Tumgik
#Piatti della domenica
myiummy · 5 months
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Faraona nel coccio al Vermouth con cavoletti , patate americane e cranberry
Ricetta perfetta per le feste o per una cena tra amici (preparate prima e ficcate in forno mentre fate altro 😉 Continue reading Untitled
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gregor-samsung · 1 year
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“ Mia cara Francesca, le tue lettere arrivano, per lo più, alla sera. Verso le nove. Una mano entra nel buco, dicono "posta", poi le aprono e me le danno. Così le tue parole sono le ultime che ricevo: e me le porto in sogno. [...] Ho lavato i piatti (una ciotola di plastica, un piatto di plastica, delle posate idem) e le pulizie le farò nel pomeriggio, nell'interminabile viaggio che va dalle 15 al mattino dopo. Oggi è giorno di doccia (qui ci si lava un giorno sì e uno no) e aspetto il mio turno. Poi mi vestirò, e andrò all'aria. Girerò in tondo fino alle 11. In questa giostra assurda s'incontra ogni genere di uomini: falsari, spacciatori, zingari, bancarottieri; è un mondo tutto suo, credimi. E pieno di assurde favole, di storie incredibili; è impressionante il numero di giovani, di ragazzi, quasi. Da fuori, non si ha la sensazione di quello che accade qui, e di come enormi siano oggi i problemi della giustizia. Mi chiedi se desidero un libro. Sì. Di Dostoevskij "Memorie da una casa morta": attenzione, non "Memorie dal sottosuolo", che è un altro suo libro. Dico quello (alcuni lo traducono "M dalla casa dei morti") che parla della sua prigionia a Semipalatinsk, in Siberia. Lo lessi anni fa, e siccome è pieno di pensieri sulla pena, la prigione, e altro, vorrei rileggerlo. Davvero. Va bene? E io che posso restituirti? Senti, sbaglio o con Renata sei in freddo? Non so, mi è parso di capire che, in quel suo tirarsi indietro ti desse della pena. Guarda: succede, e alle volte è meglio che un amico dica francamente il suo pensiero piuttosto che vederlo accettare per forza. E il resto del lavoro? E la vita? E Milano? Io sono disgustato all'idea che esistano "giornalisti" del tipo attualmente in circolazione: criminali della penna, analfabeti della vita, irresponsabili, folli. Adesso è di moda chiamare questo "il carcere dei vip": perché non vengono, per sette giorni, a questo Portofino delle manette? Credimi: il nostro non è un Paese. Ho gioito al ritrovamento delle reliquie del tuo S. Francesco: non avevo dubbi, credi, che il finale fosse quello. E troveranno il resto. Vuoi scommettere? Mi chiedi dei sogni? Beh, sono molto teneri, dolcissimi. Mi pare di essere accanto a te, e di perdermi nei tuoi occhi. È delizioso. Anche se è la sbiadita, pallida immagine del vero. Ma ti sogno spesso. Ti ho detto: ora sono sereno, niente può più toccarmi. Mi metterò a studiare storia, che e la mia passione. Storia italiana. Poi, mi interessa enormemente la "comune coscienza del peccato", che è cosa ancora più debole, da noi, del "comune senso del pudore". Parlo con delinquenti veri, Cicciotta: e mi interessa la loro psicologia, la loro relatività, il loro codice, che è, in molti casi, anche se patologico, regolato da leggi ferree. Sì, ho vissuto molte vite: so e conosco cose che nessun viaggiatore vede e vedrà mai, avrò da riempire sere e sere d'inverno. Non andrò mai più allo zoo: l'idea di una gabbia mi darà, per sempre, un fremito di disgusto. Tu dici che sono forte: io non lo so, Cicciotta. Sento che mi sentirei indegno di vivere, se fossi diverso. Non si può concedere loro niente: sono dei bari, capisci? Questo Paese ha sempre piegato la schiena, baciando la mano di chi lo pugnalava. E non ci sarebbero tiranni, se non ci fossero schiavi. Il vero patrono d'Italia (e non capisco perché non lo facciano) dovrebbe essere Don Abbondio. San Francesco poteva nascere benissimo in qualunque altra parte del mondo. Solo Don Abbondio è irresistibilmente, disgustosamente italiano. A me spiace parlar male del mio Paese: ma deve cambiare. È l'"odi et amo" di Catullo (traduzione di Ceronetti): e se vuoi un ritratto, che condivido, dell'Italia, leggi, sempre di Ceronetti "Viaggio in Italia" (Einaudi). È una barca cariata, un guscio vuoto, pieno di vermi, che galleggia su un mare inquinato. E per le anime, è peggio. Ti abbraccio, Cicciotta. Tanto tanto Enzo [Bergamo, domenica 9 Ottobre '83] “
Enzo Tortora, Lettere a Francesca, Pacini Editore, 2016¹; pp. 82-84.
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avereunsogno-62 · 2 months
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"Casa è quella che parte dalle radici e arriva ai ricordi,arriva al cuore.
E' un cassetto pieno di vecchie foto.
E' il vaso in cui abbiamo piantato i nostri sogni.
E' la voce di mia madre.
E' una chiave ch gira nella toppa e sapere che sei tu che ritorni.
E' la moka che gorgoglia nel buio della cucina.
E' la certezza di appartenere.
E' un abbraccio che ti contiene.
E' il tuo riflesso sullo specchio, e riconoscersi.
E'una tavola apparecchiata con i piatti fioriti.
E' un bacio schioccato all' improvviso.
'E' il maglione che non voglio darti indietro.
E' il silenzio in cui puoi stare.
E' il suono che fa la felicità.
E' il biglietto che un giorno ho scritto per tee che tu porti sempre nel taschino fella giacca.
E' una finestra accesa nel buio.
E' leggere sotto il piumone.
E' raccontarsi nei pomeriggi lenti di domenica.
E' il quaderno che affidi i pensieri.
E'la somma dei nostri cuori.
E' una parola,quella di cui hai bisogno".
elinor marianne
Illustrazione di eskinin_ruhu
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intotheclash · 4 months
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Capitolo 2 (seconda parte)
Mia madre, al contrario, non si stava divertendo affatto. Non aggiunse nulla, ma capii che non vedeva l’ora di restare da sola con suo marito per l’inevitabile resa dei conti. Sfruttai la situazione e mi sbrigai ancora di più. Trangugiai la minestra a palate, con quattro rabbiosi morsi distrussi anche la fettina alla pizzaiola e sprofondai giù per le scale salutando mentre richiudevo la porta alle mie spalle. Scesi gli scalini due alla volta, andai in garage, montai in groppa al mio fido destriero, una femmina per la verità, un’Atala 24 giallo oro, con cambio a tre marce e raggiunsi i miei compagni.
