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#23 dicembre morti
perfettamentechic · 5 months
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23 dicembre … ricordiamo …
23 dicembre … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic
2022: Maria Del Monte, pseudonimo di Maria Esposito, attrice e cantante italiana. Fu un’attrice caratterista, conosciuta per la sua partecipazione nei film accanto a Alessandro Siani, Maurizio Casagrande e Vincenzo Salemme. Iniziò giovanissima a recitare, interpretando ruoli da caratterista. Nel 1964 incise, insieme a protagonisti del moJmento, scenette comiche su 45 giri. Nel 1979 debuttò al…
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palmiz · 1 year
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Visto che facebook, continuano a censurare questo post, lo rendo pubblico qui:
"...RIPUBBLICO OGGI IL TELEGRAMMA RICEVUTO DAL PRESIDENTE LUCA ZAIA CON LA MAIL CHE GLI HO INVIATO IN RISPOSTA...
Buonasera Presidente Zaia, non so se mai avrà il coraggio di rispondermi o anche di contattarmi, da veneta trapiantata in Toscana me lo aspetto.
Vengo al dunque e sarò diretta.
Mio padre Lino Maeran di anni 85 è deceduto il 24 dicembre scorso e noi famigliari abbiamo ricevuto una sua mail di condoglianze, condoglianze che solitamente inviate a chi ha perso un famigliare per covid.
Mio padre è entrato nell'ospedale di Feltre (BL) il 19 novembre perché stava male ed era pure positivo.
È rimasto in Geriatria covid per circa 2 settimane, poi ad inizio dicembre è passato in Geriatria normale perché si era negativizzato.
Le sue condizioni erano critiche sia per l'età che per le varie patologie pregresse che aveva, ma non aveva più il covid.
Era negativo.
Infatti il 21 dicembre è stato dimesso e portato in una struttura riabilitativa per anziani a Seren del Grappa (Feltre) ed era negativo al covid sia il 21 dicembre che il 22 dicembre 2022.
Il 23 dicembre è stato riportato in ospedale a Feltre perché non saturava correttamente.
Al Pronto Soccorso lo hanno dichiarato nuovamente positivo al covid, possibile che lo fosse ancora dopo che era passato un solo giorno in cui lo stesso ospedale lo aveva dimesso da negativo???
È stato portato in Pneumologia covid sempre il 23 dicembre verso sera e la mattina presto del 24 dicembre siamo stati chiamati perché il papà si stava spegnendo.
Arrivati io e mio fratello in reparto solo 10 minuti dopo essere stati avvisati abbiamo constato che il nostro adorato padre era purtroppo deceduto, non da poco, come dichiarato dai medici, perché era già freddo.
La verità caro Zaia è che mio padre non aveva il covid ma è stato registrato come morte da covid perché l'ospedale incassa il triplo dei soldi dalla regione rispetto ad una morte normale.
Questo è grave e ci sono tanti casi come il nostro.
La cosa ancora più grave è che per soldi lo hanno lasciato morire da solo come un cane impedendo a noi famigliari di accompagnarlo fino alla fine col nostro calore.
Mio padre era Lino Maeran nato il 29/01/1937 residente in via XXXXXXX a Santa Giustina (BL), vedovo da 15 anni.
Mi chiedo Presidente Zaia se lei avrà mai il coraggio di far luce su queste situazioni di finte morti da covid per scopo speculativo ai danni dei deceduti e delle loro famiglie.
Io sono Liana Maeran nata a Feltre, l'ospedale dove è morto mio padre, e residente da qualche anno in Toscana, via XXXXXXXX Vaiano (PO) cell.XXXXXXXXX
Attendo un suo sincero riscontro
Liana Maeran"
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mccek · 1 year
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La morte in foiba : il racconto di un sopravvissuto
Dalle esecuzioni nelle foibe qualcuno uscì miracolosamente vivo.
Uno dei pochissimi casi conosciuti è quello del protagonista di questo racconto, che si riferisce a un episodio accaduto nei pressi di Albona nell’autunno del 1943.
Dopo giorni di dura prigionia, durante i quali fummo spesso selvaggiamente percossi e patimmo la fame, una mattina, prima dell’alba, sentì uno dei nostri aguzzini dire agli altri:
< Facciamo presto, perché si parte subito >.
Infatti poco dopo fummo condotti in sei, legati insieme con un unico fil di ferro, oltre quello che ci teneva avvinte le mani dietro la schiena, in direzione di Arsia.
Indossavamo solo i pantaloni e ai piedi avevamo solo le calze.
Un chilometro di cammino e ci fermammo ai piedi di una collinetta dove, mediante un fil di ferro, ci fu appeso alle mani legate un sasso di almeno venti chilogrammi .
Fummo sospinti verso l’orlo di una foiba, la cui gola si apriva paurosamente nera.
Uno di noi, mezzo istupidito per le sevizie subite, si gettò urlando nel vuoto, di propria iniziativa.
Un partigiano allora, in piedi col mitra puntato su di una roccia laterale, ci impose di seguirne l’esempio.
Poiché non mi muovevo, mi sparò contro.
Ma a questo punto accdde il prodigio: il proiettile anziché ferirmi spezzò il fil di ferro che teneva legata la pietra, cosicché quando mi gettai nella foiba, il sasso era rotolato lontano da me.
La cavità aveva una larghezza di circa 10 metri e una profondità di 15 fino alla superficie dell’acqua che stagnava sul fondo.
Cadendo, non toccai fondo, e tornato a galla potei nascondermi sotto una roccia.
Subito dopo vidi precipitare altri quattro compagni colpiti da raffiche di mitra e percepii le parole - Un’altra volta li butteremo di qua , è più comodo -pronunciate da uno degli assassini.
Poco dopo fu gettata nella cavità una bomba che scoppiò sott’acqua schiacciandomi con la pressione dell’aria contro la roccia.
Verso sera riuscii ad arrampicarmi per la parete scoscesa e a guadagnare la campagna, dove rimasi per quattro giorni e quattro notti consecutivi, celato in una buca.
