nelle nostre fantasie erotiche su Castiello, dobbiamo pur alzarci... E proprio quando ci decidiamo, la nostra cougar preferita, Clementina, ci annuncia che dovremo andare subito a lavoro. E la mattinata parte benissimo. Menomale che c'è Hyun, che come un raggio di sole illumina la nostra dolcetta depressa e le offre pure la colazione GOD BLESS MY HYUN. 
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Una volta arrivati al Cosy Bear, troviamo Clementina che ci aspetta  a braccia aperte.
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"Hyun, perché non ti riposavi? Vieni, VIENI A DORMIRE UN PO' CON ME"
E' tempo di spiegarci finalmente cosa diamine dovremo fare durante il nostro primo giorno di lavoro, e Hyun vuole a tutti i costi starci appiccicato addosso. Per me non è un problema.
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"NON PUOI ANDARTENE, LE  TUE SCAPRE MI ECITANNO MLMLML" - le cose che Hyun non ci dice
Dopo averci dato la merendina come le bambine a scuola, Hyun inizia a spiegarci cosa fare e blablabla ciao pa, andate via pure, non mi servite.
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Da questa scena abbiamo capito 3 cose: 1) Much love for Hyun, my bae <3 <3 2) Clementina cucina?? NON accettate MAI dolci da Clementina, che appena scopre che la dolcetta vuole farsi Hyun, questa ci mette il veleno per topi 3) I personaggi di questo gioco vivono nell'illusione che Dolce City sia enorme. Ragazzi, più della metà della città consiste nel campus. Non esiste ALTRO letteralmente 4) Hyun si sta preparando per la disoccupazione esattamente come la nostra dolcetta!! (scherzo, non offendetevi pls)
A quanto pare, purtroppo, anche Clementina possiede dei poteri speciali che le permettono di sapere esattamente con chi si trova il suo Hyun in ogni momento, e infatti ci fa uno jumpscare in cucina, in seguito al quale noi ci lanciamo su Hyun. Non l'avessimo mai fatto.
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COME OSI MALEDITA!!!!!
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No sentite ragazze, io chiamo il telefono azzurro. Salvate quel povero ragazzo da questa matta che lo vuole sverginare!!
Purtroppo siamo costrette a seguire gli ordini di Clementina, e andare a servire i primi clienti della giornata, ovvero la raggiante stellina Yeleen e indovina indovinello, Nina! Sì, lo sapevano tutti, comunque NINA IS BACK a me stava sul cazzo, quindi non so se esserne contenta... Vedremo hahah
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Eh certo LISANDRO non c'è, è andato via, LISANDRO E' IN FATTORIAAAA!! (Sparatemi vi prego)
Nina ci spiega che non le piace più Lys e che sta marinando la scuola. Ok, certo, capisco, ora che ha preso le sembianze della nonna della pubblicità delle Sottilette, non se lo fila più nessuno :c
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PERDONATEMI RAGAZZE VI PREGO NON VOGLIO ESSERE UNA STRONZA MA RIDO Ragazze, grazie alle mie skills da acara professionista, sono riuscita a rubare lo sprite di Lysandro di Campus Life!!
Ad ogni modo, queste iniziano a chiacchierare, e giustamente Yeleen si secca e inizia a urlare. Ma questa dolcetta lavora mai o passa il suo tempo a dare aria alla sua boccaccia? Maledetta ladra di PA, ti rimandiamo indietro da dove sei venuta con le ruspe!
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OVVIAMENTE potevamo evitare di combinare casini per una sola volta nella nostra stupida vita? PLS. Un giorno di questi facciamo cadere giù il bar su Clementina... Ma magari. In tutto ciò, non si sa come, ma ci portavamo dietro in tasca quel poster gigante dei Crowstorm, che casualmente ci cade davanti a Yeleen. Noi rimaniamo sconvolte dall'incredibile notizia che una ragazza possa conoscere Casti.. Scusate, CASS! Che poi non era nemmeno l'ex della mia dolcetta, quindi non capisco cosa cavolo gliene possa fregare, ma fatti i fattacci tuoi e smettila di parlare che non ho pa da spendere.
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SEH, MORTA
Ma in tutto ciò ci eravamo dimenticate di dover rimettere a posto il casino che avevamo combinato fuori dal bar. Hyun viene ad aiutarci e noi ce la prendiamo con lui perché è un po' un leccaculo. Ma poraccio, non me lo maltrattare e.e
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In tutto ciò ci tocca pure pagare il caffé di Nina. Ma scusa barbona, fatteli dare in strada i soldi, già che ne abbiamo pochi... E' tutto un complotto contro la nostra povera Dolcetta.
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La giornata procede tra inutili discorsi che vi risparmio, e arriva il momento di chiudere il bar. Clementina continua ad alludere che la nostra dolcetta cerca di sedurre Hyun (e dico, non ha tutti i torti, per chi metterei le calze a rete sennò?), e ma che faccia fa quell'altro cretino?? Hahahahaha
La matta inizia a dire che Hyun ha fascino, bla bla bla, che lo cavalcherebbe ad un rodeo molto volentieri (SPOILER!! HAHAHA), e niente ragazze, io veramente denuncio la beemoov se continuano a molestare Hyun, mi mette ansia.
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"Mio caro Hyun, non chiamarmi signora, chiamami MAMMINA"
I disagi e i fetish più oscuri....
Per cercare di dimenticare la terribile scena, Hyun ci propone di ubriacarci un po'. Ci sto. Hyun (lo sto nominando un po' troppe volte per i miei gusti) inizia a parlarci un po' di sé, e veniamo a scoprire (non si è capito come visto che esistono tre milioni di persone con personalità e aspetto simile, e guarda un po', noi riconosciamo subito il primo che passa!) che ha una stanza con Morgan! Proprio lui, il futuro scopamico di Alexy! Facciamo un applauso a tutte le fangirl che in questo momento hanno raggiunto la loro gioia dopo aver aspettato 7 anni di trovare un ragazzo per Alexy.
