Tumgik
#plotino
bocadosdefilosofia · 8 months
Text
Tumblr media
«O bien, imagínate la vida de un árbol gigantesco difundida por todo él mientras el principio permanece y no se desparrama por todo, estando él mismo como asentado en la raíz. Por tanto, si bien es verdad que ese principio suministró al árbol toda su vida, no obstante, él mismo permaneció fijo, pues no es múltiple, sino principio de la vida múltiple. Y esto no es ninguna maravilla. O mejor, sí lo es: es una maravilla cómo la multiplicidad de la vida provino de la no-multiplicidad y cómo la multiplicidad no habría existido si no existiera lo anterior a la multiplicidad, lo cual no era multiplicidad. La razón de ello es que el principio no se fracciona en el todo; de haberse fraccionado, habría destruido a la vez el todo, y éste ya ni siquiera se habría originado si su principio no permaneciera en sí mismo siendo distinto de aquél.»
Plotino: Enéada III, en Enéadas III-IV. Editorial Gredos, pág. 257. Madrid, 1985
TGO
@bocadosdefilosofia
@dies-irae-1
4 notes · View notes
princessofmistake · 2 years
Quote
«Ma se l’anima sceglie il proprio daimon e sceglie la propria vita, quale capacità di decisione ci rimane?» si chiede Plotino. Dov’è la nostra libertà? Tutto ciò che viviamo e chiamiamo nostro, tutte le nostre faticate decisioni devono essere, in verità, predeterminate. Siamo intrappolati dentro il velo dell’illusione, convinti di essere gli autori della nostra vita, quando invece la vita di ciascuno è già scritta nella ghianda e noi non facciamo altro che realizzare il piano segreto inciso nel cuore. La nostra libertà, si direbbe, consiste soltanto nello scegliere ciò che la ghianda si prefigge.
7 notes · View notes
Photo
Tumblr media
                          (Golgonooza - Andrew McLean)
“Para Plotino, al igual que Blake, las almas aspiran a la generación porque buscan perfeccionar el mundo y a sí mismas. La generación es, al mismo tiempo, algo deseado, causa de cierta imperfección, y se elige para lograr el perfecto cumplimiento de la totalidad del mundo. Las almas generadas distan mucho de la perfección, y la propia Golgonooza es imperfecta, a diferencia de la Jerusalén arquetípica que ésta siempre se esfuerza por alcanzar. Son ‘Pasiones y Deseos lastimeros/sin idiosincrasia ni forma’ para los que la vida en este mundo constituye una oportunidad para su consumación; tal y como ‘eligen sus afinidades/[los espectros) así nacen en la tierra’. Aquí podemos recordar al propio Platón, quien al final de la República describe cómo las almas optan por ‘patrones de vida’ antes de su descenso a la generación. La Golgonooza de Blake, de hecho platónica, combina elementos de San Juan, Swedenborg, de sus lecturas de Plotino y del propio Platón. También de este último y de los neoplatónicos tomó Blake la idea de los grados diversos de olvido de la eternidad en el que caen las almas generadas, a medida que van a beber a las aguas del Leteo (materia) al entrar en éste mundo. Sólo en la ciudad de Babilonia prevalecen las ideas cristianas más tradicionales de pecado y castigo -pues en el resto Blake, al igual que Plotino, habló de ‘sueño’ y ‘despertar’-. Aquellos a los que Blake llama durmientes, ‘mera pasión y apetito’, no recuerdan su naturaleza eterna, sino que se encuentran absolutamente inmersos en la existencia corporal. Otros -y aquí están incluidos poetas, pintores, músicos y arquitectos, además de los amantes de la sabiduría en un sentido platónico- recuerdan cosas eternas o, en otras palabras, recuerdan con más claridad las realidades internas del mundo arquetípico de la Imaginación. Éstos están por encima de todos los que participan en la construcción de la ciudad de Golgonooza según el patrón ‘establecido en el cielo’, como dice Platón -estando el cielo, como en los Evangelios, ‘en el interior’-. Las obras de arte -copias del arquetipo- sirven, a su vez, para despertar y hacer recordar a los durmientes que no pueden percibir por si mismos los ‘originales’. De ahí la necesidad de que las artes no imiten a la naturaleza o describan experiencias del ‘gusano mortal’ natural para que la raza humana nunca olvide su auténtico hogar -es decir, el espiritual-, ni tampoco su naturaleza espiritual. El mundo natural realmente no es un universo de ‘rocas y sólidos’ (de materia en el sentido moderno), sino, en palabras de Blake, el ‘espejo de Enitharmon’, donde se reflejan ‘los originales guardados en el cielo”.
