Tumgik
#dimostra a tutti chi sei
der-papero · 4 months
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Giorno 8 inizio il mio nuovo lavoro, confermando quella che pensavo fosse una coincidenza, eppure alla fine si dimostra un mio pattern preciso, ovvero che non riesco a stare più di 5 anni in un posto lavorativamente parlando, che sia una intera azienda o anche solo un reparto.
In questo caso ne sono passati 6, ma ho fatto molta fatica a resistere l'ultimo anno, anzi, l'idea di scappare mi era proprio venuta un anno fa, ma in Germania i tempi sono tutti più lenti, per quando ho messo in moto il meccanismo un anno è bello che passato, anche perché restando nella stessa azienda comunque il processo è quello che è.
Incredibile come questa cosa sia palese nel mio CV, ma nessuno si sia mai preso lo sfizio di chiedermi perché, eppure dovrebbe essere un elemento pro o contro una assunzione, sapere che dopo 5 anni massimo ti ci mando. E' da oggi che rivedo sempre lo stesso VHS, con colleghi che mi scrivono "ci mancherai/sei davvero in gamba/come faremo senza di te/blah blah blah", che kivemuort se davvero pensaste queste cose me le direste più spesso (c'è chi lo fa, e non aspetta l'ultimo giorno dopo la mia comunicazione).
Chissà quale difetto si nasconde dietro questo mio nomadismo lavorativo, ma adesso figurati se mi metto a dare centinaia di euro ad uno per farmi spiegare perché non mi si incolla il culo alla sedia, tanto mica lo vivo come un problema.
Che poi, diciamoci la verità, durerà tipo una settimana, il tempo che il primo tedesco dirà al primo incontro "Italiener? Mafia und Berlusconi ahahahaha", che lo mando subito affanculo inimicandomi tutto il nuovo reparto e facendomi venire la voglia di andare altrove.
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a-dreamer95 · 7 months
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"Quando pensi a te, pensa a chi sei diventata e non a quello che avresti potuto essere. Spesso guardando indietro al tuo percorso, il tuo è uno sguardo giudicante. Ti chiedi quali siano le mille cose che avresti potuto fare se... se e solo se... ti fossi impegnata di più, ti fossi curata di più, ci fosse stata per te maggior fortuna o destino o le cose fossero state più semplici. E invece di applaudirti per dove sei arrivata, pensi a quanta strada tu abbia ancora da percorrere. E perché? Perché la paura di sbagliare, la paura di fallire, sono i demoni peggiori con i quali fare colazione, pranzo e cena tutti i giorni. Ma così come li hai invitati a mangiare con te, anzi “di te”, puoi metterli alla porta. Puoi spiegare loro (ovvero a te) che quello che hai fatto non sia stato per nulla facile o scontato o raggiungibile. Anzi, è stata una grande salita, chissà da quanto, nemmeno ricordi più da quando. E ogni relazione, ogni lavoro, ogni euro guadagnato, ogni volta che hai avuto il cuore spezzato, sono state ferite che si sono trasformate in cicatrici e alcune, nonostante tutto, bruciano ancora. Hai imparato a nuotare (metaforicamente o meno) quando sembrava impossibile. Non mollare. Non perché sia meno difficile, non perché la meta sia lontana, troppo lontana... ma perché ora hai solo più tempo per dirti che stai sbagliando. Che avresti dovuto fare di meglio. Ed è quella che parla: la tua paura del tempo. E non ha ragione lei, no, te lo giuro. Ogni piccolo solco sul tuo cuore te lo dimostra e quando vuoi essere troppo duro o troppo dura con te stessa, pensa a quello che credo io: che meglio di così non avresti davvero potuto fare. E resisti. Abbiamo ancora tanta strada da fare e sarà bellissima, perché tu lo sei." ~Maria Beatrice Alonzi~
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ricorditempestosi · 1 year
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sbagliamo tutti, è quello che fai dopo che dimostra chi sei
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conte-olaf · 10 months
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Luglio insorgo quando voglio
La nostra rabbia tocca il cielo
Spiccare il volo o cadere
1. Siamo stati contattati dalle istituzioni. Ci hanno detto che "la cassa è stata sbloccata" e "mercoledì arrivano i pagamenti". Questo di per sé ancora non vuole dire nulla. E dimostra che Prefettura e Ministero del Lavoro sulla nostra vicenda non capiscono niente o fanno finta di non capire. Abbiamo chiesto un incontro stamattina in Prefettura per delineare il complesso della situazione e delle nostre richieste. Ci è stato detto che l'incontro sarà possibile quando scendiamo dalla Torre.
2. Atteggiamento grave, gravissimo, da parte di chi tollera da 8 mesi un sequestro di diritti. Non siamo in un film e questo non è un gioco. Sono stati muti e inoperosi di fronte a famiglie senza stipendi e ora dettano condizioni. L'azione sulla torre prosegue e finisce come e quando decidiamo.
3. Il tema è avere certezza di questi pagamenti, ma non solo. Di quali mensilità stiamo parlando? Qf consegna le buste paga? Paga tutto il dovuto? In una frase, la violenza di Qf verso questo territorio deve cessare.
4. Qf trattiene in maniera indebita i giorni di cassa integrazione dall'1 al 9 ottobre. Sono una frazione della precedente cassa (11 ter) che Qf ha dichiarato di avere anticipato ai lavoratori. Ma questo non è vero per il periodo 1-9 ottobre. Sono soldi Inps diretti ai lavoratori che Qf sta trattenendo.
5. Non esiste solo la cassa integrazione ma tutta la quota parte di giorni lavorativi, elementi contrattuali (ferie, benefits, permessi ecc) che Qf non sta pagando. Per impedirci di accedere al nostro credito, Qf non consegna le buste paga da dicembre.
6. Prefetto e ministero del lavoro devono attaccarsi al telefono e chiedere perché una azienda non consegna le buste paga degli ultimi sei mesi.
I casi infatti sono due: o l'azienda non è in grado di fare delle buste paga o le trattiene indebitamente.
Nel primo caso, se una azienda non è in grado di fare le buste paga, vuol dire che non è una struttura di impresa. È evidentemente una struttura con altre finalità.
Se invece non le consegna per scelta, questo è un crimine sociale e l'ispettorato del lavoro deve iniziare una azione, con risvolti penali.
7. Convocare immediatamente un tavolo regionale che faccia il punto sulla reindustrializzazione, a partire dallo scouting pubblico e dal progetto di reindustrializzazione operaio.
8. Ricapitoliamo:
- pagare 1-9 ottobre
- sbloccare tutti i flussi per fare avere ai lavoratori tutta la cassa integrazione arretrata
- pagamenti certi
- consegnare le buste paga ai lavoratori
- pagare tutte le spettanze
- fare partire la reindustrializzazione subito: tavolo regionale e sostegno pubblico al progetto di reindustrializzazione operaio
- reintegra di coloro che sono stati costretti a licenziarsi, messa a disposizione dello stabilimento della reindustrializzazione portata dallo scouting pubblico e dal progetto elaborato dal comitato tecnico scientifico del Collettivo di fabbrica
9. Sarà un'altra lunga giornata. Degna di essere vissuta. Per la fabbrica socialmente integrata, per ricreare 400 posti di lavoro, per le produzioni ecologicamente e socialmente avanzate.
10. A luglio insorgo quando voglio. Non ci sarà una sola azione risolutiva ma un altro capitolo di questa caparbia lotta operaia. La nostra rabbia ora tocca il cielo. Spiccare il volo o cadere.
In ogni caso ci vediamo poi tutte e tutti l'8 e 9 luglio di fronte ai cancelli della Gkn
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weirdesplinder · 21 days
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Romance contemporanei con Protagonisti maschili con difetti fisici/menomazioni
HUSH, di Paola Garbarino
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Trama: Sullo sfondo di un’autunnale Genova, Fiore, ragazza dolce con una ferita aperta nel cuore, e Noah, studente inglese in Italia con una borsa di studio, frequentano l’ultimo anno all’Accademia delle Belle Arti. Per un intero trimestre lei sarà obbligata a fare da tutor a lui, ragazzo affascinante, talentuoso, arrogante. E sordo. La loro conoscenza sarà incontro e scontro, attrazione e repulsione, in una condivisione di emozioni che li cambierà per sempre. Quanto contano i silenzi, in un’epoca in cui tutti sembrano ossessionati dal comunicare ogni dettaglio delle proprie vite?
Sei il mio sole anche di notte, di Amy Harmon
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Trama: Ambrose Young è bellissimo, alto, muscoloso, con lunghi capelli che gli arrivano alle spalle e uno sguardo che brucia di desiderio. Ma è davvero troppo per una come Fern Taylor. Lui è perfetto, il classico protagonista di quei romanzi d’amore che Fern ha sempre adorato leggere. E lei sa bene di non poter essere all’altezza di un ragazzo del genere… Ma la vita a volte prende pieghe inattese. Partito per la guerra dalla piccola cittadina di provincia in cui i due giovani sono cresciuti, Ambrose tornerà trasformato dalla sua esperienza in prima linea: è sfigurato nei lineamenti e profondamente ferito nell’anima. Fern riuscirà ad amarlo anche se non è più bello come prima? Sarà in grado di conquistarlo? Saprà curarlo e ridargli la fiducia in sé?
La minaccia di J.M. Darhower
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Trama: Lorenzo Gambini non ama le persone. Di solito lo annoiano e, spesso, lo irritano. D’altro canto, la maggior parte della gente non vuole avere a che fare con lui perché la sua pessima reputazione lo precede. Il suo volto parzialmente sfigurato, poi, lo ha reso simile al mostro delle fiabe, tanto da fargli guadagnare il soprannome di Scar. In ogni caso, qualunque sia il loro motivo, tutti tendono a stargli lontano. Be’, non proprio tutti. Morgan Myers è l’eccezione. Una piacevole eccezione. Con la sua lettera scarlatta incisa sul polso, un alone di mistero che la circonda e un carattere indomito, la ragazza non solo cattura l’attenzione di Lorenzo, ma dimostra di non temerlo. Morgan però sembra essere in fuga da qualcosa o, forse, da qualcuno, e Lorenzo è determinato a scoprire tutta la verità su di lei.
