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#bere è speciale
iwantfeelsomething · 2 years
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Versa nel mio bicchiere tutto quello che hai di potente🤣.
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angelap3 · 3 months
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"Poi la porta si spalancò. Ed entrò quella donna. Tutto quello che posso dirvi è che ci sono miliardi di donne, sulla terra, giusto? Certune sono passabili. La maggior parte sono abbastanza belline, ma ogni tanto la natura fa uno scherzo, mette insieme una donna speciale, incredibile. Cioè, guardi e non ci puoi credere. Tutto è un movimento ondulatorio perfetto, come l'argento vivo, come un serpente, vedi una caviglia, un gomito, un seno, un ginocchio, e tutto si fonde in un insieme gigantesco, provocante, con magnifici occhi sorridenti, bocca leggermente piegata in giù, labbra atteggiate in modo che sembrano scoppiare in una risata alla tua sensazione di impotenza. E sanno vestirsi, e i loro lunghi capelli incendiano l'aria. Troppo di tutto, accidenti".
(Charles Bukowski, da "Pulp", romanzo postumo, 1994)
Lontano dalle atmosfere tenebrose delle ordinarie follie, "Pulp", ultimo libro di Bukowski, è il testamento spirituale di uno scrittore che non ha mai esitato a immergersi nel degrado della società contemporanea. È un libro incredibile che, pur lasciando invariato e riconoscibile il suo stile, si discosta per molti aspetti dalla sua produzione ordinaria, a partire dal genere che è quello pulp. Tornando all' autore, il 9 marzo 1994 ci lasciava Charles Bukowski, e probabilmente alle celebrazioni di questa ricorrenza avrà guardato con sarcasmo, soprattutto quelle corredate da luoghi comuni sul suo conto. Di essere uno dei grandi scrittori americani del Novecento, lo sapeva e non fingeva di negarlo. Anche perché scrivere era ciò che, oltre al bere e all'amore per le donne, lo definiva e lo salvava. Scrittore puro, senza sforzo né costruzione: ogni notte a ticchettare sui tasti della macchina da scrivere insieme a una bottiglia e alle sue sigarette. Bukowski è stato se stesso e ha raccontato il suo mondo, con quello che è stato definito "Realismo sporco", quel realismo senza abbellimenti e senza pudore, come sentiva di voler fare. A qualcuno non piace, come se davvero i suoi scritti si limitassero a parolacce e a racconti di abbuffate di sesso e alcol, compiacendosi della propria gratuita sgradevolezza. La produzione di Bukowski è, invece, costante e grandiosa alternanza di dramma e ironia. Storie di dolore, sconfitta e rassegnazione, che portano il lettore a toccare il fondo insieme ai personaggi e poi lo fanno scoppiare in una sonora risata poche pagine dopo.
(Fonte web)
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clorophillarium · 1 year
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Correre ancora
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Mi è venuta voglia di mettere giù qualche parola sulla corsa, solo perché ne ho voglia. Ho pescato una foto di 10/11 anni fa. Ero al Golfo dei Poeti, una gara di circa 40-45 chilometri, in Liguria. Potrei sbagliare, ma non ricordo nessuno che si presentò al via con le sole borracce a mano. Avevo un paio di short cortissimi, senza nemmeno un buco per un gel o che, e allora utilizzai 2 borracce; una per bere e un’ altra per permetterci dentro la spazzatura e i gel. Non so perché ma non avevo una cintura da mettere in vita. La mia tattica era semplice; le gare erano allenamento e vera gara al tempo stesso. Lasciando sempre tutto al caso e improvvisando, ho preso dei pugni in faccia colossali ma ho sempre avuto il piacere di riprovarci. Ma ora che ci ripenso, ora che continuo ad improvvisare, ma che non ho più i margini di efficacia di un tempo, continuo a divertirmi, a correre finché ne ho, senza tanti pensieri. In quegli anni corsi tutte le gare belle che per me avevano un senso. Penso al Gorrei, alla 3 Rifugi, ai tentavi falliti alla Royal, alla Trans d’Havet , alla Quadrifoglio, ma anche alle gare intorno al Bianco, a cui arrivai anno dopo anno, partendo dalla CCC e per poi concludere con l’ Utmb. Non c’erano troppe menate di stone, punti del caxxo e varie. Insomma facevi le corse giuste, e nel giro di un paio di anni arrivavi all’ Utmb. Soprattutto ho l’impressione, ma è giusto la mia impressione, che correvo per il gusto di correre una gara e non in funzione di un’ altra gara. Non sono qui a dire che sia giusto o sbagliato, ma trovo che alcuni perdano il gusto di vivere una gara, anche una gara che non sia qualificante per nulla, perché in cima alla lista c’è l’idea di andare ad un evento come Utmb o Lut. Da poco si è concluso lo Sciacche trail, una gara locale, in Liguria. Partecipai alla seconda edizione nel 2016. Ne ho un bel ricordo, corsi leggero e piuttosto veloce per i miei standard di velocità ah ah ah ! Con il livello che si è alzato tantissimo e la vecchiaia che avanza, credo che in futuro (in teoria) dovrei lavorare tantissimo per stare dentro le 6 ore di corsa. Ma allora andò bene.
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Questa foto è dell’ anno scorso. Sono all’ arrivo di Urma con Francesco, un amico marchigiano di Paco. Quel giorno con Francesco passammo un po’ di tempo insieme, poi ci perdemmo nella parte centrale degli infernali 50 e infine ci incontrammo di nuovo nel pomeriggio, sul crinale. C’era un’ aria bellissima e leggera, i colori erano splendidi, come se fossero tornati a brillare dopo le bastonate del sole. Io e Francesco parlavamo come vecchi amici. Ci siamo fatti delle foto e scambiati i numeri di cellulare. Ci sentiamo anche adesso, dopo quasi 1 anno. Spero di incontrarlo di nuovo ad Urma.
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Questa foto è di domenica scorsa; la mia prima mezza maratona a Rimini, a 45 anni. Devo dire che mi sono divertito e che Rimini fuori stagione è bellissima e nostalgica. È una mezza maratona su asfalto ovviamente, ma siccome sono abituato a ricredermi e a cambiare idea, ammetto che le corse veloci hanno il loro fascino. Non stavo benissimo ma ho imparato delle cose utili. Ad un certo punto ho pensato di riprendermi e di farla in 2 ore, che non è niente di speciale, ma poi è uscito fuori qualche acciacco, mi sono fermato in spiaggia dietro ad un bagno abbandonato, ho pisciato, ho parlato al telefono con mio padre e con Lele, e poi ho ripreso a correre gli ultimi 4 km. Nel frattempo mi avranno superato in 200/300 non saprei, c’era un casino assurdo e una quantità di spazzatura per terra senza senso. La cosa mi ha dato fastidio perché io cercavo i cestini e giravo con una bottiglietta d’acqua in mano, alternandola con la classica posizione in mezzo alle chiappe, comodamente stipata nei pantaloncini. Secondo me, che uno stia per vincere o che sia ultimo, non deve buttare niente per terra e non deve essere maleducato con nessuno. Stiamo facendo una cosa assolutamente ‘inutile’ cioè correre, ma essere educati e rispettosi è sempre importante ovunque. Questa settimana ho passato anche un paio di giorni con gli amici di Skialper a testare un po’ di scarpe da trail. Sono un outsider, nel senso che nella vita mi occupo di alberi e di prati da sfalciare, ma mi piace il modo serio e professionale con cui mi approccio a questi test. In quel momento sto facendo una cosa che va fatta bene, dove ci sono persone che raccolgono anche i miei feedback, per poi compilare una guida. C’erano anche dei pro, gente forte che è abituata a queste cose. Ho chiacchierato un po’ con tutti e sono stato bene. Anche 2 anni fa avevo fatto la stessa cosa con Paco, e oltre ad avere testato le scarpe e aver fatto foto, avevamo parlato di un sacco di altre cose, della vita insomma, che è fatta anche di corsa, ma anche di altro, come la musica, i sogni, le idee, le delusioni e gli amici. Già che ero in zona, nella west coast ligure, sono passato a trovare Ale nel suo negozio a Finale. Era da un po’ che non lo vedevo e il negozio è davvero figo. Ale è un po’ mago, mistico e saggio, chissà , e comunque tempo fa mi aveva fatto venire voglia di sandali da corsa. Così mi sono preso un paio di sandali per correre. È già che ho il vezzo dei cappellini, me ne sono preso uno della Ciele Athletics con dei colori da LSD ah ah ah ! Ale, che è più vecchio di me, e che ha una visione più ampia che giustamente dovrebbe avere chi è più vecchio, continua a correre e a sperimentare per il piacere di farlo. Delle gare ne ha le palle piene, forse anche della gente, ma ci sta. Io non lo so ancora. Ora ho i sandali e un altro ‘inutile’ e bellissimo cappellino. Correrò ancora un po’.