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Proprio nel bel mezzo del discorso, Hyun deve scappare perché deve andare a fare le videochat coi genitori blablabla ciao Hyun non ho tempo amò.
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E' tempo di tornare in camera. Siete pronte per rivivere nuovamente il flashback delle molestie sessuali del primo episodio? Ecco, io no. Basta vi prego.
E come se non bastasse, chivve incontro nel vicolo? "L'uomo che viene sempre da dietro", meglio conosciuto come Rayan Conti. Forse erano meglio gli stupratori.
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Rubo un solo attimo per fare un'osservazione pignola. Ma voi lo vedete stretto questo vicolo? Perché da come lo vedo io, ci potrebbe passare una mandria di elefanti senza problemi. Wtf.
Rayan crede di averci spaventato visto il pallore della nostra pelle... No guarda, è che tu sei grigio come l'asfalto, gli altri sono normalmente di questo colore. Annunciamo al professore che abbiamo ottenuto un lavoretto e che quindi ce ne stiamo tornando a casa, lui quasi quasi vorrebbe accompagnarci, ma si dice "E vbb". E quindi niente, tutto qui.
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A questo punto volevo risparmiare pa, però c'è LA ZIA CHE URLA IN AUDITORIUM COME UNA DROGATA NON POTEVO SALTARLA!! E dopo averci dato un ombrello che, per qualche motivo, teniamo in mano con la punta all'insù, scappa via che ha il corso di danza indiana. Volevo fare una battuta trash, ma è già abbastanza trash così.
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Rientriamo in camera, andiamo a letto, ed è subito tempo di ritrovare Rosa e Alexy al parco per discutere su come mettere insieme Alexy e Morgan. Ma non abbiamo esami da preparare? Niente? Tutto il tempo libero che vogliamo per impicciarci nella vita altrui.
Ad ogni modo, si decide di organizzare un party hard in modo tale da far appaiare i due piccioncini. Tutto questo ovviamente senza accertarsi che Morgan sia interessato nei ragazzi o meno. L'importante è buttarsi.
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Durante il discorso salta fuori che Rosa ha qualche problema con Leigh o almeno qualcosa che riguarda lui... E scommettiamo che ci ritroveremo a dover mediare di nuovo i problemi amorosi di questi due? Il drama non manca mai su DF.
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Visto che è ora di pranzo, decidiamo di andare a prendere qualcosa al Cosy Bear Café, così, giusto per trascinare Hyun con noi nel disagio più profondo, come se lui non fosse disagiato per i fatti suoi. Rosa lo invita al nostro party anche se non sappiamo nemmeno dove farlo, e noi dobbiamo convincerlo a portare Morgan con sé. Non ce la posso fare.
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Stai zitta Dolcé che voglio buttarmi su Hyun!!
Ci tocca andare a inseguire Hyun nel bar. Che gioia. Una volta arrivati lui inizierà a blaterare che vuole andare in Asia e per questo lavora. Mi sembra ragionevole. Ma il nostro obiettivo è quello di fargli portare Morgan e non abbiamo tempo per questa roba.
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"Grazie Hyun, non ero presente, e non me ne ero manco accorta!"
Hyun ci propone di provare a invitare Morgan a patto che noi chiediamo alla nostra adorabile compagna di stanza di fare il party in camera nostra. Mi ricordate perché frequento questa gente?
E poi, con molta nonchalance ci chiede di andare insieme al concerto dello STORMODICORVI (NON FATEVI INGANNARE SYAMO ORIGGINALIZIMI NON FACIAMO GLI ALTERNATIVI PER SEMBRARE FAIGHI KE KOSA DYTE???)
Vabbé, visto che dobbiamo proprio andarci, facciamolo con Hyun. Magari a fine serata viene a riprenderlo Clementina, non vorrei perdermi una scena del genere x''D
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Ok, lo so che lo prendo sempre per il culo, ma è adorabile, guardate come è tutto tymydo, mi scioglie il cuoroh çwç
Dopo aver accettato la proposta di Hyun (che non ci sta assolutamente provando con noi, che dite!), andiamo a fare una inutilissima lezione con la prof Paltry, nella quale si parlerà di politica, libertà di parola, e nella quale Priya sbotterà nel modo più random possibile. Non ho fatto gli screen di tutta la lezione perché sono pigra, ma in breve ha letteralmente detto mezza frase che Priya è saltata in aria senza motivo ed ero confusissima wtf
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L'ennesima volta che trattano un argomento serissimo come quello dei rifugiati politici nel modo più stupido possibile. Non è bellissimo come ti sbattono proprio in faccia un argomento del genere e poi se ne lavano le mani in mezzo secondo, mentre tutti ritornano a fare quello che fanno sempre come se niente fosse? Tutto questo soltanto perché ogni personaggio deve obbligatoriamente avere una tragic backstory per intrattenerci? Pls ragà.
E infatti già nella scena seguente ci siamo dimenticati di tutto e ritorniamo a parlare di Morgan. Ma almeno risparmiateveli questi filler che non vengono nemmeno sviluppati poi.
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LISANDRO VIENE????
Niente, sti ragazzi li vedremo in cartolina. A forza di parlare di lui mi è presa la nostalgia del poeta maledito :'c
Boom, scena successiva, dobbiamo accorciare i tempi! Andiamo a cercare il telefono di Alexy giusto per ammazzare il tempo, non importa a nessuno. Incontriamo Chani per un nanosecondo, ci dice che Priya è figa e poi scompare. Ok. Andiamo in camera nostra e TOH, Nathaniel cosa ci fai qui? Ah sì, ogni tanto si ricorda che esistiamo e si eccita quando lo respingono. Qui i fetish non mancano da nessuna parte. Ce ne sono per tutti i gusti. Non si salva manco un ragazzo, madò.
