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#origine della disuguaglianza
cinematic-literature · 10 months
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L'amica geniale S02E02 (Il corpo)
Book title: Origine della disuguaglianza (Discours sur l'origine et les fondaments de l'inégalité parmi les hommes in French; 1755) by Jean-Jacques Rousseau
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visionairemagazine · 2 years
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Poietika: La Parola è Donna
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REGIONE MOLISE e FONDAZIONE MOLISE CULTURA presentano: POIETIKA Art festival VII EDIZIONE dal 28 settembre al 2 ottobre 2022 Campobasso Dal 28 settembre al 2 ottobre 2022 a Campobasso ritorna Poietika Art Festival, un evento di caratura internazionale per ospiti e temi trattati. La traccia portante della VII Edizione è 'La Parola è Donna', dedicata all'esplorazione della figura femminile in tutte le sue sfaccettature. Scrittrici, un Premio Nobel, giornaliste, storiche, economiste, attiviste, artiste: saranno imperdibili e speciali gli appuntamenti in programma. Uno spazio speciale sarà dato al fumetto, con laboratori dedicati ai più giovani. Le ospiti in dialogo sono:
Joumana Haddad, autrice libanese, giornalista e attivista per i diritti umani. È stata selezionata tra le 100 donne arabe più influenti al mondo per quattro anni consecutivi.
Tawakkol Karman, attivista per i diritti umani, giornalista e politica. Conosciuta come la "madre della rivoluzione", "la donna di ferro" e "la signora della primavera araba" Karman a soli 32 anni è stata la prima donna araba e la seconda musulmana a vincere il Premio Nobel per la Pace nel 2011.
Linda Scott, economista, ha fondato la Global Business Coalition for Women's Economic Empowerment, una coalizione di undici grandi multinazionali che collaborano per l'emancipazione economica delle donne. Attualmente è consulente di genere della Banca Mondiale e ha scritto un documento sull'impatto della disuguaglianza di genere sulla povertà per l'USAID.
Sakena Jacoobi, attivista afghana e direttrice esecutiva dell'Afghan Institute of Learning (AIL), ONG guidata dalle donne che ha fondato nel 1995. È nota per il suo lavoro in difesa dei diritti dei bambini, delle donne e per l'istruzione.
Laura Scarpa, insignita nel 2022 del Romics d’Oro alla XXVIII edizione di Romics, fumettista, illustratrice, editrice, docente, saggista e storica del fumetto, ha debuttato nel 1978 su Linus con “Il Drago” e in seguito per le Edizioni Ottaviano. Elisa Casseri, scrittrice, drammaturga e autrice.
Marisa Salabelle, autrice.
Lorenza Foschini, giornalista, autrice, e conduttrice di programmi televisivi di successo.
Marinette Pendola, storica nata a Tunisi da genitori di lontana origine siciliana. Studiosa della storia, degli usi e costumi della comunità italiana in Tunisia, membro del gruppo di ricerca “Progetto della memoria” promosso dall’ Ambasciata Italiana a Tunisi.
Cècile Bidault, giovane autrice francese, proviene da esperienze di illustrazione e animazione.
Marta Besantini, artista che vive da 12 anni in Francia, dove lavora come freelance, passando da ceramica, illustrazione, corsi e workshop. POIETIKA Poietika nasce nel 2015 come luogo di incontri, di conversazioni e dialoghi, tra il locale e il globale, tra il Molise e il mondo. Tra gli ospiti straordinari delle passate edizioni (Steve McCurry, Adonis, Umberto Galimberti, Pupi Avati, Tahar Ben Jelloun, Antonio Moresco, Pino Bertelli, Ibrahim Nasrallah, Vito Mancuso, Vandana Shiva, Valerio Magrelli, Letizia Battaglia, Mariangela Gualtieri, Salvatore Natoli, Patrizia Valduga, e tanti altri... La VII Edizione è dedicata alla memoria dell'attrice Paola Cerimele, prematuramente scomparsa
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annalisalanci · 3 years
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il-gufetto · 3 years
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Altre due opere principali per le quali Rousseau è ben noto sono:
1 "Origine della disuguaglianza" in cui il filosofo parla, in maniera positiva, a differenza di Hobbes, dello stato di natura. Lo stato di natura, ossia quella condizione in cui si trovava l'umanità prima della nascita dello stato, è vista come uno stile di vita simile a quello degli animali e a cui l'uomo moderno non può più tornare (sempre se sia mai esistito). Con la nascita della proprietà privata e l'inizio della società civile sono sorti i primi contrasti e le prime disuguaglianze che hanno portato gli esseri umani a promulgare delle leggi, spesso in contrasto con la moralità o con il buon senso, e tali leggi hanno, spesso, scatenato conflitti e guerre.
2 "Il contratto sociale" è, invece, l'opera politica più celebre. Per la prima volta Rousseau fa riferimento alla democrazia e alle leggi da seguire per ottenere uno stato quanto più equo possibile. Affinché ciò sia possibile, i cittadini devono costituirsi in un unico corpo che è la volontà generale. La volontà generale viene intesa non come la subordinazione ad un terzo soggetto (come voleva lo stesso Hobbes con il sovrano, o ci sarebbe una deresponsabilizzazione del singolo); ma come un patto tra uomini liberi che scelgono, volontariamente, di limitare le proprie libertà individuali in favore alla volontà comune. È a questa volontà comune che corrisponde la sovranità popolare (l'individuo cede la sua sovranità alla volontà generale in modo da essere sovrano di sé stesso e non sottomesso a nessuno). Per giungere a questo livello di comprensione (o, secondo alcuni studiosi, di alienazione) del soggetto bisogna educare l'individuo attraverso quei testi pedagogici di cui Rousseau è sempre l'artefice (l'Emilio e la nuova Eloisa). Il popolo, inteso ancora una volta come un corpo collettivo e non una massa di singoli io, si manifesta nei piccoli stati con una democrazia diretta e nei grandi stati con un'aristocrazia elettiva.
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corallorosso · 5 years
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La disuguaglianza nel mondo è anche tra i passaporti DI IGIABA SCEGO I passaporti non sono tutti uguali. A cambiare non è solo il loro colore, ma anche il peso che hanno sul mercato della mobilità. Ci sono passaporti a cui è concessa una mobilità veloce, comoda e sicura. Altri invece sono considerati carta straccia. Di fatto c’è una grande diseguaglianza di viaggio quando si tratta di corpi in movimento. Di questo me ne sono accorta vedendo com’è cambiato il viaggio all’interno del mio nucleo famigliare. Sono di origine somala e i miei genitori quando sono venuti in Italia (e hanno poi chiesto asilo) sono venuti in aereo e con il loro passaporto somalo. Il viaggio era possibile per chi proveniva dal sud del mondo e non solo ai membri delle élite.(...) E ho questo ricordo di parenti che viaggiavano in lungo e largo per il globo. Addirittura alcuni parenti ci venivano a trovare dalla Somalia e poi tornavano indietro. Era possibile. Poi è arrivato il 1989, non c’è stata la fine della storia come aveva previsto Fukuyama, ma al contrario stava per cominciare una storia brutta, sporca e cattiva dove un muro cadeva a Berlino e un altro si innalzava al centro del Mediterraneo e in varie altre zone di frontiera. Il viaggio per chi deteneva passaporti deboli, spesso passaporti di paesi del sud del mondo, divenne di fatto impossibile. E lentamente le frontiere di quello che dopo l’89 abbiamo cominciato a chiamare Fortezza Europa, non solo si sono esternalizzate sempre più a sud (Libia, Niger), ma sono quasi diventate delle linee di confine tracciate sul corpo stesso di chi deteneva passaporti deboli. Non a caso il filosofo camerunense Achille Mbembe parla spesso di corpi-prigioni, corpi segregati. Di fatto, se pensiamo all’Africa, è il corpo dell’africano ad essere diventato la frontiera. È il suo corpo ad essere scacciato e vilipeso. Achille Mbembe parla infatti di un nuovo ordine globale della mobilità dove ad alcuni corpi (quelli delle zone più ricche del mondo e più vecchie: Europa, Americhe, parte di Asia) è concesso un viaggio sicuro e rapido, mentre ad altri corpi non è concesso nulla. Chi ha un passaporto debole si mette in viaggio sapendo che attraverserà torture e soprusi. Basta guardare in rete il Passport Index per sapere quanto vale un passaporto, e quindi la vita legata a quel passaporto. Nei primi posti, a chi è concesso tutto, ci sono Emirati Arabi Uniti, Finlandia, Stati Uniti, ma anche Italia. Agli ultimi posti Eritrea, Somalia, Afghanistan. Un vero stato di apartheid di viaggio dunque. Con al centro vari paradossi. Per esempio per un europeo andare in Africa, in qualsiasi parte di Africa è facilissimo, per un africano anche viaggiare dentro l’Africa è un calvario.(...) In Europa invece il dibattito è bloccato. Si parla delle conseguenze dei mancati viaggi legali (i trafficanti che lucrano sul viaggio, gli sbarchi, le morti nel Mediterraneo), ma mai della causa principale, ovvero il blocco della mobilità. Inoltre il paradosso più grande è che la percentuale degli africani che decidono di venire in Europa non è altissima. Ma l’ossessione razzista-colonialista che serpeggia nel continente più vecchio del mondo (e in parte delle sue élite) fa parlare tutti di invasione. Serve una inversione di tendenza del dibattito. E vedere tutto sotto un altro punto di vista. Non sarebbe meglio che un ragazzo somalo, eritreo, nigeriano invece di pagare (facendo ricattare la sua famiglia) un trafficante, potesse con quei soldi pagarsi una pensione, un corso all’università, un interail per vedere l’Europa, un biglietto per andare da qualche altra parte o tornare indietro? Di fatto impedendo il viaggio legale stiamo costringendo tante persone alla migrazione forzata. Se ci fossero più opzioni per molti ragazze e ragazze (perché sono i giovanissimi ad intraprendere questi viaggi) le scelte sarebbero diverse. La migrazione una delle opzioni di viaggio. Non l’unica.