Ocho ensayos sobre William Blake, Kathleen Raine
6 notes · View notes
Text
"Todo es bello para el que tiene el alma bella."
- Plotino filósofo griego
2 notes · View notes
inesistenzadellio · 2 years
Text
"Sia per Plotino sia per Jung la coscienza non coincide con l'Io; vera coscienza è la consapevolezza che l'anima ha di se stessa come riflesso della psiche collettiva universale, e non già una consapevolezza di sé come soggettività egoica separata. Quella che noi oggi chiamiamo <<coscienza dell'Io>>, il livello quotidiano delle azioni abituali nel regno della physis, o percezione sensoriale naturale, che prende il mondo letteralmente secondo le apparenze, rappresenta per Plotino il livello più basso di attività, quasi una inconscietà. Plotino dunque ci fa capire come la psicologia moderna abbia capovolto la psiche. La psicologia dello sviluppo dell'Io e del rafforzamento dell'Io ottengono precisamente l'opposto di quello che si propongono, cioè conducono a una minore coscienza, anziché a una maggiore coscienza."
- L'anima del mondo e il pensiero del cuore. (J. Hillman)
2 notes · View notes
menselijk6 · 4 months
Text
«Regresa a ti mismo y mira: si aún no te ves bello, haz como el escultor de una estatua que ha de salirle hermosa: quita, raspa, pule y limpia hasta que hace aparecer un bello rostro en la estatua. También tú, quita todo lo que sea superfluo, corrige todo lo que sea tortuoso, limpia todo lo que esté oscuro, abrillántala y no ceses de esculpir tu propia estatua hasta que resplandezca en ti el divino esplendor de la virtud, hasta que veas la Sabiduría en pie sobre su sagrado pedestal. ¿Has llegado a esto? ¿Has visto esto? … Si ves que te has convertido en esto, convirtiéndote tú mismo en una visión al adquirir confianza en ti mismo y ascender hacia lo alto, al tiempo que permaneces en este mundo, sin necesidad ya de quien te guíe».
0 notes
annalisalanci · 1 year
Text
L'anima. Che cos'è l'anima. I limiti di una definizione
L'anima
Che cos'è l'anima
I limiti di una definizione
Tumblr media
Tumblr media
Anima
Tumblr media
Embrione
Tumblr media
Pitagora
Tumblr media
Plotino
Tumblr media
Santi'Agostino. Agostino d'Ippona
Da parte degli storici delle religioni, è stata spesso posta in rilievo la limitazione e anche l'inadeguatezza del termine anima; A.M. Di Nola aveva infatti precisato che:
<<Il termine anima appartiene ad una particolare dimensione culturale e ideologica, che ha una sua specifica storia nella filosofia e nelle visioni religiose occidentali e cristiane, e che ha elaborato un suo proprio quadro dell'uomo, del suo vivere e del suo essere nel mondo. La modalità di tale quadro, in cui è implicita la presenza di una determinata attività, variamente qualificata come anima, spirito, mente, ragione, ecc. entra in una radicale crisi, ogni volta che intendiamo servirici di essa come pattern ideologico per interpretare altre realtà culturali>>.
Il background occidentale-cristiano che contrassegna il concetto di anima, può risultare furviante quando ci si pone al cospetto di culture strutturate su modelli religiosi diversi dai nostri.
<<Uso il termine anima in mancanza di un altro che meglio si adatti alle rappresentazioni della mentalità primitiva>>.
