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fierifiction · 1 year
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Reliqua inde 2 a precedenti pagina sub hoc signo.oto.o.a, nio nisi aut quem cercos eorum quae, non suo signae signo.oto.o.a naturas magna, fieri dolore unarum.o.o.a sine quos quiescritis.o.o.a, una est.o.o.a sine autem nisi.o.o.a. A post ciphers is nothing but a post of the Post. The Post is called simply the Post, for it is a post of the Post.
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fieriframes · 1 year
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[Reliqua inde 2 a precedenti pagina sub hoc signo.oto.]
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lostaff · 3 months
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Ch-ch-changes
🌟 Novità
Ora puoi aggiungere i sondaggi ai reblog!
Da ora, quando userai # come prefisso per cercare in un blog specifico, riceverai solo tag come risultati. Quindi se cerchi #gatti in un blog, ti mostreremo solo i post che usano quel tag. (Che sarebbe poi anche quello che succede quando cerchi in tutto Tumblr usando un # prima di ogni termine di ricerca.)
Abbiamo eliminato la tab Oggi in Esplora su web, ora Popolari è di nuovo l'esperienza principale.
Su web, abbiamo aggiunto “Vedi reblog precedenti” al menu del post. Lo puoi trovare cliccando le tre lineette nell'angolo in alto a destra di un post!
Già che c'eravamo, abbiamo fatto un po' d'ordine anche tra gli altri elementi del menu del post su web. L'ordine di alcuni elementi è stato cambiato e “Segui la conversazione” adesso si chiama “Segui post”.
Su Android, “Vedi reblog precedenti” adesso è stato inserito nel menu di reblog per tutti gli utenti con l'ultima versione dell'app.
Come da Normativa sui servizi digitali della Commissione Europea, ora potrai indicare quando un post presenta contenuti commerciali. Così facendo, verrà aggiunto al post il banner "Contenuti commerciali" senza influenzare la visibilità del tuo post ne il posizionamento su Tumblr.
🛠 Correzioni
Ultimamente, postare su Tumblr da IFTTT (EN) è stato molto limitato, causando il fallimento di alcune azioni, ma abbiamo risolto il problema.
Stiamo sistemando molti problemi visivi con Tumblr Patio (EN), per coloro che ci stanno aiutando a testarlo.
Su Android, un piccolo gruppo di utenti non riusciva ad accedere ai messaggi sulla versione 32.9 dell'app. Questo problema è stato risolto nella versione 33.0.
Abbiamo rilasciato un fix per l'app iOS per il problema che alcuni avevano a editare i post in bozze.
Gli utenti non possono più mandare domande ai blog che li hanno bloccati, o che loro stessi hanno bloccato.
Su web, il selettore blog del post editor appariva erroneamente in alto nella barra di formattazione testo. Il problema è stato risolto.
Su web, la pagina impostazioni del tuo blog (tumblr.com/settings/blog/blogname) mostrava il menu impostazioni account nella barra laterale di destra. Abbiamo aggiornato l'area mostrando la barra laterale del blog. (Post, bozze, coda, ecc).
Abbiamo fatto qualche modifica per risolvere il problema di visualizzazione nella inbox quando non c'erano messaggi non letti. Per cui cliccavi sulla inbox ma non trovavi nulla. Facci sapere se il problema persiste.
🚧 In corso
Abbiamo tentato di eliminare quell'odioso bug che continuava a mostrare 1 messaggio non letto nell'inbox delle domande quando in realtà non c'era proprio nulla. Di solito succede quando qualcuno invia una domanda che viene poi sospesa per qualche motivo, oppure si blocca impendendo di vedere la vera domanda. Purtroppo per qualcuno lo abbiamo perfino peggiorato aumentando addirittura il numero di messaggi non letti anche se poi non ce n'erano affatto. Sebbene il secondo sia stato eliminato, stiamo ancora cercando di sistemare la situazione generale.
🌱 In arrivo
Abbiamo appena riepilogato un'altra Hack Week, in cui abbiamo creato qualunque funzione volessimo! Segui @engineering (EN) per vedere cosa siamo riusciti a fare. 👀
Hai riscontrato un problema? Invia una richiesta di supporto e ti risponderemo il prima possibile!
Vuoi condividere il tuo feedback su qualcosa? Dai un’occhiata al nostro blog Work in Progress e avvia una discussione con la community.
Vuoi supportare Tumblr con una donazione diretta? Scopri il nuovo badge Sostenitore in TumblrMart!
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papesatan · 6 months
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Fuor di sesto
Mi dispiace. So bene che un essere con le mie compulsioni non dovrebbe mai e poi mai insegnare ai ragazzi. Non posso tormentarne lo studio con le mie stupide ossessioni, facendogli ripetere la stessa pagina trenta volte, finché non la dicono (perfettamente) come vorrei. Ho già fallito due lavori perché cercare di eseguirli al meglio esasperava in me atteggiamenti ossessivo-compulsivi che mi violentavano l’anima. La traduzione, per quanto l’amassi, m'era veleno nell’orgasmo. Nonostante scarsa riconoscenza e paga miserabile, le brevi scadenze, il dovere e la passione mi spingevano a frustarmi notte e giorno, alla ricerca della traduzione aurea, la frase distillata tra le fiamme di mille ripetizioni e infinite inflessioni, che mi avrebbe restituito la pace, come un povero guitto alla première (per poi acquistare il libro e scoprire che qualcuno, forse l’editor o chi per lui, aveva scambiato le mie con inique parole abusive che impresse d'inchiostro in eterno m’affossavano gelidamente il cuore). Tradurre mi ammalava, dovevo sopravvivere e per farlo l’abbandonai a malincuore. Da social media manager andò anche peggio. Ero bravo, ma un giorno, dopo un’intensa discussione, mia sorella, la mia titolare, arrivò a dirmi: “Questo è un lavoro che va fatto in velocità, a certe regole, e onestamente non credo proprio faccia per te”. Era fuggita in ferie smollandomi un lido extralusso nelle due settimane precedenti ferragosto. All’improvviso mi trovai a gestire i social di una finestreria, gli eventi del lido, a contattare dj, fotografi, musicisti, virtuosi del cocktail, rispondendo a tutte le richieste di info e prenotazione (tutte) a tutte le ore, nonostante mi fosse stato detto di ignorarle dopo una certa ora. Errore mio, chiaramente. Quando scoprii che molto semplicemente alcuni colleghi copiavano i testi da altri siti, capii cosa volesse dire con “farlo in velocità” e abbandonai, comunque licenziato. Ingenuamente pensavo fossero quei lavori a non andar bene per me, che col prossimo avrebbe funzionato. Ma la realtà è che sono io a non andar bene. E ciò varrà per qualsiasi lavoro mentale m’impegnerò a svolgere. Ma la mente è l’unico talento che ho, cos'altro potrei mai fare? È difficile accettare di non essere adatti alla realtà, un ingranaggio rotto, stridente e fuor di sesto, io non vado bene a questo mondo, non sarò mai atto a produrre, è bene accettarlo e chiudere tutto prima di contagiare anche i bambini. 
