Tumgik
#Giulio Carlo Argan
ragazzoarcano · 1 year
Text
“Senza immaginazione non v'è salvezza.”
— Giulio Carlo Argan
56 notes · View notes
ilblogdellestorie · 1 year
Text
Tumblr media
"Senza immaginazione non v'è salvezza"
Il 17 maggio 1909, a Torino, nasce Giulio Carlo Argan
28 notes · View notes
assowebtv · 2 years
Text
ROMA CAPITALE ORGANIZZA LA II CONFERENZA CITTADINA SULL’AGRICOLTURA
A distanza di oltre 40 anni da quella tenuta nel 1978 dall’allora Sindaco Giulio Carlo Argan si è svolta la Seconda Conferenza Cittadina sull’Agricoltura organizzata dall’Assessorato all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti di Roma Capitale guidato da Sabrina Alfonsi. Con la partecipazione di oltre 300 persone tra cui consiglieri comunali e regionali, presidenti e assessori municipali, è…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
marcogiovenale · 2 years
Text
a work: giuseppe garrera on richard serra, "animal habitats live and stuffed", la salita, 1966
a work: giuseppe garrera on richard serra, “animal habitats live and stuffed”, la salita, 1966
A WORKRichard Serra: Animal habitats live and stuffed… Rome, La Salita, 1966with Giuseppe Garrera16 September 2022, 6.30 PM#AgoraA Work is a format of AGORÀ developed in collaboration with Giuseppe Garrera, in which the musicologist, art historian and collector will philologically analyse one work of his choice for each session.24 May 1966. Galleria La Salita opens a sensational exhibition that…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
carmenvicinanza · 2 years
Text
Lea Vergine. L’arte dilania
https://www.unadonnalgiorno.it/larte-dilania-lea-vergine/
Tumblr media
L’arte dilania. Mette allo scoperto tutti i traumi, consci e inconsci, ravviva tutto il dolore di sé. Ma il dolore non è sempre una cosa nefasta, è anche una cosa che apre il cervello e fa capire.
Lea Vergine, critica d’arte e curatrice, ha pubblicato vari saggi sull’arte contemporanea. Eloquio arguto e grande personalità, ha dato una scossa al panorama artistico culturale italiano dominato da una visione patriarcale.
Nata a Napoli il 5 marzo 1936 col nome di Lea Buoncristiano, ha lasciato presto la facoltà di Filosofia per collaborare con varie testate locali.
Da giovanissima aveva sposato Adamo Vergine, di cui ha mantenuto il cognome, anche dopo la separazione.
Nel 1959 ha pubblicato il suo primo articolo di critica d’arte per la rivista d’avanguardia I 4 Soli ed è entrata a contatto con tutti gli intellettuali e artisti dell’epoca, contribuendo a creare un collegamento decisivo tra l’arte contemporanea italiana e quella francese.
Mentre era ancora sposata, ha conosciuto il designer Enzo Mari e intrapreso una relazione amorosa durata fino all’ultimo giorno della sua vita. Erano andati subito a vivere insieme a Napoli, accusati entrambi di concubinaggio vennero costretti a lasciare la città e a trasferirsi a Milano, nel 1966, dove, solo dopo l’approvazione della legge sul divorzio poterono sposarsi, nel 1978.
Nel 1963 ha scritto il suo primo libro, Undici pittori napoletani di oggi.
In quegli anni ha organizzato mostre rimaste nella storia, come la personale di Lucio Fontana, Concetti spaziali, che, in un’impostazione ancora profondamente maschilista della società, le valse l’accusa di perversione sessuale per aver parlato dei suoi “buchi”.
Protagonista del dibattito culturale, ha tenuto conferenze e incontri con personaggi del mondo della cultura come Giulio Carlo Argan, Umberto Eco e Gillo Dorfles, occupandosi di avanguardia culturale a livello internazionale.
Ha lavorato come critica d’arte per Radio3, innescando un dibattito sulle nuove tendenze del contemporaneo nell’ambito di arte, architettura e design.
A Milano la sua attività si è consolidata tramite collaborazioni più assidue con testate di settore e quotidiani nazionali.
Fondamentale il suo contributo alla Body Art, è stata una delle prime studiose a occuparsene pubblicando, nel 1974, il libro scandalo Il corpo come linguaggio, che teorizzava le forme di espressione artistica che mettevano al centro la corporeità, l’azione autolesionista e l’esperienza dell’espiazione del dolore. L’arte che aveva visto le prime manifestazioni negli anni ’50, viene descritta come emotiva e liberatoria, le cui azioni sono scariche di emotività volte a sovvertire una scala di strutture e valori tipicamente occidentali. Sui suoi saggi si sono formate intere generazioni di studenti.
Si è occupata del linguaggio erotico e amoroso relativo all’arte e, nel 1975, ha scritto il testo introduttivo per una cartella di opere grafiche realizzate da nove artiste italiane la cui vendita serviva a raccogliere fondi per la neonata Libreria delle Donne.