La nostra nozione di anima è comunque piuttosto fluida e incerta e tende spesso a confondersi con quella di spirito. Possiamo, considerare l'anima, nelle sue più arcaiche esperienze religiose, come la concretizzazione di istanze umane, motivate da cause vitali. Solo in seguito, la teologia e la filosofia ne hanno definito il significato con valori più profondi, giungendo alla costruzione di modelli astratti dai quali erano respinti gli elementi esperenziali perché considerati residui di concezioni naturalistiche.
Tra i quesiti che più di altri caratterizzano il nostro rapporto con l'anima vi è quello della sua origine.
Sulla <<nascita>> dell'anima sono state elaborate molteplici teorie; anche in contraddizione, che hanno dato origine a un corpus di ipotesi spesso difficili da definire nel dettaglio e che è praticamente impossibile cercare di far convivere.
Volendo semplificare, possiamo indicare due fonti:
1. L'anima proviene dalla divinità.
2. L'anima è originata dal basso, cioè dalla terra.
Seguendo le diverse interpretazioni filosofiche, le due ipotesi non si ecludono a vicenda, ma possono convivere.
Sant'Agostino chiariva:
<<Non ho trovato nelle Scritture canoniche nessuna affermazione inequivocabile sull'origine dell'anima>>.
I teologi hanno individuato molte <<origini>< dell'anima, dando vita ad un dibattito anocora oggi vivissimo. Qualcuno ha suggerito la possibilità che le anime siano state create tutte insieme all'origine dei tempi: avrebbero l'età di Adamo ed Eva, via via ognuna si è congiunta e si congiungerà con un corpo nel tempo seguendo un disegno conosciuto da Dio.
Questo tipo di origine, sostenuta da G.W. Leibniz (1646-1716), assegna all'anima una dimensione al di fuori del tempo e una precisa collocazione nell'eternità.
Altri come Plotino (205-270) e i platonici hanno ipotizzato che le anime non sinao <<create>> da Dio, perché sarebbero una sua emanazione, di conseguenza parte integrante della sua stessa sostanza.
Vi è inoltre chi ipotizza la creazione dell'anima da parte di Dio nell'istante del concepimento del corpo (posizione assunta della Chiesa cattolica), o immediatamente dopo (posizione dell'Ebraismo e dell'Islam): in genere quaranta giorni, come già sosteneva Pitagora (575-490 a.C.): <<L'embrione prende forma in quaranta giorni>>.
In estrema sintesi, la creazione dell'anima da parte di Dio potrebbe presupporre tre modalità:
1. Prima del corpo.
2. Insieme al corpo.
3. Dopo il corpo.
La suddivisione precedente non condiziona le tesi sul'origine vale a dire sulla sostanza dell'anima e la sua provenienza, perché è sempre Dio l'artefice della sua <<gestione>>.
Si può parlare, molto semplicisticamente, di <<creazionismo>> cioà il contributo <<dal basso>> nella formazione dell'anima: specificamente, si intende assegnare un ruolo fondamentale ai genitori; in questo senso la sostanza spirituale dell'anima deriverebbe dal corpo e dall'anima dei genitori nel momento del concepimento.
<<Dio non infonde direttamente l'anima, chi pensa così, che Dio infonda direttamente l'anima spirituale e immortale al primo istante del concepimento umano, pensa l'anima come una sostanza separata, e si fa sostenitore di una teoria concepibile solo al prezzo di ipotizzare un continuo via vai di anime che ogni secondo scendono dal cielo, attente peraltro a non scontrarsi con quelle che, nello stesso secondo, al cielo fanno ritorno>>.
Siamo al cospetto si un'interpretazione moderna che assegna all'anima valenze assimilabili al concetto di energia, ma per le sue specificità implicite rende difficile relazionarla all'idea di anima come si è via via sbozzata nella nostra mente.