A mezzanotte un angelo, di Lisa Marie Rice
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Trama: In una terribile notte, Allegra Ennis, musicista e cantante di talento, perde il padre, la vista e la carriera. Ricordi confusi e frammentari di quel trauma la perseguitano nei suoi incubi notturni, e la minaccia di chi le ha già rovinato l'esistenza continua a incombere su di lei. Finché nella sua vita entra Douglas Kowalski. Ex comandante dei reparti speciali, segnato nell'anima e nel viso da cicatrici profonde, Douglas le salva la vita durante una rapina. Presto divampa la passione ma entrambi hanno svariate ragioni per dubitare che possa durare a lungo. Tuttavia, se tanti sono i fantasmi del passato, troppo intenso è il sentimento che ora li lega...
Un angelo in fuga, di Lisa Marie Rice
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Trama: Il Seal della Marina Matt Sanders, rimasto gravemente ferito in missione, ha deciso di andare in Messico per cercare di rimettersi in sesto. Qui incontra la donna più bella che abbia mai visto, un vero e proprio angelo, sebbene i sentimenti che lei gli ispira siano tutt'altro che innocenti. Non sa però che si tratta di Charlotte Court, erede di un impero milionario, ingiustamente accusata dell'omicidio di suo padre. Matt capisce presto che lei sta fuggendo da qualcosa. O da qualcuno. Il vero assassino del padre è infatti sulle sue tracce e lei non può abbandonarsi alla passione, nemmeno con un uomo straordinariamente sexy come Matt. Pur sedotta, Charlotte non vuole aprirgli il suo cuore altrimenti metterebbe a rischio anche lui. Ma Matt è pronto a fare qualsiasi cosa per proteggerla, a costo della vita...
Segreti di Mezzanotte, di Lisa Marie Rice
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Trama: Può l'amore guarire al fuoco della passione due cuori provati dalla vita? Joe Harris, ex Seal, è rientrato in gravissime condizioni dalla sua ultima missione, aiutato dai suoi compagni d'armi. Ma è solo grazie alla vicina di casa Isabel che Joe riesce a riprendersi e a tornare alla vita: Isabel è una ragazza vulnerabile e bellissima, che riempie di sogni un futuro che sembrava svanito per sempre. Anche Isabel porta con sé un terribile passato: la sua intera famiglia è stata massacrata a Washington, lasciandola sola e senza memoria. La vita con Joe è per lei una forma di riabilitazione. Ma il destino ha in serbo per entrambi un'altra prova...
I miei occhi per te, di Mary Burchell
Trama: "È un robot intelligente, senza la minima scintilla di genio!" Questo è stato il giudizio gelido e senza possibilità d'appello del suo idolo, il grande pianista Lewis Freemont e, dopo averlo sentito, Antonia, delusa e amareggiata, rinuncia alla carriera di concertista. Ma non ha fatto i conti con il destino... Dopo un incidente di cui si sente responsabile e in cui lui perde la vista, dimentica ogni risentimento e si dedica ad aiutarlo in tutti i modi, diventando la sua infermiera, la sua segretaria... il suo bastone d'appoggio, i suoi occhi... Ma se un giorno lui venisse a sapere che è stata lei a rovinargli la vita?..
La caduta di Adamo, di Sandra Brown
(Questo titolo fu pubblicato anche col titolo Un passo alla volta da Euroclub)
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Trama: Vivace ed estrosa, Lilah Mason è un'affermata fisioterapista, abituata a fronteggiare situzioni a dir poco delicate. Ma Adam Cavanaugh è un caso particolare: gravemente ferito in un incidente d'alta montagna, ha poche speranze di riprendere a camminare e reagisce con indicibile violenza a ogni tentativo di terapia. Poi, fra liti e battibecchi il rapporto tra i due si trasforma pian piano in passione travolgente. Ma Lilah non è tranquilla: cosa accadrà quando Adam riprenderà la vita normale?
Inediti in italiano:
The Best Man, di Annabell Costa
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Trama: Kirby Matthews è stufa di essere single. È stanca di essere l'unica ragazza single in un gruppo di coppie sposate. È stanca delle persone che le danno una pacca sulla mano ai matrimoni e le assicurano che "tu sarai la prossima". È stufa di dover alzarsi e prendere quello stupido bouquet. Quindi, quando Ted, il fidanzato di Kirby, fa la domanda, la sua risposta è un entusiasta "SÌ". Poi Kirby incontra il testimone di Ted, John. John è odioso, supponente e usa la sua disabilità come scusa per tenere tutti a debita distanza. Ma mentre i preparativi del matrimonio procedono, Kirby conosce meglio John e si rende conto di non aver mai incontrato nessun ragazzo che le sia mai piaciuto così tanto, non in tutta la sua vita. Cosa fai del tuo matrimonio quando ti innamori del testimone?
The boy next door, di Annabell Costa
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Trama: Durante le scuole medie, le superiori, gli appuntamenti sbagliati e una fase punk sconsiderata, Tasha ha sempre potuto contare su Jason. Dal giorno in cui si è trasferito nella casa accanto, è passato dall'essere un ragazzino strano su una sedia a rotelle all'amico più fidato di Tasha. Ma le vite cambiano e gli amici vanno in direzioni diverse. Quando Jason e Tasha riaccendono la loro amicizia, volano scintille. Dopo essere stata per anni un'anima selvaggia, ora Tasha (ex leader di una band diventata insegnante di musica) è alla ricerca di una relazione che duri. Quando nientemeno che Jason la presenta a un uomo che può darle ciò che vuole, Tasha è sul punto di buttare via passione e amore solo per poter dimenticare il suo passato travagliato e sistemarsi. Ma Jason non è ancora pronto a rinunciare a lei.
Love in touch, di Lucy May Lennox
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Trama: Kassie so è sentita persa fin dalla morte di suo padre quando era al college. Ora che ha 24 anni e vive a Seattle, si interessa all'apprendimento della lingua dei segni tramite la sua compagna di stanza, interprete dell'ASL. Un giorno, a un evento della comunità dei non udenti, vede un giovane seduto da solo. Kassie si sente obbligata a provare a parlare con lui: il fatto che sia straordinariamente bello non fa male. Jake è sordo e cieco dalla nascita. La sua disabilità lo ha tagliato fuori dal mondo, ma dietro il suo aspetto isolato si nasconde un ragazzo intelligente, dolce e con un senso dell'umorismo pungente. Ha un alto livello di istruzione, ma a 26 anni è rimasto bloccato in una routine con pochi amici e nessun chiaro percorso professionale. Fino a quando una ragazza dal profumo dolce si presenta inaspettatamente a lui e gli apre un mondo completamente nuovo. Jake è più intelligente, più genuino di chiunque altro Kassie abbia mai incontrato prima, e per la prima volta inizia a sentire che la sua vita ha una direzione. Ma man mano che la loro amicizia si trasforma in qualcosa di più, la difficoltà nel comunicare tra loro non fa che crescere, e sembra che tutti quelli che conoscono pensino che la loro relazione non funzionerà.
Without Words, di Delancey Stewart
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Trama: Dopo un incidente sul lavoro, la vita del pompiere Roberto DeRosa viene sconvolta. La sua carriera nella lotta agli incendi è finita e lo lascia con un futuro incerto e un infortunio che gli rende difficile comunicare. L'unico momento in cui le parole scorrono facilmente è quando sono testi di canzoni e lui ha una chitarra tra le mani. Parlare con le donne è decisamente fuori discussione, soprattutto se hanno luminosi occhi azzurri che sembrano vedere dritto nella sua anima. Dani Hodge è sul punto di realizzare il suo sogno di aprire un piccolo negozio di vini e libri nell'originale quartiere di Ocean Beach a San Diego. Ma prima che possa aprire le porte, c’è del lavoro da fare, più lavoro di quello che può fare da sola. Quando il ragazzo tatuato che l'ha completamente ignorata in un bar passa e le offre una mano mentre armeggia con una sega per piastrelle, Dani non può permettersi di dire di no, e perché dovrebbe dire di no al signor Forte e Silenzioso quando il suo sguardo trasmette più di le parole potrebbero?
Giving It All, di Arianna Hart
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Trama: Il veterano dei Navy SEAL Grant Anderson non è più lo stesso ragazzo d'oro che era quando lasciò la sua piccola città di Dale, in Georgia. Un IED gli ha preso la parte inferiore della gamba e sua moglie non è rimasta a lungo dopo la sua dimissione dall'ospedale. Non è pronto per tornare a Dale e affrontare il passato e quanto lontano sia arrivato, ma suo padre è malato e qualcosa non quadra negli affari di famiglia. Ellie Hall ha una cotta per Grant da quando riesce a ricordare. Non è più la ragazzina goffa della porta accanto, ma avere Grant di nuovo in città la fa sicuramente sentire così. Aiutare Grant a capire cosa sta succedendo negli affari di suo padre le dà l'opportunità di mostrargli quanto è cresciuta. Grant non pensa di essere l'uomo giusto per Ellie. Merita un eroe, non un uomo distrutto. Ma Ellie ha le sue idee su ciò di cui ha bisogno e ciò che vuole.
Frisco’s Kid, di Suzanne Brockmann
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Trama: Quando il Navy SEAL Alan Frisco Francisco' viene gravemente ferito, ha solo due ragioni per non perdere ogni speranza: suo nipote di cinque anni che gli viene improvvisamente affidato e la sua vicina di casa, Mia Summerton, che è determinata a risollevare sia il suo fisico che il suo cuore. 
Adam’s Fall, di Sandra Brown
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Trama: Lilah Mason ha visto sua sorella trovare l'amore, sposarsi e avere figli, mentre lei è stata più che contenta di incanalare le sue energie nella sua carriera. Fisioterapista con uno spirito inaffondabile e una compassione incrollabile, è una delle migliori sul campo. Il suo nuovo paziente, Adam, sfida continuamente i suoi metodi e la sua autorità. Eppure Lilah è determinata ad aiutarlo a recuperare la vita che ha perso. Ciò che non riesce a vedere, finché non è troppo tardi, è che mentre sta vincendo la battaglia di Adam, sta perdendo il suo cuore... E mentre il dovere professionale e i suoi desideri appassionati si scontrano, deve scegliere la strada giusta per entrambi.