Lea Vergine ne sottolineava il valore politico: che la guerra sia ancora aperta, che la rivolta continui, che una strategia rivoluzionaria femminista sia ancora oggi un obiettivo da mettere a punto, lo prova anche questa cartella che vede un gruppo di artiste compiere un gesto politico di solidarietà nei riguardi del movimento.
Mentre collaborava con quotidiani come Il Manifesto e Il Corriere della Sera, ha scritto libri come Attraverso l’arte. Pratica politica. Pagare il ’68 e Dall’informale alla Body art. Dieci voci dell’arte contemporanea 1960/1970.
Ha organizzato mostre che hanno fatto epoca, come L’altra metà dell’Avanguardia, una pietra miliare per storia dell’arte e tematiche di genere.
Nel 1985 ha curato, al Padiglione d’arte contemporanea di Milano, la mostra Partitions/Opere multimedia 1984-85 di Gina Pane, che considerava la protagonista assoluta della body art.
Nel 1990 è stata commissaria per la Biennale di Venezia.
Nel 1997, al MART di Trento e Rovereto, ha inaugurato Trash. Quando i rifiuti diventano arte, sull’impiego del rifiuto, tradotto con il termine inglese “trash”, nell’ambito di architettura, arte, cinema, danza e musica.
Nel 2007 ha concepito la mostra D’ombra per il Palazzo delle Papesse di Pisa e il MAN di Nuoro, in cui ha raccolto le opere di quaranta artisti che si erano occupati del tema dell’ombra, di esperienze al limite tra mondo fisico e mondo magico, o tali da evidenziare la parte segreta di persone e oggetti.
Sempre al MART, nel 2013 c’è stata la mostra Un altro tempo. Tra Decadentismo e Modern style.
La produzione editoriale di Lea Vergine è stata raccolta in antologie come Parole sull’arte, che compendia alcuni suoi saggi, presentazioni in catalogo, articoli, recensioni e interviste pubblicati dal 1965 al 2007; Ininterrotti transiti, che raccoglie i suoi scritti dal 1987 al 2000 e La vita, forse l’arte, che riunisce la sua produzione dal 2000 al 2013.
Ha collaborato con tutte le più importanti testate giornalistiche, quotidiani e riviste di settore, di cultura e società.
L’Accademia di Belle Arti di Brera le ha conferito, nel 2013, il Diploma Accademico Honoris Causa in Comunicazione e Didattica dell’arte e il titolo di Accademica d’Italia.
Il 20 ottobre 2020, si è spenta a causa delle complicazioni dovute al COVID-19, il giorno dopo la ripartita dell’amato compagno della sua vita, il designer Enzo Mari.
Nel 2021, al Palazzo Reale di Milano è stata inaugurata la mostra Corpus Domini. Dal corpo glorioso alle rovine dell’anima, nata in collaborazione con Francesca Alfano Miglietti. La prima sala dell’esposizione è stata dedicata alla sua memoria e alla sua ricerca sulla Body art, tramite materiali d’archivio, cataloghi e video.
3 notes · View notes
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Da: SARA’ DIPINGERE! - di Gianpiero Menniti 
L’ARTE NASCE DALL’ARTE. L’ARTE NASCE DALLA VITA
Annosa questione.  Forse l’unica divergenza intellettuale tra Roberto Longhi e il suo erede più luminoso, Francesco Arcangeli.  Ne fa cenno, da par suo, certamente il più brillante dei suoi allievi, Flavio Caroli, primo laureato di Francesco Arcangeli così come quest’ultimo era stato il primo laureato di Longhi. Una sorta di catena aurea che attraversa questi oltre cento anni di una disciplina, la storia dell’arte, che in Italia trova fonte sistematica in Adolfo Venturi e nella sua monumentale “Storia dell’arte italiana”, ben 25 volumi redatti a cominciare dall’inizio del XX secolo, nel 1901, fino al 1940, prima della catastrofe del secondo conflitto mondiale.  Venturi, che fu maestro, tra gli altri, dello stesso Longhi, di Giulio Carlo Argan, del proprio dotatissimo figlio, Lionello Venturi e anche di Pietro Toesca, a sua volta maestro di Federico Zeri. Perché definirla un’annosa questione? La risposta è già nel verbo che regge le due frasi in apparente antitesi: nascere. Spinge verso la ricerca dell’origine e, per essa, al significato vero. L’epistème estetico. Un classico della filosofia occidentale. Proviamo a sciogliere questo schema... (continua)
Dipinto: Maria Casalanguida, "Scutulatum", 2020, collezione privata. Opera su "cartapietra", tecnica utilizzata in Italia per la prima volta dall'artista di Bracciano
In copertina: Maria Casalanguida, "Nulla dies sine linea", 2010, collezione privata  
5 notes · View notes
Text
“No cabe duda de que el materialismo religioso de Fran Angelico implica cierto grado de alegorismo. Es más, la fusión de naturalismo y alegorismo constituye uno de los aspectos salientes de la reforma que, apoyándose en las nuevas ideas estéticas, pretende realizar en el campo específico de la pintura religiosa. La necesidad de la alegoría está ya implícita en la idea de que la divinidad, por carecer de forma finita, sólo puede ser imaginada por analogía con las formas naturales. Pero también es alegórica la narración en las vidas de los santos, porque tales hechos interesan menos como acontecimientos históricos que como ocasiones terrenales de manifestación de la santidad. Alegóricos son también, como en los escritos de Dominici, los fragmentos de paisaje, formas arquitectónicas, prados esmaltados de flores, silenciosos vergeles, ásperas rocas, etc. Las flores son siempre ‘de los altos campos’, su perfume es el ‘bálsamo’ de la santidad, los jardines son trozos de paraíso, la luz es la ‘estrella matutina’, las rocas aluden a la aspereza de los caminos de este mundo y los paisajes sirven para mostrar cuán milagroso es el espectáculo natural y cuan natural el milagro. Pero se trata de un alegorismo, por decirlo así, descendente, o si se prefiere, de un naturalismo ascendente: una idea desciende y penetra en una materia a la que da forma e imagen, o bien las cosas se subliman hasta esa sustancia celeste que es la luz; es un modo de situar la cosa representada entre cielo y tierra, de idealizar la noción natural o de significar lo sobrenatural.”
