Tumgik
#vorrei sapere chi lo abbia scritto
jaja-dingdong · 2 years
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Ritrovamenti di un certo livello in università
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ti penso ogni tanto sai, ormai non ci conosciamo più, tanto che credo che tu non sappia riconoscermi da questo messaggio, eppure tento, perché non so, non so neanche perché ti penso, forse perché penso di averti conosciuto così bene che pensarti come estranea mi riuscirà sempre difficile, eppure sono in anonimo, so che ti sei sempre pensata non abbastanza e invece ti dico che le cose non sono mai dipese da te, te sei sempre stata perfetta, per me almeno, o almeno così ricordo? ti ho sempre ammirato ma non te l’ho mai detto, per orgoglio credo, eppure non parliamo da anni, eppure tento, eppure qui mi trovo, un po’ mi vergogno, mi manchi da sempre, ma i rapporti infranti non si risanano, eppure vorrei, ti ho già scritto in passato, chissà se ricordi, eppure dovresti, o almeno vorrei ricordassi
i messaggi così, inaspettati e ricchi, mi fanno sorridere, questo credo tu lo sappia bene se mi conosci come dici.
io credo di sapere chi tu sia, mi piacerebbe davvero tanto averne la conferma ricevendo un tuo messaggio anche se non credo tu abbia più il mio numero, penso sia passato così tanto tempo da averlo cancellato magari.
magari il rapporto non può essere risanato ma potremmo trovare un nuovo equilibrio per riuscire a stare bene di nuovo senza sentire quella mancanza continua e costante che ci lascia nel passato per vivere appieno il presente, essendoci.
ti aspetto, se non su whatsapp o con una chiamata almeno qui su tumblr, così da poterti parlare.
non avere paura di farlo, se sei chi penso io un po’ ti ho sempre aspettato.
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ilmondodiblu · 7 months
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Ricordi.
È da quando penso di essere atea che mi sono ricomposta. L'esistenza di questo "Dio" che tutti venerano e che tutti amano, che tutti rispettano e vogliono che venga rispettato, mi sembra solo una richiesta di aiuto, la motivazione che li porta ad avere meno paura, della morte, il mistero più eclatante tra tutti, delle persone, dell'universo, ma io vorrei un Dio che mi facesse passare la paura di vivere. Si questo è il mio pianeta, ma la vita che ho mica me la scelgo io, anzi io proprio non saprei scegliere, non so cosa indossare per andare a lavoro, figurati se so quale strada mi porterà al successo o alla felicità. Dipende da cosa pensiamo sia la felicità. Prima pensavo fosse l'amore, o meglio, pensavo fosse trovare l'anima gemella, avere un buon lavoro, una bella casa e vivere la monotonia. Oggi non so cosa sia esattamente per me essere felice. Se è distruggere le barriere che mi portano a ridicolizzarmi davanti agli altri, in un luogo in cui tutti si sentono superiori per i propri ideali. Sento come se appartenessi ancora al mio passato perché ho iniziato a considerarlo parecchio insignificante, ma quella briciola di felicità forse l'ho sentita solo quando ho potuto sentire di essere nata da quella figura che ora per me è come un gigantesco punto di domanda. Questo dimostra che non mi so adattare, non riconosco il fatto di potermici abituare a questi cambiamenti ed è per questo che ora nessuno mi definisce. E io chi sono? E se credessi in Dio cosa cambierebbe? Non ho bisogno di aggrapparmi a una fede, anche se vorrei amarmi, vorrei amare la vita, vorrei amare i miei passi, i miei percorsi e amare quelle cadute che ho fatto, vorrei amare la mia capacità di rialzarmi ma ho le ginocchia piene di lividi. Ora posso disinfettarmi con le lacrime, perché sul tuo viso il mio sangue non lo posso spargere. Ma mi guardo e vedo nell'oscurità della pupilla il tuo riflesso e posso sentirti contare i giorni che ormai ci separano, eppure il sole continua a splendere, il mare continua ad esistere, quindi nonostante Dio ci abbia separate , tutto intorno continua a vivere. Ti so amare senza conoscerti, senza averti mai chiamata "mamma" come meritavi. E io cosa merito? Tu mi hai abbandonata e io pure. Quindi non siamo nemmeno dei ricordi, siamo solo entrambe consapevoli che non potevamo crescere insieme, anche se lo avrei voluto o lo avremmo voluto. Dopo anni non so cosa mi spinge a scriverti in continuazione, cosa ci trovo io nel sapere che tutto quello che ho scritto fino ad ora tu mai lo leggerai? Sono un'idiota. Me lo dico sempre. Sento che non mi fa bene questo contatto che cerco con te su queste pagine vuote, ma mi ricordano te e voglio riempirle solo di te.
ilmondodiblu
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ross-nekochan · 1 year
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Ogni famiglia, che sia composta da due, tre o quattro membri, ha un suo linguaggio. Un linguaggio strettamente linguistico, uno fisico, uno comportamentale e così via.
Ognuno ha un suo modo di rapportarsi a sé e all'altro unico e che, in famiglia, diventa in qualche modo qualcosa di condiviso, così che questo linguaggio possa essere letto e scritto da tutte le parti.
Ebbene, io vorrei sapere qual è stato il mio primo evento della mia vita che mi ha portato letteralmente a scollarmi dal linguaggio della mia.
Ero decisa: sarà stato il lontano 2017, quando ho preso quell'aereo e ho vissuto una vita mia per la prima volta.
Poi ho pensato ancora: no, forse è stato prima. Forse è cominciato tutto con il DCA: quando piangevo all'improvviso e l'unica cosa che mi si riusciva a dire era che ero pazza e che mi dovevo alzare dal letto perché andava rifatto.
O forse ancora prima: quando ho incontrato a 14 anni la mia migliore amica che, gracile gracile, mi ha dato uno zuccherino ogni volta per sciogliere un po' questo muro di ghiaccio che mi hanno insegnato a portare.
O forse, io ci sono nata con un altro linguaggio e basta, chi lo sa. Perché sennò... perché piangevo tutte le volte che mamma non rimaneva all'asilo con me? Perché io dovevo sentire questo bisogno costante di essere considerata, di avere la prova di esistere e di essere presente, di sentirsi voluta bene?
Il mio linguaggio è sempre stato diverso da quello della mia famiglia. E infatti, a quei pianti non ho mai ricevuto carezze per calmarmi, ho ricevuto abbandono perché mia mamma se ne andava a casa. Non ho ricevuto abbracci (pure finti) che da maggiorenne.
E quindi anche oggi mi ritrovo in una dinamica la cui grammatica mi è proprio estranea, totalmente.
Ma la vogliamo smettere di stare con il muso lungo?
Ma come stai? Che ti senti? Oggi stai meglio?
Non sono di certo pronta a ricevere col sorriso domande del genere, il mio orgoglio non me lo permette, ma non posso negare che desidererei ricevere queste domande. E invece, forse per lo stesso orgoglio, queste domande nemmeno le si fanno. Ah quindi forse il linguaggio ha una base comune? Sni perché io ho subito un torto, un torto che potrei fare come lo avessi dimenticato il prossimo minuto se qualcuno facesse anche solo la mossa di un tentativo di riappacificazione. Invece nessuna mossa, nessun tentativo. Si aspetta, passivi, che la rabbia sbollisca. Perché così è scritto nel linguaggio, nei secoli dei secoli.
Io però non parlo più questa lingua. Non tollero più di dimenticare senza ricevere le mie dovute scuse. Le mie amiche, quando ho raccontato l'accaduto, non hanno fatto altro che ripetere le stesse parole e tra di loro non si sono nemmeno sentite: che schifo, che vergogna. Parole per me fortissime, sono arrabbiata ma forse non avrei usato schifo. Ma se le usano le mie amiche, chi sono io per non accettarla? Forse questo dimostra nuovamente quanto io abbia perdonato talmente tanto da non sentirmi più una dignità, una importanza. In effetti è come mi sono sentita quella sera: senza nessuna importanza. Perché un altro linguaggio in questa famiglia è che l'importanza te la devi da solo, nessuno te la da perché è giusto che sia così.
Se dico un mezzo fatto mio che mi preoccupa, nessuno mi chiederà dettagli. Te lo devo sciorinare tutto per filo e per segno per ricevere, forse, la tua attenzione.
Io però non sono fatta così, di nuovo. Io per ogni cosa ho sempre questa cosa per cui mi vorrei fare piccola piccola, così non disturbo nessuno. E nella mia testa continuo a farlo pure se sono ancora arrabbiata - anche perché poi vengo etichettata come dispettosa ed è una cosa che proprio non tollero.
Non lo so quand'è che ho cominciato ad avere un linguaggio mio. Forse è così da sempre e io non ho fatto altro che soffrire proprio per questo motivo perché non mi si capiva e io non capivo quello che mi si diceva. È una sofferenza anche così. Purtroppo, per me è una sofferenza sempre e comunque: sia nella tempesta che nella quiete. Ma se il campo avversario non è in grado di abbassare armi che non si capisce nemmeno perché siano state alzate, allora non posso fare altro che arrendermi alla mancanza di volontà della quiete.
Ovviamente anche questa volta piangerò sempre e solo io, come sempre. Ma per quanto farà male, forse farà bene dopo. E va bene così. O forse no.