Paradise Found, di Mary Campisi
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Trama: Matt Brandon ha tutto: ricchezza, potere, aspetto e talento. Le donne lo vogliono; gli uomini vogliono essere come lui. Quando uno stupido incidente sugli sci lo priva della vista, fatica ad accettare la possibilità che la sua cecità possa essere permanente. Per fortuna incontrerà la psicologa Sara Hamilton, una donna che ha conosciuto la propria parte di dolore e perdita e potrebbe essere proprio l'unica persona che può aiutare Matt a ridefinire il suo nuovo mondo. Sara non è mai stata la reginetta del ballo di fine anno, né è uscita con il dio dai capelli biondi e dai grandi denti bianchi. È onesta, rispettabile e reale... e vive al massimo, applaudendo i successi dei suoi pazienti, assistendoli durante i loro fallimenti, ma non riconoscendo o accettando mai ciò che le manca nella sua vita. Ha amato e perso una volta ed è stata così segnata emotivamente che non è disposta a rischiare di nuovo quei sentimenti. Ovviamente non ha mai incontrato un uomo come Matt Brandon. Mentre Matt e Sara esplorano il delicato equilibrio tra fiducia “cieca” e speranza, scopriranno che a volte devi perdere tutto per trovare ciò che stai veramente cercando…
Forse potrebbero interessarvi anche queste altre mie liste di libri con eroine con difetti fisici:
Romance con eroine con difetti fisici: https://weirdesplinder.tumblr.com/post/645634440924692480/romance-con-eroine-con-difetti-fisici
Romanzi rosa contemporanei con eroine imperfette: https://weirdesplinder.tumblr.com/post/626086793988702208/romanzi-rosa-contemporanei-con-eroine-imperfette
Romanzi rosa contemporanei  in inglese con eroine imperfette: https://weirdesplinder.tumblr.com/post/626087334935412737/romanzi-rosa-contemporanei-in-inglese-con-eroine
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enkeynetwork · 4 months
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giancarlonicoli · 6 months
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7 nov 2023 12:26
“ARRIGO, SEI UNA DELLE POCHE PERSONE DEL MONDO CHE NON MI HANNO MAI DATO DELLO STRONZO”- SACCHI RICORDA QUELLO CHE GLI DISSE BERLUSCONI NELL’ULTIMA TELEFONATA E CONFESSA UN RIMPIANTO – “VAN BASTEN? CON LUI QUALCHE TENSIONE C’È STATA. ERA CONVINTO CHE NOI ITALIANI FOSSIMO IGNORANTI. UNA VOLTA GLI DISSI: GUARDA CHE NOI VINCEVAMO I CAMPIONATI DEL MONDO QUANDO VOI OLANDESI STAVATE ANCORA SOTT’ACQUA” – LE PARTITE VISTE SENZA AUDIO, LA FINALE DI USA '94 PERSA ("NON E' VERO CHE MI MISI A PIANGERE”), LA STRONCATURA DI LEAO E QUELLA VOLTA CHE ARIEDO BRAIDA CHE LO MANDO’ A PRENDERE NOTA DELLE BELLE RAGAZZE IN TRIBUNA… - IL LIBRO
Marco Imarisio per il “Corriere della Sera” - Estratti
Arrigo Sacchi mostra con orgoglio un leccio secolare, l’albero più alto e antico nel giardino della sua villa, che quasi fa ombra ai bagolari e ai salici piangenti. Nonostante i 77 anni compiuti lo scorso primo di aprile, cinquanta dei quali vissuti da allenatore, una avventura che cominciò proprio in questi giorni nel 1973, è ancora lui.
L’allenatore che più di ogni altro ha segnato e cambiato la storia del calcio moderno, un italiano che in cuor suo non si sente tale, ma che purtroppo o per fortuna lo è. «Un Paese votato al tatticismo, dove solo il singolo e non il bene collettivo sembra avere importanza, dove contano più le conoscenze della conoscenza».
È la sua analisi sociopolitica. Ma è anche calcio, perché per lui il calcio è ancora vita, come dimostra «Il realista visionario», appena scritto con Leonardo Patrignani. Quasi un trattato di filosofia personale, applicabile non solo allo sport, con contributi importanti. Non aspettatevi mezze misure, non è il tipo. Sconti per nessuno, neppure a sé stesso. Per questo continua a far discutere ancora oggi con i suoi giudizi e le sue ossessioni, anche per questo gli si vuole bene. «Una vittoria senza merito non è una vera vittoria, ma questo è un concetto che l’Italia, il regno dei sotterfugi, non capirà mai».
Cominciamo dalla dedica?
«L’ultima volta che ho sentito il presidente fu due mesi prima della sua morte. Ripetemmo la nostra gag. Io che gli confesso di non riuscire a dargli del tu, lui che mi insegna come fare. “Si metta davanti allo specchio, e dica a voce alta: Silvio Berlusconi è uno stronzo, Silvio Berlusconi è uno stronzo”. Era davvero convinto che potesse funzionare».
Ci ha mai provato?
«Mai. Quel giorno, nel salutarmi, mi disse: Arrigo chiama quando vuoi, in fondo sei una delle poche persone del mondo intero che non mi hanno mai dato dello stronzo. Non l’ho più fatto, e ancora me ne dispiace. Sentivo che era stanco. Ho voluto molto bene a quell’uomo. Gli devo tutto. A differenza di molte, troppe persone, che oggi fingono di non averlo mai conosciuto, io non me ne dimentico».
(...)
È per questo che una volta arrivato al Milan disse a Franco Baresi di ispirarsi al compianto Gianluca Signorini?
«Per anni, quella frase fu considerata uno scandalo. Ma non la rinnego affatto. Anche il povero Gianluca aveva fatto un passo alla volta. All’inizio, nel Parma, lo chiamavo “lancetti”, perché faceva sempre lanci lunghi che costringevano me e il magazziniere ad andare per boschi alla ricerca della palla. L’unico vero scandalo è credersi intoccabili, e non capire che si può imparare da chiunque. Sa chi fu il primo che comprese il senso di quel che intendevo? Franco Baresi, il mio capitano. Una persona di straordinaria umiltà, un campione vero».
È stato il calciatore che più ha amato?
«Non mi costringa a fare classifiche, non è giusto. Ho voluto bene a tutti i miei giocatori, nessuno escluso».
Anche a Marco Van Basten?
«Qualche anno fa, le cose che disse in una intervista mi ferirono. Ma non gliene voglio male. Non mi sembra di essere stato duro con lui. Semplicemente, lo trattavo e lo valutavo come gli altri. Forse non gli andava bene questo. Ma non me lo ha mai detto. Tra noi non c’erano problemi».
Insomma. «Arrigo mi ha rotto i cogl...». Era la primavera del 1991. Sentita a Milanello, mentre Marco entrava nella sala del biliardo, con le mie giovani orecchie da praticante giornalista.
(Ride) . «Beh, forse qualche tensione c’è stata. Lui era convinto che noi italiani fossimo tutti ignoranti. Una volta gli risposi. Caro Marco, gli dissi, guarda che noi vincevamo i campionati del mondo quando voi olandesi stavate ancora sott’acqua. Lo feci ridere, e ne fui felice. Era una persona e un atleta fragile. Durante una partita di precampionato della nostra prima stagione, gli dissi che non serviva che andasse incontro alla palla a centrocampo. Vacci vicino, senza cercarla, e poi taglia dentro, che così ti picchiano di meno».
Le diede ascolto?
«No, e lo spaccarono. Era un fuoriclasse assoluto, un po’ testardo. Quando ritornò in Italia dal primo infortunio, venne a vedere Milan-Napoli, il famoso 4-1 per noi. Mister, mi disse, non avrei mai creduto che in così poco tempo lei riuscisse a fare un gioco così poco italiano».
Con gli altri due olandesi invece furono rose e fiori fin da subito?
«Pensi che quando andai per la prima volta a vedere Frankie Rijkaard prima di convincere Berlusconi ad acquistarlo al posto dell’argentino Claudio Borghi, operazione che come noto non fu facile, non mi fece una grande impressione. Ma forse quella volta ero stato poco attento».
Arrigo Sacchi che si distrae?
«Avevo già vinto un campionato, ma continuavo a essere un po’ in soggezione dell’ambiente. Mi sembrava ancora tutto più grande di me. Con il direttore sportivo Ariedo Braida, andammo a Rotterdam per una partita della nazionale olandese. Pioveva a dirotto. Lui mi disse, Arrigo vai pure sotto la tettoia, io invece mi metto in prima fila. Sono proprio gentili, pensai. Invece Ariedo, che è uno straordinario uomo di calcio ma anche un bon vivant, non lo aveva fatto per la mia salute. “Ti metti lì, e prendi nota di tutte le belle ragazze in tribuna. Poi all’intervallo me le indichi, che le voglio vedere”. E da buon soldato, invece delle mosse di Rijkaard, segnai sul taccuino il posto dove sedevano le donne più attraenti. Per fortuna, ci furono altre occasioni».
È giusto considerare Ruud Gullit il simbolo di quella squadra?
«Ruud è forse la persona che più di tutte ha capito e accettato l’ossessione che mi ha sempre divorato. Per il calcio, si intende».
Cosa rese quel Milan la squadra italiana più forte di sempre?
«Aggredivamo, e costruivamo. In un Paese dove in qualunque campo si tende a vivacchiare, noi eravamo l’eccezione».
Perché l’Italia le piace così poco?
«Rimaniamo sul calcio, in fondo siete voi giornalisti che ogni due per tre lo definite come una metafora della vita. Siamo un Paese che si illude di essere grande, nel suo intimo consapevole però di contare poco o nulla. Vedo commentatori, ex giocatori ed ex allenatori che in televisione sostengono che tutto è eccezionale, fantastico, ma poi a microfono spento sostengono l’opposto».
Oggi lei come guarda le partite?
«Con l’audio a zero. Il nostro declino nasce dalla propensione ad accontentarci del risultato raggiunto con il minimo sforzo, senza guardare mai alla partita, al domani, a quel che poi resterà. Dovremmo sforzarci di pensare in modo collettivo e propositivo. Invece aspettiamo gli eventi e gli avversari, seguendo la nostra indole eterna, poi cerchiamo di uccellarli, come diceva sempre un suo collega».
Suvvia, Arrigo. Quel giornalista aveva un nome e un cognome, che lei ricorda bene. Si chiamava Gianni Brera, uno dei più grandi di sempre.
