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#scritture di ricerca
marcogiovenale · 7 months
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photographing ghosts (traduzione disponibile) / luca zanini. 2023
ma-il fotovoltaico conviene il dolore nell’intercapedine l’emergenza fare cassa una stima di cubature le masserizie fertilizzanti dice] cumuli di olio di lino su tela preparata con grancassa e] proprietà intellettuale artifici finissimi conviene il solare fa [impressione Fotografia di Elena Zanini
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faprile · 9 months
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Esiste la ricerca
Esiste la ricerca Milano, secondo appuntamento: Editoria (e) critica 1 / 2 / 3 settembre 2023 @ MTM – Manifatture Teatrali Milanesifoyer del Teatro Litta, Milano, corso Magenta 24-venerdì 1 settembre h. 16-19sabato 2 settembre h. 10-19domenica 3 settembre h. 10-13 Dopo gli incontri che si sono svolti nel giugno 2022 a Roma e nel marzo 2023 a Milano, Esiste la ricerca ritorna a settembre 2023,…
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gammm-org · 11 months
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omarfor-orchestra · 8 months
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Film italiani in uscita a settembre
Io Capitano (Matteo Garrone): 07/09
Una fiaba omerica che racconta il viaggio avventuroso di due giovani, Seydou e Moussa, che lasciano Dakar per raggiungere l’Europa. Un’Odissea contemporanea attraverso le insidie del deserto, i pericoli del mare e le ambiguità dell’essere umano
Il più bel secolo della mia vita (Alessandro Bardani): 07/09
Un'assurda legge impedisce a Giovanni, figlio non riconosciuto alla nascita, di sapere l'identità dei suoi genitori biologici prima del compimento del suo centesimo anno di età. Per riuscire ad attirare l'opinione pubblica, la sua unica speranza è ottenere la complicità di Gustavo, unico centenario non riconosciuto alla nascita in vita. Il solo che avrebbe il diritto di avvalersi di questa normativa ma che sembra non aver alcun interesse a farlo. Il più bel secolo della mia vita racconta l'incontro tra un centenario proiettato nel futuro e un giovane ancorato al passato e della loro inaspettata amicizia
Uomini da marciapiede (Francesco Albanese): 07/09
Siamo in giugno e i tifosi più appassionati si preparano ai trenta giorni di partite degli Europei di calcio 2021, un manipolo di squattrinati per sbarcare il lunario si mette a fare il mestiere più antico del mondo per mogli e fidanzate annoiate alla ricerca di qualche avventura facile. Ma un piano che sembra facile si trasforma ben presto in una vicenda paradossale e piena di imprevisti divertenti, infatti i nostri "uomini da marciapiede" avranno alle calcagna la polizia e la mala di tutta la città.
L'expérience Zola (Gianluca Matarrese): 13/09
Anne è una regista teatrale. Si è separata dal marito e sta cambiando casa. È spenta, senza desideri. Conosce Ben, vicino di casa servizievole e attore senza scritture. Lui la guarda con occhi appassionati, lei non vuole mai più legarsi a un uomo. Ma quando decide di mettere in scena "L'assommoir" di Zola, è a lui che propone il ruolo di Coupeau, riservandosi quello di Gervaise. Man mano che la storia si sviluppa, il confine tra la vita reale e la rappresentazione teatrale si riduce sempre di più. Tra letture e prove, tra ricerca e studio, la realtà sfuma nella finzione e i due sembrano ripercorrere esattamente tutti i passaggi della storia di Coupeau e Gervaise, fino alla rovina.
Patagonia (Simone Bozzelli): 14/09
Nonostante abbia una ventina d'anni, Yuri viene trattato come un bambino dalle zie con cui vive in un paesino sulla costa adriatica dell'Abruzzo. Sarà l'incontro con Agostino, l'animatore che viene a lavorare a una festa per il cugino piccolo, a far scattare qualcosa in lui. Attrazione, desiderio di libertà, un interesse per lo stile di vita di un ragazzo che vive in camper e sembra non dover sottostare a nessun legame. Scappato di casa, Yuri si stabilirà in una comunità di gente simile ad Agostino, che vive alla giornata tra un rave e l'altro.
L'invenzione della neve (Vittorio Moroni): 14/09
Carmen ha un passato non facile. Da bambina è stata tolta alla madre, insieme alla sorella Sonia, e inserita in una casa famiglia. Ora è a sua volta madre di una bambina, Giada, che ha avuto con il suo compagno Massimo. La bambina è stata affidata dal giudice al padre e Carmen la può vedere solo al sabato ogni 15 giorni. Ma lei non intende accettare questa decisione perché, nonostante gli errori commessi in passato, si sente e vuole essere madre a pieno titolo.
Una sterminata domenica (Alain Parroni): 14/09
Estate. Roma e zone limitrofe. È in quest'area che si muovono tre adolescenti. Kevin, sedicenne, Alex che di anni ne ha appena compiuti diciannove, e Brenda che è incinta. Il loro è un girovagare tra città, campagna e periferia, costantemente insieme e apparentemente uniti fino a quando un'allusione modifica gli equilibri. Il loro processo di crescita privo di bussola passa a una nuova fase.
