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monicadeola · 2 months
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anemonaee · 4 months
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muatyland · 10 months
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D'amore ci si ammala, d'amore si guarisce. Poni le giuste basi per avere una vita affettiva appagante | Ana Maria Sepe e Anna De Simone
Ti ha lasciato senza un perché e ora ti pare che nulla abbia più senso? La tua vita di coppia è una gabbia e non sai come uscirne? Perché “collezioni” partner che si rivelano, puntualmente, la persona sbagliata per te? È possibile stare bene ed essere pienamente appagati anche da single? Spesso i rapporti di coppia, anche quelli nati con folgorante passione e farfalle allo stomaco, si logorano e…
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ross-nekochan · 5 months
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“Maria non è stata mai amata dai genitori. Ha fatto di tutto per richiamare la loro attenzione: ha urlato, distrutto i mobili della sua camera, ha preso brutti voti a scuola, li ha presi belli, ha ricevuto un premio per il miglior tema. Nulla ha scalfito l’indifferenza dei suoi genitori. Erano sempre concentrati a parlare di soldi, a lavorare, a litigare, a fare le loro cose… Maria si sentiva un soprammobile, un oggetto abbandonato“
La mancanza d’amore dei genitori di Maria non potrà mai essere cancellata. Tale ferita si è tradotta in bisogno esasperato di amore senza condizioni. Oggi, Maria sposta questa sua richiesta sulla figura di riferimento più vicina: il partner di turno. Maria è adulta ormai, ma le sembra di rivivere sempre lo stesso un copione esistenziale; si sente bisognosa, dipendente… Si sforza continuamente di ricevere amore, non soltanto da papà e mamma, ma da ogni persona che riveste una qualche importanza. Agisce verso se stessa e nei confronti di quelli che ama, con quello che ha imparato: il disamore. Ha difficoltà a relazionarsi, a empatizzare; la sua frustrazione maggiore è proprio quella di avere un bisogno e non sapere qual è.
Un bambino che ha sperimentato l’assenza d’amore, da adulto non sarà mai capace di “amarsi”, “amare” e, soprattutto, “lasciarsi amare”. Perché?
Maria rappresenta tutti quei “bambini non amati”, quei bambini cresciuti senza un solido legame affettivo. Non occorre intenzionalità malevola da parte del genitore perché il bambino non si senta amato. Può sentirsi trascurato perché il papà e la mamma sono troppo impegnati col lavoro o, peggio, con il circolo del bridge…..La mancanza di affetto vuol dire anche avere avere genitori poco attenti o disponibili. Molto spesso i genitori amano i propri figli in maniera differente rispetto a ciò di cui hanno bisogno. Molto spesso, i genitori non sono consapevoli degli effetti che esercitano sui figli, non conoscono strategie comportamentali funzionali e suppongono che i loro comportamenti siano innocui, se non addirittura educativi. In fondo, tutti i genitori sono stati bambini e così tentano di riproporre schemi che loro stessi hanno appreso durante l’infanzia. Per questi motivi, non possiamo sostenere che un genitore si comporta in modo disfunzionale perché non ama il suo bambino! Anzi, proprio perché lo ama, un genitore tenta di dargli ciò che egli stesso non ha avuto o ciò che ritiene giusto secondo la sua personalissima ottica.Come il bambino vive la carenza d’affetto.
Il “bambino non amato” si percepisce come la causa del conflitto e/o dell’interazione disfunzionale con uno o entrambi i genitori, fino al punto di poter pensare che ciò che accade è per colpa sua. Ciò lo porta a costruirsi e rappresentarsi come un bambino non amato, perché cattivo e colpevole.
“C’è sempre una certa follia nell’amore. Ma c’è anche sempre qualche ragione nella follia”. (Friedrich Nietzsche)
In modo inconsapevole si va a riproporre un antico copione in cui la persona che oggi si sente respinta, rifiutata è stata dapprima un bambino non amato. Nella ricerca di amori attuali tormentati, il non amato, oggi adulto, non fa altro che ripercorrere l’antico copione vissuto con i genitori, l’antico dolore per non essere stato amato con la speranza di sanare questa antica ferita.
Cosa possiamo fare per sentirci amati?