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fee-ling · 9 months
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Non sto cercando qualcosa di perfetto,
Niente di speciale...
Cerco solo qualcuno che abbia
voglia di stare con me,
che non mancano mai i pretesti per vederci,
che capisca che i momenti difficili
sono meno difficili se ci abbracciamo...
qualcuno con cui stare
al telefono fino all'alba,
qualcuno che mi faccia sentire
come se il lunedì fosse un fine settimana.
Svegliarsi abbracciati e bere caffè,
renderci ridicoli per strada e trattarci
come quando ci stavamo conquistando.
È quello che voglio!
Niente di straordinario, niente di perfetto, ma vero.
Qualcuno con cui godersi le cose
più semplici ma non meno importanti,
Qualcuno con cui condividere l'amore, la vita...
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fiore-dimaggio · 1 year
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Il succo è che hai ragione
Sono una troia, la peggiore
Il mio senso di colpa è più tipo un hangover
Dura due ore
La gente starebbe un po' meglio
Capisse che cazzo vuole da sto cazzo d'amore
Io invece non cambio no
Neanche ricambio, sto solo cercando un rimedio
Non c'è un solo tuo sguardo che sia innocuo
Non sei stata niente di speciale, no
Ma neanche un errore
Sei solo un'ottima scusa per uscire a bere e incontrare persone
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natsuyuki-w · 1 year
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Serenitea Shop | Genshin Impact 
Genshin x f!reader
italiano
Modern AU
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Serenitea shop >
- Buongiorno~ Come stai tesoro e che offre Serenitea oggi? * pausa drammaturgica* Lasciatelo dire, graziosa come sempre! - Ridacchiai al solito approccio flirtante e teatrale del ragazzo che, appena arrivato, aveva appoggiato la mano al bancone in una mossa da vero playboy. Mi scrutava con sguardo obliquo dall'alto della sua statura.
- Mornin' handsome~ Sì sto benone grazie! Tu invece? - - Ora che ti ho vista ancora meglio.- rispose con un occhiolino, gesto che mi rese un po' imbarazzata. Per sviare, accesi lo schermo del tablet disposto sul bancone ed illustrai la carta - Alloora,... Per questo mercoledì, Tea Day! - esclamai entusiasta - Abbiamo i soliti: Jasmine, Rosa di Sumeru, darjeeling, Sweet flower, menta o Jueyun Chili. Mentre lo speciale di oggi è tisana di Valberry e menta. - elencai veloce come una macchinetta per poi rivolgere un dolce sorriso a Kaeya.
- Perfetto ~ Prendo uno speciale freddo con ghiaccio, grazie splend...- - Anche meno. - interruppe seccamente il fratello che stava arrivando con passo deciso. Sembrava qualcuno gli avesse pestato entrambi gli occhi per via delle preoccupanti borse bluastre. - È mattina. Parli troppo. - concluse cercando di superare la bancarella. - Dai Diluc, tirati su. - canzonai fermandolo - Offro io! Hai bisogno di prendere fiato e da bere fra una sessione di studio e l'altra. - Dopo un lungo sospiro prese e mi porse la tazza che teneva nello zaino. Gli versai la calda tisana del giorno e scuotendo la testa il ragazzo dai capelli rosso fuoco lasciò sul bancone dieci volte il prezzo della bevanda. Poi si allontanò con un grazie sussurrato.
- Heyyyy come stai anima errante? - fece capolino un basco color crema, il ragazzo che lo indossava, sprizzante di energia - Vedo che il carissimo Diluc ha già offerto,...mmm posso avere il tuo speciale? Freddo grazie! -. Gli sorrisi e scherzosamente risposi - Oh ma che bello vederti caro il mio musicante di Brema. Cerrto, ma vedi bene di ringraziarlo per lo scrocco! - - Gli dedicherò una ballata in onore al suo nobil cuore. - continuò gloriosamente - e il mio corpo come incarnato del mio amore. -
- Venti,... Come stai? - chiesi dopo un minuto di silenzio. - Sono triste e in mancanza di affetto okay? - disse appoggiando entrambi i gomiti al bancone, sostenendo il viso stirato da un sorriso forzato. - Capisco,...- contemplai posando lo sguardo oltre il ragazzo - Che ne dici di parlarmene una serata? Scusalo Sucrose, dovevi avvisarmi che stessi aspettando. - dissi in tono simpatetico, alla ragazza che quatta quatta si era avvicinata senza spiccicare una parola. - N-n no no! Nessun problema davvero. Non ho molta fretta, e-e Venti non sembrava star bene quindi non volevo disturbare. - disse lei agitata e preoccupata per il compagno più grande. - Sei troppo gentile! Non farti venire pena per sto Drama king! Esagera sempre.- - Non sarei una star della musica se non lo fossi almeno un pochino! - rispose il ragazzo asciugandosi una finta lacrima dalla guancia.
Il tempo volava sempre e fra servizio e una lunga chiacchierata con il bel Kaeya che rimaneva al bancone per godersi gli ultimi gossip del campus. Era tempo di salutare i simpaticissimi ragazzi della Mondstadt e di tornare al mio appartamento a prepararmi.
Nel viaggio, con il vento fra i capelli, sospirai compiaciuta dei risultati che stavo ottenendo grazie all'attività e persa nella mia testa non realizzai di aver passato da due strade la via di casa. A fermarmi fu la voce squillante di Diona, la giovane e minuta apprendista del nostro locale che urlò il mio nome facendomi sobbalzare sul mezzo di trasporto. Ripresa dallo spavento e quasi facciata sull'asfalto, feci retro front incamminandomi verso casa, era ora di prepararsi per le lezioni all'uni.
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ilbeautyblogdianna · 2 years
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𝐈𝐥 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐨 𝐬𝐭𝐞𝐩 𝐩𝐞𝐫 𝐮𝐧𝐚 𝐛𝐮𝐨𝐧𝐚 𝐫𝐢𝐮𝐬𝐜𝐢𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐦𝐚𝐤𝐞 𝐮𝐩: 𝐥𝐚 𝐒𝐤𝐢𝐧𝐜𝐚𝐫𝐞!
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La skincare... quel momento davvero speciale dove ci prendiamo cura di noi e ci regaliamo una coccola quotidiana. In realtà la skincare è davvero fondamentale se vogliamo avere una pelle "da star".. Perfetta, senza troppe discromie e soprattutto PULITA! Abbiamo bisogno di una buona base per il nostro amato maquillage che solo una corretta skincare ci può dare. Oggi analizzerò, step by step, i tipi di pelle più comuni e come prendercene cura.
PELLE NORMALE: Beata/o chi ha la pelle normale! Questo tipo di pelle non ha bisogno di troppe considerazioni, se non una semplice pulizia molto soft giornaliera e ogni tot anche delle maschere ma attenzione! MAI alterare il PH!
PELLE MISTA: Questo tipo di pelle si presenta oleosa sulla zona t e secca sulle guance (è la mia skin type). Questo genere di pelle ha bisogno di una detersione delicata e della multimasking, ovvero possiamo utilizzare due maschere differenti nello stesso momento. Per esempio, possiamo utilizzare sia una maschera idratante, sia una maschera purificante purché la pelle ritrovi il suo equilibrio e la sua opacità.
PELLE GRASSA: La pelle grassa espelle quantità eccessive di sebo su tutto il viso e questo comporta l'aumento di impurità. Questo tipo di pelle ha bisogno di una corretta esfoliazione! Per questa skin type abbiamo bisogno di prodotti che riducono l'eccesso di sebo, che opacizzi e soprattutto che riduca drasticamente la possibilità di formare impurità. Le maschere adatte a questo tipo di pelle sono quelle in argilla.
PELLE SECCA: Se dall'altra parte abbiamo visto l'eccesso di sebo, qui invece vediamo l'esatto opposto. La pelle secca è molto soggetta ad arrossamenti e screpolature nelle stagioni fredde. Abbiamo bisogno di evitare tutto ciò con una buona dose di idratazione, di nutrirla in profondità!