Mamma qui comando io (Federico Moccia): 14/09
Filippo e Michela sono marito e moglie prossimi alla separazione e genitori di Francesco, che ha nove anni, un carattere vivace ed è molto furbo. Mentre si trovano in tribunale, i due iniziano a litigare riguardo a chi debba spettare la casa i famiglia e su chi sia il genitore più adatto ad avere la custodia del bambino. È così che il giudice inaspettatamente decide di assegnare la casa a Francesco, mentre la madre e il padre dovranno alternarsi ogni inizio settimana nell'abitazione.
Goffredo e l'Italia chiamò (Angelo Antonucci): 15/09
La vita, gli amori, gli ideali di libertà del giovane poeta e patriota Goffredo Mameli, autore dell'inno degli Italiani, morto a soli 21 anni, il 6 luglio del 1849, combattendo per l'indipendenza dell'Italia.
Felicità (Micaela Ramazzotti): 21/09
Roma. Desirè lavora come truccatrice nei set cinematografici e da quando era adolescente ha sempre messo i soldi da parte. È ingenua e disponibile e molti se ne approfittano come il padre che la sottopone a continui ricatti morali o il compagno Bruno, un professore universitario narcisista che la fa sentire spesso inadeguata. Quando il fratello Claudio, per il quale ha firmato dei documenti su pressione dei genitori per poter pagare una Mercedes nera con cui il ragazzo avrebbe dovuto iniziare un lavoro come autista, entra in depressione, Desirè capisce che è l'unica che lo può aiutare e, per riuscirci, deve allontanarlo dalla sua famiglia che ha sempre trascurato i suoi problemi psichiatrici. E per farlo può contare solo su sé stessa
Infiniti (Cristian de Matteis): 21/09
Roberta e Davide stanno felicemente insieme da quattro anni da quando si sono incontrati e innamorati al Museo di Casa Leopardi a Recanati: oggi Davide sta cercando di affermarsi come pittore, mentre Roberta, nonostante la sua passione letteraria, è diventata un agente immobiliare e lavora nell'agenzia di Davide, sposato alla ricca e annoiata Greta ma segretamente innamorato di lei. Quando Roberta scopre che Davide all'inizio della loro relazione l'ha tradita, il rapporto tra i due entra in crisi profonda e la ragazza comincia ad interessarsi a Lorenzo, il commesso del supermercato che ha un tatuaggio "leopardiano" sul polso. Ma anche nelle relazioni non tutto è come sembra e come nel nastro di Moebius due persone possono camminare nello stesso spazio ma ritrovarsi alla fine in punti diametralmente opposti.
Non credo in niente (Alessandro Marzullo): 28/09
Una pianista e un violinista che lavorano in nero per un ristoratore dispotico. Un aspirante attore che alterna i rari provini alle frequenti a scopate senza futuro. Una hostess che disegna, canta, balla da sola e non crede (più) all’amore eterno, considerandolo un sentimento che si possono permettere solo i ricchi. Sono i quattro protagonisti, tutti alle soglie dei trent’anni, di una storia crepuscolare che si svolge in una Roma sporca e ostile, soprattutto ai giovani, cui offre solo umiliazioni della loro dignità e l’invito costante ad accantonare i propri sogni e le proprie aspirazioni artistiche.
Nata per te (Fabio Mollo): 28/09
La storia di Luca e Alba: un uomo e una bambina che hanno disperatamente bisogno l'uno dell'altra, anche se il mondo intorno a loro non sembra ancora pronto a vederli insieme. Il tribunale di Napoli è alla ricerca di una famiglia per Alba, che ha la sindrome di down e, appena nata, è stata abbandonata in ospedale. Luca, single, omosessuale, cattolico, da sempre mosso da un forte desiderio di paternità, lotta per ottenere l'affidamento di Alba. Quante famiglie "tradizionali" devono dire di no prima che Luca possa essere preso in considerazione? Può una bambina rifiutata dal mondo diventare il premio di una vita?
Documentari
Tiziano Terzani: il viaggio della vita (Mario Zanot): 11/09
Enzo Jannacci - vengo anch'io (Giorgio Verdelli): 11/09
Le mie poesie non cambieranno il modo (Annalena Benini, Francesco Piccolo): 14/09
La storia di Patrizia Cavalli è il cammino di una donna totalmente libera, bisognosa di pubblico e di amicizia, bisognosa di giocare seriamente con la vita. Una ragazza che scappa dalla provincia e dalle sue regole ordinarie per diventare, avanti e indietro nel tempo, regina di se stessa. Con grande talento, innocenza e sense of humour. Il documentario restituisce allo spettatore la carnalità, la libertà e il calore delle poesie di Patrizia Cavalli, l'esperienza di un'autentica ispirazione poetica fondata sulla vita quotidiana, e il senso profondo di un'esistenza che rifiuta la banalità delle definizioni. Patrizia Cavalli è morta il 21 giugno 2022, durante la post-produzione di questo film, che custodisce la sua ultima testimonianza.
