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#egocentrica ora come allora
klimt7 · 2 months
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LA HYBRIS DI GIORGIA MELONI VUOLE COLPIRE PURE IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTATELLA.
Hybris è una parola antica. Un termine con una storia e un significato valido in ogni epoca e anche oggi.
I filosofi greci indicavano con questo vocabolo, il delirio di onnipotenza, la vera ubriacatura egocentrica con la totale perdita del senso della realtà, del potente di turno.
Vediamo il Dizionario:
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Perchè questi episodi di egocentrismo non sono tipici solo del nostro tempo, ma anzi erano frequenti pure nell'antichità.
In una terra come la Grecia composta di tante diverse città-stato [ Atene, Sparta, Tebe e tante altre...] non era insolito che un uomo potente cercasse di assumere un potere assoluto sui suoi concittadini. Ed allora si proclamava dittatore e padrone assoluto della città, con il potere di vita e di morte sui suoi concittadini. E in questo slancio finiva per perdere ogni senso della misura e del limite.
Era cioè vittima di "Hybris".
Anche nel nostro panorama politico attuale è già capitata questa situazione con la parabola di Matteo Renzi prima e quella di Matteo Salvini subito dopo.
Ricordate il Referendum costituzionale di Renzi e la sua sonora bocciatura da parte degli Italiani? O il delirio di Salvini dal Papeete di Milano Marittima dove rivendicava per sè i pieni poteri?
Bene ora pare tocchi a Giorgia sbroccare completamente fino ad attaccare quell'uomo al di sopra delle parti che è il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Giorgia lo vuole coinvolgere nello scontro politico più basso e ignobile.
E' la cronaca di queste ore. Vuole infangarlo e togliergli ogni tipo di legittimità
Vuole portarsi avanti col lavoro, insomma, visto che il suo progetto di riforma Costituzionale il coseddetto "Premierato Forte"- sogna un Presidente della Repubblica non più garante degli equilibri fra i diversi poteri dello Stato italiano, ma esautorato da ogni funzione e ridotto a semplice "notaio" e passacarte.
Ma non finirà così.
GIORGIA se ne pentirà molto presto di questo suo giocare d'azzardo con un paese e un popolo intero e con la sua Carta Costituzionale.
Il resto lo lascio spiegare a Massimo Giannini.
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cisonoioperme · 1 year
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Cara Francy,
mi dispiace di averti fatto sentire inadatta per tutta la tua vita. Per non averti mai fatto sentire abbastanza, per averti fatto sempre credere che bastasse arrivare a una certa taglia per essere felice. Per aver sempre sognato di indossare certi abiti e poi pensare con vergogna "no, non posso permettermelo". Mi dispiace di averti sempre fatto provare invidia verso chi aveva un fisico più bello del tuo o un atteggiamento più sensuale e coinvolgente del tuo. Mi dispiace averti fatto perdere tante occasioni solo per non sgarrare, o non avertele fatte perdere con il "premio" di poter andare in bagno dopo e annullare quello che avevi mangiato. Mi dispiace averti messo così tanta pressione addosso da pensare che solo se arrivavi a quella taglia potevi valerne la pena. Solo se arrivavi a quella taglia allora potevi stare sicura che saresti stata insostituibile e che lui non ti avrebbe mai tradito. Mi dispiace di aver assecondato, mentalmente, chi da piccola ti ha bullizzato facendoti credere di non valere nulla, che tu eri solo il tuo corpo e nient'altro. E ci sono ferite che ti porti dentro da tanto, e lo so che è difficile lasciarle andare, ma ora che hai 28 anni, non è finalmente arrivata l'ora di amarti come sei? Di apprezzarti e conoscere? "Tratta te stessa come fossi la tua migliore amica". Puoi farlo per me? Per noi? Mi dispiace averti fatto concentrare così tanto solo sul tuo aspetto da mettere in secondo piano le occasioni che stavi vivendo o a cui hai rinunciato, di non aver dato valore a chi sei, a quello che hai dentro e alla tua capacità di amare e fare felici le persone. Sono stata troppo dura e severa con te e spero che tu possa perdonarmi e iniziare a lottare insieme per far emergere la Francy che sei sempre stata e che merita di essere vista per com'è, perché c'è tanto di quel bello dentro e fuori che togli al mondo la possibilità di conoscerti e condire meravigliosamente le loro vite. Non voglio essere narcisista, egocentrica o cose simili.. voglio amarmi. E amarsi non è mai facile. Diamo per scontato di conoscere noi stessi, ma poi quando si attraversano periodo di crisi profonda, non riusciamo a guardarci dentro o a farci forza, reagire, credere in noi stessi. Perchè quel "noi stessi" diamo per scontato che ci sia, che lo conosciamo, e poi magari lo abbiamo accantonato e messo da parte una vita intera per adattarci alla società, alle aspettative che hanno gli altri o per conquistare a tutti i costi l'amore e l'amicizia di una persona.
Quindi, cara Francy, scusa per averti messo in un angolo e scusa se non ho avuto abbastanza coraggio da tirarti fuori e mostrarti fin da subito per ciò che eri, di quanto ti emozioni e soffri per le cose che ti stanno a cuore. E di mostrare emozioni te ne ho fatto sempre vergognare e non so perchè. Forse non volevo farti sembrare debole? Forse volevo costruire un aspetto da dura che non può essere ferita, è indipendente e sa badare a se stessa? Che non ha bisogno di nessuno al suo fianco? Ma a che pro? Hai solo ottenuto una relazione che ci hai messo anni a concretizzare perchè ti dicevi che tanto non era nulla di serio, che tanto andava bene così, che non ne avevi davvero bisogno, che tanto non ti ci eri affezionata. Un po' mi incolpo per come sono andate le cose, avrei potuto fare di più, di meglio. Ma il problema del passato è che non si può cambiare e questo è un dato di fatto. Posso migliorare in futuro e sono ancora in tempo per farlo. Sono ancora in tempo per farmi perdonare da quella bambina dolcissima che ha sempre e solo avuto paura di essere vulnerabile ed essere ferita. Non preoccuparti, non dovrai più sfamare il tuo corpo, sgarrare, ammazzarti in palestra o trovarti cose da fare per non mangiare. Non voglio più che vivi così, non voglio più privarti di nulla, nè delle cose belle nè delle cose brutte (che spero siano minime). Non voglio che tu abbia più paura di buttarti e di aprire il tuo cuore, perchè non c'è proprio nulla di cui vergognarsi, hai capito? Non bisogna vergognarsi di dire ai tuoi genitori che li ami e che hai già paura di perderli un giorno, perchè è grazie a loro che sei qui, hai dei valori e ti sei realizzata. E sii fiera anche di questo, della tua famiglia e di dove sei arrivata. Non è mica cosa da tutti, lo sai? O dai anche questo per scontato? Perdona chi ti ha fatto del male. Perdona prima te stessa per avergli permesso di entrare nella tua testa, per essere stata la prima a sottovalutarti e sminuirti. Ma poi abbi il coraggio di perdonare anche loro, perchè il rancore fa solo male. Ti invecchia dentro e non c'è tempo per queste cazzate, per queste persone di poco conto. Ti voglio bene Francy, anche se ho fatto un sacco di sbagli che mostrano il contrario, sto cominciando a capire che sei la miglior persona con cui passerò il resto della mia vita e voglio che io e te abbiamo una vita indimenticabile e meravigliosa.
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cherylroberts · 3 years
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Allora... Benvenuta nelle Cheers!
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[C] «Sabato sera hai detto che non ti dispiacerebbe far parte delle Cheerleader, o sbaglio? Se veramente ti interessa… Sarebbe carino lavorarci insieme! Che dici?»
[M] In realtà della questione Cheers se ne era dimenticata, perché non pensava fosse una proposta così seria. E infatti spalanca un po’ gli occhi e si mordicchia leggermente il labbro inferiore «uhm, sì. Ho detto così. Comunque sì, ci sto» e fa spallucce prendendo un altro biscotto senza grandi cerimonie «hai già delle idee?» 
[C]  «Allora benvenuta nelle Cheers!» Esclama con un piccolo applauso, entusiasta di aver incontrato qualcun altro da torment- da coinvolgere nelle sue pazze idee. «Sophia mi ha detto che avrei potuto parlare con O’Connor e fare qualcosa per la squadra. Ma da sola non è che potessi fare molto, per questo… Ben, per questo mi sto allenando con i Tassorosso.» Si schiarisce la voce, prima di scostarsi dal viso una ciocca bionda. «Ma adesso siamo in due!» Wow, miss entusiasmo sa far apparire il due come un numero esorbitante. «Siamo sempre poche, è vero, ma… se mettessimo un annuncio in bacheca? Insomma, l’anno scorso nessuno si è filato le cheers, neanche per sbaglio, ma quest’anno ci sono un sacco di primini! E visto che tu sei una di loro… Potresti farci un po’ di pubblicità!» Esclama, annuendo sicura delle sue parole. «Insomma, se sei interessata mettiamo questo annuncio e reclutiamo gente. Poi parliamo col prof e vediamo se l’anno prossimo possiamo riaprire il club. Che poi sarebbe perfetto, perché a quanto mi ricordo si può partecipare dal secondo anno in su.» e reclutando primini, con l’età sarebbe perfetto. «Come ti pare? Ci stai?»
[M] Gli occhi blu sono tutti per Cheryl e il suo discorsetto pieno di entusiasmo. Non dice niente fino a che non le chiede che ne pensa «per me va bene» dice con molta semplicità «ma metto subito in chiaro alcune cose» aia «io sono antipatica la mattina, cioè che tipo non parlo molto e se parlo dico cose cattive» e qua lo sguardo è abbastanza serio «e so che ci sono degli allenamenti mattutini… quindi penso sia giusto che tu lo sappia» e che venga a svegliarla visto che dorme come un sasso fino all’ultimo, ma questo ancora non glielo dice, tanto si parla del prossimo anno.
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[C] «Vabbè, per ora non è un problema la cosa della mattina, potrei venirti a svegliarti io!» Con tanto di biscotti per addolcirla. «Per la cosa delle cattiverie…» E che ne sa lei «Boh penso basti stare zitta.» O no? Lei poi è quasi sempre allegra e gentile, quindi questi problemi non se li pone proprio.
[M] «Ma quindi iniziamo già da quest’anno io e te anche la mattina?» l’incubo della mattina. Scusala Cheryl è che è un pensiero fisso. Poi prende di nuovo la tazza in mano e fa un lungo sorso senza abbassare lo sguardo da quello della secondina. 
[C] Ed è proprio quell’okay a spingere la secondina a tendere la mano verso la concasata, come a sigillare quell’accordo. Perché si, ormai ci sono dentro in due, e Cheryl mica l’avrebbe lasciata lì, senza andare a tempestarla di domande e proposte. Ma non sarebbe stato terribile, alla fine mica l’aveva costretta a partecipare. «Allora possiamo più o meno dire che il club c’è!» Le dice, esaltata. «Spero che la nostra collaborazione vada avanti fino… Fino al mio settimo anno.» Che ottimista, oh. «E poi se riusciamo a battere la squadra dovremmo essere i migliori, assolutamente. A loro piace chiamarci Corvosecchia? E gli dimostreremo che i Corvonero riescono perfettamente in tutto.» Lancia uno sguardo d’intesa alla ragazza, ma dura solo qualche istante, prima che torni a prendere la sua aria innocente. «La mattina? Ma credo non sia il caso. Visto che a te non piace svegliarti presto, ci alleneremo di pomeriggio.» Le dice, risoluta. Alla fine, mica è quello il problema.
[M] Maegan afferra la mano dell’altro senza pensarci tanto e dice «okay» con un sorriso furbetto sul volto. Ridacchia davanti all’entusiasmo di Cheryl, si vede che è nata per fare la Cheer. «ti pentirai di aver scelto me da portarti avanti fino al settimo anno!» e lo dice ironica ovviamente, perché la bimba egocentrica com’è pensa di essere la migliore scelta che si possa fare. Storce un po’ il naso quando sente il termine Corvosecchia, perché lei NON è una corvosecchia e sta anche pensando di tatuarsela in fronte questa frase. «beh ovvio che poi si vince» insomma scontato «non possiamo farci battere poi da Emile» e lo dice convinta ma divertita. Lo sguardo d’intesa che le lancia Cheryl la fa sorridere e la fa sentire a suo agio. «MENOMALE!» e qui usa un tono di voce decisamente più alto ed è visibilmente soddisfatta del non allenamento al mattino. Sarà un problema della Maegan del futuro. Ottimo. Finisce il tè rimanente nella tazza, si alza e guarda Cheryl «Allora ci aggiorniamo per il cartello» prende la scatola con i biscotti «e grazie!» per i biscotti? Per le cheers? Per tutti e due? Non è dato sapersi.