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gabbiadicarta · 2 years
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Ciao, scusa il disturbo ma vorrei sfogarmi perché sto per impazzire e non ho le forze. Sono fidanzata da due mesi ma in realtà io e lui ci siamo fidanzati molte volte in questi 4 anni ma questa è la volta “stabile”. Il mio ragazzo conosceva una tipa e ora non si parlano più perché detto da lui lei era un po’ inquietante in ciò che faceva e hanno perso i rapporti mesi fa. Ma lei continua sempre a cercare le sue attenzioni mettendo storie su insta ecc.. infatti io le ho scritto di smetterla (non l’ho insultata ne nulla perché non sono la tipa che va ad insultare così) le ho parlato con calma dicendo di smetttarla di cercare il mio ragazzo e lei ha detto ok. Poi ieri su Tellonym (app anonima collegata a insta) lei scrive al mio ragazzo e gli dice che gli manca, il mio ragazzo le chiede di dov’è era quanto parlavano (così per cercare indizi di chi fosse dato che ha usato l’anonimo, ma lei ha usato una frase di un film importante mio e del mio ragazzo e ha scritto anche una frase della canzone che mi ha dedicato il mio ragazzo ed è importante sia per me e sia per lui. Io ho sempre avuto una sensazione dentro di me di non essere non lo so abbastanza e che tutto questo sia una presa in giro tra me e il mio ragazzo perché ogni tipa con cui aveva un rapporto di amicizia o non sa quella frase del nostro film ma ora mi chiedo come fa lei ora a sapere quella canzone, nel senso okay anche lei ascolta quel cantante ma perché proprio quella frase di quella determinata canzone (lui le ha risposto “attenzione sta canzone è sacra” e lei ha risposto “lo so” e lui le ha risposto “ era tipo un preavviso? hahaha”
sembra tutto una presa in giro davvero e io ne ho parlato con lui questa settimana di togliere il seguito a questa tipa o bloccarla e lui dice “pensi che se le tolgo il seguito lei smetterà farà di tutto”
Mi sento confusa non so cosa pensare ne dire vorrei solo una pausa perché ne ho parlato con lui abbastanza questa settimana e gli ho detto anche di parlarne con i suoi amici perché pensi che se le toglie il seguito da insta lei farà una marcia indietro ma lui no deve sempre contestare.
Non so casa fare ne dire se apro bocca mi sembra di sprecare fiato e io gli ho detto che se lei fa un’altra mossa manderò a quel paese tu te e due perché lui non mi ha ascoltata quando gli dicevo cosa fare e lei che non la smette
Non c’è la faccio più davvero, cosa mi consigli di fare?
Io ormai sto avendo dei dubbi per la citazione del film e anche la citazione della canzone mia e del mio ragazzo
Mi sembra boh tutta una farsa ormai la sua come se dicesse tutto a tutte e dedicasse tutto a tutte non lo so più davvero mi viene da piangere
se senti di aver bisogno di una pausa, datti ascolto e cerca la pausa. probabilmente hai bisogno di staccare.
io lo dico sempre, a tutti, se state in una relazione che vi rende più infelici e dubbiosi, che felici, allora lasciate perdere. il tuo ragazzo non è in grado di darti conforto e scacciare le paranoie, al contrario ne crea. la capacità di essere quantomeno empatici è molto importante in un legame e sottovalutare le emozioni altrui è veramente irrispettoso, lo capisco.
se vuoi, prova a comunicare di nuovo il tuo bisogno di allontanarsi da questa ragazza, insisti sul perchè lei abbia citato la vostra canzone, ma se noti che crea davanti a te un muro, allora lascia stare.
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crossroad1960 · 2 months
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Qualche giorno fa, Elisa Giomi, nostra autorevole e apprezzata collaboratrice, docente di Roma 3, titolare di un curriculum ammirevole e soprattutto componente di Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni), ha scritto per Huffpost un contributo in cui si rallegra della sentenza con cui il Tar del Lazio ha riposto alla Corte di giustizia europea il regolamento per un equo compenso dei contenuti diffusi nel web.
Cercherò di spiegare ai lettori di che si sta parlando senza sprofondare nel burocratese. I ciclopi della rete - Facebook, OpenAI, X eccetera - da decenni fondano il loro strapotere anche - in parte né predominante né trascurabile - sulla riproduzione dei nostri articoli. Di Huffpost, di Repubblica, del Corriere, della Stampa, ma anche di giornali locali, di piccole e combattive start-up digitali: alimentano il traffico e raccolgono pubblicità senza che agli editori e ai giornalisti ne derivi un proporzionale introito. Zero euro.
Il digitale ha provocato guasti enormi al giornalismo ma nessuna lagna: è così, la tecnologia ci ha migliorato la vita e posto di fronte a competizioni nuove che vanno affrontate e non rifuggite. La rivoluzione digitale ha stravolto il commercio, e ogni industria, quella dei libri, del vino, quella discografica, dei negozi al dettaglio, ha le sue grane e ognuno si ingegna per adattarsi e sopravvivere e poi rilanciarsi. Ecco, nessuna lagna. E però nessuna ambizione suicida: se OpenAI comprende i nostri articoli nello sterminato archivio su cui fonda lo sterminato (e ancora un po’ stolto) sapere dell’intelligenza artificiale, è sacrosanto riconoscere una percentuale a chi gli articoli li ha scritti e pubblicati.
Elisa Giomi, per tornare a noi, nel suo corsivo propone soluzioni alternative a quelle stabilite dall’Agcom, e sulle quali fu l’unica a votare in dissenso. Comprensibile, da parte sua, un poco di soddisfazione per la scelta del Tar di sottoporre il regolamento alla Corte di giustizia. E fin qui niente di discutibile. Il regolamento tracciava un recinto dentro cui piattaforme ed editori avrebbero poi raggiunto un accordo. A ricorrere è stata la Meta-Facebook di Mark Zuckerberg, e l’incomprensibile è che la decisione del Tar abbia introdotto una sospensiva. Mi spiego: finché la Corte europea non si sarà pronunciata, resterà tutto congelato. Un anno e mezzo? Due anni? Chissà. Ma noi sappiamo che i tempi della giustizia ancora non conoscono gli effetti devastanti di evoluzioni frenetiche.
Si ricorre alla sospensiva, soluzione drastica, quando una deliberazione può provocare danni irreversibili alle aziende, e qui siamo davvero al paradosso. Meta-Facebook nel 2021 (ultimi dati da Wikipedia) aveva un fatturato di 117.9 miliardi di dollari e un utile netto di 39.3 miliardi. Quale danno ricaverebbe dall’applicazione del regolamento in favore degli editori italiani, sulle cui cifre non mi pronuncio, ma starebbero dentro una percentuale dello zero virgola zero zero del fatturato di Meta? Al contrario a subire un danno, magari non irreversibile ma serio, sono gli editori e i giornalisti, che da anni lavorano gratis per imprenditori del web dotati di patrimoni pari al Pil dell’Ungheria, e sono davanti alla prospettiva di farlo per un paio d’anni ancora.
In attesa della Corte europea, sarà il Consiglio di Stato a pronunciarsi sulla decisione del Tar. Ma vorrei fosse chiaro a chi ci legge che non stiamo chiedendo sovvenzioni, bensì il riconoscimento di una quota legittima, indispensabile a migliorare i nostri bilanci e i nostri prodotti. Fare la beneficenza a Zuckerberg, capirete, non accende il mio entusiasmo. (Mattia Feltri)
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unfilodaria · 10 months
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Achille Campanile era diventato padre di Gaetano, una nascita scaturita dall'unione solo religiosa con Giuseppina Bellavita, non avendo ancora, lo scrittore, ottenuto l'annullamento del precedente matrimonio. Quindi una unione, a quei tempi, considerata "illegittima" e "naturale".
Tutto ciò diventa il pretesto per un esilarante scambio di battute in un serratissimo dialogo con un cameriere a proposito dell'ordinazione delle bevande al ristorante, che gioca sull'equivoco che nasce dall'uso delle parole "naturale" "minerale" legittimo",
ACQUA MINERALE
La scena rappresenta la sala di un ristorante. Alle pareti, pannelli con appliques di bronzo dorato. Sui tavoli, candele accese. La sala è quasi deserta, perché è tardi, e anche perché la maggior parte dei clienti, data la calda stagione, preferisce mangiare ai tavoli fuori, all'aperto.
Solo un tavolo è occupato da LUI e LEI, i quali preferiscono mangiare all'interno, per non esser visti, trattandosi di una coppia irregolare. LEI giovane, tipo di donna fatale, è sfolgorante in una toletta da sera, tutta d'oro. LUI, non più giovanissimo, è in smoking. Davanti alla tavola, il CAMERIERE, un uomo anziano e mansueto, sta terminando di pr­endere le ordinazioni relative alle bevande (quelle relative ai cibi sono state già prese dal capo-cameriere. ) Ha già preso nota ai cibi.
Un'orchestrina sta suonando una musica appassionata, che passa come un vento leggero fra le tavole scintillanti.
A un tratto s'interrompe. Rullo di tamburo, come al Circo Equestre, quando sta per cominciare un esercizio difficile. Indi tace anche il rullo.
L'orchestrina resterà in silenzio durante tutta la scena, per riprendere, con uno scoppio, dopo l'ultima battuta.
Nel silenzio, il CAMERIERE attacca la prima battuta, relativa alle ordinazioni dell'acqua.
CAMERIERE (col taccuino e il lapis pronti, per prendere nota.) Acqua minerale?
LUI Naturale
CAMERIERE (prendendo nota:) Acqua naturale.
LUI Ho detto minerale
CAMERIERE Veramente, mi scusi, ma lei ha detto naturale.
LUI Intendevo: naturale, acqua minerale. Non le sembra naturale che io beva acqua minerale?
CAMERIERE Certamente, certamente. Scusi. Credevo che il naturale si riferisse all'acqua.
LUI No, si riferiva al minerale. Vuole che un tipo come me beva acqua naturale? Io bevo acqua minerale.
CAMERIERE (annotando) Naturale.
LUI E dagli! Minerale!
CAMERIERE Ho capito. Ho scritto minerale.
LUI Lei ha scritto naturale, ho sentito coi miei orecchi.
CAMERIERE Ho detto naturale, ma ho scritto minerale.
LUI E perché ha detto naturale, se scriveva minerale?
CAMERIERE Perché riconoscevo che è più che naturale che una persona come lei beva non acqua naturale, ma acqua minerale.
LEI (a LUI): Ti prego, mi fate girare la testa.
LUI No, scusa, cara, permetti, voglio andare in fondo in questa faccenda, perchè nessuno deve prendermi in giro. (Al cameriere, ironico. ) E, se avessi voluto acqua naturale, e lei avesse scritto naturale, avrebbe detto minerale.
CAMERIERE Che c'entra? Naturale, nel suo caso, significava minerale; mentre minerale non significherebbe in nessun caso naturale.
LUI Perché? L'acqua minerale secondo lei, non è naturale?
CAMERIERE C'è acqua minerale naturale è acqua minerale artificiale, che però non è il nostro caso. Da noi è tutta naturale.
LUI L'acqua minerale.?
CAMERIERE L'acqua minerale, naturale, è naturale.
LUI E l'acqua naturale?
CAMERIERE L'acqua naturale è sempre soltanto naturale. Non esiste acqua naturale artificiale, che io sappia.
LUI Mah. Chi lo sa? Oggigiorno non c'è da fidarsi nemmeno dell' acqua naturale. (Ironico): cosicché, eh?, siccome io ho chiesto acqua minerale, lei ha scritto minerale.