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Gli parliamo, comunque, del concerto di Castiel, e FINALMENTE qualcuno che dice qualcosa di sensato.
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Scusate ragazze, ma io non ci credo che siano BRAVIXIMI nemmeno se li sento, dai... Mi fanno ridere hahaha
E visto che la dolcetta non li ha nemmeno mai sentiti, una volta in camera cerchiamo qualcosa su internet, e niente, rido.
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Cazzo, hanno due video con 4000 visualizzazioni UAU!!! FANO I VIDEI NELE CASSE ABBANDONNATE COI FANTAZMI!!!
Io non voglio essere cattiva (anche se lo sono comunque), ci sta che magari siano bravini, che i ragazzi della città li conoscano, ma con qualche migliaia di visualizzazioni non puoi dire che la Francia li conosce, dai. Io comunque voglio vedere le ragazzine appena mestruate che si sfilano le mutandine al concerto di Castiel. Suona malissimo, mamma mia x'D
Comunque, veniamo interrotte da Priya che vuole parlarci per un secondo. Ma prima incontriamo Melody che ci sbatte la porta in faccia (NON LO FATO APOSSTA IHIHI SKS). Maledetta. Si mette pure a piangere, e siccome ci fa pena finiamo per invitarla alla serata... Ma questa è psicotica, schizzata fortissimo, chi la vuole???
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Torniamo a Priya. Mi dispiace per chi ha la sua route, lei non si vede veramente mai e per giunta le hanno fatto un naso da paura nell'illustrazione =.=
Dai ragazzi, se la vedete nello sprite di gioco è bellissima, poi nell'illustrazione sembra un trans! ._.
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Io non capisco comunque, perché dobbiamo invitare Melody e non Priya alla festa! Ma chi se ne frega di quella?? =w=
Santa pazienza.
Fast forward. Andiamo a lezione, il professore si incazza perché stiamo al telefono come delle deficienti, ma noi dobbiamo raggiungere Yeleen e chiederle di fare la festa. Lei ci dice di sì, arriva Rosa che fa la carina e ok. Tempo di andare a prendere l'alcol.
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HAHAHAH LA SERATA VEGANA
Dicevamo? Sì, ALCOL! Andiamo nell'unico negozio della città a prendere la roba forte, ma abbiamo perso la carta d'identità e il commesso vuole chiamare la sbirraglia. AR GABBIO NUN CE TORNO!! Certo che nessuno al mondo reagisce così per una persona che vuole prendere da bere, mamma mia che frustrati sessuali.
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Menomale che Rayan viene a salvarci al giusto momento e compra l'alcol per noi. Che gentleman. 
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Diciamo a Rayan che abbiamo perso la carta d'identità e lui si offre di aprire l'aula di arte per farcela cercare... Sì certo, lo sappiamo che vuole approfittare dell'oscurità per buttarsi su di noi, guardate che faccine che fa. Una volta arrivati nell'edificio, MIO DIO PARTE IL CRINGE.
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Veramente Rayan?? LOVE ACTUALLY. Pensa veramente di conquistarci con la vecchia storia del romanticone? Mi sembra di vedere uno di quei film con Richard Gere... Io non sopravvivo a questo episodio, lo sapevo.
Ad ogni modo, entrati in aula, non troviamo il documento, ma prima di andare via, Rayan ci fa un regalino inaspettato (e non è il suo pene, sad me).
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Guardatelo com'è soddisfatto, pensa di essere riuscito ad adescarci, la prossima tappa è il letto. Tra l’altro sembra stia facendo lo sponsor per u deodorante o un dopobarba della Gillette. Noi glielo facciamo credere perché tanto, chi se ne frega, facciamoli soffrire tutti quanti con l'harem, voglio vederli lottare per me. Tranne Priya, best waifu.
Ma è tempo di andare, una festa ci aspetta, e c'è troppo disagio per saltarlo.
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Partiamo già 'mbriachissimi. La Dolcetta è permalosa e suscettibile da morire, e inizia a fare il broncio perché si stanno divertendo tutti quanti senza di lei. Forse era meglio rimanere a festeggiare con Zaidi, if you know what I mean ;)
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Hyun guarda che stai rischiando, continua così e non te la do (skerzoxd)
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Ed ecco che famo la scenetta drama killmepls
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Risolviamo tutto in un nanosecondo e raccontiamo le nostre disavventure alcoliche anche agli altri. La serata procede con Melody che ci vuole far mangiare le sue robe vegane, io non le volevo assaggiare manco morta, ma siccome la Dolcetta è deficiente, non ho avuto scelta. Questa ci avvelena se viene a sapere di Zaidi... E a proposito di Zaidi, pare che tutti se lo vogliano fare. 
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Urla più forte Morgan, "SONO GAY!!!"
Ad un certo punto decidiamo di fare un giochino con gli shot, e scopriamo che Hyun si metteva lo smalto da bambinao. Io lo sapevo che era tutto strambo, madò ragazzi hahahaha
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MA SGUARDO DI SCUSA PERCHE'?? Questo che chiede sempre scusa, quanto è sottomesso mamma mia non ce la faccio. Il gioco procede su note più hottt, e noi mentiamo che sennò Hyun si offende, e per carità.
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In realtà la mia menzogna stava nel fatto che quando la dolcetta era al liceo speravo sempre che ci fosse la route per il prof Faraize. Lui sì che era un vero uomo, altro che Zaidi, pls! Melody intanto confessa di volersi fare Rayan, ma appena se ne accorge fugge via come un lampo, lasciandosi dietro una carpetta gigante che non avevo voglia di portarle manco morta. Al massimo gliela lanciavo dietro piuttosto che portargliela gentilmente. Maledetta (x2), vattene via va'.