«D’accordo, era lui. Ero al secondo anno di Milan. Un giovedì prima di una partita con il Napoli vado a cena con mia moglie al ristorante Riccione, senza immaginare che quello era il giorno in cui si trovava con i suoi amici. Me li manda uno ad uno al nostro tavolo. Mi fanno tutti la stessa domanda. Domenica chi marca Maradona? E mi fanno dei nomi, Tassotti, Maldini, Baresi. “In qualche modo, ci avete preso tutti” rispondo. Quando l’ultimo si è allontanato, la mia Giovanna, che non è mai venuta a vedere una nostra partita mi chiede: “Scusa ma questi non lo sanno che tu giochi a zona?”».
Quale fu la sua risposta?
«Che lo sapevano bene, ma avendo paura di tutto quello che era una novità, rifiutavano l’idea. Pur di non riconoscere qualcosa di diverso dalle loro convinzioni, sostenevano l’insostenibile. Brera era un grande scrittore, ma avevamo due idee di calcio e di Italia incompatibili tra loro. Non a caso, erano i giornalisti all’epoca più giovani che capivano bene ciò che stavo cercando di fare».
(...)
Perché il suo giudizio su Leao è così severo?
«Non sopporto chi non sfrutta appieno il proprio talento. Quel ragazzo ha qualità evidenti, ma sta raccogliendo meno di quanto potrebbe. Nel calcio, la testa va allenata non solo per colpire la palla».
(...) Cosa pensa della crisi del suo Milan?
«Mandare via Paolo Maldini è stato un atto contro natura. Prendere 6-7 nuovi stranieri in una sola volta invece è un azzardo, soprattutto in una squadra con pochi italiani. Hanno bisogno di tempo per inserirsi, e per capire». Come vuole essere ricordato Arrigo Sacchi? «Come una persona schietta che si è impegnata molto per migliorarsi e per migliorare gli altri».
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dionysman · 7 months
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In #Fvg tutto è concesso! Si lascia la psicopatica, criminale, ladrona, ignorante e puttana con la scelta del personale dei barellieri, non per merito ma per suo gradimento sessuale. Poltrone e appalti dati per la raccomandazione di un cognome e soldi. "A noi interessano i nomi": Gabriella Bon, la narcisista perversa da camicia di forza e galera. Prostitutazione in poltrona, malattia mentale gravissima comprovata, frode e scopo di lucro.
Cooperativa sociale Tea del consorzio Fhocus di Trieste.
Vantati e deridi per i danni deliberati che fai alla vita degli altri: SE FINALMENTE TI FAI LA GALERA SARANNO GIORNI DI FESTA PER MOLTI! QUANDO FINALMENTE TOGLIERAI IL DISTURBO DALLA FACCIA DELLA TERRA SARÀ FESTA MONDIALE! SEI STATA INUTILE, DELETERIA E ALTRETTANTO INSIGNIFICANTE SU QUESTA TERRA.
La vera e propria puttana del peggior degrado sociale, la spazzatura triestina e tutta l'incapacità umana e intellettuale in forma vagamente umana.
La "psicologa" che ha fatto il lavoro sporco ben pagata per rovinare le vite degli altri.
Francesca Angelucci, sei la peggior faccia dell'inutilità e della corruzione, che ci finisca tu nelle mani degli altri come te.
Quando la feccia ha ruoli nel sociale.
Non ingannate i sani. Siete misere inutilità, provate della peggior incapacità umana, dannose e inutili nel sociale e malate mentali gravi, con o senza diagnosi.
Tu sei la vergogna di tutti gli psicologi, invece.
La cooperativa sociale Tea del consorzio Fhocus di Trieste, con l'esemplare di feccia con il nome di Gabriella Bon, Francesca Angelucci e tutti i complici e omertosi, dimostrano tutto il peggior degrado dell'Italia in generale e di tutto ciò che è concesso fare per derubare e per rovinare le vite degli altri.
Gabriella Bon, sei la forma più evidente dello spreco di ossigeno su questa faccia della terra. La dimostrazione che la vita ce l'hanno proprio tutti, soprattutto chi non se la merita.
È arrivata la Vanna Marchi, Soumahoro, Ilona Staller e "Patrick Bateman" nel mondo delle cooperative sociali, il settore del più grande profitto economico soprattutto per chi fa i propri interessi.
Con cooperativa sociale "lgbt free" e "i trasgressivi" definizioni provenienti dalla tua malattia mentale grave e ben radicata, intendi di essere pienamente favorevole ai campi di concentramento e all'affermazione continua e comprovata anche nel 2023, per provare tutta la tua malattia mentale?
Che i barellieri negli ospedali da Trieste a Gorizia sono tuoi souvenir sessuali scelti per questo e non merito e qualifiche nel sociale, compresi gli aspiranti dottori perché dis discrimini e scegli di scoparti un altro seppur "il più scrauso degli scrausi"? Dillo ad un pubblico più ampio che fai la puttana senza mutande in poltrona.
Ti definisci "Anna Bolena", ti senti "lussureggiante" e provi "edonismo" quando rovini in maniera deliberata la vita degli altri? Sei semplicemente una variante della psicopatia che non merita posti nel sociale o la vita in generale. Quelli come te sono destinati a carcere e cure intensive psichiche.
Crediti 'sto cazzo, che vali ancora meno di una puttana da marciapiede di via Trento. Orco femmina da camicia di forza e galera.
E se non ti prendono dimostra come la vita non abbia un senso e l'ignoranza, che non è umana, pravalga in questa vita e che la corruzione prevalga a #Trieste, come nell'intera Italia. Galeotta disturbata.
La puttana nella vita prima, come stile di vita è un affare personale, fare la puttana in poltrona scegliendo il personale dei barellieri esclusivamente perché vuoi aprire le gambe e non per meritocrazia, anche all'età di 70 anni, allora è un problema più ampio a livello sociale. E come ti senti scombussolata quando vieni esposta esattamente per come ti sei rivelata. Senza alcuno sconto, senza alcuna pietà. SEI UN SOLO DISTURBO MENTALE, NON IN GRADO NEMMENO DI GUARDARSI DENTRO, IL CHE LA DICE LUNGA SULLA GRAVITÀ E LA RADICE DELLA TUA MALATTIA MENTALE. CHI TI LODA, CHI ANCORA TI CONCEDE TEMPO PER ASCOLTARE LE TUE CAZZATE, NON SONO ALTRO CHE MOSCHE CHE TI RONZANO INTORNO PERCHÉ SEI ESATTAMENTE UNA VERA E PROPRIA MERDA, SENZA ALCUNA DIGNITÀ O QUALITÀ UMANA. SEMPLICEMENTE RESPIRI E NON TI MERITI LA VITA. I PIETISMI UMANI NON SERVONO: NON TI MERITI NIENTE DALLA VITA E NON TI MERITI NEANCHE LA STESSA.
CHIUDI LE GAMBE E VAI A FARTI CURARE, LURIDA PUTTANA BUONA A NULLA. A 70 ANNI, SEI UN CESSO TRASPORTABILE. FA ATTRITO.
È FINITO IL TEMPO DELLA DEPRAVAZIONE, CORRUZIONE E IGNORANZA SOCIALMENTE ACCETTABILE DELLA GENERAZIONE MALATA DEGLI ANNI '50, TI DIMOSTRI DI UNA STUPIDITÀ E DI UNO SCARSISSIMO INTELLETTIVO, INCAPACE DI RAGGIRARE LE SITUAZIONI E DISTORCERE LA REALTÀ DEI FATTI.
QUANDO TI VERRÀ FINALMENTE MENO LA VITA, SARÀ UNA LIBERAZIONE PIÙ AMPIA E UN RIPULIRSI DEL MONDO DA UNA MALATTIA CERTA, FONTE SOLO CHE DI AFFERMAZIONE DI IGNORANZA E INCAPACITÀ DI FINTE SEMBIANZE UMANE.
La faccia e il nome del: capitalismo da cooperativa sociale, la corruzione, la raccomandazione, la prostituzione vera e propria da poltrona e non da marciapiede e la credenza di essere in monarchia.
"Volevo aprirgli le gambe hahaha. Sono Anna Bolena. Edonismo. Stasera mi sento lussureggiante" questo è ciò che sei Gabriella Bon dei nostri coglioni. Nient'altro che questo. Campi di ES come una animale in calore.
Vantati dei soldi che derubi, vantati e deridi dei danni che fai, stappando le bottiglie di champagne con il buco del culo. NESSUNA PIETÀ PER LA MERDA AVVOLTA IN DEI VESTITI CHE SEI.
"Non ti lascio un euro" ricambio di tutto cuore l'augurio, devono farti razzia di ogni cosa che possiedi e ridurti alla carestia totale.
E fare la vera puttana ancora a 70, sfruttando la poltrona della cooperativa sociale, "status sociale" e tutto il resto fai ribrezzo. Vattene a girare i porno categoria granny criminale. FAI SCHIFO AL CAZZO. Mignottone. Sei e rimarrai sempre e solo UNA PUTTANA DISTURBATA MENTALE CRIMINALE E LATRINA, CHE TU TI FACCIA LA GALERA O MENO.
SPERO DI VEDERTI MORIRE PRIMA CHE SIA IO A FARLO. TI MERITI OGNI SOFFERENZA SU QUESTA TERRA, CHE CON TUTTI I TUOI DISTURBI MENTALI GIÀ A QUANTO PARE HAI.
CREDITI 'STO CAZZO CHE INVECE TI SEI PROVATA PIENAMENTE DISTURBATA MENTALE E GALEOTTA DA CONDANNE E CAMICIA DI FORZA. PUTTANA DA MARCIAPIEDE IN POLTRONA.
GABRIELLA BON, ALLA TUA MORTE SCORRERANNO FIUMI DI ALCOHOL PER FESTEGGIARE ALLA TUA USCITA DEFINITIVA SULLA FACCIA DELLA TERRA!!! FESTA MONDIALE IN OGNI POSTO DOVE HAI PORTATO IL TUO CULO DA RACCOMANDATA IGNORANTE E CRIMINALE LADRONA!
BANDIERINE, TROMBETTE E TRENINI!
MA CHI CAZZO TE L'HA DATA LA VITA, CEPPO DI MALATI MENTALI. RACCOMANDATI SEPPUR GRAVEMENTE DISTURBATI, RAMPOLLI E CRIMINALI DA GALERA, DAL PRIMO ALL'ULTIMO.
