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#gillo dorfles
garadinervi · 1 year
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Vitalità del negativo nell'arte italiana 1960/70, Texts by Achille Bonito Oliva, Giulio Carlo Argan, Alberto Boatto, Maurizio Calvesi, Gillo Dorfles, Filiberto Menna, and Cesare Vivaldi, Centro Di Edizioni, Firenze, 1970 [Exhibition: Palazzo delle Esposizioni, Roma, November, 1970 – January, 1971] [L'Arengario Studio Bibliografico, Gussago (BS)]. Feat. Vincenzo Agnetti, Carlo Alfano, Getulio Alviani, Franco Angeli, Giovanni Anselmo, Alberto Biasi, Alighiero Boetti, Agostino Bonalumi, Davide Boriani, Enrico Castellani, Mario Ceroli, Gianni Colombo, Gabriele De Vecchi, Luciano Fabro, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Jannis Kounellis, Francesco Lo Savio, Renato Mambor, Piero Manzoni, Gino Marotta, Manfredo Massironi, Eliseo Mattiacci, Fabio Mauri, Mario Merz, Maurizio Mochetti, Giulio Paolini, Pino Pascali, Vettor Pisani, Michelangelo Pistoletto, Domenico Rotella, Paolo Scheggi, Mario Schifano, Cesare Tacchi, Giuseppe Uncini, Gilberto Zorio
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fashionbooksmilano · 3 months
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La danza a Milano nel Novecento
Editor Giorgio Taborelli
Giuliana Chesne Dauphiné Griffo, Luigi Rossi, Mario Pasi, Marinella Guatterini
Giorgio Lise, Anna Prina, Giampiero Tintori, Evelina Schatz
Gillo Dorfles
Edizione: Amici della Scala - Milano 1986, 160 pagine con illustrazioni a colori, 25x31cm, Cartonato con sovracopertina
euro 30,00
email if you want to buy [email protected]
02/02/24
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haikyou · 1 year
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Temi l’orrore
Del pieno e del vuoto,
Festina lente.
Dagli abusi sfuggi,
Rileggiti Gillo D.
WakaBaoTzeBao, 12 marzo 2023 - 10.36, Kontowood.
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muatyland · 2 years
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Estetica dovunque | Gillo Dorfles 
Estetica dovunque | Gillo Dorfles 
Per la prima volta raccolti in un unico volume Artificio e natura (1968), Intervallo perduto (1980), Elogio della disarmonia (1986) e Horror Pleni (2008). Quattro saggi che segnano altrettante tappe di una riflessione estetica ricca e dinamica, in evoluzione come materia viva. “Tutti i fondamentali saggi di Dorfles sulle questioni della contemporaneità vanno letti in questa chiave; ma c’è modo e…
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marcogiovenale · 2 years
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duchamp & dorfles: tra meno di un'ora su rai5
duchamp & dorfles: tra meno di un’ora su rai5
https://artslife.com/2022/06/10/duchamp-e-gillo-dorfles-due-geni-del-novecento-in-art-night-su-rai5/ https://artslife.com/2022/06/10/duchamp-e-gillo-dorfles-due-geni-del-novecento-in-art-night-su-rai5/
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casual-nonbinary · 11 months
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racconti di solitudine accademica, atto XLIV: insultando Gillo Dorfles
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cutulisci · 1 year
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Gillo Dorfles
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ilcercatoredicolori · 6 months
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Dal reggipetto teso di raso, aerostati vaganti in un etere denso di carne, si sono librate nell’aria le candide mammelle. Navigano verso un empireo di sole le due navicelle, spalancate all’azzurro, mentre i capezzoli occhieggiano in basso a mirare lo stuolo mugghiante e stupito di maschi in amore che volge lo sguardo implorante al cielo proibito.