“Alla buon’ora, Pietro! Stavamo per rassegnarci ad andare da soli!” Disse Sergetto non appena mi vide.
“Che casino hai combinato su in casa? Oltre alle urla, mi sembra di aver udito il rumore della tua zucca vuota che sbatteva contro qualcosa di duro!” Fece eco Tonino con tono di scherno.
“Andate a fare in culo tutti e due!” Li insultai. Però a voce bassissima, mica ero scemo del tutto!
“Pietruccio! Non devi dire le parolacce, altrimenti Gesù bambino piange!” Mi canzonò Tonino.
“Potresti ritrovarti all’inferno con tutte le scarpe, o potrebbe sentirti tuo padre, che è ancora peggio! Almeno all’inferno non ti mena nessuno!” Aggiunse Sergetto ridendo.
Mostrai loro il mio piccolo dito medio alzato e schizzai via a rotta di collo, pigiando forte sui pedali. Tagliammo a fette le strette vie del paese, rigorosamente contromano, tanto a quell’ora, di domenica e d’estate, il Deserto dei Tartari era sicuramente più affollato. Percorremmo a tutta birra sia le discese che le salite; ma non i tratti in piano, per il semplice motivo che non c’erano. Un cazzo di paese abbarbicato su uno sperone di tufo senza un metro di strada piana; c’era da farsi il culo sulle biciclette, mica scherzi!
Due minuti dopo eravamo sul luogo dell’appuntamento: Sotto Porta, appunto, che poi altro non era che l’unica porta di accesso e di fuga del nostro borgo. Il resto della banda era già li ad attenderci. Ma a ben guardare i conti non tornavano: tre persone e soltanto due biciclette. Decisamente non tornavano!
“Ciao raga'!” Li salutai.
“Ciao Pietro!” Risposero in coro.
“Be’? Che succede? Chi è rimasto senza cavallo?” Chiesi.
“Io!” Rispose timidamente Giovanni, detto Bomba, perché assomigliava sputato alle bombe degli aerei della seconda guerra mondiale: testa piccola, quasi sprovvisto di orecchie, spalle strette e leggermente cadenti, poi pian piano si allargava, fino all’enorme pancione, dove la circonferenza diventava davvero esagerata; scendendo andava di nuovo restringendosi e si arrivava a due piedi anch’essi enormi e piatti, quasi sempre aperti a centottanta gradi. La fotografia di una bomba appunto.
“Ma che sei deficiente? Dobbiamo fare quattro chilometri per arrivare al fiume e tu ti presenti senza la bici?” Lo rimproverò Tonino che era sempre pronto all’incazzatura.
“Non ho potuto prenderla! Mica l’ho detto a mia madre che andavamo al fiume, se no col cavolo che mi ci mandava! Dice sempre che è pericoloso e che ogni anno ci affoga qualcuno.” Si difese Bomba.
“Amore di mamma, allora era meglio se rimanevi a casa; tanto stai pure appiedato!” Lo canzonai.
“Tua madre deve essere una sparapalle come te, Bomba! Ecco da chi hai preso! Ma ti pare che se era vero non lo dicevano al telegiornale?” Obiettò Sergetto; anche se non troppo convinto. Lui era un pauroso per natura e quel discorso non è che gli andasse troppo a genio.
“Mia madre non è una sparapalle, stronzo!” Protestò Bomba: “E neanche io lo sono! E a quelli del telegiornale sai che gliene frega di qualche morto affogato nel Tevere. Con tutti quei casini che ci sono in giro!”
“Sparapalle! Sparapalle! Sparapalle!” Gli urlammo in coro.
“Te e tua madre!” Aggiunse ancora Sergetto.
“Adesso mi fate incazzare sul serio!” Urlò Bomba facendosi tutto rosso in viso.
Era il momento di darci un taglio, il fiume non poteva aspettarci in eterno, o forse si, eravamo noi a non avere abbastanza tempo. Poi avevamo un problema da risolvere in fretta: sei persone e cinque biciclette; fosse stato il contrario sarebbe stato tutto molto più facile.
“Basta! Smettetela! “ Dissi, “Diamoci una mossa, se no facciamo notte. Ma te, Bomba, come pensi di fare?”
Lui non dovette pensarci neanche un secondo.”Salgo dietro uno di voi!” Rispose tutto felice.
Lui sarà stato pure felice, ma noi col cazzo che lo eravamo. Pesava ottanta chili buoni e scorrazzarlo sulla bici somigliava a una punizione divina.
“Te lo scordi!” Fecero in coro tutti gli altri.
Io non dissi nulla, stavo valutando la situazione. Non mi andava di lasciarlo a casa. Certo non volevo neanche essere io a trasportarlo, ma era simpatico ed era un buon amico. No, non volevo proprio abbandonarlo, dovevo trovare in fretta una soluzione.
Alla fine l’illuminazione arrivò, non un granché, ma ci si poteva stare.
“lo portiamo un po’ per uno. A turno!” Dissi, felice per l’idea che avevo avuto.
“Tu hai svinato!” Disse Schizzo impaurito,”Lui pesa tre volte me, mi dici come cazzo posso farcela?”
Era vero, Schizzo era un fringuello spennato. Faceva si e no una trentina di chili, dai quali andavano sottratti un paio di chili per gli occhiali: due culi di bottiglia tenuti insieme da una montatura di ferro battuto e altri cinque chili di naso. Una proboscide spaventosa, imbarazzante persino per un elefante. Noi lo prendevamo spesso per il culo, per via di quell’attrezzo smisurato, ma lui niente, imperturbabile come una roccia.
“Occhéi,” Dissi,”Schizzo è fuori. Il passaggio glielo diamo noi quattro, come i quattro dell’Ave Maria!”
“Ave Maria tua sorella, Pietro! Questo bisonte te le fa dire le Ave Marie, se te lo devi tirare dietro!” Rispose Tonino preoccupato. Ma, in fondo, non più di tanto.
“Allora facciamo così, ma non voglio sentirvi più, perché o portiamo anche Bomba, oppure non vengo neanche io. Il viaggio di andata me lo faccio io, da solo, tutti e quattro i chilometri, tutti di un fiato. Al ritorno non mi rompete i ciglioni e fate a turno voi tre! Poco più di un chilometro a testa. Che sarà mai!” Era la mia ultima offerta, prendere o lasciare.
“Certo, che sarà mai! Tutt’al più ci viene l’ernia! E che sarà mai!” Rispose Andrea, detto il Tasso, l’ultimo della banda; quello che si lavava soltanto quando si andava al fiume.
Li guardai fisso in viso tutti e tre e tutti e tre annuirono. L’accordo era stato raggiunto. Si poteva partire.