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Capitolo 13 
Rosa dei Venti
Chiusi gli occhi e mentre con le mani disegnavo in aria il simbolo del vento recitai queste parole: 
“Vento del Nord freddo come la mezzanotte 
Vento dell’Est caldo delle dune d’Oriente
Vento del Sud caldo come il sole a mezzogiorno 
Vento dell’Ovest fresco che vieni da Ponente 
invoco la vostra forza in mio aiuto”
Concluso di pronunciare l’ultima parola spalancai le braccia, come se lasciassi libera una forza trattenuta fino a quel momento. 
Quasi immediatamente percepii l’arrivo dei quattro venti che mi circondavano per poi roteare tra loro davanti al mio sguardo entusiasta e venire come risucchiati da una forza, proprio al loro centro, che ben presto si manifestò anche fisicamente. 
Si trattava di una fata dalla chioma castana che indossava un vestito lungo del colore del Sole e possedeva due ali imponenti.
Mi guardò un po’ spaesata e mi chiese perché mai l’avessi invocata.
Io le risposi che avevo invocato i quattro venti, non una fata e lei scoppiò a ridere continuando a scrutarmi, per poi tornare seria e dirmi quasi a tono di rimprovero: “cioè tu davvero non sai chi sono? Assolutamente ridicolo, senti signorina mai sentito parlare di Rosa dei Venti”
Io annuii.
“Ebbene ci stai parlando proprio ora, sì sono la sola e unica Rosa dei Venti, a mio confronto anche Madre Natura si sente inferiore”
Io pensai: “wow quanto se la crede, sembra Audrey Bourgeois di Miraculous, ci manca solo che mi dica sei licenziata” e mi venne da ridere a quel pensiero.
Così Audrey, cioè ehm scusate Rosa dei Venti, si rivolse a me con fare spazientito: “allora si può sapere per quale grave motivo mi hai chiamata?”
Io quasi imbarazzata le spiegai delle chiavi degli Elementi e lei mi rispose con tono freddo:
“sul serio tu hai chiamato me, Rosa dei Venti, per sollevare delle chiavi magiche?!”
A quel punto stavo per perdere la pazienza con questa fata so-tutto-io, ma tenni a freno i nervi e con calma le dissi che ciò di cui avevo bisogno non era sollevare le chiavi, bensì che i quattro venti fluissero all’interno delle rispettive chiavi.
La fata allora acconsentì solo per poter così tornare a svolgere compiti, a parer suo, molto più seri di questa pagliacciata.
Quindi mentre io aprivo ogni scatolina, Rosa indirizzava ogni vento all’interno della sua chiave.
Dopo che anche l’ultima chiave venne caricata di energia, tutte quattro si sollevarono dalle scatoline e si posizionarono rispettando la forma della Croce degli Elementi, per poi fondersi l’una con l’altra formando, tra mille fasci di luce colorati, una sola chiave con tutti gli elementi delle altre.
Io sussultai e balbettai: “mi- mica è la fa-famosa Pietra Filosofale?!”
E Rosa, senza scomodarsi tanto, disse: “certo che lo è, ed è assolutamente ridicolo che sia destinata a te. Comunque il mio lavoro qui è finito”
Io stavo per ringraziarla, ma troppo tardi già era andata via in un soffio di vento.
Impugnai con delicatezza quella chiave così speciale sapendo quanto fosse importante e successe una cosa davvero inaspettata.
Nel mio spirito sentii fluire tutti gli Elementi e la cosa inizialmente mi spaventò molto, ma ricordai le parole dell’Oracolo: non avere paura.
Allora feci un respiro profondo e lasciai espandere dentro di me tutta quella energia, non avevo mai avuto un potere così forte nelle mie mani e a momenti mi sentivo svenire, eppure la stessa forza, che nel giardino del mondo reale quel pomeriggio mi aveva spinto a proseguire con gli esperimenti magici, ora mi stava spingendo a resistere a tutto quel potere.
Mi concentrai sul pensiero di far fuoriuscire un Elemento alla volta.
Iniziai ovviamente con l’Aria e un vento forte scosse i rami della Grande Quercia.
Poi mi concentrai sull’Acqua e quella del ruscello formò quasi un mulinello.
Mi stavo sentendo più leggera, così proseguii con la Terra e ci fu una leggera scossa di terremoto.
Infine mi concentrai sull’Elemento di cui avevo più timore: il Fuoco e lentamente sui palmi delle mie mani si formarono delle piccole fiammelle, che spensi immediatamente soffiandoci sopra.
L’Oracolo, che aveva seguito tutta la prova appollaiato su un ramo della Grande Quercia, esultò: “bravissima Vit! Non solo sei riuscita a sopportare quella egocentrica di Rosa dei Venti, ma sei riuscita anche a dominare tutti gli Elementi, perchè devi sapere che per essere un Guardiano bisogna essere pronti ad ogni evenienza naturale: un incendio, un maremoto, un terremoto o una tromba d’aria. 
E ora ecco la seconda parte della formula che ti sei davvero meritata:
“Sì son certo di questa decisione,
anche se questo luogo l'ho sempre immaginato come rifugio dai dispiaceri e le delusioni della vita.
Come un luogo nascosto tra le righe del mio diario segreto.
Un luogo dove la fantasia è anche realtà”.
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alicollino-blog · 4 years
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Sono in sere come queste che mi sale la malinconia,  quando la serata è finita, sei sola con i tuoi pensieri e l'alcool che hai in corpo ormai se ne sta andando;  a poco a poco riaffiorano tutti i brutti pensieri che ti occupano la testa di solito e tu ti senti sprofondare sotto di loro.
Pensare a te mi fa male lo ammetto, pensare che tu in questo momento non mi stia affatto pensando mi fa male altrettanto , vabbè ovvio tu lavori, hai pensieri più pesanti e importanti, ma fa male lo stesso; tu mi fai male, anche se non te ne accorgi, o forse ne sei consapevole e semplicemente lo ignori.
Ma tu Hai un potere troppo forte su me, mi hai rubato il cuore e ora lui non vede altro che te. Sei la prima persona che mi ha fatto sentire bella, perché si, con te mi sentivo la più bella del mondo, sentivo di essere grande e fortunata. Inizialmente ero scettica, ma poi mi hai stregata con il tuo carattere d'oro, perché , anche se mi hai fatto, e mi fai soffrire  come un cane tu sei una persona d'oro, lo so e l'ho sempre saputo, forse è per questo che non riesco ad odiarti.
Sei il più bello per me, io avevo e ho tutt'ora occhi solo per te da giugno; che posso dire ulteriormente, beh, ti ho nel cuore, sempre e comunque. Non vorrei essere egocentrica ma penso che se a qualcuno piacessi io come tu piaci a me mi sentirei una persona molto fortunata; vorrei che ricordassi anche che io ti avrei dato il cuore, sai come sono fatta, avrei messo tutta me stessa in quella relazione. La cosa che mi fa più male è che non è mai realmente finita tra di noi, sappiamo entrambi che c'è un sentimento da parte dell'altro ma lo ignoriamo  e non si combina mai niente.
quando tu dopo le serate mi riaccompagni a casa ormai al mattino  e ci guardiamo negli occhi, ecco quello per me non ha prezzo, passerei il resto del tempo così, con te. Quando eravamo insieme a volte stavo zitta, ero coricata sul tuo petto e tu mi dicevi"perché non parli? " e io ti facevo" voglio solo godermi questo momento " perché si, per me quei momenti avevano un valore inestimabile e ora penso che non me li sia goduti abbastanza.
Tutte queste cose io vorrei avere il coraggio di dirtele, forse allora mi sentirei davvero libera e potrei riuscire ad andare avanti, perché ora mi sento ancora intrappolata dentro il tuo ricordo.
Hai la capacità di influire sul mio umore, sui miei programmi per il giorno, sui miei comportamenti. Sei ovunque, eppure non sei al posto più importante, quello vicino a me; non sei qui ora, non sei qui quando ho bisogno, non sei qui quando vorrei soltanto che tu lo fossi. Capisci ora che cosa mi fai? Capisci il sentimento che provo per te? Mi divori e mi uccidi lentamente
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still-a-sketch · 5 years
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08 giugno 2019
Avete presenti tutti gli impegni di cui vi ho raccontato nello scorso post? Ecco.
AH-HA guess who has just passed a shitty day. Okay, in realtà probabilmente sarebbe potuto andare molto molto peggio. Tipo, in questo momento sarei potuta essere DAVVERO quella festa alla quale sarei dovuta andare. Cioè, dovevo fare una cosa figa per una performance, ma la realtà è ne avevo voglia zero e sarei andata solo per non perdere gli “agganci” con queste persone. Si dà il caso però che l’altra ragazza che avrebbe dovuto lavorare con me “in coppia” abbia dato buca, e che quindi io come scenografia vivente da sola risultassi inutile. Dunque eccomi qua, a bere tè e riflettere sui perché della vita.
Il Florence Fun and Japan? Un mezzo incubo. Non per la fiera in sé, chiariamoci: anche se era piccolissima non si poteva dire facesse schifo (oddio, insomma). Il problema è stato, come al solito, con le altre persone. Essendo una fiera molto piccola non mi interessava in realtà molto per la fiera in sé, quanto perché due ragazze di Arezzo che ho conosciuto tramite il cosplay ci sarebbero andate ed avrei così potuto rivederle. Il problema? Il fatto che una delle due si fosse portata dietro altre sei persone. Che, per carità, erano persone carinissime... ma non è il tipo di situazione che riesco a tollerare. Non riuscivo a sentirmi inclusa, e per quando con Jodie (questa ragazza) io sia stata bene non riuscivo a sentirmi a mio agio. Fossimo state solo io e lei sarebbe stato top, ma così... parlavano di personaggi che non conosco, ship che non conosco. E non è che questo sia malvagio in sé, se solo io fossi la persona che riesce ad interessarsi e chiedere ad esempio di farsi raccontare un determinato manga/anime.
Ma non sono quel tipo di persona. Sono il tipo di persona che in queste situazioni si sente montare l’ansia e si chiude a riccio, quel tipo di persona che vorrebbe essere da tutt’altra parte e che inizia a pensare a dei modi per fuggire che non risultino maleducati. E mi è dispiaciuto un sacco per Felix, che è arrivata invece verso le 14, perché stavo già talmente male che nell’arco di quaranta minuti ho inventato che mio fratello era rimasto chiuso fuori casa e dovevo andare a portargli le chiavi (casa mia sta ad un’ora e mezza dal posto in cui ero, geniale proprio come scusa direi). Inoltre anche lei era con una sua amica, ed io davvero non ce la potevo fare. Non era un semplice disagio, stavo proprio male.
(continua)
Morale della storia: sono andata via un’ora prima. Per fortuna questo non mi ha impedito di passare del tempo con un fotografo che mi ha tipo accalappiata per farmi delle foto in cosplay, e siamo andati in giro per il parco a fare qualche scatto. Posare per le foto è una delle cose che mi piace di più, anche se mi rendo conto che può farmi suonare abbastanza egocentrica e narcisista. Chi mi segue da un po’ sa che sono tutto fuorché quello... però è oggettivo: mi fa sentire bene. Ho provato qualche volta a contattare qualche agenzia per modelle, ma ho sempre beccato fregature che finivano per chiederti dei soldi e non era quello che un’agenzia seria fa. Poi, con l’accademia, ho smesso del tutto di avere tempo e soldi per dedicarmi a questa ricerca. Però se ho un bel cosplay, ecco, non mi dispiace affatto mettermi davanti all’obiettivo. In realtà anche questo potrebbe essere semplicemente un modo per sentirmi apprezzata, ma se vogliamo vedere tutto in un’ottica malata allora finiamo per essere mia madre.
Felix è veramente un tesoro, e tengo tantissimo a lei. Sa del mio problema, perché gliene ho parlato tempo fa in non mi ricordo quale contesto. Anche lei mi ha rivelato un suo segreto: è affetta da alopecia. Questo non mi impedisce di pensare che, nonostante indossi costantemente una parrucca, sia una delle ragazze più belle che io abbia mai visto. Tutti voi che leggete e che avete qualche malattia come vitiligine, alopecia o simili... sappiate che questo non inficia la vostra bellezza. Solo perché qualcosa in voi vi differenzia dallo stereotipo di bellezza socioculturalmente determinato odierno non significa che non possiate essere belle lo stesso. Non posso sapere cosa si provi, ma posso dirvi da osservatrice esterna che se ti interessa conoscere una persona, questi dettagli possono essere anche visibilissimi ma semplicemente smetti di vederli come strani. L’altra persona è solo una persona a cui tieni, punto. Anzi, una persona che puoi anche ritenere molto bella, come Felix per me.
Tornando a me (wow, quanta importanza che mi do), le prossime settimane saranno abbastanza un incubo. Un incubo in positivo ma un incubo, soprattutto nelle prime settimane di luglio.