Le mammelle in volo di Gillo Dorfles
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chez-mimich · 1 year
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FONDAZIONE ANGELO BOZZOLA
Secondo il grande poeta francese Paul Valery la massima libertà deriva solo dal massimo rigore. Questa riflessione mi è tornata alla mente visitando la magnifica Fondazione Angelo Bozzola di Galliate, ad una manciata di chilometri da Novara, aperta per le giornate di primavera del FAI e curata da quello spirito indomito che è Giorgia Bozzola che con il fratello, non solo ha conservato il patrimonio artistico del nonno, ma lo ha reso visitabile e ne sta facendo un centro di attrazione per molte iniziative. Ma chi era Angelo Bozzola? Potremmo dire che è stato un grande poeta della forma, un artista alla ricerca dell’unicità nella ripetizione. Bozzola la cui attività ha inizio negli anni Cinquanta come artigiano del legno, si persuade dell’idea non già di trovare la forma perfetta in pittura, nel disegno e nella scultura, ma di coniugare una forma dalla irregolare lirica geometrica, come il “trapezio ovoidale” e di poterla poi variare in una combinatoria pressoché infinita, senza mutarne il presupposto geometrico. Cos’è il trapezio ovoidale? È, naturalmente, un trapezio scaleno irregolare inscritto in una sorta di ogiva, anch’essa irregolare. Questa forma, disegnata, fotografata, sbalzata, fusa, scolpita diverrà non già o non solo una cifra stilistica, ma un limite dato. Questo limite, grazie alle sue infinite variazioni, secondo Angelo Bozzola, avrebbe potuto diventare, grazie alla continua sperimentazione e ad abbinamenti seriali mutanti, bellezza “in purezza”. E così è stato, solo che Angelo Bozzola non ci ha donato il frutto finale e definitivo di questa ricerca, ma ci ha dimostrato che la bellezza (o la verità) è, un po’ hegelianamente, il movimento della bellezza (o della verità) stessa. Nell’edificio principale, su diversi piani, sono conservate le piccole sculture, i bassorilievi, i dipinti, i bozzetti, mentre all’esterno le sculture di grandi dimensioni. Angelo Bozzola fu esponente del MAC, il Movimento Arte Concreta fondato a Milano nel 1948 da Atanasio Soldati, Bruno Munari, Gianni Monnet, Gillo Dorfles e che annoverò tra le proprie fila, tra gli altri, anche architetti e designer come Ettore Sottsass, Vittoriano Viganò, Carlo Perogalli, Marco Zanuso. Influenzò i giovani artisti di allora come Carla Accardi, Piero Dorazio e tanti altri. Una magnifica opera di Angelo Bozzola è ancora esposta al Palazzo della Triennale di Milano, fucina di idee e progetti e sempre uno dei cuori pulsanti dell’architettura e del design milanese ed italiano. Ci potremmo anche fermare qui, ma mi piace sottolineare come l’Italia sia davvero il paese delle “isole del tesoro” per riprendere il titolo di un famoso volume di Allemandi scritto da Umberto Eco, Renzo Piano, Augusto Graziani e Federico Zeri. Questo piccolo gioiello che è la Fondazione Angelo Bozzola è stata ampliato e abbellito con un magnifico giardino che ospita le grandi sculture in pietra e impreziosito, spiritualmente e architettonicamente, da una microscopica cappella voluta dagli indomiti nipoti dell’artista, dove si può ammirare uno dei più bei Crocifissi dell’arte contemporanea (e non è cosa semplice trovarne di raffinati). La bellezza è spesso, molto spesso, a portata di mano, basta cercarla e volerne la sua verità.
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mybeingthere · 1 year
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Atanasio Soldati was born in Parma, Italy, in 1896. 
In 1920 he obtained a degree in architecture in his hometown, then moved to Milan in 1925.In 1948 he created the Movimento Arte Concreta, together with Bruno Munari, Gillo Dorfles, Augusto Garau and Gianni Monnet; the event that celebrated the official birth of the movement was the exhibition at the Salto bookshop in Milan in December of that year.
Following a serious illness, he died in his hometown in 1953.
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carmenvicinanza · 1 year
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Lea Vergine. L’arte dilania
https://www.unadonnalgiorno.it/larte-dilania-lea-vergine/
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L’arte dilania. Mette allo scoperto tutti i traumi, consci e inconsci, ravviva tutto il dolore di sé. Ma il dolore non è sempre una cosa nefasta, è anche una cosa che apre il cervello e fa capire.
Lea Vergine, critica d’arte e curatrice, ha pubblicato vari saggi sull’arte contemporanea. Eloquio arguto e grande personalità, ha dato una scossa al panorama artistico culturale italiano dominato da una visione patriarcale.
Nata a Napoli il 5 marzo 1936 col nome di Lea Buoncristiano, ha lasciato presto la facoltà di Filosofia per collaborare con varie testate locali.
Da giovanissima aveva sposato Adamo Vergine, di cui ha mantenuto il cognome, anche dopo la separazione.