Proprio per il modo in cui la psiche umana si è evoluta, è praticamente impossibile non trattare noi stessi nello stesso modo in cui ci hanno cresciuto i nostri genitori. Se siamo stati frequentemente ignorati, rimproverati, incolpati, giudicati o puniti fisicamente tendiamo a ripetere questo stesso trattamento: quando ci attacchiamo di solito stiamo seguendo l’esempio dei nostri genitori. Molte persone vivono in una realtà legata strettamente ai loro traumi. Soffrono e proiettano le loro sofferenze. E hanno spesso paura e si muovono nel mondo in base alle limitazioni che questa gli impone.
È impossibile amare se stessi se non si parte come sempre dalla Consapevolezza. Parti dallo scoprire chi sei, in cosa credi, cosa desideri e a cosa dai valore. La consapevolezza implica la possibilità comprendere la tua storia, le tue esperienze e come ti sei adattato a queste. Per acquisire consapevolezza devi innanzitutto essere onesto con te stesso e questo può essere più difficile di quanto pensi. Molti di noi sono così bravi a “raccontarsela” che non si rendono neanche conto che lo stanno facendo.
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Girovagavo su Instagram e la pagina Psicoadvisor ha condiviso un post sulle "verità che alleggeriscono il cuore" e queste parole sono così vere.
Non siamo noi sbagliati, chi abbiamo amato ci ha fatto sentire così, inadeguati, ma il nostro amore ci ha fatto sacrifricare noi stessi per loro.
Quel che di cattivo dicono su di te, effettivamente, non dice nulla su di te, ma dice tutto su chi te lo dice, della sua frustrazione e voglia di ferirti.
Amatevi e allontanatevi da chi amate, se quest'ultimx vi fa sentire inadeguati, vi prosciuga anima e cuore, vi spegne.
La vostra salute mentale è importante e non c'è niente di più importante, tutti gli altri vengono un gradino sotto di voi.
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levysoft · 28 days
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Le persone con un’intelligenza sopra la media non sono definite solo dai punteggi scandalosamente alti che ottengono ai test di QI. Queste persone, infatti, tendono ad avere in comune molte altre caratteristiche. Vediamone alcune.
1. Le persone intelligenti sono più insicure
Paradossalmente, le persone intelligenti riconoscono i limiti del proprio intelletto e questo talvolta le rende molto insicure. La consapevolezza dei propri limiti le induce al costante miglioramento. Il classico studio di Justin Kruger e David Dunning ha evidenziato che le persone meno intelligenti tendono a sopravvalutare le proprie capacità cognitive. Con un esperimento è stato chiesto a un campione di persone di svolgere un test e poi assegnarsi un punteggio sulla base delle risposte che ritenevano di aver fornito con esattezza.
Si è osservato che il gruppo che commetteva più errori era anche quello che tendeva a sovrastimare la bontà del compito svolto. Al contrario, le persone che avevano risposto correttamente alle domande, sottovalutavano il punteggio ottenuto. La sindrome della superiorità illusoria sembra essere una vera piaga nella società contemporanea. In fondo, quasi due secoli fa anche Charles Darwin era consapevole di questo «L’ignoranza genera fiducia più spesso della conoscenza».
2. Sono esploratori, curiosi e aperti a nuove esperienze
Una ricerca pubblicata sul Journal of Individual Differences (Furnham e Cheng, 2016) suggerisce l’esistenza di un legame tra l’apertura a nuove esperienze e l’intelligenza. La curiosità intellettuale che ci spinge a conoscere nuove culture, approfondire argomenti e scoprire ciò che è altro da noi, sembra essere un buon indicatore di intelligenza.
Un ulteriore studio correlazionale condotto presso la Penn University ha notato che le persone con mentalità aperta tendono a ottenere punteggi più alti ai test d’intelligenza.
3. Amano la solitudine
In realtà, il titolo di questo paragrafo è ingannevole. Le persone più intelligenti non amano la solitudine, piuttosto la ricerca suggerisce che tendono a trarre meno piacere dalle relazioni interpersonali rispetto alla maggior parte degli esseri umani. In altre parole, le persone intelligenti sono meno appagate dalla socializzazione. La ricerca, pubblicata sull’autorevole British Journal of Psychology, è stata poi ripresa nel nostro articolo: perché le persone intelligenti hanno meno amici.