PELLE DELICATA: Infine abbiamo la pelle delicata. Richiede maggiore cura e attenzione per prevenire irritazioni. Non solo dobbiamo prenderci cura di lei con prodotti molto mirati, ma dobbiamo anche bere molta acqua perchè spesso e volentieri la pelle si secca anche a causa della mancanza di liquidi. Fate molta attenzione quando inizia il freddo e cercate di bere molta acqua!
Oggi vi ho parlato a grandi linee delle skin type più comuni. Settimana prossima vi porterò una lista di prodotti da utilizzare secondo la tipologia di pelle!
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windnoise · 1 year
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Inchiostro nero su pagine bianche, Intere giornate di studio. Ma adesso azzurro, arancione e rosa Colorano l’Arno che riposa.
Il lento movimento delle sue acque Contro il rapido scatto delle lancette, Arrivati per crescere, siamo già grandi, Grandi ma ancora pieni di sogni.
Il fiume scorre con le tue emozioni, Con lo sguardo segui il suo corso, Incontri la chiesa, il ponte, il tramonto, Il sorriso di chi ti sta accanto.
E vedi le guglie puntare in alto, Come ogni persona che passa di lì, E come un velo si adagia la sera Sulla città passeggera.
La bianca e luminosa luna Dall’alto ci osserva e ricama su tela, Fili provenienti da ogni parte del mondo Cuciti insieme nel suono della sera.
La sera ha il suono di voci confuse, Ti parla in più lingue e ti offre da bere, Ha il gusto di una birra fresca, l’odore della sigaretta Tra le labbra umide di chi ti aspetta.
La sera puoi anche toccarla, è pietra grigia e calda. Siediti lì con le gambe scoperte, Senti il calore che ti abbraccia forte.
Così è il saluto del giorno concluso, Puoi farne esperienza con tutti i tuoi sensi. Ti accompagnerà fino all’ultima sera Nella città passeggera.
Una foglia d’alloro per ogni tuo amico, E per quella persona speciale. Poi una lasciala al vento, Cullata dal fiume saprà galleggiare.
La strada si apre, è il momento di andare. Saluta la Torre, l’Arno e la Luna, Io ti auguro buona fortuna.
©
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tma-traduzioni · 2 years
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MAG164 - ########-4 - Il Villaggio Malato
[Episodio precedente]
[EXT. Nel mezzo del nord del Regno Unito, da qualche parte]
[CLICK]
[C’è un suono simile ad un abbaiare che si ripete. Il ronzio di una mosca abbastanza alto da dare fastidio. Anche altri insetti. Un chiacchiericcio indistinguibile in sottofondo, dal tono acuto]
[Questo è un dominio della corruzione]
ARCHIVISTA (Dichiarazione)
C’è una malattia in questo villaggio. Forse non riesci a vederla da lontano, e il leggero odore di putrefazione nella brezza è piuttosto facile da ignorare. Ma avvicinandoti, quella sensazione infettata di sbagliato diventa sempre più difficile da scrollarsi di dosso.
L’erba non è di un verde naturale, gli edifici sono piegati da qualcosa in più oltre al tempo, e le voci che vengono da dietro le maschere degli abitanti sono rauche e umide.
Si muovono con una tranquillità esagerata, una parodia della vita idilliaca in un villaggio. E quando hanno una pausa dalle lacrime, si rassicurano a vicenda di quanto sia meraviglioso il loro villaggio, o per lo meno quanto fosse meraviglioso un tempo.
Ogni persona è ricoperta dalla testa ai piedi di uno spesso tessuto nero, e lor non si toccano mai, in nessuna circostanza.
Fai un respiro profondo.
L’aria sembra densa e simile a zuppa nei tuoi polmoni, sciamante di migliaia di contagi che scavano dentro di te, scongiurandoti di unirti al villaggio:
È così silenzioso qui, e tutti si prendono cura degli altri, lontani dal chiasso e dall’ammasso di carne della città.
Nel centro si erige un palo della festa di maggio, da questo penzolano, inerti, strisce di tessuto colorato e ammuffito come brandelli di pelle stracciata. La base del palo è cinerea e bruciata.
La malattia in sé per sé non è niente di speciale. Inizia con una piccola porzione di pelle scolorita, una macchia piccolissima. Grattala via e non c’è più! Per qualche ora, almeno. Torna ancora e ancora, e inizia a diffondersi, una muffa con tendini che scendono in profondità.
Varia di colore dal giallo rancido al bianco di grasso di cadavere al viola opaco e intenso di un livido fresco. Pizzica, e brucia, e puoi sentirlo crescere e diffondersi dentro di te, cercando il tuo cuore. Almeno finché non si fa strada nelle tue ossa.
Sotto il cappotto di ogni cittadino terrorizzato di questo villaggio malato si aggira una possibilità, un sospetto da incubo della costellazione infetta di muffa affamata. Un atlante tecnico mutante di carne marcia e butterellata.
Ma chi può esserne sicuro? I loro cappotti sono così, così spessi.
Non c’è mai stato un tempo prima della malattia, non importa cosa ti dicono i vecchi bastardi.  È sempre stata nel villaggio, ha sempre prosperato negli angoli bui dove nessuno avrebbe osato controllare. Dove i bravi vicini non si sognerebbero di speculare.
Ma quelli che vivevano lì te la racconterebbero diversa. Da dietro le loro maschere quelle voci amichevoli ti direbbero com’era una volta: pulito, e igienico, e sempre immerso in una luce solare color seppia. Loro sanno nel profondo che questa malattia è venuta da fuori, che sono stati quelli fuori dal villaggio ad avergli fatto questo.
Sono stati loro a portarla qui, si sussurrano l’un l’altro nei pub senza nome, piegati e rigonfi sopra le loro birre chiare e maleodoranti, alzando le loro maschere per bere un sorso, volti arrossati e ghigni spaventati esposti solo per un istante.
Loro non potevano lasciarci in pace. Loro volevano quel che avevamo noi, la nostra perfetta vita tranquilla, e quindi hanno trascinato qui la loro malattia e ci hanno condannati tutti.
I clienti parlano a bassa voce, perché chi può dire con certezza se la faccia dietro una maschera è una faccia buona e onesta del villaggio – o un malato che viene dall’esterno?
E le persone continuano a venire al villaggio, poiché per quanto sia spessa la paranoia, per quanto sia terribile la malattia, ci sono cose peggiori fuori.
Vengono fermati, ovviamente. Picchiati e spogliati e controllati dalla testa ai piedi in cerca di un segno dell’infezione. Il consiglio del villaggio se ne assicura. La maggior parte non è contaminata, anche se questo non li aiuta molto a salvarsi, mentre altri sono già attraversati dai funghi ovunque.
Ad alcuni viene risparmiata la brutalità, e sono trattati con una tale gentilezza cordiale che devi aver pensato gli inquisitori essere loro vecchi amici. Anche se in superficie sembra non esserci alcuna logica in quelle decisioni, se dovessi controllare sotto i loro cappotti, potresti vedere che i punti delle loro muffe sono uguali.
Sono, purtroppo, quelli non contaminati a soffrire di più. È così incomprensibile che qualcuno dall’esterno possa essere pulito che ci potrebbe essere un’altra fonte o vettore, che gli ispettori mettono insieme un’altra teoria. Un’infezione invisibile. Un centinaio di Mary del Tifo che diffondono muffa e putrefazione.
Li tengono nell’ufficio postale, avvolti in una rete da pollaio, punzecchiati e scherniti e osservati. Dovessero iniziare a mostrare segni di putrefazione, allora forse, solo forse, possono rimanere per ora, anche se nessuno metterà in dubbio che sono stati loro a portare la malattia.
Ma se rimangono puliti, se continuano a comportarsi come se fossero migliori, come se fossero al disopra della malattia che di sicuro devono aver portato nel villaggio, allora non può essere tollerato. Allora vengono portati nel parco del villaggio e i segni di bruciatura sul palo della festa di maggio si fanno più scuri.
Gli abitanti del villaggio stanno sul prato a guardare, ignorando come l’erba si piega per cercare di farsi strada nei loro stivali. Guardano i forestieri che urlano mentre il fuoco li purifica, e dentro sentono l’ansia dei loro segreti che li consuma.