CAMERIERE Naturale.
LUI Ah, vedo, dunque? Ammette anche lei d'aver scritto naturale!..
CAMERIERE MA NO! Dico: è naturale che io abbia scritto minerale, dal momento che lei la vuole minerale. Se avesse voluto acqua naturale, non sarebbe stato naturale scrivere minerale.
LEI (con ammirazione) Io, poi, vorrei sapere come si fa a dire naturale, mentre scrive minerale.
CAMERIERE (modesto:) Abitudine signora. In un locale come il nostro, si ha una tale abitudine a sentirci ordinare acqua minerale, che la mano scrive automaticamente la parola...
LUI Naturale.
CAMERIERE No, la parola minerale.
LUI
Ho capito, ho capito. Ho detto: naturale che scrive minerale, anche se dice naturale.. Ma mi dica, se io voglio acqua naturale; lei scrive naturale?
CAMERIERE Naturale.
LUI E se io voglio acqua minerale, scrive minerale
CAMERIERE Naturale.
LUI Ma insomma, lei scrive sempre naturale?
CAMERIERE Ma no!. . Naturale che io scrivo minerale.
LUI Allora lei scrive sempre minerale, sia che dica minerale, sia che dica naturale. E dice sempre naturale, sia che scriva naturale, sia che scriva minerale.
CAMERIERE (Balbettando:) Secondo i casi. Ci penserò. Glielo saprò dire. (A LEI:)Anche la Signora, acqua minerale?
LEI (con bonomia:) Naturale.
CAMERIERE (annotando:) Minerale.
LEI Ho detto naturale.
CAMERIERE Credevo che intendesse, come il signore: "naturale, acqua minerale". Invece intende: "naturale, acqua naturale".
LEI Per niente affatto. Quel vostro primo naturale è di troppo, perché in questo caso avrei detto: "naturale, naturale".
CAMERIERE Come?
LEI E già. Perché lei non aveva detto naturale ma minerale, e quindi il mio "naturale" non confermava, ma rettificava; mentre, nel caso del signore, non rettificava, ma confermava. Insomma, nel caso del signore "naturale" era una forma affermativa, mentre nel caso mio indicava una qualità dell'acqua differente da quella da lei indicata.
CAMERIERE (gemendo): Ma io come potevo sapere che il suo "naturale" non era come quello del signore?
LEI Attenendosi alla lettera. "Naturale" significa "Naturale", e basta.
CAMERIERE Appunto. Può significare tanto acqua naturale quanto minerale.
LEI
Niente affatto. Il mio "naturale" significava soltanto acqua naturale e non: "naturale, acqua minerale" E non insistete se no reclamo col proprietario e vi faccio licenziare.
CAMERIERE (Angosciato): Signora!! Ho famiglia. Un figlio.
LUI (commosso suo malgrado) Legittimo?
CAMERIERE Naturale..
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yoursweetberry · 1 year
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La differenza tra me e le tue amiche è che loro pur di non rispondere si lasciano prendere per il culo e si bevono tutto ciò che dici, io no.
Hai risposto che hai letto tardi che stavano andando là altrimenti avresti detto di venire prima, ma non è vero perché avevi risposto comunque presto (erano le 18:37) e potevi dirglielo ma non lo hai fatto 😅 hai risposto tutt’altro e anche dopo che Giusy aveva chiesto più volte se potevano, ha risposto prima Federica sempre parlando di cosa stavate facendo (quindi non dormiva ancora) ma senza invitare e poi dinuovo tu (alle 21) dicendo che la bambina si era addormentata e quindi? lei dorme e devi aspettare il suo permesso per invitare le tue amiche a casa tua? lei ha sempre dormito lo stesso anche in loro presenza, mo qual’era il problema? perchè non l’avrebbe deciso lei? o perchè non avevi voglia di farle venire? io me lo chiederei al posto loro.. perchè la tua risposta è incoerente con i fatti accaduti e i messaggi inviati in precedenza
Poi nei messaggi parlavi palesemente solo con loro hai detto “ho letto tardi che siete andate a Madonna dell’arco sennò vi dicevo di venire prima” chi era andato a madonna dell’arco? erano solo loro quindi perchè ti vuoi apparare facendo passare a me per quella che ha le allucinazioni? La differenza è che io te lo dico in faccia, loro no! e come le pecorelle, perchè Giusy pende dalle tue labbra, appena la tua fidanzata ti ha dato il via perchè si è svegliata e tu hai scritto il messaggio, giustamente si è fiondata da te perchè non desiderava altro! Perchè Carmela era più propensa a tornarsene a casa e lo aveva detto prima. E in più hanno proprio fatto finta di non essere state prese per il culo per la motivazione che ho spiegato prima 😅
Però ti immagino, immagino come tu abbia esclamato che io ti abbia rotto il cazzo quando hai letto il mio messaggio. Perchè le cose schiaffate in faccia dove si ha torto e non si vuole ammettere danno fastidio e si.. rompono il cazzo
Invece chi sta zitto e si beve qualsiasi cosa senza commentare (o meglio facendo commenti alle spalle) viene apprezzato e voluto bene ❤️ mi sembra giusto
Non ti sai comportare da amica con me, noi non potremmo mai essere amiche, tu ti sai solo far controllare da quella psicopatica tossica di merda che ha rovinato la tua vita, quella che sei e le hai permesso di rovinare anche tutto ciò che di bello e vero c’è stato tra di noi! Hai scelto di buttare un rapporto vero nel cesso per vivere nelle menzogne e nelle manipolazioni facendoti mangiare il cervello e non sapere nemmeno più che vuoi e chi sei! Non ti rendi conto di un cazzo di nienteee e si sono incazzata nera con te perché tu non te lo meritavi e glielo hai permesso!!! Tu non eri così.. tu non sei così! Nemmeno te ne riesci a rendere conto più talmente che ci sei dentro! E chi ti ama veramente ci soffre a vedere tutto questo e si incazza! Ma tanto tu non vorrai capirlo e sai solo pensare male di me non è così?? Perchè non capisci chi ti da addosso perché ti ama e chi lo fa per suo semplice interesse. Invece le tue care amiche quando quella tossica ti sfotte e ti umilia ridono pure! Che schifo ma perché? perchè? Non è giusto… io non riesco a darmi pace perchè tu hai dimenticato tutto e io invece no.. e vorrei solo tornasse come prima, vorrei solo si rimettesse tutto al posto giusto invece è tutto senza senso
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der-papero · 3 years
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Andiamo a rubare con Papero - Lezione 5 (parte 4) - Ciulare una WiFi
Bene, signore e signori, si comincia!
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Ah no, scusate, questa è la GIF adatta quando finirete in galera ... quella giusta è
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Se tutto va bene, sabato vorrei fare proprio di persona un po’ di wardriving nel mio comune e farvi un live action (insomma, live, più o meno ...). Il problema principale è l’aspetto legale. Tumblr è un luogo pubblico, non posso certo postare un video dove ufficialmente commetto un crimine, quindi mi limiterò al wardriving “passivo”, nella speranza di catturare qualcosa di interessante. Spiego tra poco cosa vuol dire “passivo”. Se non dovesse uscire nulla che possa servire alla divulgazione, allora mi limiterò ad una lezione teorica, senza video. Venerdì mattina ovviamente avrete la lezione su come si fa praticamente, così poi da poter vedere “meglio” il live.
Abbiate pazienza, ma io ho una mamma.
Ancora una volta, ci tengo a ricordare che
l’attacco umano, descritto nella parte 1 della Lezione 5, è quello più efficace e veloce, date le tecnologie attuali,
ma se proprio avete voglia di cazzeggiare, allora possiamo fare sta’ cosa.
Le tecniche con le quali attaccare un router WiFi sono diverse, e cambiano nel tempo, a seconda di come evolve la tecnologia. Vecchie falle vengono chiuse, nuove falle vengono scoperte, quindi in questo caso, come negli altri tipi di attacchi che vedremo nelle prossime lezioni, bisogna (quasi) costantemente aggiornarsi e vedere che novità ci sono. Youtube è strapieno di video su “come fare” e quali sono le nuove tecniche disponibili, se mi avete seguito con attenzione non dovrebbe essere troppo complicato seguirli (al più potete sempre chiedermi maggiori informazioni).
Prima di partire di casa, vale la pena verificare, con delle ricerche su Google,
se alcuni provider hanno delle vulnerabilità note
come sono costruite le password di default che i vari provider impostano sui vostri router quando li consegnano a casa vostra
La prima opzione la cito perché c’è stato un caso che ha fatto storia, ovvero il caso Fastweb, anno 2010, a mio parere uno degli esempi più vergognosi in tema sicurezza in Italia, dove l’azienda non ha fatto nulla per tutelare i propri utenti, e vi confermo che, al 2017, quando io sono partito per la Germania, c’erano ancora per Milano tante WiFi vulnerabili, inclusa quella del mio vicino di casa.
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In pratica, Fastweb ha avuto due colpe, se vogliamo, una brutta, e una davvero orrenda. Quella brutta è stata la scelta di inserire l’algoritmo che calcolava la password a partire dall’indirizzo BSS della rete (l’abbiamo visto nella scorsa lezione, remember?) direttamente nel codice del router. Quindi, dato un indirizzo BSS, ad esempio 11:22:33:44:55:66, esisteva un metodo preciso per calcolare la password di default del WiFi. Essendo questo metodo scritto nel codice del router, gli hacker della White Hats Crew, con un po’ di lavoro, sono riusciti ad estrarre il metodo, e il calcolo della password divenne praticamente istantaneo. Qui potete leggere tutto il lavoro che venne fatto, se vi interessa.
E vabbè, per quanto sia stata una cazzata madornale, diciamo che poteva essere “riparata”. La parte orrenda è legata al comportamento di Fastweb dopo il fattaccio. Gli stessi hacker si sono comportati in modo etico, pubblicando immediatamente la procedura, senza pretese di copyright, e avvisando l’azienda stessa del pericolo che i propri utenti correvano. Fastweb risolse il problema con i nuovi router, ma lasciò nella cacca quelli già attivi. Io non so se abbia mai inviato almeno un’email, fatto sta che un comportamento rispettoso verso i propri utenti avrebbe comportato una campagna di sostituzione dei dispositivi, o quanto meno un aggiornamento gratuito del firmware dei router, e invece nulla. Sui media ci fu un silenzio imbarazzante. Anche Telecom ebbe delle falle di sicurezza simili con i primi router “Alice”, se non ricordo male, ma qui non seguii la storia nel dettaglio.