1 note · View note
mayolfederico · 1 year
Text
Eugeni d'Ors ~ La valle di Josafat - 2. Figure dell'antichità classica
Eugeni d’Ors ~ La valle di Josafat – 2. Figure dell’antichità classica
  Alessandro Magno il Macedone   La coppa di sangue di bue che, volontariamente bevuta, mise termine alla feconda esistenza di Temistocle era la stessa che piena di cicuta, doveva bere Socrate più tardi. Alcuni mercanti la riportarono di nuovo ad Atene con il cadavere dell’eroe. (Lasciatemi inventare questa leggenda e credere in essa, come un greco, immediatamente dopo di averla…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
vaciocaotico · 1 year
Text
"Enéada" I, 6 (1), 8 16-25 | Plotino
«Huyamos hacia nuestra amada patria», he aquí la más genuina exhortación que podría hacerse. ¿En qué consiste, pues, esta huida y cómo cumplirla? Haciéndose a la mar, como Ulises, quien, al decir de Homero, abandonó a la hechicera Circe o a Calipso -el poeta, me parece, habla veladamente-, no consistiendo en permanecer a su lado, aunque el placer llenaba sus ojos y una inmensa belleza sensible lo rodeaba. Nuestra patria, de la que procedimos, está allí y allí también está nuestro padre. ¿En qué consiste, pues, este viaje y esta huida? No necesitas de tus pies para llevarla a término: los pies no hacen sino llevarte siempre de una región a otra de la tierra. Tampoco habrás de procurarte un carro tirado por caballos ni una embarcación que te lleve por el mar. Por el contrario, debes dejar todo esto atrás y no mirar, sino cerrar los ojos y despertar en ti otra manera de mirar diferente de la anterior, una visión que todos poseen pero que pocos usan.
0 notes
dipnotski · 10 months
Text
Émile Bréhier – Plotinos’un Felsefesi (2023)
Bu metin, Émile Bréhier’nin, 1921-1922 kış döneminde Sorbonne’da verdiği derslerden oluşuyor. Burada Plotinos felsefesinin baştan sona bir açıklaması yer almıyor; bazı önemli konular göz ardı edilmiş. Bunlar; duyusal dünya, doğa, madde, maddeyle ilişkisinde kötülük gibi konuları. Başka bir deyişle, Bréhier çalışmasını Plotinos’un genel bir ad verdiği akledilirin incelemesiyle sınırlandırmış;…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
Text
Incontrai Leopardi nei primi giorni del dicembre 2022, se la memoria non m'inganna. Precedentemente vi erano stati altri brevi contatti: si può dire che ci fossimo incrociati per strada, ma senza che mai nessuno prendesse l'iniziativa, o l'ardire, di condurre l'altro sottobraccio fino al più vicino caffè.
In quel dicembre il mio stato era così peggiorato che io non vedevo altra soluzione che il togliermi la vita; e fu a causa di ciò che lui prese l'iniziativa di presentarsi e parlarmi guardandomi negli occhi, seppur brevemente, come lui fa, forse per un residuo di timidezza che si porta appresso dalla sua ultima incarnazione.
Da allora sono molto cresciuta e cambiata, ma una debolezza del mio antico essere mi è rimasta: la sensualità. Non riesco ad amare spiritualmente: il mio amore passa dalla carne, si trasmette attraverso di essa e, si può dire che, di prepotenza, dia corpo anche ai fantasmi.
Così, nel corso di un viaggio fatto due giorni fa, vedendo sbocciati sui campi e sui rami i più festosi e bei segni della primavera, non potei fare a meno, in una fantasticheria, di portare Leopardi con me, tra quei rami affollati di corolle bianche, su quelle distese d'erba appena cresciuta e capolini gialli d'acetosella ed altre infiorescenze di un giallo appena più chiaro, di cui non conosco il nome.
Sostammo a lungo e passeggiammo sotto quegli alberi; giocammo a fare un servizio fotografico, le cui emozioni provai a descrivere nella poesia che, appunto, ha questo titolo; ma l'immensità del vero amore può solo essere evocata in chi già l'ha provata, e non mai essere descritta fino a farla figurare a chi non ne ha cognizione.