Zucchero Sugar Fornaciari (Valentina Zanella, Giangiacomo De Stefano): 25/09
The years we have been nowhere (Lucio Cascavilla, Mauro Piacentini): 27/09
Il filo conduttore del film, sono le storie di Sulemain, Fatima Kamakuye e Patrick che hanno lasciato la Sierra Leone in cerca di un futuro migliore, riuscendo a costruirsi delle nuove vite e delle famiglie in Europa e negli Stati Uniti. Ma, a causa di problematiche dal carattere burocratico ed alcune infrazioni amministrative, vengono condannati e strappati alle loro famiglie per essere rispediti nel paese d'origine, dove ormai hanno perso i contatti con amici e familiari di una volta
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libero-de-mente · 3 months
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LA SERA
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Ci sono delle sere che non sono sere come le altre.
In realtà credo che ogni serata sia diversa, anche se spesso nella routine della vita ci possano sembrare uguali, scontate come tante altre.
Se imparassimo a osservare e percepire le sfumature, le sere, ci racconterebbero tante storie diverse.
Narrazioni che nascono anche dagli stessi protagonisti che, quasi sempre, hanno parti importanti nella nostra vita.
Ieri sera, per esempio, seduto a cena ho ascoltato i progetti e le ambizioni dei miei figli.
L'Università, i percorsi e gli eventuali studi all'estero. Gli esami d'ammissione, il lavoro temporaneamente trovato per mettersi da parte dei soldi. La voglia di confrontarsi all'estero con scuole che porterebbero a dei Master.
I viaggi, il concerto a Roma la prossima estate, le vacanze e tutto questo con l'entusiasmo di chi ha vent'anni, ma anche gli sguardi interlocutori di chi ancora cerca l'approvazione del padre.
Sguardi che prima o poi non mi cercheranno più, occhi che guarderanno avanti con le decisioni da loro prese senza la ricerca di un consenso. Un "tu che dici papà?"
E io con le posate in mano che, tra una pausa e l'altra mi ostino a pensare alle volte che si stava sul divano a guardare i cartoni animati, con i loro ciucci in bocca e i peluche in mano.
Dannazione a me e a queste aderenze affettive a certi ricordi.
Chissà cosa accadrà. Se mai in futuro riceverò i loro auguri di Buon Natale da un'altra città, da un altro paese, da un'altra nuova famiglia.
Ieri sera. Ho chiuso il computer tardi, il lavoro su un contratto che devo consegnare il giorno dopo mi aveva impegnato molto. Ero stanco. Parole tecniche, cifre economiche, numeri di dimensioni, tempistiche, iter burocratici.
Prima di spegnere il computer la osservo. Una cartella. Ho quella cartella lì, posizionata su desktop, denominata "Scritture" che mi aspetta da un bel po'. Da assemblare e unire, cucendo i vari pezzi scritti in essa contenuti.
Dentro c'è scritto tanto da me, su di me e sulla lettura della vita con i miei occhi. Sarà per un'altra volta, l'ennesimo rinvio.
S'è fatto tardi, ho bisogno di dormire, tutti stanno già dormendo.
Spengo la luce uscendo dalla stanza dove lavoro, e nella penombra del disimpegno illuminato dai tanti led verdi del modem di casa, sento il richiamo di guardare verso la cucina.
Lo vedo, come se fosse reale. Come faceva sempre, ovvero l'aspettarmi per ultimo per darmi a modo suo la buona notte.
Stava seduto ben eretto sul tavolo, come se fosse un soprammobile. Il pelo rosso nella penombra prendeva le tinte dell'amaranto e dell'ocra scura. Gli occhi completamente dilatati avevano i riflessi verdi dei led verdi accesi.
Il suo non era un miagolio, ma una voce leggera e nello stesso tempo acuta, breve e penetrante, un "miao" che sembrava tantissimo un "mio". Ero "suo".
L'abbraccio, le fusa i miei baci sul suo musetto, il suo lappare sul mio naso.
Ti ho sentito Alvin ieri sera, sai?
Ho finito quel contratto, quello di cui "ti avevo parlato" quando mi confidavo con te, sulle mie certezze ma anche sulle mie paure.
Una volta per me esistevano anche i post serata, non li vivo più.
Assumo quello che mi serve per fermare i pensieri, per fermare le idee, i ricordi, i rimpianti e i rimorsi... per bloccare il cervello. Addormentandomi.
Le serate non sono tutte uguali, per quanto si scandiscano le stesse azioni, lo sfondo può essere diverso.
Può essere un cielo stellato di Van Gogh, una notte tenebra alla Caravaggio, le notti nebbiose di Honoré Daumier oppure quelle illuminate dalle insegne di Edward Hopper.
La sera, generalmente è quando percepisco di più la mancanza di qualcosa che non c'è più da tempo, di qualcosa che forse neanche io conosco veramente.
Sperando sempre che possa vivere una volta la serata perfetta, una sola sera, giusto per raccontarla, in quella cartella denominata "Scritture".