Perché da quanto è che sono arrivati nel villaggio? Quanto sono profonde le loro radici? Qualcuno di loro se lo ricorda davvero? E se fossero loro un forestiero? E se venissero scoperti?
No. Paure simili devono essere schiacciate e ingollate; devono rimanere forti; devono rimanere uniti come un solo corpo contro la massa di quelli fuori dal villaggio che li vogliono vedere degradati e distrutti. Non possono permettere che tali paure spezzino la loro unità.
E il palo veglia su tutti.
Non c’è casa nel paese che non si è trovata marchiata dalla croce rossa della pestilenza, ma la vernice è una cosa temporanea e gli abitanti del villaggio sono così disperati di nascondere il loro stato. La notte qui cala ancora, anche se solo per dare a coloro che lo desiderano una possibilità di provare a nascondere le loro negazioni irrequiete.
E mentre arriva l’alba, puoi contare le porte adesso dipinte di bianco e vedere chi è più attento nel coprire la propria pelle spugnosa.
L’inganno è palpabile, eppure sotto sotto ogni abitante sa che la muffa li ha marchiati più a fondo di tutti gli altri, e lo porta come la sua vergogna più profonda.
Quelli che più sono nella negazione sono il consiglio del villaggio, quelle anime rumorose e resistenti che si sono fatte carico di regolare questo posto, di proteggere le loro tradizioni e denunciare l’infezione che è la punizione appropriata e giusta per coloro che permettono che i confini del villaggio vengano violati, e il loro antico stile di vita venga compromesso.
Le loro maschere sono blu e rosse e bianche, e i loro cappotti sono del colore dell’avorio nuovo, macchiati a volte da strisce cremisi a causa dei loro incarichi diligentemente svolti. Nessuno oserebbe accusarli di malattia, e farli arrabbiare o attirare il loro sguardo equivale a invitare la diagnosi più severa.
A capo del consiglio c’è Jillian Smith. Il padre del padre del padre del padre del padre di suo padre ha costruito il palo, intagliandolo da un albero di ebano africano e dipingendolo con i colori del villaggio. Questo luogo è la sua casa e il suo diritto e il suo dovere, e guai a qualsiasi forestiero coperto di funghi che può credere il contrario.
Perché nessuno osa opporsi se Jillian Smith dovesse marcati come infetto o dichiararti un forestiero. Nessuno alzerà un dito mentre ti trascinano verso il prato.
I suoi guanti sono di un bianco candidissimo e mai sporchi, e nascondono una muffa azzurrognola che ricopre ogni centimetro di lei, pelle, muscolo e organo, anche se lei non ha idea che è così in profondità.
Di notte, se ne stà seduta nel buio silenzioso del suo cottage perfetto, tagliando via con un rasoio affilato, strato dopo strato, cercando disperatamente di raggiungere la carne pura che sa essere ancora là dentro, da qualche parte.
Il suo salotto è dello stesso blu soffocante del resto di lei, ogni superficie coperta da mucchi della sua pelle scartata e insanguinata, e non ha paura più profonda dell’idea di poter essere scoperta. Mentre libera strisce spugnose fibra dopo dolorosa fibra, guarda dalla finestra della cassa, uno dei suoi vicini, la signora Kim.
La signora Kim non fa parte del consiglio del villaggio. La signora Kim se ne stà sulle sue. E Jillian Smith è certa che la signora Kim non ha la malattia, e per questo la odia.
Quel che la signora Kim ha, è paura. Paura dei suoi vicini, paura dei suoi amici, paura del momento in cui qualcuno del villaggio annuserà la macchia scura in espansione sulla sua schiena, e deciderà che è infetta, o si ricorderà che si trova nel villaggio solo dai tempi di suo nonno, e la giudicheranno una forestiera.
Dovrebbe accusare un’altra persona? Mandarla al prato del villaggio? Forse potrebbe fare una petizione per unirsi al consiglio del villaggio, anche se attirerebbe altrettanta attenzione.
Anche attraverso le maschere, la signora Kim è cosciente delle occhiate che riceve al pub. Ma cosa può fare?
Quando sente le urla fuori e vede il fumo che esce dal tetto di paglia, sa che è troppo tardi.
La trascinano al palo, le loro maschere nascondono le lacrime di paura e vergogna arrabbiata, e la frustano con quelle strisce di tessuto che non sembrano mai bruciare.
La signora Kim non si oppone, anche se urla e urla e urla mentre tutte le sue paure diventano realtà. Jillian Smith prova a sorridere mentre guarda la usa vicina bruciare, ma i funghi sono troppo fitti accanto alle sue labbra, e la sua faccia non si muove più.
Mentre le fiamme consumano quel che resta della signora Kim con fumo denso ed acre, la muffa raggiunge le ossa di Jillian Smith, e lei sboccia.
In un istante è piena, rigonfia, esplode in una nuvola di spore lilla che avvolgono il prato e coloro che sono lì, avvolgendoli in una putrefazione che si è insinuata da tempo nel terreno di questa landa appestata.
[L’Archivista fa un respiro pesante e poi espira]
ARCHIVISTA
(A bassa voce) Okay. (Inspira profondamente) Fine della registrazione.
[CLICK]
[EXT. Nel mezzo del nord del Regno Unito, da qualche parte dopo il villaggio della corruzione]
[CLICK]
[I suoni della corruzione adesso sono in lontananza, anche se la mosca riesce a distinguersi particolarmente]
ARCHIVISTA
Noi stiamo bene.
MARTIN
L-Lo siamo davvero? Voglio dire, quel posto è - (farfuglia) non, non mi sento bene, okay, e tu sei stato lì molto tempo a fare la tua - (come posso dire?) - la tua guida turistica, che, sai, lo capisco, ma quel posto è -
[Qualche movimento]
MARTIN
È, è infetto, e… non-
ARCHIVISTA
(Sovrapponendosi) Noi non siamo infetti, Martin; quel posto - (si ferma, espira) non è per noi.
MARTIN
O,Okay - ma come fai a saperlo? -
ARCHIVISTA
(Sovrapponendosi) Io lo – So. Lo so e basta.
[Silenzio. Qualche movimento]
MARTIN
Sai molto, ultimamente.
ARCHIVISTA
Sì.
MARTIN
Molto più di prima.
ARCHIVISTA
G…Già.
[Per adesso, non possiamo più sentire i suoni del villaggio della corruzione, solo il solito ululato del vento del paesaggio di paure di questo universo]
ARCHIVISTA
E, è una sensazione molto più - intenzionale. Come se ne avessi più controllo adesso.
MARTIN
Okay.
[Un passo.]
MARTIN
Allora - quanto puoi vedere? Cos’altro sai?
ARCHIVISTA
Uhh… (un passo, onestamente sorpreso) Forse tutto.
MARTIN
Cosa intendi con “tutto?.”
ARCHIVISTA
Io non - Fammi una domanda! Una che non posso già sapere.
MARTIN
O-kay… (un passo) Qual’è il mio secondo nome?
[L’Archivista fa “Hm”. Le sue statiche iniziano a crescere]
ARCHIVISTA
(!) N-Non lo hai!
MARTIN
(Impressionato) Whoa.
ARCHIVISTA
Tu – io ti avevo creduto davvero!
[Le statiche iniziano a svanire]
MARTIN
(Sovrapponendosi) Oh – S-Scusa; scusa, è solo, volevo provare -
ARCHIVISTA
(Sovrapponendosi) “È ridicolo,” avevo pensato, “Quello non è un nome vero, ma non mi mentirebbe.”
MARTIN
(beccato con le mani nel sacco) Okay – okay, okay, okay. Proviamo – Proviamo con qualcosa un po’ più grande, allora.
ARCHIVISTA
Va bene.
[Un passo.]
MARTIN
Basira è viva?
[L’Archivista inspira bruscamente]
MARTIN
Si trova - i,in uno di questi posti?
[Le statiche si alzano, più veloci di prima]
ARCHIVISTA
È viva. Là fuori, non intrappolata in un, in un, un inferno, ma - in movimento. A caccia.
Sta cercando Daisy. È indietro di qualche passo.
MARTIN
E Daisy?
[Le statiche si fanno più intense]
ARCHIVISTA
…Beastiale. Violenta. Si fa strada nei domini degli altri poteri, seguendo l’odore del sangue -
[Sospira, e ha una nota di - colpa? Rimpianto? Pena?]
