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#la Repubblica
black-is-no-colour · 11 months
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D La Repubblica, May 2023. Monica Bellucci wears Maison Margiela by John Galliano, Co-Ed 2023 collection. Photographer Vito Fernicola, styled by Tom Guinness
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grrl-beetle · 27 days
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la Repubblica
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gregor-samsung · 1 year
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“ Invece di seguire il programma di austerità del suo predecessore Hoover, il presidente del New Deal, come ha notato Barbara Spinelli su «la Repubblica», «aumentò ancor più le spese federali. Investì enormemente sulla cultura, la scuola, la lotta alla povertà». Purtroppo, aggiunge la Spinelli, «non c’è leader in Europa che possegga, oggi, quella volontà di guardare nelle pieghe del proprio continente e correggersi. Non sapere che la storia è tragica, oggi, è privare di catarsi e l’Italia, e l’Europa». Già: addirittura una «catarsi». Ma è proprio quello che ci vorrebbe. Roosevelt, infatti, non mise solo i disoccupati a scavare buche e a riempirle, come tanto spesso si dice. Tre dei più importanti progetti della Works Progress Administration, i più singolari, innovativi e duraturi, furono quelli compresi nel cosiddetto Progetto Federale numero 1, altrimenti noto come Federal One, che sponsorizzò per la prima volta piani di lavoro per insegnanti, scrittori, artisti, musicisti e attori disoccupati. Il Federal Writers’ Project, il Federal Theatre Project e il Federal Art Project misero al lavoro per qualche anno più di ventimila knowledge workers (come li chiameremmo oggi), tra i quali c’erano Richard Wright, Ralph Ellison, Nelson Algren, Frank Yerby, Saul Bellow, John A. Lomax, Arthur Miller, Orson Welles, Sinclair Lewis, Clifford Odets, Lillian Hellman, Lee Strasberg (il fondatore del mitico Actors Studio) ed Elia Kazan. Non si trattò di elemosina: checché. Oltre a produrre opere d’arte (migliaia di manifesti, disegni, murales, sculture, pitture, incisioni...), gli artisti plastici e figurativi vennero impiegati nella formazione artistica e nella catalogazione dei beni culturali, e crearono e resero vivi anche un centinaio di community art centres e di gallerie in luoghi e regioni in cui l’arte era completamente sconosciuta. In tre anni, nella sola New York, più di dodici milioni (12.000.000!) di persone assistettero agli spettacoli teatrali incentivati dal Federal Theatre Project. Quanto al Writers’ Project, che costò ventisette milioni di dollari in quattro anni, produsse centinaia di libri e opuscoli, registrò storie di vita di migliaia di persone che non avevano voce e le classificò in raccolte etnografiche regionali, ma soprattutto, con le American Guide Series, contribuì a ridare forma all’identità nazionale degli Stati Uniti, che la Grande Depressione aveva profondamente minato, fondandola su ideali più inclusivi, democratici ed egualitari. E scusate se è poco. Tuttavia anche lì, e anche allora, non mancavano i sostenitori dell’idea che la cultura è un lusso e, soprattutto, un lusso di sinistra. Dal maggio del 1938, sotto la guida di due «illuminati statisti» come Martin Dies e J. Parnell Thomas, la Commissione della Camera contro le attività antiamericane non smise di accusare i tre progetti di essere al soldo di Mosca e non si arrese fino a quando non furono fermati. Poi, venne la guerra e molti sogni si infransero. Ma intanto, con quel solido lavoro culturale alle spalle, le fondamenta di una nuova consapevolezza di sé e di una nuova idea di futuro erano comunque gettate. E da lì, dall’idea di fondo della necessità dell’intervento statale per vivificare la cultura e modificare così la specializzazione produttiva di un Paese, partirà, già durante la guerra, un altro liberale illuminato, Vannevar Bush, consigliere di Roosevelt, per elaborare il famoso rapporto Science: the Endless Frontier, che rappresenta un po’ il manifesto della politica culturale e scientifica – e a ben vedere anche economica – che avrebbero seguito gli Stati Uniti nei successivi decenni fino a Barack Obama. “
Bruno Arpaia e Pietro Greco, La cultura si mangia, Guanda (collana Le Fenici Rosse), 2013¹ [Libro elettronico]
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"ARCHIVIO 1306 Settembre #dLUI2022"
EDDIE REDMAYNE
📸 Photo by Laura Bailey
Source: dLui Magazine on Instagram.
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Luca talking to 'La Repubblica' about his film Bones & All and his relationship with Timmy.
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"... Speaking about the relationship with Chalamet, Guadagnino says that "it's very difficult for me to talk about this, because the thing that deeply touches me is to see a young boy grow up to be a young man on a path of sharing important things, like making movies, but there is also a private, personal relationship between me and him, because we are friends. I can say that Timothée is a boy of a superior intelligence and extraordinary emotional sensitivity and therefore working and living with him are privileged paths of life". ❤️
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desolationfires · 1 month
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ordenyprogreso · 6 months
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luigidelia · 6 months
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Repubblica Bari, 28 ottobre 2023 - Antonella Gaeta
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lolorossi · 1 year
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Quando la scienza non è scienza.