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vashthewitch · 2 months
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la vera verità è che stare su tumblr è il mio hobby e la mia passione. ho capito che è quello che vorrei fare nella mia vita, ho capito quanto imparo. guardandomi indietro, credo che la mia passione per la scrittura - per le scritture, che sono tante, non tutte fatte di parole, non tutte fatte di testi - si radichi proprio qui. ho appena capito che in realtà, non ditelo in giro, non fatelo sapere, sono un artista. vorrei esserli nel modo in cui ho appena pensato e che ho appena dimenticato. vorrei che mi pagassero per fare ricerca - ops lo fanno - ma nel modo che dico io. io so che cosa ho visto oggi: ho visto di tutto, ho connesso di tutto. se poteste entrare dentro i miei occhi, se poteste sedervi sulle palpebre come si di un balcone, con le gambe che penzolano giù sulla guancia, allora capireste. capireste che ho capito. quando raggiungo certe spirali, quando perdo le parole e faccio fatica a scrivere una frase. allora ho capito tutto. ho capito e come un serpente mi avvito su di me. ho delle idee geniali che bruciano ma la fiamma è azzurrissima e segretissima.
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rosewood71 · 2 months
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Oggi è il 15 Febbraio, ed in questo giorno, nel 1564, a Pisa nasceva il grande scienziato Galileo Galilei, che fu fisico, astronomo, filosofo, matematico ed accademico. Tra i personaggi più significativi della rivoluzione scientifica, fu sostenitore del “sistema eliocentrico” (che teorizzava il Sole al centro del sistema solare con i Pianeti che gli girano intorno) e della teoria copernicana del movimento dei pianeti. Introdusse il “metodo sperimentale” nell'indagine scientifica (attraverso la determinazione matematica delle leggi della natura) determinando una “descrizione razionale oggettiva” della realtà dei fenomeni. Sospettato di “eresia” ed accusato di sovvertire le sacre scritture e la “filosofia naturale aristotelica”, fu processato e condannato dal "Sacro Uffizio", costretto ad abiurare le sue concezioni astronomiche e confinato nella propria villa di Arcetri (Firenze), dove morì nel 1642. La chiesa poi, gradualmente, riconobbe il valore della ricerca di Galilei e nel 1992, Papa Giovanni Paolo II, durante la sessione plenaria della “Pontificia Accademia delle Scienze” istituì un'apposita commissione di studio che riabilitò Galilei riconoscendo gli errori fatti dalla Chiesa. Questa mia opera intitolata "Galileo Galilei, Uomo Oltre La Scienza", realizzata a sanguigna, seppia e carboncino acquerellati e tempera su faesite (cm. 70 x 100), è stata esposta nella mia mostra personale allestita presso il “Museo della Grafica” di Palazzo Lanfranchi, a Pisa, nel 2021. In quest'opera ho immaginato Galileo Galilei in uno studio immaginario, attorniato da vari oggetti, strumenti di studio del suo lavoro di scienziato, quali il cannocchiale, il compasso ed il mappamondo, ma al contempo in un ambiente anche ricco di riferimenti al suo grande interesse per l'arte, non solo come appassionato e studioso, ma anche come praticante, sia nel disegno che nella pittura, e quindi intento ad eseguire un suo lavoro su carta con un pennello. Per completare questo suo duplice interesse, per la Scienza e per l'Arte, alle sue spalle, sullo sfondo, in grande evidenza, ma con tonalità più leggere (quindi realizzata solo a sanguigna, senza il rinforzo chiaroscurale di seppia e carboncino, come invece utilizzati in primo piano, per evidenziare la profondità di campo ed i volumi), ho creato il riferimento ad una rappresentativa opera della pittrice Artemisia Gentileschi, grande protagonista del tempo di Galilei ed artista da lui ammirata e con la quale intraprese ricca corrispondenza epistolare.