Tornato nascostamente al mio paese per timore di ricadere nelle grinfie dei miei persecutori, fuggii a Pola.
E solo allora potei dire di essere veramente salvo.
Nel manicomio di Lubiana: la testimonianza di un reduce.
La testimonianza che segue è tratta dalla relazione di un ufficiale di Marina Italiano detenuto a lungo nell’ex manicomio di Lubiana.
Il 26 giugno fummo messi tutti assieme in una cella misurante 7 metri per 14.
Eravamo in 126[…]
A capriccio dei secondini di servizio venivamo chiamati fuori dalla cella , a turno, alcuni di noi, e senza alcuna ragione plausibile, venivano fatti segno a colpi di mitra , pugni e schiaffi […]
L’acqua, eravamo in luglio, veniva misurata; cinque o sei sorsi a testa al giorno.Divieto assoluto per usare acqua per lavarsi.
IL cibo costituito da verdura secca bollita produsse ben presto tra di noi l’insorgere di diarrea.
Negata ogni assistenza sanitaria […].
Il 23 dicembre 1945, a sera, una trentina di noi vennero stralciati dal gruppo in base ad in elenco prestabilito, legati con le mani dietro la schiena a mezzo di filo di ferro e trasportati ad ignota destinazione con dei camions.
L’indomani mattina gli automezzi fecero ritorno recando indumenti che noi riconoscemmo come già appartenenti ai nostri compagni partiti la sera innanzi.
Ai nostri occhi tale fatto assunse l’aspetto di un macabro indizio.
Il 30 dicembre un’altra trentina di noi subiva la stessa sorte, seguiti il 6gennaio 1946 da un terzo ed ultimo scaglione di 36 persone[…]
Nel frattempo erano morti Z. e B.
Successivamente anche i tre della cella vicino alla nostra cessarono di vivere uno alla volta.
Ricordo con particolare raccapriccio il povero B ( un ragazzo triestino di 18 anni facente parte della brigata"Venezia Giulia" del corpo Volontari della Libertà) ridotto ad un pietoso relitto umano da un infezione che non gli era mai stata curata.
Negli ultimi giorni della sua vita rassomigliava di più ad un vecchio decadente che ad un ragazzo della sua età.
La notte in cui morì udimmo gridare a lungo invocando la mamma.
Quando si fece silenzio arguimmo la sua morte perché si sentì battere violentemente alla porta della cella vicina per chiamare la guardia di servizio.
Poco dopo, dal tramestio che ci era perfettamente intelleggibile in tutti i suoi particolari, sapemmo che il povero B era stato tratto fuori dalla cella e temporaneamente situato nel cesso posto di fronte ad essa.
 Salvo per miracolo
(testimonianza di Graziano Udovisi)
 Mi fecero marciare sulle sterpaglie a piedi nudi, legato col filo di ferro ad un amico che dopo pochi passi svenne e così io, camminando, me lo trascinavo dietro.
Poi una voce in slavo gridò: "Alt!".
Abbassai lo sguardo e la vidi: una fessura profonda nel terreno, come un enorme inghiottitoio.
Ero sull’orlo di una foiba.
Allora tutto fu chiaro: ara arrivato il momento di morire.
Tutto è incominciato il 5 maggio 1945.
La guerra è finita, depongo le armi e mo consegno prigioniero al comando slavo.
Vengo deportato in un campo di concentramento vicino Pola.
Prima della tragedia c’è l’umiliazione: i partigiani di Tito si divertono a farmi mangiare pezzi di carta ed ingoiare dei sassi.
Poi mi sparano qualche colpo all’orecchio.
Io sobbalzo impaurito, loro sghignazzano.
Insieme ad altri compagni finisco a Pozzo Vittoria, nell’ex palestra della scuola.
Alcuni di noi sono costretti a lanciarsi di corsa contro il muro.
Cadono a terra con la testa sanguinante.
I croati li fanno rialzare a suon di calci.
A me tocca in sorte un castigo diverso: una bastonata terrificante sull’orecchio sinistro.
E da quel giorno non ci sento quasi più.
Eccoci a Fianona.
Notte alta.
Questa volta ci hanno rinchiuso in un ex caserma.
Venti persone in una stanza di tre metri per quattro.
Per picchiarci ci trasferiscono in una stanza più grande dove un uomo gigantesco comincia a pestarmi.
“Maledetti in piedi! " strilla l’Ercole slavo.
Vedo entrare due divise e in una delle due c’è una donna.
Poi giro lo sguardo sui i miei compagni: hanno la schiena che sembra dipinta di rosso e invece è sangue che sgorga.
“Avanti il più alto", grida il gigante e mo prende per i capelli trascinandomi davanti alla donna.
Lei estrae con calma la pistola e col calcio dell’arma mi spacca la mascella.
Poi prende il filo di ferro e lo stringe attorno ai nostri polsi legandoci a due a due.
Ci fanno uscire.
Comincia la marcia verso la foiba.
Il destino era segnato ed avevo solo un modo per sfuggirgli: gettarmi nella voragine prima di essere colpito da un proiettile.
Una voce urla in slavo "Morte al fascismo, libertà ai popoli!", uno slogano che ripetono ad ogni piè sospinto.
Io, appena sento l crepitio dei mitra mi tuffo dentro la foiba.
Ero precipitato sopra un alberello sporgente.
Non vedevo nulla, i cadaveri mi cascavano addosso.
Riuscii a liberare le mani dal filo di ferro e cominciai a risalire.
Non respiravo più.
All’improvviso le mie dita afferrano una zolla d’erba.
Guardo meglio: sono capelli!
Li afferro e così riesco a trascinare in superficie anche un altro uomo.
L’unico italiano, ad essere sopravvissuto alle foibe.
Si chiamava Giovanni, "Ninni" per gli amici.
È morto in Australia qualche anno fa.