ARCHIVISTA
Oh, Daisy, mi dispiace così tanto.
MARTIN
Cosa farà Basira?
ARCHIVISTA
Lei – (Movimento) – pensa che ucciderà Daisy. Come ha promesso. Ma è combattuta.
MARTIN
(Subito) E lo farà?
ARCHIVISTA
Non lo so; i-il futuro, n,n,non è… qualcosa che riesco a vedere.
MARTIN
O-kay, buono a sapersi. Per quanto ancora dobbiamo procedere?
ARCHIVISTA
Un bel pezzo.
[Le statiche ritornano con un tono più alto, la sua voce è più simile a quella da dichiarazione - tono più basso, più distaccata da quel che sta dicendo, come un narratore]
ARCHIVISTA
Attraverso molti luoghi bui e terribili.
MARTIN
(accorgendosi del cambiamento) Questa è – S-Stai bene? Come ti senti?
ARCHIVISTA
(Sovrapponendosi) Io – Um, sto, sto bene. È solo un po’ - strano? Ma non fa male.
Continua; hai - delle domande, sentiamole.
MARTIN
Oh, oh, okay, um. Come stanno le altre?
ARCHIVISTA
Io, uh. (Pausa) Hm. Io – io non ne sono – certo. Non riesco veramente a vedere Melanie, o, o Georgie.
MARTIN
Sono morte?
ARCHIVISTA
No, no – Io, io non penso; se fossero morte, io - credo che io lo saprei, è solo -(fruscio) non so - dove sono, c,cosa stanno facendo.
MARTIN
Hm.
ARCHIVISTA
(Sovrapponendosi) Londra, forse?
MARTIN
E Elias?
ARCHIVISTA
(Immediatamente, più cupo) È dentro il Panopticon. La torre, alta sopra il mondo.
MARTIN
(Scherzando) Quella?
ARCHIVISTA
(non capisce la battuta/la ignora) Sì.
[Sospira]
MARTIN
(come se fosse un vecchio amico) Come sta?
ARCHIVISTA
Difficile a dirsi. Il, il modo in cui questo funziona, questa - nuova vista, il sapere è, è… (sospira) in qualche modo distorto nel Panopticon? (sospira) Un occhio non può - vedere dentro sé stesso.
[Martin fa Hms.]
ARCHIVISTA
Ma posso sentirlo là dentro.
MARTIN
Hm. Sembra… disgustoso.
ARCHIVISTA
Lo è.
[Ridono entrambi]
MARTIN
Siamo al sicuro, viaggiando così?
ARCHIVISTA
Sì. (una breve pausa) Sì, più o meno, noi - (espira) non so come dirlo, siamo qualcosa a metà tra un pellegrino e una falena. Quindi possiamo camminare attraverso questi piccoli mondi di terrore, osservandoli. Separati, e intoccabili.
MARTIN
Non è rassicurante quanto potresti pensare.
[Fa una mezza risata mentre lo dice. L’Archivista ride anche lui con le sue parole seguenti]
ARCHIVISTA
Lo preferisco all’alternativa.
MARTIN
Giusta osservazione! (una piccola risata) Okay, okay, uh – cos’altro, cos’altro, um… Oh! Um, uh, chi era– um, uh – telefono! Chi mi stava chiamando?
[Le statiche dell'Archivista tornano notevolmente]
ARCHIVISTA
(Inspira) …Io credo fosse Annabelle Cane.
MARTIN
Hm.
ARCHIVISTA
È- strano; so -so che La Ragnatela era avvolta attorno a quel telefono, ma, non riesco a - vederla. P,per niente. Per lo meno con Georgie e Melanie ho una vaga impressione che siano ancora vive, a-a Londra, e o- beh, quella che era Londra.
Ma Annabelle? Niente.
MARTIN
Hm. B,Beh, lo… lo chiederò a lei, la prossima volta che chiama.
ARCHIVISTA
(Divertito) Beh, so che quella è una pessima idea.
MARTIN
(Sovrapponendosi, con affetto, divertito) Cosa, davvero?
ARCHIVISTA
…Okay, no; quella era una cosa che ho tirato a indovinare - ma molto sensata.
MARTIN
Ha!
ARCHIVISTA
(Inspira) Nient’altro? Sarò, sarò onesto, sto iniziando a sentirmi un po’ - a disagio di essere un Google post apocalittico?
MARTIN
Okay, okay, solo un’altra, ma - è una bella grande.
ARCHIVISTA
(quasi sussurrando) Okay.
[Movimenti, forse una pagina viene girata]
MARTIN
Possiamo riportare il mondo a come era?
[Le statiche decollano.]
ARCHIVISTA
Whoa. Um. S-Se le paure sono rimosse, s,sì, ma non p-possono essere distrutte mentre ci sono ancora persone che ne hanno paura, p-poi non possono essere rinchiuse di nuovo nello spazio da cui sono venute; non, non esiste più, io, – Oh, uh –
MARTIN
J,J,Jo,J,Jon, cos’è che non va?!
ARCHIVISTA
Uh,è-è, uh – scusa – cercare di sapere qualcosa su di loro direttamente è,è,è, come – (Espira) Dio, è come fissare il sole.
MARTIN
Okay, okay, okay. Ve bene, va bene così. Possiamo lasciar stare.
[L’Archivista espira mentre parla]
ARCHIVISTA
Bene. (Inspira) Ow.
[Sospira.]
MARTIN
Hey. (Ridacchia) Hey, va bene, va bene. Andremo piano per un po’.
ARCHIVISTA
Okay.
MARTIN
Sì. Sì, non c’è fretta,
[Pausa mentre l’Archivista sospira]
MARTIN
Oh, tra l’altro – che mi dici di Helen, dov’è in questi giorni?
[Tornano le statiche]
ARCHIVISTA
Uh – Lei è –
[Fa una risata asciutta]
ARCHIVISTA
Ma certo. Ovviamente.
[Sospira]
MARTIN
Che cosa sta facendo?
ARCHIVISTA
Martin, girari.
[Si gira]
MARTIN
(e che cazzo) Oh, stai scherzando.
ARCHIVISTA
Magari!
MARTIN
(Sospira) Allora facciamo… um…
ARCHIVISTA
Vuoi fare tu gli onori?
MARTIN
(grimace) A dire il vero no!
[Uno di loro bussa, un toc-toc-toc leggero]
MARTIN
Forse – non c’è nessuno? -
HELEN
(Sovrapponendosi) Ciao, Jon!
[Possiamo sentire i passi quando lei esce, non sono sul ghiaino come quelli di Martin e dell’Archivista; invece sembrano sul legno o su delle mattonelle]
ARCHIVISTA
(Sospirando) Come ci hai trovato?
HELEN
Oh! Pensavo sapessi tutto a questo punto.
ARCHIVISTA
Sì suppongo sia così.
[C’è senza dubbio un tocco di divertimento nella sua voce. Helen ride, in quel suo tipico modo disorientante. L'Archivista si fa sfuggire un ‘hm’ leggero]
MARTIN
(sono ancora qui!) E io no! Dunque, ti spiacerebbe illuminarmi?
ARCHIVISTA
Oh – sì, scusa, um - La Distorsione può sempre ritrovare qualcuno che ha -varcato la sua soglia.
HELEN
E questo include te, Martin! Ricordi? E per favore - mi chiamo Helen.
ARCHIVISTA
Come hai detto te, adesso io posso sapere tutto, incluso quanto quella è una bugia.
HELEN
Non confondere le cose complicate con le falsità, caro Archivista. E ricorda, che il sapere non equivale al comprendere!
ARCHIVISTA
Cosa vuoi?
HELEN
Fare un salutino! E passare a trovare la coppia felice.
[Ride di nuovo]
HELEN
Ho sempre saputo che voi mattacchioni sareste riusciti a farla funzionare.
[L’Archivista sospira mentre lei parla]
MARTIN
Grazie.
ARCHIVISTA
Martin. (a Helen) Guarda, non mi interessa il tuo - gongolare.
HELEN
(Il ritratto dell’innocenza) Di che cosa dovrei gongolare io? Per quanto mi piaccia questo nuovo mondo in cui ci ritroviamo, non posso prenderne il merito. È stato tutto - tuo!
ARCHIVISTA
(Immediatamente) Avresti potuto - (Inspira , si controlla) Sapevi cosa stava succedendo.