Mercoledì avrò una lezione aggiuntiva in accademia (e, prima, la visita dal mio psichiatra, yolo). Giovedì avrò l’incontro con una dei tutor della scuola di lingua alla quale mi sono iscritta (e, prima, la visita dalla mia psicologa, yolo). Inoltre ai miei per ora nemmeno ho detto di essermi iscritta. Sono restata sul vago, dicendo che “ci sto riflettendo ma devo valutare alcuni fattori”.
La settimana dopo ho le prove e le riprese di un corto che ho scritto per l’accademia, cosa che fa parte del nostro programma di studi. L'ultimo fine settimana di giugno avrò sia il concerto della mia scuola di musica sia il Chimera Comix ad Arezzo... e poi inizia la parte divertente.
La prima settimana di luglio avrò non solo il workshop in accademia da martedì a venerdì (dalle 10 alle 15 -> sveglia presto tutte le mattine per prendere il treno delle sette e mezza), ma quasi tutti i giorni ci saranno anche le prove e/o le riprese di altri corti (non scritti da me, ma ai quali partecipo come attrice).
Il 6 luglio avrò le riprese di alcune scene della serie che inizieremo a girare con la mia accademia. Una serie professionale, non una cazzata da studenti. Per il momento non vi posso dire molto, ma è ispirato ad un mondo magico ed io sarò la bad girl della situazione (a meno che non decidano di stravolgermi l’arc del personaggio nel corso delle varie puntate). Le riprese inizierebbero alle 9, questo vuol dire che per forza di cose venerdì dovrò fermarmi a dormire a Firenze poiché altrimenti non riuscirei mai ad arrivare in orario... e su un set serio o arrivi in orario o ti cazziano male (se ti va bene, altrimenti ti sostituiscono).
La settimana dopo avrò nuovamente il workshop da lunedì a venerdì... e probabilmente venerdì stesso, senza passare da casa, prenderò il treno e salirò a Novara per il fine settimana. Si tratta di un progetto lavorativo MOLTO importante, del quale però al momento non posso svelare niente. Non manca molto al giorno in cui potrò farlo, ma sono tenuta per contratto a tenere la bocca chiusa. Sappiate solo che è un progetto per il quale sono veramente emozionatissima.
After that l’impegno successivo è il Rimini Comix, al quale andrò da venerdì a domenica (andando via probabilmente domenica mattina). Porterò il cosplay di Nancy della terza stagione di Stranger Things, e non vedo l’ora. Sarò assieme ad un cosplayer abbastanza famoso, che già a Lucca Comics mi ha fatto da Mike. Lui è davvero una personcina preziosissima, e spero tanto di non stare una merda come è successo oggi.
Se ci si fa, il weekend dopo si va alla Festa dell’Unicorno a Vinci. Ed agosto, beh... ciò che farò ad agosto fa parte della big surprise.
Insomma, molti leggendo potranno dire ODDIO CHE FIGATA DI VITA CHE HAI ma AHAHAHAHAHAHAHA magari. Vi ho detto che sarebbe stato un inferno paradisiaco/paradiso infernale, no?
Immaginate una ragazza che soffre patologicamente di ansia. E non “perché lo pensa”, ma perché le sono state diagnosticate ansia e depressione. Mettete questa ragazza in una situazione in cui deve programmare ogni cosa con giorni, se non settimane, di anticipo; una situazione dove potenzialmente ogni cosa potrebbe cambiare e sfuggire dal suo controllo, dove ci sono giorni in cui nemmeno lei sa come farà e programmi che la entusiasmano e terrorizzano allo stesso tempo. Ponetele ora addosso, oltre a tutto, un disturbo alimentare che la limita in qualunque situazione sociale e che talvolta la manda fuori di testa. Un disturbo alimentare prepotentemente radicato, con cui la ragazza è in continuo combattimento ma che non riesce mai a debellare perché lei stessa ha paura che esso se ne vada.
Vi sembra sempre una figata? Perché ammetto che tutte queste bellissime cose mi fanno anche paura. Inoltre ci sono eventi della mia vita “personale” che nemmeno oggi ho scritto (un ragazzo conosciuto mesi fa che si è rivelato un cretino e che si sta rivelando sempre più cretino, quello che la mia psicologa mi ha detto l’ultima volta, varie ed eventuali). Cercherò di scriverlo domani, dato che non ho particolari programmi per la giornata... ed indovinate un po? Pure questo mi mette ansia, perché passare un intero giorno con i miei è una sorta di incubo. Non scordiamoci oltretutto che mia mamma mi ha preannunciato di volermi parlare, frase che mi fa venire voglia di scappare nei boschi ed unirmi ad una famiglia di volpi con cui passare il resto della mia esistenza.
Bene ma non benissimo.
Chiedo perdono se è un po’ lungo. Dato che a quest’ora la maggior parte delle persone normali sono a fare bisboccia (compreso mio fratello, che di anni ne ha cinque meno di me) posterò questa pagina di diario sia adesso che, rebloggata, domani mattina.
Dunque sweet dreams, oppure sweet morning.
Ed ogni volta che ne avrete bisogno, rileggetevi il paragrafo in cui parlo di Felix.
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Io che vivo oltre le passioni
Oggi sono cinque anni. Cinque anni da quando è iniziato tutto. Da allora ne ho fatti di progressi. Certo, la reclusione non è cosa facile. O almeno - come dico quando mi dedico alla filosofia delle angosce al cospetto del mio Spathiphyllum e del mio Ficus Benjamin - “non è cosa da tutti”.
Fuori c’è il mondo che brulica confuso, che somma una parola dietro l’altra senza concedermi la gentilezza di poter comprendere. Qui, nella penombra del controllo, c’è solo la verità del mio pensiero: da cinque anni ho preferito la mia sola essenza, che poi è l’unica verità vera, fortificata dalle minuzie dell’Ordine.
Insomma, lungo tutta la vita ci parlano di empatia, ascolto, immedesimazione. Condivisione, solidarietà, amore. Ma insomma, siamo onesti, chi mai pratica tutto questo? Noi tutti, tutti, viviamo una vita in soggettiva, e giocoforza l’unica realtà esistente è la nostra: quella percezione egocentrica che è sola, unica fonte di verità. Beh, sto andando sul filosofico e non mi piace. Dico solo che l’unica verità vera sono le regole che ci diamo.
Ecco, in cinque anni - come accennavo - ne ho fatti di progressi, su questo fronte. Tutto inizia già il primo mattino (a lungo, mi sono svegliato presto) quando dedico le due ore a ridosso della colazione al primo controllo. Quello di tale momento della giornata è del tutto peculiare rispetto ai controlli successivi: già sicuro, attento come gli altri, il controllo mattutino ha in più però la bellezza del sonno di cui è ancora intriso. Carico com’è d’una dimensione gradevolmente onirica, appare capace di infondere speranza per il giorno che viene e, al contempo, una grandiosa pace.
Si inizia con quel tappeto del soggiorno il cui bordo va posto inesorabilmente a 3,5 centimetri esatti dal mobilio, perpendicolare così da segnare uno spazio parallelo alle assi del parquet. Poi ovviamente c’è la sistemazione dei cuscini sul divano, due a due abbinati per colore, e l’aggiustamento dell’ordine delle suppellettili sul piano cottura. Questi oggetti nascondono quella magia che solo chi è come noi può comprendere: strumenti comuni come teiere e oliere, purtuttavia non usati per ciò che volgarmente varrebbero. Piuttosto, mimano la vita vera: sono falsi articoli d’uso trasfigurati in feticci senza anima, utili solo a fingere quella vita vera che io - orgogliosamente - ho espulso da me cinque anni fa.
C’è poi il letto da rifare (e lì il posizionamento richiede altro tempo e altra meticolosità) per poi giungere finalmente alla colazione, che implica - ahimè - sempre del disordine, presto però recuperato con il lavaggio delle stoviglie impiegate (ho imparato a usarne il meno possibile). In ultimo, c’è la catarsi: la pulizia del pavimento dalla briciole, segni di un corpo disattento che nonostante gli sforzi continua a resistere quale effetto indesiderato di un’anima ipertrofica.
Lo sfiancamento fisico e mentale prende così il sopravvento già alle 8.30 circa: ma è normale, è il prezzo da pagare per una quiete morale finalmente tornata attraverso ritualità sacre. In fondo questi cinque anni di Ordine sono il giusto controcanto a ciò che sta là fuori. Io lo chiamo “l’incomprensibile”: è il mondo degli alieni che vivono e corrono, si amano e si toccano, parlano e si comprendono con uno sguardo. Un orrore che, negli anni, da paura si è trasformato, tra le pareti damascate di qui, in totale e pacifica indifferenza. Qui tutto è ordine e bellezza, ma è soprattutto silenzio di passioni folli e inutili che ora, finalmente, sono soltanto un risibile ricordo.
Ci saranno però altre occasioni per parlarvene. Ora vi lascio alla vita, e torno ai miei affari.
Vostro,
DLBF
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Ho trovato il blog di un mio ex ragazzo su tumblr. Anzi, si è lasciato trovare, diciamo: qualche giorno dopo Natale mi arriva notifica di un nuovo lettore nella mail, vengo qui su Tumblr, controllo il profilo e capisco che è lui. Lo contatto e gli chiedo gentilmente di non leggermi, perché mi infastidisce dal momento che so quello che pensa di me. Prima mi aggredisce dicendomi che mi drogo, e che durante le feste ho bevuto troppo e che non è vero che mi legge. Allora io faccio una foto allo schermo e al suo ‘follow’ e repentinamente cambia idea, finalmente mi crede e poi mi comunica che dev’essere stata la sua nuova fidanzata. se questa versione è vera, è problematica per più motivi: - perché la sua fidanzata sa come trovarmi su tumblr? aiuto - perché lui lascia il controllo dei suoi profili alla sua fidanzata? aiuto alla seconda boh, di questo mi interessa poco, quello che però ha scatenato la mia curiosità di egocentrica mai pentita è andarmi a leggere il suo blog. Post sulla letteratura, sui libri letti, sulla propria vita, la laurea, la fidanzata nuova, ecc ecc, una vita che mi pare scorra serena, tranquilla, con molto pensiero dietro (non particolarmente originale, ma vabbé) e poi, ta-dan!, arrivo a quello che cerco. I POST SU DI ME. sì, mi interessavano di più quelli, che ce posso fa’, oh. E sul mio conto, il mio buon ex ragazzo si scatena come un toro scatenato: insulti su epiteti su aneddoti riportati male su altri insulti conditi da “ma vergognati”. è stata un’esperienza formativa e per rispetto della sua privacy non riporterò stralci veri e propri di ciò che vi era scritto: è stato formativo perché da tanto tempo speravo di avere le prove di aver fatto bene a lasciarlo (sì, per SMS come ben si ricorda). Non che avessi altri dubbi, ma almeno mi erano rimasti bei ricordi insieme.  E invece, grazie alle sue invettive al vetriolo, ho scoperto che i bei ricordi sono andati a farsi friggere, quando penso a lui ormai ho solo un’incazzatura montante e sono finalmente persuasa del fatto di aver sprecato un tot di tempo a stare con ‘sto ragazzo. Quindi, grazie Stefano, mi hai tolto davvero ogni dubbio del fatto che insieme facevamo schifo come coppia. Poi è divertente perché ha un arsenale di belle parole per me che Andrea Scanzi levate proprio, tipo: - PUTTANA - ignorante, stupida, razzista politically correct - “scema”, nel contesto “come ho fatto a stare tutto quel tempo con quella scema” - pseudo-scrittrice - “spugna stronza” (questa è bellissima come immagine) - possidente borghesotta del cazzo - ma vergognati (ripetuta un po’ di volte) e poi frasi più involute, con stacchi di pensiero da vero intellettuale à la Hemingway.   Sento la libertà di scrivere tutto qua perché mi ha giurato di non essere interessato a me, e di questo mi fido: lui è solo interessato a farsi una rappresentazione distorta di me. Colgo l’occasione, casomai stesse leggendo ora, tra un mese o tra 10 anni, per dire che tu hai sofferto per la nostra rottura. E pure tanto, mi pare di capire. io no. Ciao :)
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insidesophiesmind · 6 years
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Piccola confessione scritta in maniera informale e colloquiale
(insomma, è scritta come se stessi parlando, non è da giudicare, però almeno nel titolo volevo sembrare acculturata)
Lo ammeto: ci sono delle mattine in cui mi guardo allo specchio e penso solo al fatto che vorrei accartocciarmi come una pallina di carta e buttarmi nel cestino. Ammetto anche che cerco in tutti i modi di non mostrare in giro il fatto che spesso vorrei essere invisibile. In realtà non è proprio questo il desiderio che ho; sinceramente quando mi guardo allo specchio non penso al fatto che vorrei sparire, ma desidero essere diversa, avere un aspetto diverso, non avere tutte quelle imperfezioni che vedo e sembrano moltiplicarsi come i funghi.