Nel 1959 ha pubblicato il suo primo articolo di critica d’arte per la rivista d’avanguardia I 4 Soli ed è entrata a contatto con tutti gli intellettuali e artisti dell’epoca, contribuendo a creare un collegamento decisivo tra l’arte contemporanea italiana e quella francese.
Mentre era ancora sposata, ha conosciuto il designer Enzo Mari e intrapreso una relazione amorosa durata fino all’ultimo giorno della sua vita. Erano andati subito a vivere insieme a Napoli, accusati entrambi di concubinaggio vennero costretti a lasciare la città e a trasferirsi a Milano, nel 1966, dove, solo dopo l’approvazione della legge sul divorzio poterono sposarsi, nel 1978.
Nel 1963 ha scritto il suo primo libro, Undici pittori napoletani di oggi.
In quegli anni ha organizzato mostre rimaste nella storia, come la personale di Lucio Fontana, Concetti spaziali, che, in un’impostazione ancora profondamente maschilista della società, le valse l’accusa di perversione sessuale per aver parlato dei suoi “buchi”.
Protagonista del dibattito culturale, ha tenuto conferenze e incontri con personaggi del mondo della cultura come Giulio Carlo Argan, Umberto Eco e Gillo Dorfles, occupandosi di avanguardia culturale a livello internazionale.
Ha lavorato come critica d’arte per Radio3, innescando un dibattito sulle nuove tendenze del contemporaneo nell’ambito di arte, architettura e design.
A Milano la sua attività si è consolidata tramite collaborazioni più assidue con testate di settore e quotidiani nazionali.
Fondamentale il suo contributo alla Body Art, è stata una delle prime studiose a occuparsene pubblicando, nel 1974, il libro scandalo Il corpo come linguaggio, che teorizzava le forme di espressione artistica che mettevano al centro la corporeità, l’azione autolesionista e l’esperienza dell’espiazione del dolore. L’arte che aveva visto le prime manifestazioni negli anni ’50, viene descritta come emotiva e liberatoria, le cui azioni sono scariche di emotività volte a sovvertire una scala di strutture e valori tipicamente occidentali. Sui suoi saggi si sono formate intere generazioni di studenti.
Si è occupata del linguaggio erotico e amoroso relativo all’arte e, nel 1975, ha scritto il testo introduttivo per una cartella di opere grafiche realizzate da nove artiste italiane la cui vendita serviva a raccogliere fondi per la neonata Libreria delle Donne.
Lea Vergine ne sottolineava il valore politico: che la guerra sia ancora aperta, che la rivolta continui, che una strategia rivoluzionaria femminista sia ancora oggi un obiettivo da mettere a punto, lo prova anche questa cartella che vede un gruppo di artiste compiere un gesto politico di solidarietà nei riguardi del movimento.
Mentre collaborava con quotidiani come Il Manifesto e Il Corriere della Sera, ha scritto libri come Attraverso l’arte. Pratica politica. Pagare il ’68 e Dall’informale alla Body art. Dieci voci dell’arte contemporanea 1960/1970.
Ha organizzato mostre che hanno fatto epoca, come L’altra metà dell’Avanguardia, una pietra miliare per storia dell’arte e tematiche di genere.
Nel 1985 ha curato, al Padiglione d’arte contemporanea di Milano, la mostra Partitions/Opere multimedia 1984-85 di Gina Pane, che considerava la protagonista assoluta della body art.
Nel 1990 è stata commissaria per la Biennale di Venezia.
Nel 1997, al MART di Trento e Rovereto, ha inaugurato Trash. Quando i rifiuti diventano arte, sull’impiego del rifiuto, tradotto con il termine inglese “trash”, nell’ambito di architettura, arte, cinema, danza e musica.
Nel 2007 ha concepito la mostra D’ombra per il Palazzo delle Papesse di Pisa e il MAN di Nuoro, in cui ha raccolto le opere di quaranta artisti che si erano occupati del tema dell’ombra, di esperienze al limite tra mondo fisico e mondo magico, o tali da evidenziare la parte segreta di persone e oggetti.
Sempre al MART, nel 2013 c’è stata la mostra Un altro tempo. Tra Decadentismo e Modern style.
La produzione editoriale di Lea Vergine è stata raccolta in antologie come Parole sull’arte, che compendia alcuni suoi saggi, presentazioni in catalogo, articoli, recensioni e interviste pubblicati dal 1965 al 2007; Ininterrotti transiti, che raccoglie i suoi scritti dal 1987 al 2000 e La vita, forse l’arte, che riunisce la sua produzione dal 2000 al 2013.