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Ma continuiamo la serata che Hyun mi sa che non ce la fa a durare ancora per molto, vorrei farvi vedere le sue bellissime animazioni mentre barcolla tantissimo, sono GOLD hahahaha
Ed eccolo che vuole ballare, mamma mia quanto è sbronzo.
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Ma è arrivato il nostro turno per fare una domandina. E ovviamente ci proviamo con Hyun, daje che lui ci sta!!
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Vorrei dire qualcosa sugli sguardi intensi, ma la posa dei Power Rangers... Dai Hyun! Mi fa morire, è troppo carino x''D
Ad un tratto Hyun si accorge di essere completamente fatto e visto che sono le 3 di notte, sarebbe anche ora di andare a nanna. Guardatelo, vi prego, mi fa morire.
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Sì amore, facciamo festa ogni sera.
Mentre i ragazzi riaccompagnano Hyun, Rosa ci chiede di dormire con noi e, dopo essersi buttata sul nostro letto, si conclude l'episodio.
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Che dire? Inutile fare pronostici per i prossimi episodi visto che sono già usciti e penso che ormai tutte sappiano cosa succederà. L'unica cosa su cui posso esprimermi è questo episodio. Meh. Ormai sembra l'unica opinione che io sappia dare, ma davvero, non mi entusiasmano più di tanto.
Come vi ho già detto mi innervosisce molto come vengano trattati certi argomenti in modo troppo leggero, e purtroppo succederà lo stesso anche nei prossimi episodi, prima con Ambra e i suoi misteriosi problemi, poi con il povero cane di Castiel. Ma è veramente necessario? No, si tratta di filler e drama che permettono di allungare il brodo e far spendere di più. La cosa peggiore è che tutti questi discorsi inutili li paghiamo e risparmiare per giocare un episodio intero è veramente difficile, quindi aspettare due mesi per poi ritrovarsi un episodio pieno di dialoghi di contorno è veramente frustrante. Un'altra cosa che non apprezzo è lo spazio minuscolo che viene riservato a Priya, il flirt fantasma che non si vede veramente mai. Qual è stata l'utilità di inserirla tra i flirt se alla fine non c'è spazio per lei visto che è una ragazza? Non mi sembra molto rispettoso nei confronti di chi ha deciso di seguire la sua route. Ci troviamo letteralmente scene lunghissime con Nathaniel che fa lo scemo, Zaidi che ci perseguita peggio di uno stalker, e Priya? Spero vivamente che la situazione cambi negli episodi che verranno, anche se non seguirò la sua route. Voi cosa ne pensate? Qualche pensiero anche sugli episodi più recenti? Il mio ask è sempre aperto e non aspetta altro se non le vostre domandine/teorie/sfoghi.
Noi intanto ci vediamo tra qualche mese per la prossima recensione, e chissà se nel frattempo uscirà qualche capitolo di trashume dove finalmente potrete conoscere la mia amatissima Lina?
Un saluto da Dotty <3
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nuvoledizucchero2 · 6 years
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Questa necessità di scrivere e non riuscire a farlo. Scrivere. Per raccontare cosa, poi? Sentire mille cose e non riuscire a buttarle fuori. Chiameremo quest’estate col nome di “non ti chiudere” ed io che rispondo “macché chiudermi, sto benissimo”, per poi rendermi conto, il 4 settembre, che mi sono chiusa. Chiameremo quest’estate con il nome “l’estate più inutile dei miei 29 anni”, anche se forse così tanto inutile non è stata, almeno per quanto riguarda lo studio, ma per quanto riguarda la vita...beh.  Desideravo un’estate piena di colori, di risate, di gioia di cose da fare: era esattamente iniziata così, ma agosto l’ho sempre odiato. Adesso siamo il 4 settembre, il sole sorge dopo e tramonta sempre prima e l’autunno sta lì, come per dire che è solo un periodo di transizione, prima che l’inverno arrivi, di nuovo, gelido, freddo, solitario. L’autunno sta lì, e inizia a portare la malinconia come nessun altro mai, e tu stai qui, alle 7.20, davanti al computer, con una sigaretta in bocca, ascoltando Waltz 2 di Elliott Smith, come per dire “ vieni pure autunno, tanto mi trovi già preparata, non lo vedi?”. Ieri, al baretto, mi sono vista con mia cugina, non la vedevo da aprile, gli altri mi hanno chiesto “ ma dove sei stata? Ti cerchiamo da giorni” e io a rispondere, semplicemente, “a casa. E’ da una settimana e mezza che non esco”. La gente guarda stranita, quando per me è stato del tutto normale e penso che mi verrà il culo quadrato a furia di star seduta a disegnare, ma è l’unica cosa che so fare e non la so fare neanche bene. So amare, quello lo so fare, ma è una skill del tutto inutile a quasitrentanni, perché ognuno ha i propri problemi, ognuno ha i propri pensieri, mica puoi essere così sfrontata da pretendere di trovare il cuore libero, nessuno ha il cuore libero. Da adulti, il cuore, è stropicciato, accartocciato, pieno di strappi. Se parliamo del mio, poi, anche pieno di medicine, dato che non ho ancora smesso. Alla fine ci siamo lasciati, comunque. Come se fosse un contratto di lavoro finito male. Ti ho detto che non vedevo futuro per questa relazione, tu mi hai risposto “va bene, ok” ed è finita lì. Senza altre chiacchiere, senza nessuna parvenza di amore, in modo totalmente disinteressato, probabilmente perché era già finita da tempo. Un anno passato a credere, a sperare, a comportarmi bene e, alla fine, è stato un anno sprecato. Forse non bisogna fare progetti. Forse l’unico progetto che bisogna fare nella vita, è con se stessi. Forse devo iniziare a dormire in diagonale nel letto, per poterlo riempire tutto, e abituarmi a quest’idea. Ma, se all’inizio di questo mio percorso, soffrivo all’idea che sarei stata da sola, adesso, anche se ho avuto te per un anno, la realtà è che sono sola da anni, quindi adesso ho imparato a stare così, che l’unica persona che non andrà mai via, sono proprio io. Dicono che non devo chiudermi ma, forse, è solo che sono me stessa, perché portare sempre la maschera da pagliaccio un po’ stanca e non posso sempre essere disponibile a far ridere la gente. E mi devo abbracciare un po’ di più, che tanto le uniche braccia che saranno “casa” è evidente che sono le mie. Perché bisogna essere presuntuosi per pensare di essere importanti per qualcuno, quando poi ti rendi conto che, evidentemente, non è mai stato così.  Va bene così. Devo amarmi io. 
