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#Vero metodo
marcogiovenale · 21 days
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pasquale polidori: "utilissimo e pratico questo libretto da imparare a memoria..." (vero metodo...)
Video 2023 di Pasquale Polidori sul libro di Marco Giovenale, Vero metodo per la cernita dei poeti (Edizioni Volatili, 2023, con partiture grafiche di Giuditta Chiaraluce). Il post di PP: https://www.facebook.com/watch/?v=5971590182969913&rdid=lIbiFQgeWBzxsAea Utilissimo e pratico questo libretto da imparare a memoria. (Poi in casa ci sono: la salvia, la fragola, il timo, il rosmarino e la…
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deathshallbenomore · 2 years
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un grazie alla mia bisnonna veneta che scriveva “veleno” sulle bottiglie per imboscarsi la grappa perché evidentemente mi ha passato lei le sinapsi buone. purtroppo le sto investendo solo in relativi successi accademici e senso di irrealtà e fallimento esistenziali. @ nonna se vuoi darmi qualche consiglio, anche solo una parola di conforto, dall’oltretomba io non dico di no, anzi
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rideretremando · 1 year
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"Scrivo a tutta la comunità per assumermi la responsabilità di una scelta, evidentemente controcorrente, in occasione della scomparsa di Silvio Berlusconi.
Di fronte a questa notizia naturalmente non si può provare alcuna gioia, anzi la tristezza che si prova di fronte ad ogni morte. Ma il giudizio, quello sì, è necessario: perché è vero che Berlusconi ha segnato la storia, ma lo ha fatto lasciando il mondo e l’Italia assai peggiori di come li aveva trovati. Dalla P2 ai rapporti con la mafia via Dell’Utri, dal disprezzo della giustizia alla mercificazione di tutto (a partire dal corpo delle donne, nelle sue tv), dal fiero sdoganamento dei fascisti al governo alla menzogna come metodo sistematico, dall’interesse personale come unico metro alla speculazione edilizia come distruzione della natura. In questo, e in moltissimo altro, Berlusconi è stato il contrario esatto di uno statista, anzi il rovesciamento grottesco del progetto della Costituzione. Nessun odio, ma nessuna santificazione ipocrita. Ricordare chi è stato, è oggi un dovere civile.
Per queste ragioni, nonostante che la Presidenza del Consiglio abbia disposto (https://www.governo.it/it/articolo/bandiere-mezzasta-sugli-edifici-pubblici-e-lutto-nazionale-la-scomparsa-del-presidente) le bandiere a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici da oggi a mercoledì (giorno dei funerali di Stato e lutto nazionale), mi assumo personalmente la responsabilità di disporre che le bandiere di Unistrasi non scendano.
Ognuno obbedisce infine alla propria coscienza, e una università che si inchini a una storia come quella non è una università.
Col più cordiale saluto,
il Rettore
_____
Tomaso Montanari
Professore ordinario di Storia dell'arte moderna
Rettore dell'Università per Stranieri di Siena
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sgiandubh · 25 days
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Credo che in questo fandom ci siano persone che seguono le vicende di S e C dall’inizio. Potrebbero collaborare a fare un album fotografico di tutte le ragazze che sono state affibbiate a Sam e vedere come il metodo si ripeta continuamente. La linea che chiamerei “ direttiva “ è ogni volta corredata da vari avvenimenti collaterali. Siamo partiti con una attrice passando per intrattenitrici , figlie di personaggi importanti modelle e ora sportive . Mi convinco sempre più che l’ideatore o gli ideatori di questi amori massmediali siano gli stessi del 2016.Nessuno degli Antis si preoccupa della vita di Caitriona: lei ha diritto alla sua privacy mentre Sam decisamente no.Sam cosa faresti per amore? gli è stato chiesto, tutto farei tutto., ha risposto E sta facendo proprio di tutto per proteggere chi ama.D’altronde se così non fosse queste donne sarebbero apparse al suo fianco in molte occasioni pubbliche essendo lui single alla ricerca del vero amore . Questa noiosa ripetitività come non può colpire anche quelli del lato opposto? E se posso fare un’osservazione S in questi ruoli non recita affatto bene .Una cotta, una passione o anche solamente un’attrazione fisica ti rende felice. Qui non vedo niente di scoppiettante , solo una coppia che sembra clandestina quando l’obiettivo è quello di essere pubblica. Se sei felice non lo puoi nascondere! Scusa la lunghezza di questo intervento ma sono cose talmente assurde e così poco interessanti!!!