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libriaco · 1 year
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Il riuso del cibo
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Stando appollaiato sulla finestra avevo visto più volte andare e venire lo sguattero, un ragazzettaccio che da quel che capii era stato preso da poco perché sentivo il cuoco che gli diceva continuamente: – Fa’ così, fa’ cosà, piglia qui, piglia là – e gli insegnava tutto quel che aveva a fare e dove stavano gli utensili e come dovevano essere adoperati... – Tutti i piatti sudici di ieri, – gli domandò ad un certo punto il cuoco – dove li hai messi? – Lassù su quell’asse come mi diceste voi. – Benone! Ora rigovernali nella solita caldaia dove hai rigovernato ieri e ier l’altro, ché l’acqua calda dev’essere al punto giusto... E poi risciacquali come le altre volte nell’acqua pulita. Lo sguattero portò tutti i piatti sudici nel cortiletto e a due a due li fece scivolare dentro il caldaione dell’acqua calda. Poi si mise a tirarli su, a uno per volta, sciaguattandoli e strisciandovi sopra l’indice della destra steso, per levarvi bene l’unto... Quand’ebbe tirato su l’ultimo piatto, lo sguattero esclamò immergendo la mano nella caldaia: – Che brodo! Si taglia col coltello!... – Benone! – disse il cuoco comparendo sull’uscio della cucina. – Gli è come deve essere per la minestra d’oggi. Lo sguattero sgranò tanto d’occhi, proprio come feci io lassù sul mio osservatorio. – Come! La minestra d’oggi? – Sicuro! – spiegò il cuoco, accostandosi al caldaione. – Questo è il brodo per la minestra di magro alla casalinga del venerdì che piace tanto a tutte queste carogne di ragazzi. Capirai! Qui ci son tutti i sapori... – Sfido io! Ci ho rigovernato i piatti di due giorni di seguito... – E prima che tu venissi tu c’erano stati rigovernati i piatti d’altri due giorni... Insomma, per tu’ regola, in questa caldaia si comincia a rigovernar la domenica e si dura fino al giovedì, sempre nella medesima acqua; e capirai bene che quando si arriva al venerdì l’acqua non è più acqua, ma è un brodo da leccarsi i baffi... – Vo’ direte bene, – disse lo sguattero sputando – ma io i baffi non me li voglio leccare un accidente... – Grullaccio! – ribatté il cuoco. – Ti par’egli che noi si mangi di questa roba? Il personale di cucina mangia la minestra speciale che si fa per il Direttore e per la Direttrice... – Ah! – fece lo sguattero, tirando un gran respiro di sollievo. – Ora, via: portiamo la caldaia sul fuoco, che c’è già il pane bell’e affettato e il soffritto è pronto. E tu impara il mestiere, e mosca! Il personale di cucina, questo te l’ho già spiegato, non deve mai far parola con nessuno al mondo di quel che si fa intorno ai fornelli. Hai capito? E, uno da una parte uno dall’altra, afferrarono la caldaia e l’alzarono di peso; ma allo sguattero nel chinarsi cadde nella caldaia il berrettaccio tutt’unto che aveva in testa, ed egli fermatosi dette in una grande risata e ritiratolo su strizzandovelo dentro esclamò: – Gua’! Ora gli è anche più saporito di prima!
Il grassetto nel testo è mio.
Per @ross-nekochan​ che ha sollevato il problema del riciclo alimentare...
Vamba (L. Bertelli), Il giornalino di Gian Burrasca [1911]. Scaricabile da LiberLiber.
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mynameis-gloria · 10 months
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Niente sto capendo che d'estate, per quanto mi dica e prometta di starci dietro, alla fine il tempo corre, inesorabilmente, le cose son sempre troppe, e non riesco a scrivere, documentare, aggiornare e raccontare. Perciò lo faccio a distanza di giorni, oramai mi son messa il cuore in pace e in un certo senso va bene cosi, che vuol dire che le cose le sto vivendo e per quanto tutto frenetico, con l'umore tra alti e bassi, pianti di felicità e di gioia, crisi e  giornate di spensieratezza, significa che sono impegnata, che il tempo per poi mettere tutto nero su bianco me lo devo ritagliare ma con calma, senza impazzire, perché questo è quello che ho e la notte bisogna pure dormire. E quindi rieccomi qua, sempre con tante e troppe cose, che accadono e che rendono le mie giornate intense. Alcune le scelgo, altre succedono e basta
Dopo un weekend duro a lavoro, tra una macchina in riparazione dopo il guasto di venerdì, l'essere letteralmente a piedi e dipendere dai miei, aver festeggiato una laurea in un posto super, corso contro il tempo per arrivare in orario ovunque, docce a lavoro, serate in cui la testa aveva bisogno solo di un abbraccio, piatti tipici da festa di paese la domenica sera, un lunedì di riposo passato in casa a riprendermi, siamo arrivati a ieri. Martedì
Questo Martedì 18 luglio che ricorderò per tanti motivi. Alcuni più belli di altri
Ho realizzato uno dei miei sogni, riuscendo ad andare al concerto di una persona che con la musica mi ha curato e fatto compagnia in un periodo passato della mia vita, che con ritmo e parole poetiche sa farmi star bene e ieri lo son stata davvero, era come rivivere quei giorni, ma cantando e ballando a squarciagola, chiudere gli occhi e muovermi, fregarmeme dei capelli gonfi, della pelle appicicaticcia, degli occhi delle persone,  conoscerne di nuove, ridere e cantare insieme, connettermi con la musica e basta e lo so, è strano come genere, eppure non so come, mi manda fuori di testa. Più riguardo i video, più risale l'euforia, la felicità e l'adrenalina e mi sento fortunata e grata per chi lo ha reso possibile.
Nel pomeriggio invece, le ore prima di questo grande ricordo, mentre il mio stomaco era già in agitazione per l'incertezza della sera, ho incontrato S. Rivederci era deciso, avremmo fatto in tempo, e ne ero contenta perché passate diverse settimane, perché ancora noi due nonostante tutto, e perché volevo sentir raccontare la sua estate. Ed invece quell'ora è passata tra parole che vorresti non sentire, per entrambi. Tra parole non dette ed occhi lucidi, silenzi che non puoi coprire, abbracci che parevano più un addio che un arrivederci e mentre camminavo sulla strada di casa ho pensato a così tante cose, con le lacrime agli occhi, così confusa, che far star male non fa per me, e inconsapevolmente è anche peggio, che non saper cosa è giusto o sbagliato, per quanto ti ripeti che sia giusto com'è andata, fa male ugualmente. E che un pò di paura c'è. Buttarsi nuovamente
Perché quando si tiene a qualcuno, succede.
Ho condiviso questi pensieri assordanti con P tramite audio, non volevo rovinarmi l'intera giornata, ed ho poi pensato a quello che sarebbe arrivato successivamente, ma non dopo aver scritto comunque due righe.