Bruno Pollacci
Direttore dell'Accademia d'Arte di Pisa
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lamilanomagazine · 3 months
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Sahel: “Aiuto alla Chiesa che Soffre” in aiuto dei cristiani sfollati a causa del terrorismo
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Sahel: “Aiuto alla Chiesa che Soffre” in aiuto dei cristiani sfollati a causa del terrorismo. La regione africana del Sahel, che si estende su diversi Paesi tra cui Burkina Faso, Ciad, Niger e Mali, è attualmente uno dei principali punti critici del mondo. Gli estremisti islamici operano terrorizzando e affamando la popolazione, mentre le autorità civili sembrano aver perso il controllo di gran parte della regione. Dopo dieci anni di presenza militare, le forze occidentali si ritirano progressivamente a causa della loro incapacità di risolvere il problema, lasciandosi alle spalle centinaia di migliaia di sfollati interni in cerca di una nuova casa, fame e rovine. Pur fronteggiando la distruzione e la chiusura forzata di strutture ecclesiastiche, come ospedali e scuole, la Chiesa locale resta l'unica istituzione che aiuta queste persone improvvisamente diventate indigenti. Ecco perché nelle ultime settimane Aiuto alla Chiesa che Soffre ha intensificato i suoi aiuti in particolare al Burkina Faso. Gran parte di questa assistenza, consistente in forniture alimentari e medicinali di emergenza, va a beneficio dei cristiani fuggiti dal terrorismo. Un ulteriore obiettivo degli aiuti, attraverso la costruzione di aule e il sostenimento delle spese scolastiche, è quello di consentire ai figli delle famiglie sfollate di continuare il loro percorso formativo. Più di 340 cristiani di Débé, ad esempio, alla fine dell'anno scorso hanno ricevuto un ultimatum dai terroristi affinché lasciassero il loro villaggio. Oltre a tutti loro, a ricevere gli aiuti di emergenza sono anche le 60 famiglie che hanno accolto le vittime nonostante la loro povertà. Mons. Prosper Ky, della diocesi di Dédougou, descrive la situazione ad ACS: «È davvero angosciante vedere gli sfollati interni con tutti i loro beni vagare per le strade alla ricerca di un posto dove stare. Nella mia diocesi ce ne sono centinaia di migliaia. La maggior parte sono donne e bambini». Un altro degli sfollati dai jihadisti, che condivide la stessa sorte di 900 cristiani, è Padre Etienne Sawadogo, parroco di Rollo, nel nord del Burkina Faso, il quale sottolinea l'importanza degli aiuti d'emergenza sotto forma di cibo e medicinali: «Come possono le persone vivere una vita cristiana quando sono costantemente affamate? ». Nonostante la situazione precaria del Paese, che dal 2015 va peggiorando di anno in anno a causa delle violenze estremistiche, la Chiesa in Burkina Faso è viva e ha molte vocazioni. Per fare un esempio, nella diocesi di Koupela, che si trova in una regione dove gli scontri tra forze di sicurezza e terroristi sono all'ordine del giorno, il seminario sta attualmente formando 67 giovani candidati. Poiché molte famiglie non sono più in grado di contribuire economicamente alla formazione dei propri figli, ACS sostiene i seminaristi pagando le spese di studio e di viaggio, nonché le spese mediche. Aiuto alla Chiesa che Soffre cerca anche di rafforzare la fede e la speranza di coloro che sono sfollati. Padre Etienne Sawadogo spiega: «Vogliamo aiutare i cristiani di Rollo, i quali hanno perso tutto, a interpretare gli eventi e i segni dei tempi alla luce delle Scritture». Il lavoro pastorale è sostenuto da una serie di iniziative, tra cui la fornitura di Bibbie, per dare alle persone una comprensione più profonda della propria fede e promuovere una vita di preghiera. Nonostante la persecuzione, in Burkina Faso sono molti i musulmani convertiti al cristianesimo. La diocesi desidera aiutare soprattutto questi credenti a conoscere meglio la loro fede e a crescere in essa: «Non basta che i convertiti ricevano il battesimo e la santa comunione», afferma il ministro diocesano della Gioventù Romuald Fuambu Nsanyi, «è nostro compito aiutarli a crescere e a diventare buoni cristiani». Nella diocesi di Kaya, anch'essa situata nel nord del Paese, ACS sta finanziando la costruzione di un centro pastorale diocesano per garantire il benessere spirituale sia dei soldati che proteggono la popolazione, sia dei giovani e degli studenti. Nel 2023, ACS ha sostenuto 56 progetti in Burkina Faso con più di un milione di euro di fondi. Oltre a ciò, in Ciad, Mali e Niger, ACS ha fornito un aiuto totale per quasi un milione di euro in aiuti di emergenza, offerte per le Messe, formazione dei seminaristi, auto e moto per l'attività pastorale di sacerdoti e religiose.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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frateclaudio · 4 months
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Una stella li precedeva
All’Epifania celebriamo la manifestazione del Signore Gesù ai pagani, celebriamo il divenire luce di una faticosa ricerca condotta come a tentoni da coloro che sono i nostri padri e le nostre madri. Noi, infatti, cristiani provenienti dalle “genti”, siamo discendenti di popoli saliti a Gerusalemme partendo dalle nostre terre, condotti dalla sapienza di Dio verso le Scritture da lui donate al suo…
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marcogiovenale · 8 months
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4 pagine da "testi e immagini" / sebastiano gazzato. 2018