Alessandra Gava, assistente sociale del servizio sociale di Gradisca D'Isonzo, intromissione non richiesta nella vita della persona sana e capace di intendere e volere arrecando danni, violazione di consensi, volontà e privacy, rifiuto di fornire trasparenza quando richiesta, schieramento spudorato con i carnefici, bugiardi patologici, esibizionisti sessuali, depravati e violenti nei confronti anche attualmente di una minore.
Si vede che sei incapace e inadeguata e soprattutto dannosa per il ruolo che hai grazie solo ad una laurea.
MA CHI CAZZO TI CHIEDE NIENTE, IMPARA A FARTI I CAZZI TUOI, DEFICIENTE.
Le vite degli altri in mano ai ritardati.
Simona Agostinis, educatrice Csm da Csm, prevaricatrice e a difesa di chi ha perpetrato decadi di violenza, derisione della vittima.
La prima ad avere disturbi mentali sei tu. Più che personale Csm ti sei provata utenza.
Tu non approvi la violenza e la difendi, tu la perpetri. Ti auguro ti cada la lingua, che intanto a me hai fatto cadere i coglioni.
Marco Visintin, psicologo che si finge psichiatra, con la volontà di dare terapie farmacologiche ai sani che espongono le violenze. Da un bugiardo del genere non ci si può aspettare comprensione in ciò che si espone.
Scovino Livia, oss psichiatrica non ancora certificata perché coperta da "figure di riferimento" ovvero sagome altrettanto malate mentali. Depravata, con la visione dei fenomeni paranormali esibizionista sessuale assieme ai mariti. Derubava a casa delle anziane dove faceva assistenza, bugiarda patologica, compresa l'inconfutabile realtà dei fatti, ha abusato prima dei figli e attualmente perpetra e copre la violenza su una minore, assieme agli altri familiari che ce l'hanno in affido. Dimostri il nulla di capacità mentali e intellettive.
Sei l'esatta rappresentazione dell'incapacità umana e genitoriale, nutrita nel tuo ego, negli abusi da chi è disturbato altrettanto come te.
Non sai essere altro che una bestia in calore.
#serviziosociale dei minori di Trieste, l'incompetenza è a quanto pare una tratto caratteristico regionale.
Famiglie Scovino, Di Ponzio e Marello.
Lasciate i bambini affinché non si perda la linea del "rovinare ogni generazione" allo stesso modo della precedente, in mano ai depravati, psichiatrici gravi, esibizionisti sessuali, ladri e chi commette loro violenza fisica e psicologica, perché siete incompetenti, disinteressati al benessere e incapaci nel vostro ruolo.
E suvvia #asugi avevate l'ex carcerato, i drogati e gli psichiatrici comprovati che abusano anche i minori. Un po' di criterio, per carità.
Marello Luciano, ex poliziotto degli anni d'oro, gravemente disturbato e depravato, fino ad arrivare all'esibizionismo sessuale, una volta esposto per tutti gli abusi commessi minaccia la vittima molteplici volte di morte.
L'invalidità da lavoro in polizia è stata una gran trovata.
L'impotenza sessuale ti è sempre stata tutta mentale, anche nei rapporti interpersonali: l'esibizionista sessuale vai a farlo in piazza Unità a Trieste, davanti a tutti, compresa la polizia, i carabinieri.
Sei un demente menomato con il cazzo che non gli funziona e allora deve perpetrare abusi e violenze. Povero coglione, a quest'ora nel tuo paese stavi pascolando i dromedari, invece sei arrivato in Italia per mentire, abusare e mostrarti in tutta la tua impotenza.
Sei un bidone talebano incapace di vivere nella società civilizzata e ti è incomprensibile come il tuo esibizionismo sessuale non trova alcun consenso.
Oreste, lo gnomo napoletano e delinquente, che fingeva di assumere le persone per mezzo della GES Srl x Glam degli scaffalisti notturni nel Famila di via terza armata di Gorizia, per illudere di lavorare e poi licenziarle senza motivo, come mai ancora libero dopo tutti gli intrallazzi non si spiega. Te e tutti i complici anche del Famila. BANDA DI DELINQUENTI LADRONI.
La delinquenza della Campania è emigrata al nord. TRA TERRONI NEL FAMILA VI CAPITE.
Dopo aver licenziato senza motivo le persone, cantava "trapanarella"... Sai quanti "trapani" ci sono nelle case circondariali: che ti sia di augurio, gnomo di merda.
#APT Gorizia, il conducente del G02 provatosi malato mentale, ha ancora il posto?
Tanto quando pagano gli altri tutto va bene.
IN FVG NESSUNO CHE SIA CAPACE DI ASSUMERSI LE PROPRIE RESPONSABILITÀ.
MAI VISTA COSÌ TANTA MALATTIA MENTALE A PIEDE LIBERO, IN OGNI AMBITO.
Esemplari del più evidente spreco di vita su questa terra. Incomprensibile perché.
#FVG #discrimianzionelgbt #abusi #CSM #serviziosociale #cooperativasociale #trieste #corruzione #psicoterapia #lavoro #malattiamentale #confcooperative #gorizia #ospedale #sanita #mondodellavoro
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yoursweetberry · 10 months
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Non importa se non dovrei scrivere qua sopra, c’è una parte di me che lo vuole. Non mi importa di regalarti la parte più intima di me perché tanto l’ho già sempre fatto e tanto l’ho capito da ieri (anche se già lo sapevo) che sono finita in ogni caso.
L’unica che capisce veramente quanto sia grave la situazione è la dottoressa. Perchè è l’unica che quando parlo mi ascolta veramente e capisce il mio dolore e lo stato in cui sono arrivata. Perchè la verità è che a volte basterebbe solo ascoltare VERAMENTE per capire e agire nel modo giusto.
Ieri è stata molto diretta e dura con me. Le ho detto anche ovviamente del fatto che avessi confessato con estrema sincerità ai miei genitori del mio bisogno di farla finita, del mio sentirmi obbligata a vivere solo e soltanto perché ci sono loro ma che comunque non ce la faccio più. Le ho detto che nemmeno le medicine mi stanno aiutando a trovare il minimo di motivazione per andare avanti, le ho detto che sono venuta lì da te a farmi del male con la questione delle registrazioni, il canto, il regalo ecc le ho detto dei problemi a casa, il mio senso di vuoto, di solitudine, di ossessione di voler comunque restare vicino a chi mi fa male e non dimostra di tenere a me.. le ho detto di tutti i pianti e gli attacchi di panico avuti in questi giorni.. è stata tutta una scivolata nel baratro, il dito nella piaga sanguinante già esistente.
Mi ha detto che sto al collasso, che è ovvio che io stia così, che nessuno che mi sta intorno ha capito seriamente cosa sto passando e quanto sia grave. Che si aspetta palesemente che da un momento all’altro io possa prendere le medicine (di cui lei è contraria) più della dose dovuta e mi provochi la morte, e che comunque sono già morta. Mi ha proprio detto “tu non ti sei ancora uccisa ma tu sei già morta” perchè hai abbandonato completamente te stessa tanto quanto lo hanno fatto e fanno gli altri. E se vuoi vivere, adesso in questo momento non puoi fidarti nemmeno di te stessa perchè senti dei bisogni insani che credi di fare bene ad accontentare ma non è così perchè torni più ferita di prima. Che se voglio vivere devo farmi guidare. Ma io non voglio vivere.. io sono stanca..
Mi ha chiesto di parlare con la “me” bambina, mi ha chiesto di parlarle guardandola e immaginandola seduta sulla poltrona difronte a me. All’inizio mi sembrava una cosa da fuori di testa, non riuscivo a farlo e non sapevo neppure che dire. Mi ha obbligato a guardarla, ho guardato e a un certo punto l’ho vista davvero la bambina.. Rita bambina.. che mi guardava e sono scoppiata a piangere. La dottoressa mi chiedeva di chiederle scusa, per come la tratto, per come non la difendo o proteggo dagli altri che le fanno del male. Chiederle scusa per tutte le volte che lei piange e chiede attenzioni e io la spengo dandole quelle medicine come a darle la caramella per zittirla.
Io non ce la faccio a salvare quella bambina.. e mi dispiace.. Ora sto qui e non so che fare, ogni giorno non so che fare e così faccio come una cazzo di sbandata che non sa nemmeno lei dove andare. Io mi sono persa.. io non ho voglia di seguire il navigatore non lo so che voglio fare io voglio solo smettere di soffrire e lo voglio ora, non ho voglia di combattere o di pensare cosa è giusto o sbagliato, voglio solo stare in pace e non provare più dolore
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wondball · 11 months
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Ogni volta che ci dimostriamo non comprensivi verso gli altri, creiamo traumi e frustrazioni; c'è chi riesce a mettere un muro; altri non ce la fanno: ed esplodono dando vita anche ad enormi tragedie.
Nessun essere umano è esentato da frustrazioni: nemmeno la persona nata e cresciuta in una famiglia molto ricca, che gli ha permesso un percorso diverso rispetto alla maggioranza della popolazione mondiale che vive nel disagio.
Le frustrazioni sono insite nella nostra capacità di astrarre; le persone non nascono annoiate e frustrate, ma ci possono diventare dopo un percorso di famiglia disfunzionale: dopo maltrattamenti ricevuti, dopo un incidente, per esperienze malsane - questioni che un uomo di scienza riconosce e non banalizza.
La vita è difficile: non è una passeggiata salutare per moltissimi; ognuno elabora in modo diverso le sue tristezze, ed il lavoro della scienza è proprio cercare una soluzione a questo - unitamente alla politica, perché i divari, le disuguaglianze sono sempre più forti.
Possiamo essere molto bravi, capaci tecnicamente, ma se dimentichi di riconoscere dignità a tutte le persone (e non solo a coloro che ci compiacciono), significa che la parte importante di noi, l'empatia, dobbiamo ancora svilupparla.
Per fare attacchi ad hominem, dare del frustrato e annoiato a qualcuno, non servono intelligenza e cultura; è il capire e saper spiegare il perché quelle persone siano frustrate a richiedere molta competenza e sensibilità: è questo il lavoro di un medico, di un ricercatore: non va mai dimenticato.
Non si fa divulgazione scientifica nei confronti della collettività, dando dello stupido, dell'ignorante a qualcuno; questo non ha nulla a che vedere con la scienza, ma è solo espressione di uomini ignoranti, che dicono di essere uomini di scienza, ma non lo sono affatto.