Dear @findanserwers,
Sempre un piacere leggerti. Sai, a volte tutta questa farsa mi fa pensare a uno dei nostri programmi di giochi preferiti, su Rai Uno - Affari Tuoi (lo so, lo so, eh? 🤣). Non si sa mai cosa porterà con sé il prossimo pacco - forse un blu, un rosso, forse il Dottore chiamerà 👽... Ma puoi sempre scommettere che l'avidità di denaro e d'attenzione dei 'pacchisti' li terranno lì finché non avranno esaurito tutte le loro possibilità. Boh, anche se sappiamo che gli schemi continuano ad andare avanti, c'è sempre questo strano, quasi perverso senso di anticipazione.
Scrivi:
'I think we have, in this fandom, people who follow S&C's adventures since the very beginning. They could all collaborate and make photo album with all the girls who have been associated with Sam and see the pattern repeating itself over and over again. The line I would call 'directive' is every single time accompanied by all sorts of side events. We started with an actress, passing through entertainers, daughters of important people, models and now athletes. I am increasingly convinced that the creator or creators of these media love stories are the same as in 2016. None of the Antis care about Caitriona's life: she has the right to her privacy, while Sam definitely doesn't. Sam, what would you do for love? he was asked. I would do everything, he answered. And he is doing everything to protect the people he loves. On the other hand, if this were not the case, these women would have appeared at his side on many public occasions as he is officially single and in search of true love. How can this boring repetitiveness not also affect those on the opposite side? And, if I may make an observation, S doesn't act well at all, in these 'roles'. A crush, a passion or even just physical attraction makes you happy. I don't see anything flashy here, just a couple that looks clandestine, when the obvious goal would be to show off freely in public. If you are happy you can't hide it! Sorry for the length of this post but these things are so absurd and so uninteresting!!!'
Isn't it strange that, even if we know it so well, by now, we keep on following all this #shitshow every single time, as if somehow, something might turn out different?
Except it doesn't really, does it? TMcG will always look like he is about to have dental surgery (plus now wearing more make up than Berlusconi or Tutankhamun ever did) and S will always look nervous (who, in their right mind, would think biting his finger was sexy?!), out of place and even sometimes borderline rude. Organic, my foot: I am ready to accept one of their stories might look bizarre and manufactured as fuck, but BOTH? At the SAME TIME?
Yeah. And pigs fly.
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susieporta · 1 month
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Quanto siamo connessi con noi stessi e di conseguenza con gli altri? Siamo coscienti di quello che si muove nella mente, nelle emozioni, nel nostro sistema psichico?
Di ciò che muove i nostri comportamenti, e che poi influisce sugli altri? Ecco, la risposta riguarda appunto quanto il nostro mondo interiore influenza il mondo esteriore, attraverso le persone ovviamente, ma non solo, anche attraverso delle energie - perché noi siamo anche campi di energia, che influenzano altri campi di energia.
Ogni persona nasce come corpo; da bambini siamo corpi ed Essenza/Coscienza. Non c'è ancora la personalità, che si forma dai 6-7 anni in poi, e continua a formarsi più o meno per tutta la vita; il periodo più importante (la prima cristallizzazione di personalità) ce l'abbiamo intorno ai 7 anni, poi a 14, poi a 21 e a 28 - che sono le varie fasi evolutive più importanti della personalità.
Però noi siamo Essenza, mentre la personalità è un'acquisizione esteriore; per cui non nasciamo con la personalità, nasciamo con delle caratteristiche essenziali.
Possiamo anche dire che nasciamo già con una sorta di “personalità”, però questa personalità ce la portiamo dietro da infinite vite; oppure, se uno non accetta l'idea di infinite vite, possiamo dire che nasciamo già con delle caratteristiche, con delle potenzialità, con dei semi da poter sviluppare, con delle qualità da portare fuori.
Per cui non è proprio vero che si nasce come delle lavagne bianche, questo può valere per il cervello ma non per la parte interiore, non per la parte spirituale. In realtà siamo degli adulti in un corpo di neonati e tantissime nostre parti, tante nostre qualità (noi le chiamiamo qualità essenziali, vere qualità), richiedono un terreno adatto per potersi manifestare - terreno che dovrebbe essere la famiglia, nella misura in cui la famiglia riconosce chi siamo, cosa siamo e quali sono le nostre qualità.