Dopo quella fantasticheria, chiesi al mio buon amico ed incomparabile amore, se non si fosse offeso per esserne stato coinvolto. Lui mi rispose di no, con una frase di grande tenerezza terminante con la parola "cotto" (nel senso di innamorato). Al che, sorpresa da questa parola, gli dissi scherzosamente che non gli riusciva bene l'adeguarsi al linguaggio dei giovani d'oggi. "Ma è anche il mio linguaggio," protestò sorridendo. "Non ci credi?" E mi disse esattamente in quale capitolo del Saggio psico-antropologico che sto leggendo avrei trovato una prova di ciò. La trovai: in una lettera al fratello Carlo scritta a Roma, aveva usato quella parola. "Alzo le mani," gli dissi.
Ieri, per farmi capire che fra quei rami fioriti e su quei prati, insieme a me, ci era davvero stato, ha indotto una leopardista che seguo su Facebook a condividere una foto raffigurante un paesaggio pressoché identico a quello dove lo avevo trascinato per il mio servizio fotografico.
Fenomeni di questo tipo mi accadono continuamente; ho tante spiegazioni per essi, e fra queste non vi è l'ipotesi paranormale, che aborrisco.
Stamane ho cominciato a leggere il Dialogo di Plotino e di Porfirio, che tratta del suicidio. Dal cappello critico introduttivo, ho appreso, con sollievo, che si tratta di una delle operette morali migliori dal punto di vista stilistico; ciò mi fa ben sperare che non sia una di quelle costellate di ripetizioni e riempitivi e concluse sbrigativamente come se l'autore fosse stato chiamato a tavola per mangiare. Perché le offese al mio senso estetico - oltre, naturalmente, a quelle alla mia insopprimibile inclinazione ad amare - mi fanno davvero desiderare di morire, a volte.
0 notes
mantikutayr · 1 year
Photo
Tumblr media
neoplatonizmin (yeni-platonculuk, helenistik-roma döneminde ortaya çıkan felsefe akılmı) kurucusu olarak bilinen plotinos, tercüme hareketinin ilk dönemlerinde şeyh-i yunani / yunanlı şeyh ismiyle de tanınmaktadır. hem tarihsel hem de hıristiyan ortaçağ felsefesiyle islam felsefesi üzerindeki etkisi sebebiyle önemli bir noktada duran yunan filozofudur. 
plotinos’ta en yüksek bilgi türü tanrıya ilişkin mistik bilgidir, kendi kişisel deneyimlerinin etkisiyle de onun felsefesi bir tür ‘‘kurtuluş felsefesi’‘ halini almıştır. 
mutlak ‘bir’, her şeyin kaynağı ve kendisine dönülecek şey olarak plotinos’un tanrısı, insan düşüncesiyle sınırlanamayacak ve dil yoluyla ifade edilemeyecektir.  
plotinos’un islam dinindeki ‘’samed’’ (hüvellâhü ehad allâhüssamed) gibi bölünemez, değişmez, ezeli-ebedi bir tanrı tasavvuru var. bu tasavvuru budizm ve hinduizm'deki ‘’samadhi’’ (samma-samadhi) tecrübesi ile -bir nevi katıksız som olanın nihai doğasına dalmakla- anlaşılır kılabiliriz. pali budist literatüründe samadhi  8 aşamalı yolun sonuncudur. plotinus’un söylemlerinden samadhi’ye benzer bir deneyimi yaşadığını da çıkartmak mümkün ve bence tüm felsefesi yaşadığı deneyimlere dayanıyor. (‘’porphrios, bize, plotinos’un uzun bir tefekkür sonrasında  yazmaya başladığını ve dahası yeniden okumaya gerek duymadan, aralıksız bir şekilde yazdığını aktarır.’’)
bu kitap ise henri bergson’un plotinos üzerine verdiği derslerden oluşuyor. yüz sayfalık bir metin olan ‘’plotinos - tanrı, ruh ve mit’’ sadece plotinos’un ensomatose (bedene düşüş) düşüncesi için bile okunabilir. 