Fra Angelico, Giulio Carlo Argan
2 notes · View notes
durchiq · 5 months
Text
PARCIAL II - conclusión grupal
Lectura de Guilio Carlo Argan - El Anticlasicismo de Palladio
Después de una investigación y una charla en clases pusimos llegar a las siguientes conclusiones:
Giulio Carlo Argán que fue un Profesor y político decide escribir este ensayo donde busca argumentar el anticlasicismo de Palladio. En principio lo compara con diferentes personajes como lo son Milizia, Winckelmann y Mengs que fueron exponentes del Neoclasicismo y de esta manera a pesar de que en un principio podríamos pensar que Argán nos está presentando a Palladio como un referente del Neoclasicismo, nos damos cuenta de que este no es su propósito, sino más bien, nos quiere mostrar como a pesar de que este tiene características que lo podrían sitiuar como un neoclasicista, este no termina de serlo. Argán nos explica como Palladio toma elementos clásicos, pero los usa de tal forma que sale de los estándares clásicos que se perfeccionaron durante el Renacimiento, logrando una reinterpretación de los mismos y obteniendo nuevas cualidades espaciales, este "absurdo", como dice Argán, nos lleva a ver que, dentro de los esquemas clásicos, los gustos de Palladio no tienen cabida y expresan la antítesis de lo estético. La innovación de Palladio consigue una dualidad de valores entre distintos elementos. En caso de los órdenes, ya no tienen solamente un valor estructural, sino que adquieren una importancia meramente decorativa y compositiva para la época en términos de perspectiva.
A pesar de la influencia evidente de la arquitectura clásica en sus obras, el texto sugiere que Palladio no puede ser etiquetado fácilmente como clasicista. Más bien, nos sumerge en la esencia del pensamiento arquitectónico de Palladio, destacando su singular manera de abordar la arquitectura. Nos hace cuestionar la idea preconcebida de asociar a Palladio con movimientos estilísticos específicos como el clásico, romano, renacentista o barroco, ya que su enfoque escapa a estas categorías.
Teniendo en cuenta que, para los tiempos de la formación de Palladio, el manierismo era el nuevo movimiento que desplazaba paulatinamente al renacentista, un movimiento que buscaba todo lo contrario de la tradición clásica. Siendo los protagonistas del mismo la complejidad, la tensión en la composición y la inestabilidad como nuevas formas de representación, ajenas a la proporción y a la armonía que caracterizaba a la arquitectura de los antiguos. Por otro lado, tenemos a la obra de Palladio que se sirve de los cánones clásicos, pero los reinterpreta de una forma distinta, rompiendo las tipologías prestablecidas, más coherente, más racional, su propia forma, una que se separa por completo de los congéneres de su profesión quienes habían abrazado por completo al manierismo.
Argán hace un análisis crítico de Palladio para explicarnos como, según su punto de vista, es totalmente anticlásico, finalmente nos presenta esta idea de la fórmula del cromatismo de Palladio que según Argán "es la única, de hecho, que puede explicar el valor luminoso, que es fundamental para la expresión artística de Palladio. El efecto máximo al que tiende este artista es la yuxtaposición del negro y del blanco, es decir, de la máxima intensidad de oscuro y la máxima intensidad de claro..." de esta manera también nos presenta a Palladio como un
artista en cierta medida, pero aún después de todas estas comparaciones nos damos cuenta de que él parece encajar en todo y en nada a la vez, Palladio básicamente maneja la Yuxtaposición de diferentes elementos logrando así un estilo único y siendo así vemos que no hay una corriente en la que podamos encasillar a Palladio, llegando así a la conclusión de que no hay una conclusión a la que podamos llegar con Palladio, él puede ser analizado desde diferentes puntos de vista y puede encajar en cualquiera de estos.