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3nding · 11 months
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A Roma, gira che ti rigira, quartiere che vai usanza che ritrovi, i tipi di bar che puoi incontrare sono fondamentalmente quattro, vediamone due:
Il Bar dei Cinesi: Senza nome, situato in zone semi periferiche, è il simbolo di quartieri come Tor Pignattara, Quadraro, Tuscolano. Tendenzialmente non è davvero gestito da cinesi, o comunque non sempre. I gestori possono essere bengalesi, pakistani, moldavi, rumeni: per il circondario cresciuto a pane e critica neocoloniale il solo fatto di non avere un italiano al bancone lo renderà comunque automaticamente “er bar dei cinesi”. Il caffè è sempre bruciato, il Book of Ra ha i tasti consumati, le sambuche cominciano ad essere servite intorno alle 9:20 del mattino e il parco avventori è costituito da un melting pot di 40-50enni che farebbero la felicità di Daniel Pennac. Ai tavoli del Bar dei Cinesi, in un qualunque martedì mattina, è infatti possibile ascoltare insulti a cristo e catcallate potenti in almeno 12 lingue differenti.
Il Bar Italiano Anonimo: Si chiama Gecko Bar, Bar 2000, Bar Incontro, Bar Sport o una combinazione dei precedenti. A volte spiazza il pubblico con un misterioso nome tipo “l’Elefante”. Si trova ovunque, dalle piazze di Roma centro fino ai vicoli di Ostia. Interni bianchi, neon, televisore acceso fisso sulle tv delle radio che mandano in diretta i deejay che parlano (format misterioso). Serve il peggior caffè che l’essere umano abbia mai concepito, ma lo propone in versioni dal prezzo ingiustificatamente maggiorato tipo “nocciolino”, “crema pistacchiella”, “coattello”. Chi ci lavora non è MAI chi lo gestisce, e i banconisti hanno un turnover rate più asfissiante di quello che si trova in consulenza. Non ha clientela fissa ma è amatissimo dalle forze dell’ordine, che incoraggiano la popolazione locale all’uso di mezzi di circolazione alternativi all’auto bloccando con la volante l'intera carreggiata
Il Bar col Cognome Plurale: Appannaggio e quasi essenza spirituale, a volte proprio zeitgeist, dei primi municipi (in ognuno ce n’è uno, secondo gli avventori sempre il migliore bar di Roma), questo tipo di esercizio gioca sull’inconscio, sul non detto ma sull’evocato. Per esempio: da quanto è aperto? Nessuno lo sa, tutti lo ricordano presente nelle loro vite da sempre. Ti ci portava nonno a prendere il cucciolone, ma a sua volta tua madre ti racconta che ce la portava sua nonna a prendere il mottarello e così via in una catena infinita di avi sempre più remoti e gelati sempre più sconosciuti (il tuo trisavolo ci portava la tua bisnonna a prendere una Gran Coppa Mazzini al Maraschino). Al bancone hanno livrea e cappellino e sono sempre nervosissimi, come fossero nel pieno di un servizio da Marchesi. Dietro alla cassa spicca una pagina di quotidiano incorniciata su cui un cronista locale, in cambio dello stralcio di un conto lunghissimo mai saldato, ha decantato a tre colonne storicità e clientela vip del locale (è il preferito di Lino Banfi). La qualità è effettivamente alta, ma non tanto da giustificare prezzi, file per lo scontrino (in cui ci si trova a sgomitare con le creature più grottescamente stronze che l’urbe abbia mai partorito) e l’insistente namedropping che ne fanno i romani nei loro discorsi per ostentare uno stile di vita da generone orbitante in area vip. Non battono uno scontrino dall’83. Il Bar dei Vecchi: Ha direttamente il nome proprio, tutt’uno tra esercizio e proprietario, tra macchina e uomo: Bar Nello, Bar Franca, Bar da Pino, Al Bar da Vittorio e così via. Sempre più raro, lo trovi in luoghi assurdi, a volte incassato ai bordi di una consolare tra sprawl urbanistici fuori controllo come la casa del vecchio di Up!, ultimo baluardo di un’epoca in cui ci si rifugiava al bar per leggere i giornali sul pozzetto dei gelati, per telefonare coi gettoni o per sfuggire alle responsabilità domestico-familiari. Al bancone c’è un anziano segnatissimo, coi baffi se maschio o coi capelli corti e la parannanza se femmina, con le rughe che me c’è voluta na vita pe fammele veni’ come la Magnani e allenatissimo a dirti, col tono più cinico del mondo, che l’articolo che hai richiesto è terminato. “Un magnum grazie” “n c’avemo”, “una coca grazie” “n c’avemo”, “un tramezzino” “n c’avemo”. In pratica al Bar dei Vecchi puoi prendere tre cose: caffè&cornetto, freddolone alla menta e rigorosamente UN articolo assurdo e casuale che varia da bar a bar. Solero shots rimasto in frigo dal 2003, wackos al formaggio e cipolla, Kinder merendero, coppa malù. Sul cartello di lamiera dei gelati algida c’è una croce lapidaria su ogni prezzo, e ad ogni ora di ogni giorno, non importa quando entrerai, mattina pomeriggio o sera troverai sempre la nipotina del titolare a un tavolo in fondo che fa i compiti sotto a uno specchio promozionale coca-cola del 67. - via fb
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ambrenoir · 7 days
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TRATTO DA “DIPENDENZE AFFETTIVE MALDAMORE” pagina FB.
Dobbiamo essere disposte a credere che nella vita non esistano coincidenze o incidenti..
Qualsiasi cosa ci capiti, è per una ragione..
E le persone che incontriamo, le incontriamo sempre per un motivo preciso..
Il legame karmico si forma tra le anime durante le vite precedenti quando profonde emozioni le uniscono insieme.
Un compagno/a d' anima karmico potrebbe essere stato il vostro innamorato, ma anche vostro fratello, vostra madre, vostro figlio, ma anche il vostro peggior nemico. Potreste esservi amati
reciprocamente. Uno di voi potrebbe aver amato e l'altro odiato.
Di una cosa siamo certe e cioè che quando la persona appare nella nostra vita occorre risolvere il karma o la lezione di vita precedente.
Ci sono due aspetti fondamentali che caratterizzano il primo incontro con un compagno d' anima karmico, lo sguardo e la familiarità.
Lo sguardo però non è luminoso o limpido, è al contrario spesso sfuggente, profondo, probabilmente a causa del bagaglio di esperienze passate che si attivano al momento dell' incontro.