HELEN
Lo sospettavo. Ma tutto quello che io ho fatto è stato rifiutarmi di aiutare! E questa è a malapena una qualità unica.
[Un altro sospiro dall’Archivista alle sue parole]
HELEN
Se questo fa sì che la colpa sia mia, allora di certo è anche colpa di Georgie, e di Melanie –
ARCHIVISTA
Lasciale fuori da questa storia, non lo sapevano!
HELEN
Rieccola di novo! La conoscenza! È così importante per te, non è vero? Queste pepite fossilizzate di comprensione immaginaria, che appesantiscono, che ti impediscono di pensare o di provare emozioni! E che dici delle ipotesi? Se l’avessero saputo, cosa avrebbero fatto?
È una cosa che puoi vedere?
ARCHIVISTA
Che. Cosa. Vuoi!
HELEN
Essere di nuovo amici! Noi tre.
[Un altro sospiro]
HELEN
Guarda questo posto, guarda questo - (inspira profondamente) Paese delle Meraviglie.
Questo è il mondo, adesso, e noi siamo forti e liberi! Davvero non c’è motivo per cui non dovremmo ritrovarci.
[Una pausa, silenzio se non per l’eco vuota di Helen e le statiche]
HELEN
(A Martin) (espira) Cielo, è proprio di cattivo umore. È stato così per tutto il tempo?
MARTIN
Non per – tutto il tempo.
HELEN
Grazie al cielo.
ARCHIVISTA
Martin…
MARTIN
C’è da dire, che ne ha passate tante.
HELEN
(Con empatia) Oh, ne sono certa.
ARCHIVISTA
(Sovrapponendosi) Martin… ti prego.
MARTIN
Scusa, è solo - forse lei può aiutare!
ARCHIVISTA
Con cosa.
MARTIN
Con la nostra - Con la nostra, con la nostra missione!
[L’Archivista sospira]
MARTIN
Camminiamo da un po’, e beh, la sua porta - forse potremmo, sai - prendere una scorciatoia!
ARCHIVISTA
No. No, non credo sia una buona idea.
HELEN
Io lo porterei volentieri. Ma non credo che vorrebbe lasciarti.
MARTIN
Okay, u,uno – (hm) non parlare di me come se non ci fossi; è - scortese. Due, so che puoi portare due persone per volta. Io e Tim siamo stati nei corridoi insieme quando -
ARCHIVISTA
(Sovrapponendosi) Martin, non è così se-semplice.
HELEN
Temo che l’Archivista sia troppo potente adesso.
[sospira attraverso i denti]
HELEN
Se provasse a viaggiare attraverso i miei corridoi non finirebbe bene, per nessuno di noi.
ARCHIVISTA
Ma più di tutti per te.
HELEN
(gradevolmente sorpresa) Ooo! È una minaccia?
ARCHIVISTA
No.
HELEN
Mm, peccato!
MARTIN
Allora, niente scorciatoie. (sospira) Capito. (A Jon) Non ti lascio da solo.
HELEN
Oh! Quanta devozione. (a Jon) Non te la meriti proprio. Ma ovviamente - tu lo sai già!
[Ride]
HELEN
Oh, che bello! Sono davvero felice che adesso possiamo passare un po’ di tempo insieme come si deve, di qualità adesso.
MARTIN
…Già.
HELEN
In ogni caso. Scusate se vi amo e vi abbandono, ma devo scappare. È un momento pieno di impegni per me, molte cose da fare, persone da -beh. Lo sai!
ARCHIVISTA
Non ne dubito.
[Breve pausa.]
MARTIN
…Cosa?
HELEN
Mi sto solo prendendo un momento per guardare. Voi due siete una coppia così adorabile -
ARCHIVISTA
Basta.
[Helen apre la sua porta]
HELEN
A presto!
[Sentiamo i suoi passi mentre torna nei suoi corridoi. La porta si chiude di colpo dietro di lei. L’Archivista sospira di nuovo]
MARTIN
(quasi cantilenante) Forse ha ragione lei!
ARCHIVISTA
Io non sono, né sono mai stato, ‘adorabile.’
MARTIN
(pfft) Okay, non è vero. Ma a dire il vero intendevo la faccenda - dell’essere amici? Cioè, non vedo perché -
ARCHIVISTA
Martin, lei è – un mostro crudele e spietato!
MARTIN
Sì. Sì, lo è. Ma chi altro c’è?
[Un ultimo sospiro dall’Archivista]
[CLICK]
[Traduzione di: Victoria]
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decadence-brain · 2 years
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8 aprile 2022 Kramatorsk
Una scena d'amore è il culmine di un'incontro fra due persone. Anche nel caso di un colpo di fulmine non nasce dal nulla, ma si sviluppa attraverso sguardi, contatti più o meno volontari, parole tronche, rivelazioni momentanee e attimi di imbarazzo. Ma non so se chiamarlo amore, colpo di fulmine o se era disperazione, frustrazione, paura. Quella che stavamo vivendo era un'esperienza estremamente pesante, la guerra non è una cosa che puoi decidere di non pensare quando le giornate passano tra sirene e boati, quando vivi barricato in cantine, sotterranei, vivi come un topo e come un topo ti senti in trappola e il fiato si fa corto ad ogni rumore e passi il tempo cercando il modo migliore per rimanere in vita. Lei era in un angolo dello scantinato seduta in terra abbracciava le sue ginocchia e tremava non so se di freddo o di paura, io dovevo fare un giro d'ispezione fuori dal rifugio approssimativo in cui ci trovavamo, mi avvicinai lei alzò il viso e mi piantò in faccia due occhioni azzurri pieni di lacrime, mi tolsi la giacca a vento e la appoggiai sulle sue spalle. Fuori controllai che tutti i ragazzi fossero in posizione, si sentivano i colpi di artiglieria ed i bombardamenti non lontanissimi da dove ci trovavamo.
Eravamo partiti il 6 aprile alle 9 e 15 minuti dalla periferia nord di Mariupol, arrivammo a Kramators'k alle 22 e 30 da subito ci rendemmo conto che avremmo presto dovuto di nuovo spostarci e portare via più persone possibili, la situazione non era come a Mariupol dove mancava luce e acqua, per bere si svuotavano i termosifoni dall'acqua che facevamo bollire (io non so se avete mai sentito l'odore dell'acqua dei termosifoni...) quello che non mancava era la vodka quella c'era in abbondanza, come anche patate e fagioli. Portammo via da quell'incubo quante più persone riuscimmo un viaggio che avrebbe dovuto durare quattro ore durò invece tredici ore e venti minuti, posti di blocco a non finire, tre pullman pieni di persone e noi diciotto divisi, tre autisti e cinque soldati armati per mezzo, sembrava non arrivassimo mai.
Rientrai dal giro di ispezione e mi sdraiai su un materasso per riposare un poco, fino ad allora avevo dormito pochissimo, mi addormentai. Mi svegliai di li a poco e notai che di fianco a me era seduta la ragazza con la mia giacca a vento, la guardai lei mi accarezzò il viso e mi baciò, le nostre labbra si sfiorarono a lungo poi timidamente si incontrarono le nostre lingue, stavamo piangendo entrambi suppongo pensasse anche lei che forse non ne saremmo usciti vivi. Mi alzai la presi per mano e ci allontanammo dalle altre persone, salimmo fino al primo piano del fabbricato, sinceramente non pensai al pericolo anche perchè se avessero bombardato quel posto non si sarebbe salvato nessuno, entrammo in un alloggio, una volta dentro guardammo se arrivava acqua, ci spogliammo e cominciammo a lavarci a vicenda, ricordo che aveva una pelle chiarissima, un bel corpo, capelli medi biondo cenere e occhi azzurri, penso avesse tra i 25 e i 30 anni. Ricominciammo a baciarci con più impeto di prima, la presi in braccio e la portai sul letto, fu tutto di una dolcezza infinita, forse dovuto alla paura, alla sofferenza, non lo so so che fu speciale come non avevo mai provato. IL tempo passava ma non eravamo sazi, come per i baci anche il rapporto sessuale si fece più brusco, quasi arrabbiato, tutta la rabbia, la paura, il dolore era li fra i nostri corpi sudati, era notte fonda quando ci addormentammo.