Aunque el texto presenta un argumento contundente, los lectores somos instados a reflexionar y formar nuestras propias opiniones. Mientras el autor sostiene que Palladio no se adscribe a ninguna corriente arquitectónica de su época, el texto deja espacio para la interpretación y la discusión. Desde nuestra perspectiva, basada en experiencias en clase, compartimos la noción de que Palladio no puede ser fácilmente clasificado dentro de los confines de un estilo arquitectónico específico. Su impacto trasciende las etiquetas tradicionales, y tal vez, Palladio representa un movimiento arquitectónico en sí mismo, influenciando y transformando el paisaje arquitectónico de su tiempo y más allá.
Historia II - Dubrasca Maldonado - parcial II
0 notes
residenciafonte · 7 months
Text
Terra Roxa
Cristina Aliperti, Eni Aliperti, Flavia Junqueira, Heloisa Frossard, Geciane Porto, Magali Camacho, Marcela Neves, Sueli Ferrer, Thiago Klumb, Rejane Tannous, Vera Barbieri, Weimar
Curadoria: Carla Chaim
Texto: Rejane Cintrão
Tumblr media
Esta exposição reúne 12 artistas nascidos em diferentes cidades do Brasil e atualmente residentes na cidade de Ribeirão Preto, uma das mais importantes do Estado de São Paulo, graças ao seu solo fértil e, principalmente, a plantação da cana de açúcar. Ribeirão Preto é atravessada pela Rodovia Anhanguera, cuja primeira construção se deu nos anos 40 com o objetivo de ligar o porto de Santos à Brasília. Atualmente, Ribeirão Preto é um importante polo cultural, onde estão localizados o Museu de Arte de Ribeirão Preto – que organiza o SARP, salão aberto a artistas de todo o Brasil anualmente, e um dos mais relevantes no país desde os anos 80; o Instituto Figueiredo Ferraz – que abriga uma das mais importantes de arte contemporânea do país; galerias de arte e espaços de arte abertos a artistas de todo o Brasil, dois deles organizados por duas das artistas apresentadas neste espaço. Todos estes fatos são relevantes para que Ribeirão Preto seja uma cidade onde a produção de arte contemporânea floresça, assim como sua terra roxa, uma das mais férteis para o plantio de diversas variedades de alimentos, e título desta exposição.
Embora Ribeirão Preto seja uma cidade grande, ela propicia uma grande aproximação de seus habitantes com a lavoura e com a natureza. Este fato, aliado à recente pandemia que levou quase toda a humanidade a repensar sua atuação em meio à sustentabilidade do nosso planeta, trouxe à tona muitas questões como as apresentadas, por exemplo, na última Bienal de Veneza, realizada no ano passado sob a curadoria de Cecilia Alemani. O tema dessa Bienal tomou emprestado o título “The Milk of Dreams” do livro infantil da artista surrealista Lenora Carrington, e apresentou mais de 1.500 obras de 218 artistas provenientes de 58 países, entre eles, o Brasil. A representação do corpo e suas metamorfoses, a relação entre indivíduo e máquina e a conexão do homem com a natureza foram notáveis em diversas obras apesentadas em Veneza.
Faço esta introdução para contextualizar a produção dos artistas aqui apresentados em relação ao ambiente em que vivem e ao que acontece no mundo todo: a retomada do contato com a natureza e com o próprio corpo; o deslumbramento diante da paisagem, da qual fazemos parte, mas nos esquecemos constantemente, e, finalmente, nosso papel no Universo.
Vejo na produção aqui apresentada uma certa proximidade com o que foi visto na 59ª. Bienal de Veneza, em 2022. Primeiramente, pelo número expressivo de artistas mulheres. Talvez, no Brasil, não tenhamos vivido um preconceito muito grande a partir do século XX porque nossos grandes protagonistas no meio da arte foram, e continuando sendo, também, artistas mulheres como Anita Malfatti, Tarsila do Amaral, Lygia Clark, Mira Schendel, Leda Catunda, Adriana Varejão, só para citar algumas. Enquanto a bíblia internacional da história da arte moderna, escrita por Giulio Carlo Argan, cita apenas uma mulher na produção de arte moderna internacional (Diane Arbus), aqui no Brasil já tínhamos um certo reconhecimento pela produção feminina. Em segundo lugar, porque muitos dos trabalhos selecionados em Terra Roxa tratam de questões da mulher, mas, também, da nossa ancestralidade, e do nosso propósito de vida.
A referência à ancestralidade e às mulheres da família é notável nas imagens apagadas por meio de pinceladas quadriculadas nos trabalhos da artista Eny Aliperti (São Paulo), cujo ateliê recebe artistas há muitos anos, sendo um ponto de referência para a produção artística de Ribeirão. Dedicada à arte há vários anos, Eny tem realizado, ao longo de sua carreira, diversas mostras com obras que permeiam a pintura, a fotografia, a instalação e o objeto.