Questo per dirvi che, se siete a conoscenza di provider “vulnerabili” senza troppo sforzo, rubare una rete WiFi può diventare un gioco da ragazzi (nel caso di Fastweb, bastava scaricarsi una app Android e farsi un giro in centro a San Babila, e avevate potenzialmente decine e decine di reti “aperte”).
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Secondo aspetto è legato alla struttura della password. Sapere come è fatta una password di default delle reti WiFi di quel singolo provider (contiene solo numeri? numeri e lettere? quanto è lunga? ) potrebbe darvi un vantaggio nell’attacco a forza bruta che vedremo domani. Sottolineo “potrebbe”, perché nel caso del mio vicino, craccare una password di 20 numeri, anche se solo numeri, richiede un tempo assurdo ( testare tutte le possibili password di 18 cifre richiede un tempo pari a 487.946 anni 😰).
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In ogni caso, anche sapere che potreste avere a che fare con password assurde da craccare vi aiuta, almeno evitate di perdere tempo con reti WiFi per le quali non ne vale la pena investire sforzi.
Come vi dicevo nelle lezioni scorse, il vantaggio di fare hacking WiFi è che potete, se lo desiderate, essere completamente “passivi”, ovvero potete catturare tutti i dati che sono "in aria”, senza condurre alcun attacco. Salvate tutti i dati sul disco (ecco a cosa serve una penna USB capiente, potete usare anche un hard disk), e poi ci lavorate con calma a casa. In genere, chi fa wardriving fa esattamente questo, non attacca le reti, cattura solo il traffico di queste, per poi condurre l’attacco sul proprio PC, sui dati memorizzati, e questo è completamente legale (o meglio, diciamo che non lascia alcuna traccia, quindi lo diventa di fatto).
Essere “passivi”, tuttavia, pone dei limiti. Molte delle informazioni che possono contenere la password, o una versione trasformata della stessa, si ottengono solo “stuzzicando” il router e/o i terminali collegati alla rete WiFi, ovvero inviando pacchetti di dati costruiti in modo tale da "scatenare una reazione” del router/terminali e farci restituire ciò che ci interessa.
Nel mio (spero) wardriving live di sabato questo non potrò farlo, perché lì non sarò più invisibile, ma non tanto per le reti che potrei attaccare, quanto per il fatto che postare qui un video dove mi vedete fare certe cose non pende a favore della mia fedina.
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Mi limiterò ad illustrarle nella lezione di domani.
Un ultimo aspetto, prima di chiudere questo post, molto importante, e sul quale vorrei che tutti faceste una riflessione. Avere la password del WiFi non comporta soltanto il fatto che potete usare la rete della vostra vittima, bensì potete commettere una azione di gran lunga peggiore per lei: potete spiarla, senza che si accorga di nulla.
RIPETO, perché vi siete distratti: senza che lei si accorga di nulla.
Potete vedere tutto il suo traffico dati, vedere su quali siti va, a quali server si collega. Se legge la sua posta in chiaro (tramite POP3 o IMAP), potete leggerla. Se visita siti non in HTTPS, potete leggerli. Se trasmette la sua password in chiaro verso determinati servizi, potete leggerla. Se usa password semplici, possono essere craccate. Non esiste firewall. Pensateci attentamente, quando andate in un albergo o una struttura pubblica, che ha una sola password valida per tutti, quella che vi rifilano alla reception o che trovate scritta nel menù. Potete ascoltare il traffico del vostro vicino di stanza. Potete spiare, dal bar di fronte al ristorante del quale avete la password, il tizio al tavolo 3, e non se ne accorgerebbe mai. Se vi collegate ad una rete “aperta”, tipo quella di McDonalds o Starbucks, potete spiare tutti quelli nel locale, e non dovete nemmeno farlo “sul posto”: vi basta salvare tutto, godervi il caffè, e tornare a casa. Agli occhi di quelli che osservano il vostro monitor, pare che stiate banalmente vedendo il vostro profilo Facebook, quando invece state facendo una copia di tutto il traffico che gira nel locale.
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Una volta avuta la password, potete usarla per decrittare un traffico che avete spiato settimane prima, e che non potevate leggere perché non avevate ancora la chiave.
Ancora una volta...
VI HO AVVISATI
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sweetortellina · 3 years
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100 Domande HOT contro il COVID-19
-Vergine? No
-Orientamento sessuale? Tendenzialmente etero
-Hai mai avuto un’attrazione per una persona del tuo stesso sesso? Si per una ragazza che conosco da molti anni, è una cosa strana che non mi sono mai spiegata
-Hai mai avuto un’attrazione per una persona del sesso opposto? Beh
-A che età il primo preliminare? Non so, 13 forse
-Quale preliminare preferisci? Pompino
-In quale preliminare pensi di essere più brav*? Pompino
-A che età la prima volta? 14 e qualche mese
-Ti è piaciuta la tua prima volta? No
-Racconta la tua prima volta. Casa mia, letto di mia mamma (perdonami) eravamo entrambi troppo piccoli e incapaci
-Racconta il rapporto sessuale più bello che hai avuto. Maggio 2019, René un ragazzo olandese
-Racconta il rapporto sessuale peggiore che hai avuto. Credo il primo
-Sei disinibit* o hai qualche problema a relazionarti con il sesso? Devi mettermi a mio agio, non sono mica Valentina Nappi
-Quale ambito del sesso conosci di più e quale conosci di meno? In che sens?
-Cosa ti eccita di più in un partner? Le mani e le cose sussurrate
-Quale pratica ti eccita di più? Fisting
-Vieni facilmente o è un’impresa ardua? Da sola vado alla grande
-Quanto tempo dedichi alla masturbazione a settimana? Dipende dal periodo, un paio d'ore in media
-Meglio un mondo senza sesso o senza masturbazione? Non so Rispondere
-Secondo te le “dickpics” sono una molestia sessuale? Dipende da chi me le manda eheh
-Cosa ne pensi dell’anal? Pro o contro? Neutra, non mi ha mai attratta particolarmente
-Hai mai praticato anal? Da passiv* o da attiv*? Passiva una mezza volta, attiva bo a un mio ex piaceva il famoso ditino nel sederino ahah
-Cosa ne pensi del BDSM? Mi attrae molto, vorrei saperne di più
-La pratica che preferisci e quella che odi del BDSM. Non saprei
-A letto preferisci dominare od essere sottomess*? 100% sottomessa
-Posizione preferita? Io sotto, gambe sulle sue spalle
-Luogo più strano in cui hai avuto un rapporto o un preliminare? Un cimitero e sopra una vespa
-Luogo più strano in cui vorresti fare sesso? In barca
-Ti piacciono gli insulti durante il sesso? Darli o riceverli? Non particolarmente
-Urli durante il sesso o emetti altri suoni? Ma cose normali ahah
-Meglio una botta via o coccole dopo il sesso? In questo momento una botta e via
-Hai mai avuto un rapporto sessuale con una persona che non conoscevi? Si più volte
-Meglio sesso occasionale o sesso con un partner fisso? Dipende
-Fai sesso o fai l’amore? Secondo te c’è differenza? Tutta la differenza del mondo
-Hai mai avuto una scopamicizia? Si, per undici anni (mi sa che non era una scopamicizia)
-Ti piacerebbe avere una scopamicizia? Visto il periodo che stiamo vivendo direi di sì
-Sculacciate sì o sculacciate no? Preferisci darle o riceverle? Riceverle tutta la vita si si si si
-Strap-on sì o strap-on no? Mai provato
-La lunghezza conta o è solo un numero? Conta
-Il pene più grosso che hai incontrato nella tua vita? Daniele, conosciuto a Rimini quando avevo 17 anni. E qualche giocatore di Basket
-Il pene più piccolo che hai incontrato nella tua vita? Un caro amico, vorrei non averlo mai scoperto
-Qual è la fantasia che non hai mai provato? Farlo con due uomini bisessuali
-Qual è la fantasia che hai provato e ti ha delus*? Bah nessuna
-Qual è la fantasia che hai provato e ti ha entusiasmat*? Fisting
-Hai qualche feticcio? Le mani
-Cosa ne pensi dei feticisti dei piedi? Che schif
-Accetteresti un partner feticista? Se sì, soddisferesti il suo feticcio o lo ignore resti? Dipende dal feticcio
-Perché alcune persone, secondo te, sono attratte dai piedi? Non lo so che schifo ribadisco
-Tette o culo? Fifty Fifty
-Mani o gambe? Mani
-Meglio un pube peloso od uno rasato? Un pube naturalmente poco peloso
-Ti radi il pube od altre parti del corpo? Se sì quali? A parte le braccia direi tutte
-Ti sei mai fotografat* nud*? Si
-Hai mai inviato un “nude”? Si
-Hai mai fatto un video porno? Sni
-Hai mai inviato un tuo video porno ad un’altra persona? Se sì, come ha reagito? Fatto. Direi molto bene.
-Cosa ne pensi del sexting? Non è facile trovare qualcuno con cui farlo. Non mi dispiace, ma alla lunga mi annoia
-Hai mai fatto sexting? Si
-Hai mai scritto un racconto erotico? No
-Meglio un racconto erotico od un video porno? Credo un video
-La tua categoria preferita nei siti porno? Rough
-Il tuo sito porno preferito? Non lo so ne conosco due o tre ahahah
-Hai un video porno preferito? No
-Ci sono video o foto tue su qualche sito porno? Se sì, quale? Spero di no ahah
-Hai mai fatto una live su un sito porno? No
-Sei iscritt* a quale sito particolare, come quelli di annunci o simili? Tinder vale?
-Solitamente come ti masturbi? Mani
-Hai dei sextoys? Se sì, quali? Ho un rabbit
-Dove compri i tuoi sextoys? Internet
-Sextoy preferito? L'unico che ho ahah
-Hai mai usato un dildo? Si
-Hai mai usato un vibratory? Si
-Hai mai usato un BUTTPLUG? No
-Se scoprissi che il tuo partner si masturba saresti delus* o lo troveresti normale? Normalissimo
-Nel sesso ci dev’essere il dolore o la dolcezza? 70 dolore 30 dolcezza
-Hai mai subito abusi? Se sì, vuoi utilizzare questa circostanza per sfogarti? No grazie a dio no
-Cosa NON deve assolutamente fare il tuo partner durante il sesso? Chiedermi come sta andando e chiedermi cosa vorrei che facesse
-Cosa DEVE assolutamente fare il tuo partner durante il sesso? Mettermi le mani ovunque
-Hai mai avuto una relazione clandestina? Com’è finita? Clandestina nel senso amante? Si l'ho fatto per qualche mese, mai più.