Ha funzionato ed il resto è tutto qui, nero su bianco.
Ammetto che un pò mi fa ridere che nei miei day off, riposi sicuramente a livello fisico ma la mente è sempre bella accesa, ricca di scariche ed impulsi!
Oggi invece, un mercoledì particolare, servito per elaborare, tra dipinti al mattino per imprimere ciò che provavo e mezza giornata di lavoro, un caldo bollente, la spesa fatta con mamma ed i piedi scalzi sul sedile, momenti di amore verso me stessa, pesche per merenda e la quiete di questa sera, passata a scrivere. Amo l'estate in ogni sua sfumatura, anche questa così sensibile.
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curiositasmundi · 5 months
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Tema: Il mio vicino che fa casino
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Il mio vicino che fa casino abita di fronte a me, nel condominio dall'altra parte della strada allo stesso piano, l'ultimo.
A guardarlo sembrerebbe affetto da una qualche sindrome cromosomica: sotto una zazzera di capelli e dietro a occhiali con la montatura grossa gli guizzano occhi piccoli chiari molto reattivi, a dispetto di una stolidità facciale che a volte si adombra, a volte s’incanta e talaltre si allarga in un ebete sorriso estatico.
Ha movenze scimmiesche e si sposta nello spazio in maniera bizzarra come per prender la rincorsa con la parte inferiore del corpo mentre quella superiore non sembra ancora preparata, o se qualcuno lo chiama o si è ricordato di botto di una cosa che doveva fare, parte tuffandosi con la parte superiore mentre quella inferiore sta ancora dirigendosi in un'altra direzione.
Lui non parla, urla, perché ha una voce nasale che deve compensare col volume, così da raggiungere il timbro di un elettroutensile da cantiere. Le telefonate le fa tutte col vivavoce a palla in modo tale che l'intera via sappia tutti i suoi cazzi e controcazzi. Lui non chiude le porte, le sbatte. Non tira giù le tapparelle, le schianta. Non lava i piatti, li fracassa nell'acquaio. Quando la domenica fa le pulizie si sentono boati sordi, agghiaccianti stridii di mobili trascinati e l’aspirapolvere fuori giri e vicino all'implosione, come se stesse aspirando dentro un sacchetto di plastica. Il mio vicino ha uno scooter che non si avvia, ed è capace di stare sotto casa dieci minuti col motorino di avviamento che singhiozza in agonia finché miracolosamente il motore parte con una latrato lancinante e una fumata che la Terra dei fuochi lévati. Lui grugnisce soddisfatto e parte a palla di fuoco attraverso il quartiere e lo si sente per un po' in lontananza, come poi lo si sente ritornare, dove si ferma davanti al suo box a basculante che lui ha motorizzato con un accrocchio che trasmette le vibrazioni a tutti i box di lamiera adiacenti al suo, cosicché quando lo apre pare che si apra il ponte di un traghetto. L'apertura impiega un minuto buono e la chiusura anche, minuti in cui lui assiste contemplando soddisfattissimo il movimento del basculante col dito piantato sull'interruttore apri/chiudi. Poi entra nel portoncino d'ingresso del condominio, lo sbatte per bene e sale le scale pestando i piedi per tre piani fino a richiudersi il portone blindato di casa con una detonazione da mina navale. Il mio vicino che fa casino quando m'incontra mi fa un sorrisone salutandomi con la mano come i bambini e con un caloroso Tao! Infatti ha una dizione tutta particolare, T e C si interscambiano volentieri come le B e P e forse altre lettere, cosicché se ne esce con esilaranti frasi tutte da interpretare e dai suoni fanciulleschi e al tempo stesso aramaici.
A dispetto delle sembianze e del suo portamento il mio vicino non solo ha un'attività in proprio che gli dà da vivere, ma ha anche una figlia avuta con una bella donna, penultima di una serie di belle donne che dopo pochi anni o anche solo mesi lo hanno lasciato. Che sia per una questione di decibel, modalità irruente, o magari anche doti amatorie che compensano le sue balzane caratteristiche -le quali nel tempo però mal si conciliano con la vita di coppia- non è dato sapere. Di sicuro è un tipo con molti amici che gli vogliono bene e talvolta lo riportano a casa anche nel cuore della notte e che lui saluta festosamente in mezzo alla strada con altisonanti Tao, ti veghiamo domagni, tao, tao, tao! Tirando giù dal letto i tre condomini adiacenti, tra cui il mio. Ma al mio vicino che fa casino non gli si può voler male, è semplicemente il contrario di chi attraversa la vita sottovoce e in punta di piedi, lui l’attraversa come un uomo-orchestra, solo che con tutti gli strumenti musicali indossati inciampa, ruzzola, sbatte, sfascia, facendo un casino pazzesco che allarma, fa soprassaltare e indigna tutta quella quieta e brava gente che si pasce nella pigra routine delle cose che non accadono, lui gli entra nel sonno svegliandoli almeno per un po’ sautantogli tangissimo con un fottissimo tao! Quando andrò via da questa casa, a differenza di altri, il mio vicino che fa casino un po’ mi mancherà.
Tao!
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weirdesplinder · 5 months
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Cosa c'è di più adatto, visto che si avvicina il cenone di capodanno, di una lista di romance con protagonisti chef, cuochi e pasticceri?
- Tentazioni deliziose, di Sherry Thomas
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Trama: Famosa a Parigi per i suoi piatti indimenticabili, Verity Durant è altrettanto impopolare a Londra per la sua scandalosa vita privata. Ma questa è l’ultima delle sorprese che attendono il suo nuovo datore di lavoro... Per Stuart Somerset – astro nascente della politica londinese –, l’affascinante Verity non è altro che una donna come tante, esattamente come il cibo è nient’altro che cibo, almeno finché non assaggia uno dei suoi piatti. C’è stata solo un’occasione in cui ha provato una sensazione così dirompente: la notte in ci ha incontrato una splendida sconosciuta che gli ha lasciato solo il ricordo di un’incredibile passione, per poi sfumare nel nulla. Da allora sono passati dieci anni, e quando Stuart incontra Verity, capisce che c’è solo una cosa che potrà finalmente saziare il suo appetito. Si tratterà solo di desiderio, di sete di vendetta, o anche del più delicato dei sentimenti? Il passato di Verity cela segreti che potrebbero separarli per sempre, proprio mentre loro cercano di assaporare il frutto delizioso dell’amore.