ready-made texts + ready-made pictures la c., vol. 16, 2018
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personal-reporter · 6 months
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Torino Film Festival 2023
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La 41esima edizione del Torino Film Festival si terrà nella città dei Savoia da venerdì 24 novembre a sabato 2 dicembre sotto l’egida del Museo Nazionale del Cinema, presieduto da Enzo Ghigo e diretto da Domenico De Gaetano, con la direzione artistica di Steve Della Casa. Nel solco della scorsa edizione, l’immagine guida è stata affidata all’artista di fama internazionale Ugo Nespolo che si è ispirato ad uno dei più celebri fotogrammi di Sentieri selvaggi di John Ford in cui John Wayne tiene tra le braccia Natalie Wood, celebrando l’omaggio che quest’anno il TFF dedicherà al popolare attore, simbolo del cinema americano classico. A conferma della vocazione al dialogo con le eccellenze culturali del territorio, l’inaugurazione della 41esima edizione si terrà quest’anno alla Reggia di Venaria, uno dei siti culturali più visitati d’Italia, con ospite d’eccezione il maestro Pupi Avati e madrina della cerimonia sarà Catrinel Marlon. Si moltiplicano le occasioni di incontro e dialogo dei protagonisti del cinema con il pubblico, che vanno da Oliver Stone, che riceverà dal Museo Nazionale del Cinema il Premio Stella della Mole, a Fabrizio Gifuni, da Christian Petzold a Caterina Caselli e Paolo Conte, da Kyle Eastwood a Drusilla Foer, da Mario Martone a Barbara Ronchi, da Baloji a Thomas Cailley, da Roberto Faenza a Laura Morante. Il festival presenta o una selezione estremamente ricca che riflette sullo stato della produzione cinematografica contemporanea, tra cinema di ricerca e scritture di genere, maestri internazionali e giovani promesse, nelle diverse sezioni del festival, da quelle competitive (Concorso Lungometraggi, Documentario internazionale e italiano, Spazio Italia, Crazies) a quelle fuori concorso (Nuovimondi, Ritratti e paesaggi, TFLab, Il gioco della finzione. Nuovi sguardi argentini). Uno dei tratti distintivi della selezione è il ritorno della commedia, popolare e d’autore,. L’Italia si ritaglia uno spazio, con la presenza di ospiti prestigiosi impegnati anche in masterclass, il concorso documentari italiani allargato a 10 titoli per festeggiare un'annata particolarmente ricca, quello dei cortometraggi e dunque del cinema del futuro e due sottosezioni fuori concorso La prima volta e Ritratti e paesaggi, dedicate ad alcune tra le più interessanti opere prime della stagione e ad una serie di documentari per il grande pubblico. La 41esima edizione del Torino Film Festival presenta la prima retrospettiva integrale dedicata a Sergio Citti, che a si inserisce nella tradizione delle grandi retrospettive, e si rinnovano anche quest’anno le collaborazioni con Film Commission Torino Piemonte, Torinofilmlab e Torino Film Industry. In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne (25 novembre) e della Giornata Mondiale contro l’AIDS (1 dicembre), il Torino Film Festival dedicherà due momenti di riflessione a questi temi attraverso gli interventi di Monica Guerritore, protagonista de I girasoli, esordio alla regia di Catrinel Marlon, e di Laura Morante, attrice ospite del Festival con il film Folle d’amore - Alda Merini di Roberto Faenza. Read the full article
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gammm-org · 7 months
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scenariopubblico · 6 months
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Détournements è il titolo della seconda edizione di un progetto speciale promosso da Scenario Pubblico e la facoltà di laurea magistrale in Teatro e arti performative dell’Università IUAV di Venezia.  Stefano Tomassini e Roberto Zappalà, dopo la residenza dello scorso anno dedicata alla Flȃnerie baudeleriana, hanno rinnovato l’impegno per un nuovo concept. La settimana di lavoro svolta dal 5 al 9 settembre 2023 è stata
un laboratorio sulle destinazioni, sulle teorie dell’andatura, sul potere degli stereotipi e le necessità del détournement. Del deviare, divagare e fuorviare (ma anche dell’appropriazione, del convertire e pervertire) Catania, e l’Etna che la sovrasta. Un esercizio di détournement collettivo per documentare ciò che sta tra l’usura e la perdita e immaginare nuovi racconti, usi, attraversamenti della città.
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È il 5 settembre e il pavimento bianco di Scenario Lab, dopo un anno, accoglie di nuovo diciannove corpi distesi: dieci tra studenti e studentesse dell’Università IUAV di Venezia e nove danzatrici della CZD2.  Scenario Lab, inaugurato l’anno scorso, è ora come allora come una scatola vuota da riempire o – meglio – è il tramite, il mezzo testimone di dialoghi, confronti, condivisioni.
L’idea del progetto è nata dalla voglia di vivere una settimana insieme tra studenti e danzatori per condividere un esercizio di osservazione sulla città - la viabilità, i modi d’esistenza, l’organizzazione – per chi arriva per la prima volta e per chi vive ogni giorno Catania. L’invito fatto ai partecipanti è stato quello di investire uno sguardo capace di
a t t r a v e r s a r e
le parti più opache, le ombre dei luoghi per viverli, ripensarli, far riemergere l’inedito e raccogliere testimonianze sul
vivente
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Cosa è stato fatto?