In generale è capitato a tutte voi di essere catturate da uno sguardo, un sorriso, o anche una semplice stretta di mano, a volte però a questo si aggiunge la sensazione di un vero e proprio ricongiungimento.
Questo perchè le due esistenze si erano solo momentaneamente interrotte a causa del passaggio da una vita all' altra.
La familiarità è intesa come la magia del ritrovamento, il riconoscimento di chi abbiamo amato o odiato in una
o più vite passate. Proviamo subito una forte empatia. Una sensazione di unione e vicinanza. Quando siamo in presenza di questa persona entriamo in una sorta di incantesimo dal quale chi ci è accanto difficilmente riesce a staccarci.
Questo perchè si è riattivata un' antica emozione.
Quando appare un compagno/a d'anima nella vita presente l'incontro può avere spesso l' effetto di un uragano ma voi non potrete opporvi in alcun modo. Non si può in alcun modo evitare l' incontro con un compagno d' anima karmico perchè ognuna di noi al momento della presente incarnazione sceglie il proprio percorso esistenziale e di conseguenza anche i propri amori che servono al nostro cammino evolutivo.
L'incontro è perciò ineluttabile.
Le relazioni karmiche hanno tutte un potere rigenerante o degenerante ma trasformano la nostra Anima per sempre e danno sicuramente moltissimo in termini emotivi.
E' come se mangiassero la nostra vita, la dominano, la travolgono, la gestiscono al punto che non siamo più padrone dei nostri spazi ma soprattutto delle nostre emozioni e dei nostri pensieri.
Gli amori karmici hanno una forte attrattiva sulle persone, nonostante spesso portino con sé una dose di dolore, sofferenza e difficoltà.
Non dobbiamo però pensare che un rapporto d' amore soprattutto se doloroso ci porti solo sofferenza e rancore.
Ogni rapporto nel quale c'è un innamoramento ha in sé una portata evolutiva, è un percorso di vita che segna la nostra Anima. Ogni amore ha una sua dignità.
E con tale dignità va vissuto e considerato.
Per crescere abbiamo infatti bisogno di esperienze molto forti, travolgenti che ci risvegliano dal torpore emotivo e
spirituale in cui viviamo. L'esperienza della fine di un amore può risultare tra le più utili per ridisegnare la propria vita anche se la viviamo in modo molto doloroso.
Il dolore può essere un insegnante senza pari. Ci segnala quando qualcosa nella vostra vita non è al suo posto.
Sia che si tratti di dolore dell' anima o del corpo, esso aiuta a crescere.
L' Universo è benevolo con noi e ci offre sempre la possibilità di evolvere. Quando ci troviamo davanti a un karma molto pesante e abbiamo necessità di guarire vecchie ferite l' universo ci offre il dono di un amore intenso.
Un amore così potente che ci permette di conoscere noi stesse ad un livello molto più profondo e ci permette di scoprire
la potenza dell' amore incondizionato.
E così lui/lei entra nella nostra vita e noi nella sua per imparare e insegnare qualcosa come in uno scambio di lezioni. Percorrere un tratto di vita con questa persona, breve o lungo che sia, può rivelarsi un' esperienza di guarigione
straordinaria. Puoi apprendere le lezioni di cui la tua anima ha bisogno.
Così come non possiamo opporci all' incontro così non potremo opporci alle lezioni che il compagno d' anima ci porta.
E' possibile che non trascorrerai necessariamente con lei/lui il resto della tua vita, ma puoi anche separarti e poi ricongiungerti dopo anni. La maggior parte delle volte una relazione karmica non si trasforma in amore destinico quindi capita molto più spesso che un compagno d' anima si presenti per un breve periodo per poi allontanarsi dopo che le lezioni da imparare sono state apprese.
Un altro elemento importante è dato dal bisogno del contatto epidermico. Si fatica a non toccare, stringere, a sentire il
profumo dell' altro come familiare. E ogni volta che ci si lascia è uno strappo emotivo, una sensazione di malessere non solo emozionale ma che ci sembra quasi una ferita fisica che difficilmente si riesce a spiegare.
Questo amore ci rende in un certo modo “prigioniere”, la nostra mente ci dice che noi non dovremmo amare quella persona ma il nostro cuore continua ad amare.
L' amore c'è, non è una scelta consapevole, c'è e basta. Siamo persino in grado di osservare quell' amore che fluisce dal nostro cuore.
Potremmo non sapere mai con esattezza quale fu l' episodio di una nostra vita passata che ha creato quel debito karmico ma
solitamente riusciamo a capire cosa dobbiamo fare per equilibrarlo. Forse in una vita passata abbiamo avuto una relazione di odio e piena di dolore e allora dobbiamo avere per lui un riguardo particolare e il nostro amore guarirà quella ferita.
Come facciamo a sapere quando i nostri debiti sono stati ripagati con quella persona? Quando questo avviene avrete un
senso di compimento e di pace interiore. Allora non avvertirete più il legame con la stessa intensità.
Equilibrare il karma con l’amore significa aprire il cuore e dare saggiamente. Vuol dire non aver paura di versare più amore anche quando quell' amore può essere rifiutato. Perchè quell' amore non viene rifiutato dall ' Universo.
Il nostro amore non è mai sprecato, anche se le persone sembrano non accettarlo o non capirlo. Le persone hanno bisogno del nostro amore, ne hanno bisogno a qualche livello del loro essere, anche se ne sono inconsapevoli, ne hanno bisogno per guarire. Quando siamo addolorate perchè il nostro amore sembra rigettato possiamo chiedere all' Universo di benedire la
persona che abbiamo amato o che amiamo e di guarirci entrambi dalle ferite del passato..
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schizografia · 3 months
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[…] Sì, come un’intuizione, come una capacità divenuta folle di intuizione del fuori, ma che passa comunque attraverso l’intasamento dell’ombra interna, che annega, che muore di fronte alla memoria luminosa e che poi, un giorno, sorge davanti a noi quasi irriconoscibile e riempie le pagine bianche. Un giorno vediamo un fiore – una rosa – la dimentichiamo, passa attraverso la morte e la rivediamo dopo, la riconosciamo, si chiama Anne–Marie Stretter: il percorso della rosa, dalla sua scoperta fino a quel nome, è il dolore, è la scrittura. Ciò che è doloroso, il dolore – il pericolo – è la creazione dell’opera, la messa sulla pagina di quel dolore, è uccidere quell’ombra nera perché si espanda sul bianco della pagina, perché porti fuori ciò che è natura interiore. I folli, l’ho già detto, scrivono in modo totale, la loro memoria è il fuori: le favolose passeggiate attraverso i venti e le maree, le fortezze, gli oceani di vita e poi la fine della pagina. È forse un’assenza, un’assenza da sé, l’assenza da un dolore elementare con cui si ha confidenza, di questo sono convinta. Noi scrittori abbiamo una vita personale molto povera, parlo ovviamente di chi scrive veramente. Questa dilapidazione di sé è totale. Gli scrittori vivono in un’assenza totale di vita personale, non conosco nessun altro che abbia una vita personale minore della mia. Mi viene detto: ma tu fai tante cose, fai dei film, fai questo, quello. Ma questo non rimpiazza mai la vita personale. Eppure questa assenza, o piuttosto questo relegare la vita personale è a sua volta una passione. Anche quando ero imbarcata nelle storie precedenti, per violente che fossero, raramente hanno rimpiazzato questa passione di non essere altro che una sorta di messa a disposizione totale verso il fuori. È difficile a volte. Ciò che meglio rimpiazza la scrittura è l’occupazione materiale. Quando non scrivo mi precipito nella mia casa di campagna, a Neauphle, e lavoro come una schiava (ride).