Tumblr media
O trabalho de Cristina Aliperti (Ribeirão Preto) traz a memória dos bordados e crochês que nossas avós faziam, por meio de um trabalho manual e delicado, mas muito contemporâneo ao mesmo tempo. É como se mergulhássemos em um bordado gigante negro. A tridimensionalidade desse trabalho é obtida por meio de recortes e colagens que resultam em dois grandes arabescos unidos por linhas. A relação entre o antigo e o contemporâneo é inegável.
A mineira Flavia Dias Junqueira (Belo Horizonte) se apropria de elementos da natureza para realizar suas pinturas e esculturas. Galhos e raízes belamente retorcidos pela própria natureza são utilizados como matéria na construção de seus trabalhos onde a cor traz novos elementos e um novo contexto para esses materiais.
As cores e formas do trabalho de Flavia dialogam com as intensas pinturas abstratas de Geciane Porto (Florianópolis), nebulosas onde tons de verde, azul, violetas, rosas e amarelos nos rementem às inúmeras cores do céu e às formas da natureza.
Tumblr media
Heloisa Frossard (São Paulo)apresenta trabalhos da série Ancoragem, realizados a partir de uma pesquisa recente feita em padrões de pisos antigos conhecidos como “ladrinhos hidráulicos”, utilizados principalmente nas casas construídas nos anos 1930 e 40 no Brasil. Por meio de pinturas em tinta acrílica sobre madeira, a artista revisita esses belos modos criados há quase 90 anos e os remonta, mudando as padronagens.
Assim como Cristina, também Magali Camacho (Ribeirão Preto)trabalha com o recorte, utilizando-o como referência a outros artistas da história da arte como Chilida, Ana Maiolino, entre outros, sempre na busca da tridimensionalidade por meio das sobreposições dos recortes e rasgos no papel. Nesta instalação composta por obras bi e tri-dimensionais, a artista revela sua homenagem à Mondrian.
Marcela Neves (Ribeirão Preto) realizou diversas fotografias em Socotorá, uma ilha  paradisíaca localizada no Oceano Indico, cujo nome vem do sâncrito dvipa sukhadhara e quer dizer ilha da felicidade. Não por acaso seu maravilhamento com a exótica natureza e pessoas do local se reflete em suas fotografias.
A exemplo de Flavia, Sueli Ferrer (São Paulo) busca nos elementos da natureza a matéria para seu trabalho. Galhos e folhas são poeticamente pintados sobre papel e inseridos em recipientes de vidro como na busca de uma catalogação e preservação de suas existências.
Thiago Klumb (Rio de Janeiro) que busca na natureza sua fonte de inspiração para suas cenas oníricas que nos remetem à silhueta do Rio de Janeiro e de outras paisagens brasileiras,  é o pintor por excelência deste grupo, utilizando a tinta a óleo e uma palheta de cores muito peculiar para a fatura de suas belas pinturas.
Tumblr media
Já a hábil desenhista Rejane Tannous (Ituverava) boa desenhista e observadora atenta a tudo o o que ocorre ao seu redor, apresenta nesta mostra uma série de pinturas em preto e amarelo inspiradas em formas da natureza que a rodeia em Ribeirão Preto, curiosamente semelhantes àquelas fotografadas por Marcela na paradisíaca ilha tão distante do nosso país.
Vera Barbieri (Uberaba) apresenta diversas formas arquitetônicas de casas. Casas possíveis. A casa que nos abriga, tão cara para nós durante a pandemia, as casas de passarinhos, típicas do interior brasileiro, as antigas casas feitas de barro, as fachadas e empenas típicas de casas do Brasil.
Conheci o trabalho de Weimar em seu ateliê há alguns anos. A exemplo de Eni, Weimar acolhe artistas de todo o país em seu espaço, promovendo cursos e exposições. Ambas as artistas buscam em objetos e histórias de família o resgate se suas próprias histórias por meio de instalações, pinturas e, aqui, no caso de Weimar, lindas paisagens em aquarelas que lembram o horizonte das infindáveis plantações no entorno de Ribeirão Preto. Suas paisagens nos remetem às pinturas oníricas de Thiago.
Iniciei este texto com as obras de Eni e o finalizo com as de Weimar, duas artistas que conheço há vários anos e cujos trabalhos inspiram e transformam tantos outros artistas em Ribeirão Preto e no país, como podemos notar pelas diferentes cidades onde nasceram os doze artistas aqui apresentados.
Rejane Cintrão
Outubro 2023
Tumblr media
0 notes
aurelisesparragoza · 1 year
Text
Informe- Parcial II
Respondiendo las preguntas sobre el texto
• El texto nos lleva a descubrir un poco más acerca de las tipologías implementadas por Andrea Palladio y como estás se diferencian de las típicas tipologías clásicas, dejando entrever la intención y la expresión propia del arquitecto.