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cartofolo · 5 years
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Il misticismo orientale afferma che Dio non è una entità, ma uno stato di consapevolezza e che uno scienziato unidisciplinare non lo troverà mai, perché viaggia con il paraocchi. Per questo c’è stato un Gesù che con la sua missione storica si è speso molto per osservare che “tutto l’ Universo è figlio di una donna sterile”. Una metafora per indicare come tutta la Creazione sia… Increata. Ma come fare per spiegare alla mente umana un concetto così impossibile da assimilare? Come fare ad illustrare che l’Universo è “inessente”, e che quindi non diviene, nel senso che non viene in essere, ma è? Per cercare una via di uscita al problema il misticismo ha dovuto affidarsi al simbolo e al mito per esprimere un concetto di Assoluto Eterno che eliminasse l’ idea dell’ origine e della fine, della nascita e della morte delle cose e degli esseri umani. Ma il misticismo, tra archetipi, alchimie, astrologie e altro, mancava di un linguaggio adatto, di una “neolingua”, capace di trasferire quanto sperimentato interiormente (spiritualmente) all’esterno. Per questo la scienza (quantistica), pur arrivando in ritardo, ha avuto il grande merito di tradurre in un linguaggio elaborato, ideale e più adatto alla massa qualcosa che ha le dimensioni dell’“infinito”, per trasmettere tale “Informazione” alle capacità dell’ intelletto umano. E allora, coincidendo con quanto affermato dalla verità mistiche millenarie, anche la fisica quantistica ha finito per concordare con i testi dei Veda e dei Vedanta nel dire che non esiste un “altrove” (relatività), bensì un “ovunque” (assoluto), non un luogo (spazio), ma la non-località. Non un tempo, ma un “hic et nunc” (qui ed ora). Sempre. Ecco perché oggi l’oriente riconosce che: “Scienza e Spiritualità sono come due gambe che consentono all’ uomo di avanzare verso la meta”. Se i i ricercatori del futuro, uscendo dai loro schemi mentali meccanicistici, si orienteranno verso un tipo di ricerca che li vedrà occupati in veste di ricercatori “spirituali” nel campo del “sottile”, della coscienza cosmica e del campo unificato. Se riusciranno a superare quel LIMEN, un punto liminale o limite di separazione, causato da una soglia sensoriale, psicofisiologica, che procura all’uomo la illusione ottica di essere Altro dall’essere un unico con il Tutto e di non vedere che Osservatore e Osservato (come asserisce la fisica quantistica) sono UNO. Non per niente il termine “Uomo” deriva dal sanscrito “Manava”, a sua volta derivato da “Manas”, il “Pensiero” o “Coscienza Empirica”. Si tratta quindi di incominciare a riconoscere che esiste una realtà fatta di una certa identità presente tra uomo e cosmo, relazione che si va facendo sempre più stretta, fino ad essere sostenuta oggi dalla stessa PNEI (psico-neuro-endocrino-immunologia)... L’uomo è figlio di questo universo e questo universo è figlio dell’uomo. L’uno genera l’ altro, come il seme l’ albero e viceversa, in un apparente paradosso inesplicabile. Ognuna delle due “singolarità” non ha creata l’ altra, altrimenti avrebbe duplicata se stessa, ma si è semplicemente riflessa (disuguaglianza simmetrica). “Tutto, assolutamente Tutto, è indissolubilmente e in continuità nucleo (uomo-particella) e Campo o Spazio Pensante” (“ondi-cella”- Coscienza/Vibrazione) (Schroedinger, 1958). La forma è solo un’area vibrazionale più densa del campo energetico unificato. Pertanto l’Osservato dipende dalla presenza dell’Osservatore. Lo scopo dell’universo del resto è quello di essere osservato. Senza l’ osservatore non esiste l’ Universo e/o osservato e viceversa. Sono Uno. Altrimenti se per assurdo così non fosse, la vita non sarebbe.
Vittorio Marchi
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sciscianonotizie · 2 years
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1° marzo Giornata mondiale contro le discriminazioni
Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani ricorda che il prossimo 1° marzo si celebrerà la Giornata mondiale contro le discriminazioni, istituita nel 2014 da UNADIS per promuovere una più ampia sensibilizzazione in materia.
Da studi recenti si evince che negli ultimi anni sta aumentando la disuguaglianza raggiungendo percentuali superiori al 70% nella popolazione mondiale, accrescendo il pericolo di divisione e innalzando barriere allo sviluppo economico e sociale.
La nostra Costituzione all’art. 3 ci ricorda che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
Molto incisivi sono anche gli artt. 1 e 2 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: articolo 1 “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.”
Articolo 2 “Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità.”
Gli stessi concetti sono poi ribaditi anche all’articolo 21 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea.
Nel corso del 2022 due testimonianze importanti finalizzate alla fine delle discriminazioni hanno giustamente richiamato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica; in ordine temporale, il discorso di insediamento del Presidente della Repubblica Italiana a Montecitorio davanti al Parlamento e l’altra è stata la prima intervista della storia di un Pontefice in tv, rilasciata da Papa Francesco domenica 6 febbraio nella trasmissione “Che tempo che fa” condotta da Fabio Fazio.
Il Presidente Mattarella nel suo discorso ha evidenziato i seguenti concetti: “… La pari dignità sociale è un caposaldo di uno sviluppo giusto ed effettivo. Le diseguaglianze non sono il prezzo da pagare alla crescita. Sono piuttosto il freno di ogni prospettiva di crescita …
… La dignità. Dignità è azzerare le morti sul lavoro, che feriscono la società e la coscienza di ciascuno di noi. Perché la sicurezza del lavoro, di ogni lavoratore, riguarda il valore che attribuiamo alla vita. Mai più tragedie come quella del giovane Lorenzo Parelli, entrato in fabbrica per un progetto scuola-lavoro …
… Dignità è impedire la violenza violenza sulle donne, profonda, inaccettabile piaga che deve essere contrastata con vigore e sanata con la forza della cultura, dell’educazione, dell’esempio.