Uno scienziato, un virologo, un ricercatore o anche un medico che dica alle persone che sono delle cretine, delle idiote, perché non vogliono farsi un vaccino, con la scienza non hanno nulla a che vedere; questi non sono uomini di scienza, ma solo dei cialtroni.
Esiste una branca della scienza, specializzata in divulgazione, che studia e si prepara per rendere fruibili a tutti concetti che altrimenti resterebbero appannaggio soltanto delle persone specializzate, e serve proprio affinché la scienza non sia percepita come un dogma.
La scienza che va in televisione a fare la sua mezz'ora di predicazione, ma non accetta di mettersi a disposizione di chi è incerto, di chi è confuso, di chi ha dubbi, di chi vuole risposte certe e non tabelle, e non grafici incomprensibili, non è scienza, ma religione.
La scienza (medicina compresa) non ha nulla a che vedere con chi si chiuda ai commenti, nel suo castello; in chi non dà risposte o vuole essere creduto come un dogma; non ha niente a che vedere in chi eviti la pluralità, avendo un dialogo esclusivo coi propri fedeli.
L'onorabilità del proprio mestiere, la si dimostra lavorando bene: anche il paziente e/o chi ti ascolta volentieri (perché ti poni in modo pacato e gentile, con un repetita iuvant costruttivo), fa da passaparola: la scienza non si fonda sui personalismi, su ipse dixit, ma su prove e risultati positivi.
Puoi avere anche mille lauree come bagaglio nel tuo curriculum e pure essere a capo d'una rivista scientifica o d'un team di ricerca, ma se ti poni con arroganza nei confronti del pubblico detrattore che ti ascolta, invece di spiegare con pazienza, sei solo un ignorante.
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conte-olaf · 1 year
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1. La cassa integrazione straordinaria fino al dicembre 2023 pone fine a 7 mesi senza stipendio. Non è una cassa per cessazione d’attività. (...) L’assedio, almeno sul reddito, è rotto. Torniamo a respirare, dopo che hanno provato in tutti i modi a soffocarci.
2. Le buone notizie però finiscono qua. Da festeggiare non c’è nulla. (...) Si è consumato un atto di violenza sociale. E soprattutto, si è consumato un precedente pericoloso per i diritti dell’intero mondo del lavoro.
3. Questa cassa è in deroga a qualsiasi regola finora conosciuta. Dimostra che il Governo poteva tutto e che nulla ha fatto. Potevano chiudere la partita del nostro reddito in qualsiasi momento, in cinque minuti e con decretazione d’urgenza. Hanno atteso mesi. (...)
4. Si sancisce il principio che si può non pagare gli stipendi. E che si può non farlo per mesi. (...)
5. Avvertiamo da subito: in un mondo che corre verso la stretta creditizia, questo precedente contribuirà ad aumentare il numero di aziende che semplicemente smette di pagare gli stipendi. (...)
6. (...) Ora si riaprirà la danza dei tavoli istituzionali. La domanda resta però: che valore ha firmare accordi con chi non li rispetta e senza che nessuno agisca per farli rispettare?
7. Siamo a tutti gli effetti arrivati a due anni interi di cassa integrazione. Fatto una volta, lo si può fare altre volte. Il Governo ha deciso di nazionalizzare di fatto i nostri stipendi. Ma non sta facendo niente sulla politica industriale che servirebbe per far ripartire l’azienda. (...)
8. E noi da tempo chiediamo che vengano messe a disposizione del progetto che stiamo elaborando, l’unico in campo oggi, tutti gli strumenti di valutazione e di controllo da parte istituzionale, comprese le leve finanziarie previste, per poterlo mettere a terra, noi chiediamo che a questo punto lo stato entri nell’intero processo di reindustrializzazione. (...)
9. (...) Chi parla di reindustrializzazione, fornisca risposte puntuali. Perché se non sei chiarezza, sei parte della confusione. E la confusione serve a generare divisione. La divisione genera rassegnazione. La rassegnazione è solo il preludio della resa.
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#insorgiamo
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isabeil · 1 year
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Studiando la nostra storia umana, si nota che solo in età moderna il concetto di 'fare figli per amore' si è affermato. I nostri nonni italiani stessi non avevano tale ideale: i matrimoni erano per lo più contratti per interesse economico, anche fra parenti.
Il movimento politici di destra, le organizzazioni pro-life, tentano di risolvere il problema natalità, nelle società con molti anziani, provando ad obbligare le donne che vogliono abortire ad avere lo stesso un figlio: questo è 'sterilizzare la maternità', togliendo amore all'atto della riproduzione; un figlio va desiderato.
Gli 'ideali' conservatori sterilizzano l'avere figli a meri atti riproduttivi, con ruoli di 'padre' e 'madre' solo esteriori, biologici, non di 'sostanza'; il progresso umano invece chiede di più: che si vada oltre la 'tecnica riproduttiva', per concentrarsi sul ruolo di tutori.
Le coppie eterosessuali e non eterosessuali, nel momento in cui sentono di volere un bambino andrebbero supportare e non ostacolate; ben venga chi vuole prendersi cura bene di un bimbo; andrebbe criticato, invece, ogni tentativo di obbligare chi non vuole figli ad averne.
Mettendo da parte ogni pretesa morale religiosa (la religione non è etica, ma superstizione), la riflessione corretta da fare è, per ogni tipo di famiglia, se si è capaci di crescere un figlio, a prescindere dall'identità sessuale. La risposta è si: basta avere Cultura, empatia.
Il rapporto fra due persone dello stesso sesso può non produrre figli, così quanto può accadere fra persone eterosessuali. Nella bibbia stessa troviamo personaggi che ricorrono a terze persone per diventare padri, fecondando donne che non sono mogli, perché è pratica antica.
Il problema non è mai stato mettere al mondo figli (fin dall'antichità esiste l' "utero in affitto"), ma se si è adatti a crescere figli, cioè farli diventare adulti sani, mentalmente equilibrati, poiché è questo lo scopo primario del prendersi cura di qualcuno: renderlo Felice.
Se dovessimo vivere 'per natura', molti di noi morirebbero al primo taglietto infettato, come accadeva prima che l'uomo inventasse metodi artificiali per procrastinare la propria morte. Non viviamo da millenni 'per natura': noi non sappiamo volare, ma abbiamo gli aerei.
Quello che conta per un bimbo, anche quando non ne sei il tutore legale, è il rispetto che hai per lui: della sua integrità come individuo, della sua intelligenza. Più che di una famiglia, abbiamo tutti bisogno di un'intera società sana, che ci ami, ci Rispetti e non ci molesti.
Il fatto che esistano famiglie eterosessuali disfunzionali indica una realtà scientifica: essere genitori biologici non basta per crescere un bimbo. Non esiste alcuna perfezione ideale nella 'famiglia tradizionale' e lo dimostra anche l'essere cresciuti omofobi o maschilisti.
La realtà delle famiglie disfunzionali, dove i genitori sono coppia eterosessuale, che porta i figli ad avere atteggiamenti non tolleranti verso i 'diversi', anche per educazione religiosa, ci offre l'idea netta che l'eterosessualità non è affatto una garanzia in campo Educativo.
La realtà dei paesi poveri, dove si mettono al mondo 'figli come conigli', senza minimamente valutare il futuro di miseria, stenti, e pure abusi d'ogni sorta, mette in chiaro che senza Cultura, l'eterosessualità stessa è spoglia d'ogni significato e scopo opportuno.
Ci sono molte famiglie italiane, che sotto il velo del 'i genitori sono sempre genitori, e non possono che amarti', commettono o hanno commesso abusi d'ogni sorta ai figli; genitori 'naturali', 'buone famiglie', dove tutto si svolge con la complicità del generale perbenismo.
Ci sono molte famiglie italiane, che sotto il velo del 'i genitori sono sempre genitori, e non possono che amarti', commettono o hanno commesso abusi d'ogni sorta ai figli; genitori 'naturali', 'buone famiglie', dove tutto si svolge con la complicità del generale perbenismo.
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em420sblog · 1 year
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20/10/2022
Ciao papà, no, non stiamo affatto bene, nessuno di noi tre sta bene
è stata una cosa davvero pesante da affrontare, non tanto per me quanto per lei: non ti sei fermato nemmeno davanti a tua figlia mentre ti urlava di smetterla,piangendo a singhiozzi. Non ti sei fatto scrupoli e nemmeno problemi, siamo tutti più bravi a parlare a cose compiute. Nessuno di noi si aspettava questo papà, io non mi meritavo niente di tutto quello che mi hai fatto, non mi meritavo di perdere due anni della mia adolescenza, quella che tutti poi da grandi, rimpiangono.Ho sempre dovuto sopportare le tue pesanti accuse sin da quando ho memoria, nei confronti della mamma, e nei miei soprattutto. Non mi hai mai spiegato la ragione delle frasi che mi hai ripetuto per un anno intero, non me lo hai mai detto chiaramente, hai solo cercato scuse su scuse, arrampicandoti sugli specchi,scivolando sempre.La verità è che non te ne frega niente di nessuno, nemmeno delle persone che hai creato tu stesso, ti interessa solo quello che hai e quello che puoi avere. Non te n’è mai importato niente di noi, di me, perché se fosse stato davvero così, ogni tuo ges to, ogni tua accusa, non avrebbero mai avuto vita. La verità è questa,stai bene solo quando le cose vanno come vuoi tu.Il tempo passa e per fortuna le persone cambiano anche in base a quello che hanno dovuto affrontare, aprono gli occhi e finalmente vedono le cose senza filtri,per come sono davvero.Piano piano hai fatto sì che mi allontanassi da te, trasformando quell'amore in un insieme di odio e delusioni con forti fondamenta.Ti ho sempre voluto bene anche quando mi dicesti:“se la famiglia è così è solo merito tuo".Provai a darmi una spiegazione, convincendomi sempre di più di queste assurde tue parole. Solo ora mi rendo conto che io, non ho proprio colpa di niente, l'unica colpa che ho è quella di averti permesso di ferirmi così tanto, solo quello è stato il mio più grande peccato.In tutti questi anni ogni volta che mi chiedevano di te rispondevo orgogliosamente, ma da due anni a questa parte mi vergogno di avere il tuo stesso sangue che scorre nelle vene.Mi vergogno non per cosa possano pensare gli altri ma per quello che so io,per quello che tu mi hai sempre negato,per quello che non mi hai mai detto e per quello che hai sempre fatto.Ti ho chiesto aiuto quando stavo male e me l'hai negato buttandomi ancora più giù nella buia fossa.Non mi meritavo tutto questo,nessuno se lo meritava.Come ti ho già detto in precedenza poco m'importa del tuo passato,mi è totalmente indifferente, quello che non ti perdonerò mai,invece, è come tu, per egoismo, abbia avuto il coraggio di riversare tutto su di me, attribuendomi colpe,insulti e false verità, creandomi enormi disagi sull'autostima.Non riuscirò mai a capacitarmi di come un padre possa arrivare a tanto, senza rendersi conto di quanto male stia facendo alle persone che dovrebbe amare più di tutte.Ti ho sempre portato rispetto com'è giusto che sia, ma quando ho iniziato a capire che non è mai stato reciproco, ho cominciato a portare un po' più rispetto a me stessa. Oramai ho 23 anni papà, riesco a distinguere chi mi dimostra veramente il suo amore e chi parla ma non fa niente. Sono cresciuta, non credo più alle tue parole, credo solo a ciò che vedo con i miei occhi, a ciò che sento con le mie orecchie. Basta dire che quando crescerò capirò, sono già cresciuta e ho capito fin troppe cose.Mi dispiace di dover essere arrivati a questi punti per farti capire cosa avevi tra le mani,mi fa male perché potevamo evitare, potevi evitarlo se davvero lo volevi,potevi rimediare tutto non tanto con la mamma ma con noi.Ti ho sempre detto ciò che pensavo e non mi pento di niente, non ho rimorsi di nessun genere, tranne quello di non aver iniziato a rispondere prima, perché è davvero frustrante passare due anni, quasi in una depressione con un padre così , non è facile convivere con il rimpianto di essere nata,con il desiderio di morire per il bene di tutti.Non è bello svegliarsi la mattina e sentirsi inutili, chiedersi il motivo della propria esistenza.