Il primo giorno della residenza è stato dedicato alla definizione delle coordinate teoriche e metodologiche del concept del progetto. Marco Baravalle ha storicizzato il situazionismo di Guy Debord ponendo l’attenzione sugli effetti che ha prodotto nell’arte contemporanea e nella società di quegli anni - cosa voleva dire elaborare un concetto diverso di arte lontano dalla mercificazione? è possibile destrutturare le rigide direzioni imposte dall’urbanistica? (tra le molte)
La lezione di Nicola Di Croce si è incentrata poi sul paradosso di creare un metodo capace di tradire e mettere in discussione il metodo stesso. Una riflessione volta alla pratica: come muoversi nella città?
lavoro sulla de-gerarchizzazione dello sguardo
lasciarsi guidare dalla multisensorialità
seguire odori, suoni, sensazioni
rifiutare l’adesione agli schemi
“Queste le strategie artistiche per approcciare in modo diverso la città, prenderla come materia viva per tirarne fuori ragionamenti che in un secondo momento possono diventare materiale di studio per una ipotetica azione performativa. La fase di ricerca deve essere più lunga e aperta possibile a raccogliere stimoli che vadano oltre il livello riflessivo o razionale, legati anche alle percezioni del corpo, alle sensazioni, alle intuizioni che riescano a tradurre cose difficili da raccontare a parole. Raccogliere materiale quindi per
tenerne traccia e poi
interrogare le proprie sensazioni”. NDC
Perché mi sento in agitazione entrando in una stradina? Perché ho voltato a destra? Perché ero lì?
I ragazzi e le ragazze sono stati divisi in gruppi eterogenei da tre, ciascuno dei quali è stato invitato a lanciarsi nelle derive urbane durante la mattina e il pomeriggio. Ognuno ha seguito una traccia diversa che veniva raccontata durante l’ultima ora conclusiva di ogni giornata. Sull’Etna c’è stato il compimento di questa deriva.
Qui la raccolta visiva fatta durante le spedizioni di alcuni materiali: foto, video, scritture, azioni. Le folgorazioni, le scoperte e le intuizioni servono a rompere la narrazione abituale sulla città, sul vulcano.
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Lontananza,                                  Una distanza maggiore Supera e dirotta il mio equilibrio Lontana da un corpo sempre presente Vicino a un respiro Pietra lavica che si ripete In forme diverse, plagiata, sfruttata Lava che scorre tra le mie vene Come un naufrago lontano da casa Ció che distrugge per me è solo amore Costruzione e distruzione di desideri Anima e paura che mi sovrastano Fratture Melania C.
La mia riflessione è stata sulla coesistenza degli opposti e di come decidiamo di occupare un luogo liberamente. Alessandra V.
I gruppi l’ultimo giorno, sono stati invitati a vedere in prospettiva il percorso fatto e hanno lavorano tutti insieme per una elaborazione collettiva performativa. La restituzione non voleva essere un esito impacchettato, ma più un’idea di quello che è stato evocata attraverso l’azione.
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Il détournements non è solo un atto politico di rovesciamento; è un’esperienza estetica dalla forte valenza politica. Ma l’obiettivo qui è uno scioglimento amoroso, l’amore è una possibilità della radicalità. S. Tomassini
all'anno prossimo con IUAV.
a presto con il prossimo attraversamento 💘
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emilianobertelli · 6 months
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madonnacelestiale · 7 months
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MADONNA CELESTIALE
Madonna Celestiale è un progetto artistico che nasce nella primavera 2013 da un’idea di Flavio Scutti elaborata in collaborazione con Paola Stasi.
Viene presentato per la prima volta in un articolo pubblicato sul blog PILL TAPES con foto dedicate alla Madonna nel mese di maggio, insieme ad una mixtape incentrata sulla musica spirituale (contaminata da sonorità che abbracciano diversi generi e culture, dal pop all’elettronica). Il tutto è scaturito dall’idea di diffondere un messaggio d’amore e di speranza, nell’intento di sensibilizzare il pubblico verso una maggiore cura e valorizzazione del patrimonio culturale artistico rappresentato dall’iconografia sacra.
Non vuole essere alcuna vetrina d’esaltazione cristiana, ma intende mostrare al pubblico (turista, curioso o appassionato che sia) l’arte di cui è piena la nostra storia e le nostre città, in chiave festosa e d’intrattenimento, con la passione per l’iconografia, l’amore per il sacro e la natura. Abbiamo scelto la Madonna perché rappresenta la figura della maternità che nella sua forma di icona partendo dalla Grande Madre si ritrova in quasi tutte le culture, dalla Dea Iside degli Egizi, alla Leucotea Ellenica, alla Mater Matuta Italica, ecc…
Le Scritture, la liturgia, le preghiere litaniche, le arti figurative e plastiche raccolgono un’enciclopedia di figure relative alla simbologia marianica in grado di oltrepassare il senso comune di religiosità per addentrarci in un orizzonte più stratificato di sedimentazione culturale, fatto di medesime radici – persino etimologiche (culto-cultura) – intrecciate alle peculiarità dell’umano “vivere nel mondo”. Possiamo facilmente tradurre questo insieme di radici intrecciate nel termine “simbolo”.
Il senso letterale di «simbolo» è di «messo insieme» e lo deriva dal greco «sumballein» (gettare insieme). Gli uomini, secondo Platone (Convito 189-93), si amano perché, all’origine, sono stati tagliati in due dalle divinità gelose e, da allora, ognuno va alla ricerca della propria metà smarrita; facilmente sentiamo in noi la necessità di comporre divisioni interne; i primi cristiani hanno sentito il bisogno di raccogliere in un Simbolo, detto degli Apostoli, la somma delle verità da professare e l’esigenza di unire la terra e il cielo.