Aureliano Stingi (@AurelianoStingi su Twitter), si definisce nella sua bio: "Scientific Director @Medendi2; MBA @mbaCDIITALIA; PhD Cancer Biology @unigenews; Bio-Mol @unito; Collab @repubblica @Lilt_Roma; TO-OXF-MAD-GVA":
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La cultura, il sapere, la scienza, non sono solo un insieme di dati, ma soprattutto il modo in cui uno specialista usa essa per aiutare gli altri - chiunque, non solo chi trovi gradevole, simpatico. Non è così che, però, la pensa Aureliano Stingi, noto volto del mondo scientifico che collabora con La Repubblica:
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Qualcuno, su Twitter, ha cercato di correggere quanto scritto da Aureliano Stingi, nel modo più rispettoso possibile:
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La vita è difficile per molti ed ognuno elabora in modo diverso ciò che lo intristisce: il compito della scienza è cercare una soluzione alla condizione umana, ad ogni sua problematica, unitamente all'amministrazione politica, alle disuguaglianze sociali, oggi sempre più forti.
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lucaf2019 · 1 year
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La Repubblica, sabato 1 marzo 2014
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saulcastillo · 1 year
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⩔ Seguimos destacando algunos de los especiales publicados sobre el primer aniversario de la guerra en Ucrania refiriéndonos en esta ocasión al suplemento especial que la pasada semana publicó el diario italiano La Repubblica.
El especial "365 giorni" incluye una cronología mes a mes sobre el desarrollo del conflicto, la comparativa de fuerzas, los números de la guerra y diversos análisis cartográficos sobre la invasión, destacando la espectacular portada y contraportada diseñadas por Matteo Riva con ilustraciones de Paula Simonetti.
» Especial 365 giorni (La Repubblica), del 23 de febrero de 2023
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black-is-no-colour · 10 months
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Binx Walton, photographed by Eddie Wrey and styled by James Valeri for D La Repubblica The Travel Issue Summer 2023
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noneun · 1 year
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Cioè non ho capito, a 12 anni se ti stuprano sei una ragazzina. Se invece ti pestano sei una bambina? Complimenti anche per la scelta della parola "pestano", molto delicata direi. Potevano scrivere direttamente "menano", già che c'erano.
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canterai · 1 year
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E se lo si costringesse a guardare la luce stessa, non sentirebbe male agli occhi e non fuggirebbe volgendosi verso gli oggetti di cui può sostenere la vista? Dovrebbe, credo, abituarvisi, se vuole vedere il mondo superiore.
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New photos of Eddie photographed by Laura Bailey for "La Repubblica", September 17, 2022.
📸 Special thanks to Nicole from @comfortredmayne on Instagram, for sharing these beautiful photos!!
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gregor-samsung · 2 years
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“ Nel lontano 2006, quando da poco era tornata al governo la coalizione di centro-sinistra, Luciano Gallino scrisse sul quotidiano «la Repubblica», di fronte alla consueta recrudescenza di morti sul lavoro, che il solo provvedimento necessario era l’immissione massiccia di nuovi ispettori del lavoro. Il 29 dicembre 2007 moriva la settima vittima della ThyssenKrupp. Dopo quindici anni siamo ancora lì. Anzi la situazione è, se possibile, peggiorata. Le tecniche volte ad «eludere o violare» le norme (per dirla col presidente Mattarella) si sono moltiplicate: prima tra tutte la proliferazione di sub-appalti che rende arduo identificare chi sanzionare, ammesso che si voglia davvero – come si esprime «il dicastero» – prendere «misure sospensive e interdittive». Per chi non accetta il cosiddetto «green pass» c’è l’immediata sospensione dello stipendio, per le aziende omicide si studiano «misure sospensive e interdittive». Il 5 agosto del 2021 il «Corriere della Sera» dedicò un’intera pagina (p. 23) al problema, in un intervento a cura di Riccardo Bruno. Titolo: Ogni giorno 3 morti sul lavoro. Il rischio è che l’espressione «sinistra di governo» significhi ormai soltanto «che occupa dei posti nel governo». Spettacolo di mediocrità e impotenza. Congedandosi dai giornalisti in procinto di andare in vacanza, il 6 agosto, il presidente del Consiglio [Mario Draghi] ha pensato che un cenno alla morìa sul lavoro andasse fatto. Ha tentato di fare il nome di Luana D’Orazio ma, non essendo molto informato, ha soggiunto: «almeno credo che si chiamasse così». “
Luciano Canfora, La democrazia dei signori, Laterza, gennaio 2022 (Corsivi dell’autore).
[Libro elettronico]
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