4. Hanno un buon autocontrollo
Chi ha un buon autocontrollo non è succube delle gratificazioni immediate e sa posticipare il piacere. Una ricerca pubblicata sull’autorevole rivista Psychological Science (Shamosh et al., 2008) ha correlato la capacità di posticipare una gratificazione immediata per ottenerne una maggiore in futuro (autocontrollo) con punteggi più elevati ai test d’intelligenza.
L’autocontrollo è correlato alla corteccia prefrontale anteriore del cervello. La letteratura scientifica è ricca di evidenze che collegano la corteccia prefrontale alla capacità di ragionamento, al problem solving, alla memoria di lavoro, al comportamento pianificato e a tante altre capacità cognitive di ordine superiore.
5. Sono più divertenti
Gli scienziati dell’Università del New Mexico, hanno osservato che le persone con un buon senso dell’umorismo tendono ad avere punteggi più alti ai test del QI. Non solo, lo stesso team di ricerca ha indagato il QI di particolari professioni notando che i comici professionisti tendono a ottenere punteggi più elevati della media ai test di intelligenza. Questa particolare caratteristica è stata associata in modo specifico all’intelligenza verbale.
6. Apprezzano l’umorismo macabro
«Stasera ceniamo insieme?» – «Sì, ma solo se mangiamo carne umana.». Cosa ne pensate di questo scambio? Ebbene, sembrerebbe che le persone che ottengono punteggi più elevati nei test di intelligenza verbale e non verbale, riescano ad apprezzare maggiormente l’umorismo nero. Lo studio è stato pubblicato nel 2017 sulla rivista Cognitive Processing (Willinger et al. 2017). Niente paura, i ricercatori hanno somministrato al campione diverse batterie di test e coloro che apprezzavano il cosiddetto black humor non erano affatto disturbati o aggressivi.
7. Imparano dai propri errori
L’intelligenza umana è una qualità mentale che consiste nella capacità di imparare dall’esperienza e adattarsi alle nuove situazione usando le nozioni apprese per manipolare e migliorare l’ambiente circostante. Quando l’ambiente è immutabile, la capacità di adattamento correlata all’intelligenza prevede la facoltà di cambiare se stessi per affrontare in modo più efficace anche l’ambiente più ostile.
Questa appena descritta è la definizione di intelligenza sulla quale gli scienziati concordano (Stenberg et al., 2012). E’ chiaro che chi presenta un’intelligenza sopra la media è una persona in grado di riconoscere i propri errori e imparare da essi e con la flessibilità sufficiente a consentirle un buon adattamento al contesto sociale e alle sfide quotidiane.
L’intelligenza non è un valore assoluto
Dalla definizione contemporanea di intelligenza si capisce che questa non è un valore unitario. L’intelligenza è definita come la capacità di adattamento attivo all’ambiente. Un adattamento efficace si basa su processi cognitivi come la percezione, l’apprendimento, la memoria, il ragionamento e la capacità di problem solving. Questo ci fa capire che l’intelligenza non è un processo mentale unico, non è un valore assoluto, bensì la combinazione selettiva di diverse capacità.
Il QI (quoziente intellettivo) è un punteggio ottenuto tramite test standardizzati che hanno lo scopo di misurare l’intelligenza. L’intervallo dei punteggi è compreso tra 85 e 145. Il punteggio medio si attesta con un valore intorno al 100. Ci sono molti dibattiti sulla validità dei test d’intelligenza perché questi, anche se standardizzati, sembrerebbero non misurare l’intelligenza assoluta ma abilità specifiche di funzioni cognitive associate ad essa.
L’intelligenza al servizio della propria affermazione personale
Nel corso degli anni sono emersi numerosi studi che correlano l’intelligenza a uno stile di personalità disorganizzata e, ahimè, anche a disturbo mentali. Il Dipartimento di Psicologia del Pitzer College in California, ha somministrato dei test per la valutazione della salute mentale a un gruppo di persone con un QI elevato. Il Team californiano ha studiato persone con un QI a partire da 132, mentre il QI della popolazione generale sappiamo essere di 100. L’indagine condotta dal Pitzer College ha dimostrato che le persone molto intelligenti hanno maggiori probabilità di soffrire di una serie di disturbi mentali. Il realtà, il fardello che si porterebbero sulle spalle le “persone più intelligenti” non sarebbe il QI in sé ma emotivo. In altre parole, le persone con un elevato QI sembrerebbero essere disregolate emotivamente, sembrerebbero subire le emozioni e viverle con un “volume emotivo” troppo elevato.