Certo, so bene che sono davvero poche le persone che accettano se stesse al cento per cento. Più o meno tutti desideriamo cambiare qualcosa di noi o, per lo meno, almeno una volta abbiamo immaginato come sarebbe stato cambiare quelle imperfezioni che abbiamo, ma so anche che io sono stata particolarmente incapace di convivere con l’imperfezione fin da bambina.
Non sono qui per dire che dopo diciassette anni della mia vita finalmente sono riuscita ad accettarmi perché se lo facessi mentirei anche a me stessa. Ovviamente rispetto a qualche tempo fa sono cambiate un po’ di cose; sicuramente il mio modo di reagire davanti alle imperfezioni del mio carattere e, soprattutto, del mio corpo non è più lo stesso; almeno ho smesso di tentare di azzerare tutto e ho finito di cercare in qualche modo di auto-distruggermi.
Amo la mia vita. Penso che sia fantastica. Sicuramente le persone che mi conoscono e stanno leggendo questa “cosa” si chiederanno allora perché sono così inevitabilmente lunatica e più spesso triste, chiusa, silenziosa rispetto alle volte in cui faccio i salti di gioia.
Bene, care persone, avete ragione. Non dovrei avere motivi validi per essere triste così spesso, ma, come ho scritto qui sopra, non sono brava ad accettare o anche solo convivere con quello che vedo allo specchio che non mi va a genio.
Quindi ora sono qui solo e unicamente per dire che mi sono stufata delle mie continue preoccupazioni sul giudizio degli altri che mi assillano da così tanto tempo da farmi venire la nausea, ma che, anche con tutte le mie forze, non riesco a far sparire.
Non ho un fisico perfetto, ho le smagliature, sono fragile, non sono capace di stare da sola o di sentirmi sola. Fino a qui tutto abbastanza nella media, giusto?
Faccio incubi stranissimi, penso troppo razionalmente, freno tutti i miei istinti più naturali, sono una maniaca del controllo, odio non essere la migliore in tutto quello che faccio, o creo dei drammi incredibili per qualsiasi avvenimento oppure non dico nulla; non c’è via di mezzo, sono troppo buona, dico di perdonare anche quando non lo faccio e poi perdono troppo facilmente (sembra contraddittorio, infatti lo è. Io sono contraddittoria).
Se mi sveglio con la luna storta sono intrattabile, rientro in quella categoria di persone che non sanno minimamente nascondere le proprie emozioni e poi rispondono “niente” se qualcuno chiede “ma che hai?!”, scrivo messaggi troppo lunghi e se sono sveglia durante la notte faccio arrivare otto miliardi di notifiche a una o più persone a orari improponibili, per poi scusarmi e fare finta di niente la mattina dopo. Ho il brutto vizio di non dire quello che penso e mi tengo le cose dentro fino a che non si mischiano tutte, diventano un minestrone orribile e saltano fuori dal mio cervello tutte insieme. Non riesco a liberarmi da un peso che porto da un paio d’anni e non so come gestire questa faccenda.
Sono strana, sono diversa e non so mai se vedere questa cosa come un bene o come un male.
Sono paranoica, non ammetto di avere paura a me stessa perché odio avere paura, ma faccio una testa quadrata alle persone che mi stanno intorno affinché non succeda quello che mi spaventa, continuo a ripetere che ho paura anche quando vengo rassicurata miliardi di volte.
Sono tendenzialmente anaffettiva, per il semplice motivo che ho paura di richiedere affetto e attenzioni, anche quando ne vorrei a tonnellate… di fatto penso di non meritarne.
Tendo a subire gli altri, le loro decisioni e i loro desideri e odio questo mio essere passiva, tanto che a volte affronto periodi in cui mi impongo e oppongo troppo, a tutto e tutti, come per contrastare questa mia tendenza a farmi mettere i piedi in testa che di norma ho.
Mi faccio aspettative troppo alte (ecco perché poi rimango delusissima!!) e penso che le persone si aspettino sempre la perfezione da me, anche se razionalmente so che non è vero.
Impazzisco se non faccio una cosa come voglio io, se non dico quello che volevo dire nel modo in cui lo volevo dire, se non sono come vorrei essere, se non mi comporto come avevo premeditato e sono impulsiva.
Parlo troppo quando mi sblocco e supero la timidezza e mi sento sempre egocentrica.
Nascondo segreti terribili, tanti scheletri nell’armadio che il mio guardaroba sembra il set di “The Nightmare Before Christmas”, ma, tranquilli, non ho ucciso nessuno… o almeno, non ancora!
Mi vergogno delle mie insicurezze e ho sempre paura di pubblicare quello che scrivo (sembra un film di Star Wars; “La Paura del Giudizio Colpisce Ancora”), anche se vorrei avere tantissimi lettori un giorno.
Insomma, per chi non l’avesse capito sono un bel disastro di ragazza, contorta a dire poco, quindi, per chi non mi conosce, tanto piacere, spero di non aver spaventato nessuno.
Però, dopotutto, sono io, no? Mi accetterò per intero prima o poi, che ne dite?
(Ho fatto quasi dell’auto-ironia, incredibile, di solito so essere solo permalosa… scrivere funziona davvero allora!!)
Cosa mi è appena venuto in mente? Che tutte le persone che mi sono vicine e mi vogliono un minimo di bene devono essere fatte sante!
13/07/2018
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armoniaprivata · 3 years
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Stronza! Stramaledettissima stronza! Impreco, ripensando all'ennesimo litigio di domenica scorsa, dopo il quale ho buttato fuori di casa Martina. E non me ne frega niente se sarà andata a dormire da un'amica o sotto i ponti: qui, a casa mia, non ci mette più piede, fine! Eh no non sono stronzo, ho detto che la stronza è lei, ma forse a ben pensarci lo stronzo sono io, ad esser rimasto con lei tre anni. Cavolo, tre anni! Anche se, prima di questi ultimi tre mesi, mi sembrava andasse più o meno tutto bene: ci vedevamo regolarmente sì, ma senza smania, una relazione stabile ma libera... cioè, non libero di andarlo ad infilare in ogni buco a disposizione, sia chiaro: sono monogamo io, ci tengo che si sappia. Poi, qualche mese fa la sua coinquilina si è sposata e Martina ha cominciato ad avere difficoltà a pagare per intero l'affitto, non avendo tempo di scegliere un'altra ragazza con cui dividere le spese. E io ingenuamente, altruisticamente, spontaneamente le dissi che, se le avesse fatto piacere, avrebbe potuto trasferirsi da me. Ero pure contento, quasi felice; sì, insomma, l'avevo buttata lì, ma l'idea della convivenza non mi sarebbe dispiaciuto sperimentarla. Me la immaginavo già al rientro a casa la sera, ad aspettarmi, magari indossando una mia camicia su quel suo meraviglioso corpo scolpito da insegnante di pole dance, cucinare per lei, fare la doccia insieme, sentire il suo profumo per la casa, scopare tutte le notti. E anche lei era entusiasta della mia proposta, infatti nel giro di una settimana aveva già traslocato qui da me, impossessandosi di tre quarti di armadio in camera, di tre quarti di armadietto del bagno, e di tutti gli spazi disponibili sul piano del lavabo, riempito con creme e flaconi, balsami e intrugli vari. Per non parlare della cucina: Martina è vegana, quindi quasi niente di quello che avrei potuto cucinarle sarebbe stato di suo gradimento. Così aveva stipato la cucina di ogni tipo di surrogato vegetale alternativo a carne, latte, uova. Anzi, già che ci sono: domani faccio pulizia di tutte quelle schifezze e mi faccio una bella bistecca al sangue alla griglia in onore di Martina; in onore di Martina che si è levata dai piedi, ovviamente. Eh sì, perché la convivenza che avevo tanto spontaneamente, altruisticamente, ingenuamente e, aggiungerei, amorevolmente proposto, si è rivelata un autentico disastro! Martina è pigra, disordinata, viziata, egoista ed egocentrica, tutte cose di cui mi sono accorto solo standoci a stretto contatto giorno dopo giorno. Lo ammetto, sarei passato sopra a tutte queste cose, sono più che accomodante e capisco che la convivenza comporti un venirsi incontro, essere tolleranti, scendere a compromessi. E li avrei fatti, giuro li avrei fatti. E allora? E allora mi ha tradito! Si, tradito, messo le corna, giusto per esser chiari. Con il suo ex ovviamente, che ovviamente aveva ricominciato a vedere, e che praticamente ho trovato quasi a boxer abbassati nel mio salotto mentre... "AAhhhh" impreco di nuovo sferrando un calcio al divano. Basta, non ci voglio più pensare: è sabato, sono libero, totalmente libero e stasera festeggio a modo mio questa libertà ritrovata. Stasera non ho nemmeno voglia di uscire: ho fatto scorta di birre, ho due bottiglie di ottimo rum agricole e ho appena finito di guardare tre puntate di fila di una serie tv fantascientifica che mi sta prendendo molto. Svaccato sul divano, la stanza al buio, faccio zapping distrattamente e mi ritrovo davanti, a tutto schermo, le curve giunoniche di Elettra Lamborghini che canta (insomma, canta) la sua ultima canzone. Mi alzo in piedi, con il bicchiere di rum in mano, alzo il volume a palla e ballo al ritmo latino scimmiottando il movimento dei fianchi di Elettra "musica e il resto scompare...seeee" grido a voce alta, forse sono un po' brillo ma chi se ne frega, non devo rendere conto a nessuno. A nessuno! BLIN ! BLIN ! Il cellulare vibra, si illumina ed emette il suo fastidiosissimo suono proprio mentre le ballerine stanno twerkando come se non ci fosse un domani. Sbuffo per l'arrivo di un messaggio, ma vado a vedere di cosa si tratta, certo che non possa trattarsi di Martina: l'ho, semplicemente, bloccata. Il messaggio dice: "Buonasera signor Manfredi, sono l'amministratore di condominio, nonché sua vicina di casa del piano di sotto, sono le 23,30 e giungono rumori molesti dalla sua abitazione. La invito a spegnere la TV e a rispettare le ore di riposo notturno. Cordialità" Guardo ancora le parole scritte sullo schermo: io ho una vicina di casa del piano di sotto? Boh e chi l'ha mai vista? Beh sì, certo, non abito mica da solo nel palazzo, lo so bene, ma esco la mattina presto e rientro la sera tardi, tutti si fanno i fatti loro e nei due anni che abito in questo appartamento praticamente ho conosciuto solo la mia vicina di casa di pianerottolo, che tra l'altro ci abita solo da un anno, una vecchina con micro cane a seguito, un chiwawa incarognito che ogni volta che mi vede ringhia con la cattiveria di un rottweiler. La cara vecchina secondo me passa le giornate a guardare dallo spioncino, perché la becco spesso sul pianerottolo sia quando esco che quando rientro, mi sorride e mi abbaglia con una sfilza di denti fintissimi, neanche la pagassero per fare la reclame dell'adesivo per dentiere. Poi, quando il cane comincia a ringhiarmi contro, lei esce dalla paresi facciale e mi guarda in cagnesco, come il cane. Uguale! Mah, ognuno ha le sue manie. Comunque, io l'amministratore di condominio non l'ho mai visto e nemmeno sapevo che abitasse in questo stesso palazzo, anche perché alle riunioni di condominio non ci sono mai andato. Sarà un'altra megera con cane abbinato! Rileggo ancora il messaggio: "riposo notturno?" Ma è sabato sera cazzo, ringrazia che non ho dato una festa! E riprendo a ballare come nulla fosse, mentre la musica remixata si fonde con un'altra, dal ritmo più scatenato. La canzone non giunge neanche al termine che un altro suono arriva a infastidire le mie orecchie: questa volta non è il cellulare, ma proprio il campanello di casa. E ho come il brutto presentimento che non sia qualcuno che si voglia unire al mio festino. Sbuffo sonoramente, accendo la luce del salotto e vado a vedere chi cavolo bussa a quest'ora a casa delle persone civili. Afferro la maniglia con decisione, apro e... Davanti a me c'è uno strano esemplare femminile: una donna, all'apparenza giovane, con un cappotto lungo quasi fino alle caviglie, da dove spunta una specie di pigiama....un momento ma sono unicorni rosa quelli? Strabuzzo gli occhi e continuo la mia ispezione, certo che il rum mi stia distorcendo la vista. Dunque, dicevamo? Cappotto marrone oversize, pigiama con unicorni rosa e...ok è uno scherzo: la donna unicorno indossa delle decollété rosa shocking tacco dodici! Sbatto gli occhi inebetito e sollevo lo sguardo, ma il suo non lo incrocio, perché indossa degli occhiali da sole scuri e dalle lenti grandi, i capelli ribelli raccolti malamente sulla nuca. Questa tipa non sta bene, poco ma sicuro, e ha certamente delle strane intenzioni, perché incrocia le braccia al petto