1 note · View note
ateneanike · 2 months
Text
Hipatia de Alejandría
Hipatia nació entre el 377 y el 355 en Alejandría, ciudad egipcia totalmente helenizada durante más de seis siglos y cohabitada por muchas nacionalidades y sensibilidades diferentes. En aquella época como también en los siglos anteriores, Alejandría se había erigido como una de las ciudades de mayor rango cultural, sede de la biblioteca más importante y capital de corrientes filosóficas y de escuelas de pensamiento que habían permitido que ilustres hombres la visitaran para cultivar aspectos tan variados como la oratoria, la ciencia o la filosofía.
Para entenderla debemos comprender su infancia, Teón de Alejandría, padre de Hipatia, era uno de los más reputados matemáticos y astrónomos de la época, pero también fue director y profesor de la Biblioteca del Serapeo, continuadora de la Gran Biblioteca de Alejandría, por lo que la pequeña creció entre papiros y tratados de filosofía, matemáticas, etc...
Teón lejos de relegar a su hija a una vida corriente de enseñanzas básicas, le enseñó el valor del conocimiento iniciándola en disciplinas variadas y explotando el intelecto de Hipatia, para ello le enseñó matemáticas, astronomía y filosofía especialmente el Neoplatonismo, corriente adoptada por Teón. Hay que entender que en aquella época estas materias estaban intrínsecamente relacionadas, despertando en Hipatia una curiosidad voraz que le llevó a viajar a Atenas y Roma para ampliar, más si cabe, unos ya notables conocimientos.
Con los años, Hipatia empezó a despuntar incluso más de lo que había hecho su padre, poniendo de manifiesto una gran capacidad para la enseñanza. De todas partes del imperio se desplazaban hasta Alejandría para escucharla, destacando de ella su sentido de la justicia, la sabiduría y su virtud.
El Neoplatonismo
El Neoplatonismo tiene un papel fundamental en la personalidad de Hipatia, seguidora como su padre de esta corriente filosófica encabezada por el alejandrino Plotino un siglo antes, destaca por la búsqueda de lo UNO, como motor de existencia de todas las cosas, también referido en ocasiones como Dios y que carece de una descripción formal. Por otro lado Plotino argumenta que el nous o conocimiento vendría a ser una parte de lo Uno, con la misma equivalencia que el Sol y la luz, y por tanto la búsqueda del conocimiento alejado de los sentidos constituye un acercamiento a lo Uno.
La tercera realidad que Plotino destaca es el Alma, entidad que dispone de dos variantes, una unida al conocimiento y la otra al mundo de los sentidos. Plotino, hombre místico, generoso y de vida ascética, fue el referente tanto de Hipatia como de su padre, siguiendo con devoción sus prácticas que les alejaban del lujo o del placer de lo material en clara consagración a la búsqueda de la sabiduría, este es posiblemente el motivo por el cual se considera que Hipatia era virgen y por el que ella renunciaba a los sentimentalismos en pro de una vida dedicada al conocimiento, aunque otras fuentes afirman que estuvo unida a Isidoro el Filósofo.
Con los años, Hipatia adquirió un protagonismo notable en los campos de las matemáticas, la ciencia, la educación y la filosofía, mejorando el astrolabio o creando el primer densímetro que permitía que no fuera necesario calcular la masa y el volumen. Pero donde realmente despuntó fue en la docencia, siendo maestra en su propia casa de personalidades tan relevantes de la época como: Sinesio de Cirene, Orestes, Hesiquio de Alejandría, Teodosio, Teotecnio o Herculiano, entre muchos otros, que constataban el momento político y religioso de la época, donde el cristianismo y el paganismo convivían de forma tensa pero pacífica.
Hipatia al practicar el Neoplatonismo no suponía un peligro en sí mismo ya que sus creencias iban encaminadas a aspectos más profundos del conocimiento sin que se le conozcan prácticas paganas de adoración a los dioses helenos, pero aun así su alcance e impacto en sus alumnos cristianos no debió favorecer en nada sus relaciones con el patriarcado de Alejandría.
La proclamación a finales del s.IV del cristianismo como religión oficial, dividió a las diferentes vertientes de la religión iniciándose un periodo tenso en el imperio, Hipatia seguía practicando sus clases magistrales a ricos y pobres, pero principalmente se constituyó como una fuerte influencia en las élites políticas que le solicitaban consejo aun habiéndose negado a bautizarse y convertirse al cristianismo.