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Maghi impegnati;
Agita la bacchetta magica in una mano per simulare il movimento di qualche incantesimo, mentre con l’altra fa le fusa al gatto. Sopra alla sua testa aleggia qualche piccola invenzione magica: dei semplici brillantini da atmosfera - per rendere le cose più favolose, ovviamente. Sembra quasi che nel lago nero ci siano i glitter, dal suo punto di vista.
« Il legno si è scurito, buon segno. » con il pollice è come se facesse una carezza proprio sul manico della bacchetta stessa, trovando ancora una volta un contatto diretto col proprio catalizzatore magico, senza però smettere di far fare le fusa al suo gattino bianco che sembra faccia il rumore di un calderone che bolle.
Rilassato e indotto ad un sentimento di pace che sfiora quasi il menefreghismo alle volte, obbligato da quella runa che campeggia sul palmo della mano destra e di cui ormai si dovrebbe sapere, che muta buona parte dei suoi comportamenti ma non cancella totalmente quel modo di fare e rapportarsi con il prossimo che anni di determinati insegnamenti gli hanno inculcato. Quindi è scomposto e improvviso il suo lasciarsi cadere in terra davanti al divano occupato da Lotte, più o meno all’altezza della sua spalla, così da poter poggiare la nuca contro la seduta del divano e godersi quella pioggia di glitter dal basso, senza disturbare (?) troppo la proprietaria degli stessi. « ciao Lotte » a testa in giù praticamente, le labbra che si piegano in un sorrisino morbido. « scusa, ma volevo vedere com’erano da sotto » semplicemente.
« Ciao, Stan. » arricciando appena appena il naso. « Fa’ pure. Io li trovo favolosi, li ho presi a Diagon Alley. » tanto per metterlo al corrente di quello che ha fatto per averli e di quanto siano bellissimi da vedere. Tira un po’ su col naso, con il gatto che si rigira solo un po’, forse disturbato dall’improvvisa presenza del Serpeverde che non considerava partecipe alle sue fusa. « Ti ho visto piuttosto impegnato negli ultimi giorni. » facendo un’espressione piuttosto tranquilla, mentre gli fa notare di averlo notato più impegnato, ma è anche nell’anno dei GUFO perciò sicuramente giustificabile. « Non ti ho visto nemmeno ad Hogsmeade l’altro giorno… c’eri? »
« Solo domenica. » Il sabato effettivamente quanto pare non c’era ad Hogsmeade, ecco. « I compiti, alcuni progetti miei e la MacGillivray che non aiuta » o almeno, il suo fare, visto che si ritrova ad alzare la mano destra verso di lei, piegando semplicemente il braccio verso il petto per mettere in mostra il palmo signato con la runa Wunjo. Perché sì, tra le altre cose ha preso con filosofia anche le tempistiche serrate che era abituato a dedicare allo studio in vista degli esami e in qualche modo ha dovuto pur recuperare il tempo ‘perso’, questa volta rinunciando ad Hogsmeade. « mi sono perso qualcosa d’importante? » di ogni genere, senza alcuna specifica, « tu che hai fatto? »
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« Io ho guardato la partita, domenica. » c’erano i Corvonero contro Grifondoro, e non s’è degnata di mettere piede ad Hogsmeade dopo la partita che forse non aveva tanta voglia di andarci. « Che mago impegnato. » prendendolo un po’ in giro, come se fosse davvero così pieno di impegni importantissimi a tenerlo lontano dalla quotidianità delle solite cose da ragazzini che fanno cose. C’è anche un mezzo tono offeso, quasi però. « Mh, non credo, a parte Corvonero che ha subito una disfatta estrema.. direi di no. » ridacchiando del risultato della partita, fiera che sia andata poi così perché ci sta tutta. « Le solite cose, ora so fare i talismani con l’aritmanzia è un sacco grinzafica questa cosa! » ammette con un certo orgoglio. Il petto infatti si gonfia un po’ ed annuisce come se fosse chissà quale importante skill sbloccata ma oh, insomma a lei fa piacere saperlo fare. « E sto cercando i posti più sghici di Hogwarts, mi sta aiutando Jeremy, il gemello Avery, ma quello intelligente. »