sbuffando e battendo ritmicamente un piede sul pavimento del pianerottolo. Ci manca solo che esca la vecchina con il chiwarottweiler e il circo è al completo. Ma siccome sono una persona educata faccio l'educato: "Buonasera, si è persa?" "Persa? Perché mai dovrei perdermi?" risponde la donna unicorno continuando nel suo ticchettio spazientito. "Non so, forse ha smarrito la strada di casa e cerca indicazioni?" "Ma io sono già a casa, signor Manfredi" sbuffa, sarcastica. "A casa di chi, prego?" ora sono io a mettere la mani sui fianchi preparandomi a sentire un'altra cazzata. "Sì, insomma" spiega la tipa "non nel senso che casa mia è casa sua; intendevo che abitiamo nello stesso palazzo. Le ho mandato un messaggio poco fa: sono la sua vicina del piano di sotto" "Eehh?" Ok, questa non me l'aspettavo, la osservo di nuovo e poi sbotto: "ma lei non è vecchia!" Come in risposta a un magico richiamo l'altra porta sul pianerottolo si spalanca e appare la vecchina in vestaglia e chiwawa in braccio che ci osserva torva ed esclama: "Che succede qui?'" La donna unicorno si volta, si avvicina alla vecchina e di nuovo mi stupisce rispondendole, amabile: "Non è nulla zia Priscilla, sono io, Susanna. Devo scambiare due parole con il signor Manfredi, che mi stava gentilmente facendo accomodare. Vai pure a letto, zia" Zia Priscilla, rincuorata dalla nipote, le sorride smagliante, poi però a voce bassissima, ma non abbastanza perché non possa sentirla dalla mia posizione le mormora, riservandomi a distanza uno sguardo torvo: "Va bene Susannina, vado a letto, ma fai attenzione a quel tipo, è da un po' che lo tengo d'occhio e mi sembra poco raccomandabile. Non è che vuoi portare con te Roxi per difesa?" e fa per porgerle il chiwawa, e un brivido mi percorre la schiena all'idea che la bestiolina possa entrare in casa mia. "No, zia Priscilla, è tutto ok. Buonanotte" risponde Susannina spingendo zia Priscilla dentro il suo appartamento e si volta solo dopo che è sicura che la porta si sia richiusa per bene. "Le consiglio di farmi entrare" si rivolge a me sussurrando vagamente minacciosa "perché zia Priscilla è senza ombra di dubbio dietro lo spioncino a vedere cosa ci facciamo ancora qui sul pianerottolo, e se entro dieci secondi non mi fa entrare sicuramente riapparirà". E comincia a fare un countdown con il labiale, e un altro con le mani aperte davanti al petto, dove ad ogni secondo inesorabilmente le dita, dalle unghie perfettamente laccate nello stesso rosa shocking delle scarpe, si chiudono sul palmo. Otto, sette sei: che faccio? Cinque, quattro, tre...ok non so quale sia il rischio peggiore ma spalanco la porta di casa mia e, a voce più alta del normale esclamo: "Ma prego si accomodi, Susanna" accompagnando le parole con un gesto plateale di benvenuto e la suddetta, con tutti i suoi unicorni rosa annessi supera la soglia di casa, che prontamente chiudo alle sue spalle, togliendo a zia Priscilla l'ultimo spettacolo serale prima della nanna. "Bene, a cosa devo il..." "Signor Manfredi" Susanna mi interrompe prontamente rovesciandomi la sua paternale come un fiume in piena e agitandomi davanti al naso un ditino smaltato "le ho inviato un messaggio pregandola di abbassare il volume del televisore: ho avuto una settimana che definire pesante è poco, è quasi mezzanotte e, soprattutto, il regolamento condominiale vieta rumori molesti dopo le ore 23" Io, investito da una tale raffica di parole, taccio, sorpreso ma... lo ammetto, questo fare da maestrina mi provoca pure uno strano sussulto ormonale, che buffo! Quindi è davvero l'amministratore di condominio, senti senti: altro che vecchia megera! Però la tipa rimane comunque strana e infatti, rimasto temporaneamente a corto di parole, abbasso lo sguardo, massaggiandomi pensieroso la nuca, e incrocio di nuovo le decollété rosa shocking che indossa sopra al pigiama e davvero questa cosa è così curiosa che sto per chiederle... "Non uso pantofole" "Eh?" rispondo io, stupito "Si starà chiedendo perché indosso le scarpe sopra al pigiama" mi spiega, pragmatica e professionale come stesse descrivendo i risultati trimestrali dell'ufficio marketing "A casa ho il riscaldamento a pavimento, quindi mi piace camminare a piedi nudi e non uso pantofole. Ero già a letto ma non riuscivo a dormire per via dei rumori che provenivano dal suo appartamento, perciò ho infilato il primo paio di scarpe che mi sono capitate a tiro e sono salita da lei" Il ragionamento non fa una piega, e di nuovo sento uno strano caldo formicolio lungo la colonna vertebrale, e più giù, dove il mio "amico" dà segni di interesse. "Sta' buono" gli ordino "tu che c'entri adesso?" Ma Susanna ha ripreso a ticchettare spazientita la scarpa sul pavimento, ed è chiaro che sta aspettando la mia spiegazione e le mie scuse per non aver rispettato il famigerato regolamento condominiale. Ce l'ho una scusa plausibile - considerato che volevo farmi i fatti miei in santa pace e passare una serata finalmente da solo? Ho un'illuminazione e decido di giocarmi, teatralmente, la carta della sincerità. Assumo quindi la faccia da cucciolo bastonato (sono un bastardo, lo so - stronzo no ma bastardo sì) e le dico, con tono di voce dimesso: "Sono desolato Susanna, non era mia intenzione ma vede..." e comincio a trasformare i lineamenti del mio viso in una maschera tragica "sto attraversando un brutto momento, la mia relazione sentimentale è stata interrotta, in poche parole la mia ragazza mi ha lasciato e..." e sto quasi per singhiozzare se non fosse che le spalle di Susanna cominciano a sussultare vistosamente, ed è lei che comincia a singhiozzare, prima sommessamente, poi in modo sempre più scomposto, fino a quando con una mano solleva gli occhiali, per portare l'altra mano agli occhi e svelare il motivo delle lenti scure: santo cielo, un panda rosa! Susanna ha gli occhi truccati di rosa, colore che sposerebbe benissimo con gli occhi nocciola che ho intravisto, se non fosse che l'eyeliner e il mascara sono tutti sbavati come in due grandi occhiaie nere tipo panda, segno che le lacrime di ora non sono le prime della serata: ha già pianto, e copiosamente! Se c'è una cosa che mi smuove nel profondo è vedere una donna che piange; il pensiero poi che sia io a farla piange mi è intollerabile, però non credo davvero di aver fatto qualcosa per provocare queste lacrime. E ora che faccio? Susanna piange scompostamente e tra le lacrime dice: "Anche tu? E' terribile, terribileeee" biascica tra i singhiozzi, tanto che mi decido di tentare di darle un minimo di conforto appoggiandole una mano sulla spalla e invitandola ad accomodarsi sul divano, per poi porgerle la scatola dei kleenex poggiata sul tavolino di fronte. Mi siedo accanto a lei, a debita distanza, mentre Susanna afferra i fazzoletti e si soffia sonoramente il naso, poi con un altro prova a tamponare il lago che esonda dai suoi occhi (tra l'altro, che belli, cavolo!). Tra un singhiozzo e l'altro mi rivolge gli occhi lucidi, dicendomi: "Anche tu sei stato lasciato dalla tua ragazza? Oh, è una cosa terribile, ti capisco, ti capiscooooo...." e torna a inzuppare il fazzoletto. Quindi sta piangendo perché è stata lasciata dal suo uomo, beh mi dispiace. Pensare che io, per lo stesso motivo, stavo festeggiando! Ma a lei non posso dirlo, anzi devo reggere la parte, così magari non tornerà più sull'argomento regolamento condominiale. Assumo di nuovo la faccia da cucciolo smarrito e mi accosto un po', rincuorandola "Beh, si, è stato un duro colpo, dopo tre anni, e avevamo appena cominciato a convivere che..." ma questa notizia scatena un nuovo diluvio di lacrime. "Anche noi avevamo cominciato a convivere da poco e poi..." poi spalanca gli occhioni e mi guarda, seria "ce l'ha qualcosa di forte?" Capisco che voglia qualcosa di alcolico e, senza pensarci, le porgo il bicchiere di rum che stavo gustando fino a poco fa. Susanna afferra il bicchiere e lo porta alle labbra (che belle labbra, piccole e carnose come un bocciolo). Però dopo averlo assaggiato fa subito una smorfia e mi restituisce il bicchiere. "Ma a lei piace questa roba?" commenta accompagnando il tutto da una smorfia deliziosa. "Beh si, è un ottimo rum agricole invecchiato dodici anni, lascia un sapore caldo e avvolgente in bocca" e così dicendo ne bevo un sorso. "Caldo e avvolgente in bocca?" mormora Susanna e, un istante dopo, senza nemmeno darmi il tempo di capire perché e per come, si slancia verso di me, appoggia entrambe le mani sul mio viso e mi travolge con un bacio. Ma non un bacio e basta: Susanna si è letteralmente tuffata sulla mia bocca e la sua lingua prontamente si sta facendo spazio a cercare la mia, la trova, la circuisce, la intreccia alla sua, esplorando tutta la mia bocca come fosse assetata e affamata. E io, benché stupito da questa assurda mossa poso d'istinto il bicchiere, immergo le mani nei suoi capelli e rispondo al bacio saziando la sete della sua lingua e la fame della mia, lasciandomi travolgere da una sensazione di piacere indecente, considerando che sto baciando una perfetta sconosciuta. Ma mi accorgo in questo momento che era da tanto che non baciavo in questo modo, ovvero non con la sola bocca ma con tutto me stesso, in uno slancio dei sensi che mi sta ubriacando più dei 38 gradi del rum. Lentamente l'intensità del bacio si ammorbidisce, ma Susanna non sembra affatto pentita del suo piccolo assalto, si stacca dolcemente e mi sorride con delicata malizia. "E' vero, ha un gusto caldo e avvolgente" ammette, quasi timidamente, e poi si mette a ridere di gusto (quanto è bella quando ride, anche con gli occhi cerchiati dal pianto recente) "pensare che il mio ragazzo ha sempre detto che non gradiva questo tipo di baci, diceva che baciavo "troppo" intensamente...tu trovi che io baci troppo intensamente?" e mi spalanca di nuovo gli occhioni da panda. "Oh no, ti assicuro che l'intensità è quella giusta, anzi...." e mi avvicino per ripetere subito l'esperimento, se non che lo sguardo di Susanna si è spostato su qualcosa alle mie spalle. "E quello cos'è?" mi giro e vedo che indica dietro di me un palo di acciaio che va dal soffitto al pavimento "Quello è un palo da pole dance. La mia ex è un'insegnante e lo usava per..." Susanna incuriosita si alza dal divano, lascia cadere il cappotto e, in pigiama e tacchi a spillo, si avvicina al palo, lo guarda, lo tocca, lo studia, ci gira intorno accarezzandolo con la mano. E' paradossale vederla indossare quel pigiama a piccoli unicorni, eppure la trovo estremamente sensuale. "Non ne avevo mai visto uno da vicino" ammette "è curioso, molto curioso. Ho fatto danza classica per quattordici anni, sono ancora abbastanza elastica" e così dicendo, tenendosi al palo con una mano, esegue una serie di figure che normalmente le ballerine eseguono alla sbarra per riscaldarsi. E per la verità sto cominciando a scaldarmi anch'io, mentre il mio amico là sotto nei pantaloni sta diventando un'ingombrante presenza. Poi, dopo una serie di piegamenti, Susanna afferra il palo con un mano, slancia all'indietro una gamba e poi su, sopra la testa, quasi in una spaccata, solo che anziché essere sulle punte è sui tacchi a spillo. E poi, all'improvviso, si blocca in posa, mi fissa e la sua voce stentorea intona: "Creole Lady Marmaladeeeee" come Christina Aguilera, ma è solo l'inizio perché, sotto i miei occhi increduli, continua a cantare "voulez vous coucher avec moi, ce soir" ancheggiando sinuosamente i fianchi intorno al palo, mentre comincia ad aprire i bottoni del pigiama. Sto assistendo a un vero e proprio spettacolo, e i miei ormoni stanno per raggiungere picchi altissimi, ho caldo e, se non mi controllo, tra poco sbaverò sul tappeto come un sambernardo. Susanna intanto ha sbottonato l'ultimo bottone e, come una ballerina burlesque professionista, apre di scatto la giacca del pigiama, rivelando un reggiseno di pizzo nel solito rosa shocking abbinato, e che da stasera è diventato il mio colore preferito. Con una mano estrae due forcine dai capelli scuri, che le cascano liberi in onde sulle spalle. Due strusciamenti contro il palo, sempre cantando la canzone, e la giacca è già tra le sue mani, la fa roteare in aria e me la lancia, come fossi il suo pubblico, e io approvo fischiando sonoramente. Afferro la giacca al volo e non posso fare a meno di portarla al viso, annusando il suo profumo di donna. Pessima mossa: drogato all'istante, come se già non lo fossi da questa scena pazzesca che sto gustando come un bambino di fronte ai fuochi artificiali. La canzone è quasi al termine, come calamitato mi alzo dal divano ridendo per avvicinarmi a Susanna, che sta ancora danzando eroticamente intorno al palo, e farle un applauso per la performance. Ma appena mi avvicino Susanna si esibisce in una rotazione più veloce intorno al palo e, in un momento di distrazione, perde la presa e il braccio si trova senza appiglio. Istintivamente mi precipito su di lei, la afferro, ma non solo non le evito la caduta, ma mi trascina con sé. Fortunatamente cadiamo entrambi sul tappeto, sbatto una spalla ma riesco a proteggerle la testa chiudendola in un abbraccio. Due secondi di silenzio assoluto, poi le spalle di Susanna cominciano a sussultare piano, mentre il suo viso è nascosto dai capelli. Tremo al pensiero che stia per piangere di nuovo, mi sento stringere il cuore. Il movimento delle spalle si accentua, ora trema tutta ma, incredibilmente, erompe in una risata fragorosa, radiosa, pazzesca e contagiosa, e non posso fare a meno di ridere con lei, di gusto. Allento la presa su di lei (ho accarezzato i suoi fianchi morbidi, che meraviglia) e ora lei giace supina sul tappeto e io la guardo dall'alto, sorretto dalle braccia. Ridiamo ancora, come due deficienti, il suo petto ansima per la fatica del balletto appena eseguito, e quel reggiseno rosa mi attira come fosse una scritta al neon. Non resisto e con una mano le scosto i capelli appiccicati al viso dal sudore, guardandola intensamente negli occhi. "Complimenti, dovresti farti pagare il biglietto..." le sussurro mentre continuo a guardarla e ad accarezzarle i capelli. "Naaa" si schernisce sorridendo "mi esibisco solo privatamente, e solo se mi va" "Ummm, allora devo ritenermi fortunato" ammetto "Fortunata anch'io, visto che era un po' che non mi divertivo così tanto" E dopo queste parole non resisto più, mi chino su di lei, e la bacio con indicibile dolcezza, gustandomi il contatto con le sue labbra morbide, abbassandomi leggermente per percepire il calore del suo corpo contro il mio, mentre Susanna risponde portando le mani sulla mia camicia, prima sul petto, e poi sulle spalle e infine sulla nuca, che mi solletica con le unghie. Ci assaporiamo lentamente, e mi scopro invaso da una riscoperta passione, che da troppo tempo con Martina non provavo più. Questo senso di rinascita mi sconvolge e mi rallegra allo stesso tempo, e credo sia lo stesso per Susanna, che in fondo sta vivendo la mia stessa esperienza. Le nostre labbra si staccano dolcemente e Susanna, pensierosa, mormora: "pensare che il mio ex non gradiva affatto che io ballassi per lui, eppure ci siamo lasciati perché lui è tornato con la sua ex e..." un lampo le attraversa gli occhi, fissi in un punto indistinto "ora che ci penso, la sua ex faceva l'insegnante di pole dance!" A quelle parole ci guardiamo stupiti ed esclamiamo simultaneamente: "Stramaledettissimo stronzo!" "Stramaledettissima stronza!" Ci fissiamo ancora e poi esplodiamo in una fragorosa risata, per poi riprendere a baciarci, con più gusto di prima. ... Da dietro la porta di casa sua Zia Priscilla osserva ancora le scale dallo spioncino, chiedendosi come mai Susanna non sia ancora uscita dall'appartamento di Filippo Manfredi. Però il sonno ormai vince sulla curiosità e, rassegnata, si trascina stancamente verso la camera da letto, mentre Roxi dorme tranquillo nella sua cuccetta. https://www.instagram.com/p/CMt6Sv0rIxwRtHfb8ANPgJibl03aKjEjzOhgDM0/?igshid=56391cssuu2g
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vestitadiparanoie · 3 years
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The last letter
Non so quale sia il tuo nome utente, ma so che leggerai questo, o almeno ci spero. Non sarò mai apposto con me stessa finchè non ti avrò fatto avere in qualche maniera questo.
“L’ultima lettera. 30 GIUGNO 2020
Io la scrivo questo giorno, ma a te non so quando arriverà. Voglio lasciarti con un pensiero, voglio che tu sappia determinate cose..
“Sono venuta a sapere certe cose su di te, che mi hanno delusa tantissimo, dalle peggiori che non ti puoi immaginare a quelle che forse potresti, da quelle che riguardano noi, a quelle che riguardano me e te.. Hai questa mania di far sentire sempre in colpa gli altri, quando te sei il peggiore! Non so come tu possa aver fatto certe cose, con che coraggio, mentre dalla tua bocca uscivano fuori le parole più belle del mondo. Sono delusa e mi dispiace per te. Meriti di stare nel tuo ego, nella tua falsità, ti sei dimostrato per ciò che sei.” 
Questo è quello che avrei voluto scrivere a primo impatto, ma non è quello che penso nel profondo. Sai è più facile odiarti, che stare con la malinconia nel cuore..si è vero ho scoperto certe cose, ma a me non importa più, non voglio più odiarti, per una volta per me finisce diversamente, per me finisce con tutte le cose belle che abbiamo fatto, che ci siamo detti e farà più male, molto più male, sarà straziante, ma è la cosa più vera. Parlando di verità voglio che tu sappia e creda in quello che sto per dire: sono stata sincera fino all’ultimo giorno che ci siamo parlati, ho fatto tutte le cose coerentemente e ho provato in tutti i modi a non farti stare male, perchè tutte le cose che ho detto le provavo davvero, tutte le cose che ho fatto mi sentivo di farle, niente è stato una cazzata, mai dal primo giorno, te lo posso giurare su di me morissi ora (e sai quanto io sia egocentrica). E’ stato tutto vero, tutto bello, ed è cosi che rimane dentro di me. Ti ho amato e ti amerò per sempre in una maniera che sai come intendo. Per me sarai sempre tu, il mio L. Sarò sempre accanto a te quando vorrai e l’hai sempre saputo.. voglio che tu lo sappia pure ora, per l’ultima volta.  Vorrei in un futuro avere un bel rapporto con te, perchè sei parte della mia vita e del mio cuore e di tutta me stessa. Può sembrare incoerente, ma io la penso cosi.. e per sta volta sarà solo questo, lo sai, lo avevamo detto che sarebbe stata l’ultima volta. Rimani cosi come sei, stai attento alle persone che hai intorno, non sempre fanno la cosa giusta e so che dentro di te sai riconoscere cosa è giusto e cosa no, prendi la strada migliore. Sarò con te in ogni cosa che vorrai , in qualsiasi caso, per qualsiasi cosa, le mie braccia saranno sempre aperte per te, anche nel peggiore dei casi, te lo giuro e te lo prometto.”
“Si tratta del fatto di capirsi totalmente.  Si tratta di non avvertire buchi neri. I vuoti. Lo smarrimento. Potrei dirle che ucciso o rubato, lei non lascerebbe la mia cazzo di mano.”
Mi mancherai sempre, ogni giorno. Stammi bene, tua D.
“CHIUSO NEL CUORE PORTERO’ PER SEMPRE QUESTO GRANDE AMORE.”
Tieni tutto questo dentro di te, qualsiasi sia la nostra vita, qualsiasi siano le nostre strade, le nostre persone, le nostre scelte, in qualsiasi paese vivremo, se saremo distanti migliaia di chilometri o staremo a 5 minuti di distanza, se non ci parleremo da anni o da secondi, tieni anche questo dentro di te, in una piccola parte, per favore! Anche se ti dirò che “ti odio”, se succederà qualsiasi cosa negativa, non crederci, passerà tutto e tu per me rimarrai comunque li.. for  A Thousand Years.🎶
(il mio era un intento solo per farti sapere questo, niente di eclatante, se tu avessi capito..era una lettera semplice e da allora ad oggi è sempre questo il mio pensiero.)
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enplein-air · 7 years
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Della tesi avevo fatto fare 3 copie. Una per il prof, una per la commissione e una per me (non che avessi compreso la necessità ma se le regole sono quelle ok).  Quella per la commissione poi una volta finito di discutere è tornata a me, quindi se la matematica della prima elementare mi assiste a me ne sono rimaste due. Mia madre mi ha costretto (giuro che mi ha costretto perché finché non ho fatto come voleva lei mi ha messo il muso) a darla a mia zia (quella che poi mi ha chiamato egoista ed egocentrica e non mi parla da un mese perché le ho chiuso il telefono in faccia). Quindi stamattina le ho detto che anche lei sbaglia a fare le cose e che in quel caso non ne è valsa la pena. Lei: “Vabbè allora la porto in copisteria e ne faccio fare un’altra!” IO: “EH NO CARINA ORA TI ATTACCHI AL TRAM HAI VOLUTO FARE LE COSE MALE E MO’ TI ARRANGI” Mi ha rimesso il muso. Ma la mia è una lezione di vita per lei: smettila di fare il di più per gli altri perché la maggior parte delle volte non ne vale la pena porca troia ladra merda
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poetsfastlife · 6 years
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Tumblr media
Bello e bravo - Brutto e cattivo. Attraente e bugiardo - Debole e sincero. È molto che il mio malessere interiore non mi portava ad aprire questo social network. Un po lo odio, sarò sincero. Il mio account Tumblr non vanta di chissà quanti capolavori rebblogati da mezzo mondo, ma è qui che nei momenti di crisi lascio un pezzo di me. Un po mi piace perchè in questi casi diventa il mio capo espiatorio. Può sembrar strano ma se proprio devo dir la verità, questo Tumblr mi ha spesso aiutato nonostante come tutti gli altri social ha le solite funzionalità come "post,immagini,link,gif ecc", la differenza qui la fanno le persone, i lettori, e penso che ormai sia palese che i miei piccoli pezzi di vita lasciati a sprazzi qua e la qui sopra, sono tutti degli "Aiutami perfavore" rivolti all unico lettore che ho. Bello e bravo - Brutto e cattivo. Sono due aspetti che un po hanno fatto parte di me nella vita e penso che forse pur sbagliando son stato più brutto e cattivo che bello e bravo. Son stato in strada io, come tutti i ragazzi che vivono in un paese di provincia qui giù e che nel periodo più fragile e condizionabile della propria vita vivono il famoso mito dell "io sono indistruttibile, nessuno al di fuori di me stesso mi fa paura". Ebbene si, può sembrar strano credere a tali parole conoscendomi oggi, ma sono stato uno di quei ragazzini che ha sbagliato molto in quegli anni e che ha pagato le sue dovute conseguenze e che ANCORA OGGI PAGA. (man mano capirete). Le leggi e le regole erano semplici per prevalere sugli altri e per sentirsi dei leader. 1- Un leader non è debole 2- Un leader non è sincero 3- Un leader mette in discussione se stesso per raggiungere un obbiettivo. 4- Un leader non mostrerà mai di avere sentimenti. Si lo so, state ridendo e sembra una barzelletta, ma non è così. Lo facevamo per davvero. Ogni giorno inconsciamente si seguivano queste regole per prevalere sugli altri distinguendosi per forza e carisma ma non è tutto oro ciò che luccica. Spesso per sentirci superiori inventavamo bugie, accentuavamo gli accaduti, corrompevamo persone per avere delle testimonianze di cose mai accadute. Bhe...di tutto e di più. In poche parole arrivo al dunque. In questi anni alle persone nuove che entravano a far parte della mia vita ho presentato un me inesistente. Ho fatto una sorta di x20 sulle cose fatte nella realtà aggiungendo molte cose inventate al solo scopo di nascondere il vero me. Quello che sono oggi. All epoca una personalità del genere mi avrebbe causato molti guai. Sarei stato sicuramente vittima di bullismo o cose del genere e dopo le esperienze passate, degli sfottò gratuiti finiti male, di certo non avrei preferito scoprirmi cosi tanto con il resto del mondo. Andando avanti negli anni vedevo che bene o male la mia corazza mi dava modo di non essere sottomesso a nessuno, di essere poco vulnerabile e così ho deciso di mantere questo mantello per un bel po. (a mio discapito purtroppo, ma tranquilli capirete presto). Sono nato il 14 giugno e sono Gemelli. I Gemelli sono delle persone particolari lo ammetto. Una statistica dice che il 38% di essi sono affetti da malattie mentali, e spesso penso di essere in quella percentuale per come agisco, ma vabbe ora parliamo di altro. Un paio di caratteristiche dei Gemelli sono : orgoglio, egocentrismo, egoismo, brillantezza e perspicacia. Si. È proprio così. Spesso si dice che i Gemelli sono brillanti e perspicaci a talpunto di sapere gia da prima cosa sta pensando la persona con cui sta parlando o addirittura a cosa penserà dopo una vostra domanda.Bhe roba da matti starete pensando...ma purtroppo è così. Sono