[…] 
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nonsisammai · 3 months
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Psicoadvisor: Donare e perdonare non vuol dire farsi calpestare
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alittlebitofhumanity · 6 months
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Comportamenti tipici di chi ti nasconde qualcosa - Psicoadvisor
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bernar-dino-galgano · 6 months
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Frasi tipiche di chi è stato trascurato emotivamente durante l'infanzia - Psicoadvisor
L’infanzia è un periodo fondamentale nella vita di ogni individuo, caratterizzato da esperienze che contribuiscono alla sua formazione e allo sviluppo della personalità. Tuttavia, per alcuni bambini, l’infanzia può essere un momento di difficoltà e sfide. L’infanzia non è solo lo stadio della vita caratterizzato dall’innocenza; è anche quello in cui siamo più delicati, più suscettibili al danno…
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unwinkyselvatico · 7 months
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La fine di un'amore inizia con tutti quei "non fa niente" che in realtà, nella mente, facevano tutto.
Psicoadvisor
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L’interiorizzazione del patriarcato è un qualcosa di così clamoroso che ci porta a tollerare anche l’intollerabile. Un invito a tutte le donne e a tutti gli uomini a cui è a cuore la salute collettiva: smettiamola di tollerare discriminazioni.
Educhiamo i nostri figli alla parità di genere: incoraggiamoli alla cultura, alla stima di sé e all’indipendenza. Spendiamo sempre una parola di solidarietà e non di disuguaglianza, perché se è vero che la donna e l’uomo sono diversi, è anche vero che hanno pari diritti.
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11.04.2020
Ansia, lacrime ed amicizia 💚
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non giustificarti e non dare spiegazioni a chi non le merita
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narcisismodiponente · 3 years
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Vivere la vita pienamente non e’ una condizione che puo’ essere rimandata nel tempo ma deve  essere vissuta nel presente anche a costo di pronunciare qualche no e autoaffermarsi per non farsi mettere i piedi in testa da nessuno. Ma quanto e’ difficile dire un “no” sentito, autentico e consapevole? Per molte persone sembra che sia un passo a volte irraggiungibile anche se il prezzo da pagare e’ quello di star male. Perche’ ogni volta che pronunciamo un “si” quando invece vogliamo dire “no” chiudiamo una parte di noi in una scatola senza dare ascolto a quella voce che invece fa di tutto per farsi sentire e pronunciare il fatidico “no”. L’affermazione di se’ implica essere autentici e allinearsi ai propri bisogni, il che non vuol dire essere egoisti o egoreferenziali ma prendere il coraggio a quattro mani e nel rispetto degli altri, assumersi la responsabilita’ delle proprie scelte. Spesso le persone  presentano grosse difficolta’ nel declinare una richiesta e tendono a  spegnersi lentamente, a forza di negare i propri bisogni piu’ profondi. Paradossalmente quando temiamo che il darci il permesso di essere noi stessi possa compromettere le nostre relazioni, e’ proprio grazie a questo comportamento che le preserviamo e ne  garantiamo la “sanita’”. Le relazioni sane  sono costituite da individui che dialogano in modo chiaro e diretto, hanno la possibilita’ di pronunciare un “no” pur non vivendolo come un rifiuto e non calibrano i loro bisogni in funzione al grado di accettazione di chi li circonda. Annullare se’ stessi di fronte all’altro genera negativita’ e stanchezza che a lungo andare determinera’ l’insorgere di malattie o nella migliore delle ipotesi compromette le relazioni. Fonte: Marco Salerno, psicoadvisor ____________________ #psicologia #crescitapersonale #autoaffermazione #psicoadvisor #bisogni #autenticità https://www.instagram.com/p/COH5xjglDw6/?igshid=o9crdlnn8wpc
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vioenkeli · 4 years
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Ah bene... 🤦🏻‍♀️ #Repost @psicoadvisor • • • • • • #psicoadvisor ©VioEnkeli https://www.instagram.com/p/CHAy29vhw_H/?igshid=m4g331e9gsn
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monicadeola · 4 years
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https://psicoadvisor.com/le-cinque-ferite-infantili-con-le-rispettive-maschere-539.html
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