La famiglia dovrebbe aiutarci a manifestare le nostre qualità e potenzialità essenziali, e a formare una vera personalità.
La personalità che si forma dovrebbe essere strettamente connessa con l'Essenza, con le qualità essenziali.
Questo però accade solo se la famiglia, i genitori o chi ci educa utilizzano un metodo socratico, e quindi aiutano il bambino o la bambina a portare fuori le sue caratteristiche e le sue qualità, aiutando i suoi semi a trovare un terreno buono per poter manifestare le sue caratteristiche reali.
È diverso invece quando la famiglia o chi ci educa non riesce a percepire cosa realmente siamo, le nostre capacità, abilità e potenzialità, ed è fin troppo preoccupato a educarci secondo gli standard familiari e collettivi.
Quindi ti dicono: “Devi essere così, devi fare questo, devi diventare quell'altro, devi essere un po' più così, un po' più cosà, ma non troppo…”, che va bene, ma se non si tiene conto anche delle vere caratteristiche, che cosa succede?
Che formeremo una personalità falsa, non vera, cioè totalmente autocostruita, che viene interamente dal di fuori, che non tiene conto di ciò che siamo dentro; ed ecco che avremo un conflitto tra essenza - ciò che noi siamo nel profondo - e la personalità che abbiamo formato in seno alla famiglia, ai parenti, alla scuola, a fratelli, sorelle, eccetera.
E questo crea un grosso problema, perché genera uno scollegamento tra la personalità esterna, quindi la falsa personalità (che non è noi, non è connessa a noi) e ciò che siamo dentro, la nostra essenza, che dovrebbe invece formare la vera personalità.
Questo è molto importante perché ci permette di capire che, nella misura in cui veniamo “educati” da mamma, da papà, dai nonni, dalla scuola, e nessuno di loro tiene conto di ciò che siamo dentro, ognuna delle persone che ci educa e ci dice delle cose su di noi formerà un io, una parte della falsa personalità, ognuna diversa dall'altra, perché nessuno tiene conto di ciò che siamo; per cui il papà si aspetterà che noi siamo così, così, così… la mamma si aspetterà questo, questo, quello… i fratelli maggiori, i nonni, gli insegnanti, gli educatori o tutte le persone della nostra vita, ognuno ci metterà un'etichetta, si aspetterà qualcosa da noi, vorrà che noi diventiamo più questo e meno quello etc.
Alla fine, crescendo, saremo sempre più scollegati da ciò che siamo in profondità e sempre più proiettati in una falsa personalità, che è a sua volta suddivisa in tante sub-personalità, ognuna sviluppata per soddisfare le aspettative di chi ci ha educato e ha grandi aspettative su di noi, (che potrebbero essere anche gli insegnanti, fino all'università).
E quindi noi non siamo uno, connessi, non abbiamo una sola personalità, ma abbiamo tante personalità che nel lavoro chiamiamo io divisi.
Questo è un problema che chiamiamo frammentazione: è come avere non un unico io, un'unica personalità e un'unica essenza, ma una multi-personalità che cambia a seconda di chi abbiamo davanti, in base a quello che evoca, e che dipende molto dall'educazione fino ai 28-30 anni.
Tutto questo non è assolutamente connesso con ciò che noi veramente siamo.
ROBERTO POTOCNIAK
Poi aggiungiamo a questo anche tutto il nostro vissuto, la nostra storia personale, le ferite, tutto quello che abbiamo vissuto - piaceri e dolori, abbandoni, tradimenti, problemi di licenziamenti, problemi con il lavoro, problemi di soldi, problemi con la famiglia… ed ecco che abbiamo, nella struttura di adulti, un'essenza totalmente circondata e bloccata da una storia personale spesso molto pesante, e uno spesso strato di personalità, sempre sulla difensiva - perché deve difendere la sofferenza che ci portiamo dietro nella storia personale. Nella storia personale c'è tutto quello che hai vissuto, soprattutto quello che ha creato ferite e sofferenza, dalla prima infanzia in poi. La personalità in qualche maniera tiene a bada la sofferenza e ti dà una facciata, una maschera, una serie di maschere, una serie di io e quindi una serie di maschere, che ti permettono di relazionarti con le persone.