una persona che questa "dote" l'ha sempre sfruttata al massimo ma non e tutto oro ciò che luccica. Non è mica bello essere egocentrici, egoisti e orgogliosi. Eh No!.. È qui che forse capirete qualcosa. Sono nato Gemelli e purtroppo spesso e volentieri il mio difetto di essere così orgoglioso da causarmi del male mi ha rovinato le giornate. Mi spiego. Spesso ho pagato conseguenze che non avrei dovuto pagare solo per un motivo molto semplice : questo dannato ORGOGLIO. La scaletta e semplice : Dico una bugia - ne pago le conseguenze. Passa del tempo - ne ripago le conseguenze. Passa ancora altro tempo - ne ripago le conseguenze. Ed ogni volta che quella bugia ritornerà in mente IO NE PAGHERO LE CONSEGUENZE. Lo so, lo so. Vi starete chiedendo "Eh scusa bello mio, a sto punto smentisci la bugia e non soffri più per cose mai accadute no ?" Ecco. La risposta è semplice. Una persona EGOCENTRICA fatica a dimostrare di aver fatto un passo falso, ed è dura poi avere la reputazione del bugiardo perchè poi il suo ORGOGLIO lo sbrana, perchè lui in testa sua è un qualcosa di superiore a tutti e allora mette in atto la sua BRILLANTEZZA e PERSPICACIA per far si di deviare il discorso attaccando la persona che ha difronte diventando EGOISTA sia con se stesso che con la persona che ha difronte. Ma poi ? Fino a quando un Gemelli potrà pagare per cose mai fatte solo per paura di essere ritenuto un bugiardo e perdere di credibilità ? Solo per paura di essere sbranato del suo orgoglio ?... Ve lo dico io. Lo farà fino a quando non capirà che si sta annientando con le sue stesse mani considerando che ciò implica sofferenza anche alle persone che ama. Ma vedi..anche quando se ne rende conto l'orgoglio vince e le palle vengono meno. Se avessi le palle certe cose riuscirei a dirgliele in faccia alla persona che amo e non le scriverei su Tumblr o su Whatsapp. In poche parole sto dicendo che ciò che più odi al mondo non mi è mai accaduto e che puoi chiedere conferma ad un mio caro amico militare che quegli anni li viveva al mio fianco. Oggi che sono distrutto ho deciso di dire basta a tutto ciò. Basta pagare per una stronzata detta quando ti conobbi e mai smentita solo perchè te ne ho dette davvero tante di palle pur di fare il gradasso quando ti ho conosciuta, oggi dico stop a tutto questo e per la prima volta nella vita me ne frego di ciò che comporterà tutto questo, mr ne frego se penserai che sono stato ridicolo nell inventarmi certe cose, non mi interessa ora che riconosco da solo che di dignità me ne è rimasta ben poca per quanto mi sono infangato da solo. Mi sento più libero. Viva la verità cazzo. Purtroppo ti ho conosciuta che ero ancora un bambino bugiardo, che viveva ancora attaccato a quel mantello che nella sua testa lo rendeva più uomo. Si uomo di merda. Non ero maturo come oggi grazie ai tuoi insegnamenti e ciò è andato a mio discapito coinvolgendo anche te inutilmente. Ricordo su quella panchina mesi fa quando dopo una sfilza di bugie dette e poi smentite da me mi tirasti fuori questa, la piu grave, ed io che non ho avuto le palle di smentirla perchè in quel momento penso che mi avresti picchiato a sangue dopo tutte le cose smentite. In questo momento sono a letto e tremo perchè non so questo monologo come cambierà la mia vita. Penso che molto probabilmente mi odierai e penserai di lasciarmi ma ora come ora penso che togliermi questo peso dallo stomaco sia stata la cosa più giusta da fare. Ho pagato tanto per cose che non ho mai fatto, e ci tenevo a dirti che per la prima volta ho mandato all inferno il mio dannato orgoglio perchè a questo punto...mi sento un verme schifoso nonostante non dovrei. Certe bugie me le sono portate cosi tanto dietro che sono incubi. Spero tu capisca io come mi sento ora. Spero tu accetta le mie scuse anche se è molto difficile. E spero solo che prima di volermi abbandonare tu mi conceda almeno un altro bacio e un altro abbraccio di quelli nostri perchè ora ne ho davvero bisogno. Ti amo...e sarò consapevole dei miei sbagli se deciderai di lasciarmi. Scusa. Koishiteru. Se me lo sono tatuato è perchè ti vorrei per sempre qui. Il tuo piccolo amo.
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aeumenidae · 4 years
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Guarda, a saperlo che non mi avresti risposto una parola mi sarei risparmiata di scriverti l'ultimo messaggio; un averti esternato certe cose che praticamente non è servito a un nulla. Tutto questo travaglio interiore che ho per te, non serve proprio a niente e a nessuno dei due. Vorrei avere un pulsante switch come il tuo, una levetta da far scattare con disinvoltura per spegnere la luce e far sparire tutto quanto, tutto quello che il ricordo mi proietta davanti agli occhi. Un tasto on/off sul telecomando. Per poter dire: "ok, andiamo avanti", andiamo a farci un giro e guardiamoci intorno, le rose sono molte, non c'è un unico fiore con tre petali e qualche ridicola spina. Ci sono corolle più piene, fusti più teneri, profumi più dolci... polverizzando così all'istante la tua persona nella mia testa con la storiella delle carte "possibilità", due per mazzo, che pescate al momento sbagliato, e con sopra le domande sbagliate, non potevano che portare a risposte sbagliate. "Doveva andare così". Perché non era che un modo per tutelare il tuo senso della precarietà, chiedermi quelle cose. Non funziona così per tutti gli esseri umani li fuori, non è la norma, come tu credi e vuoi farmi credere, comunque. Oggi, ieri, domani...avremmo potuto semplicemente vederci, passare una cazzo di ora o meno o più insieme senza un palinsesto tematico del cavolo da seguire a seconda del canale. Ci eravamo detti questo addì 15/16 dicembre. Spaventati lo eravamo entrambi. La tua paura ha fatto leva sulla mia, la mia sulla tua. Ma avevamo passato ore al freddo senza mollarci un secondo le mani per rassicurarci a vicenda... per cosa? Per niente! Perché tanto tu con la testa eri già altrove. Nemmeno mi ascoltavi. Perché ormai le mie parole erano solo fiato articolato per te. E quindi gli accordi a priori, più di quelle mani, ti servivano per stare sereno. Parole e non fatti. Paradossale, se penso a come ti presenti amante dell'agire. Ti giuro che non me ne faccio capace. Ma se mi ignori, come stai facendo e come farai, mi aiuti nell'ingrato compito dell'essere cinicamente adulta e nell'azzerare l'aura fatata con cui ho avvolto ciò che abbiamo condiviso. Che a questo punto spero che almeno a te sia servito a qualcosa di positivo, a me no. I frutti della pianta io li raccoglierò fra tanto tempo, se l'albero attecchirà in questo deserto che credi sia il mio cuore. Tempo. "Per innamorarsi c'è bisogno del tempo. La bellezza fisica può tentare, le parole ben dette possono ammaliare...è solo col tempo che possiamo conoscere davvero le persone. È solo nel tempo che si svela l'essenza vera e pura di chi ci sta vicino". Io mi sto dannando, perché c'eri ed eri d'accordo. È un mix ossessivo veramente da mettere l'ansia, come temo faccia anche questo messaggio, visto che ormai qualsiasi cosa io dica ti mette ansia...altro che "vediamoci e conosciamoci a poco a poco", altro che "stai tranquilla, devi solo evitare di scappare". È come se dicessi alla piccola volpe "vieni, ti do da mangiare ma devi indossare questo collare. Non ti lego a un ghiunzaglio. Ma senza collare non posso darti da mangiare. Il collare mi serve per riconoscerti fra le altre volpi. No, non mi accontento di memorizzare le sfumature del tuo manto, giorno dopo giorno di incontrare il tuo sguardo, di attenderti e credere non tornerai per poi scorgerti arrivare con la tua andatura peculiare...devi anche indossare il collare". Stesso concetto, dal mio punto di vista. La prima volpe che incontri che si lascia addomesticare, che si lascia mettere il collarino prima del secondo tentativo, quella ha vinto tutto. Tutte le altre non andavano bene. Io non andavo bene perché più "furastica" (come direbbe mia madre) di altre milioni di volpi. Vado nel mucchio delle volpi difettose, delle volpine stronze. Abbiamo speso due biscotti - o quello che è - per tentare di avvicinare questa volpe qui, ma non si è lasciata addomesticare, mettere il collare. Si passa oltre, allora, non immediatamente, prima le diciamo che è una volpe che nessuno potrà mai addomesticare, perché troppo selvatica e incapace di farsi avvicinare o avvicinarsi. Alla volpe difettosa che scriveva tanto, che ha parlato tanto, che si è fatta conoscere per quello che era. Guarda che non ti ha mai morso per cattiveria e non ha la rabbia. E ha cercato anche di leccarti le ferire. Ma aimè...purtroppo è andata così. Rallegrati, Piccolo Principe. Il mondo è pieno di rose. Di volpi. Di cose. La gente che sta bene ragiona in questo modo. Milioni di persone, di cose, di volpi e di rose. Milioni di pensone che fanno così. Milioni di cliché intercambiabili a cui ispirarsi. E tanti figli disgraziati. Tanta ipocrisia. Tanto non detto. Tanta mancanza di libertà di scegliersi o di non farlo, al tempo presente. Forse è giunto davvero il giorno in cui devo smetterla di vedere la vita come destino e fato e coincidenze, mettere i piedi per terra e camminare fra questa masnada anonima di persone che fanno le cose in un certo modo, il modo giusto di fare le cose. Devo accettare che tutto è casuale, e che sta a me mettere ordine categorizzando il reale, i rapporti umani, cosa provo e cosa faccio, per dare armonia egocentrica a questo caos. Come la volpe di Von Trier, sbranare carogne e stamparmi in testa la sentenza "il caos regna". Caos e caso... Se fa al caso, bene, lo prendo, decido a monte di investire come un imprenditore oculato dei sentimente... altrimenti... "Ok. Ciao!". ________ Ma capitò che il piccolo principe avendo cam- minato a lungo attraverso le sabbie, le rocce e le nevi, scoperse alla fine una strada. E tutte le strade portavano verso gli uomini. « Buon giorno », disse. Era un giardino fiorito di rose. « Buon giorno » dissero le rose. Il piccolo principe le guardò. Assomigliavano tutte al suo fiore. « Chi siete? » domandò loro stupefatto il pic- colo principe. « Siamo delle rose », dissero le rose. « Ah! » fece il piccolo principe. E si sentì molto infelice. Il suo fiore gli aveva raccontato che era il solo della sua specie in tutto l'universo. Ed ecco che ce n'erano cinquemila, tutte simili, in un solo giardino. « Sarebbe molto contrariato », si disse, « se ve- desse questo... arebbe del gran tossire e finge- rebbe di morire per sfuggire al ridicolo. Ed io dovrei far mostra di curarlo, perché se no, per umiliarmi, si lascerebbe veramente morire... » E si disse ancora: « Mi credevo ricco di un fiore unico al mondo, e non possiedo che una qual- siasi rosa. Lei e i miei tre vulcani che mi arrivano alle ginocchia, e di cui l'uno, forse, è spento per sempre, non fanno di me un principe molto impor- tante » E, seduto nell'erba, piangeva. __________
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ssensucht · 6 years
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23.08.18
16.30
La cosa che più mi fa incazzare è che tu adesso rida.
Son passati ormai quasi due anni dal giorno incui ho detto basta, e ogni giorno che passa ringrazio quel momento di pura lucidità in cui ti ho detto che per me era finita. Non ti amavo più , ma anche in qul momento ti ho trattato con delicatezza, quasi con la paura di poterti rompere.
Io, che mi ero sentita chiamare ignorante, idiota, stronza, stupida, che son stata mandata affanculo da quella tua bocca di merda una media di due volte al giorno, ti ho trattato con delicatezza.
Tornassi indietro, fossi chi sono adesso, due calci nei coglioni non te li negherebbe nessuno.
A due anni di distanza, mi trovo a fare i conti con una me rancorosa, arrabbiata, irascibile, capricciosa, egocentrica, meschina, sporca, subdola, manipolatrice. Mi hai reso questo. A due anni di distanza tu non mi hai ancora permesso di guarire.
Se tu fossi maturo e guardassi con occhi razionali la realtà, ti renderesti conto che per rispetto nei miei confronti, dovresti tacere, stare zitto, scomparire dalla faccia della terra in un nano secondo. E invece con sfacciataggine mi sbatti in faccia la tua vita del cazzo di cui non me ne faccio niente. Sfotti come un bambino, istighi, cancelli ciò che sei stato, lo schifo che sei stato per tutta una vita.