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dato che ci siamo arrivati anche quest'anno mi sembra giusto dire due cose.
continuo a sentire da qualunque cazzo di parte che il Natale si festeggia perché è nato Gesù ecc.
allora intanto i Saturnali(17-23 dicembre) e la festa del Sol Invictus (25 dicembre) li hanno inventati i romani per cui i cristiani hanno solo copiato la festa ma va bene, auguri Sol Invictus.
ma soprattutto, ma chi ha mai festeggiato per la nascita di Gesù e non per i regali? no perché insomma, parliamoci chiaro, ai bambini non frega un emerito cazzo che sia nato Gesù, loro aspettano Babbo Natale(e anche io) per i regali, infatti i biscotti e il latte li lasciano per lui e per le renne, mica per Gesù Bambino e soprattutto aspettano i parenti per festeggiare e mangiare insieme per cui, che sia una festa religiosa frega solo a chi crede così tanto in Dio da andare a messa, io mi sono addormentata per la rottura di coglioni dell'unica messa di mezzanotte a cui sono voluta andare e di andare a messa non me ne fregava manco per la comunione e per la cresima (ndr: fatte solo ed esclusivamente per i regali, tanto so mezza frocia, in paradiso non ci vado), figuriamoci se poteva fregarmi che Gesù è nato lo stesso giorno del Sol Invictus e lo si festeggia.
lasciate il Natale per i regali, i pranzi e le cene, che per festeggiare morti di cui poco ci importa ci sono altre feste.
ah sì raga, buon Natale🤍
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Zelensky: "L'Ucraina deve poter raggiungere i propri obiettivi" | Putin ai soldati: "Siete i nostri eroi, nessuno può fermarci"
31 dicembre 2023 13:45 TEMPO REALE Attacco ucraino sulla città russa di Belgorod: 22 morti e 110 feriti. I russi rispondono con droni e missili su Kharkiv 31 dic 18:00 Zelensky: nel 2024 più risorse possibili per combattere male russo 31 dic 14:36 Raid ucraino a Belgorod: 24 morti – VIDEO 31 dic 13:58 Putin: “La Russia non farà mai un passo indietro” 31 dic 13:23 Putin ai soldati:…
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lamilanomagazine · 5 months
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Nigeria, strage di cristiani a Natale: quasi 170 morti
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Nigeria, strage di cristiani a Natale: quasi 170 morti. Il Natale 2023 è stato segnato da gravi violenze a Bokkos, nello Stato di Plateau, in Nigeria. Gli aggressori, presumibilmente oltre un migliaio di Fulani, dal 23 al 26 dicembre hanno preso di mira innanzitutto comunità cristiane. È stata accertata la morte di quasi 170 persone, e il bilancio delle vittime è destinato ad aumentare ancora. Molti sfollati hanno cercato rifugio nelle chiese, con le organizzazioni religiose che hanno fornito assistenza primaria, data l’assenza di sostegno da parte del governo. Gli attacchi si sono verificati in circa 26 comunità soprattutto a Bokkos, ma anche in alcune parti di Mangu e nelle comunità locali di Barkin Ladi, sempre nello Stato di Plateau. Dal 1999 si sono registrati crescenti conflitti relativi ai terreni tra i pastori Fulani, a maggioranza islamica, e gli agricoltori locali, principalmente cristiani. Sotto l'amministrazione dell’ex presidente Muhammadu Buhari si è diffusa una certa tolleranza nei confronti delle attività dei pastori Fulani, che ha generato fenomeni di banditismo, rapimenti e attacchi. Padre Andrew Dewan, Direttore delle comunicazioni della Diocesi di Pankshin, nel cui territorio si sono verificati gli attacchi, in un colloquio con Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) racconta che le vittime accertate sono «167, ma il numero è destinato ad aumentare, perché ci sono ancora molte persone negli ospedali, con lesioni e ferite di diverso grado». L’attacco è stato sferrato contro comunità cristiane. «Vivo in questa stessa comunità e posso confermare che nelle zone in cui sono avvenuti questi attacchi le vittime sono cristiane al 100%, tranne alcuni. Questa violenza è iniziata di notte in una comunità rurale chiamata Mushu. 18 persone sono state uccise e molte altre sono rimaste ferite», successivamente i terroristi sono passati a Tudun Mazat. «Le persone sono state uccise sommariamente, le case e il mais raccolto sono stati dati alle fiamme, anche le chiese e le cliniche sono state date alle fiamme. Quella mattina ero andato in quella stessa comunità per la Messa di Natale per la comunità cattolica. Da Tudun Mazat, i terroristi Fulani sono scesi a Maiyanga, uccidendo tredici persone. Nella notte sono state attaccate circa altre 20 comunità». Quanto all'identità degli aggressori, il sacerdote afferma che «i sopravvissuti e i testimoni oculari sono stati categorici nel dire che si tratta chiaramente di miliziani Fulani. Nelle comunità in cui i cristiani vivono fianco a fianco con i Fulani, nessuna persona Fulani è stata colpita e nessuna casa Fulani è stata bruciata, quindi non c'è dubbio che gli aggressori fossero Fulani. Per quanto riguarda il motivo, non sono sicuro - prosegue Padre Andrew -, ma potrebbe essere collegato agli attacchi avvenuti nella vicina amministrazione locale, Mangu. I Fulani lì hanno attaccato le comunità, e si aspettavano che i cristiani di Bokkos, in particolare le comunità al confine con Mangu, permettessero loro l'accesso, ma questi hanno rifiutato. Quindi, penso che siano tornati ad attaccare le comunità per questo motivo». Quanto alla matrice anticristiana, il sacerdote spiega: «Per coloro che credono che questo conflitto non sia religioso, quest’ultimo attacco dimostra che si tratta chiaramente di un conflitto religioso. Il fatto che abbia avuto luogo a Natale e che i cristiani siano stati deliberatamente presi di mira in una comunità mista, in cui i musulmani non vengono attaccati, manifesta chiaramente le caratteristiche di un conflitto religioso. So che non tutti vorrebbero ammetterlo, ma per me, che sono stato sul campo, ho osservato e scritto al riguardo, vi sono i segni di un conflitto religioso». Le vittime di queste violenze spesso lamentano la mancanza di risposta da parte delle forze di polizia. Padre