Marguerite Duras
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ideeperscrittori · 1 year
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L'AMBIGUO INTERVENTO DI PAPA FRANCESCO
Ehi, Papa Francesco. Vorrei farti notare due o tre cose.
Dopo l'ennesimo naufragio nel Mediterraneo, il governo si è giustificato così: «Non abbiamo alcuna responsabilità per tutte quelle persone morte. La colpa è del traffico di esseri umani».
Poi hai preso la parola tu, Francesco, e non si può dire che il tuo intervento abbia inchiodato il governo alle sue responsabilità.
Hai detto questo: «Dolore per Cutro. Bisogna fermare il traffico di esseri umani. Preghiamo».
Grazie Francesco, eh. La prossima volta magari parla di miracoli, beatificazioni e storielle vetero-testamentarie. Lascia stare le faccende serie.
Le tue dichiarazioni hanno reso Giorgia Meloni una donna, madre, italiana e cristiana felice, perché hai ammantato di approvazione ecclesiastica quel mantra che ogni persona di destra si ripete per giustificare il suo comportamento ben poco evangelico (lo dico da ateo).
La propaganda di destra funziona così: usa formulette evocative che non significano nulla, un po' come il tuo intervento, caro Francesco. Il governo ostacola chi accoglie, perseguita chi soccorre, spazza via diritti umani, ma basta un fumoso riferimento al traffico di esseri umani e si può voltare pagina. E tu lo sai, perché in passato ti eri espresso meglio: avevi attaccato con parole nette chi esclude i migranti.
E c'è un'altra cosa che stavolta hai finto di non sapere.
Il governo dice di volere combattere i trafficanti di esseri umani, ma fa anche cose che contraddicono questo intento, sulla scia dei governi precedenti e con uno storytelling particolarmente tossico. Tanto per dirne una, il governo finanzia la guardia costiera libica, una brutale polizia del mare che respinge le persone migranti in veri e propri campi di concentramento. In questi lager la gente subisce quotidianamente torture, stupri e uccisioni.
Se volesse, il governo potrebbe combattere il traffico di esseri umani. Tanto per cominciare, potrebbe smettere di finanziarlo, appoggiarlo, dargli man forte.
Ce l'hai col traffico di esseri umani, Papa Francesco? Inizia a prendertela col governo. [L'Ideota]
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lisia81 · 5 months
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Perfect Marriage revenge
e il soufflè si affloscia.
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Come già anticipato, le prime due puntate di questo drama mi avevano entusiasmato per l'innovazione mostrata.
Non sembrava una classica storia d'amore koreana, sia per l'approccio della storia sia per i rapporti molto diretti tra i due lead.
Ero entusiasta!
Dalla terza puntata in poi il la storia si è ri-assettata, trasformandosi in un mix tra la Beautiful e Dinasty. Intrighi, complotti, potere, colpi di scena, test di paternità, omicidi con risorti.. insomma tutto il repertorio!
Poi pluff.. Sinceramente il tutto poteva concludersi con loro che arrivavano alla data di scadenza e stop. Già il rapimento mi è sembrato una forzatura, tanto il fratello e la matrigna cattiva erano già out. Ma vabbè facciamo rivivere la scena del camion.
Ma il dopo?
Una puntata e mezza di felici e contenti? perchè era palese a tutti che Guk si sarebbe risvegliato!
Dovevano rivalutarmi il padre del lead??
Dovevano farmi vedere un ri avvicinamento scontatissimo tra i genitori della lead??
L'amore che trionfa, il riscatto e la famigliola felice??
L'unica scena di un certo rilievo è stata Yoo Ra arriva a casa Se Hyeok che sta presentando la nuova fidanzata alla madre e alla sorella si piazza li con pancione. Una nonchalance unica.
Che poi è una scena che mi lascia dei dubbi. Yoo Ra non è un personaggio positivo ed è molto materialista. Se Hyeok però lo avevano fatto redimere nel corso delle puntate precedenti. Nonostante ne fosse innamorato, la nuova fidanzata lasciava intuire che avesse svoltato pagina. Il senso di ri appioppargliela? per punire la madre? per punire lei? boh..comunque in quella casa voleranno padelle!!!
Inoltre il padre delle due ragazze.. si è dimenticato della figlia da non darle un minimo di sostegno materiale? mica sa che non è sua. E anche se lo sapesse..l'hai allevata! lei ha tagliato con la madre. Per Jung Wook? ma lei mica sapeva del rapimento.. bah..
Pure la storia del segretario.. buttata li così..
Ne esco sinceramente poco soddisfatta..
6.5 stiracchiato..
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Leggimi alla fine.
Un angolo di luce buia.
26/11/21
Se sei appena arrivato su questo blog, leggi questo post per ultimo, dopo aver letto almeno uno dei precedenti (preferibilmente più di uno)
Ho spolverato questa pagina dimenticata da dio dopo anni pubblicando due post rimasti nelle bozze a nascondersi e pubblicando questo qui adesso.
E ho capito perché l'ho abbandonata.
Ebbi l'idea di creare questo blog dopo aver scritto il primo post di questa pagina nel lontano 2014, in un periodo non particolarmente felice della mia vita, con l'intento di scrivere un post per ogni "situazione orribile" da me provata. Accomunavo i tratti comuni di tutte le volte in cui mi ero sentito parecchio giù di morale per isolare ed esorcizzare lo stato d'animo stesso.
Avevo creato un format. Un misto tra un programma televisivo e un appuntamento dallo psicologo. Avanti un'altro (problema)
Con il tempo, però, mi accorgevo di non riuscire a scriverci.
Sebbene il primo post l'avessi scritto tutto di getto in pochissimo tempo, per scrivere gli altri impiegavo di più, molto di più, sempre più tempo.
Immagina un foglio bianco. Io disegno un punto e ti dico di tracciare una linea retta o curva che lo intersechi. Hai infinite soluzioni.