« Molto. » Si dà un tono, alzando il mento più di quanto non lo fosse già, considerando che continua a guadare dal basso quella pioggia di glitter che cade su di loro. « Tutti mi cercano, tutti mi vogliono. » E nessuno se lo prende. Ma quelli sono dettagli secondari di cui è meglio non far voce. « Tranne te. Non mi cerchi più Lottie. E io ne soffro. » Teatrale, nel portare la mancina al petto, le iridi bluastre che la cercano mentre fa un po’ il broncio. « Un solo piccolo errore » sì, con i talismani « e magari apriamo la strada per una disfatta estrema anche per i grifondoro. » Ma giusto per dire eh, visto che ne ridacchia dopo un istante, le iridi bluastre che continuano a guardarla come se cercasse una qualche reazione a quella sua battuta. Che forse si perde nello scoprire di quella coalizione con un certo Avery. « Ah, si? » Curioso nel dirlo, mentre s’umetta piano le labbra. « Avete trovato qualcosa d’interessante al momento? » Lei e il SUO Avery, precisiamolo. « Ho letto che l’Eco sta scrivendo indizi e cose simili. »
« È che sono una strega impegnata anche io. Mi sto occupando della mia bacchetta, della mia scopa per diventare la migliore cacciatrice della scuola e poi ho i miei amici e altre cose importantissime. » dandosi un tono anche lei per non essere da meno, insomma. Rimane ora a guardare verso il soffitto quella serie di glitterini volanti che rendono come stellato il cielo (??) della sala comune e non un semplice soffitto qualunque. « Un solo piccolo errore, già. » non sarebbe una brutta prospettiva anche se deve ammettere che le cose sono impari e non vertono a loro favore, ma evita di starlo a specificare al Serpeverde. Fa un sorrisetto entusiasta e divertito subito dopo, nel parlare del suo amichetto Jeremy. « Sì! Però ancora no, cioè sono una cifra difficili da trovare e speravo che lui che è Corvonero sapesse le cose che scrivono nell’eco. »
« Bene, grazie per avermi avvertito del fatto che non faccio più parte dei tuoi amici Charleston » Offeso, apparentemente, non tanto da alzarsi dalla sua posizione, ma abbastanza per spingerlo ad incrociare le braccia al petto, quello sì.
« Tzk. » scuote la testa e poi gli dice, di rimando con quella stessa spocchia scena di prima « Potrei dire lo stesso anche io, Delation. Sei ingrediente e calderone con Gutierrez quindi.. » alzando il mento nel suo momento da offesa per marcare al quintino che lei non fa nulla di male.
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lavoroconstile · 3 years
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Cambiare lavoro con il My Career Canvas
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Realizza la tua idea e trasformala in un lavoro con il My Career Canvas
Sono felice di ospitare qui su Lavoro con Stile Michela Luoni e Selvaggia Fagioli per parlare di uno strumento che è soprattutto un percorso da intraprendere per centrare il proprio obiettivo di carriera. Non ti è ancora chiara la direzione per raggiungere il tuo traguardo?! Succede a tutti, spesso e forse anche ciclicamente, ecco perché ho voluto saperne di più del My Career Canvas lo strumento di business design per la tua carriera. Scoprirai meglio di che si tratta lungo la nostra intervista ma se proprio non resisti iscriviti qui e ricorda che per te che sei un lettore di Lavoro con Stile c’è un codice riservato: STILE. Usalo per vivere quest’esperienza ma soprattutto fammi sapere com’è andata! Potresti essere il prossimo protagonista della nostra rubrica “Provati per te”. Non ti resta che metterti comodo, conoscere le due professioniste, per capire se My Career Canvas può fare al caso tuo. Come sempre sei il benvenuto nei commenti!
Chi sono Michela Luoni e Selvaggia Fagioli
Ci tengo ad introdurti le mie ospiti con alcune note personali. Sappi che da dopo le presentazioni ufficiali per me saranno Michela e Selvaggia! Conosciamole, dunque, meglio. Michela Luoni, Virtual Office Manager, specializzata in strategie di comunicazione, supporto liberi professionisti e aziende che desiderano utilizzare meglio il proprio tempo a disposizione e gli strumenti per comunicare in modo efficace con il proprio team di lavoro. Scrum Master, ACEA, Virtual OM certified. Selvaggia Fagioli, Innovation Change Maker, specializzata in strategie di mercato, supporta founder e imprenditori nella creazione e definizione del modello di business. Executive MBA del MIP-Politecnico di Milano, Startup Expert del PoliHub e Scrum Master.