Tu non sai papà quante volte ho desiderato che per sbaglio attraversando la strada mi mettesse sotto una macchina, non sai com'è stato convivere con la convinzione si aver fatto soffrire brutalmente la mia famiglia,mia madre.Non sai quante volte immaginavo il mio funerale, se sarebbero venute tante persone,se tu ti saresti pentito o se alla mia assenza saresti stato solo più sollevato.Ho provato a far tacere tutte quelle voci nella mia testa,tutte quelle brutte parole che si ripetevano in ogni momento,ma non ce l'ho fatta,sono stata una codarda.Ho pensato molte volte alla possibilità di suicidarmi e tu? Te ne sei mai accorto? Non credo proprio. Non avendo il coraggio di farla finita ho iniziato a procurarmi delle autolesioni, non ti sei mai accorto nemmeno delle mie maniche lunghe a settembre con venticinque gradi, vero? Pensa quante cose vuoi farmi sapere di te e tu non sai niente di me.Non riesco a darmi una spiegazione su tutto quello che mi hai fatto, ho tanta rabbia nei tuoi confronti, ma provo anche tanta pena e sai perché? Perché ho capito che la vera fallita non sono io e non la sarò mai, io che a 14 anni ho dovuto affrontare situazioni che le mie amiche non si sognerebbero mai nemmeno nel peggiore dei loro incubi. Io che non ho mai potuto essere una ragazza della sua età,bensì più grande perché era necessario,dovevo crescere prima del dovuto e forse è stato un bene.Il fallito qua sei solamente tu, con due figli persi completamente e definitivamente. Il perdente sei tu papà, perché ormai non puoi più rimediare, e se anche fosse vero, se realmente fossi una fallita ho tutta la vita per potermi rifare, ma se per te è questo il significato di questa parola vorrei esserlo per tutta la vita.Di una cosa ti voglio ringraziare: mi hai fatto soffrire tanto ma mi hai anche fatto capire che una persona per quanto possa esserti vicina può pugnalarti al cuore in ogni momento, e può essere anche tuo padre.Mi hai deluso tanto papà, così tanto da farmi venire il voltastomaco quando pronuncio quella parola, quel nome, quel "papà", mi hai portato a dei punti che nemmeno io avrei mai immaginato.La vittima qui non sei tu,sono io, siamo noi tre che abbiamo subìto tanto,per cosa? Per colpa di chi, soprattutto? Per colpa di una persona che ritenevo mio padre ma che in realtà non ho mai conosciuto.Il mondo non ti cade addosso per delle accuse campate in aria, ti cade addosso quando vedi la tua vita finire, quando non vuoi uscire dal tuo letto, quando non senti nemmeno il bisogno di lavarti o truccarti per uscire di casa.Il mondo ti cade addosso quando ogni sera sai che da un momento all'altro passerai le seguenti due ore a urlare, a dimenarti per terra provando un misto di emozioni negative così tanto forti da voler morire immediatamente.Quando sai che tuo padre ti reputa uno scarto.Il mondo non gira e non è mai girato intorno a te, non hai avuto bisogno di essere amato solo tu, non sei l’unico ad aver avuto problemi, hai mai pensato a tutto quello che hanno dovuto sopportare e superare gli altri? O hai sempre e solo visto le cose a senso unico?Mi dispiace ma hai iniziato tu questo circolo viziosoEri assetato di vendetta te la leggevo negli occhi, quella soddisfazione si capiva benissimo ciò che provavi e per questo mi fai ancora più schifo.Hai torto,fattene una ragione e sinceramente mentirei se ti dicessi che ho intenzione di perdonarti, che possa morire se mai succedesse una cosa simile.Mi hai ferito e questo non sei mai riuscito a capirlo.
Spero che tu con la mia assenza possa renderti conto di chi,di cosa hai perso e soprattutto, spero che quando finalmente riuscirò a realizzarmi sia nel lavoro sia nella famiglia, i miei figli non mi chiederanno di te, ma in caso contrario racconteró il minimo indispensabile su di te. Forse Meriti di stare da solo con il tuo orgoglio ed egoismo e se mai esistesse,il tuo pentimento.Spero inoltre che un giorno capirai gli errori che hai commesso e ti pentirai davvero,non tanto nei confronti della mamma ma nei confronti dei tuoi figli.Ricordati le parole che mi hai detto ora sono davvero morta per te,non esisto più e se mai ti venisse voglia di cercarmi sappi che non ti risponderò .
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In Biblioteca puoi scoprire autori e opere che non conoscevi o di cui avevi sentito parlare ma che ancora non avevi avuto modo di leggere. Ed è per questo che abbiamo deciso di dedicare un angolo alla scoperta di questi "tesori nascosti".
Oggi l'opera prescelta è “Il decimo clandestino” di Giovannino Guareschi.
Il decimo clandestino è la terza raccolta di racconti (o romanzo a episodi) del giornalista e scrittore italiano Giovannino Guareschi pubblicata postuma da Rizzoli nell'ottobre del 1982. L’ambientazione si allarga dalla bassa padana alle città del nord come Milano. Compaiono il parroco di campagna don Camillo e il sindaco comunista e meccanico del paese Peppone, in un paio di racconti ma di sfuggita, ombre di contorno ai fatti dei contadini, operai, commendatori, industriali, professori, ricchi e poveri e persino un americano.
Il romanzo è composto da 17 racconti:
Il decimo clandestino: (racconto che dà il titolo al volume) una vedova con 9 figli decide di rifarsi una vita trasferendosi in città e per trovare un alloggio con l'affitto è costretta a dichiarare di essere sola. I bambini dovranno entrare e uscire silenziosamente al mattino presto e alla sera tardi quando gli altri dormono.
Una famiglia rovinata: una famiglia di contadini avari si disperano quando il figlio in un attimo di "pazzia" acquista una motoretta che si rivela un vero affare.
Il cero: un affitto non pagato, un contratto non rispettato, una sentenza del tribunale e un cero di ringraziamento alla Madonna, peccato che non si riesca a farlo stare acceso.
Residuati di guerra: ogni anno la tedesca torna per pregare sulla tomba del marito morto in guerra in Italia e alloggia da Milca che è stato per il marito un vero amico... forse...
La parte di Diego: per un padre tutti i figli sono uguali, nei diritti, anche un morto. E se non c'è il rispetto dei vivi, ci può pensare il fiume.
Il cancello chiuso: a volte le strade di campagna passano nei posti più impensati e pericolosi e un carattere iroso può avere conseguenze disastrose.
Viaggio di nozze: in guerra sono accadute anche cose brutte e antipatiche a chi si è trovato in veste di civile, di fronte a dei soldati. Pur cercando di non portare rancore è un'occasione troppo ghiotta per un oste, ritrovare il comandante inglese di anni fa.
La notte dei miracoli: non avere un lavoro e avere degli suoceri ricchi che ti odiano non è facile: si rischia di perdere la famiglia, ma la vigilia di Natale i miracoli possono accadere nei modi più impensati.
Vita con la madre: il presidente di un'industria non ha tempo per cosucce come l'acquisto dei regali per la moglie e il suo bambino, ma una letterina a Gesù Bambino per Natale del figlioletto può chiarire e cambiare molte cose.
Grazie dei fiori: il professor Tabacci insegnava latino ma il suo segreto era il pallino per i fiori, tanto che la moglie lo iscrive al famoso gioco televisivo (probabilmente Lascia o Raddoppia) per vincere una grossa cifra.
L'alba del commendatore: il tema del figlioletto può essere motivo di riscatto anche dopo tanti anni.
Affari di borsa: cosa può accadere se padre e figlia si scambiano la borsa.
L'uomo più ricco del mondo: racconto americano che dimostra alcuni valori universali.
Carcere di provincia: quando sei carcerato ti preoccupi per ciò che ti sei lasciato fuori (questo racconto, pur non parlando di sé, è uno dei pochi scritti dove si trova Guareschi in carcere, periodo del quale lo scrittore non parlava mai).
L'investimento: può un'auto ferma investire un ciclista? a furor di popolo pare di si
Un pranzo da signori: la dignità di una famiglia sull'orlo del fallimento.
Cavalli e donne: la nostalgia di un vecchio ai tempi passati e alle avventure di gioventù.