Mi svegliai che era mattino avanzato, uno dei ragazzi era salito a chiamarmi, lei non c'era più sul comodino aveva lasciato un biglietto con un cuore e una catenina con la medaglia di un angelo. Corsi di sotto per vedere se era li ma uno dei miei disse che insieme ad altre persone si era recata alla stazione ferroviaria. Si udì un boato enorme, le sirene, corremmo tutti fuori arrivò un auto con dei soldati ucraini il nostro interprete disse che avevano bombardato la stazione, andammo tutti per prestare soccorso io cercai di raccogliere come potevo quello che era rimasto di quella ragazza bionda, ero fuori di me non sapevo nemmeno cosa stavo facendo ma non potevo lasciarla così in mezzo a tutte quelle macerie, una signora anziana mi si avvicinò e continuava a dirmi "Oksana, Oksana, Oksana" l'interprete mi spiegò che era il nome della ragazza, io e i ragazzi la seppellimmo come potemmo nel cimitero di Kramatorsk, chiesi all'interprete di contattare qualcuno che mettese un qualcosa con il nome della ragazza.
Più tardi dopo aver deciso un piano di evacuazione che sarebbe iniziato il giorno successivo mi si avvicinò l'interprete con alcune persone che mi spiegarono che la medaglia che mi aveva lasciato Oksana era San Michele arcangelo che è il protettore dell'Ucraina, mi spiegarono anche che la ragazza aveva perso tutti a Mariupol. Passai i giorni a seguire con l'immagine dei suoi occhi stampata nei miei e anche ora che ho in mano la medaglia di San Michele continuo a pensare che avrei dovuto salvarla e non mi do pace.
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trekkersfrompadova · 2 years
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PREMANTURA
Due weekend in Croazia questa estate ce li siamo meritati.
Visto che era un po’ toccata e fuga siamo rimasti zona Istria, abbiamo preso un appartamento a Bujia, la prima volta, in modo da essere vicini a Premantura che ha il parco con le varie spiagge.
La seconda volta abbiamo alloggiato nel camping proprio a Premantura, dormendo in tenda.
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Da vedere il centro con il suo campanile in mezzo alla strada, i suoi locali e i negozietti con tutti i prodotti locali.
Noi abbiamo acquistato il formaggio di capra al tartufo e la marmellata di fichi per accompagnarlo. Speciale.
Per quanto riguarda le spiagge, siamo stati ad Uvala Toreta, Skalní Rozsedlina (vista pazzesca soprattutto al tramonto) e a Beach Pinizule.
Ovviamente il parco è enorme e ce ne sono molte altre, queste meritano tantissimo.
Obbligatoria tappa al Safari Bar, si trova in una spiaggia (Kamenjak) ed è strepitoso, fanno da mangiare e da bere benissimo ma anche sul retro, c’è una bella mega panchina che da sulla spiaggia.
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jessigerva · 2 years
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Cara Giorgia oggi 03.07.2022 per te e un giorno speciale finalmente compì 22 anni di pura ignoranza ovviamente e lo so che non sono presente per il tuo 22esimo compleanno ma lo sai pure tu che c'è la distanza. eh sì 22 anni fa e nata una persona fantastica una persona meravigliosa avolte pure scassacazzo 😂ma che tutti desidererebbero e che io ho avuto la fortuna di incontrare,ricordo ancora il giorno in cui ci siamo conosciute come fosse ieri haha quando ti vidi la prima volta davanti alla manor non pensavo fossi tu finché ho visto il passeggino non ci credevo nemmeno che finalmente ti avrei incontrata dopo tutte le volete che ci abbiamo provato ma poi cera sempre qualcosa di mezzo che vi impediva di farlo. Da un lato ero felice di vederti dal altro no perche era il mio ultimo giorno li e da subito sapevo che mi sarei affezionata a te tantissimo. Anche se al inizio non ci avrei dato nemmeno 2 mesi siccome c'è la distanza e conoscendo soprattutto me non c'è l'avrei fatta ed invece sono ancora qua.
Beh nonostante tutto siamo ancora qua e ne abbiamo passate di tutti i colori
mado che ricordi 😍 da ubriache al carnevale a prendere per il culo tutti poi quando te mi buttavi addosso a tutti finché ho fatto quella figura di merda hahaa e stato FANTASTICO. poi tutte le giornate passate assieme le serate ad ubriacarci grazie a te ho capito che non importa nulla del giudizio degli altri bisogna andare avanti a testa alta grazie a te ho scoperto il vero senso della vita e non basterebbe un grazie per tutto quello che hai fatto per me tappa mia. A volte sono una rompicoglioni ma tu mi sopporti per come sono e io sopporto te per come sei.
A te devo tutto e non mi basteranno 1000 grazie per ringraziarti di tutto soprattutto perché tu ceri nei momenti peggiori della mia vita e sei sempre rimasta non ti è mai venuto nemmeno in mente di andartene grazie mille di tutto amo ❤️
E finalmente sono 22 auguri amore mio ❤️
+22❤️
Ps non festeggiare troppo e non bere troppo senza di me ❤️
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Come faccio a cancellare i ricordi che ho con te? Mi sembra quasi impossibile, l'amicizia come la nostra era speciale, nonostante fosse a distanza. E ora che ti ho persa, mi domando se la colpa è la mia o la tua, o forse di entrambe? In realtà non lo so, non ho mai saputo rispondere a questa domanda. Ci siamo allontanate così per caso, i giorni passavano in fretta, ma la nostra chat rimaneva vuota, rimaneva all'ultimo giorno che ci siamo scritte. Tu mi hai insegnato tante cose, a non arrendersi, a vestirmi bene, perché lo sappiamo che io non sono mai andata appresso alla moda, non mi sono mai piaciuta e il vestirmi bene non mi interessava, indossavo sempre felpe, molte volte anche più larghe di me e maschili, ma tu col tempo hai iniziato a farmi cambiare questa idea, mi portavi nei negozi e mi facevi provare la roba, poi mi guardavi e dicevi la tua, iniziavo da accettarmi. Siamo andate a un concerto insieme, nella tua città, per la prima volta sono stata in mezzo a così tanta gente, a ballare insieme a te e a loro, non mi è mai piaciuto ballare e non mi è mai piaciuto andare in discoteca, o stare in mezzo a tanta gente, perché mi sento osservata, giudicata e fuori luogo. Per la prima volta mi hai fatto bere, sarà che la mia faccia era disgustata, ma detto sinceramente non lo rifarei mai più. E poi hai mantenuto la promessa, mi hai portata a vedere il mare d'inverno, ci siamo sedute sugli scogli e siamo rimaste li in silenzio ad ascoltare le onde del mare che si infrangevano sugli scogli e io vorrei tanto essere così in questo momento, vorrei essere come il mare, che ha sempre la forza di riprovarci, ma io resto ferma qui, con la mente persa nel vuoto e il cuore in frantumi.💔
Abbiamo perso tutto ciò che di bello c'era, solo per orgoglio
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sounds-right · 1 month
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Cenando & Ballando, il 30/4 sul palco del Teatro Sociale di Como per beneficenza
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Cena d'eccellenza in ogni stagione (primavera '24), musica,  divertimento & bollicine... ecco il perfetto mix di Cenando & Ballando. L'infinito tour di uno staff artistico capitanato da Cucky, esperto e scatenato dj capace di mixare di tutto e da Icio, sempre elegante e carismatico vocalist, sono un team imbattibile, quando si tratta di far divertire.  
Martedì 30 aprile '24 va in scena, è Cenando & Ballando sul palco del Teatro Sociale di Como, una serata speciale. E' un evento di beneficenza. Il ricavato va infatti ad House School, a favore di percorsi di vita autonoma rivolti a persone con disabilità della cooperativa mosaico. L'organizzazione è a cura di Lions Clubs International Monticello ed i partner dell’iniziativa sono tanti. Sono tutti sul sito ufficiale dell'evento: https://www.cenandoeballandosulpalco.com
///
Dinner, music & more: cena, musica e molto di più. I protagonisti di Cenando & Ballando sono sempre gli ospiti, non gli artisti, con le loro risate e la loro energia. Cena d'eccellenza in ogni stagione (autunno compreso), musica,  divertimento & bollicine... ecco il perfetto mix di Cenando & Ballando. L'infinito tour di uno staff artistico capitanato da Cucky, esperto e scatenato dj capace di mixare di tutto e da Icio, sempre elegante e carismatico vocalist, sono un team imbattibile, quando si tratta di far divertire.  Dinner, music & more: cena, musica e molto di più. I protagonisti dell'evento sono sempre gli ospiti, non gli artisti, con le loro risate e la loro energia.