Poi però ne disegno due di punti e ti chiedo di unirli allo stesso modo, con una linea qualsiasi. Le soluzioni possibili iniziano a diminuire.
Poi ne disegno 3 e ti chiedo lo stesso. Poi 10. Poi 350. Poi 42 milioni.
I punti sono le situazioni che mi sono accadute, mentre le linee i miei racconti.
È logico quindi che con meno situazioni tracciare coerentemente i contorni dell'emozione è esponenzialmente e drasticamente più semplice. Più aumentavano le situazioni che vivevo, più era difficile farle combaciare con il format che avevo creato all'inizio.
Quindi mi sono reso conto e sono giunto alla conclusione di non aver nulla da dire, o forse di non riuscire a dirlo perché non avevo mai provato veramente sensazioni orribili.
O almeno era così, fino ad un giorno.
Un giorno qualunque scopro che mia madre ha una malattia terminale. Ho 27 anni quando mi succede, lei 51. E questa è veramente una sensazione orribile che ho provato, e più che orribile direi disgustosa e vomitevole sopra ogni limite, perché da quando lo scopri devi vivere con la consapevolezza di un dolore che proverai e nei confronti del quale sei totalmente inerme. Vorresti fare tanto, tutto, ma non puoi fare un cazzo, niente. A volte parliamo delle situazioni spiacevoli definendole "una merda". Questa non è una merda perché la merda a qualcosa serve. Osservare impotenti una persona che soffre e si spegne lentamente di fronte ai tuoi occhi, dimmi, a cosa serve veramente? È come essere legati ad un palo ed assistere ad una persona che sta per venire trafitta da una lama. Ma chi infliggerà il colpo mortale si muove molto lentamente, al punto che non riesci bene a distinguere il fatto che si stia muovendo davvero, guardandolo tutti i giorni. E tu sei lì, ma è come se non ci fossi veramente perché non puoi fare nulla, se non stare a guardare, immobile, impotente, inerme.
A questo punto quindi, penso che dovrei aver tanto da scrivere, di cui parlare. Questa situazione così spiacevole dovrebbe essere combustibile altamente infiammabile per il fuoco dei miei pensieri. Eppure mi sento in un paradosso, come se avessi oltrepassato l'asintoto verticale della funzione dell'intensità dei miei stati d'animo e mi trovassi dall'altra parte dell'infinito, quindi con segno opposto; come se quel combustibile così tanto infiammabile lo fosse sì infinitamente, ma ad un punto tale di esserlo "troppo" non essendo quindi più in grado di prendere fuoco.
E mi ritrovo a vedere il riflesso delle mie volontà nascoste nei comportamenti quotidiani: vorrei che niente finisca davvero, così come questo post che sto scrivendo, al quale non riesco a dare una degna conclusione, la stessa conclusione che manca e che non riesco a vedere nella vita di mia madre che si sta lentamente spegnendo davanti ai miei occhi.
E questa è in assoluto la peggiore sensazione orribile che io abbia mai provato.
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pensatriceanonima · 1 year
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N. 293. Chi viene con me?
Mi chiedo se 293 sia il numero giusto. Dopo tutto questo tempo, non sarebbe il caso di optare per un nuovo inizio? Un numero 1 bis? Sono la stessa persona che anni fa vomitava i suoi pensieri su questa piattaforma? Non lo so. Non ne ho idea. Non so chi sono oggi. Non sono in grado di paragonarmi, di confrontarmi. Ma sarebbe giusto riprendere da capo? Come se i precedenti 292 momenti di sfogo non fossero mai esistiti? Forse sono diversa, sicuramente sono cambiata. Magari no. Non lo so. Ma quei 292 sono figli miei. Perché rinnegarli? Se anche il tempo mi ha plagiata, ho comunque partorito quei 292 momenti di verità. E tali penso resteranno. 293. Sia.
Appurato che il numero è quello giusto (credo), come procedo? Mi trovo di fronte ad una pagina bianca con le dita che tremano all'idea di poter dire ciò che penso. Il cuore stesso fa fatica a stare dietro all'emozione di pensare che su questa piattaforma, paradossale e assurda, non devo nascondermi. Non devo temere, non devo ragionare, non devo chiedere scusa. Non devo vergognarmi. Eppure.. Eppure non riesco. Non ancora. Gli anni trascorsi a contenermi, a limitarmi, a smussare gli angoli, a ridurre i danni, mi hanno plagiata. Mi hanno ferita. Mi sono ferita. Mi sono lasciata ferire. E ora? Ora ho voglia di ritrovarmi, ho voglia di sentirmi svuotata dalla liberazione di scrivere ciò che sento, di ragionare meno e sentire di più. Ma non riesco. Mi fa male il cuore a pensare a quella sensazione di leggerezza. Mi fa male perché ne sento la mancanza. Perché non so se ne sono ancora capace. Perché non so a che punto mi sono fermata, non so il perché. E non so dove sono arrivata. Non ne conosco il motivo, il modo, la strada, le ragioni.
Immaginate di partire per un viaggio senza rendervene conto. Non avete bagaglio, non avete destinazione e, cosa ancora più spaventoso, non avete una provenienza. Siete nel mezzo del nulla e contemporaneamente del tutto. Siete ma siete davvero? Un passato confuso, di cui mi mancano gli ultimi anni e non ne comprendo il motivo; un presente insoddisfacente, pregno della sensazione di vuoto; un futuro indicibile, nebbioso, lontano, poco invitante. Con questi presupposti, si può davvero essere? Si è un qualcosa o semplicemente si esiste sopravvivendo? Ecco, forse in questo momento sopravvivo. A me stessa, ad esempio, sopravvivo a stento.
Mettiamola così. Non so chi sono. Non so chi ero. Non so chi sarò. Ma so che in questo istante sono qui, su questa piattaforma assurda, contorta e paradossale. Sono qu. Non so il perché io ci sia, non so quale sia lo scopo. Ma il login è stato frutto di un momento istintivo, liberatorio. Fingiamo di poter partire da qui. Chi viene con me?
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fieriframes · 2 years
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[Reliqua inde 2 a precedenti pagina sub hoc signo.oto.]
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lostaff · 1 year
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Ch-ch-changes
🌟 Novità
Stiamo implementando un aspetto aggiornato per i post di Tumblr incorporati su Internet. Quando prendi il codice di incorporamento per un post, ora otterrai una versione aggiornata. I vecchi codici di incorporamento già disponibili continueranno a funzionare correttamente.
🛠 Correzioni
Abbiamo corretto un bug che impediva la visualizzazione intermittente dei risultati del sondaggio.
Quando reblogghi un post con un sondaggio, non sarai più in grado di passare all'editor precedente in quanto interrompe il blocco del sondaggio.
Ora impediremo la pubblicazione di post con blocchi di sondaggi incompleti (dovrai aggiungere un titolo del sondaggio e almeno due opzioni).