Por otro lado, nos muestra que no por pertenecer a una época en la que se retoma todos esos aspectos clásicos, provenientes de Grecia y Roma, se debe encasillar a Palladio como artista neoclásico. Por el contrario, el texto nos deja ampliamente impresionados, cuando nos adentra al pensar de arquitecto, a su manera de hacer arquitectura, y nos hace darnos cuenta de que realmente no pertenece a esta corriente estilística, tal y como se pensaba.
• El autor en su texto nos quiere comunicar de manera clara y directa que Palladio no pertenece al clasicismo.
Nos dice que, aunque Palladio haya combinado elementos de la arquitectura clasica con arquitectura renacentista, no significa que este pertenezca a ese estilo, sino que por su forma única se crear sus edificaciones, no entra en el esquema de ninguna corriente arquitectonica de épocas cercanas a el, ya sea clásico, romano, renacentista o barroco.
Una de las razones por la cual las ideas del texto estan expresadas de manera tan directa, es que este pertece a una publicación de revista.
• No podríamos decir que estamos completamente de acuerdo con el texto leído, consideramos que desde nuestro punto de vista es, en cierta forma verdadero lo que el autor menciona acerca de Palladio, que el mismo no tiene un estilo clásico, ya que en las investigaciones realizadas anteriormente hemos podido conseguir información sobre palladio, por lo tanto consideramos que de acuerdo a la película y a lo visto en clase podríamos decir que palladio es un antes y un después en el mundo de la arquitectura por lo tanto este no pertenecen a ningún movimiento, él es su propio movimiento.
• Nos parecio muy interesante la manera que el autor describe la obra de Palladio y la manera en que la define, añadiendo que debido al formato de revista sus opiniones son bastante controversiales y radicales. Tiene un criterio muy claro acerca del estilo de Palladio y su manera de diseñar cosa que nos sorprendió ya que no nos habiamos encontrado con un texto de este estilo especialmente en esta materia, dandonos mas que un texto para aprender datos nuevos, un texto para ser criticos y pensar de manera diferente.
Tumblr media
Giulio Carlo Argan
0 notes
garadinervi · 1 year
Photo
Tumblr media Tumblr media
Vitalità del negativo nell'arte italiana 1960/70, Texts by Achille Bonito Oliva, Giulio Carlo Argan, Alberto Boatto, Maurizio Calvesi, Gillo Dorfles, Filiberto Menna, and Cesare Vivaldi, Centro Di Edizioni, Firenze, 1970 [Exhibition: Palazzo delle Esposizioni, Roma, November, 1970 – January, 1971] [L'Arengario Studio Bibliografico, Gussago (BS)]. Feat. Vincenzo Agnetti, Carlo Alfano, Getulio Alviani, Franco Angeli, Giovanni Anselmo, Alberto Biasi, Alighiero Boetti, Agostino Bonalumi, Davide Boriani, Enrico Castellani, Mario Ceroli, Gianni Colombo, Gabriele De Vecchi, Luciano Fabro, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Jannis Kounellis, Francesco Lo Savio, Renato Mambor, Piero Manzoni, Gino Marotta, Manfredo Massironi, Eliseo Mattiacci, Fabio Mauri, Mario Merz, Maurizio Mochetti, Giulio Paolini, Pino Pascali, Vettor Pisani, Michelangelo Pistoletto, Domenico Rotella, Paolo Scheggi, Mario Schifano, Cesare Tacchi, Giuseppe Uncini, Gilberto Zorio
37 notes · View notes
Fichas evaluacion
Giulio Carlo Argan
Tumblr media
Nacimiento: 17 de mayo de 1909, Turín, Italia
Fallecimiento: 12 de noviembre de 1992, Roma, Italia
Libros: El arte moderno, Storia dell'arte italiana, 
Cónyuge: Anna Maria Mazzucchelli (m. 1939–1992)
Partido: Sinistra Indipendente
Educación: Università degli Studi di Torino
Historiador y crítico de arte italiano, fue uno de los mayores eruditos y pensadores del siglo XX. 
Obras:
Walter Gropius e la Bauhaus, Turín, 1951
Studi e note, Roma, 1955
Salvezza e caduta nell'arte moderna, Milán, 1964
Progetto e destino, Milán, 1965
Francesco Milizia
Tumblr media
Nacimiento: 15 de noviembre de 1725, Oria (Italia)
Fallecimiento: 7 de marzo de 1798 (72 años), Roma (Estados Pontificios)
Fue un teórico de la arquitectura y tratadista de arte italiano
 Obras: 
Memoria de los arquitectos antiguos y modernos 1768
Principios de la arquitectura civil 1781
Arte de saber ver en las Bellas Artes del diseño 1781.