… Dignità è diritto allo studio, lotta all’abbandono scolastico, annullamento del divario tecnologico e digitale. Dignità è rispetto per gli anziani che non possono essere lasciati alla solitudine, privi di un ruolo che li coinvolga …
… Dignità è contrastare le povertà, la precarietà disperata e senza orizzonte che purtroppo mortifica le speranze di tante persone …
…  Dignità è non dover essere costrette a scegliere tra lavoro e maternità. Dignità è un Paese dove le carceri non siano sovraffollate e assicurino il reinserimento sociale dei detenuti. Questa è anche la migliore garanzia di sicurezza.
Dignità è un Paese non distratto di fronte ai problemi quotidiani che le persone con disabilità devono affrontare, e capace di rimuovere gli ostacoli che immotivatamente incontrano nella loro vita. Dignità è un Paese libero dalle mafie, dal ricatto della criminalità, dalla complicità di chi fa finta di non vedere. Dignità è garantire e assicurare il diritto dei cittadini a un’informazione libera e indipendente. La dignità, dunque, come pietra angolare del nostro impegno, della nostra passione civile …”.
L’intervista del Santo Padre successivamente è stato un discorso improntato a prendersi cura dell’altro, alleviando la sofferenza delle persone; l’uomo egoisticamente danneggia la natura. Possono costituire profondi spunti di riflessione per la comunità scolastica alcune Sue considerazioni: “Ci manca il toccare le miserie e il toccarle ci porta all’eroicità, penso a medici e infermieri che hanno toccato il male durante la pandemia e hanno scelto di stare lì. Il tatto è il senso più pieno”.
“Toccare è farsi carico dell’altro”.
Il Papa si sofferma inoltre sui giovani, sulla discriminazione giovanile, sul bullismo, sul cyber-bullismo e sull’aggressività sociale: “Penso ai suicidi giovanili e a quanto sia cresciuto quel numero. C’è un’aggressività che scoppia, pensiamo al bullismo: è aggressività nascosta, è un problema sociale, questa aggressività distruttiva va educata. Tutto inizia dal chiacchiericcio, che distrugge l’identità invito a essere coraggiosi: chiacchierare degli altri distrugge, bisogna andare a parlare direttamente. Così cominciano le divisioni”.
Il CNDDU, in occasione del prossimo primo marzo propone a tutte le scuole di aprire una riflessione, parametrata in base ai vari gradi di istruzione, su tali storici discorsi (versioni integrali reperibili online) realizzando al termine della riflessione una virtual whiteboard da condividere sul sito web della scuola o organizzando un tavolo anti-discriminazione. Segnaliamo l’iniziativa del liceo Giovanni da San Giovanni del Valdarno che sull’argomento ha preparato un contest incentrato sulla “creatività inclusiva”.
Inoltre invitiamo tutte le scuole a costituire uno sportello anti-discriminazione aperto a tutta la comunità educativa.
“Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardare dall’alto in basso un altro uomo solo per aiutarlo a rimettersi in piedi” (Gabriel Garcia Marquez)
Prof. Ronny Donzelli
CNDDU
source https://www.ilmonito.it/1-marzo-si-celebrera-la-giornata-mondiale-contro-le-discriminazioni/
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paoloxl · 6 years
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Non possiamo non prendere posizione sul decreto Immigrazione e Sicurezza-c.d. “Decreto Salvini” approvato dal consiglio dei Ministri il 24 settembre denunciandone le gravità e gli aspetti problematici.
Il decreto prevede tra i vari punti: l’abrogazione del riconoscimento della protezione umanitaria e l’ampliamento delle possibilità e dei tempi di trattenimento nei Centri permanenti per il rimpatrio – CPR-. Viene inoltre completamente snaturato il sistema Sprar e viene introdotta una riforma della cittadinanza con misure fortemente limitative fino alla revoca della stessa.
Convinti che “chi tace è complice”, vogliamo evidenziare come un atto normativo così formulato appare in realtà tout court una legge razziale che viola la Costituzione e che si pone in totale contrasto con i diritti umani fondamentali, di cui l’Italia è sempre stata garante. E’ nostro dovere richiedere a gran voce che tale atto “disastroso” non venga convertito in legge dal Parlamento.
Diversi profili di incostituzionalità sono stati evidenziati e denunciati da più parti. Secondo il Presidente emerito della Corte Costituzionale, Giovanni Maria Flik, il “decreto sulla sicurezza e sui migranti” ha unificato il tema della “sicurezza” con quello dell’“immigrazione”, e “l’averli messi insieme rischia di risolversi in una specie di etichetta preliminare nei confronti del migrante come di persona  potenzialmente incline al crimine ed ad attentare alla sicurezza, il che vuol dire trattarlo come un diverso in modo non conforme a quanto prevede la Costituzione”. E ancora “L’idea di una revoca della cittadinanza ai soli migranti sia pure in presenza di una condanna e non come discorso generale è una misura la cui costituzionalità è molto dubbia, La cittadinanza non può essere usata come una sanzione accessoria o come un premio (sei stato bravo, ti do la cittadinanza, sei stato cattivo ti revoco la cittadinanza) perché la cittadinanza è un inserimento nella comunità che permane .Tanto è vero secondo la Costituzione “nessuno può essere privato per motivi politici della cittadinanza, del nome e della capacità  giuridica ”.
Non possiamo non evidenziare i principali rischi che derivano dal testo del decreto, tra cui l’aumento dei contenziosi giudiziari, l’aumento di migranti irregolari sul territorio italiano e la cancellazione di diritti acquisiti, ponendosi nell’ottica generale l’assunto per cui “ogni immigrato è un criminale”.
E’ fondamentale far comprendere che non è negando o limitando il riconoscimento dei diritti ai cittadini stranieri che si potrà regolarizzare il fenomeno migratorio, anzi, con questo atto normativo la conseguenza che si produrrà sarà l’aumento vertiginoso e incontrollato della clandestinità. I proclami finora diffusi circa la garanzia di massicci rimpatri altro non sono che slogan pubblicitari destituiti di qualsiasi fondamento normativo. E ciò in quanto  i  cittadini stranieri potranno anche accumulare una sfilza di provvedimenti di espulsione ma che non sarà possibile eseguire in assenza di identificazione da parte del paese di origine. Ecco perchè è solo costruendo rapporti di bilateralità con quei paesi che offrono garanzie di sicurezza – e rafforzando quelli già esistenti - dai quali dipende l’identificazione dei cittadini stranieri per consentire il rimpatrio lì ove sia dovuto, che potrà regolarizzarsi il fenomeno migratorio. In mancanza, l’unica conseguenza sarà l’aumento della fila di soggetti “clandestini” senza alcuna possibilità di controllo né rimpatrio.
Bisognerebbe avere il coraggio di dire che alcuni dei paesi con i quali l’Italia intrattiene già rapporti, hanno recentemente “chiuso le porte”, e che dalla nascita di questo Governo i rimpatri sono fortemente diminuiti.
E’ chiaro ed evidente che la finalità di questo decreto è non è arginare la clandestinità ma incrementarla nell’unico obiettivo di esasperare le tensioni sociali.
Anche l’ampliamento del tempo di trattenimento all’interno del CPR è ingiustificato e ciò in quanto è esteso per un periodo di gran lunga superiore a quello che sarebbe sufficiente per procedere all’identificazione dei soggetti stranieri. Ne deriva che la privazione della libertà per un tempo notevolmente più lungo altro non è che una gravissima conseguenza dell’inefficienza del sistema, e quindi una violazione inaccettabile.
Ma tra le ingiustizie di questo testo vi è anche il pregiudizio al   “diritto d’asilo” e l’obbligo  di lasciare il territorio nazionale per il richiedente protezione sulla base di una condanna non definitiva – per i reati richiamati nel decreto - in caso di pendenza del ricorso avverso la decisione della Commissione Territoriale. In questo modo viene cancellato uno dei principi fondatori della nostra Costituzione e del nostro Ordinamento ossia il principio di non colpevolezza fino alla condanna passata in giudicato che varrà come prerogativa riservata ai soli cittadini italiani in quanto “razza superiore”.