Risolto un bug che impediva a un destinatario dell'invio di modificare gli invii.
Stiamo correggendo vari bug con i sondaggi prima di distribuire a più persone la possibilità di crearli. Finora, abbiamo risolto alcuni problemi con i risultati dei sondaggi che non venivano visualizzati per gli utenti disconnessi, sondaggi interrotti durante il blogging utilizzando l'editor precedente sul Web, sondaggi che si comportavano in modo strano nei reblog se il post originale veniva eliminato, sondaggi che non funzionavano correttamente quando c'era era un video nello stesso post e il testo del sondaggio non appariva nei tag Open Graph o non veniva indicizzato dalla ricerca di Tumblr. Abbiamo ancora qualcosa da fare qui, rimanete sintonizzati! Stiamo lavorando il più velocemente possibile per rendere accessibile a tutti la creazione di sondaggi.
Se utilizzi l'app mobile Tumblr su iOS o Android e non riesci a vedere o votare nei sondaggi, aggiorna all'ultima versione dell'app. Le versioni precedenti dell'app non supportano completamente la nuova funzionalità di sondaggio.
Nell'ultima versione dell'app per Android (27.8), abbiamo risolto un problema che causava la duplicazione dell'intestazione del consiglio "Perché segui…".
Risolto un bug sul Web in cui l'elemento Etichette Community mancava dai menu principali delle risposte pubblicate.
Risolto un bug sul Web che impediva agli invii non di solo testo di essere modificabili e pubblicabili in alcuni scenari.
Risolti alcuni problemi visivi sul Web quando si visitava una pagina con tag che non presentava risultati in "Ultimo".
🚧 In corso
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clacclo · 1 year
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Per stabilire se un essere ha una coscienza sensibile deve rispettare tre criteri:
1. Capacità di apprendimento
2. Memoria
3. Consapevolezza di sé e degli altri
Le radici degli alberi, quando incontrano un ostacolo, imparano come superarlo per continuare a crescere: apprendimento.
Quando incontrano un ostacolo simile le volte successive, impiegano sempre meno tempo per superarlo perché ricordano come lo hanno fatto le volte precedenti: memoria.
La chioma di un albero tende a crescere in direzione della luce e allontanarsi da ciò che gli fa ombra, ma avete mai visto un albero allontanarsi da se stesso? Non accade perché è in grado di distinguere se l'ombra è proiettata da un proprio ramo o da quello di un altro albero. Consapevolezza di sé e degli altri. Nel video e nella pagina di Wikipedia linkata si vede questo fenomeno: per come degli alberi non si toccano mai fra di loro!
In conclusione, possiamo affermare che un albero è cosciente al pari nostro o degli animali. Con la differenza che alcuni alberi hanno qualche migliaio di anni...
Questo dovrebbe smontare qualsiasi veganesimo e vegetarianesimo, mettendo sullo stesso piano animali e piante. Un vegano, per nutrirsi, uccide tante forme di vita solo per farsi un'insalata che non lo sazia: la forma di vita carota, quella finocchio, quella radicchio, quella ravanello, quella lattuga e via dicendo. Una vita vegetale non basta a saziare una persona, ma quante persone si nutrono mangiando una sola mucca, cioè uccidendo solo una volta, solo una forma di vita?
@clacclo
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licaliquor · 2 years
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Royal Vampire x Fem Reader
fantasy scenario x reader (serie)
enemies to lovers
Tumblr media
Era finalmente arrivato l’inverno,dai monti innevati e i ricordi d'infanzia delle fredde giornate trascorse a giocare con la neve,il periodo preferito della vampira figlia dei Veryliomov,la fanciulla più giovane della reggia e dalla bellezza più riservata e composta che si fosse mai vista. Mai creatura della notte dai lineamenti più particolari s’era incontrata aggirarsi nella antica villa della nobile famiglia. Eppure tanto era il suo fascino misterioso quanto il cattivo carattere di cui i familiari l’accusavano ogniqualvolta se ne presentasse l'occasione.
“Sii socievole” “Più sorridente mia cara” “Non si vedono abbastanza i tuoi canini,avanti” “Non puoi restare sempre in camera tua a leggere” La esortavano ad essere più conforme alla famiglia i suoi genitori,ormai quelle frasi le ripeteva spesso insieme a loro, accompagnate sempre da un suo tipico sguardo rivolto verso il cielo,le sapeva a memoria,semplicemente non voleva ascoltarli,non voleva essere come loro. Odiava quel mostrarsi perfetti davanti a tutti,perché nessuno di loro lo era. Osservava da anni i comportamenti della sua lunga stirpe,e non appena il loro falso ridere svaniva si palesavano sempre le persone più meschine con le quali ella avesse mai potuto offendere la sua vista. Avide,perfide,maligne e crudeli,così definiva le persone intorno a lei la giovane che poteva studiarne la vera natura d'ogniuno da vicino,ma solo le maschere che indossavano riuscivano a dar di loro i volti più splenditi nei dipinti di famiglia e nei frequenti balli. Lei non era come loro,e mai lo sarebbe stata,ma non sentirsi parte di ciò che inevitabilmente la circondava la rendeva anche sola,sola tra i parenti,sola nel reame,sempre sola in quella reggia e ancora sola in mezzo a tanta gente. Solo lei e le domestiche,entrate presto in buoni rapporti con la ragazza,sapevano quello che si nascondeva dietro a quelle finte cortesie pubbliche,ma nessuno aveva mai osato smascherare quel teatro d’attori nati da secoli prima la sua nascita.
“Medleys secondo te cosa c’è fuori i cancelli della nostra reggia?“ Chiese la giovane alla solita domestica, mentre pensierosa,seduta al centro del morbido letto a castello,guardava con occhi sognanti la finestra aperta.
“Mia cara,ahimè non posso esservi di alcun aiuto, dovrete farvi rivelare il segreto da vostro zio Ernald,è lui che è sempre in viaggio.” Rispose rammaricata la donna mentre spolverava qualche mensola della camera della ragazza.
“Oh no,io non voglio avere niente a che fare con quella gente…vorrà dire che continuerò a scoprire il mondo pagina dopo pagina se proprio devo.” Lo sguardo della ragazza si ricoprì in breve d'un velo di tristezza mentre seguiva il suo stesso consiglio afferrando uno dei suoi soliti libri,consapevole che se si fosse continuata a comportare così non l’avrebbero mai lasciata varcare i ferri degli slanciati cancelli della villa.
“Signorina seppur essa sia la sua famiglia non posso che concordare con lei,con tutto il rispetto.” Concluse quella breve conversazione la donna presa dalle pulizie.