Andrew racconta che queste ultime «avrebbero dovuto ricorrere all’intelligence», perché prima delle aggressioni «c’erano state delle voci, e ciò avrebbe dovuto mettere la sicurezza in allerta rossa, ma come spesso accade sono stati colti di sorpresa». Quanto ai responsabili politici, sono «assenti; i nostri leader - aggiunge il sacerdote - non vivono nella comunità, quindi non capiscono i problemi che affliggono la gente». La Diocesi di Pankshin sta fronteggiando «un enorme diluvio di sfollati interni. I cristiani dai villaggi si riversano nei centri urbani per cercare riparo, cibo e vestiti, in un momento in cui il clima è molto freddo, paragonabile a quello attuale in Europa. A causa della mancanza di una risposta ufficiale, spesso sono le Chiese a dover rispondere a tali emergenze», conclude. Il Presidente esecutivo di ACS, Regina Lynch, ha commentato: «Chiediamo al governo di affrontare finalmente questo problema e di garantire sicurezza ai suoi cittadini, ed esortiamo i nostri amici e benefattori a continuare a pregare per la Nigeria, proprio come noi ci impegniamo a continuare ad aiutare in ogni modo possibile. I nostri fratelli e sorelle cristiani uccisi in Nigeria, e in altri Paesi del mondo, sono i “Santi Innocenti” del XXI Secolo. Il sangue versato come seguaci di Gesù sarà, ne siamo certi, il seme di nuovi cristiani».... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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cerentari · 5 months
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Lasciare andare le persone amate di Joan Didion
Joan Didion (Sacramento, 5 dicembre 1934 – New York, 23 dicembre 2021) è stata giornalista, scrittrice e saggista. Icona della letteratura americana contemporanea, Joan Didion è un esempio di raffinatezza e crudeltà. “Scrivo sempre ostile a me stessa”. Il tempo è la scuola dove impariamo,/Il tempo è il fuoco nel quale bruciamo Delmore Schwartz     So perché ci sforziamo di impedire ai morti di…
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➡️🌹🙏Mercoledì 14 Dicembre 2022
👉🌹💓🌻S. Giovanni della Croce (m); S. Venanzio Fortunato
3.a di Avvento
Is 45,6b-8.18.21b-26; Sal 84; Lc 7,19-23b
Stillate cieli dall’alto e le nubi facciano piovere il giusto
👉⛪️📖💓VANGELO
Riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito.
+ Dal Vangelo secondo Luca 7,19-23
In quel tempo, Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Parola del Signore.💓🙏
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➡️🌹🙏Mercoledì 14 Dicembre 2022
👉🌹💓🌻S. Giovanni della Croce (m); S. Venanzio Fortunato
3.a di Avvento
Is 45,6b-8.18.21b-26; Sal 84; Lc 7,19-23b
Stillate cieli dall’alto e le nubi facciano piovere il giusto
👉⛪️📖💓VANGELO
Riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito.
+ Dal Vangelo secondo Luca 7,19-23
In quel tempo, Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Parola del Signore.💓🙏
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samdelpapa · 2 years
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Chi pagherà?? ..
Regno Unito vaccino donne incinte
Non solo antinfiammatori, le istituzioni sanitarie invertono la rotta anche sui vaccini anti-Covid. Perlomeno questo è quello che sta accadendo nel Regno Unito, dove il ministero della Salute ha recentemente aggiornato le linee guida della campagna vaccinale per il preparato di Pfizer. In un documento diffuso sul sito governativo inglese il 16 agosto 2022, spicca un passaggio sulla vaccinazione delle donne incinte che lascia a dir poco perplessi: “si considera che sufficienti rassicurazioni sulla sicurezza del vaccini per donne incinte non possano essere al momento fornite”.
Regno Unito: “Donne che allattano non dovrebbero essere vaccinate”
Lo stesso paragrafo recita che “donne che stanno allattando non dovrebbero essere vaccinate”. L’aggiornamento ministeriale cozza con un documento ancora reperibile dell’11 aprile 2022, in cui le autorità sanitarie britanniche raccomandavano “fortemente la vaccinazione per donne incinte e in fase di allattamento”. Insomma, l’esatto contrario di quanto affermato nelle nuove linee guida. Il ministro della Salute del Regno Unito, Sajid Javid, il 14 gennaio invitava su Twitter le donne incinte a farsi somministrare il siero. “Vaccinandoti proteggerai te stessa e il tuo bebè”, affermava Javid.
L’ISS raccomanda la vaccinazione di donne incinte
Le indicazioni sono state analoghe in buona parte dei paesi europei. Nell’aggiornamento risalente al 13 dicembre 2021, l’Italian Obstetric Surveillance System (ItOSS) e l’Istituto Superiore di Sanità raccomandavano il completamento del ciclo vaccinale per donne incinte in base a una valutazione dei “rischi e benefici” eseguita insieme a un sanitario. “Per le donne che allattano si segnala che la vaccinazione non espone il lattante a rischi e gli permette di assumere tramite il latte anticorpi contro il Sars-Cov-2”, si legge nel documento.
Niente test di tossicità dei vaccini a mRNA
Viene inoltre confermato che non sono stati eseguiti test di tossicità dei vaccini a mRNA, né di genotossicità, e tantomeno di carcinogenesi. Poiché non sono “considerati necessari per ottenere la licenza di sviluppo di vaccini contro malattie infettive”. È utile ricordare che i vaccini anti-Covid sono stati autorizzati in via emergenziale, con trial clinici snelliti e burocrazia ridotta per portare questi farmaci il prima possibile sul mercato.
I rischi erano già evidenti nel 2021
Agli inizi di dicembre del 2021 erano stati pubblicati i primi documenti interni dei trial clinici di Pfizer, che abbiamo più volte trattato su Byoblu. All’epoca destava non poche preoccupazioni l’utilizzo sconsiderato dei vaccini su donne incinte. Su 270 casi, sono stati riportati 23 “aborti spontanei” e altri 5 casi di neonati morti prima e dopo il parto. Effetti avversi sono inoltre stati causati dal latte materno di donne vaccinate, i cui bambini hanno manifestato, tra gli altri, insonnia, ansia, reazioni allergiche al vaccino e malnutrizione. Insomma, la scienza di governo cambia le carte in tavola, e lo fa nel silenzio più assordante.