Questo è per dare un accenno, perché in realtà c'è molta altra roba, ma intanto lavoriamo su questo. Quindi: quando entro in relazione con gli altri, devo sapere che ho una personalità frammentata, in cui ogni parte è diversa dall'altra; ho una storia personale molto spesso carica di dolore e sofferenza, e ho la mia piccola essenza, non sviluppata perché non è mai stata finita di sviluppare, che è bloccata all'interno e dalla quale sono praticamente disconnesso.
Quando entriamo in relazione dobbiamo tener conto che portiamo tutta questa roba all'interno della relazione. Qui non ho messo tutte le varie sfumature della storia personale, tutte le altre caratteristiche della personalità e dell'essenza - che non è per nulla sviluppata. Ma è come se fuori sembrassimo un adulto bello, fatto, finito, forte (oppure anche in crisi, non ha importanza), mentre all’interno c'è un mare di sofferenza e di problemi, e dentro, ancora più in profondità, c'è un bambino o bambina in panico, arrabbiato, arrabbiata, carica di paura ma anche piena di potenzialità, mai sviluppata, mai cresciuta, che aspetta di venire fuori.
E tutto questo poi, quando cominciamo a relazionarci con l'altro sesso - crescendo, soprattutto da adulti - tutto questo comincia a spingere, spingere, spingere... Si parte sempre dall'amore, dall'innamoramento, dall'amicizia, e poi nel tempo vengono fuori i disastri, perché ci relazioniamo solo dalla personalità frontale, che è più un insieme di maschere, senza tener conto della frammentazione della storia personale, delle ferite, della sofferenza e della nostra essenza bambina - che al minimo problema piange, scappa, protesta, proprio come un bambino di 5-6 anni anche se ne abbiamo 40, 50, 60.
E questo ci dovrebbe far riflettere sul perché, da dove arrivano tutte queste aspettative della relazione, da dove deriva la rabbia, la frustrazione, la delusione, come mai non riusciamo a ripartire puliti in una nuova relazione.
Roberto Potocniak
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openmindwildmind · 15 days
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youtube
mega rant:
all'inizio poteva sembrare un video interessante ma eccallà che il sassolino della banalità si incastra nelle scarpe.
ribadiamo il concetto che figli saranno genitori e genitori sono stati figli? ma perché cominciano subito a mettere in mezzo il latte in polvere, i passeggini, il cellulare, I VIDEOGIOCHI.
non è certo stracazzo colpa del ragazzino nè tantomeno della società se un regazzino se vole sconnette dal mondo esterno (che poi non avrebbe tutti i torti).
ma io me lo ricordo quando i miei me rompevano le palle perché stavo troppo alla play o non uscivo, ma mi ricordo anche di quando facevo troppo tardi a giocà a pallone.
nella vita ci vuole un cazzo di equilibrio e sopratutto MODO, non metodo ma MODO. modo di dire e fare le cose. modo nell'usare la tecnologia. modo nell'insegnare. modo nel capire il prossimo.
n'è che il regazzino è drogato perché tu stesso gli hai comprato il videogioco. il regazzino è drogato se gli permetti di vivere soltanto quel MODO di vivere la vita.
vabbè è inutile che mi dilungo qua non è questione di boomer o non boomer anche generazioni precedenti sono state rinchiuse in scatole, diverse ma pur sempre scatole.
è vero tutto abbiamo perso il contatto con la natura quello che vuoi ma regredire non fa parte del nostro essere, andiamo nella natura e torniamo a casa e così via alternandoci. non si deve costringere o impiantare idee assurde perché la società non ci piace.
la società è fatta com'è fatta, punto.
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abr · 7 months
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Le contestazioni a Sanchez sono forti nel Paese, in quanto (...) la sua nuova investitura non é espressione della volontà popolare. Una convinzione figlia dei numeri, visto che Sanchez ha dovuto scendere a patti e trovare nuovi alleati per governare. I socialisti infatti hanno ha già chiuso l'accordo di coalizione con la piattaforma di sinistra Sumar, con i catalani di ERC e Junts, con i baschi del PNV e EH Bildu, con i galiziani di BNG e con CC, i nazionalisti della Canarie. Un totale di 179 voti che, salvo sorprese, permetteranno a Sanchez di superare la maggioranza assoluta già giovedì alla prima votazione. Si tratta di una coalizione esplosiva (...) che crea qualche pensiero anche in Europa. 
via https://www.ilgiornale.it/news/politica-estera/spagna-anche-filo-trumpiano-tucker-carslon-piazza-madrid-vox-2240795.html
METODO PD. I socialisti di Sanchez han perso le elezioni - secondo partito dietro ai Popolari di cdx. - eppure si prendono il governo, come han fatto in Italì nel decennio scorso, lassa stà le rregole parlamentare: lo fanno sulla base del loro nichilismo amorale imbarca tutti (un vero zoo) a spese del Paese (grazie anche alla dabbenaggine del cdx, ancora intriso di nazionalismo sociale post franchista, scambiato per sovranismo). Della serie, enne minoranze eterogenee uguale a maggioranza partitica: é la stella polare di tutte le sinistre globali. Dal trionfo del proletariato a quello del burostato: il potere per il potere.