Con questo decreto si inaugura un “sistema di diritto” per i cittadini stranieri parallelo e diseguale al sistema di giustizia riservato agli italiani in totale spregio al principio costituzionale di non discriminazione per motivi di “razza”. Per queste ragioni, saremo sempre pronti a prendere posizione a tutela di quei principi inviolabili e costituzionali che devono essere salvaguardati in un paese civile e in uno Stato di diritto, opponendoci agli attacchi messi in atto anche con atti legislativi . Vogliamo, pertanto, affermare, che anche in quest’ordine di Avvocati, anche in questa città c’è chi, aderendo alla mobilitazione nazionale, dice no al razzismo e a tutti quegli atti di legge che non tutelano l’essere umano in sé per sé considerato, rischiando di tornare indietro di ben ottant’anni.
Ci associamo agli appelli lanciati da diversi organismi e organizzazioni affinché singoli, istituzioni, amministrazioni, associazioni, ONG facciano il possibile per costruire mobilitazioni e opporsi a questi provvedimenti, e chiediamo l’adesione al presente documento.
Anche noi vogliamo lanciare un appello agli organi istituzionali: se in una società civile l’applicazione di una legge porta a risultati ingiusti, iniqui, a trattamenti improntati alla disuguaglianza e disparità allora bisognerà fare richiamo a quei principi di diritto che in nome di un bene superiore andranno applicati in maniera prioritaria.
Questo è un dovere morale e istituzionale per assicurare giustizia.
Per aderire al documento: [email protected]
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xejuqajipep · 3 years
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Rousseau disuguaglianza pdf
  ROUSSEAU DISUGUAGLIANZA PDF >> DOWNLOAD LINK vk.cc/c7jKeU
  ROUSSEAU DISUGUAGLIANZA PDF >> READ ONLINE bit.do/fSmfG
            Origini delle disuguaglianza. Rousseau. Libro. Origini delle disuguaglianza. Aggiungi ai miei libri. J. - J. Rousseau, Discours sur l'origine et les fondements de l'inégalité parmi les hommes, in O.C., III, cit., trad. it. Discorso sull'origine e i fondamenti della disuguaglianza fra gli uomini (1754) Jean-Jacques Rousseau padre nobile dei diritti dell'uomo e della politica dei moderni? Recentemente è stata attribuita al grande ginevrino e alla sua opera di romanziere dallo straordinario successo la Only RUB 193.34/month. Rousseau - Trattato sull'origine della disuguaglianza. Essa è l'origine della disuguaglianza civile. Cosa dice R sullo Stato di natura? Siamo lieti di presentare il libro di Discorso sulla disuguaglianza, scritto da Jean-Jacques Rousseau. Scaricate il libro di Discorso sulla disuguaglianza in formato PDF o in qualsiasi altro formato possibile "La filosofia non è una barba"Un libro che rende indimenticabile la vita e il pensiero dei filosofi che hanno fatto la storiaPerché Eraclito morì sepolto Scarica l'e-book Discorso sulla disuguaglianza in formato pdf. Rousseau, Jean-Jacques - Origine della disuguaglianza Appunto di filosofia sulla disuguaglianza che nasce dal bisogno dell'uomo di Rousseau - Il discorso sull'origine della disuguaglianza. Per conoscere l'origine della disuguaglianza tra gli uomini occorre conoscere l'uomo. Prima di tutto, egli respinge il modello del giusnaturalismo Origine della disuguaglianza è un eBook di Rousseau, Jean-Jacques pubblicato da Feltrinelli nella collana Universale Economica I Classici a 2.99. Il file è in formato EPUB con DRM NOME DEL FILE: Discorso sulla disuguaglianza.pdf. Rousseau, Jean-Jacques - Origine della disuguaglianza Appunto di filosofia sulla disuguaglianza che nasce dal bisogno dell'uomo di Jean-Jacques Rousseau (1712 - 1778). Édition électronique v.: 1,0 : Les Échos du Maquis, 2011. 5. Note sur cette édition. Le Discours sur l'origine et les fondements de l'inégalité parmi les Egualitarismo: Rousseau ammette sia la disuguaglianza sia la propriet, pur ritenendo che debbano essere entrambe subordinate al pubblico bene e contenute in limiti ristretti. Egualitarismo: Rousseau ammette sia la disuguaglianza sia la propriet, pur ritenendo che debbano essere entrambe subordinate al pubblico bene e contenute in limiti ristretti. Discorso sull'origine della disuguaglianza - Rousseau. Scritto in occasione di un concorso bandito Secondo Rousseau, proprio in queste trasformazioni è da ricercare la spiegazione della
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giuliamagnani · 4 years
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La rivoluzione a piccoli passi
Secondo la Banca Centrale lo scorso anno i lavoratori immigrati hanno inviato alle proprie famiglie una somma 3 volte superiore (554 miliardi di dollari) agli aiuti per la cooperazione allo sviluppo. Quelli che per i paesi benestanti sono un costo scomodo in realtà sono solo un piccolo tassello all’interno del quadro generale. 
Con le navi umanitarie ancora cariche di persone in attesa di aiuto dovremmo chiederci cosa non funziona nella struttura della nostra società. Abbiamo ignorato i segnali e ora continuiamo a nascondere la testa sotto la sabbia. Penso che ci sarebbe più lavoro per tutti e la società nel suo insieme ne uscirebbe arricchita se ci dotassimo di una rete dell’accoglienza degna di questo nome. Una struttura che, al contrario, durante il Governo Salvini è stata abbattuta con il pretesto della paura e la scusa delle porte chiuse. 
L’emergenza sanitaria e i conflitti più o meno aperti che sono in corso hanno minato quel che resta del tessuto sociale in Medio Oriente, Africa e Asia centrale. Questo boomerang tornerà indietro con una potenza imprevedibile, una forza distruttiva che ci troverà di nuovo impreparati ad afferrarlo.   
In Cina uno dei focolai più gravi è scoppiato nella regione dello Xinjiang dove abita la minoranza uigura di fede musulmana e altri popoli di origine centro-asiatica. È qui che si concentrano i campi di « rieducazione » del governo centrale, tesi a convertire queste minoranze alla vita civile imposta dallo Stato. In queste zone d’ombra - regioni “autonome” solo sulla carta - sono sempre i piccoli gruppi a farne le spese mentre il Covid amplifica il silenzio che le circonda.
A New York Project EATS (http://projecteats.org) è una realtà comunitaria dove si combattono disuguaglianza, disagio ed emarginazione sociale producendo il cibo in modo condiviso e responsabile. Nessuno di noi può rinunciare a ciò che mangia e in ultima analisi dal cibo dipende buona parte della nostra libertà e quella delle altre persone. Cosa compriamo, dove, come e quanto consumiamo, come viene prodotto: da questi elementi può derivare una società più giusta ed equa, oppure un aggregato disomogeneo e sterile. Masanobu Fukuoka nel suo libro uscito nel 1978 e tradotto in Italia nel 2008 con il titolo “La rivoluzione del filo di paglia”, sosteneva che bastano 1.000 mq a testa per essere autosufficienti e quindi liberi. Il recupero di questa dimensione perduta (o che ci è stata sottratta?) è la chiave per la rivoluzione che ci attende. Da questa prospettiva EATS sembra curare la pianta a partire dalle sue radici, generando un circolo di produzione, scambio e costruzione di reti locali che danno vita a una comunità impermeabile alle logiche esterne che vorrebbero minarla.  
In Italia si parla poco di queste pratiche, così come si parla poco di social housing e politiche abitative alternative, preferendo il chiacchiericcio sui soliti argomenti… Le petizioni per chiedere basta all’uso del glifosato, più sostegno ai produttori locali, la tutela della biodiversità viaggiano sui social con toni dimessi o come un bisbiglio tra le persone che ci tengono. O così mi sembra… Vorrei che tutti a piccoli passi iniziassimo a cambiare e prendessimo parte a questo processo. Da sempre nei cannoni andrebbero messi solo e soltanto fiori (e spighe di grano…).