Andrea palladio
Tumblr media
Nacimiento: 30 de noviembre de 1508, Padua, Italia
Fallecimiento: 19 de agosto de 1580, Maser, Italia
Libros: 
Los cuatro libros de la arquitectura,
 Vicenza & Palladio, 
Fue un importante arquitecto italiano
Johann Joachim Winckelmann
Tumblr media
Nacimiento: 9 de diciembre de 1717, Stendal, Alemania
Fallecimiento: 8 de junio de 1768, Trieste, Italia
Fue un arqueólogo e historiador del arte alemán, considerado el fundador de la Historia del Arte y de la Arqueología como disciplina moderna.
Obra:
la Geschichte der Kunst des Altertums (Historia del arte de la Antigüedad),
Anton Raphael Mengs
Tumblr media
Nacimiento: 12 de marzo de 1728, Ústí nad Labem, Chequia
Fallecimiento: 29 de junio de 1779, Roma, Italia
Libros: Anton Raphael Mengs: And His British Patrons, 
Fue un pintor y teórico neoclásico.
Heredera de las colecciones reales, el Museo del Prado
Obras
Adoración de los pastores 
Retrato de María Amalia de Sajonia  
Retrato de José Nicolás de Azara La marquesa de Llano
Alberti
Tumblr media
Nacimiento: 14 de febrero de 1404, Génova, Italia
Fallecimiento: 25 de abril de 1472, Roma, Italia
Educación: Universidad de Bolonia
Fue un arquitecto, secretario personal (abreviador apostólico) de tres papas, humanista, tratadista, matemático y poeta italiano. Además de estas actividades principales, también fue criptógrafo, lingüista, filósofo, músico y arqueólogo. 
Obra:
escribió varios libros como de re aedificatoria
Al igual que obras arquitectónicas como la basílica de santa María de Novella, el templo malatestiano y el palacio Rucellai
0 notes
Text
Roma Interrotta, 1978
Future Architecture
"Rome is an 'interrupted city' because we have ceased to envision it."
Giulio Carlo Argan
The engravings of Nolli and Piranesi immortalized some of the most beautiful views of the Rome of the past. Then the proposals of the 12 architects of the original project changed all this: not with urban plans, nor with concrete blueprints, but with a series of imaginary exercises by means of voyages through the Memory of the Eternal City. So it is a continuing search through ever-fertile ground even 40 years after its first conception: looking to the past to understand the future. The aim is to open a debate: that is, utopia as a concrete philosophy to be transformed into reality, because sometimes it is necessary to imagine the impossible to design the possible.
divisare
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
0 notes
iltrombadore · 1 year
Text
In memoria di Cesare Brandi, l'arte prima di tutto...
Conobbi Cesare Brandi nel 1984, quando feci una inchiesta nel mondo della critica d'arte in Italia, intervistando lui, Giuliano Briganti, Giulio Carlo Argan e tanti altri. Di tutta quella inchiesta mi resta vivo e prezioso solo il ricordo della sua intelligente ed ironica presa di distanza dal pervicace modernismo e dall'acefalo postmodernismo. Il 20 Febbraio del 2006, in occasione del centenario, lo ricordai così sul 'Giornale':
Tumblr media
"...Correva il lontano 1984. Chiamato a dire la sua sulle correnti post-moderne che andavano predicando un «ritorno alla pittura», Cesare Brandi, ammiccante, rispondeva: «Lintenzione cè, però non basta: se vuoi tornare alla pittura prima devi sapere dove la sta di casa, la pittura». In quella battuta cera tutto luomo col suo pronto carattere di arguto toscano. Ma cera soprattutto lo stile di un intellettuale che aveva sempre diffidato delle «tendenze» (più o meno davanguardia) proprio in nome di una idea aristocratica dellarte come eccellenza individuale non riducibile alle mutevoli oscillazioni del gusto.
Tumblr media
«Larte è una cosa elitaria - tagliava corto Brandi - e se non la si vuole definire come tale allora non la si guardi neppure». Una simile visione del problema estetico non poteva incontrare, come infatti non incontrò, i favori della politica in genere e tanto più della cultura progressista sempre a caccia di comode ricette funzionali all«impegno», alla funzione «sociale» dellarte, eccetera. Del resto, coerente con questa vocazione «impolitica» di studioso liberale e umanista, Cesare Brandi (1906-1988) non si volle mai uomo di potere come invece fu lamico e sodale (ma sempre concorrente) Giulio Carlo Argan, tanto di lui più incline alla carriera dirigenziale tra «misteri dei ministeri», sovrintendenze alle Belle Arti e mondo delle cattedre universitarie, sia negli anni del fascismo che in quelli antifascisti della prima Repubblica. Anche Brandi naturalmente fu professore emerito nonché uomo di ispettorati e provveditorati. Ma lincarico gli servì soprattutto a soddisfare lamore per larte del passato tanto che la sua dottrina del restauro (fondò con Argan nel 1939 lIstituto Centrale del Restauro e lo diresse magistralmente fino al 1960) resta ancora oggi una pietra miliare per la tutela e la conservazione non «falsificante» del patrimonio culturale italiano e mondiale.