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vaerjs · 1 month
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oggi una mamma, che è anche collega, è venuta in corridoio e ha interrotto la mia lezione per parlarmi delle problematiche del mio metodo di insegnamento.
nel dettaglio ha contestato l'impegno dei compiti durante le vacanze e il weekend in vista del ponte del 25 maggio in cui lei partirà con la famiglia.
il problema che lei ha individuato è che mando i compiti su classroom nel weekend o durante le vacanze. ho ribattuto facendo presente che i bambini sono a conoscenza di tutto e vengono avvisati dei compiti in classe, ma sto lavorando sodo alla loro responsabilizzazione. non dico più loro "aprite il diario e scrivete", non detto più i compiti perché l'allenamento è una loro responsabilità e perché ciascuno di loro deve prendere consapevolezza dell'effettiva necessità di fare o meno un esercizio, non punisco quando mancano i compiti, non scrivo note, spiego che mi dispiace che non si allenino perché avranno più difficoltà dopo.
è vero che mando i compiti nel weekend. perché onestamente non ho il tempo materiale per caricarli online mentre sono in classe, ma i bambini sanno di avere dei compiti, e il compito online è un extra.
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mezzopieno-news · 4 months
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RICREATO IL TESSUTO CEREBRALE UMANO PER LA PRIMA VOLTA
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Per la prima volta al mondo è stato prodotto in laboratorio il tessuto cerebrale umano in grado di crescere e funzionare come quello vero. La scoperta è stata realizzata dall’Università statunitense del Wisconsin-Madison.
Il traguardo è stato accolto dalla comunità scientifica come un passo fondamentale per affrontare alcune delle sfide più importanti della neuroscienza odierna, come l’individuazione della cura per malattie come l’Alzheimer e il Parkinson. Il tessuto cerebrale è stato creato da cellule staminali pluripotenti indotte fatte differenziare in neuroni e poi combinate con un metodo simile a quello della stampa 3D. “Il tessuto può crescere e svilupparsi come farebbe all’interno di un corpo umano” ha spiegato il neuroscienziato Su-Chun Zhang, responsabile della scoperta. I neuroni così affiancati possono formare collegamenti all’interno e tra di essi come la rete di connessioni intricate all’interno del cervello. Possono inviare segnali, formare reti e interagire rilasciando neurotrasmettitori.
“Abbiamo stampato la corteccia cerebrale e lo striato e ciò che abbiamo scoperto è stato piuttosto sorprendente. Anche quando abbiamo stampato diverse cellule appartenenti a diverse parti del cervello, erano comunque in grado di comunicare tra loro in un modo molto speciale e specifico”, spiega Zhang. Il team di ricercatori sta lavorando per rendere la scoperta accessibile a molti altri laboratori, condividendo dati e procedure che, secondo le dichiarazioni, non richiederebbero attrezzature sofisticate. “Finora abbiamo guardato le cellule individualmente ma le cellule non operano da sole. Parlano tra loro. Così funziona il nostro cervello e deve essere studiato tutto insieme per comprenderlo veramente”.