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alfredoromeo · 5 years
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PERCHÉ SOSTENERE I PROGETTI UMANITARI ?
Perché sostenere i progetti umanitari? Perché bisogna imboccare la strada dell’equità sociale non solo in ambito locale ma in una prospettiva globale; è innegabile, dice l’avv. Alfredo Romeo, che la globalizzazione e il progresso dell’Occidente hanno portato a consolidare il problema della fame nel mondo, gli ultimi 50 anni hanno visto la produzione alimentare più che raddoppiata e, anche se l’espansione agricola ha raggiunto alti livelli, purtroppo le risorse sono ancora distribuite in modo iniquo.
Bisognerebbe intervenire sulla cattiva distribuzione delle risorse ma non è semplice senza degli interventi che abbiano l’obiettivo di un incremento dello sviluppo agricolo nelle zone povere del globo, la protezione delle economie rurali e il contrasto della povertà mediante piani di controllo delle colture industriali. Purtroppo, in termini pratici, il tema della fame del mondo è molto difficile da combattere ed enti, associazioni e organizzazioni non governative, animate da spirito di solidarietà, danno un notevole contributo con i progetti umanitari ma devono fare i conti con l’esiguità dei fondi a loro disposizione infatti, difficilmente possono accedere ai fondi gestiti dagli enti locali, perché a loro volta ricevono meno dell1% della spesa governativa totale destinata alla solidarietà ed alla cooperazione.
Spesso noi privati, dice l’avv. Alfredo Romeo, siamo l’unica risorsa per dare vita a questi progetti umanitari promossi dalle Associazioni, ecco perché sostenere i progetti umanitari diventa un dovere di tutti noi. Con la Romeo Gestioni, abbiamo voluto sostenere un progetto umanitario nello Stato della Repubblica del Centrafrica: la costruzione del “Villaggio A.Burckhardt” nello Stato della Repubblica del Centrafrica proposto dalla Onlus SOS Terzo Mondo. Il villaggio ha l’obiettivo di offrire condizioni di vita dignitose a bambini, spesso orfani e lasciati in balia di sé stessi, è stato costruito nella città di Sambà dove è stata realizzata l’unità abitativa “Casa Romeo” che dà l’assistenza sanitaria e la formazione scolastica a 36 orfani, vi è inoltre un edificio scolastico capace di ospitare 100 orfani e offrire quindi la formazione primaria anche a bambini dei territori adiacenti perché, sostiene l’avv. Alfredo Romeo, bisogna partire dall’istruzione se si vuole veramente combattere la disuguaglianza nel mondo.
La Onlus SOS Terzo Mondo ha realizzato numerosi progetti umanitari in Africa grazie all’impegno del direttore Carlo Capone che definisce il gesto della Romeo Gestioni, un sostegno considerevole e determinante nella sfida ardua ed ambiziosa che l’associazione affronta per combattere la miseria, l’ignoranza, la malattia, la rassegnazione ad un destino di emarginazione e l’assenza di speranza per il futuro; L’avv. Alfredo Romeo di contro, lo considera soltanto un piccolo doveroso gesto e un’esperienza che lo ha arricchito umanamente.
PERCHÉ SOSTENERE I PROGETTI UMANITARI ? was originally published on Alfredo Romeo
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pangeanews · 4 years
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“Donare la vita è davvero qualcosa di incredibile”. Utero in affitto, donne in vendita: un romanzo racconta la fabbrica dei bambini
Le nuove frontiere del sogno americano yes we can si sono trasferite, ormai da qualche tempo, nello scivoloso campo della maternità e della gravidanza per conto terzi. Ad esplorare le nuove, drammatiche derive della mercificazione del corpo femminile una filippina del Wisconsin, Joanne Ramos, una scrittrice al suo esordio che, con una laurea a Princeton, ha lavorato nella finanza e, oltre ad aver scritto per l’Economist, si è presa la briga di dedicarsi a uno dei più spinosi e sottaciuti temi di attualità: l’utero in affitto, con The farm. La fabbrica (uscito da poco in Italia per Ponte alle Grazie, traduzione di Michele Piumini) smaschera un inquietante incubo, la drammatica realtà dell’America di oggi (e diffusa in altri paesi occidentali) del nuovo sfruttamento economico del corpo femminile in stato interessante.
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Jane è una madre single, immigrata filippina che vive in un dormitorio nel Queens, a New York insieme alla figlia Mali, Amalia, e alla cugina Evelyn, Ate, che vanta una ricca esperienza come tata delle più facoltose famiglie di Manhattan. Jane che viveva con Billy e i suoi in un seminterrato al confine tra Elmhurst e Woodside ben presto, con l’arrivo della bimba, si accorge che lui ha già un’altra e per giunta si fa beffe di lei, che non è intelligente, non ha studiato. Nel dormitorio del Queens si sta stretti, ma è pieno di filippine, tra cui molte sono madri che hanno lasciato i figli a casa, nei paesi di origine. E mandano nelle Filippine ogni misero dollaro che guadagnano. La fabbrica mette al centro la donna come madre, senza dare pronte risposte o sputando facili giudizi. La madre che cresce i figli degli altri, la madre che abbandona i suoi per amore, “come se al mondo esistesse una madre che si vuole separare dai figli”, la donna che per esigenze estetiche o per orologio biologico non sa rinunciare alla maternità e ricorre ad una madre surrogata, un’altra donna disposta ad affittare il suo utero per nove mesi.
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Jane che aveva trovato, grazie alla cugina, un lavoro come tata presso l’agiata famiglia dei Carter per il loro piccolo neonato Henry, lo perde improvvisamente. In un momento di distrazione, per sfamare il piccolo e per la necessità di svuotare il seno del suo latte, decide di allattarlo. Il licenziamento arriva immediatamente. La cugina Ate la convince così a entrare a Golden Oaks, una residenza da sogno, idilliaca, nelle campagne del fiume Hudson, che ospita donne e ragazze, perlopiù immigrate, filippine e afroamericane, che concedono il proprio ventre a facoltose clienti per un compenso che potrà trasformare per sempre la loro vita, il biglietto per quell’ascesa sociale che magari sognano da generazioni. Golden Oaks significa, letteralmente, querce dorate e più che alberi la spietata donna d’affari di origini cinesi che dirige la residenza, Mae, ha trovato la gallina dalle uova d’oro. Il residence lussuoso in verità è una prigione dorata, il luogo dove “massimizzare il potenziale fetale”, la realtà surreale che vorremmo conoscere ma che, al contempo, non vorremmo mai vedere.
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Leggere La fabbrica significa mettere a fuoco una realtà che abbiamo sentito dire, en passant. Che ne è di quella donna che ha prestato, in cambio di soldi, il suo corpo per nutrire e crescere il figlio di un’altra? Quale delle due donne è giusto chiamare mamma? La maternità moderna è un mondo, dal punto di vista narrativo, ancora inesplorato e questo libro accessibile e schietto ha il pregio (e il coraggio) di guardare una realtà in espansione con cui in pochi vogliono fare i conti. Non si tratta più di pannolini firmati o di attrezzature per l’infanzia con prezzi da capogiro. Ci siamo avventurati fin dentro l’intimità più segreta della nascita dell’uomo. E anche lì abbiamo piantato la bandiera del libero mercato.
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“I ricchi – e oggigiorno non siamo più in pochi – sono ossessionati dalla prole molto più delle generazioni precedenti. Mia madre fumava quando era incinta, Cristo! Non si tratta più soltanto di passeggini da tremila dollari e pannolini firmati. Il mercato del lusso sta scendendo la scala anagrafica fino alla fase neonatale e gestazionale, e noi abbiamo il vantaggio della prima mossa”. C’è una frase che rimbomba nel libro: “Donare la vita è davvero qualcosa di incredibile”; cosa significa, propriamente, donare la vita? A chi poi? Che differenza morale c’è tra chi perde nove mesi della propria esistenza per crescere il figlio di un’altra per garantire al proprio di figlio una vita migliore e chi non si accolla la gravidanza (con tutto il corollario di malesseri, nausee, problematiche variegate) che si conclude con un travaglio più o meno doloroso? Quanto siamo disposti ad accettare chi ricorre alla pratica della madre surrogata per evidenti patologie personali e chi per non perdere la silhouette? La fabbrica (di neonati) è un’esperienza straziante perché le ospiti sono tenute sotto rigida sorveglianza. Lo sguardo tenero che pure riesce a evocare un insieme di donne con il pancione cozza con la scena di un’ecografia in cui la ginecologa mostra, in videochiamata, il feto esclusivamente alla legittima proprietaria e la chiama “mamma”.