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perfettamentechic · 2 years
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23 dicembre … ricordiamo …
23 dicembre … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic #felicementechic #lynda
2020: Rebecca Luker, Rebecca Joan Luker, soprano e attrice statunitense nota soprattutto come interprete di musical a Broadway. Fu sposata con l’attore Gregory Jbara dal 1993 al 1996, dopo il divorzio, si risposò con l’attore Danny Burstein nel giugno del 2000. Nel 2020 dichiarò di essere stata diagnosticata di SLA, che nei mesi successivi l’avrebbe portata alla perdita dell’uso delle gambe,…
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gregor-samsung · 2 years
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“ Nel lontano 2006, quando da poco era tornata al governo la coalizione di centro-sinistra, Luciano Gallino scrisse sul quotidiano «la Repubblica», di fronte alla consueta recrudescenza di morti sul lavoro, che il solo provvedimento necessario era l’immissione massiccia di nuovi ispettori del lavoro. Il 29 dicembre 2007 moriva la settima vittima della ThyssenKrupp. Dopo quindici anni siamo ancora lì. Anzi la situazione è, se possibile, peggiorata. Le tecniche volte ad «eludere o violare» le norme (per dirla col presidente Mattarella) si sono moltiplicate: prima tra tutte la proliferazione di sub-appalti che rende arduo identificare chi sanzionare, ammesso che si voglia davvero – come si esprime «il dicastero» – prendere «misure sospensive e interdittive». Per chi non accetta il cosiddetto «green pass» c’è l’immediata sospensione dello stipendio, per le aziende omicide si studiano «misure sospensive e interdittive». Il 5 agosto del 2021 il «Corriere della Sera» dedicò un’intera pagina (p. 23) al problema, in un intervento a cura di Riccardo Bruno. Titolo: Ogni giorno 3 morti sul lavoro. Il rischio è che l’espressione «sinistra di governo» significhi ormai soltanto «che occupa dei posti nel governo». Spettacolo di mediocrità e impotenza. Congedandosi dai giornalisti in procinto di andare in vacanza, il 6 agosto, il presidente del Consiglio [Mario Draghi] ha pensato che un cenno alla morìa sul lavoro andasse fatto. Ha tentato di fare il nome di Luana D’Orazio ma, non essendo molto informato, ha soggiunto: «almeno credo che si chiamasse così». “
Luciano Canfora, La democrazia dei signori, Laterza, gennaio 2022 (Corsivi dell’autore).
[Libro elettronico]
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corallorosso · 3 years
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Funivia Mottarone, l’indignazione e poi l’oblio
di Antonio Padellaro La tragedia italiana prevede tre atti, ma spesso non un epilogo. Atto primo: il cordoglio. È un dolore collettivo e profondo. L’identificazione con quelle cinque famiglie che in quella splendida giornata e in quel luogo da favola hanno avuto quattordici secondi per passare dal sorriso al terrore alla morte ci è insopportabile. Ci chiediamo sgomenti cosa ne sarà del piccolo Eitan, rimasto solo e che invoca la mamma. “A stracciarci le vesti dopo ogni disastro siamo bravissimi, e per fortuna lo siamo anche a correre, talvolta eroicamente al soccorso” (Salvatore Settis, La Stampa). Atto secondo: lo scaricadisastro. Di chi è la funivia? Non si sa. “Avevamo fatto un accordo nel 2016 e la proprietà è passata al Comune di Stresa” (Aldo Reschigna, all’epoca assessore della giunta Chiamparino). “Vero è che manca l’accatastamento. E la sindaca di Stresa, Marcella Severino, dice ‘quell’accordo non è mai stato perfezionato’” (Repubblica). L’impianto era obsoleto? No, dice il gestore. Sì, visto che nel 2015 era stata indetta una gara d’appalto per la ristrutturazione cui partecipa l’Alfar di Milano che ritenendo necessaria una ristrutturazione totale, e con costi molto più elevati, si ritira. Dopo un “esposto a Comune e Regione perché prendessero atto di quella situazione a nostro avviso pericolosa” (Ferdinando Paglia, legale dell’Alfar, Repubblica). Chi doveva vigilare? “L’Ustif di Torino, l’ufficio speciale trasporti a impianti fissi, un organo periferico del ministero delle Infrastrutture”. “L’ultimo controllo risale al 18 dicembre 2018. Per il resto le verifiche sulla manutenzione dell’impianto vengono gestite da altre società private. Sui loro report il ministero esegue solo controlli cartolari, ossia in base alla documentazione ricevuta” (il Fatto Quotidiano). Si affaccia anche l’ipotesi di un attentato, per la presenza tra le vittime di un cittadino israeliano addetto alla sicurezza (qualcuno che mentre il vagone saliva ha tagliato il cavo e manomesso il freno, elementare Watson). Atto terzo: l’oblio. Per esempio, oggi chi si ricorda più del disastro ferroviario di Andria-Corato (12 luglio 2016, 23 morti e 51 feriti)? O di Pioltello (25 gennaio 2018, tre morti e 46 feriti)? “Lo Stato sapete che fa? S’indigna s’impegna Poi getta la spugna con gran dignità” (Fabrizio De André).