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Fonte: Steam cell; foto di Amel Uzunovic
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vintagebiker43 · 6 months
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Riassumendo: - Vorrebbero solo l’utilizzo di contanti (Elon Musk aveva fondato PayPal, attuale standard dei pagamenti online tracciabili) - Pensano che le auto elettriche siano il metodo della Von Der Leyen e di Satana per scoparti a pecora (Elon Musk ha Tesla, il più grande produttore di auto elettriche mondiale) - Credono che i miliardi spesi nella ricerca aerospaziale siano soldi buttati nel cesso ed un vero schiaffo alla miseria “poiché andrebbero investiti qui e non su Marte” (Elon Musk ha SpaceX, imponente agenzia aerospaziale che ambisce a portare l’uomo su Marte) - Alcuni dei suoi figli sono stati generati tramite fecondazione in vitro (in Italia devono nascere solo italiani generati da altri italiani esclusivamente tramite coito eterosessuale, perché "uh signora mia, il meticciato! L'uomo non è Dio! Lobby gheiii! I bambini, chi penserà ai bambini!". Ma come al solito l'ipocrisia della destra oltranzista (non fascista, perché diventano rossi -ops- se gli fai un complimento) è presto smascherata: non è che certe cose (divorziare, avere relazioni con persone del tuo stesso sesso, avere figli ricorrendo alla scienza) non le puoi fare per motivi etici o chissà quali valori tradizionali: è che certe cose te le puoi permettere solo se sei ricco. È sempre così: sì ai privilegi, no ai diritti.
Ecco. Spiegatemi esattamente per quale motivo i populisti vanno in solluchero per Elon Musk quando dovrebbe essere il loro spauracchio.
@Michele Bruson con la collaborazione di @Antonio Orsucci su Facebook
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marcogiovenale · 9 months
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da usmaradio: audio della lettura di nicola passerini e marco giovenale @ i fumi della fornace, 25 ago. 2023
  https://slowforward.files.wordpress.com/2023/09/usma-radio-lettura-passerini-giovenale_-lettura-ai-fumi-della-fornace-25-ago-2023.mp3   Nicola Passerini 420 secondi a Valle Cascia da 0′ 00” a 7′ 52” Marco Giovenale testi da Vero metodo per la cernita dei poeti e Statue linee da 8′ 00” a 13′ 33” Introduzione al Libro di Isaia nella versione di Lucamatteo Rossi da 14′ 00” a 17′ 17” UsmaRadio,…
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lunamagicablu · 2 months
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Ecco quale fu l’esperienza del risveglio del Buddha: dopo sette anni di ascetismo portato agli estremi (digiunando, giacendo su letti di chiodi, dormendo su pietre appuntite e così via), avendo svolto tutte queste pratiche per spezzare l’egocentrismo, per acquisire il distacco e per annientare il proprio desiderio di vita, egli si rese conto della futilità di tutto ciò. Un giorno, Gautama interruppe la propria pratica e accettò una ciotola di latte da una bambina che stava governando le mucche. E, improvvisamente, provando un acuto senso di tranquillità, andò a sedersi sotto un albero e capì che tutto ciò che aveva fatto fino a quel momento seguiva un sentiero sbagliato. Non si può cavare sangue da una rapa. Nessuno sforzo sarà mai sufficiente a far diventare veramente altruista una persona che crede di essere un io individuale. Fintanto che si crede e si sente di essere racchiusi in un involucro di pelle – e che questo è tutto – non c’è assolutamente alcuna possibilità per comportarsi con altruismo. Certo, si può imitare l’altruismo. Si possono attuare molte forme raffinate di altruismo, ma si resta comunque legati alla ruota del divenire dalle catene dorate delle buone azioni, proprio come le persone indiscutibilmente cattive vi restano legate dalle catene di ferro delle loro cattive azioni. Questo si manifesta in molti modi: dalle persone gravate da orgoglio spirituale che credono di possedere l’unico vero insegnamento, a quelle che sostengono di essere le più tolleranti, inclusive e accoglienti, il che rappresenta solo un gioco chiamato essere più tolleranti, inclusivi e accoglienti di chiunque altro. Un essere egocentrico è sempre vittima della propria trappola. Il Buddha vide che tutte le sue pratiche yoga e le sue forme di ascetismo avevano rappresentato solo un modo per cercare di sottrarsi alla trappola per salvarsi la pelle, per trovare la pace interiore. Realizzò che quella è un’impresa impossibile, perché la motivazione che sta dietro a tutto invalida il progetto stesso. Il Buddha scoprì che non esisteva alcuna trappola a cui sottrarsi, eccetto se stesso: la trappola e l’intrappolato sono un’unica cosa. E quando lo si capisce, non sussiste più alcuna trappola. Quindi, in base a questa esperienza, formulò quello a cui diede il nome di dharma, il suo metodo. Alan Watts art by Lim Chung Hee