Il programma dei dinner party Cenando & Ballando, in fondo, è sempre lo stesso: Welcome drink, dinner & music by Cucky & Icio, ovvero, in console alla musica pensa Cucky, esperto dj che da sempre fa ballare il Nord Italia con un sound molto originale ed una grande energia, mentre al microfono arriva Icio, un altro grande professionista. Non divertirsi con una coppia così all'opera è semplicemente impossibile.
Ma cos'è questo dinner party che da tempo gira l'Italia e non solo, infatti spesso nell'autunno inverno 2023 prende vita al Ciani Lugano oltre che allo Yacht Club di Como? 
Cenando & Ballando fin dal 2002, ovvero da più di vent'anni, fa divertire mettendo insieme musica, ottimi piatti, qualcosa di buono da bere, amici, sorrisi e voglia di far tardi ballando… In location sempre diverse. Vent'anni fa eventi di questo tipo, semplicemente, quasi non c'erano. Oggi invece si chiamano dinner show. Ma già allora Cenando & Ballando già spopolava. 
Oggi che invece le cene musicali non si contano, Cenando & Ballando è l'Originale, un evento che ha fatto scuola e resta unico per l'atmosfera scanzonata e divertente che riesce a creare.  Riassumendo, si canta tra i tavoli, si balla e la serata decolla. Cenando & Ballando è l'evento perfetto per festeggiare un compleanno, un addio nubilato o al celibato, le feste di fine anno, la primavera, l'estate, un divorzio, un fidanzamento, un finanziamento (…). E' una festa perfetta semplicemente per fare festa con gli amici.  Tutto qui.
www.cenandoeballando.it
info e prenotazioni 393 8008071
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Il Teatro Sociale di Como si scatena con Cenando & Ballando per beneficenza 
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Cena d'eccellenza in ogni stagione (primavera '24), musica,  divertimento & bollicine... ecco il perfetto mix di Cenando & Ballando. L'infinito tour di uno staff artistico capitanato da Cucky, esperto e scatenato dj capace di mixare di tutto e da Icio, sempre elegante e carismatico vocalist, sono un team imbattibile, quando si tratta di far divertire.  
Martedì 30 aprile '24 va in scena, è Cenando & Ballando sul palco del Teatro Sociale di Como, una serata speciale. E' un evento di beneficenza. Il ricavato va infatti ad House School, a favore di percorsi di vita autonoma rivolti a persone con disabilità della cooperativa mosaico. L'organizzazione è a cura di Lions Clubs International Monticello ed i partner dell’iniziativa sono tanti. Sono tutti sul sito ufficiale dell'evento: https://www.cenandoeballandosulpalco.com
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Dinner, music & more: cena, musica e molto di più. I protagonisti di Cenando & Ballando sono sempre gli ospiti, non gli artisti, con le loro risate e la loro energia. Cena d'eccellenza in ogni stagione (autunno compreso), musica,  divertimento & bollicine... ecco il perfetto mix di Cenando & Ballando. L'infinito tour di uno staff artistico capitanato da Cucky, esperto e scatenato dj capace di mixare di tutto e da Icio, sempre elegante e carismatico vocalist, sono un team imbattibile, quando si tratta di far divertire.  Dinner, music & more: cena, musica e molto di più. I protagonisti dell'evento sono sempre gli ospiti, non gli artisti, con le loro risate e la loro energia.
Il programma dei dinner party Cenando & Ballando, in fondo, è sempre lo stesso: Welcome drink, dinner & music by Cucky & Icio, ovvero, in console alla musica pensa Cucky, esperto dj che da sempre fa ballare il Nord Italia con un sound molto originale ed una grande energia, mentre al microfono arriva Icio, un altro grande professionista. Non divertirsi con una coppia così all'opera è semplicemente impossibile.
Ma cos'è questo dinner party che da tempo gira l'Italia e non solo, infatti spesso nell'autunno inverno 2023 prende vita al Ciani Lugano oltre che allo Yacht Club di Como? 
Cenando & Ballando fin dal 2002, ovvero da più di vent'anni, fa divertire mettendo insieme musica, ottimi piatti, qualcosa di buono da bere, amici, sorrisi e voglia di far tardi ballando… In location sempre diverse. Vent'anni fa eventi di questo tipo, semplicemente, quasi non c'erano. Oggi invece si chiamano dinner show. Ma già allora Cenando & Ballando già spopolava. 
Oggi che invece le cene musicali non si contano, Cenando & Ballando è l'Originale, un evento che ha fatto scuola e resta unico per l'atmosfera scanzonata e divertente che riesce a creare.  Riassumendo, si canta tra i tavoli, si balla e la serata decolla. Cenando & Ballando è l'evento perfetto per festeggiare un compleanno, un addio nubilato o al celibato, le feste di fine anno, la primavera, l'estate, un divorzio, un fidanzamento, un finanziamento (…). E' una festa perfetta semplicemente per fare festa con gli amici.  Tutto qui.
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info e prenotazioni 393 8008071
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tarditardi · 1 month
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Cenando & Ballando, il 30/4 sul palco del Teatro Sociale di Como per beneficenza
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Cena d'eccellenza in ogni stagione (primavera '24), musica,  divertimento & bollicine... ecco il perfetto mix di Cenando & Ballando. L'infinito tour di uno staff artistico capitanato da Cucky, esperto e scatenato dj capace di mixare di tutto e da Icio, sempre elegante e carismatico vocalist, sono un team imbattibile, quando si tratta di far divertire.  
Martedì 30 aprile '24 va in scena, è Cenando & Ballando sul palco del Teatro Sociale di Como, una serata speciale. E' un evento di beneficenza. Il ricavato va infatti ad House School, a favore di percorsi di vita autonoma rivolti a persone con disabilità della cooperativa mosaico. L'organizzazione è a cura di Lions Clubs International Monticello ed i partner dell’iniziativa sono tanti. Sono tutti sul sito ufficiale dell'evento: https://www.cenandoeballandosulpalco.com
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Dinner, music & more: cena, musica e molto di più. I protagonisti di Cenando & Ballando sono sempre gli ospiti, non gli artisti, con le loro risate e la loro energia. Cena d'eccellenza in ogni stagione (autunno compreso), musica,  divertimento & bollicine... ecco il perfetto mix di Cenando & Ballando. L'infinito tour di uno staff artistico capitanato da Cucky, esperto e scatenato dj capace di mixare di tutto e da Icio, sempre elegante e carismatico vocalist, sono un team imbattibile, quando si tratta di far divertire.  Dinner, music & more: cena, musica e molto di più. I protagonisti dell'evento sono sempre gli ospiti, non gli artisti, con le loro risate e la loro energia.
Il programma dei dinner party Cenando & Ballando, in fondo, è sempre lo stesso: Welcome drink, dinner & music by Cucky & Icio, ovvero, in console alla musica pensa Cucky, esperto dj che da sempre fa ballare il Nord Italia con un sound molto originale ed una grande energia, mentre al microfono arriva Icio, un altro grande professionista. Non divertirsi con una coppia così all'opera è semplicemente impossibile.
Ma cos'è questo dinner party che da tempo gira l'Italia e non solo, infatti spesso nell'autunno inverno 2023 prende vita al Ciani Lugano oltre che allo Yacht Club di Como? 
Cenando & Ballando fin dal 2002, ovvero da più di vent'anni, fa divertire mettendo insieme musica, ottimi piatti, qualcosa di buono da bere, amici, sorrisi e voglia di far tardi ballando… In location sempre diverse. Vent'anni fa eventi di questo tipo, semplicemente, quasi non c'erano. Oggi invece si chiamano dinner show. Ma già allora Cenando & Ballando già spopolava. 
Oggi che invece le cene musicali non si contano, Cenando & Ballando è l'Originale, un evento che ha fatto scuola e resta unico per l'atmosfera scanzonata e divertente che riesce a creare.  Riassumendo, si canta tra i tavoli, si balla e la serata decolla. Cenando & Ballando è l'evento perfetto per festeggiare un compleanno, un addio nubilato o al celibato, le feste di fine anno, la primavera, l'estate, un divorzio, un fidanzamento, un finanziamento (…). E' una festa perfetta semplicemente per fare festa con gli amici.  Tutto qui.
www.cenandoeballando.it
info e prenotazioni 393 8008071
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