Teófilo, patriarca de Alejandría, se había mostrado intransigente con el paganismo pero había sido capaz de calmar la sublevaciones continuas entre diferentes corrientes religiosas iniciándose un periodo de cierta paz contenida y prosperidad económica, pero a la muerte de éste y tras una pugna entre Timoteo y el sobrino de Teófilo, Cirilo, es éste último el que se hace con el patriarcado, siendo mucho más radical en sus propuestas.
Cirilo, se mostró opuesto a las directrices del Patriarcado de Constantinopla, pero usó su poder económico para conseguir el respaldo de Roma, que veía peligrar el trasiego de grano desde Egipto.
Cirilo y Orestes, éste último amigo de Hipatia y prefecto de Roma en Alejandría, se enfrentaron en una pugna personal y de poder, ya que aunque Orestes había abrazado el cristianismo se mostraba más respetuoso con paganos y judíos, algo que Cirilo no podía aceptar, así que el patriarca se rodeó de una guardia cristiana de 500 hombres que se dedicaron a implantar a la fuerza el cristianismo y a atacar a los herejes, incluyendo un ataque por sorpresa a Orestes en el que cayó herido.
A pesar de las tensiones de ambas personalidades, la política y la religiosa, ambas disponían del beneplácito imperial por lo que Cirilo y Orestes establecieron un consenso de no agresión al menos públicamente, pero para entonces se había instaurado entre la población cristiana la opinión de que los motivos que enfrentaban a ambos era el poder político y social de Hipatia.
Fue entonces cuando "un grupo de cristianos" encabezados por un tal Pedro, interceptaron el carruaje de Hipatia, la sacaron a la fuerza llevándola al que había sido el templo de Augusto (ahora basílica cristiana), desnudándola y dilapidándola hasta descuartizarla, para posteriormente arrastrar sus restos hasta un lugar de incineración, contaba entonces entre 45 y 60 años.
Aquel acto de vandalismo sádico no fue bien visto ni tan siquiera entre ciertos núcleos de poder cristiano, pero no podía castigarse a Cirilo, pues él se había mantenido al margen o no se podía probar su autoría o mandato.
Si bien es cierto que muchas fuentes contemporáneas y posteriores le acusan directa o indirectamente a él, no fue el único asesinato de este tipo en Alejandría, lo que sí es necesario constatar es que Cirilo se beneficiaba y mucho de la muerte de Hipatia, bien a modo de presión a Orestes o bien como escarmiento público. A pesar que el emperador Teodosio II le quitó la guardia a Cirilo a modo de castigo, éste volvió a recuperarla posteriormente, quedando patente que en cierta forma todo el mundo daba por hecho que Cirilo o sus secuaces de la fe habían tenido algo que ver en la muerte de Hipatia.
Ante la oposición de determinados grupos, Cirilo suavizó las relaciones con el poder político e incluso rebajó las persecuciones a las escuelas filosóficas de Alejandría que continuaron con sus doctrinas durante siglos aunque bajo la atenta mirada de los patriarcados sucesivos.