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gregor-samsung · 1 year
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L’invenzione della nostalgia
Nòstos àlgos, nostalgia. Nòstos in greco significa qualcosa come «ritornare a casa», «fare ritorno»; àlgos è «dolore». Sono entrambe parole greche ma, per quanto Odisseo sia stato il malato di nostalgia per eccellenza, il suo popolo non aveva nessuna parola adatta a definirla. I greci ebbero tempo e intelligenza per elaborare i sintomi del mal d’amore, quando Saffo ne soffrì sull’isola di Lesbo, ma non si dedicarono mai all’analisi dello struggimento del ritorno. A elencarne i sintomi per la prima volta, scrivendo la sua tesi nel tentativo di laurearsi in medicina, fu uno studente alsaziano dell’università di Basilea. Era già il 1688, si chiamava Johannes Hofer, e voleva analizzare con metodo scientifico la malattia che colpiva i mercenari svizzeri del Re Sole: esiliati in Francia per combattere, si consumavano nel ricordo dei cantoni elvetici fino a morirne. Per definire questo malessere, Hofer ideò il neologismo, e la sua Dissertazione medica sulla nostalgia garantì al giovane alsaziano il titolo di dottore e un posto nella storia della medicina. Il mondo attendeva quella parola da un bel po’ di tempo, e quando finalmente venne coniata diede un nome a sentimenti antichissimi, filtrando in ogni ambito della cultura umana. Può sembrare strano che per «inventare» la nostalgia sia servita l’analisi medica di un popolo nordico come quello svizzero. Eppure per molti anni la sofferenza che uccideva i mercenari fuori dai campi di battaglia rimase una loro malattia professionale. Colpiva gli elvetici in particolare, che sono stati a lungo i mercenari europei per eccellenza, e venivano descritti come disciplinati e feroci, fedelissimi finché veniva pagato il soldo, molto meno quando lo stipendio ritardava. Questi soldati sono un doloroso esempio di uomini che vivevano senza avere niente: avevano imparato a combattere difendendo i cantoni dagli invasori ed erano emigrati come mercenari perché il loro era un paese povero, in cui l’unica possibilità di guadagnare qualcosa era rischiare la vita in giro per l’Europa, uccidendo uomini verso i quali non provavano alcun odio, al soldo di nazioni per le quali non nutrivano alcun sentimento di fedeltà. In Svizzera erano poveri, padroni soltanto di una terra difficile da coltivare, e in guerra avevano ancora meno: né caserme, perché erano della nazione che li aveva ingaggiati; né la terra su cui combattevano, perché il campo di battaglia era soltanto un vantaggio o uno svantaggio, nulla da difendere o conquistare per sé; né avevano un vero nemico, perché quello combattuto in guerra era solo un estraneo. Le uniformi, le armi, gli stendardi? Le pagava il cliente. Niente di ciò che viveva, combatteva o difendeva era del mercenario; l’unica cosa che gli apparteneva era il ricordo della patria: come sorprendersi che ne siano morti a centinaia di nostalgia?
Salvatore La Porta, Less is more. Sull’arte di non avere niente, Il Saggiatore (collana La Cultura, n° 1134), 2018¹. [Libro elettronico]
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rideretremando · 11 months
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In 1984 di Orwell "O’Brien lo definisce il metodo del “solipsismo collettivo”: se tutti dicono che una cosa non esiste, e sono convinti che quella cosa non esiste, nulla può far sì che collettivamente, che socialmente, quella cosa esista. Nella distopia orwelliana, è il partito che attraverso la manipolazione delle coscienze e il terrore impone ai suoi membri il solipsismo collettivo: è vero solo quello che esiste nelle coscienze, nella testa delle persone. Nulla conta di ciò che esiste in una pretesa realtà al di fuori di esse. Nelle democrazie attuali non sono escluse simili forme di solipsismo collettivo, ma esse hanno un valore rassicurante, fungono da allucinazione orchestrata, ma attraverso una concertazione a cui ognuno liberamente partecipa. I ministri dicono certe cose, i portavoce dei ministri le ripetono, e così pure i giornalisti della stampa e della televisione, e poi gli opinionisti, e infine la gente intervistata per strada: continuando a ripetere una cosa o negando la sua esistenza nel discorso, si fa in modo che essa appaia o scompaia secondo il flusso concertante."
Andrea Inglese
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curiositasmundi · 1 month
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[...]