-Ti piacciono i morsi? Li dai o li ricevi? Devi saper mordere, se no lascia perdere davvero.
-Hai mai avuto qualche problema sessuale? Lo hai superato o ci stai lavorando? No
-A scuola hai mai fatto un corso di educazione sessuale? E’ stato utile? Sono passati troppi anni ahahah
-Usi qualche anti-concezionale? Se sì quale? Preservativo sempre
-Hai piercing o tatuaggi in parti erogene? Purtroppo no
-Ti sei mai allenat* per una pratica sessuale particolare? Se sì, quale? (ad esempio anal, deepthroat, ecc.) Allenata? No direi di no
-Ti piacerebbe un rapporto a tre? FFM o MMF? Si MMF
-Hai mai avuto un rapporto a tre? Racconta. Una sera da super sbronzi con una delle mie più grandi amiche e un amico in comune, dopo 5 minuti siamo scoppiati tutti a ridere e ci siamo bevuti una birra
-Hai mai comprato lingerie maschile o femminile? Entrambe
-Cosa faresti per far eccitare il tuo partner? Credo che la lingua nei punti giusti abbia un bel potere
-Hai mai fatto qualche follia per una scopata? Ho guidato ubriaca molte volte per una scopata
-Sesso in pubblico? Sì o no? Non è una roba che mi affascina
-Scambio di coppia? Pro o contro? No in teoria, ma non mi sono mai trovata nella situazione quindi non so
-Faresti sesso in cambio di soldi? Se sì, per quanti? Tutta la vita
-Venderesti video o foto tue? L’hai mai fatto? Mai fatto ma lo farei
-Racconta il tuo segreto più intimo. No
-Ti scoperesti qualcuno su tumblr? Se sì, iniziale del blog? Si. U.
-Hai mai scopato con qualcuno di tumblr? Se sì, iniziale del blog? Si è successo. P, G e A
Che sbatti sta roba
Se non leggete siete stronzi ahahahah
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sfumature-stelle · 4 years
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Sto cercando di smettere di drogarmi di persone. È difficilissimo. Sono romantica e incline alle dipendenze. E quando stai continuamente male per qualcosa, alla lunga ti stanchi. Ti dici: non posso andare avanti così. Voglio stare bene. Io sto provando a smettere, ma ho già collezionato svariati tentativi falliti.
Disintossicarsi dalle persone non è come smettere con l'alcol o con le droghe. Da alcolizzata, ci sono delle chiare barriere su cosa posso e non posso fare. Non posso mandare messaggi all'alcol. Non ricevo foto intime dagli spacciatori. In più, l'alcol e le droghe avranno anche invaso l'America, ma mai quanto le persone. Le persone sono ovunque. Persone attraenti. Puoi astenerti dall'alcol e dalla droga, ma non dalle persone.
Penso che tutti abbiano il diritto di amare, anche chi, come me, sta cercando di uscire da una dipendenza da altre persone. Ma non sono qua per parlare di amore. Sono qua per parlare di come le persone diventino una droga, per me. Ci ho messo un po', ma comincio a capire la differenza tra le due cose: persone, e persone da cui sono dipendente. Adesso quando mi lascio ossessionare da qualcuno senza neanche conoscerlo (o senza averlo mai incontrato) mi suona subito il campanello d'allarme. Allarme rosso. Quando riconosco i segnali, prendo le distanze.
Prendere le distanze è triste. Non c'è niente di poetico. Non c'è opera d'arte ispirata al tema. Io voglio credere nell'esistenza dell'amore a prima vista. Ma mi innamoro a prima vista tutti i giorni. Mi innamoro anche al primo messaggio spinto. Non ne ho mai abbastanza. Ovviamente più mi faccio trascinare, più dura è la ricaduta.
Qualche giorno fa ho bloccato la persona-droga più potente di tutta la mia rubrica. È stato difficile, soprattutto perché è una droga che si è sempre comportata bene con me, mi ha sempre rispettata.
Era amore vero. Direi che eravamo tutti e due innamorati, ma anche che abbiamo entrambi sbagliato. Ho sofferto molto—nonostante l'amore—perché, non importa quanto stupenda sia l'altra persona, una droga rimane sempre una droga, non può cambiare. Ad alimentare la dipendenza era la distanza, e altri fatti, per cui era chiaro che non avremmo mai potuto stare insieme. Nessuno dei due era pronto. Vivevamo in un perenne stato di desiderio—uno stato quasi commovente—un po' come l'Ode su un'urna greca di Keats, ma con iPhone.
La verità è che erano la distanza e il fatto che nessuno dei due fosse pronto a rendere quella persona così tossica. Volevo molto più di ciò che avrebbe mai potuto darmi. Quando non mi arrivava un suo messaggio mi sentivo male, una vera astinenza. Quando ricevevo un suo messaggio, diventavo improvvisamente euforica. Ma l'euforia durava solo fino a che non rispondevo. Poi tornavo di nuovo ad aspettare, e stavo di nuovo male.
Avevo già provato a smettere un sacco di volte, ma cedevo sempre. Se non tornavo io, lo faceva la persona-droga. E se la persona-droga mi mandava un messaggio, dovevo rispondere. Non volevo "ferirlo."
Avevo davvero paura di ferirlo? Non lo so. Forse avevo soltanto paura di come mi avrebbe giudicata se non gli avessi risposto, temevo che mi avrebbe considerato una stronza e non una persona stupenda. O forse avevo solo paura di smettere.
Alla fine, il dolore di aspettare i messaggi è diventato più forte delle botte di felicità che ne ricavavo. Quindi ho annunciato il mio addio finale. Ho bloccato il suo contatto.
È seguito un periodo di sofferenza molto più profondo, più di tutte le altre volte che avevo provato a chiudere. Ho pianto per morti avvenute 15 anni prima. Ho pianto per il fatto di dover crescere (ovviamente il dolore non riguarda mai solo la persona da cui si è ossessionati, ma cose successe anni e anni fa).
Qualche settimana fa, però, mi sono accorta che stavo bene, meglio di tutte le altre volte in cui lo avevo lasciato. Quando lo sognavo, non erano più sogni di desiderio e dolore. Anche nel mondo onirico sapevo che non eravamo fatti l'uno per l'altra. Ho sognato che volavo sopra casa sua in un elicottero. Lui si affacciava e mi chiedeva di entrare dal soffitto. Io rifiutavo. Ero come se fossi riuscita a liberarmi di lui anche nel mio inconscio, mi sentivo forte e libera.
Poi, la droga si è fatta risentire. Due volte. Può essere che abbia percepito che ero guarita, e non voleva che lo dimenticassi. O forse non voleva che io mi sentissi dimenticata. Nessuno vuole essere dimenticato.
La prima volta, ha commentato un mio post su Facebook. In passato, tutte le volte che lo faceva andavo su di giri. Ma questa volta non me ne fregava niente. Anzi, avrei preferito non l'avesse fatto. Dovevo mettere mi piace? Se non lo avessi fatto, sarei sembrata fredda. Ma se lo avessi fatto, avrei infranto la mia regola del "niente contatti" e magari lo avrebbe preso come un incoraggiamento a contattarmi di nuovo. Non ho messo nessun mi piace, e sono stata fiera di me.
Qualche giorno dopo, mi ha mandato una serie di messaggi su Facebook. Non sapevo che fare, e ho deciso di ignorarli.
Non ho aperto Facebook per due giorni. Poi ci hanno pensato i suoi messaggi alcolici e grammaticalmente sconnessi ad alimentare nuovamente la mia ossessione [per l'occasione ho ricostruito la corretta grammatica dei messaggi].
Mi ha detto: È difficile non scriverti, chiaramente sono ancora innamorato.
Ha continuato: Annuso le tue cose e mi piace tantissimo... in senso romantico.
Ancora: Mi sono già pentito di questa conversazione...comunque devo dirti che...più tempo passa più capisco il mio errore...ti amo tanto...sto piangendo...sei il mio essere umano preferito...scusa sono a Marrakech... sono ubriachissimo
Ho capito che anche lui aveva qualche problema di dipendenza. Se riesci a stare dietro, anche solo per un po', alla mia ossessività, non puoi essere completamente normale.
Un altro messaggio: Ti ho persa, mia regina. Volevo solo farti sapere che sei la migliore e spero di scomparire e basta—non c'è bisogno che mi rispondi.
Ancora: Per favore, ignorami. Devo lasciarti in pace. Scusa davvero :/
Mi piacerebbe poter dire che l'ho ignorato. Questo articolo dovrebbe parlare di me che lo ignoro. Ma ovviamente non ho resistito a lungo.
Ho detto: Per favore non scrivermi cose del genere da ubriaco, ora come ora sono molto fragile e non sono un oggetto (che credo sia una cosa ipocrita da dire, perché qualche volta sono io che ti ho trattato come un oggetto).
Poi: È facile dirmi che mi ami ora che abbiamo chiuso e sei a migliaia di chilometri da qua.
E anche: Me lo diresti anche se mi avessi davanti?
Poi: Non credo proprio.
Non ci credevo davvero. E anche se mi ha risposto di sì, non significava che era vero. Ma ovviamente io volevo solo che dicesse di sì, anche se non l'avrebbe mai fatto. Nemmeno io l'avrei mai fatto.
Mi ha scritto: Non so che fare e so che non è giusto ma mi manchi.
Gli ho detto di non contattarmi mai più
Poi c'è stato un momento di pausa, in cui ho pensato a quello che avevo appena fatto. Mai più. Non solo stavo buttando nello scarico una bustina di droga, la stavo eliminando completamente dalla mia vita.
Ho detto: Lol mi dispiace che sia finita così.
Poi: T__i prego dimmi ciao lol.
Non so perché continuavo a scrivere lol. Stavo piangendo.
Mi ha risposto: Da ora in avanti per te sono morto, bloccami e basta.
Poi: Pensavo che non mi sarei mai abbassato a fare queste cazzate da ubriaco, sono uno stronzo. Dovrei imparare a stare zitto. Ciao.