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Attacco ucraino sulla città russa di Belgorod: 22 morti e 110 feriti | I russi rispondono con droni e missili su Kharkiv
31 dicembre 2023 13:45 TEMPO REALE Attacco ucraino sulla città russa di Belgorod: 22 morti e 110 feriti. I russi rispondono con droni e missili su Kharkiv 31 dic 14:36 Raid ucraino a Belgorod: 24 morti – VIDEO 31 dic 13:58 Putin: “La Russia non farà mai un passo indietro” 31 dic 13:23 Putin ai soldati: “Siete eroi, nessuno può fermarci” 31 dic 13:20 Zelensky: “L’Ucraina deve poter…
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paoloxl · 3 years
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Milano 12 dicembre 1969 - Piazza Fontana, Strage di Stato - Osservatorio Repressione
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A Milano il 12 dicembre 1969 una bomba esplode nella Banca Nazionale dell’Agricoltura, in piazza Fontana, provocando 17 morti e 88 feriti. La Strage è fascista e di Stato e, nel pieno dei movimenti di massa di studenti e operai del biennio 68-69 che mettevano seriamente in discussione – in tutto il Paese – lo stato di cose presenti, inaugura la “Strategia della tensione”. Nello stesso orario a Roma scoppiarono altre bombe. Infine, nella banca Commerciale di Milano venne trovata una borsa contenente una bomba che venne fatta esplodere in tutta fretta, eliminando una prova preziosa per le indagini.
Immediatamente – a dimostrazione di un disegno preordinato – le indagini, pur senza alcun indizio, seguirono la pista anarchica che allo stesso tempo venne subito gettata in pasto alla stampa e all’opinione pubblica. Il commissario Luigi Calabresi, alle 19,30 (3 ore dopo la strage) fermò alcuni anarchici davanti al circolo di via Scaldasole. Nella notte vennero illegalmente fermate circa 84 persone, tra cui Giuseppe Pinelli. La sera del 15, dopo 3 giorni di continui interrogatori, il militante anarchico Giuseppe Pinelli morì volando dal 4° piano della Questura (i verbali della Polizia parleranno di “malore attivo”).
Le inchieste dal basso dei movimenti studenteschi e operai di quel periodo, e solo successivamente il processo giudiziario (che comunque non porterà mai alla condanna dei reali responsabili), stabilirono quello che era chiaro a tutti da subito: dietro la strage c’era la mano dei militanti neofascisti di Ordine Nuovo.
Abbiamo parlato della Strage fascista e di Stato di piazza Fontana con Elia Rosati, docente a contratto di Storia Contemporanea all’Università Statale di Milano e autore, insieme ad Aldo Giannuli, del libro “Storia di Ordine Nuovo” (ed. Mimesis). Ascolta o scarica.
https://www.radiondadurto.org/wp-content/uploads/2018/12/elia-rosati-piazza-fontana.mp3
A Milano movimenti e realtà in piazza per ricordare la strage fascista e di stato di 49 anni fa, quella di Piazza Fontana e della bomba scoppiata alla Banca Nazionale dell’agricoltura il 12 dicembre 1969. Ci parla dell’iniziativa Walter Boscarello di Memoria Antifascista  Ascolta o scarica
https://www.radiondadurto.org/wp-content/uploads/2018/12/Walter-Boscarello-piazza-fontana.mp3
da Radio Onda d’Urto
la cronologia
12 dicembre 1969 Alle 16 e 37 esplode una bomba nella Banca dell’Agricoltura di piazza Fontana, a Milano: alla fine si conteranno17 morti e 88 feriti;
15 dicembre 1969 Fermato subito dopo la strage, l’anarchico Giuseppe Pinelli precipita dal quarto piano della questura di Milano, della quale il commissario Calabresi è vice capo dell’Ufficio politico;
16 dicembre 1969 Vengono arrestati gli anarchici Pietro Valpreda e Mario Merlino (che poi si scoprirà essere un neofascista infiltrato);
23 febbraio 1972 A Roma si apre il processo sulla Strage. Successivamente verrà trasferito a Milano e poi, per motivi di ordine pubblico, a Catanzaro;
3 marzo 1972 Vengono arrestati i neofascisti Franco Freda, Giovanni Ventura e Pino Rauti. Le indagini evidenziano legami tra l’estrema destra eversiva e i servizi segreti italiani;
7 maggio 1972 Elezioni anticipate. Il neofascista Rauti viene eletto in parlamento con l’Msi. Il manifesto candida Valpreda, che non viene eletto;
17 maggio 1972 Il commissario Luigi Calabresi viene ucciso a Milano;
29 dicembre 1972 Valpreda viene scarcerato; 27 ottobre 1975 Il giudice D’Ambrosio chiude le indagini sulla morte di Pinelli. Tutti prosciolti gli agenti della polizia. La caduta dalla finestra della questura sarebbe avvenuta per un «malore attivo»;
18 gennaio 1977 Si apre a Catanzaro il processo per la Strage. Andreotti depone sul coinvolgimento dei servizi segreti e, davanti ai giudici, dice per trentatré volte «non ricordo»;
4 ottobre 1978 La polizia accerta la scomparsa di Freda; 16 gennaio 1979 Ventura fugge all’estero;
23 febbraio 1979 Sentenza di Catanzaro: ergastolo per Freda, Ventura e per l’altro neofascista Giannettini; 4 anni e 6 mesi per Valpreda e Merlino, condannati per associazione a delinquere. Pene minori per alcuni membri dei servizi segreti;
12 agosto 1979 A Buenos Aires viene arrestato Ventura; 23 agosto 1979 Freda viene arrestato in Costa Rica; 22 maggio 1980 A Catanzaro comincia il processo d’Appello;
20 marzo 1981 Sentenza del processo d’appello: tutti assolti per la strage di Piazza Fontana. Freda e Ventura condannati a 15 anni per le bombe di Padova e Milano del 1969. Confermate le condanne per Valpreda e Merlino;
19 giugno 1982 La Cassazione annulla la sentenza d’Appello di Catanzaro; 23 dicembre 1982 Nell’ambito di una nuova indagine sulla strage, la procura di Catanzaro ordina l’arresto del neofascista Stefano Delle Chiaie; 13 dicembre 1984 a Bari comincia il nuovo processo d’Appello;
1 agosto 1985 Tutti assolti nel processo di Bari. Condanne per reati minori per esponenti dei servizi segreti; 27 marzo 1987 A Caracas viene arrestato Delle Chiaie; 26 ottobre 1987 A Catanzaro comincia un nuovo processo. Imputati i neofascisti Massimiliano Fachini e Delle Chiaie; 20 febbraio 1989 Tutti assolti a Catanzaro. La procura aveva chiesto l’ergastolo per gli imputati; il 5 luglio 1991 La Cassazione conferma la sentenza di Catanzaro;
Primavera/estate 1995 Il giudice Guido Salvini indaga sul mondo della destra neofascistia A luglio Delfo Zorzi e Carlo Maria Maggi vengono indagati per la strage; 14 giugno 1997 Ordine di carcerazione per Zorzi e Maggi;
8 giugno 1999 Viene disposto il processo per Zorzi, Maggi e altri neofascisti; 30 giugno 2001 Zorzi e Maggi vengono condannati all’ergastolo;
6 luglio 2002 A 69 anni muore Pietro Valpreda;
12 marzo 2004 La Corte d’Appello di Milano assolve Zorzi, Maggi e gli altri neofascisti; 3 maggio 2005 La Cassazione conferma la sentenza. I familiari delle vittime della strage dovranno pagare le spese processuali.