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Non c’è solo Jane in questo potente affresco di un incubo americano in chiave moderna ma ci sono anche personaggi dal temperamento più o meno spietato. Le donne bianche sono pagate di più per il subappalto della gravidanza, sono considerate “ospiti Premium”. “Conosci forse una donna che si affiderebbe a una madre surrogata qualsiasi che abita a casa del diavolo?”. Meglio una bianca, ancor meglio se laureata. Una come Reagan. “Reagan ha conosciuto Golden Oaks al college, tramite la clinica dove si è fatta prelevare gli ovuli. Probabilmente era convinta anche lei di aver agito per altruismo, e che i soldi non fossero un fattore determinante nella scelta di donare gli ovuli”. La soluzione è facile e la resa è immediata, salvo anomalie del feto che sono contemplate anche nel contratto. Le gestanti hanno persino un bonus per il parto. “Essere un’Ospite ti permetterà di realizzare i tuoi sogni artistici, e al tempo stesso realizzerà il sogno di una donna che vuole disperatamente un figlio. È una soluzione win-win”. Eppure, guai a cercare di allontanarsi dalla gabbia dorata, sarebbe un reato, un rapimento di minore. “Fiona dell’Ufficio Legale. Sta cercando di capire se nello Stato di New York il feto sia considerato legalmente una ‘persona’: in caso contrario, Jane (e Golden Oaks) non potranno essere accusate di ‘rapimento’. Una circostanza che potrebbe diventare una circostanza attenuante”.
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Il romanzo, senza essere una vera e propria inchiesta né un capolavoro letterario, si propone come storia vera, ispirata ai racconti di diverse donne filippine, come spiega Joanne Ramos nella Nota in appendice al volume, che l’autrice ha conosciuto a cavallo tra Filippine e Wisconsin. Ma è anche un dialogo con se stessa e le sue origini, durato venticinque anni. La disuguaglianza sociale e razziale Ramos l’ha vissuta sulla propria pelle: “Una volta finito il liceo mi sono spostata a est, per studiare alla Princeton University, e tutte le mie certezze sono crollate, non solo in senso intellettuale. A Princeton ho conosciuto la vera disuguaglianza: economica, di classe, di esperienza e di opportunità. Qualche anno più tardi – dopo aver lavorato nel settore finanziario ed essermi data al giornalismo – ho deciso di prendermi una pausa per dedicarmi ai miei bambini. Un giorno, mi sono resa conto che le uniche persone filippine che conoscevo a Manhattan, dove abitavo con la mia famiglia, erano quelle che lavorano per i miei amici: baby nurse, tate, governanti, donne delle pulizie. Anche io e mio marito, per un certo periodo, abbiamo avuto una meravigliosa tata filippina”. La scrittrice ammette di essere “l’incarnazione del Sogno Americano”, eppure si tratta di una questione di fortuna, coincidenze e merito.
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Il romanzo ha ovviamente (e tristemente) un happy ending, Jane ha portato a termine non solo la sua gravidanza al Golden Oaks e ha poi dato alla luce anche Victor, il primogenito della terribile signora Mae, che l’ha assunta come tata. L’autrice, forse per pudore, non illustra il momento inevitabile del parto delle madri surrogate, ma ritrae i bambini già nati. L’ingordigia di chi appalta ad altri il lavoro duro (o il lavoro sporco) di una gravidanza ci mette in chiaro di che pasta siamo fatti. Chi non vorrebbe bypassare tutto quel lungo e tortuoso periodo di gravidanza e cullare tra le braccia il proprio bambino, carne della propria carne, pronto per essere ninnato? Gli ovuli vitali della signora Mae sono parcheggiati, “immagazzinati” a Golden Oaks, la donna potrebbe essere madre di nuovo. Vorrebbe una bambina, una sorellina per Victor. Il suo compagno Ethan le domanda se non le piacerebbe dare alla luce lei il loro secondo figlio. “Cosa stava insinuando riguardo alla prima gravidanza?”. Mae va su tutte le furie, che egoismo da parte sua proporgli una ‘vera’ gravidanza! Non è certo la vita degli uomini ad essere messa in gioco, a cambiare neppur minimamente, nel corso di una gravidanza.
Linda Terziroli
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annalisalanci · 3 years
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hodldrgn-blog · 6 years
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Binance presenta il portale di donazioni basato su Blockchain al Forum Mondiale degli Investimenti…
Binance presenta il portale di donazioni basato su Blockchain al Forum Mondiale degli Investimenti…
Binance presenta il portale di donazioni basato su Blockchain al Forum Mondiale degli Investimenti UNCTAD
Discorso del CEO di Binance Changpeng Zhao all’UNCTAD durante il Forum Mondiale degli Investimenti, 2018
24 ottobre 2018, GINEVRA — Nel 73 ° anniversario della Giornata delle Nazioni Unite, la Blockchain Charity Foundation (BCF), avviata da Binance, ha lanciato un portale di donazione basato sulla blockchain presso l’UNCTAD al Forum Mondiale degli Investimenti. Il sistema di beneficenza inizierà immediatamente ad accettare donazioni, con il supporto iniziale per le criptovalute BNB, BTC ed ETH. BCF aprirà anche un canale di donazione per sostenere le vittime delle inondazioni e delle frane nell’est dell’Uganda.
“Le donazioni attraverso la piattaforma BCF garantiranno piena trasparenza, responsabilità e accesso diretto ai destinatari finali”, ha affermato Helen Hai, Ambasciatrice di buona volontà dell’UNIDO per l’industrializzazione in Africa e responsabile della Blockchain Charity Foundation. Intervenendo ad un seminario UNRISD su Blockchain per lo sviluppo inclusivo e sostenibile, Helen ha dichiarato: “BCF sfrutterà la tecnologia blockchain per contribuire a colmare il divario di finanziamento SDG delle Nazioni Unite e dare direttamente più potere a oltre un miliardo di persone che vivono in povertà. Crediamo che la povertà non sia un destino “.
Il Forum sulla Blockchain per lo Sviluppo Sostenibile, ospitato presso la Sala Diritti dell’Uomo e dell’ Alleanza delle civiltà del Palais de Nations, ha riunito oltre 600 partecipanti da tutto il mondo. Organizzata dall’iniziativa IFLAS sulla Blockchain per lo Sviluppo Sostenibile, e supportata da BCF, segna la prima sessione blockchain mai tenuta nel Forum Mondiale degli Investimenti.
“La trasparenza contribuirà a migliorare tutti i nostri 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile”, ha dichiarato il CEO di Binance Changpeng Zhao (CZ) durante la presentazione principale. Introducendo il portale di donazione basato su blockchain della BCF, CZ ha descritto l’impatto che la blockchain ha avuto sulla raccolta di fondi e la distribuzione di donazioni durante i soccorsi nell’ovest del Giappone il mese scorso, e ha parlato dell’architettura del portale di donazione della BCF:
“Concettualmente, è facile tracciare il flusso di fondi attraverso diversi strati e possiamo renderlo trasparente al 100%. Allo stesso tempo, per qualsiasi cosa con cui Binance è coinvolta, promettiamo che il 100% delle donazioni andrà ai beneficiari finali, e tutti i costi saranno coperti da Binance, dalla società e dalla fondazione. “
Come ramo sulla beneficenza avviato dall’exchange di criptovalute Binance, BCF punta a utilizzare la tecnologia blockchain per ottenere risultati concreti nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite. I Rappresentanti di Binance, Bancor, UNICEF, IBM, Hyperledger, ConsenSys, il settore pubblico e altri, si sono riuniti nel forum per discutere l’implementazione della blockchain verso il raggiungimento degli SDG delle Nazioni Unite.