È stato il finale più triste del mondo. Adesso vorrei contattarlo e dirgli un attimo__! Voglio un finale migliore. Ma un finale migliore non esiste. Il finale perfetto è un lieto fine, perciò non è una fine. Il finale perfetto alimenterebbe solo la mia compulsione. Quindi mi tengo questo finale imperfetto e faccio finta che sia perfetto.
Adesso sto di nuovo male. Nella testa ho un buco nero nel quale vorrei nascondermi dalla vita. Quel buco nero è pieno di voci che mi dicono che insieme eravamo perfetti. A me sembra che quelle voci dicano la verità, perché sono una drogata e vedo quello che voglio vedere. Non so se riuscirò mai a riempire quel buco nero. Ma ce la sto mettendo tutta, almeno per non ricaderci dentro.
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olstansoul · 3 years
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Sacrifice, Chapter 3
PAIRING: Wanda Maximoff & James Bucky Barnes
Si passò le mani fra i folti capelli castani che gli ricadevano sulla fronte e, stufato del troppo impegno, posò la matita di fianco al cumulo di fogli che aveva di fronte a sé. Erano per la maggior parte calcoli di fisica e aveva bisogno di una pausa. Li allontanò per un po', mettendoli alla sua destra insieme alla matita che poggiò di fianco ad essi, una volta che aveva messo in ordine la sua scrivania decise di alzarsi ma qualcosa gli catturò l'attenzione.
Quel libro che aveva recuperato, giaceva ancora sulla scrivania, una sensazione di disagio lo attraversava appena lo guardava. Non essendo suo, ma bensì di quella ragazza, forse credeva che non avrebbe dovuto prenderlo senza preavviso.
Ma se sarebbe rimasto lì, forse avrebbe fatto un brutta fine e lei non lo avrebbe più ritrovato. Forse, dopotutto, non aveva fatto una cosa sbagliata a custodirlo almeno solo per un paio d'ore, aspettando il giorno dopo per poterlo ridare a lei.
Si avvicinò prendendolo fra le mani e sfogliandolo pagina per pagina e sfiorando con le dita, per la seconda volta, il suo nome scritto a matita. Andando avanti con le pagine, vide che molte righe erano sottolineate, altre evidenziate. E fra queste c'era...
"Non hai mai amato qualcosa da matti?"
Proseguendo c'erano tante altre, ma poi quasi alla fine c'era un segnalibro, che non era come quelli fatti col cartoncino, bensì un fiore, uno di quelli che messi in mezzo ai libri, diventa piatto e impregna il suo profumo su tutte le pagine. Da quella parte in poi le righe non erano ancora sottolineate o evidenziate, ma lui continuava a leggere senza un filo preciso e,anche lui stavolta, si fermò su una frase.
"Vivi un amore vero, forte, straordinario."
Preso da chissà quale impeto e senza neanche pensare per un'attimo che quel libro non era il suo, si avvicinò alla scrivania prendendo la sua matita e sottolineando proprio quella frase.
Perché l'aveva fatto?
La porta di camera sua si aprì di improvviso, facendolo girare di scatto. Una testolina dai capelli castani e con dei pantaloni rosa con gli unicorni gli si avvicinò piano piano,fino ad arrivargli alle gambe.
"Ciao fratellone!"disse quella vocina e lui sorrise prendendola in braccio e mettendola sulle sue ginocchia, non prima di aver chiuso il libro su cui aveva sottolineato quella frase.
"Ciao principessa, non ti ho vista per l'intero pomeriggio. Cosa hai fatto di bello quest'oggi?"chiese lui con un sorriso sulle labbra.
"Ho finito i compiti di geografia poi sono andata insieme alla mamma in cartoleria"
"Davvero? E cosa hai comprato?"le chiese.
"Mi servivano dei cartoncini colorati, la nostra maestra ci ha fatto iniziare un nuovo lavoretto, stavolta però in coppia..."
"Mh...va bene, mi dici di cosa si tratta?"le chiese, abbracciandola.
"Vorrei tanto ma ha detto la mamma che è pronta la cena"gli rispose lei che aveva fra le sue braccia un unicorno che stringeva forte.
Subito lui si girò, guardando la sveglia messa sul suo comodino e notò che erano quasi le otto di sera, così si alzò prendendo in braccio la piccola Rebecca e insieme scesero le scale che li portarono alla sala da pranzo, divisa dalla cucina solo da una porta scorrevole.
"Ero convinta che non saresti più uscito dalla tua camera James"disse sua madre che stava iniziando ad apparecchiare.
"Sono stato rinchiuso solo per tre ore mamma, non per tre anni..."
"Avrai pur bisogno di un momento di svago, no?"
"Lo so, mamma. Papà?"
"Dice che si tratterà in ufficio ancora per molto, investimenti e altre robe di quel genere, capisci cosa intendo?"
"Starai anche questa sera sveglia ad aspettarlo?"chiese lui.
"Non credo, non voglio svegliarmi col mal di collo anche domattina"
"Buon per te, no?"disse lui con un leggero sorriso mentre addentava con la forchetta ciò che aveva cucinato sua mamma.
"Sicuramente. Come è andata la giornata?"
"Oh,benissimo! Ho incontrato Steve dopo molti giorni e ci siamo accordati per gli allenamenti e Sharon voleva che l'accompagnassi a fare shopping ma..."
"Ma non l'hai accompagnata"
"Esatto"
"Ancora non mi capacito del fatto che tu stia con lei, hai bisogno di una ragazza vera, che abbia dei veri valori alle spalle e non che si interessi solo di quanto devono essere in ordine i suoi capelli e dell'ultimo paio di scarpe alte..."
"Mamma, me lo ripeto ogni giorno. Anzi, lo so che Sharon Carter non è adatta a me, ma non vedo altra possibilità per il mio futuro"
"Allora quello che provi verso di lei non è amore. Se pensi che lei possa essere la tua chiave di accesso solo per poterti guadagnare un posto nell'azienda di suo padre e in realtà non provi nulla, devi subito tagliare i rapporti con lei..."
"Mamma, sai quanto papà sarebbe deluso se io gli facessi questo? Non posso permettermelo"
"Tuo padre non capisce la differenza fra ciò che tu vuoi veramente e fra ciò che lui vuole che tu faccia. Non funziona così, la tua vita non deve essere una gabbia..."
"Perché mi dici questo? Ti senti in obbligo di stare con lui?"
"No...voglio solo che tu sia felice con la vita che sceglierai di intraprendere"disse lei concludendo e prendendo la mano di suo figlio fra la sua.
"C'è stata una novità"disse lui distruggendo il silenzio che si era creato fra madre e figlio.
"Che tipo di novità?"
"Il signor Stark mi chiesto di fare delle ripetizioni  ad una ragazza"
"Ah davvero? E di chi si tratta?"
"So a stento il suo nome..."
"E come si chiama?"
"Wanda...è quel tipo di ragazza sempre sulle sue, non è mai al centro dell'attenzione però..."
"Però?"
"Mi piacerebbe conoscerla"disse lui alzando lo sguardo dal piatto e facendo un sorriso leggero, senza mostrare i denti, a sua madre seduta di fronte a sé.
"Beh...magari potrebbe essere la volta buona, no?"
"Magari..."ridisse lui, rimarcando le parole della madre
Una volta finita la cena, si alzò prendendo il suo piatto e andando in cucina dove lo mise nel lavello e iniziò a lavarlo, poi prese un canovaccio e con quello si asciugò le mani.
Salì le scale che lo portavano al piano di sopra aprì la porta di camera sua e appena chiusa,si andò a sedere di nuovo sulla scrivania di nuovo con quel libro di fronte a sé. La sua testa era piena di pensieri. Con quale coraggio le avrebbe ridato il suo libro, che tra l'altro stava leggendo, se con solo una minima parola aveva il potere di mandarlo via?
Certo, lui non era il tipo di ragazzo che si faceva intimidire ed era preso dalle paure inutili del non sapere conquistare una ragazza, ci sapeva fare questo non era da sottovalutare ma, forse, questa volta era diverso. Perché era diversa anche la ragazza con la quale aveva a che fare.
Non come tutte le ragazze che giravano per la scuola, che si inventano di tutto per ottenere anche solo un minimo di attenzione da parte sua e neanche come Sharon Carter che approfittando di questo non badava realmente a ciò che James voleva di più. Lui voleva solo qualcuno simile a lui, con le sue stesse paure, i suoi stessi desideri e senza superficialità. Un qualcosa di profondo, che lo sorprendesse e che, nonostante le mille difficoltà, lo rendesse felice.
Si alzò dalla sua sedia e si cambiò, mettendosi il suo pigiama, un semplice pantalone della tuta nero e una maglietta bianca a mezze maniche. Tirò le sue lenzuola insieme al copriletto e prima ancora di mettersi sotto le coperte prese il libro messo sulla scrivania e lo iniziò a leggere.
Si addormentò con il libro fra le mani e nella testa una ragazza, di cui non sapeva il nome, ma che iniziava pian piano a scombussolargli i suoi pensieri e anche la sua vita.
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ross-nekochan · 1 year
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Ed eccomi qui, sfastriosa come qualche volta mi capita di essere, a scrivere cose che ho già scritto ma che non riesco a non scrivere di nuovo.
Durante la passeggiata di oggi ho pensato a tutte le cose che avrei voluto fare e che non ho fatto. Volevo studiare l'inglese per prendere la certificazione e non l'ho fatto, volevo tradurre la tesi e non ho nemmeno finito il primo capitolo, volevo entrare in qualche associazione culturale e non l'ho fatto, volevo, volevo, volevo e non ho fatto niente. Se ci penso è che a Settembre/Ottobre mi ci sono messa pure a studiare inglese, poi è arrivato Novembre pieno di colloqui e di pensieri, poi Dicembre pure qualche colloquio l'ho avuto, poi Natale ed eccoci a Gennaio. Vero è che non ho mica colloqui tutti i giorni però, non so il perché, mi si occupa la testa vedo solo Linkedin e Indeed e le giornate così se ne vanno via, senza che io abbia fatto niente, in sostanza.