(Mario Di Vito da il manifesto)
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alchimilla · 4 years
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• Covid-19 • 182 giorni di Apocalisse, tra morti misteriose, sparizioni, e report dei servizi segreti
La vita ai tempi della pandemia - Mondo, Zona Rossa / giorno 116
Ieri, 30 giugno 2020, sono stati 6 mesi da quel fatale 30 dicembre 2019, che ha cambiato il mondo che conoscevamo. Per sempre.
In questi 6 mesi, un virus letale, di origine (s)conosciuta, con epicentro la megalopoli cinese di Wuhan, da 11 milioni di abitanti, fuoriesce dal BioLab-4 di Wuhan (un super laboratorio di massima sicurezza che gestisce i patogeni più letali al mondo) e comincia silenziosamente ad infettare ed uccidere migliaia di persone in tutto il pianeta.
Questo virus mortale, provoca polmoniti interstiziali bilaterali mai viste prima: alle radiografie, i polmoni appaiono a “vetro smerigliato” e, all’auscultazione, i polmoni producono un caratteristico rumore di “carta accartocciata”.
Ma soprattutto, questo virus letale, nato già “perfetto” e che non ha bisogno di replicarsi per mutare e perfezionarsi (com’è accaduto invece per il similare virus della Sars, questo sì, un virus di origine naturale, che ha fatto “solo” 800 morti nel mondo in 32 paesi, in 4 mesi totali di epidemia, da novembre 2002 a marzo 2003, contro i 500.000 morti, in 188 paesi, di Covid-19, in soli 6 mesi, e non è ancora finita), uccide con un meccanismo mai visto prima in altri virus: provoca una reazione immunitaria abnorme, che fa “impazzire” il sistema immunitario umano, il quale comincia a produrre centinaia di coaguli nel sangue, che, una volta arrivati agli organi vitali, portano alla morte.
Il mondo si blinda in un lockdown globale.
Le economie precipitano.
Disoccupazione e povertà arrivano a livelli esponenziali, intaccando anche il ceto medio.
Cominciano rivolte e guerriglie in diversi paesi, soprattutto negli Stati Uniti, dove l’epidemia è fuori controllo.
I suicidi aumentano, sia tra il personale sanitario, che tra le persone comuni.
Gli ospedali di tutto il globo collassano.
Finiscono i respiratori.
Non ci sono farmaci nè vaccini contro il virus.
I malati vengono messi per terra, nei corridoi, o all’esterno, nelle tende di biocontenimento.
Gli obitori, i cimiteri, i forni crematori di tutto il pianeta, non bastano più.
Si scavano fosse comuni per seppellire i corpi infetti.
Decine e decine di camion militari trasportano decine e decine di bare da cremare.
Centinaia di persone, in tutto il mondo, vengono trovate morte, da sole, a casa, senza nessuna assistenza. Uccise dal virus.
Poi, dopo 3 mesi di buio e di lotta per la sopravvivenza individuale, qualcosa nella genetica del virus muta, e s’indebolisce: la carica virale non è più in grado di uccidere le cellule umane. I sintomi diventano lievi, e le terapie intensive si svuotano, insieme ai Covid Hospital, prima in Cina, poi in Italia, poi in Europa, ovvero, nei paesi che la pandemia ha colpito per primi. Il resto del mondo, invece, è ancora alle prese con le fasi più feroci e mortali della malattia.
Attualmente, in Cina, Italia ed Europa, ci sono ancora alcuni importanti focolai, ma sono tutti di persone asintomatiche, che non richiedono, nella maggior parte dei casi, ricovero ospedaliero, ma solo quarantena e assistenza domiciliare.
E mentre imperversa ovunque questo caos apocalittico, in questi 6 mesi di puro terrore, ci sono state anche misteriose “scomparse”, morti, uccisioni di ricercatori, blogger, giornalisti, che hanno cercato di dire la verità sul virus, e cioè che proviene dal BioLab-4 di Wuhan, da cui è fuoriuscito per un errore umano, e dove è stato geneticamente modificato con innesti di altri virus, per scopi, molto probabilmente militari, e molto meno probabilmente per semplice “studio”.
In un dossier di 15 pagine, redatto da “Five Eyes” (una super intelligence internazionale, basata su un’alleanza tra i servizi segreti dei maggiori 5 paesi di lingua anglofona: Australia, Canada, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti), la Cina viene accusata di aver nascosto o distrutto prove sull'origine della diffusione del virus, di aver negato inizialmente la trasmissibilità da uomo a uomo, e di aver bloccato l'accesso delle organizzazioni internazionali a Wuhan, epicentro del contagio, e ai campioni del virus inizialmente disponibili. Nel fascicolo, inoltre, si fa riferimento all'esistenza di prove in grado di dimostrare che il virus sia stato generato nei laboratori dell'istituto di virologia di Wuhan, a pochi passi dal mercato del pesce, prove che Pechino ha intenzionalmente cercato di insabbiare.