- Il segreto di un gentiluomo, di Laura Lee Guhrke​
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Trama: Coronando il sogno di una vita, Maria Martingale vuole aprire a Mayfair una pasticceria con elegante sala da tè annessa. Tutto sembra filare liscio, ma l'altezzoso Phillip Hawthorne, marchese di Kayne, che abita lì accanto, cerca di metterle i bastoni fra le ruote. Così come aveva fatto dodici anni prima, impedendo che il proprio fratello minore avesse una storia d'amore con lei, figlia di un cuoco. Ora Phillip teme che la giovane cerchi di mandare a monte il matrimonio del fratello con una ricca ereditiera americana. Però le cose non stanno affatto come sembrano, e Maria non è più disposta a subire le interferenze di quell'uomo. Al quale, peraltro, sente di non essere affatto indifferente.
- Cannella e polvere da sparo, di Eli Brown
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Trama: Owen Wedgwood è un bravissimo cuoco, che lavora per il ricchissimo e potentissimo Lord Ramsey. Un giorno, siamo nel 1819, fa irruzione nel palazzo una banda di pirati, comandati dalla rossa Hannah Mabbot, che uccide Ramsey e tutti i suoi ospiti e rapisce il cuoco Wedgwood. Hannah, che tutti ritengono pazza e che proprio per questo ha un enorme ascendente sui suoi uomini, poche ore dopo gli propone/impone il patto: ogni domenica preparerà per lei un pranzo delizioso, in cambio resterà vivo. Owen accetta e resta quindi a bordo della Flying Rose. Accanto a lui, lo sguattero Joshua, a cui insegna a leggere e a scrivere, il gigantesco Apples, comandante in seconda e due gemelli cinesi. Mentre lotta per ricavare qualcosa di speciale dai miseri ingredienti della dispensa e dal pesce casualmente pescato dai marinai, Wedgwood impara che Hannah non è solo una spietata piratessa, capace di far divorare vivo un traditore dai gabbiani, ma una vittima dell'ipocrisia: è infatti rimasta orfana da bambina, a dieci anni è finita in un bordello, è fuggita per fare la ladra, è stata catturata e "salvata" da Ramsey, che l'ha utilizzata come concubina e le ha fatto fare un figlio. Hannah è dunque un'anticolonialista ante litteram, impegnata nella lotta contro i mercanti di oppio e di schiavi...
INEDITI IN ITALIANO:
- A Taste of Honey, di Rose Lerner
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Trama:  Robert Moon ha rischiato tutto, compresa l'eredità conquistata a fatica da suo padre, per aprire la sua amata pasticceria Honey Moon nella strada più trafficata di Lively St. Lemeston. Ora rischia la bancarotta e la prigione per debitori. Quando arriva un grosso ordine di catering, accetta di chiudere la pasticceria per una settimana per soddisfarlo. C'è solo un problema: il suo apprendista è fuori città, quindi la sua bellissima commessa Betsy Piper deve aiutare Robert in cucina. Betsy ha trascorso l'ultimo anno cercando di convincere il suo determinato capo ad alzare lo sguardo dai suoi pasticcini e a notare che lei sarebbe una moglie perfetta. Ora i due sono soli in una cucina piena di dolci. Con solo una settimana per farlo innamorare di lei, sarebbe meglio che iniziasse questa seduzione...
- At the Sign of the Golden Pineapple, di Marion Chesney (alias M.C. Beaton)
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Trama: Gli amici più intimi della signorina Henrietta Bascombe rimangono sconvolti nel sentire che una signora bene educata come lei intende entrare nel commercio. Ma Henrietta è determinata a trasformare la sua miseria eredità in una fortuna aprendo un negozio di dolciumi a Londra per rivaleggiare con il famoso Gunther! E sembra riuscirci quando l'intero ton sembra accorrere al suo negozio diventato subito di moda. Ma poi a metterle i bastoni tra le ruote arriva l'orgoglioso conte di Carrisdowne che non vuole che suo fratello minore e il suo migliore amico passino i pomeriggi a osservare le commesse carine dietro il bancone di Bascombe.
- Miss Delectable, di Grace Burrowes
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Trama: La signorina Ann Pearson ha passato anni ad apprendere la difficile arte della cuoca professionista e a proteggere gelosamente la sua posizione nella cucina dell'elegante Coventry Club. Quando il colonnello Sir Orion Goddard le chiede di assumere un giovane apprendista, Ann preferisce rifiutare. Ma Orion è rispettoso, burbero e affascinante e si prende cura di una ragazza che gli altri hanno trascurato, e questa è una combinazione a cui Ann non può resistere.
- A Taste for Love, di Donna Bell
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Trama: Dopo essersi diplomata alla Fannie Farmer's School of Cookery nel 1910, Charlotte Gregory è pronta a dare una svolta alla sua vita. È entusiasta di avere l'opportunità di viaggiare, tenere conferenze e dare dimostrazioni di cucina sull'ultima rivoluzione culinaria: i fornelli a gas, e di certo non le importa che la compagnia del gas abbia assunto il bel Lewis Mathis per esibirsi alle sue lezioni. Lewis incoraggia il suo lavoro, in particolare la sua crociata per introdurre cibo fresco, appetitoso e nutriente per coloro che sono in convalescenza negli ospedali. Ma il giovane sovrintendente dell'ospedale, il dottor Joel Brooks, non è convinto che si debbano apportare dei cambiamenti. Quando Charlotte e Joel saranno costretti a organizzare un gala per la raccolta fondi per l'ospedale, questa coppia infiammabile esploderà?
 L'irreprensibile Biddy Leigh, sottocuoca nella severa Mawton Hall, non vede l'ora di sistemarsi con il suo innamorato e di aprire la sua taverna. Ma quando il suo anziano padrone sposa la giovane ed enigmatica Lady Carinna, Biddy viene involontariamente trascinata in un mondo di intrighi, segreti e bugie. Costretta ad accompagnare la sua nuova padrona in Italia, Biddy porta con sé un vecchio libro di ricette di casa, The Cook's Jewel, in cui registra le sue osservazioni. Quando si ritrova coinvolta in una cospirazione omicida, Biddy si rende conto che i segreti che custodisce potrebbero essere la chiave per la sua sopravvivenza... o per la sua rovina.
#lauraleeguhrke #romance #listadilibri
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ross-nekochan · 1 year
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Oggi anche se era Natale, era pure domenica per cui sono uscita a fare la mia solita passeggiata, in cui do sfogo massimo a pensieri di ogni tipo. Erano le 15 passate, pochissime auto in giro e si sentivano ancora i piatti che si muovevano dalle cucine.
Ho letto di molti anche qui che sono tornati dalle proprie famiglie facendo viaggi della speranza per festeggiare Natale assieme. E lo capisco, perché l'ho fatto anche io per vari anni e forse dovrò farlo ancora in futuro. Addirittura un Natale l'ho passato in un paese dove non esiste per niente, se non come festa commerciale come se fosse una sorta di Carnevale/Halloween diverso, e la sensazione che si prova in questi casi è davvero deprimente.