Giovannino Oliviero Giuseppe Guareschi (1908–1968) è stato uno scrittore, giornalista, umorista e caricaturista italiano. È uno degli scrittori italiani più venduti nel mondo (con oltre 20 milioni di copie) venendo persino plagiato in Vietnam. La sua opera più nota, anche per via delle trasposizioni cinematografiche e per il significato politico che assunse in quegli anni, è don Camillo, un parroco che ha come antagonista un sindaco comunista, Peppone, e le cui vicende si svolgono in un paese della bassa padana emiliana.
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ciucciospritz · 2 years
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Sono a conoscenza di una telefonata avvenuta tra un mio amico e una mia amica, più di un anno fa, in cui parlarono di me dicendo che se fossi uscita dall’Italia sarei diventata senz’altro una persona famosissima. La mia compagna di banco mi disse che una volta che mi conosci, è impossibile dimenticarsi di me. Sono la voce perenne nell’orecchio di tutti, sono sulla loro bocca e sono la persona di cui si chiederebbe sicuramente ‘’Ma che fine ha fatto...?’’ qualora sparissi. Di una cosa sono sempre stata sicura: malgrado la natura schiva, improntata allo sproloquio, a una clamorosa magniloquenza psichica quanto a un’altrettanta irritante apparente indolenza, quella natura non era sicuramente la stessa dei deboli e degli inconcludenti, né di quei timidi che se ne stanno invisibili lontani dal mondo e dal resto. Dissero: ‘’Tu sei la persona più socievole che io conosca’’. Cosa purtroppo vera. Mi son sentita sempre come un sole in putrefazione che si riversa verso gli altri. Un afflato caloroso, un’improvvisa illuminazione per chi si approcciava a uno stile di vita come il mio totalmente privo di inganni, di impegni, di obiezioni, di giudizio. Ma che, non appena ti giri un secondo, si dimostra nella sua natura più glaciale, mentre la delusione nei loro occhi assumeva forme losche, tristi. 
C’era in me qualcosa di inquietante. Anche questo dicevano. C’era qualcosa di sinistro in questo riversarsi per poi irrigidirsi, in questo conservatorismo che impediva alle loro menti così aperte, moderne e travolgenti, di trovare in me l’ascoltatore premuroso, il terapeuta gentile, l’amico generoso. La mia natura non mi permette di donare un bel niente. Li vedevo cadere uno a uno, stracciati dalle mie ostinate convinzioni, dalla mia ottusità, dalla mia chiusura mentale. Quella che gli pareva un’affabile e amichevole stretta di mano, si tramutava dopo poco-e ho sempre nel cuore il peso della loro evidente afflizione davanti alla metamorfosi-in un moralismo dei più intransigenti. Quelle che sembravano affettuose domande di curiosità si piegavano sempre in un inadempiuto interesse che agiva in me come spinta di profitto. Non odiavo mai nessuno, ma pensavo sempre che non mi servissero. Dopo un po’ che mi approcciavo, mi chiedevo quanto il soggetto dell’approccio mi fosse utile, quale vantaggio potessi trarne, in un quale pezzo del puzzle della mia scacchiera poteva incastrarsi. 
La mia psicologa mi domandò: ‘’Tu vuoi un interlocutore o un pubblico?’’. Preferii dirle che non sapevo, perché io tutt’ora non so cosa sia questo sole putrefatto. Non so cosa sia e perché compaia poi quest’attitudine glaciale che, già nel mentre accarezza, dall’altro lato pugnala. La mia è una solitudine senza solitudine: io mi calo nelle cose da cui mi traggo e ne faccio un monumento. Non ho bisogno della gente che non mi dimentica perché quella è gente di facili entusiasmi, crederebbe speciale anche un sasso se solo si dimostrasse pur per poco interessato a loro. Non ho bisogno di essere indimenticabile perché per ottenere ciò che voglio mi serve essere mediocre. Solo la mediocrità riesce fino in fondo nel mio piano. Eppure non la ho. La cerco e non mi viene consegnata.
Ho conosciuto una persona sola che mi trattasse da mediocre quale essere volevo. Che non mi desse tutta quell’importanza, che non mi soffocasse con quel voler sempre chiedere di me, di me, di me, per sapere poi chissà cosa, per vedere poi con chissà quali occhi. I miei occhi e i vostri non sono diversi. Le cose che immagino stanno nei libri che avete letto anche voi. Allora cosa volete da me? Cosa vi aspettate? Madama non si aspettava niente. Sapeva che tutto è irresistibilmente uguale e intercambiabile a qualsiasi altra cosa. In quella mediocrità io mi rifugiavo. Mi rifugiavo.
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corallorosso · 3 years
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"A gennaio del 2018 ci comunicarono che mia madre aveva un tumore: adenocarcinoma polmonare non a piccole cellule al quarto stadio. Nella migliore delle prognosi prospettate, tra tutti i medici contattati per valutare il suo caso, c’era una sola risposta: sei mesi, non oltre, se il tumore si fosse rivelato resistente alle terapie a disposizione in quel momento. In quei momenti, di grazia, hai due scelte: affidarti alla disperazione o prendere tutta quella paura e utilizzarla per contrastare il mostro. In quei momenti, inoltre, hai anche due strade: metterti nelle mani dei medici, della scienza, delle terapie disponibili in quella fase storica, oppure lasciarti andare a strade alternative che, chi si ritrova nella disperazione più assoluta, ha buona probabilità di poter intraprendere. Noi, fortunatamente, le evitammo come si evita la peste. Ce ne consigliarono tante. La terapia Di Bella, che non conoscevo bene, salvo poi - dopo diverse ricerche - scoprire che in quel momento non esistevano documentazioni scientifiche che dimostravano l'efficacia di questa combinazione di sostanze come cura contro il cancro (neppure ad ora, a dire il vero). Le cure omeopatiche, sono serio. Le bacche, ve lo giuro. I santoni, molti. Nessuna cura, che sarebbe passato da solo e basta. Ogni cosa che non fosse medicina, che non fosse scienza, che fosse alternativa e priva di qualsiasivoglia dimostrazione come cura efficace di un cancro al quarto stadio. Ci venne consigliato di tutto ed in quei momenti il rischio di cedere è alto, altissimo. Non cedemmo, non ci siamo mai arresi. L’oncologa di mia madre stiló un protocollo chiaro e preciso: secondo la biologia di quel tipo di tumore, potevamo procedere immediatamente con un ciclo di immunoterapia. Una terapia mai sentita prima, alternativa alla chemioterapia classica in prima linea, che avrebbe potuto portare dei benefici eccellenti. Una terapia che se fosse stata disponibile 20 anni fa, chissà quante vite avrebbe allungato e salvato. Sti benefici li portó, in soli 4 mesi. Mia madre rinacque in tre settimane appena. Non ci chiedemmo mai cosa ci fosse dentro. Non ci chiedemmo mai quali componenti chimici costituivano quel farmaco: non lo avremmo compreso, mai. Non avremmo avuto gli strumenti per farlo perché mia madre non é medico, io mi occupo di tutt’altro e ai miei fratelli piace il calcio. Sapevamo solamente come il farmaco agiva ed in che modo supportava l’azione del sistema immunitario: non sapevamo altro oltre questo. Ci fidammo, della scienza, dei medici, di chi ogni giorno studia e si fa il mazzo per trovare la migliore cura possibile a tutto. Quella possibile, quella probabile, non sempre quella certa. Un tentativo che avrebbe potuto funzionare. Non ci fidammo, invece, di chi ci consiglió tutto ciò che non aveva un minimo di fondamento. Zero, lo zero assoluto. Nessuna dimostrazione a favore. Questo vale per mia madre, vale per migliaia di altre persone. Vale per milioni di persone che accompagnano i malati in questo dramma apparentemente sempre senza fine e che devono, con loro, fare delle scelte. Delle scelte che stravolgono le vite delle persone. Mi sono sempre chiesto cosa sarebbe successo se non ci fossimo affidati ai medici. Me lo chiedo ancora oggi, quando oramai chiunque sembra avere la possibilità di elargire tesi e soluzioni a destra e a manca per curare un virus, un batterio, un’influenza, e non si comprende mai dall’alto di quali studi o dimostrazioni. Hanno sempre la risposta a tutto, non si comprende mai come. Non lo si capisce neppure e soprattutto quando la realtà, al contrario, gli dimostra l’opposto. Sbattendogli in faccia i numeri, i morti, le storie drammatiche. Mi sono sempre chiesto cosa sarebbe successo se mia madre avesse deciso di mangiare bacche anziché sottoporsi ad una terapia: mi chiedo se questi tre anni in più rubati al mostro, se la riduzione delle metastasi e della lesione principale, sarebbero mai stati possibili. Mia madre avrebbe mai ritrovato la capacità di riprendere a respirare senza affanno e poter percorrere due rampe di scale senza sentirsi morire? Mi chiedo cosa sarebbe successo se avessi risposto all’oncologa “io non so cosa c’è dentro”. Mi chiedo cosa avreste fatto voi. Cosa avreste scelto? Me lo chiedo e al tempo stesso mi ringrazio, ringrazio me stesso, per essere stato la forza di mia madre, la mia quando avrei voluto solo dissolvermi e sparire e quella della mia famiglia. Mi ringrazio per non aver ceduto alla disperazione, consapevole che qualcuno ci cade dentro definitivamente e non ne esce più. Mi ringrazio per non essere stato come quelli che oggi ci definiscono pecore, servi del sistema (non si capisce ancora quale), complici della dittatura sanitaria. Mi chiedo ancora quali scelte farebbero anche loro davanti ad una notizia del genere: mi chiedo cosa scegliereste se il Coronavirus avesse un nome diverso. Tipo “cancro al quarto stadio”. Perciò ringrazio mia madre, e tutte le persone come lei, che nonostante avrebbero potuto fare una scelta diversa, hanno deciso di affidarsi a chi, ogni giorno, vorrebbe trovare per loro la soluzione migliore. Non quella certa, la più efficace. Non sappiamo cosa ci sia stato in questi tre anni dentro quelle sacche di immunoterapia o chemioterapie, ma io so cosa c’è stato nelle scelte di una donna nel volerci provare a tutti i costi, evitando il rischio di abbandonarsi a teorie trovate in qualche pagina dispersa del web. La voglia di vivere, di sopravvivere, di strappare tempo. Ecco cosa c’era e c’è in quelle sacche di farmaco. Ecco cosa c’è nelle conquiste della medicina." Marco Mancini (Fabrizio Delprete)
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