Ha collaborato con tutte le più importanti testate giornalistiche, quotidiani e riviste di settore, di cultura e società.
L’Accademia di Belle Arti di Brera le ha conferito, nel 2013, il Diploma Accademico Honoris Causa in Comunicazione e Didattica dell’arte e il titolo di Accademica d’Italia.
Il 20 ottobre 2020, si è spenta a causa delle complicazioni dovute al COVID-19, il giorno dopo la ripartita dell’amato compagno della sua vita, il designer Enzo Mari.
Nel 2021, al Palazzo Reale di Milano è stata inaugurata la mostra Corpus Domini. Dal corpo glorioso alle rovine dell’anima, nata in collaborazione con Francesca Alfano Miglietti. La prima sala dell’esposizione è stata dedicata alla sua memoria e alla sua ricerca sulla Body art, tramite materiali d’archivio, cataloghi e video.
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garadinervi · 1 year
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Scialoja, Edited by Galleria La Tartaruga, Text by Gillo Dorfles, «Quaderni di arte attuale», De Luca Editore, Roma, 1959
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fashionbooksmilano · 9 months
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Maria Mulas "Portami il tramonto in una tazza"
Volti di persone e di città
a cura di Giorgio Bonomi
Skira, Milano 2007, 64 pagine, 24x30cm, 55 ill.a colori, Bilingue Italiano Inglese, ISBN 9788861301023
euro 24,00
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Londra, Istituto Italiano di Cultura 15 febbraio – 16 marzo 2007
La prima cosa che colpisce lo spettatore è la completa assenza del bianco e nero. Non solo, la presenza di colori il più delle volte forti, accesi, qui costringe lo sguardo a un’attenzione tacitamente indotta, veicolata. I celebri ritratti di Maria Mulas lasciano il posto a un nuovo racconto in cui viene innanzitutto chiamata in causa l’Arte e chi l’osserva. Il citazionismo è solo una delle molteplici chiavi di lettura. Le opere di Magritte, Leonardo da Vinci, Dan Flavin rivivono nelle immagini dell’artista connotate da nuovi significati. L’Arte, nella narrazione della Mulas, diviene, in primo luogo, relazione tra l’artista e il suo pubblico, tra l’opera d’arte e il suo soggetto. E la fotografia diviene il veicolo di questa relazione. Valendosi spesso di sovraimpressioni e di accostamenti allo stesso tempo audaci ed emotivi, Maria Mulas associa opere d’arte o personaggi del passato a nuovi contesti e a nuovi simboli che inevitabilmente determinano nuove associazioni. L’Ultima cena di Leonardo diventa L’ultima scena della Mulas. Un’inquadratura frontale riprende i turisti di schiena mentre indugiano sul celebre affresco. La nota parete diventa uno schermo, anzi un maxi schermo, degno di un cinema multisala. Gesù, il primo attore che recita una parte ormai conosciuta, o meglio l’ultima scena, appunto, della storia più famosa del mondo. Mentre tutti stanno a guardare. È in questa delicata reinterpretazione dei ruoli che risiede l’importanza di Maria Mulas, in queste immagini e nei suoi ritratti. (dalla prefazione di Giorgio Bonomi)
26/07/23
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lamilanomagazine · 2 years
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Milano, La mostra "100+1 Alberto Rosselli per Saporiti Italia"
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Milano, La mostra "100+1 Alberto Rosselli per Saporiti Italia". La mostra ‘100+1 Alberto Rosselli per Saporiti Italia’ in programma all’ADI Design Museum di Milano dal 7 al 30 ottobre 2022 racconta, a 101 anni dalla sua nascita, la figura poliedrica e il lavoro di uno dei padri e grandi maestri del design contemporaneo, l’architetto e designer Alberto Rosselli, in particolare attraverso il suo rapporto duraturo e prolifico con Saporiti Italia, l’azienda fondata nel 1948 da Sergio Saporiti a Besnate (Varese), di cui Rosselli è stato art director dal 1966 al 1976. A cura di Federica Sala e con l’allestimento di Marti Guixé, l’esposizione è realizzata in collaborazione con Centro Studi e Ricerche Sergio Saporiti, archivio Alberto Rosselli, diretto da Paolo Rosselli, CSAC / Università di Parma e Università IUAV di Venezia / Archivio Progetti. La mostra prende il nome anche dalla riproduzione di 100 poltroncine Jumbo, uno degli oggetti più originali e interessanti disegnati da Rosselli per Saporiti Italia, reinterpretate attraverso l’uso del colore da dieci importanti studi di architettura internazionali. Il centunesimo pezzo del titolo della mostra è una chaise longue Moby Dick, vera e propria icona del design italiano, disegnata da Rosselli per Saporiti nel 1968 e utilizzata in alcuni film e serie TV degli anni ‘70.   