Tumblr media
Tuttaltro che freddo e calcolatore, Brandi era dunque soprattutto un esteta affascinato dalle «civiltà formali» che diventavano oggetto della sua attenzione di storico e critico. I libri monografici sui primitivi senesi e fiorentini, sul Canaletto, le magistrali osservazioni su Morandi, Burri, Manzù, Guttuso, Ceroli e Pascali, gli studi di architettura, i resoconti di viaggio (in Grecia, in Egitto, in Puglia, in Umbria, in Sicilia), le riflessioni sui rapporti tra «segno» e «immagine» e sulla figura «astante» (cioè presente, ma «non di questo mondo») nellautentica opera darte, sono esempio eloquente delle diverse passioni che animarono la sua vita di scrittore e di intellettuale.
Tumblr media
La penna sempre levigata, intelligente e puntuale, irrobustita da un originale e ben meditato pensiero estetico (egli si collocava a metà strada tra lidealismo di Croce e la fenomenologia esistenziale di Heidegger) non fece mai di lui un ideologo astruso e avulso dallo specifico manufatto darte che catturava di volta in volta la sua amorosa cura di analista e intenditore.
Tumblr media
Brandi aveva una maniera quasi «poetante» di ricostruire la radice tecnico-espressiva di questo o quel capolavoro, secondo un metodo che intendeva rispettare e fare emergere la particolare «via della forma» perseguita da ogni artista. E per venire al contemporaneo, nulla lo infastidiva più dei critici che «inventano tendenze» anziché «seguire, indirizzare gli artisti, indicare eventuali errori di gusto» mediante una «lettura particolarizzata» capace di fare emergere la tanto venerata «epifania della forma».
Tumblr media
Questa preziosa indicazione di metodo, nonché la tirata dorecchie agli esegeti del nascente e invasivo «sistema dellarte» («rispetto ai primi del secolo - diceva ancora nel 1984 - la situazione è rovesciata: oggi non sono gli artisti a suscitare le teorie, ma è il critico che fa nascere gli artisti») conferma ancora oggi tutto il suo pungente valore polemico. E nel momento in cui di Cesare Brandi ricorre il centenario della nascita sarebbe più che utile celebrare nella sua opera non solo uno dei maggiori «monumenti» della letteratura artistica italiana del 900, ma soprattutto una salutare lezione da non dimenticare per il bene della libertà di critica e di espressione nella civiltà della comunicazione contemporanea.
Tutte le reazioni:
6Vito Giannoccaro, Mario La Carrubba e altri 4
0 notes
david001cdwr · 1 year
Text
El caso de Giulio Carlo Argan es único, ya que es un ferviente critico al clasicimo y esto se puede ver a traves de su escrito, en el tecto, se hacen constantes comparaciones a otros autores y arquitectos los cuales tienen visiones distintas sobre el personaje el cual se estudian yo creo que el texto, como critica no es comprable, puesto a es algo muy personal de Carlo Argan el cual en base a su percepción nos da a conocer su punto sobre lo clásico y la participación de Palladio en ella.
Tumblr media
0 notes
eliannyrosas · 1 year
Text
Examen ll - Conclusión Individual
Lo que trata de comunicar Giulio Argan en su texto es como el percibe a Palladio haciendo una crítica a la percepción que se tiene de éste, utilizando diversos puntos de vista. Concluyendo que es un arquitecto al que no se puede encasillar en lo que se entiende como clásico. Giulio Carlo Argan, el cual en su escrito nos deja visible que para él Palladio no debería considerarse totalmente un arquitecto clásico debido a que éste no gozaba de una clara conciencia de los límites de sus gustos escapando a un plano sin una definición exacta gracias a la creatividad que se arraigaba en él, impidiéndole apegarse a reglas preestablecidas. Sin embargo, tampoco lo podemos considerar anticlacisista, puesto que para sus obras toma inspiración de los antiguos, podemos decir que tiene una arquitectura particular en donde hay un perfecto equilibrio entre su creatividad y las ideas que toma de los clásicos.
Argan consideraba a Palladio un cromatista debido a su súbita emoción pictórica, siendo este bizantino precisamente por ser tan inmediatamente adherente a una aproximación anti espacial de los elementos espaciales. Es admirable como nuestro autor del texto llena de influencias de otros autores su escrito, debido a que no sólo los utiliza para dar referencias si no que al leer el mismo podemos apreciar que Argan se interesaba por incluir a personajes que le agregarán valor a su obra, siendo así una parte fundamental durante todo el texto. 
También compartiendo ideas con mis otros compañeros en esta asignación, llegamos a la conclusión que de el texto que nos fue asignado, podemos tomar esto como una experiencia y enseñanza, ya que, si bien Argan habla desde su punto de vista y nos ayuda a entender lo que el piensa a través de sus referencias y comparaciones con otros autores, es como si Argan nos estuviera invitando a hacer también nuestras propias criticas así como lo hizo el, y a que así como lo hizo Palladio nosotros también podemos arriesgarnos y no encasillarnos a una única forma de hacer y plantear soluciones.  
0 notes