Durante un ricevimento serale ospitato dal WIF da parte della BCF, la Fondazione Tron ha promesso un importo iniziale di US $ 3 milioni a BCF da utilizzare per far avanzare i progressi della blockchain sulla beneficenza.
“Tutti noi qui abbiamo preso la decisione di essere leader nel plasmare la tecnologia blockchain per il bene sociale”, ha affermato Justin Sun, CEO di Tron Foundation. “La Binance Charity Foundation sta compiendo passi sostanziali in questa direzione aumentando la trasparenza delle donazioni, in modo che possiamo vedere dove sta andando la buona volontà dei donatori e quale impatto abbia”.
“Riconosciuto come il principale raduno globale dei responsabili delle politiche commerciali e di investimento e dei loro stakeholder, il Forum Mondiale degli Investimenti UNCTAD si è svolto a Ginevra dal 22 al 26 ottobre 2018, presso l’Ufficio delle Nazioni Unite in Europa.
Per donare e saperne di più su BCF, visita https://www.binance.charity.
Informazioni sulla Blockchain Charity Foundation:
La Blockchain Charity Foundation (BCF) è un’organizzazione senza scopo di lucro dedicata al progresso della filantropia abilitata alla blockchain per raggiungere lo sviluppo sostenibile globale. Inizialmente avviato da Binance, BCF mira a trasformare la filantropia sviluppando la prima fondazione di beneficenza decentralizzata del mondo per costruire un futuro in cui la tecnologia blockchain possa essere utilizzata per porre fine a tutte le forme di povertà e disuguaglianza, promuovere lo sviluppo sostenibile e garantire che nessuno resti indietro.
Contatti: Leah Li [email protected]
Binance presenta il portale di donazioni basato su Blockchain al Forum Mondiale degli Investimenti… was originally published in Binance Italia on Medium, where people are continuing the conversation by highlighting and responding to this story.
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ondocks · 6 years
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Mondovisioni - i documentari di Internazionale
La rassegna di documentari su attualità, diritti umani e informazione, curata da CineAgenzia per Internazionale, Mondovisioni racconta la complessità del mondo che ci circonda: storie senza filtri che ci riguardano, emozionanti, profonde, esemplari, 8 film belli e importanti scelti dai più prestigiosi festival internazionali.
Venerdì 11 Maggio
H 19 | Free Lunch Society di Christian Tod Austria/Germania, 2017, 95 minuti
Cosa faresti se non dovessi più preoccuparti di guadagnare? Fino a pochi anni fa il salario di cittadinanza era considerato utopia, oggi è diventato oggetto di dibattito politico e scientifico. Globalizzazione, automazione, fine della classe media: si parla di cause, mai di soluzioni. È ora di un completo ripensamento: denaro per tutti, come diritto che non richieda servizi in cambio! Riforma visionaria, taglio netto neo-liberale allo stato sociale, o romanticismo di sinistra? Il primo documentario dedicato al tema racconta cosa hanno a che fare le auto a guida automatica con le idee di un miliardario tedesco e con un referendum svizzero, per affrontare una delle questioni cruciali dei nostri tempi.
A seguire  Skype call con il regista
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H 21 | An Insignificant Man di Khushboo Ranka e Vinay Shukla India, 2016, 98 minuti
La primavera araba, Occupy e le manifestazioni europee contro l’austerità hanno trovato in India un’eco nel movimento anti-corruzione. New Delhi è diventata l’epicentro della tumultuosa indignazione contro la classe politica indiana, e un improbabile protagonista si è trovato al centro della scena: il funzionario ribelle Arvind Kejriwal, leader del Partito dell’Uomo Comune (AAP), la più giovane forza politica del paese. Il film mette a nudo la strategia del partito e le sue debolezze e divisioni, mentre all’esterno affronta critiche, minacce e campagne diffamatorie. Un teso thriller politico che nello spettatore italiano non potrà non evocare parallelismi sorprendenti con la parabola del Movimento 5 Stelle.
Giovedì 17 Maggio 
H 19 | Stranger in Paradise di Guido Hendrikx Paesi Bassi, 2016, 72 minuti
In un'aula scolastica in Sicilia, alle porte della Fortezza Europa, dei rifugiati recentemente sbarcati assistono alla lezione di un insegnante dal comportamento decisamente scostante: prima li redarguisce, poco dopo si placa e gli dà il benvenuto. Al confine tra documentario e finzione, il film indaga i rapporti di potere tra Europa e migranti. L'Europa è rappresentata dall'insegnante, che porta all'esasperazione la classe prima con dichiarazioni provocatorie, poi con un benvenuto carico di complessi di colpa, e un atteggiamento frutto del compromesso tra i due estremi. Stranger in Paradise è un implacabile saggio sui meccanismi attraverso i quali l'Europa affronta la ricerca di felicità dei rifugiati.
A seguire  Skype call con il regista
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H 21 | The Workers Cup di Adam Sobel Gran Bretagna, 2017, 92 minuti
Nel 2022 il Qatar ospiterà i mondiali di calcio e alle infrastrutture stanno lavorando 1,6 milioni di immigrati, il 60% della popolazione del paese. Vengono da India, Nepal, Bangladesh, Filippine e sempre più dall’Africa: lavorano nel paese più ricco del pianeta con orari massacranti per salari esigui, vivendo in campi isolati dalla città. Il film apre per la prima volta le porte di questo mondo seguendo il torneo di calcio sponsorizzato dallo stesso comitato che sta organizzando la Coppa del Mondo, a cui partecipano le rappresentative di 24 imprese costruttrici. Eroi sul campo, ma ai margini fuori dai 90 minuti, i lavoratori vivono una terribile pressione psicologica, svuotati della speranza che li aveva spinti a emigrare.
Giovedì 24 Maggio 
H 19 | Jaha's Promise di Patrick Farrelly e Kate O’Callaghan Stati Uniti / Gran Bretagna / Gambia, 2017, 81 minuti
Jaha Dukureh venne sottoposta a mutilazione genitale femminile (FGM) da bambina e portata a 15 anni a New York per sposare un uomo che non aveva mai visto prima. Un decennio più tardi, liberatasi da quel matrimonio, torna in Gambia, nell'Africa occidentale, per guidare una campagna contro la pratica che le ha segnato la vita. Ma Jaha non cerca la nostra compassione, vuole mettere le strutture di potere sia africane che occidentali di fronte alle loro responsabilità, e pretende rispetto per i diritti delle ragazze in qualsiasi società vivano. Jaha's Promise è uno straordinario racconto di riscatto individuale e sociale, segnato dalla tensione di un conflitto personale, familiare, religioso e politico.
A seguire Skype call con la protagonista del film
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H 21 | Entre os homens de bem di Caio Cavechini e Carlos Juliano Barros Brasile, 2016, 106 minuti
Jean Wyllys è un corpo estraneo in un Congresso brasiliano di tendenze sempre più conservatrici. Lo accompagniamo durante tre anni di instancabile attività come portavoce della causa LGBT, che ne hanno fatto il protagonista di discussioni politiche che superano i confini della capitale Brasilia e investono l'opinione pubblica e i social network. Oltre a tracciare il profilo di un deputato e personaggio singolare, Among righteous men è una sconvolgente introduzione all'attuale crisi e polarizzazione della politica brasiliana, sempre più segnata dall'influenza dei movimenti religiosi evangelici, di cui fanno parte alcuni dei politici più attivi nell'impeachment della presidente Dilma Rousseff.