La mostra è organizzata all’interno dell’ADI Design Museum di Milano, a richiamare quell’Istituzione, l’ADI, di cui nel 1956 Alberto Rosselli fu tra i fondatori insieme a Gillo Dorfles, Ignazio Gardella, Vico Magistretti, Bruno Munari, Angelo Mangiarotti, Marcello Nizzoli, Antonio Pellizzari, Enrico Peressutti, Giulio Castelli, Albe Steiner e Gio Ponti, con cui Rosselli aveva anche creato nel 1954 il prestigioso premio Compasso d’Oro.   Concepita come una retrospettiva non monografica, l’esposizione insiste sul concetto di modernità che ha permeato il lavoro di Rosselli proprio grazie all’incontro con Sergio Saporiti, a partire dall’intuizione di focalizzarsi su materiali e tecnologie non tipiche del settore dell’arredamento, puntando sull’utilizzo di materie plastiche e di materiali compositi, che hanno permesso alla Saporiti Italia di creare oggetti dalle forme e dalle funzionalità sorprendenti, del tutto rivoluzionari per l’epoca e ancora assolutamente contemporanei oggi. Il percorso espositivo si apre con l’installazione lunga 15 metri del divano modulare Dune, che potrà essere utilizzato dai visitatori della mostra per assistere alle proiezioni su ledwall dei materiali storici sul lavoro di Rosselli e Saporiti.   Una lunga teca presenta l’intera collezione della rivista Stile Industria, fondata e diretta da Rosselli, con focus sugli articoli e sugli editoriali più interessanti di Alberto Rosselli e sulle copertine della rivista create da importanti grafici come Giulio Confalonieri, Max Huber, Enzo Mari, Bruno Munari, Ilio Negri, Bob Noorda, Michele Provinciali, Albe Steiner, Pino Tovaglia, Heinz Waibl e altri. L’elemento centrale della mostra è una grande e scenografica libreria in vetro che ospita 100 poltroncine Jumbo in cento differenti colori, scelti da dieci importanti studi di architettura internazionali - Massimiliano & Doriana Fuksas, Marti Guixé, Toshiyuki Kita, Mauro Lipparini, Park Associati, Portman Architects, SITE James Wines, storagemilano, S20M Antonio Ventimiglia, Carlos Zapata - e una chaise longue originale Moby Dick bianca del 1968.Originariamente realizzate in vetroresina e oggi presentate in fibra di basalto, un materiale ecologico e riciclabile, le 100 Jumbo diventano così un grande atlante cromatico, in cui i dieci colori scelti da ciascuno studio aggiungono altrettanti diversi storytelling ad un pezzo che fa parte della storia del design italiano. In mostra sono presenti anche una selezione di oggetti, quali le poltrone Play e P110, il divano Confidential, la libreria P800 e molti disegni originali e immagini e filmati d’epoca, fra cui il film 007 The Spy Who Loved Me e la serie TV di fantascienza Space 1999 con protagonisti i pezzi di Rosselli. Infine, di particolare rilevanza, la presentazione del modulo abitativo della Casa Mobile, realizzato in occasione della storica mostra curata da Emilio Ambasz nel 1972 al MoMA, Italy: the New Domestic Landscape, raccontato in mostra attraverso filmati, disegni e immagini d’archivio. La mostra ‘100+1’ è narrata in un catalogo edito da Quodlibet, che pubblica anche, proprio in occasione della mostra di Saporiti Italia un importante libro sul lavoro di Alberto Rosselli, curato da Paolo Rosselli con Elisa Di Nofa e Francesco Paleari. Le 100 Jumbo reinterpretate dai dieci studi di architettura selezionati dalla Saporiti Italia e la rara chaise longue Moby Dick saranno vendute in un’asta organizzata da Cambi Casa d’Aste, in contemporanea con la mostra, a partire dal 7 ottobre e fino al 7 novembre 2022. Il ricavato sarà utilizzato dalla Saporiti Italia per sostenere e promuovere le attività del Centro Studi e Ricerche Sergio Saporiti nel mondo della cultura, del design, dell’arte, della creatività.... Read the full article
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usmaradiomagazine · 1 year
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𝐂𝐢𝐫𝐜𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐢.𝐕𝐞𝐧𝐭𝐨 Sabato 1 e domenica 2 aprile 2023 si sono svolti tra Pennabilli e Casteldelci (RN) i primi incontri informativi di Circolo di.Vento, il progetto del gruppo Crinali Bene Comune dedicato all’approfondimento e al dialogo sulle questioni ambientali inerenti alla crescente occupazione dei crinali da parte dell'industria eolica, in particolare nel territorio dell’Alta Valmarecchia e della regione storica del Montefeltro, di confine fra Emilia-Romagna, Toscana e Marche. Usmaradio sostiene questa e le future iniziative del gruppo mettendo a disposizione all'ascolto la registrazione degli interventi a cominciare proprio da quelli dello scorso weekend.