Vanunu nel 1986 decise di rivelare al mondo che sì, è vero che Israele possiede l’arma nucleare, che sotto la centrale sperduta del deserto del Negev dove lui si recava ogni giorno a lavorare si trovava una fabbrica con plutonio sufficiente per produrre 200 armi atomiche. Erano stati i francesi negli anni 50 a confidare ad Israele i segreti militari dell’atomo ma la tacita convezione era di non dirlo pubblicamente. Anche se tutto il mondo lo ha sempre saputo.Dunque Vanunu, dopo un tormentato esame di auto-coscienza, prese accordi con il Sunday Times di Londra dove si recò per essere intervistato sulle sue preziose informazioni, proprio mentre le spie del Mossad seguivano i suoi movimenti. Perché non lo fermarono prima: ormai era fatta, fermare una rotativa non è come oggi buttare le copie di un giornale già stampato (come fa Molinari)… e poi un po’ di pubblicità non guasta mai poi. Lo lasciarono fare, dunque, e poi chiesero all’allora capo del governo di sua Maestà (era la Thatcher) se la disturbasse una operazione per rapire il loro tecnico. La signora di ferro rispose che non se ne parlava proprio, che non voleva grane in casa sua, si rivolgessero agli italiani che erano più laschi.
Fu così che i servizi di Tel Aviv architettarono un piano incredibile con il benestare delle autorità di Roma (allora a capo del governo era Bettino Craxi): fecero adescare l’ingenuo Mordecai da una bionda di nome Cindy che lo invitò a passare con lei un paio di giorni nella città eterna. Candidamente perso negli occhi dell’avvenente spia, Vanunu partì, trovando gli israeliani ai piedi dell’aereo sulla pista di Fiumicino. Messo in una macchina venne rapito e rispedito in Israele. Se fosse solo una spy-story sarebbe avvincente ma non è così. Iniziò il suo dramma: incarcerato in una prigione di massima sicurezza é stato rinchiuso in un lungo, totale isolamento, rilasciato dopo diciotto anni ma mai uomo libero perché sottoposto a crudeli regole: senza passaporto, con il divieto di avvicinarsi a meno di 500 metri da un porto o da un aeroporto, dalle ambasciate o dalle auto del corpo diplomatico o di incontrare un cittadino straniero senza autorizzazione.
Insomma, si aprirono per Mordecai le porte dell’inferno con una persecuzione vendicativa senza fine, metodo che oggi vediamo applicato su larga scala tra le strade di Gaza. Vanunu non è stato solo: come per Assange, fondatore di Weakileaks che ha rivelato come la santa alleanza occidentale fa le sue guerre di dominio, un largo movimento di solidarietà lo sostenne, chiedendo la sua liberazione e il disarmo dell’area mediterranea. Egli non agì per interesse personale né si offrì al mercato spionistico: la sua fu una scelta etica che poneva il mondo di fronte ai rischi della proliferazione nucleare.
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Anno 1821. Il poeta inglese Percy Bysshe Shelley risponde a un saggio dell’amico Thomas Love Peacock, nel quale si dichiara la morte dell’arte e della poesia in un’epoca di progresso sociale dominato dalla scienza e dalla tecnica, e scrive una “difesa della poesia” in cui ribadisce e rilancia con passione il valore eterno dell’arte poetica nell’elevazione spirituale dell’umanità e il ruolo dei poeti quali "istitutori delle leggi, fondatori della società civile, inventori delle arti di vita, veri maestri che conducono a una certa prossimità con il bello e il vero quella parziale conoscenza delle forze del mondo universale che è chiamata religione."
Anno 1902. Lord Chandos, giovane aristocratico elisabettiano, alter ego immaginario dell’austriaco Hugo von Hofmannsthal, scrive al suo vecchio mentore Francis Bacon, padre del metodo scientifico, per denunciare una crisi personale irreversibile che lo ha portato all’incapacità di prendere posizione sul mondo e, tanto più, di fissarla in un testo che aspirasse a una qualsiasi rivelazione universale, provando al contrario “un inspiegabile disagio solo a pronunciare le parole ‘spirito’, ‘anima’ o ‘corpo’.”
In ottant’anni il grande salto romantico è precipitato in un crollo rovinoso, alla fede nella poesia come rivelazione ed elevazione è seguita la presa d’atto dell’incomunicabilità e dell’afasia.
In due incontri centrati sui due testi si esploreranno le ragioni dell’uno e dell’altro, due fari per gettare una luce chiarificatrice sullo stato della poesia oggi.
"Il salto e il crollo."
Un seminario di Valerio Massaroni
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www.centroscritture.it
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