Tuttavia quest'anno, come spesso mi è capitato, non sono riuscita a fare a meno di pensare agli aspetti negativi della faccenda. Sentiamo forte l'esigenza di unirci in famiglia, ma che cosa rappresenta veramente? L'ho già detto, ma io trovo falso questo concetto. Anzi, i familiari sono sempre più spesso le persone da cui devi aspettarti le più grosse inculate della tua vita. Ma quale famiglia? Ma quale serenità e convivialità?
Lo sappiamo benissimo che è tutta una farsa e lo dimostrano i continui post su Instagram sulle domande di merda dei parenti a cui tutti vorremmo rispondere:"ma perché non ti fai i cazzi tuoi?", eppure non ce la facciamo proprio ad estrometterci, a mandare veramente a fanculo questi consanguinei falsi e opportunisti, preferendo soffrire momenti di merda pur di farne parte o perché ci sentiamo costretti dalle circostanze.
Ma se la nazione è un costrutto sociale, come può la famiglia, che è una nazione in piccolissimo, non essere la stessa cosa? Cosa cambia nella relazione tra familiari e non familiari? Il sangue? E cosa cambia il sangue se ci sono madri e padri che ripudiano i propri figli e se persino nella Bibbia abbiamo Caino e Abele? La famiglia è solo l'ennesima farsa a cui spesso non vogliamo rinunciare perché abbiamo bisogno di sentirci parte di un gruppo e sentirci in qualche modo amati, desiderati. In sostanza, lo facciamo per noi stessi, prendendoci per il culo da soli.
Ed è inutile che nonni, genitori e zii sventolino la carta del "ai miei tempi non era così, ci si voleva bene e la famiglia era un valore". Cazzate. Il valore della famiglia non è mai esistito e se prima c'era questa parvenza è perché il vero valore perseguito era quello della rispettabilità sociale. Era una vergogna, piuttosto, non prendere parte a queste farse e non aver niente da raccontare alla domanda "dove sei andato a Natale?". Se c'erano screzi, in base alla tua posizione della scacchiera, eri condannato a ingoiare il boccone o ad avere la ragione dalla tua parte. Sei un uomo che ha messo le corna a tua moglie? Ebbene, lei ti perdona per "il bene della famiglia". Sei il figlio più piccolo e i tuoi genitori ti hanno lasciato un cazzo dell'eredità? Ebbene, se arrivato dopo, i primi hanno sempre la meglio quindi zitto. Ovviamente c'era chi zitto non si stava e quei pochi coraggiosi anche in passato hanno diviso famiglie. Ma ovviamente a guardare indietro si fa presto a coprire i ricordi della solita patina d'oro.
Eppure non riusciamo a non fare parte della recita. Non riusciamo a rimanere soli, perché la solitudine è spesso un fardello pesante in situazioni del genere, dove la compagnia sembra dover essere di default. L'ho vissuto, lo so. Però allo stesso tempo non posso non essere rivoltata da questo disgustoso spettacolo che si ripete puntualmente ogni anno, sempre peggio del precendente.
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myiummy · 1 year
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Raviolini di pollo e piselli freschi gratinati al limone
Tutte le volte che dico “evviva è arrivata la primavera!” tempo zero e la temperatura si abbassa di 10 gradi in tre ore… E sta succedendo anche piuttosto spesso, ultimamente. Quindi, in una domenica piovosa e fredda, si fa la pasta in casa 😉 (more…) “”
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gregor-samsung · 1 year
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“ Il corpo è sporco, l’intelligenza un peccato. Le preghiere, ancora ancora, il peggio erano le vite dei santi, e delle sante in particolare: Agnese, l’agnello bianco, torturata, data in pasto ai leoni, fustigata, Blandina, stessa sorte, Maria Goretti, una coltellata al cuore, e Giovanna d’Arco, i lacrimoni versati per lei in classe. Bernadette, quasi analfabeta bambine mie, ma è lei la prescelta dal buon Dio, un’umile pastorella, modesta, povera, non avrete mica creduto che nostro Signore sia andato a cercare dei sapientoni?, avrebbe potuto, certo, ma no, no, pensate ai tre bimbi di Fatima, o ai ragazzi della Salette eccetera. Ascolto affascinata. La semplicità, l’innocenza, la mortificazione della carne, fino al massimo grado, il corpo martirizzato, deturpato dalla scrofola come quello di santa Germana. Ognuna di loro ha sacrificato la propria vita, e non c’è niente di più gradito a Dio, bambine­ mie. Mentre lasciarsi sciogliere in bocca due deliziosi orsetti di cioccolato, la salita alla fune, parlottare mentre si è in fila sono tutte cose vagamente peccaminose. Il filo rosso è sempre fare dei sacrifici, per esempio impedirsi di parlare quando se ne ha voglia, rinunciare al dolce, lavare i piatti al posto della mamma, ogni volta che c’è qualcosa che non avete voglia di fare, fatelo. Compilate un quadernetto dei sacrifici, annotate tutto. Alcune di noi lo riempivano con lunghi elenchi numerati, fittissimi. Emulazione nella negazione di sé. Può anche darsi che la stessa solfa venga propinata nelle scuole religiose per ragazzi, che siano sottoposti allo stesso regime di purezza e terrore, ma non potranno mai essere vessati quanto noi: hanno il permesso di azzuffarsi, vengono incoraggiati a primeggiare, e i cari preti non hanno così in odio le loro palle, duos habet et bene pendentes. Molto presto, convinta che le donne siano più devote degli uomini: si affollano in chiesa la domenica, mentre mio padre aspetta fino alle Palme per andare a confessarsi prima della comunione di Pasqua, con la morte nel cuore e soltanto per non far scoppiare il finimondo in casa. Convinta, del resto, che sia giusto così, che le donne debbano esserlo, più devote. A nessuno importa se un uomo è religioso o meno, mentre noi ragazze siamo su questa terra per salvare il mondo con le nostre preghiere e la nostra condotta esemplare. Per fortuna mi sento sopraffatta, ben lontana dall’essere all’altezza nonostante gli sforzi, i sacrifici, che non mi colmano della felicità promessa. Combatto per tenere nascosta la mia infamia: la gioia che provo nel collezionare voti alti, nel vedere cose che non dovrei vedere, nel sottrarre caramelle in drogheria. La mia naturale cattiveria. “
Annie Ernaux, La donna gelata, traduzione di Lorenzo Flabbi, Roma, L'Orma editore (collana Kreuzville Aleph), 2021¹; pp. 57-58.
[1ª Edizione originale: La Femme gelée, Paris, Éditions Gallimard, 1981]
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gcorvetti · 10 months
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Domenica.