In particolare, il report di Five Eyes muove 3 pesanti accuse contro la Cina:
1) la prima, riguarda la scomparsa di molte persone, tra cui la ricercatrice dell'istituto di Wuhan, Huang Yan Ling, da molti ritenuta la ‘paziente zero’ di Covid-19, misteriosamente scomparsa. Pechino non ha fornito spiegazioni in merito, e addirittura il profilo della ricercatrice è stato rimosso dal sito dell'Istituto di ricerca di Wuhan.
Anche altre persone sono scomparse, come i ricercatori cinesi Botao Xiao e Lei Xiao (di cui mi sono già occupata tempo fa), che per primi avevano parlato della possibilità che il virus fosse uscito dal laboratorio di Wuhan, dove, già in passato, c’erano stati altri incidenti di ricercatori infettatisi coi virus dei pipistrelli.
Ma la scomparsa più eclatante, riguarda Shi Zenghli (anche di lei ho già ampiamente parlato), la virologa numero 1 della Cina, soprannominata “Batwoman”, per i suoi studi sui coronavirus dei pipistrelli, di cui è la massima esperta a livello mondiale.
Di Shi Zenghli non si hanno più notizie da aprile 2020.
Il 2 gennaio 2020, terminando la mappatura della sequenza del genoma di Covid-19, Shi scopre che è identico per il 96% a quello di un virus studiato nel suo laboratorio.
Lo stesso 2 gennaio, la direttrice dell’istituto in cui si trova il BioLab-4 di Wuhan, diretto da Shi, invia una mail, rivolta a tutta la comunità scientifica, in cui vieta la divulgazione dei risultati delle ricerche sul virus Sars-Cov-2.
Ma Shi non rispetta questo monito, e il 23 gennaio 2020, pubblica una relazione scientifica, ripresa poi da “Nature”, in cui spiega di aver scoperto l’altissima contagiosità di questo virus il 14 gennaio (6 giorni prima che il regime di Pechino lo riveli al mondo).
L’11 marzo 2020, Shi rilascia inoltre un’intervista (per lei fatale), nonostante le fosse stato vietato, alla rivista “Scientific American”, in cui dichiara i suoi dubbi sul presunto passaggio animale-uomo fatto dal virus e avvenuto in una zona urbana, il mercato del pesce di Wuhan, anziché negli ambienti tropicali che lei studia da 16 anni, e a cui ha dedicato la sua vita e la sua carriera.
Ammette poi che <<il virus potrebbe essere arrivato dal nostro laboratorio. Questo è stato un vero peso, non ho chiuso occhio per giorni>>.
Più avanti, nell’intervista, dice anche di aver abbandonato gli studi su Covid-19, senza peró spiegarne i motivi.
Queste sono state le ultime dichiarazioni di Shi, dopodiché, di lei si sono perse le tracce.
Molte voci dicono che sia fuggita dalla Cina e abbia trovato rifugio a Parigi con la sua famiglia, e sia pronta a consegnare un dossier sulla fuga dal laboratorio di Wuhan del Covid-19.
Ma anche altre persone sono state colpite dalle misure restrittive del regime, come diversi medici che hanno cercato di dare l’allarme sulla diffusione dell’epidemia, e sono tutti stati incarcerati o scomparsi, oppure come l'uomo d'affari Fang Bin, l'avvocato Chen Qiushi e l'ex reporter televisivo statale Li Zehua, anche loro tutti incarcerati, per aver diffuso il proprio pensiero in merito alla gestione governativa dell’emergenza.
Infine, c’è un’altra scomparsa misteriosa: l’uccisione, a maggio 2020, di Bing Liu, 37 anni, un professore cinese dell'università di Pittsburgh, che era vicino a "scoperte molto significative" sul Covid-19, e che è stato assassinato nella città della Pennsylvania in un caso di omicidio-suicidio.
Bing Liu, è stato ucciso nella propria abitazione, con numerosi colpi di pistola alla testa, al collo e al torace. L'omicida è il 46enne Hao Gu, anche lui di Pittsburgh, che poi si è ucciso nella sua auto, parcheggiata poco distante. La polizia ritiene che i due si conoscessero e che il movente non fosse una rapina. Il delitto è avvenuto sul patio della casa mentre la moglie della vittima era fuori.
L'università di Pittsburgh ha poi spiegato che Bing Liu aveva un dottorato in chimica ed era "un eccezionale e prolifico ricercatore", e che era "vicino a realizzare scoperte molto significative per la comprensione dei meccanismi cellulari che sottintendono all'infezione da SARS-CoV-2 e alle successive complicazioni".
Bing Liu è stato ucciso perché stava per trovare le prove di una manipolazione genetica di Covid-19? Certamente sì.
2) La seconda accusa mossa da Five Eyes a Pechino, riguarda la possibilità di una fuoriuscita del virus dai laboratori di Wuhan, nei quali l'equipe della dottoressa Shi Zhengli ha per anni condotto esperimenti sui Coronavirus nei pipistrelli, manipolando un campione del virus corrispondente al 96% con il Covid-19.
3) La terza, e ultima accusa, riguarda la continua attività di insabbiamento delle prove da parte di Pechino, attraverso la censura delle notizie sul virus dal web, già dal mese di dicembre 2019, e la deliberata rimozione dai motori di ricerca di key words riguardanti il coronavirus, le sue similitudini con la Sars, il mercato del pesce e il laboratorio di Wuhan.
Il mondo punta (a ragione) il dito contro la Cina, ma tutte le colpe del regime di Pechino nell’aver taciuto per mesi (gli inizi dell’epidemia sembra risalgano addirittura ad agosto 2019) il diffondersi del virus, alla fine non avranno conseguenze, perche nessuna nazione, per quanto ricca e potente, puó risarcire il mondo intero per un suo errore, anche se fatale e letale, e soprattutto perché, rivalersi sulla Cina, significherebbe arrivare alla terza guerra mondiale, e alla fine dell’umanità.
E già adesso, l’umanità si trova in bilico sull’orlo del baratro.
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