Perchè è importante fare il lavoro che più ti piace
C. Le vostre storie personali sono affascinanti. Vi andrebbe di raccontare il momento in cui c’è stata la svolta che vi ha consentito di occuparvi del lavoro dei vostri sogni? M.: Nel mio caso più che una svolta è stato un bel calcio nel sedere! Sono uscita dalla mia ultima azienda nel gennaio 2017, con una figlia che avrebbe compiuto 2 anni il mese dopo. Nel mio caso, stavo già facendo il lavoro dei miei sogni, o meglio avevo capito che quello che facevo mi piaceva molto ed ero brava a farlo. Non è stato facile, reinventarsi un’altra volta, però avevo sicuramente le idee chiare: non avevo voglia di ricominciare dopo 6 anni a rimettermi nel mondo del lavoro con “l’aggravante” di essere “over 40” e “over qualified”. Così ho deciso di seguire la tendenza degli Stati Uniti e UK e diventare Virtual Assistant. Figura che esiste nel mondo anglosassone da almeno 15 anni. S.: Per molti anni sono stata in un ruolo che mi stava stretto, ma che non avevo il coraggio di lasciare. Nel frattempo, ho scoperto il mondo delle startup che mi ha aiutato a capire che era possibile seguire il proprio sogno e che ciò che mi frenava erano insicurezze e paure legate alla sindrome dell’impostore (non mi sembrava di essere mai abbastanza brava). Ho deciso di prendere in mano la mia vita e ho pianificato i passaggi da compiere per arrivare al mio obiettivo: Executive MBA al MIP per integrare le mie competenze, creazione di un network professionale con cui confrontarmi, disponibilità a mettermi alla prova in programmi per startup. Ora sono soddisfatta di me stessa e di dove sono arrivata e mi sono posta obiettivi più ambiziosi che mai avrei pensato di poter avere.C. Quale è stata la leva del cambiamento? M.: Una buona consapevolezza che il mio settore si stava trasformando in modo radicale e veloce, e che la figura di Executive Assistant sarebbe cambiata drasticamente da lì a pochi anni. Anche in Italia. Da qui l’idea di percorrere una strada alternativa S.: Avere un tumore al seno a 38 anni. È una di quelle esperienze che ti impone di riflettere sulla tua vita, che improvvisamente viene divisa con un prima e un dopo, e niente sarà più come prima. Mi ha dato modo di fare introspezione e chiedermi se davvero volessi vivere il resto dei miei anni in una routine che annullava il mio essere. Ho deciso che avevo tanto da dare, per me e per gli altri, in un’ottica di pay forward (ovvero fare una buona azione senza aspettarsi niente in cambio se non che il beneficiario faccia prima o poi qualcosa di buono per qualcun altro). C. Nei momenti più duri chi vi ha aiutato a fare chiarezza, se c’è stato, e come ne siete venute fuori? M.: Mio marito, indubbiamente, è stato la spalla su cui appoggiarmi soprattutto nei primi periodi: aveva (e ha tutt’ora, anche più di me!) molto ben chiari i miei talenti e le mie potenzialità, anche se veniva meno uno stipendio importante in casa e la mia decisione avrebbe avuto un impatto sulla nostra famiglia. E poi il network professionale. Nel mio caso, dopo una vita al lavoro a Milano ritrovarmi nella mia cittadina senza colleghe è stato un bello shock! Poi ho trovato Rete al Femminile Varese e ho avuto modo di confrontarmi nuovamente con “colleghe” libere professioniste. Ho imparato tantissimo in questi anni. S.: La mia famiglia ovviamente mi è stata accanto, ma devo molto ad una serie di amici e amiche che mi hanno spronato e incoraggiato e mi hanno dato feedback onesti anche negativi. Avere la possibilità di far leva su una rete di persone di valore è un elemento che fa la differenza tra il successo e il fallimento. Dal lato più strettamente professionale è fondamentale l’essere parte di associazioni, quali Manageritalia Executive Professional, dove è possibile imparare e crescere grazie al confronto e alla partecipazione attiva.La multipotenzialità come gestirla nella ricerca del lavoro Si parla tanto di multipotenzialità. Mi dareste una vostra personale definizione tra limiti e risorse? M.: Ho scoperto di essere multipotenziale solo un paio di anni fa, il mio “Aha moment” in cui i pezzi del puzzle sono andati al loro posto; ho sempre avuto una grossa difficoltà a trovare una strada. Una sola, intendo. Con il tempo ho capito -e accettato- che va bene così: una mente vivace e pronta si entusiasma facilmente tanto quanto cambia idea. Ti porti dietro dall’infanzia la domanda “cosa vuoi fare da grande?” a cui non sai dare una risposta certa e finisce che passi metà della tua mia vita a sentirti sbagliata, a cercare una presunta “vocazione” che non è detto che ci sia sempre. Al momento sono alla mia 3° carriera professionale, ma solo adesso so che i 20 precedenti rappresentano un valore e non un problema. È importante abituarci alla flessibilità, al non aderire a degli standard, soprattutto guardando il futuro dove le certezze granitiche con cui sono cresciuti nostri genitori non esistono più. S.: Credo che il limite e al contempo la principale risorsa del multipotenziale è il fatto di annoiarsi molto velocemente. Nel mio caso vuol dire distrarmi facilmente quando perdo interesse, ma anche essere una fonte inesauribile di idee, perché non mi fermo alla superficie e al “si è sempre fatto così”, ma cerco sempre soluzioni alternative e creative. Nel mondo del lavoro in cui i ruoli sono sempre stati molto verticali e specialistici viene di solito visto come un difetto, quando invece nel mondo sempre più complesso in cui viviamo avere competenze a T (dove la linea orizzontale della T rappresenta l’ampiezza delle conoscenze generiche e/o soft skills e la linea verticale la profondità delle hard skills, le conoscenze specialistiche) permette di ottenere performance migliori e una maggiore flessibilità.Cos'è il My Career Canvas C. Com’è nato il My Career Canvas? M.: Esattamente in un ristorante messicano, nel 2020. Prima dell’inizio della pandemia. Selvaggia ed io abbiamo condiviso i viaggi e il board di IMA (International Manager Assistants Association) per anni e nel tempo entrambe siamo diventate libere professioniste per scelta. Negli anni come EAs abbiamo avuto a che fare con assistenti che gestivano letteralmente gli imperi di manager influenti e altre che, come negli stereotipi dei migliori film, rispondevano giusto al telefono. La mancanza di un percorso professionale di studi in Italia ci penalizza rispetto ad altri paesi; tra i due estremi c’è una varietà di professioniste che ha competenze molto sviluppate, hard e soft skills poliedriche e molta passione per il ruolo, ma che fatica ad avere visione e una consapevolezza di una possibile carriera. Grazie alla nostra