Ieri l'head chef mi dice "Ma domani vieni, vero?", "Eh no, ho da fare", "Cosa devi fare?", "Devo andare alla fattoria che ci sono dei lavori da fare", "Ahhhh, ma domani c'è l'ultima giornata del festival del cinema e del festival del vino", "Ma due settimane fa sono venuto che c'era il rally e domani devo andare per forza", muta. Merike, l'ex lavapiatti di un posto dove lavoravo che ora fa le pizze, per modo di dire, in questo posto dove lavoro per ora, a voce alta dice "Beh, le persone hanno una vita, una famiglia e altro da fare", poi quando va via mi dice "Tubli pois" che sarebbe bravo ragazzo, ora non so se l'ha detto perché ho avuto il coraggio di dire di no oppure perché nonostante i continui attacchi di quella troglodita della sua collega ho saputo mantenere la calma anche in alto mare, cioè quando c'era un sacco di lavoro, senza farmi prendere dal panico come l'head chef, che poi dico io sono vent'anni che lavori là dentro e vai in merda con 3 comande? Non sanno minimamente cosa vuol dire lavorare in cucina, assemblano ingredienti ad cazzum e a modo loro fanno dei piatti "belli", si dice così la chef capa, "mettilo bene che deve essere bello", la decorazione, anche perché il piatto fa schifo di per se :D hahhhaha. Venerdì ho anche declinato il passaggio a fare le pizze, non perché non sia capace con quel sistema anche un bambino saprebbe farle, neanche per il motivo che le ho detto, cioè che non è proprio il mio ramo e poi ci sono troppe pizze da ricordare (22 per l'esattezza), la verità è che non mi accollo di lavorare al fianco di una che non ha neanche la forma di una donna, non è per fare body shaming, ma proprio sta qua ha la faccia da maiale e il corpo di un gorilla di montagna ed è ignorante come la merda, anche perché una che ti dice "Se non fai come dico io ti do un pugno prima in un occhio poi nell'altro e poi nelle palle" (le avrei dato volentieri una testata in quel momento) non è proprio il tipo di persona con cui lavorare, anzi è proprio da evitare, infatti la sto ignorando, il suo razzismo nei confronti di chi non è estone se lo può infilare nel culo, mi punzecchia continuamente come se lei sapesse cosa è una pizza. Va bè scampato pericolo, anche Dr Spock mi ha detto che se è così allora meglio perderli sti soldi che perdere la sanità mentale dietro l'ignoranza totale di sta gente.
Cambiando discorso oggi c'è un'umidità da paura, ho suonato un pò e mi si appiccicavano le dita al manico, ho messo il borotalco ma dopo due minuti scompariva, sudavo e mi è venuto male, anche se ho fatto il mio. Ieri infatti si avvertiva già che con quella pioggerellina si sarebbe creata una cappa umida e pesante, eccola. Adesso mi sa che mi lancio in sauna e poi mi mangio la pizza, ordinata che non c'ho voglia di farle, oggi riposo e relax. Quindi sauna.
Vi metto anche qualcosa da ascoltare, sempre se riusciate ad arrivare alla fine :D
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tarditardi · 2 years
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Ferragosto @ Papeete Beach - Milano Marittima (RA)… Sunset Ritual e/o Beach Party? 
Già il 10 e poi dal 12 al 15 agosto, al Papeete Beach, simbolo di sole, mare e divertimento a Milano Marittima (RA), i beach party scatenati si susseguono. Mercoledì 10 agosto l'appuntamento è con Nomad Beach Party, che riempie di ritmo ed energia la spiaggia fino alle 10 di sera. La domenica,  spesso, ai tanti e validi artisti che animano i party di Papeete Beach si aggiungono quelli di Vida Loca. Guarda caso il celeberrimo format pop, hip hop & reggaeton, come ogni anno intorno a Ferragosto fa pure ballare Villapapeete, il giardino notturno e serale di Milano Marittima intorno a Ferragosto. L'appuntamento con Vida Loca a Villapapeete quest'anno è per lunedì 15 agosto.
Ma come sa chi lo frequenta da oltre vent'anni, Papeete Beach non va solo rima con beach party: è prima di tutto una spiaggia per tutta la famiglia  pensata e organizzata per che ha semplicemente voglia di oziare sotto il sole. 
Al Papeete Beach tutto è pensato per dimenticare i problemi di ogni giorno... e farsi coccolare dallo staff del Papeete. I servizi sono all'altezza delle aspettative dei più esigenti e di un pubblico decisamente vasto, che va 0 a 99 anni. 
Al Papeete Beach lo stile c'è, eccome, ma va sempre d'accordo con la qualità. Divertirsi e/o oziare qui è farlo sentendosi al centro della scena. C'è chi, semplicemente, se ne sta al sole o sotto l'ombrellone, scegliendo tra lettini e grandi kingbed da dividere con gli amici. Chi invece non vuol star fermo, entra in acqua e si diverte con divanoni o banana boat. Tra un selfie e una risata, la sera arriva in un attimo.
Andiamo però con ordine: la giornata perfetta, al Papeete Beach, inizia con una colazione da re da gustare in riva al mare, magari con i piedi nella sabbia, accomodati sul proprio lettino. Tra l'altro, il relax al Papeete Beach è decisamente ecologico. Basta seguire le indicazioni insieme al logo "etica eco" nelle diverse  installazioni della spiaggia per fare la propria parte. 
Più tardi, quando il sole è alto nel cielo, è difficile non cedere alla voglia di gustare i piatti di Vincenzo Caputo, al nuovo beach restaurant La Pluma (aperto solo a pranzo). D'origine partenopea, lo chef nei suoi piatti rivisita le ricette simbolo della cucina romagnola, con influenze campane ed internazionali. L'alternativa veloce è una piada, preparata a regola d'arte, in riva al mare o accomodati al Tropical Bar di Papeete Beach.
E al tramonto, dopo un altro bagno di sole, che si fa? Dal lunedì al venerdì, dalle 17:30, per tutta l'estate, ecco Sunset Ritual, l'aperitivo di Papeete Beach da vivere accompagnati dal sound dei dj di Radio Papeete. Se il sabato e la domenica l'atmosfera è scatenata, durante la settimana, mentre ci si lascia cullare dal sound dei dj di Radio Papeete, si gustano cocktail d'eccellenza accompagnati da tapas gourmet.