Questa attività di ricomposizione appare indispensabile. Luca (2,19) si avvale del medesimo termine per significare che «Maria custodiva tutte queste parole collegandole insieme in cuor suo». Non solo indispensabile ma anche assolutamente decisivo appare il termine «Diavolo» (dal greco «diaballein») dice proprio il suo contrario: dividere. Il simbolo ricollega il diviso, il diavolo persegue la divisione dell’unito.
In questo caso il simbolo:
• suscita tensione invece di annullarla
• crea una spinta in avanti, proponendo aperture progettuali
• si protende verso un equilibrio che rimane costantemente al di la di esso
• si fa metapoietico, cioè trasformatore, unificando tutto il mondo in un atto di ri-creazione e di pienezza, nella ricerca di un’inarrestabile e mai raggiunta partecipazione al tutto.
È «fare anima», dice James Hillman, l’unica condizione indispensabile perché una parola richiami altre parole, un’immagine evochi altre immagini, un singolo oggetto si faccia manifestazione del tutto. Chi fa questa esperienza vive la mobile staticità della vita spirituale, il movimento nell’unicità.
Contemplare Maria significa vedere in Lei, sempre eguale a se stessa, le varianti di ogni epiteto che le si attribuisce. Solo chi spazia nell’infinito universo semiotico, può accostarsi alla conoscenza simbolica di Maria (e di qualsiasi altra entità). Maria può non solo contenere simboli, ma essere essa stessa un simbolo. Come tale, escludendole il suo ruolo sovrannaturale, si fa educatrice anche attraverso ciò che essa rappresenta: nel rapporto con la Madonna, l’uomo può integrare in sé il femminile e maturare la sua individuazione, mentre alla donna può accadere di identificarsi nella sua portata materna, generatrice, ma soprattutto nella sua matrice affatto passiva di accettazione dall’Alto di un feto (o compito, o punizione, a seconda delle circostanze) autogeneratosi di cui lei è soltanto la sacca momentanea verso il passaggio alla terra, ma di attrice attiva nella nascita del Bene.
Infatti, a seconda delle radici semitiche alle quali i filologi la fanno risalire - già nel XV-XIV sec. a.C. è documentata su una tavoletta di Ugarit la radice mrym - Maria potrebbe significare «ribelle», l’«amara», la «forte», «colei che si innalza» o che «è innalzata», oppure ancora «profetessa» o «Signora».
Dall’egiziano mrit deriverebbe il significato di «amata» (sembra il più celebrato); dall’ebraico Miryam o marah, quello di «mare amaro», «amarezza», «dolore»; dal siriaco mâr, «signora», «padrona»; dall’egiziano ed ebraico or, «essere luminoso», «stella del mare». Sant’Eusebio professa: “Maria è detta «Stella del mare» perché innumerevoli stelle ha il cielo, il mare una sola e questa è la più luminosa di tutte”.
Dello stesso avviso San Gerolamo, il quale deriva dall’ebraico mar yam («goccia di mare»), il latino Stilla maris, da cui poi il poetico Stella maris, «stella del mare» (stella polare).
Intorno al nome di Maria, è opportuno inoltre citare l’abate Giovanni Caramuele, un Vescovo poliglotta morto a Vigevano nel 1682, nato a Madrid 76 anni prima, autore fra l’altro di un Maria Liber (Praga 1652) in cui viene registrato il «Discorso sul dolcissimo Nome di Maria per anagrammi», in cui riporta le differenti e possibili manipolazioni del nome «Maria». Potrebbe sembrare fanatismo retorico, in realtà è manifestazione di entusiasmo interiore (energia inconscia) che si accontenta di un minimo segno per vedere in esso, tramite assonanze, dissonanze, vicinanze, comunanze l’occasione di liberare tutta la tensione interna centrata sulla cosa o persona amata. Come il fuoco, coinvolge tutto ciò che incontra. Del resto, nell’Antico Testamento, simili procedimenti sono ben documentati.
In conclusione, Madonna Celestiale non è una messa in scena della grandezza e bellezza di Maria, in un ordine puramente spirituale. È piuttosto una specie di operazione archeologica, documentata attraverso foto che ritraggono la Madonna da ogni parte d’Italia e del mondo, tendente a evocare il passaggio simbolico - incarnato in Maria – tra l’anima e la necessità di un suo referente terreno, immobilizzato in un angolo, sulla facciata di un palazzo, in una nicchia, in un’immagine iconica. Questo passaggio trascina con sé il legame umano con la bellezza e all’assoluto, seppure declinato talvolta in termini barocchi, altri austeri o riformatori, altri ancora allegorici, documentando una necessità atavica della specie che va scomparendo in terra, quella della traccia, per essere assimilata in una quinta dimensione, uno spazio dell’immaginario diventato realtà: l’universo digitale.
Laura Migliano
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