Quelli come te non meritano una seconda possibilità nella vita, e se esistesse un Dio, e se questo Dio fosse meritocratico, tu saresti ricoperto della merda che meriti ogni fottuto giorno della tua vita invece di essere circondato da gente che finge interesseper te e ti convince che sei da stimare.
Io e te sappiamo chi sei, io più di tutti. Sei un incapace a stare al mondo, a relazionarsi con le persone. E quelli come te mi fanno schifo.
Tornassi indietro, per ciò che sono ora, che mi odio più di prima, non ti dedicherei un secondo del mio tempo, del mio aiuto, del mio ascolto, dei miei discorsi motivazionali. Io a farti splendere, tu a sotterrarmi, a calciare col tallone la mia testa sul pavimento.
Un tempo avrei amato Andrea, un tempo avrei capito cosa avevo tra le mani e sarei riuscita a dargli qualcosa in cambio. E invece son finita a scoparci nel cofano di una macchina, a farmi amare per una notte comenessuno aveva fatto mai prima di allora, per poi sparire. Da vera stronza superficiale.
Sai, ci ha riprovato, ha tentato di nuovo di avvicinarsi a me dopo mesi che lo avevo allontanato. Dopo che non avevo apprezzato i suoi regali, le sue poesie, le sue canzoni, i suoi gesti stratosferici di amore che cristo santo io lo amavo.
sai che ho fatto quando lui ha riprovato ad amarmi? Sai cosa ho detto e fatto all’unica persona in grado di snodarmi la testa? Di farmi respirare e di farmi piangere dal piacere, di farmi sentire amata? Sai cosa ho fatto? Ho detto che non ero capace.
Proprio come te, non ero capace ad amare, non sapevo da dove cominciare.
Sono un muro, brutto stronzo, un muro che non prova sentimenti per un cazzo, che è stato quattro giorni con la persona con cui è più in sintonia al mondo dopo che non la vedeva da un anno e NON HA PROVATO NIENTE se non fastidio per ogni suo più piccoloe insignificante difetto.
Un muro che in dieci giorni di vacanza con un’amica non ha fatto altro che sperare che quella vacanza finisse il più presto possibile per finire, come oggi, sul letto a piangere istericamente e ricadere come una scema nel turbine del suo disordine alimentare.
Un muro che è sparito dalla vita di Vittorio prima ancora che lui potesse capire il perché.
Un muro che usa Martina per soddisfare le proprie fantasie lesbiche senza un fine preciso.
Un muro che usa Federico perché “ehi ha i soldi, non me ne frega un cazzo di ciò che prova lui, perché finché sto bene io è ok”.
E tutti, TUTTI, ad affezionarsi a Giorgia, a darle nomignoli, attenzioni, dedicarletempo, impegno, per comprendere questa enigmatica ragazza che gioca con le vite della gente, sperando di poter essere quelli che riescono a salvarla.
Ma salvarmi da chi? Salvarmi da cosa? Tutto nelle loro teste malate, pensano di essere in un film. Fanculo, idioti. Son solo una puttana menefreghista, superficiale e infantile. E questi credono che dietro ogni mia azione ci siano scelte razionali, malessere, tristezza. E io a giocare a farmi mettere le mani al collo. Loro a tentare di redimermi, e io a prenderli per il culo ridendo.
Quando son diventata questo mostro? Quando? Che giorno preciso ho deciso che non sarei più stata in grado di amare?
Quando ti ho incontrato, cazzo. Proprio quando ti ho incontrato. Dopo mio padre, sei la persona che spero crepi il prima possibile.
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agnestiggs · 6 years
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Vuoi sapere come vendere online? “Better call Saul”
Lo so, leggendo il titolo di questo articolo in molti avranno già capito dove voglio andare a parare, altri invece si staranno chiedendo che cavolo mi sia passato per la mente. È giusto, ma prometto che nelle prossime righe non solo chiarirò questo arcano, ma ti svelerò come vendere online sfruttando una caratteristica che fa la differenza.
Hai mai visto la serie TV “Better call Saul”? Bene, se non lo hai ancora fatto dovresti proprio vederla. Ma cosa c’entra un telefilm americano con le strategie di web marketing?
“Better call Saul” è lo spin off della fortunata serie “Breaking Bad”, in cui si narrano le vicende del discutibile ma simpatico avvocato Saul Goodman, che nonostante sia piuttosto mediocre come professionista riesce a conquistare la fiducia delle persone, molte delle quali cadono vittima delle sue truffe.
Ora starai pensando che io sia completamente impazzito, ma ancora ci sono…per il momento!
Il motivo per cui ho preso ad esempio il personaggio di questa serie è perché gli sceneggiatori lo hanno dotato di una caratteristica che nelle strategie di web marketing ha una notevole valenza, ovvero l’empatia.
L’empatia una delle tecniche di vendita spesso dimenticate
Capisci chi hai davanti e guida la conversazione
Soul Goodman, usa l’empatia a scopo truffaldino e in effetti molti truffatori sono maestri nello sfruttare questa dote. Ma usata a fin di bene, relazionarsi in modo empatico coi potenziali clienti è uno dei segreti per il successo delle tecniche di vendita online.
Nel marketing e nella pubblicità l’empatia è la capacità di coinvolgere emotivamente il fruitore utilizzando messaggi in cui esso stesso possa immedesimarsi. Da venditori spesso ci dimentichiamo che i nostri potenziali acquirenti sono degli esseri umani e come non sono immuni alle emozioni.
Soprattutto quando si parla di tecniche di vendita online, l’umanità di entrambe le parti è spesso accantonata perché ogni messaggio è filtrato dal computer, dallo smartphone o da qualsiasi altro strumento telematico che si frappone tra il venditore e il cliente. Ciò contribuisce a “raffreddare” i messaggi, anche perché viene meno il linguaggio non verbale che rappresenta buona parte della comunicazione umana, soprattutto quella che stimola l’interazione empatica.
Questa barriera può essere in buona parte abbattuta soffermandosi su questo argomento e comprendendo che la maggior parte dei compratori più che di acquistare un mero oggetto o servizio necessitano di soddisfare un bisogno.
Capire gli altri è la migliore fra le strategie di web marketing
Il compito di un buon venditore è quello di comprendere i bisogni dei potenziali clienti, entrando nella loro psiche e tentando di comprendere quali possano essere le loro emozioni quando si approcciano alla tipologia di prodotto o servizio che offri.
In linea di massima il modo migliore per creare empatia con chi fruisce dei tuoi contenuti è quello di mostraci naturali. Questa affermazione potrebbe sembrare banale ma in realtà è la chiave di volta del giusto approccio con gli utenti.
Anche se stai scrivendo un articolo, descrivendo un prodotto o un servizio sul web, devi comprendere che non ti trovi in una situazione molto differente dal proporre la tua merce in un negozio fisico. Pensa a quando vai a comprare la frutta e la verdura al mercato, è più facile che ti fermerai a comprare da un venditore taciturno e poco espansivo, oppure da un fruttivendolo simpatico, cortese che interagisce con te quando ti avvicini al banco?
La seconda opzione è quella che statisticamente funziona meglio. Ecco perché i commercianti dei mercati rionali sono sempre così loquaci, vista la grossa competitività dell’ambiente. Ovviamente se il fruttivendolo oltre a essere simpatico, ti consiglia anche la frutta migliore da vendere ed effettivamente ciò che dice poi corrisponde alla realità, allora il gioco è fatto. Diventerà sicuramente il tuo fruttivendolo di fiducia.
Creare una connessione con l’utente
Che tu voglia vendere i tuoi prodotti sul web o creare un grosso seguito di iscritti al tuo blog, devi essenzialmente creare una connessione con chi vista il tuo sito internet, considerandolo come un ospite che deve sentirsi a proprio agio.
Applicare l’empatia al web marketing è quindi una questione molto seria che spesso va affrontata con leggerezza. Lo so, potrà sembrarti un controsenso, ma ciò che voglio dire è che una delle prime cose da fare per essere empatici è scrollarsi di dosso la seriosità che spesso si crede sinonimo di affidabilità.
Un approccio troppo impostato sulla seriosità (da non confondere con la serietà) risulta pesante, e considerata la poca inclinazione alla lettura che oggi ha buona parte degli utenti, il tutto si traduce in un nulla di fatto. Il lettore si stanca e apre un altro sito oppure ristorna al suo social network.
Ma veniamo al dunque: come vendere online grazie all’empatia? Scopriamolo insieme.
Impara ad ascoltare
Fatti una domanda: chi sono i tuoi clienti o utenti? È chiaro che se vendi un prodotto o parli di determinati argomenti, avrai un target di riferimento. Del resto l’individuazione del target non è una delle fasi più importanti per impostare strategie di web marketing?
Ecco non pensare al tuo target come a una massa di zombie con la carta di credito in mano, pensa a loro come a una moltitudine di menti pensati che condividono delle caratteristiche comuni:
Sono esseri umani quindi sensibili alle emozioni come la simpatia, l’odio, la noia ecc.
Se fanno parte di un target vuol dire che hanno delle esigenze comuni che tu devi soddisfare.
Quindi, da ora, cerca di trarre delle informazioni quando per un motivo o per un altro ti confronti con i tuoi potenziali clienti, fai delle domande, chiedi la loro opinione e trai dalle loro risposte un profilo del tuo cliente tipo.
Non essere egocentrico
Non sei tu la star del blog. Non sei tu il centro dell’universo. Scrollati da dosso qualsiasi ambizione egocentrica, perché nel tuo sito sono gli utenti ad essere i veri protagonisti. Questo non significa sminuire te stesso, è chiaro che devi mettere te stesso e la tua personalità in quello che fai, ma nel campo del web marketing il “vestito” devi cucirlo attorno al cliente non su di te. Visto che è il cliente a pagare e a farti guadagnare.
Come fare per rendere felice il cliente e farlo sentire una star? Bene, prima di tutto non rompergli le balle. Non spammare, neanche con “messaggi subliminali”. Fai in modo che la struttura del tuo sito web sia chiara, facile da usare. Scrivi i tuoi contenuti in modo rilassato, convincente ma non insistente.
Il contatto visivo è importante.
Guarda negli occhi il tuo potenziale cliente
È chiaro che quando dico “guarda negli occhi” intendo metaforicamente, ma se ci pensi la vera connessione nella comunicazione umana si stabilisce quando due persone si guardano negli occhi (almeno nel mondo occidentale). Quando interagisci col cliente cerchi di stabilire una connessione parlandogli come fosse qualcuno che hai incontrato dal vivo e con cui stai stringendo una forma di legame.
Cerca di scoprire quali sono le sue esigenze specifiche e cogli ogni segnale e dettaglio che ti permetta di infrangere il muro dell’iniziale imbarazzo. Dai al cliente quello che vuole ma senza essere servile. Fagli capire che anche se ovviamente il tuo fine ultimo è la vendita, ti interessi anche ai suoi bisogni e soprattutto tieni molto alla sua opinione.
Se per esempio sei un webmaster e un potenziale cliente ti contatta per la creazione di un sito internet sui carlini perché ha un allevamento di questi cani, cogli l’occasione per dirgli quanto ti stanno simpatici i carlini e che magari qualcuno di tua conoscenza ne ha uno e che spesso ci giochi e lo trovi adorabile.
Crea una connessione. Questo è il segreto dell’empatia, uno degli strumenti più potenti per comprendere come vendere online.
Conclusioni sull’empatia nelle tecniche di vendita
Il web marketing è una materia in continua evoluzione, e spesso le tecniche di vendita cambiano anche in modo molto repentino. È per questo che non è facile comprendere come vendere online. Tuttavia alcuni capisaldi restano sempre gli stessi, e l’empatia col cliente è uno di questi. Il motivo dell’immutata validità di questo aspetto del marketing è il fatto che le emozioni umane non si modificano in base al cambiamento della tecnologia.
Il comportamento umano è frutto di un lungo processo evolutivo e le emozioni sono insite nel nostro codice genetico e in quanto animali sociali, nonostante l’evoluzione delle telecomunicazioni, quello che cerchiamo è sempre qualcosa che ci faccia emozionare. L’empatia e il marketing sono strettamente correlati e forse quest’ultimo potrebbe addirittura non essere mai esistito senza la “forza motrice” data dall’empatia.
Quindi a questo punto penso che tu abbia compreso perché ti ho parlato di Saul Goodman e forse inizierai anche a guardare la serie. Di certo avrai capito che non sono uscito di senno e che insieme abbiamo affrontato un argomento che poteva essere trattato in maniera molto più seriosa e “scientifica” ma probabilmente in quel caso non saresti mai arrivato a leggere questo ultimo paragrafo. Quindi se sei arrivato fino a qui, forse quello che ho detto sull’empatia è vero? Magari rispondi nei commenti e fammi sapere che ne pensi.
Sei d’accordo sul fatto che l’empatia sia una delle migliori tecniche di vendita oppure no?
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