esperienza, abbiamo disegnato uno strumento che potesse aiutare le assistenti a far emergere le proprie competenze in modo innovativo e ad essere protagoniste delle loro scelte professionali.S.: In principio volevamo mappare le competenze dell’assistente di direzione e dimostrare le potenzialità del ruolo, troppo spesso sottovalutato, specialmente nel contesto italiano dove non esiste un programma di alta formazione specifico. Ci siamo chieste quali potessero essere le opzioni di carriera al di fuori del percorso tradizionale e tutte indicavano una fuoriuscita dal ruolo di assistente, quando in realtà c’è un margine di crescita in orizzontale che non viene considerato da manager ed HR. Abbiamo fatto analisi di mercato, definizione del target e un primo test di validazione dei contenuti e ci siamo accorte che in realtà ci sono situazioni comuni a molti altri ruoli per i quali My Career Canvas potrebbe essere utile. C. Raccontate ai lettori di Lavoro con Stile cos’è… M.: è uno strumento di Business design, come il famoso Business Model Canvas o il Personal Branding Canvas, disegnato per la carriera professionale. Per noi la “carriera” è un termine ampio che include non solo la crescita verticale, ma anche e soprattutto la possibilità di evolvere all’interno dell’azienda con un ruolo manageriale, fare upskilling, reskilling o cercarne un ruolo simile in un’altra azienda. Si parte dalla consapevolezza del proprio valore e solo dopo si capisce come metterlo al servizio del nostro obiettivo.S.: è lo strumento per chi vuole fare una fotografia della propria situazione lavorativa e valutare se la direzione scelta negli anni è ancora valida o se è giunto il momento di cambiare obiettivo di carriera. In un’ottica più ampia, permette anche di fare innovazione professionale: fotografa la situazione reale dei profili professionali e in quale direzione stanno andando rispetto alle competenze reali e quelle richieste invece dal mercato. C. A quali bisogni risponde? M.: My Career Canvas risponde al bisogno di tutte quelle figure di supporto che in ufficio ricoprono ruoli trasversali e vorrebbero “fare qualcosa di più” ma non sanno come muoversi. Spesso sono persone molto competenti incastrate in una definizione professionale che non corrisponde alle attività e responsabilità acquisite nel tempo. Dopo questo assessment si torna a guardare a sé stessi con rinnovata fiducia e determinazione. S.: My Career Canvas risponde alle necessità di più categorie di lavoratori: quelli che vogliono crescere nel loro ruolo (nella stessa azienda o in un’altra), quelli che vogliono riqualificarsi e cambiare ruolo, quelli che sono pronti a mettersi in proprio come professionisti e imprenditori. Il fattore comune è il sentirsi “stretto” il lavoro attuale, avendo la consapevolezza di valere molto di più di quanto viene riconosciuto. Il nostro percorso permette di riflettere sulla propria situazione in modalità oggettiva e di definire una strategia basata sui dati e non solo sulle percezioni.Come seguire Michela Luoni e Selvaggia Fagioli C. Quali novità avete in serbo e come possiamo seguirvi. M.: My Career Canvas è parte di un progetto di innovazione professionale che vuole migliorare i processi in ufficio. Dopo aver conseguito la certificazione di Scrum Master Certified, abbiamo messo a punto il metodo #Scrum4Office che, basandosi sulla filosofia agile, permette di lavorare sull’ottimizzazione della comunicazione e flussi di lavoro in ufficio. L’assistente e/o office staff sono i migliori veicoli di questa metodologia. S.: Stiamo lavorando al lancio di My Career Canvas, previsto per il 1° giugno, e sulla relativa campagna di comunicazione con l’obiettivo di creare partnership con associazioni e network di lavoratori e professionisti, in Italia e all’estero. Parallelamente stiamo definendo #Scrum4Office, il nostro percorso per aziende che vogliono migliorare processi, comunicazione e collaborazione tra team, in presenza, remoti e ibridi.Potete seguirci sui seguenti canali: Sulla nostra Pagina LinkedIn! My Career Canvas ovviamente ;) Scrum4Office The Assistant Academy Vi aspettiamo!Ringrazio Michela e Selvaggia per la generosa disponibilità con cui si sono raccontate qui su Lavoro con Stile. A te do, invece, l'appuntamento nei commenti e al 1° Giugno con il My Career Canvas! Read the full article
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novocaine998 · 3 years
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forse una nuova skill acquisita è essere peculiari nelle proprio scelte e non essere un consumatore diseducato. dopo un'attenta analisi dell intero mercato posso dire di essere giunta a delle conclusioni valide e non improvvisate
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chi è e cosa fa? Saper come scrivere sul web è oggi una della qualità più ricercate dal mercato: purtroppo solo pochi copywriter sanno come si fa. Lo scrittore online, il web copywriter, affronta ogni giorno difficoltà che nessuno dei suoi colleghi offline deve tenere presente. Se scrivi una pubblicità sarà l’investimento media a portare il pubblico da te e ti basterà che legga di sfuggita il titolo, affinché il risultato sia raggiunto. Analogamente uno scrittore sarà letto da persone interessate ai suoi libri, come un giornalista con chi è interessato a un tema o una notizia. Scrivere i testi di un sito web invece è molto più complicato, per via di – come sostiene il web copywriter Luca Bartoli – alcuni comportamenti che mette in atto chi legge online. Cosa deve sapere fare un web copywriter quando scrive online. Chi scrive online, infatti, deve saper catturare l’attenzione di chi giudicherà la sua pagina in 7 secondi o forse meno. Deve saper organizzare il testo, sapendo che sarà letto disordinatamente. Deve saper soddisfare il bisogno di informazioni di chi legge, senza costringerlo a saltare da una pagina all’altra e perderlo. Deve sapere parlare del proprio cliente, della sua azienda, del suo servizio e dei suoi prodotti in modo rilavante per il lettore che non sta leggendo per desiderio di informazioni, ma per soddisfare un proprio bisogno. Deve saper gestire e anticipare le obiezioni silenziose del suo lettore. Il web copywriter deve, inoltre, saper settare le aspettative del lettore sfruttando i metatag della pagina, che devono al tempo stesso essere invitanti per chi ha appena fatto una ricerca sui motori di ricerca. Tutte queste skills non sono comuni e non esistono, al momento, corsi o libri che insegnano come fare. Anche per questo quella del web copywriter è una delle figure più cercate online.
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