"Ormai le loro maschere,i loro personaggi hanno talmente preso il sopravvento che in parte si sentono quello che fingono di essere perché hanno dimenticato il loro vero volto...come si riconoscono ancora allo specchio? Anzi come possono persino passare davanti uno specchio d'acqua senza restare terrificati?-" Pensò ad alta voce la ragazza interrompendosi subito all'udire di passi,ben noti a lei,che in lontananza avanzavano verso la sua stanza.
“Signorina,mi raccomando,devi essere in perfetta forma per il ballo in maschera di domani.” Esordì la padrona di casa irrompendo nella stanza della silenziosa dama,confermando a chi appartenessero i precedenti passi.
“Un altro ballo?”Domandò la figlia con aria esausta.
“Per i 3 secoli d’anniversario di me e tuo padre chiaramente.” Spiegò rapidamente la signora dai modi altezzosi.
“Ovviamente,come dimenticare un evento così importante,mi domando se ci sarà un ballo anche per il nostro nuovo gatto a questo punto...” Replicò con sarcasmo ella portandosi una mano alla fronte.
“Niente storie Y/n,lo sai.” Terminò bruscamente la discussione la donna sbattendo la porta alle sue spalle.
"Un ballo in maschera per gente che vive con la maschera sul viso,quale singolare ironia della sorte." Osservò la giovane tornata in compagnia solo della sua fedele domestica.
Eppure quel suo atteggiamento non poteva rallentare il divenire del tempo,e fu sera e fu mattina,e l'ora della celebrazione arrivò come un ospite in anticipo. Anche in quell'occasione non aveva intenzione,come era solita fare,di dare nell’occhio in alcun modo,nella speranza di restare in compagnia delle sue amate pagine e di fatto nel prepararsi aveva lasciato i capelli sciolti,tenuto i suoi gioielli giornalieri, indossato un vestito adeguato ma senza sfarzi,tulle o strati e delle comode scarpe che coperte dalla lunga veste nessuno avrebbe mai visto,soprattutto non essendo mai dell'umore per ballare. Uscì dalla sua camera serenamente sentendosi a suo agio in quelle semplici stoffe ma gli sguardi delle sue sorelle adornate di perle,dagli abiti pomposi e i guanti con orli in pizzo esprimevano un disappunto abituale per la giovane, come un’antica tradizione. Ricambiò quelle attenzioni non richieste non donando loro la soddisfazione nemmeno d'un suo sguardo, iniziando poi a scendere le scale che conducevano alla sala da ballo. Subito notò come le altre erano già in pista con i loro sorrisi più finti sul volto e le mani strette in quelle dei più nobiluomini della notte mascherati,mentre ella non appena ebbe adocchiato un tavolo in un angolino s’era confinata lì in cerca di pace eterna,preferiva morire che assistere ad un'altra serata simile,ma le danze erano cominciate e le regole erano chiare,doveva restare lì.
Aveva appena iniziato a sfogliare le prime pagine quando la coda dell'occhio della ragazza sembrava esser stata catturata da una presenza statica di fronte a lei,ignorò la figura sperando se ne andasse lasciandola indisturbata, ma di darle tregua quella sera non avevano proprio intenzione.
“Sono degno,forse,d’un ballo con voi?” La silouhette di quell'alta figura s'animò d'una persuasiva voce maschile facendole perdere il segno sulla carta e quasi spaventandola,in tutti i maestosi balli che erano stati organizzati lì nessuno le aveva mai chiesto di danzare con lei,non che le mportasse davvero ma non poté che sospettare di quell’invito improvviso. Sollevò lo sguardo dal libro,ancora aperto fra le mani,volgendolo verso lo sconosciuto,ma anche con la maschera era riuscita a riconoscere il vero volto del ragazzo che le porgeva la mano,non vi era inganno che riuscisse a soggiogarla,la giovane scopriva sempre chi vi era sotto la maschera. Allorché seppur forse un’impresa ardua,nei lineamenti nascosti dello straniero riconobbe presto Thomas Lyordiff,il primogenito dell’importante famiglia nobiliare e soprattutto il giovane vampiro più amato,cercato e corteggiato da tutte le dame,non di meno che una delle persone ch’ella meno sopportava alla vista.
Nonostante quell’incontro la rendesse incredula,ora,quel finto gentiluomo ricercato da tutte meno che da lei,dall'altezza notevole,la muscolatura slanciata,le ciocche corvine che incorniciavano le iridi rosse e la carnagiona pallida, era proprio lì,in attesa d'una sua risposta.
“No Thomas”Declinò il cortese invito con fare seccato la ragazza dalla scarsa pazienza.
“Con voi non vi è maschera che tenga,non è vero? Cosa mi ha tradito?… Voi già sapete chi sono eppure io non vi avevo mai notata prima d’ora…” Confessò il gentiluomo con ilarità d’animo,ma la giovane non prestò alcuna attenzione a quelle parole riponendo gli occhi sulle pagine,sperando nuovamente ch'egli semplicemente l'abbandonasse.
“Cosa leggete?” Chiese con curiosità invadente il ragazzo sedendo d’improvviso accanto ad ella che prontamente allontanò il libro dalle grinfie del vampiro, iniziando ad osservarlo con sempre più diffidenza,che intenzioni aveva? Tormentarla tutta la serata finché non le avesse concesso un ballo? Aveva decisamente sbagliato persona,chiunque la conoscesse sapeva che la sua fama da testarda la precedeva ad ogni suo passo.
“Nulla a cui voi possiate aspirare.” Rispose infastidita.
“Voi mi offendete,ho una gran cultura…”Replicò il giovane ottenendo dalla ragazza come risposta solo uno spostarsi da lì,con visibile esasperazione in volto,dirigendosi verso il giardino reale.
“Dove va così di fretta?”Le domandò seguendola,ma all'udire di quelle parole y/n affrettò solo il passo temendo potesse avvicinarsi.
“Come mai così diffidente?” Le chiese ancora palesandosi davanti,a pochi centimetri dal suo volto, bloccandole ogni via d'uscità in quel labirinto di siepi. Lo squadrò confusa di come quel trucco gli fosse riuscito e sempre meno fiduciosa si allontanò rapidamente dal suo corpo.
“Non sono abituata alla sincerità altrui." Rispose istivamente la ragazza, scrutandolo da lontano nell'oscurità del giardino dove ora erano soli.
"Per voi è necessaria una completa fiducia nel parter per accettare un ballo?" Le fece notare con sarcasmo il giovane che lentamente si riavvicinava a lei.
"No ma quando chi non sa accettare la mia risposta mi segue di notte nei giardini reali potrete concedermi dei dubbi sulle vostre intenzioni,non credete?" Ribatté sagacemente ella con aria quasi sfidante.
"Legge molto ma nessuno vi ha insegnato a non rispondere ad una domanda con un'altra domanda?" La incastrò il vampiro dall'espressione furba.