Che poi, colloqui che boh, vorrei che vadano bene perché chi non lo vorrebbe ma in realtà io non lo so mica quello che voglio. A volte penso di fare il dottorato a 30 anni prendendomi una pausa e accumulando soldi, altre volte vorrei cominciare già da ora se non fosse che mentalmente è un'anticipazione grossissima, oltre a non sapere bene come funziona (ancora) il tutto. Poi penso alle cose pratiche: cosa pesa per me sulla bilancia, più lo stipendio o più la voglia di fare una cosa più piacevole di un'altra? Una mia amica mi diceva l'altro giorno:"Non è possibile che mi sono già scocciata di questo lavoro dopo solo 4 mesi". A me pareva di essere l'unica a fare sti pensieri e invece siamo tutta una generazione.
L'unica cosa che ho "concluso" (tra virgolette perché è giusto una cosa da mettere a curriculum) è questo corso a Londra che farà credere alla gente che non sto "perdendo tempo". Che poi in fondo se guardo altre vecchie amiche, laureate in tempo e quindi 2 anni prima di me non è che stanno messe meglio di me: una lavora sottopagata in una scuola privata, un'altra è vero che è partita in Giappone a sue spese per frequentare l'università da "assistente" del prof, ma dopo 1 anno di stasi. Io sto a 3 mesi e già mi lamento.
Il fatto è che, se non mi fisso degli obiettivi e vado alla deriva come adesso, mi pare di perdere tempo perché non faccio nemmeno una di quelle cose che mi ero prefissata di fare. Forse, se questo giro di colloqui va male, mi ci metto sul serio anche se so che vivrò col senso di colpa di essere una vera e propria NEET.
D'altra parte, bramo il ritorno della mia indipendenza come fosse ossigeno e per farlo devo per forza avere un lavoro e andare via da qua, ma ultimamente ho colloqui con aziende qui vicino e se me ne andassi il mio proposito di accumulare soldi per il dopo andrebbe a farsi friggere.
Guardo i "grandi" già arrivati nel mondo della cultura e mi chiedo: come hanno fatto? Come hanno fatto i TLON? Come ha fatto Chiara Valerio da insegnante e dottorata in matematica a lavorare adesso per le case editrici? Come ci si muove in questo marasma chiamato vita? Forse è semplicemente che la gente FA, io no. Ce le avrei pure qualche idea culturale da far nascere su Instagram però da una parte penso sempre che non sarei il profilo blessed dell'algoritmo e che sarei il solito profilino da 200 follower così come è successo al profilo fitness (che ok ci ho messo impegno zero proprio but still).
Londra, magari potessi andarmene per un po' lì. Sarebbe una cazzo di esperienza. Ma da qui è impossibile e per andare lì serve sempre il cash. Circolo solito.
La mia email universitaria sta per essere dismessa perché sono 6 mesi che mi sono laureata. A volte mi chiedo se è successo veramente, perché non ci posso ancora credere che è finita, tant'è vero che volevo anche andare a Napoli a frequentare qualche corso all'uni per aprirmi la mente, come mi piace sempre fare. Secondo voi l'ho fatto? Risposta corretta.
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P
Ciao, sono passati due anni e qualche mese da quando ti ho conosciuto. E’ inutile dirti che ti ho ancora in testa; d’altronde non starei scrivendo questa lettera se non fosse così. Anche se non avrò mai il coraggio di mandartela, la scrivo comunque, per me stessa. Ci sono cose che vorrei dirti, altre che vorrei sapere, ma non voglio ricontattarti. Non voglio riportarti indietro se sei riuscito a dimenticarmi e ad andare avanti. Vorrei sapere come stai, se la cicatrice dell’operazione è guarita del tutto e se finalmente sei riuscito ad ottenere quel corpo che tanto volevi, nonostante io continuassi a dirti che per me eri bello sempre e comunque. Vorrei sapere se ora mangi e ti prendi cura di te stesso come avevi iniziato a fare quando eri con me. Vorrei sapere se sei felice, se hai trovato un’altra persona che ti possa dare quello che io non sono riuscita a darti, che ti faccia provare quello che con me non provavi. Tutto questo perché tu per me sei stato, sei ancora e sarai sempre importante, a prescindere da come sono andate le cose tra noi. Ti voglio bene e te ne vorrò sempre, per questo mi preoccupo ancora per te, per questo ogni tanto ti ho scritto per sapere come stavi. Mi sarebbe piaciuto sentirti ogni tanto senza starci male, senza sentire troppo la tua mancanza, e soprattutto senza farti stare male. Quando ho capito che invece scriverti faceva male ad entrambi, ho lasciato perdere. Capisco quanto io ti abbia ferito chiedendoti di poterti rivedere per fare due chiacchiere e per vedere come te la passavi, capisco il disagio che hai provato. Sono stata egoista per l’ennesima volta, ho pensato a quanto magari avrebbe potuto far bene a me, senza considerare che effetti questo avrebbe avuto su di te. Vorrei dirti che avevi ragione, su tutto quello che hai detto su di me quando ci siamo lasciati, cercando di farmelo capire più volte. L’ho capito, grazie alle tue parole ho capito che tipo di persona stavo diventando, e mi sono accorta di non voler essere affatto in quel modo. Vorrei dirti che sono riuscita a cambiare, o almeno che ci sto provando. Vorrei chiederti scusa per averti fatto sentire una merda dopo che ci siamo lasciati, non lo meritavi. In fondo, non potevi restare con qualcuno che non eri sicuro di amare, non saresti stato davvero felice. Vorrei sapere se puoi perdonare tutte le frecciatine che ti ho mandato, è stato un comportamento schifosamente infantile. Ero incazzata e soprattutto ferita, tanto ferita, e quando qualcuno mi fa del male cerco sempre di farlo soffrire allo stesso modo o anche peggio di quanto io stia soffrendo. Credo che il mio obiettivo fosse questo anche con te. Piano piano però ho capito perché le cose sono andate così; per il semplice fatto che non sarebbero potute andare diversamente. Chi volevamo prendere in giro? Quanto ancora avremmo potuto tirare avanti? Forse fino al mio diploma, ma non oltre. Come avremmo fatto se fossimo rimasti insieme, con te che venivi su solo dieci giorni al mese e io che ero fuori per l’università? Avremmo solo sofferto il doppio di quanto abbiamo sofferto lasciandoci. Vorrei che tu potessi vedere con i tuoi occhi che sono cambiata, che sono più empatica con le persone, che riesco a darmi una regolata, che non faccio più soffrire nessuno. Vorrei che vedessi che ora riesco davvero a mettere in pratica quello che mi dissi una volta: “non annullarti mai per gli altri”; ho smesso di correre dietro alle persone e fare di tutto pur di non impedirgli di uscire dalla mia vita. L’unica persona con cui questo mi è ancora difficile sei tu. Non chiedermi perché, la cosa è totalmente irrazionale. So che non torneremo mai più insieme, so che non possiamo nemmeno vederci ogni tanto e parlare da amici, perché io e te semplicemente non siamo fatti per essere solo amici. Nonostante io sia consapevole di tutto questo, mi manchi; ci sono giorni in cui penso a quelle giornate passate a casa tua, e mi assale una nostalgia fortissima. Forse mi mancherai per sempre, chi lo sa. Se così fosse, sto ancora imparando a conviverci. Vorrei sapere se anche io ogni tanto ti manco, se ogni tanto ripensi a quei giorni anche tu.  Vorrei sapere se anche tu, nonostante tutto, riesci a volermi ancora bene, se anche tu ci tieni a me, se anche io per te sono stata importante. Insomma, vorrei sapere (e qui, lo so, sono di nuovo egoista), se una piccola parte di te continuerà a ricordarsi di me. Perché io no, non ti cancellerò mai dai miei ricordi. C’è un enorme affetto che non credo sia possibile far svanire. Non posso dimenticarti perché è anche grazie a te se sono quella che sono oggi. Tu mi hai salvata. Te l’avevo già scritto in una lettera che però ti ho fatto leggere, e che conservo ancora. Mi hai salvata da me stessa, mi hai ridato la vita, il coraggio e la grinta. In quella lettera ti avevo anche promesso che non mi sarei mai arresa, e così è stato. Ho continuato a lottare, dopo che tu mi hai ricordato come si facesse. Grazie a te, per la prima volta sono riuscita davvero a lasciarmi andare, seguendo i miei sentimenti più profondi. Mi hai fatto capire davvero cosa sia l’amore. Mi hai aiutata ad aprire le mie ali e a volare via, verso una nuova me, centomila volte più forte e migliore di prima. Ti devo la mia libertà dalla paura (sai di cosa parlo), e per questo non credo che riuscirò mai ad andare del tutto avanti. L’unica parola adatta per chiudere questa lettera è GRAZIE.
Sii felice, ti vorrò sempre bene.
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janegiorgy · 3 years
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Cara Violenza
Io ti odio.
Oggi è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne,ho creduto fosse giusto,che poi ciò che è giusto per te non conta,renderti nota quanto la tua fiamma sta ininterrottamente causando dolore nel mondo e nel cuore di tante persone uccidendole interiormente.
Credo sia scandaloso che debba esistere un giorno come questo,che debba esistere un giorno per ricordare quanto la violenza contro le donne sia sbagliata e crudele,anche perché un’azione come questa non deve essere ricordata ma anzi deve sempre albergare nel nostro animo come un atto di grande disumanità.
Oggi scorrendo instagram,ho notato anche nelle storie,in che modo le persone usino come scudo le frasi più emozionanti e le citazioni ad effetto per una sorta di emancipazione da quel argomento,credendo in questo modo che attraverso quella storia,quella foto,loro possano mettersi l’anima in pace vivendo la giornata come se nulla fosse,pensando che abbiano dato la giusta importanza solo attraverso quel gesto.
Ma ciò che invece mi angoscia è che proprio tra quelle ci sono persone penose che mentre scrivono e pubblicano parole piene di vuoto sentimento,perpetrano violenze,senza nemmeno rendersene conto,a volte,e questo è ancora più avvilente.
Sai violenza,ne vedo davvero molte ogni giorno,notizie che mi disarmano a prima vista,che mi fanno cadere in ginocchio e mi sento come privata della mia umanità anche se quell’atto non l’ho compiuto io; cose che mi fanno ricredere in tutto ciò e in tutti coloro che mi stanno accanto.
Quest’anno,lo confesso,è stato molto difficile,per tutti,la pandemia è stata il fulcro e gli avvenimenti come l’incendio in Australia ha contribuito a rendere molto ponderoso questo anno.