Circolo di.Vento - Casteldelci, 2 aprile 2023. Prima parte della seconda giornata di incontri promossi dal gruppo Crinali Bene Comune su questioni ambientali ed energetiche, inerenti in particolare alla crescente occupazione dei crinali da parte della industria eolica. 
Presentazione di Federica Natalia Rosati. Saluti del sindaco di Casteldelci Fabiano Tonielli. Interventi di: Elisa Lello, docente di sociologia e ricercatrice presso LaPolis, Laboratorio di Studi Politici e Sociali dell'Università di Urbino, Maurizio Pallante autore, fondatore  dell'associazione ambientalista Movimento per la decrescita felice, cofondatore e presidente nazionale dell'associazione culturale e politica Sostenibilità Equità Solidarietà, Ivano Scotti, ricercatore di sociologia dell'ambiente e del territorio, Dipartimento di Scienze Sociali, Università degli Studi di Napoli Federico II, autore di Vento forte. Eolico e professioni della green economy (Orthotes, Napoli).
Breve conclusione di Luigi Cappella, ex sindaco di Casteldelci e viandante.
Circolo di.Vento - Casteldelci, 2 aprile 2023. Seconda parte.
Introduzione di Patrick Wild, moderatore dell’incontro. Interventi di: Luca Cesari, direttore dell'Accademia di Belle Arti di Urbino, studioso di Estetica e critico, curatore dell’opera omnia estetica di Gillo Dorfles (Bompiani, 2016) e dell’opera omnia letteraria di Tonino Guerra (Bompiani, 2018), Alessandro Giovanardi, docente di Arte Sacra e di Iconografia e Iconologia all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Rimini-San Marino-Montefeltro, Paolo Piacentini, fondatore e presidente onorario di Federtrek, ideatore e promotore della Giornata Nazionale del Camminare, autore del libro Appennino atto d’amore. La montagna a cui tutti apparteniamo, Riccardo Santolini docente di Ecologia all'Università di Urbino, Emma Petitti, presidente dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, Alice Parma, sindaca di Sant’Arcangelo di Romagna.
Circolo di.Vento - Casteldelci, 2 aprile 2023. Terza parte.
Interventi di: Flavia Corsano, responsabile Ufficio Stampa Nazionale di “Italia Nostra”, Massimo Bottini, presidente della sezione Valmarecchia di “Italia Nostra”, Marco Bastogi geologo e rappresentante Cai Toscana, Maurizio Gori del Comitato No eolico nel Mugello. A seguire riprendono la parola per brevi interventi Alessandro Giovanardi, docente di Arte Sacra e di Iconografia e Iconologia all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Rimini-San Marino-Montefeltro, Luigi Cappella, ex sindaco di Casteldelci, Riccardo Santolini docente di Ecologia, Elisa Lello, docente di sociologia e ricercatrice presso LaPolis, Ivano Scotti, ricercatore di sociologia dell'ambiente e del territorio, Dipartimento di Scienze Sociali, Università degli Studi di Napoli Federico II, Mara Valentini, componente del “Consiglio d’Europa” e del “Parlamento del Mediterraneo” per lo Stato di San Marino, Paolo Piacentini, fondatore e presidente onorario di Federtrek, Maurizio Pallante autore, fondatore  dell'associazione ambientalista Movimento per la decrescita felice. Conclusioni di Federica Natalia Rosati.
🎧 Il canale podcast è raggiungibile qui
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