"Non ho più tempo da regalarle" Replicò dandogli poi le spalle in modo imprevedibile, sfuggendo dalla ragnatela ch'egli le stava tessendo intorno parola dopo parola.
"Mi permetta almeno di conoscere il volto della donna dall'animo più crudele ch'io abbia mai incontrato..." Insistette prendendosi gioco di lei,trattenendola per un polso.
La giovane si voltò con i nervi a fior di pelle.
"Alla gente piena di sé come voi basta il proprio di viso." Rispose contenendosi la ragazza,opponendo resistenza alla presa che il nobiluomo aveva ancora sul suo polso.
"Voi cederete. Cederete le vostre difese con me e cadrete nella mia ragnatela." Cercò di persuaderla e quasi costringerla Thomas,come a predirle un inevitabile profezia difronte alla quale avrebbe solo dovuto arrendersi e accettare il suo destino.
"Vi illudete,non sono una delle tante ragazze che vi divertite a rifiutare." Gli tenne testa la dama dall'intenso temperamento.
"Ma lo sarete." Concluse con quelle parole il discorso,lasciando la presa sulla ragazza che non perse occasione per scappare da quella pesante atmosfera.
L'indomani ancora travolta dall'accaduto non riusciva a lasciar andare la rabbia che aveva accumulato la sera precedente,ed era inutile leggere,dilettarsi con il piano o dedicarsi ad una qualsiasi arte,distrarsi non toglieva il ricordo dell'espressione di dominio del ragazzo dalla sua mente e facendo un profondo respiro si rassegnò,decidendosi poi a lasciare la camera ancora alla ricerca della pace che da ieri sperava d'ottenere.
"AAh"Gridò spontaneamente cadendo sulle scale,ma dove aveva la testa? doveva solo scendere i gradini,e come se la bottà non le avesse inflitto abbastanza dolore non appena si guardò intorno di fronte vi era proprio l'odiato protagonista dei suoi ricordi.
"Vi ho trovata finalmente." Esordì il giovane avendo riconosciuto alcuni tratti della ragazza.
"Voi." Replicò sul punto di perdere le staffe la vampira.
"I pensieri su di me vi tormentano al punto da non notare gli scalini forse?" Ricambiò quel brusco saluto infierendo.
"No ma ammetto che la voglia di praticarle della pura violenza fisica potrebbe essermi saltata in mente un paio di volte." Continuò il discorso la giovane afferando la mano ch'egli le porgeva per rialzarsi.
"Quindi confessate d'avervi tormentato l'animo?"Insistette con prontezza l'avversario.
"Vi prego. Risparmiatemi queste mere conversazioni." Replicò ella dall'aria disgustata una volta dopo esser tornata in piedi.
"Dovreste supplicarmi più spesso sà?"Controbattè ostinato ad una sua vincita il ragazzo.
"Si può sapere per quale motivo vi aggirate per casa mia questa mattina?" Domandò la dama con sincera perplessità in volto.
"Non mi ascoltate forse? Vi ho insegnato ieri a non rispondere mai ad una domanda con un'altra domanda." Le rinfacciò egli acquisendo punti in quel duello verbale.
"Rispondete."Ordinò la ragazza con estrema serietà.
"Se proprio mi pregate,volentieri. Vedete ieri avete perso un fermaglio per capelli e si da il caso che un ragazzo molto perspicace come me,avendolo precedentemente visto indosso ad una delle vostre sorelle,abbia riconosciuto che potesse appartenere solo alla vostra famiglia,così son venuto presto a cercare la legittima proprietaria per restituire l'oggetto e scoprire il volto di chi ha osato tenermi testa la scorsa notte." Espresse le sue volontà il Lyordiff fiero delle sue indagini.
"Oh ma per favore. Di quale perspicacia vi vantate? Sul fermaglio vi è letteralmente il nostro stemma,a chi altro poteva appartenere?" Lo smascherò nuovamente con sempre meno pazienza y/n.
"Quante altre volte dovrete smascherarmi ancora prima di concedervi a me?" La sfidò di nuovo il giovane.
"Vi smaschererò fin quando vi saranno inganni. In ogni caso,con permesso,la ringrazio di avermi riportato il fermaglio di famiglia e ora mi congedo." Lo salutò con freddezza la ragazza,continuando a scendere le scale.
"Il vostro volto non basta,rivelatemi il vostro nome." Tentò egli di fermarla per un polso come quella notte.
Ella si voltò ancora una volta,ma prima che potesse replicare la lontana voce della madre la fermò da qualsiasi parola stesse per emettere.
"Y/n! Hai sistemato quelle carte sul tavolo?!" La chiamò la donna iraconda.
"Arrivo!" Rispose lei sospirando.
"Quindi questo è il vostro nome...ma voi non sembrate una domestica,con tutto il rispetto." Confessò il ragazzo perplesso.
"Perché non lo sono,ci sono molte cose che non sapete di me." Lo abbandonò con queste ultime parole proseguendo verso la sua tutrice.
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goodbearblind · 2 years
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"Come ogni anno, il 9 agosto arriva inesorabile ad aggiungere un anno alla mia vita.
Vita che ormai da un bel pò è dedicata al portare avanti questa cosa meravigliosa che è Agripunk.
Così come ogni anno, vi chiedo se vi va di farmi un regalo speciale ossia il sostegno a questo piccolo pezzo di mondo liberato.
Se raggiungeremo l'obiettivo, i soldini saranno così usati:
2000 euro un mese di affitto,
2000 euro per pagare parte del conto delle verdure per le maialozze,
2000 euro per pagare un pò di carichi di fieno.
Vi ringrazio in anticipo sperando nella vostra solidarietà!
Ho incluso le informazioni su Agripunk Onlus di seguito.
Siamo un gruppo nato con lo scopo di far chiudere un allevamento intensivo di tacchini.
Dopo esserci riusciti, ci siamo mobilitati per impedirne la riapertura.
Per trasformare le abitazioni, i capannoni e i 26 ettari di bosco e prati in rifugio per animali umani e non, senza distinzione alcuna.
Nasce così Agripunk, un rifugio sociale per animali di qualunque specie.
Nato per convertire un allevamento intensivo da luogo di sofferenza e morte a luogo di libertà, che ha bisogno del supporto di tutt* per resistere.
Agripunk onlus è l’associazione per la tutela di natura ed ambiente che autogestisce il rifugio, le iniziative di autofinanziamento e le varie attività.
Come potete aiutarci?
- Donando tramite bonifico nel conto Banca Etica intestato ad Agripunk onlus Iban IT11P0501802800000012165098 per sostenere il mantenimento delle belve e dello spazio, causale “erogazione liberale”
- Adottando un pezzo di terra liberato con una donazione ricorrente nel conto affitti sempre intestato ad Agripunk onlus iban IT32W0359901899050188529829 casuale “contributo affitto a riscatto”
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