Il covid oltre ad avere fatto molte vittime per il virus,ne ha fatte di numero quasi pari di donne che,costrette per il lockdown, si sono ritrovate tutti i giorni e tutte le notti con il loro carnefice in casa.
Sinceramente vorrei morissi tu,per tutte quelle vittime che hanno subito,e subito e subito e che tuttora subiscono,vittime innocenti.
Tu sei un mostro insaziabile.
Tu sei raffigurata in un uomo,come tanti,che con orgoglio e un ghigno ignorante,pronuncia ‘cagna’ svilendo la dignità di una donna.
Tu sei nello sguardo di un uomo che quando vede una figura femminile ne esamina solo il corpo,e non per un piacere reciproco,ma per la sua fame di possesso.
Tu sei nel pensiero maschilista che vede per la donna solo un ruolo di casalinga ,di mogliettina fedele e passiva,dimenticando totalmente la sua persona e i suoi diritti.
Tu sei nel momento esatto in cui si nega l’evidenza di uno stupro,dando la colpa alla donna per essersi vestita in modo troppo provocante.
Tu sei nei ricordi delle donne,che se sopravvivono ad una cosa del genere,convivono giorno dopo giorno con ricordi che bruciano le interiora.
Tu sei anche quando non sono presenti lividi concreti sul corpo umano,ma quando la persona crede davvero in tutto ciò che il suo carnefice le dice,come in una sorta di ipnosi.
è ipocrito chiunque ricorda queste cose solamente oggi,tu non hai età,religione,etnia,nazionalità e anche sesso,non rispondi a logiche politiche o ceti sociale,ti cibi dell’ignoranza e ti manifesti con l’arroganza e la prepotenza.
Sto vivendo nel ventunesimo secolo,e non so dire se possa essere fortunata o meno,sono nel 2020 eppure la società in cui vivo è ancora formata da una mentalità sostanzialmente maschilista, ancora il mondo non è in grado di concepire l'uguaglianza tra uomo e donna.
Ci sono ancora uomini che reputano la donna un essere inferiore, con minori capacità e per questo minori diritti. A questi uomini io voglio parlare di tutte le donne forti, intelligenti e coraggiose che hanno dimostrato e continuano a dimostrare, quanto noi donne valiamo e quale contributo straordinario possiamo dare al mondo.
Questa giornata dovrebbe essere commemorata ogni giorno e non solamente oggi, le frasi servono a poco, non saranno di certo queste a cambiare l’attitudine di un uomo violento, perciò dipende tutto da noi Donne, come sempre dipende tutto da noi, perché è inutile fare tanti giri di parole, siamo sempre state la mente, non ho mai visto coppie in vita mia dove l’uomo era la mente, mai. "La gelosia non uccide, gli uomini sì" perché è un dato di fatto che un sentimento astratto non potrà mai uccidere una donna. L'uomo uccide la donna appellandosi alla propria "gelosia", a quella cultura del "Se non sei mia non sarai di nessun altro", credendo che siano motivi validi per pulirsi la coscienza.
I femminicidi sono causati dagli uomini, non dalla gelosia.
Quando si parla di femminicidio si parla di femminicidio, di uomini che uccidono le donne, di donne che muoiono per mano di uomini violenti, aggressivi, possessivi.
E con "uomini" non sto generalizzando comprendendo ogni singolo uomo sulla Terra, ma parlo di chi uccide, di chi umilia, di chi abusa, di chi molesta.
L'uomo uccide poi magicamente per i giornali diventa "Il gigante buono", "Era una persona gentile, sorrideva sempre" però ha ucciso la compagna/moglie/fidanzata/conoscente/amica, chi è stato? La gelosia? No, è stato lui: un uomo. L'uomo uccide, la gelosia no.
Fino a quando ci sarà anche solo un (1) uomo che uccide una donna dovremo dire: la gelosia non uccide, l'uomo sì!!
E voi uomini agite, prendete posizione, siate dalla parte delle donne e urlate "La gelosia non uccide, gli uomini sì" e ribellatevi anche voi a quegli uomini che maltrattano, picchiano, abusano, violentano, uccidono le donne. Non ignorate quello che accade attorno a voi perché anche l'indifferenza può uccidere,perchè non posso lasciarti vincere,io non riesco ad accettare l’idea che tu sarai sempre presente,io non lo accetto e affinché qualcosa cambi,dobbiamo cercare di cambiare prima noi stessi.
Vorrei davvero tanto poter dire di non conoscerti,di non sapere cosa si prova e come ci sente in quelle situazioni,ma io so che cosa si prova ad averti dentro e fuori e per quanto io abbia in tutti i modi cercato di dimenticarti,tu sei sempre li,riportando alla mente tutte quelle emozioni,tutti quei brividi e gli scorci di tempo spezzato che come scatti improvvisi mi tornano alla mente,vorrei non dover mai più rivivere quei momenti,perché non c’è la farei,e io davvero non so come facciano le donne a subire per anni e anni della loro vita un tale sopruso.
Non faccio riferimento solo alla tua parte fisica,ma anche a quella verbale,psicologica che secondo me è la peggiore,quella tua parte così ben nascosta e camuffata,che non la si può riconoscere perché lei ha un così vasto bagaglio linguistico,che è pressoché impossibile non subirla.
Perchè tu hai tante facce,non sei mica sola,ma anzi hai tanti rami accanto a te che ogni giorno ti fanno compagnia.
Ti auguro solo di morire,e nn l’ho mai augurato a nessuno,ma mi hai causato così tanto dolore che vorrei solo ucciderti con le mie stesse mani solo se potessi.
Ora sono qui e non riesco a smettere di piangere perchè anche solamente scrivendo questo mi tornano in mente così tanti ricordi che fanno talmente male,talmente male.
Male vero.
P.S. ti chiederai sicuramente chi sono,beh sono una delle tue tante vittime e ti auguro solo di sparire.
Giulia Simionel Georgeta
Questa è una poesia che abbiamo scritto io e Lucia Dosselli:
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ca-la-bi-yau · 3 years
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Sono le 5 del mattino. Non mi aspetto che la gente capisca cosa voglia dire.. Essere attratti così dal farsi male. Certo i farmaci mi hanno aiutato, tutti questi anni ormai di terapia ma questo sentimento non è mai cambiato. E quando disperato due anni fa ne parlai in terapia, quando ci tornai mi fu chiesto se pensavo di arrivare vivo alla settimana dopo e minacciarono di farmi rinchiudere per non farmi fare del male. Per questo ora non riesco a parlarne in terapia. Non voglio essere rinchiuso.. Anzi... È il marcio che c'è in me che non vuole essere rinchiuso. Una parte di me pensa ancora che l'unica soluzione sarebbe buttare via la chiave.. Controllatemi ogni giorno, tenetemi lontano da qualsiasi oggetto possa farmi del male, imbottitemi di farmaci fino a non farmi sentire più nulla...
Non finirò mai in un posto del genere.. So mentire troppo bene per farmi veramente rinchiudere anche se a volte non vorrei altro e non so più quale parte di me sta parlando, non lo so più..
Lobotomizzatemi, imbottitemi di farmaci... Una soluzione migliore del suicidio. Non so più quanto tempo è passato dall'ultima volta che ho detto o scritto questa parola.
Mi odio, mi odio con ogni forza che mi rimane. Odio ogni particella di me, ogni centimetro di pelle. Vorrei strapparmela, velo dopo velo, strato dopo strato. Vorrei aprirmi, vorrei sventrarmi, tirare fuori le viscere per poter dire ecco, questo sono io: solo marcio e sangue e bile. E vuoto. E nient'altro.
Odio il mio corpo, odio la mia testa, la mia mente, quello che vedo, le voci che sento, quello che vede la gente di me, non sento niente, non sento niente che non sia schifo, odio, vuoto. Non sento che la mia vita abbia alcun valore, nessuno, niente di niente.
Non riuscirò a chiudere occhio. Ora è il momento della paura. Ho parlato di rabbia odio e vergogna ma io ho paura, prima di ogni altra cosa, ho paura. Ho 23 anni e mi sento ancora un bambino terrorizzato che ha perso i genitori. Ho paura di dormire, ho paura di non dormire, ho paura del dolore, ho paura delle voci nella mia testa e questo rumore sordo di sottofondo, questo brusio che riempie tutto e che non mi lascia in pace. Mi sento solo un bambino, un bambino egocentrico che gioca con la sua vita, che prova a fare dio, che si sente onnipotente a giocare con la vita sua e degli altri.
Prima di finire in terapia non ero nessuno ma ora ho una definizione che combacia perfettamente con la realtà: depressione maggiore, disturbo narcisistico della personalità, autolesionismo. Questa sono le parole più adatte a descrivere me stesso che io conosca.
Non riuscirò a spegnere tutte le voci nella mia testa, tutte le paure tornano a galla una dopo l'altra. Ho paura, paura della mia vita che va a scatafascio da sempre, che è sempre un disastro, senza prospettive, senza obiettivi, senza sogni... Non ho sogni nel cassetto, non ho obiettivi e progetti da raggiungere e costruire, non ho niente, niente di niente e poi ci voleva una pandemia globale per distruggere un altro po', per infliggere un altro colpo a questa vita insulsa che conduco. Una vita insulsa. Ho paura di essere solo tossico e nocivo per chiunque mi stia accanto, di non essere più amato e di non saper amare.
Ho paura, ho paura di tutto, ho paura dei miei incubi, ho paura ora di nuovo a salire in macchina, perché cazzo ho paura e non riesco a fare un cazzo, niente di tutte quelle cose in cui tutti riescono tranquillamente senza battere un ciglio e io sto qua a piangere e a piangermi addosso.
Non voglio dormire, tra i miei incubi e il mio cervello che mi odia non so chi sia peggio ma non voglio più avere quell'incubo...
Non lo voglio più avere e so che sto così da settimane e so che tornerà.
Perché il mio cervello mi odia, perché ho questo cazzo di inferno nella mia testa?
E mi sento stupido e inutile e ancora un bambino egocentrico che pensa ai suoi problemi del cazzo, mentre là fuori la gente muore a frotte per un virus e il pianeta va a fuoco e io piango perché ho spaccato un cazzo di piatto...
E perché sento ogni piccola cosa, ogni piccolo inconveniente, ogni cosa che non va come "l'ennesimo avviso di sfratto da questo mondo"...
Voglio solo silenzio... Voglio solo un po' di pace, un po' di silenzio nella mia fottuta testa.
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