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Papeete Beach 
Via Terza Traversa Pineta 281
48015 Milano Marittima – RA
https://www.papeetebeach.com
InfoLine: +39 348 9700555
Beach: +39 349 3717477
Ristorante: +39 0544 991208
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Papeete Beach, Villapapeete: two brands, one soul
Papeete mette insieme, a Milano Marittima, la celeberrima spiaggia Papeete Beach e Villapapeete, location open - air serale e notturna aperta solo il sabato notte.  Da oltre vent'anni Papeete è un punto di riferimento per chi cerca il massimo in stile pop: sole, relax in spiaggia, beach party, sunset ritual... e più tardi dinner show e notti in una location unica. Oltre che un vero e proprio fenomeno di costume, celebrato dai media e amato dai fan, Papeete è una realtà fatta di attenzione al servizio e ogni dettaglio della sua proposta. Tra le novità dell'estate 2022 al Papeete Beach, ecco il beach restaurant La Pluma. Aperto solo a pranzo, propone specialità romagnole, spesso rivisitate dallo chef campano Vincenzo Caputo.
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The Beach Luxury Club & CAVA: nuova apertura a Tulum e Candlelight. E concerti a bordo piscina a Marina di Scarlino 
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La primavera 2024 vede sbocciare tante novità nell'universo di relax e divertimento di The Beach Luxury Club e CAVA. I due brand creati dall'imprenditore toscano Manuel Dallori portano lifestyle, ristorazione ed intrattenimento Made in Italy sono ormai attivi in mote location del Bel Paese e in giro per il mondo. 
Oltre al Sharm El Sheikh, in Egitto, il luogo in cui l'avventura di The Beach ha preso il via, da tempo si può oziare tra mare e piscine panoramiche anche a Santa Flavia (Palermo), dal mattino alla notte, dalla colazione a dinner show che diventano dj set infuocati. In entrambe le location oggi si può anche scegliere CAVA, trattoria italiana ad alto tasso di stile.
Il 10 giugno 2024 CAVA apre poi a Tulum, in Messico, presso l'esclusivo Tulum Riviera Beach Resort (https://www.tulumriviera-beachresort.com). "E' nuova apertura davvero importante, la prima per noi in America. Partiamo con CAVA perché il nostro partner aveva bisogno subito di una proposta di ristorazione italiana di qualità", spiega Manuel Dallori. "Apriremo presto qui anche una 'filiale' di The Beach Luxury Club, l'altro nostro brand".
Entra poi nel vivo la prima stagione di The Beach & CAVA a Marina di Scalino (Grosseto). Dal 25 maggio apre la scenografica piscina firmata The Beach (nella foto). "In una location davvero unica, proporremo prima di tutto Lady Day, offerte dedicate solo alle donne", continua Dallori. "Ogni sabato sera poi The Beach ospita poi Candlelight, concerti a bordo piscina illuminati soltanto dalla luce di mille candele. Ogni domenica invece proponiamo un brunch all'altezza delle aspettative dei più esigenti e dj set da vivere con amiche e amici". Non è l'unica novità toscana per The Beach: Greg on the Beach, a Forte dei Marmi, in Versilia regala emozioni con piatti d'eccellenza ed intrattenimento all'altezza delle aspettative dei più esigenti.
Ogni nuovo locale ha bisogno di giovani professionisti, che lavorano in team e crescono nel loro percorso. E non solo: spesso anche gli spazi già avviati hanno bisogno di nuovi collaboratori. "Per CAVA e The Beach Sharm stiamo cercando nuovo personale", continua Dallori. "Più precisamente, cerchiamo maître, barman,  camerieri, hostess e  promoter". Un'esperienza lavorativa in un contesto internazionale come quello proposto da queste due realtà è senz'altro molto utile per tutti, in un contesto in crescita come quello della ristorazione.
COS'E THE BEACH LUXURY CLUB
Creato e gestito dall'imprenditore viareggino Manuel Dallori, The Beach Luxury Club è un concept di beach club con intrattenimento che prende vita in spazi aperti dal mattino alla notte. Propone cucina raffinata, presentata in un contesto unico, con piatti di ispirazione mediterranea e fusion, dinner show internazionali e party che finiscono solo alle ore piccole. Prende vita tutto l'anno a Sharm El Sheikh presso e dalla primavera all'autunno a Santa Flavia (Palermo), a Forte dei Marmi con il format Greg on Th Beach e a Marina di Scarlino (Grosseto). Nel 2024 è prevista una nuova apertura a Tulum, in Messico. Thebeachluxury.com - Instagram.com/thebeachluxuryclub/
COS'E' CAVA
CAVA è una nuova catena di locali dedicati alla cucina italiana e al piacere di gustarla in locali ad alto tasso di stile, in Italia e nel mondo. Nasce da chi ha portato al successo The Beach Luxury Club, format che fin dal 2018 propone cucina fusion d'ispirazione mediterranea, da godere con dinner show internazionali e party. CAVA è un'evoluzione della classica trattoria italiana e nasce nella primavera '24 in spazi in cui design, servizio, piatti e stile sono curati in ogni singolo dettaglio. Dove? In quattro location: a Sharm, in Egitto; a Tulum, in Messico; a Marina di Scarlino (Grosseto) e in Sicilia, a Santa Flavia (Palermo). Cavarestaurants.com - Instagram.com/cavarestaurants_/
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olitaly · 21 days
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cinquecolonnemagazine · 2 months
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La Pasqua in Campania: un mix di sacro e profano
La Pasqua in Campania è un periodo ricco di tradizioni che si intrecciano con il sacro e il profano, creando un'atmosfera unica e suggestiva. Le celebrazioni religiose si mescolano a riti popolari e a momenti di convivialità, dando vita a una festa sentita da tutta la regione. Le processioni della Settimana Santa Uno degli aspetti più caratteristici della Pasqua in Campania è la presenza di numerose processioni che si svolgono durante la Settimana Santa. A Napoli, ad esempio, la processione dei "Misteri" del Venerdì Santo è un evento molto partecipato, durante il quale vengono portate in processione statue raffiguranti la Passione di Cristo. La "Scampanio" e la "Corsa dell'Angelo" In alcune zone della Campania, come ad Ischia, si svolge la "Scampanio", una tradizione che prevede il suono a festa delle campane all'alba della Domenica di Pasqua. A Forio, invece, si tiene la "Corsa dell'Angelo", una rievocazione dell'annuncio della Resurrezione. I piatti tipici della Pasqua campana La Pasqua in Campania è anche un momento di festa a tavola. Tra i piatti tipici di questo periodo troviamo la pastiera, un dolce a base di ricotta, grano e uova, il casatiello, un salame rustico con uova e formaggio, e la "pizza di Pasqua", una focaccia dolce decorata con uova sode. Alcune tradizioni locali Oltre alle tradizioni comuni a tutta la regione, in alcune zone della Campania si possono trovare usanze e riti particolari. Ad esempio, a Procida si svolge la "Processione dei Santi Misteri", durante la quale vengono portate in processione statue raffiguranti la Passione di Cristo. A Sorrento, invece, si tiene la "Festa dei Giardini", una manifestazione con musica, balli e spettacoli folcloristici. Foto di Couleur da Pixabay Read the full article
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