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
6 notes · View notes
gregor-samsung · 1 year
Text
“ «Vi era una donna allora in Alessandria — narra la Storia ecclesiastica del contemporaneo Socrate [Scolastico], avvocato alla corte costantinopolitana — il cui nome era Ipazia. Costei era figlia di Teone, filosofo in Alessandria, ed era giunta a un tale culmine di sapienza da superare di gran lunga tutti i filosofi della sua cerchia, ricevere in eredità (diadochè) l'insegnamento della scuola platonica derivante da Plotino, esporre a un libero uditorio tutte le discipline filosofiche [...]. Da ogni parte accorrevano a lei quanti volevano filosofare.» Ipazia «aveva raggiunto un tale vertice d'efficacia nell'insegnamento, ed era così giusta e saggia e così straordinariamente bella e attraente» che gli allievi s'invaghivano di lei, si legge in Suida, il lessico bizantino del X secolo, nel lungo articolo intitolato Ipazia, o della faziosità degli Alessandrini. Le notizie di Suida derivano da due narrazioni, oggi perdute, del tempo di Giustiniano: quella, vera o presunta, di Esichio di Mileto e la Vita di Isidoro, ultimo sacerdote del tempio di Serapide, composta dall'ultimo scolarca dell'Accademia di Atene, il neoplatonico Damascio; di questa ci restano assai scarni frammenti. È presumibile sia la prima a dichiarare che Ipazia, «essendo per natura più dotata del padre, non si fermò agli insegnamenti tecnico-matematici praticati da lui ma si diede alla filosofia vera e propria, e con valore: pur essendo donna ella indossava il tribon [il mantello dei predicatori cinici] e andava per le vie del centro della città a spiegare pubblicamente a chiunque volesse ascoltarla Platone, Aristotele o qualcun altro dei filosofi.» “
---------
Brano tratto da Ipazia, l’intellettuale, saggio di Silvia Ronchey raccolto in:
AA. VV., Roma al femminile, a cura di Augusto Fraschetti, Laterza (collana Storia e Società), 1994¹; pp. 214-15.
23 notes · View notes
notasfilosoficas · 1 year
Quote
“Todas las desgracias del hombre provienen de no hablar claro”
Albert Camus
Tumblr media
Fue un novelista, ensayista, dramaturgo, filósofo y periodista francés nacido en Mondovi Argelia en noviembre de 1913. 
Nació en una familia de colonos franceses dedicados a labores del campo, y su niñez transcurrió en uno de los barrios mas pobres de Argel, pero gracias a una beca que recibían los hijos víctimas de la guerra, pudo comenzar a estudiar, ya que su padre murió al ser combatiente en la primera guerra mundial, motivo por el cual se trasladaron a Argel.
Estudió filosofía, y se graduó con una tesis sobre la relación entre el pensamiento clásico griego y el cristianismo a partir de los escritos de Plotino y San Agustin. Al ser rechazado como profesor por problemas de salud, se dedicó al periodismo como corresponsal de un diario local.
Se le ha atribuido la conformación del pensamiento filosófico conocido como absurdismo, una corriente filosófica que se ocupa de la naturaleza de lo que es absurdo, y de como responder a este una vez que el individuo es consciente de el, entendiéndose como absurdo, aquello que entra en conflicto con la búsqueda de un sentido intrínseco y objetivo a la vida humana y la inexistencia aparente de ese sentido.
El absurdismo, se caracteriza por su escepticismo en torno a los principios universales de la existencia, y que la inexistencia de un significado supremo en la vida humana, es una situación de regocijo y no de desolación, ya que con esto, cada individuo es libre de moldear su vida, edificándose su propio porvenir.
A través de sus escritos, Camus explora la condición humana de aislamiento dentro de un universo que llega a aparecer ajeno, la extrañeza del ser humano hacia sí mismo. Rechazó la formula de una acto de fe en Dios en la historia o en la razón, por lo que se opuso simultáneamente al cristianismo, al marxismo y al existencialismo.
Dentro del denominado absurdismo, Camus deja claro el hecho de que cada persona puede encontrar sus propios valores, y aunque el no aceptaba para si mismo el cristianismo, lo reconocía como una forma valida de significar al mundo, y pensaba que la moralidad humana, debe separarse del pensamiento religioso argumentando que “Cuando el hombre somete a Dios a un juicio moral, lo mata en su corazón”.
Albert Camus recibió el premio Nobel de Literatura a la edad de cuarenta y cuatro años, y murió en un accidente automovilístico en enero de 1960.
Fuente: Wikipedia
36 notes · View notes
lunamagicablu · 1 year
Text
Tumblr media
“Le stelle sono come lettere che incidono sè stesse in ogni momento nel cielo. Tutto nel mondo è pieno di segni. Tutti gli eventi sono coordinati. Tutte le cose dipendono l'una dall'altra. Tutto respira insieme. Plotino ********************* “Stars are like letters that engrave themselves at all times in the sky. Everything in the world is full of signs. All events are coordinated. All things depend on each other. Everything breathes together. Plotinus
10 notes · View notes