Giovedì 31 Maggio
H19 | Brexitannia di Timothy George Kelly Regno Unito/Russia, 2017, 80 minuti
I referendum dividono, e la Brexit lo ha fatto in un modo senza precedenti nella storia britannica. Campagna contro città, vecchio contro nuovo, nazionalisti contro migranti, "la gente" contro "l'elite". Oltre tutte queste definizioni ci sono degli individui con le loro storie, che hanno dato origine a questo voto storico e sconcertante, motivato dai temi che segnano i nostri tempi: migrazione, tramonto dei vecchi imperi, il lavoro in un mondo sempre più automatizzato. Brexitannia è un film sottilmente esplosivo che senza esprimere giudizi presenta un popolo alle prese con la sua identità, in un mondo che sta cambiando più velocemente che mai, in cui il potere appare sempre più lontano.
A seguire Skype call con il regista
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H 21 | Boiling Point di Elina Hirvonen Finlandia, 2017, 91 minuti
Oula e Tapio si incontrano ogni venerdì in una sauna di Helsinki. Oula è uno storico quarantenne specializzato nel fascismo in Finlandia e in Europa, Tapio un imprenditore settantenne preoccupato che richiedenti asilo, ISIS e politica di sinistra rovinino il suo paese. Disuguaglianza, mancanza di visione, paura e rabbia verso gli immigrati stanno crescendo ovunque in Europa, anche in Finlandia. La gente è sempre più spaventata e i demagoghi populisti ne approfittano per aizzare gli uni contro gli altri. Il film dipinge un inquietante ritratto dell'Europa contemporanea, ma cercando un terreno comune tra gruppi di opinioni opposte, perché dove termina il dialogo inizia la violenza.
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Vintage: su stili di moda e sulla nostalgia per la qualità delle cose d’epoca
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                                     Pinterest : decorcrazy.com
Al mercato della moda piace adottare “le stilizzazioni”, promuovere qualche stile stimolante per il consumatore medio. Essi provocano l'immaginazione attraverso parole e idee, tramite i nomi dal suono straniero, che si è già sentito qua o là.
17 anni fa, quando iniziai la mia carriera professionale e venni assunta per la prima volta, mi giunse la voce che andava di moda il cosiddetto “design organico”.
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Per me tuttavia “organico” significava qualcos'altro, qualcosa di origine naturale, direi "eco" propenso all'ecologia, proprio come gli progetti di Imre Makovecz:
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Mentre si trattava dello stile “anni '70”, le forme con angoli arrotondati, moltiplicate, le cornici come dalle vecchie TV di legno...
Mi sono ribellata, ho progettato i mobili con buchi come formaggio svizzero o come schiuma di mare.
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Un anno dopo ho notato nell'ascensore dell'ospedale a Poznan una piastra di metallo che copriva plexiglass illuminante l'interno, la quale aveva i buchi proprio come miei..., mi sono sentita come
trendsetter.
Mentre nella moda e nel design, è molto difficile definire l'origine delle ispirazioni. Tutti noi, disegnatori veniamo stimolati da tutto ed ovunque, a volte inconsciamente.
Vintage. Bello, ma di che cosa si tratta?
Uno dei primi progetti di AKA design fu “Rocks”, il negozio di jeans a Zielona Gora in Polonia. Al tempo “vintage” non era affatto di moda, e io da sola non sapevo nemmeno che il nostro disegno avrebbe potuto aspirare una tale etichetta.
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Vinage. La parola chiave per descrivere la moda nel design (o le tendenze della moda) di mettere in scena oggetti d'epoca lussuosi e perfettamente conservati. D'epoca? Che significa? Almeno degli anni '90, ed evitando l'eclettismo, tutti gli oggetti devono per forza provenire coerentemente da una stessa epoca. Accuratamente selezionati, eleganti, pieni di carattere. Contrastati (ma non necessariamnete) con qualcosa di ultra-moderno (altrimenti significa solo "retrò"). Il bianco e il grigio, la semplicità di una lampada di carta combinata con mobili Bauhas, tappezzeria comfortevole, un semplice mobile e un tavolo completamente moderno in acrilico bianco.
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Vintage può anche essere una preziosa collezione o l'esposizione di un oggetto, bicicletta, moto, telefono o qualcosa che aveva un suo marchio e che era sempre noto per la sua qualità. Una collezione di fotocamere analogiche, oggi difficili da ottenere, con motivi caratteristici, così riconoscibili agli intenditori. Di solito bastano solo gli scaffali bianchi, niente di speciale, è la collezione che definisce Vintage e prende il suo ruolo principale in questo spettacolo architettonico.
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agirlandagluegun.com
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Restaurato ma non ringiovanito muro di mattoni, una vecchia porta, lampada in stile e semplici ganci per le biciclette, quelle vecchie, possono essere anche dello stile comunista, maschili con le ruote sottili e il caratteristico volante a chiocciola. Queste di cui si sognava allora, anche le ragazze le volevano. E a volte oggi si puo vederla per strada una ragazza così vintage, vestita leggermente maschile, con una borsetta a tracolla come scivola giù per la strada, sporgendosi in basso, rannicchiata su questo telaio triangonale, dal quale è difficile scendere. E cos'altro si può fare? Proprio così: trovare a questi oggetti vintage le nuove funzioni, una seconda vita nell'aldilà, in un altro contesto, a volte sorprendente, come ha fatto Benjamin Bullins nel bagno di New Orleans.
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Un vecchio grammofono con una collezione di dischi. I vinili neri sono di moda da un po 'di tempo. Forse grazie ai DJ che un tempo potevano controllare i mix alle discoteche solo sfregando le dita contro il disco nero. O forse perché grazie alle loro imperfezioni tecnologiche offrivano un suono vivido e non sintetico? Alla fine, tuttavia, chi potrebbe negare al vecchio giradischi del suo carattere unico, una personalità individuale, non come hanno le tutte uguali colonne HiFi giapponesi.
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E' anche possibile riusare i materiali riciclati esclusivi, comprati in un mercatino delle pulci, un mosaico, a piastrelle multicolori, fatti a mano o smaltati, mattonelle, spesso comprati a pezzi per la loro seconda vita. Di colore diverso, con un rivestimento diverso, in lucentezza o senza, in accettazione per disuguaglianza e imperfezioni, perché queste cose testimoniano la loro vera metrica.
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Mobili antichi di una certa età e stile, circondati da una severità, semplicità tecnica e minimalismo strutturale, in quello che chiamiamo Vintage si sentono abbastanza bene. Lampade tecniche, illuminazione industriale, installazioni non nascosti o semplicemente lampadine ordinarie sospese su un cavo nero, alcuni vecchi manifesti e fotografie prebelliche. La cosa più importante sarà in ogni caso l'esposizione della costruzione dell'edificio accompagnata da mobili di design d'epoca, quelli che un tempo erano modelli per tutti, ma non del tutto provenienti dalle prime pagine dei giornali e siti web e dei saloni più costosi. Vintage è per intenditori, non per gli amanti del lusso ostentato.
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Un vecchio baule restaurato, con fibbie interessanti, serrature, accessori in pelle dell'epoca. Quanta storia si è  ospitata in questo pezzo di bagaglio? Quanto esso stesso ricorda di tutto quello che aveva in se, quale mani lo prendevano, toccavano, spostandolo su qualche altro mezzo di trasporto? Forse la parte posteriore della macchina? Perché sì, perché una volta il baule era solo una scatola chiusa con cinghie di un automobile. Da qui proprio viene il suo nome “bagaglio”. In un baule così il mio bisnonno ha portato le sue cose dalla guerra bolscevica in cui ha combattuto. Gli guardo e mi chiedo dove erava.  
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E' bello tutto questo “vintage”. Penso che sia l'espressione del nostro desiderio, una certa mancanza, per quello che era il nostro passato, e ciò che era buono in passato e potrebbe non essere mai più così. Fatto con cura e con amore, a mano, o su macchine semplici, con buoni materiali, in tempi in cui nessuno, nessun product manager ha calcolato / pianificato la vita di due anni per stimolare la vendita dei prodotti. Ma quando per rispetto verso se stessi, per l'ambiente, per il legno, che non può essere prodotto senza fine, per la pelle per la quale si deve uccidere, sono stati creati oggetti unici, pieni di espressione e calore, e non di massa,  privi di cuore e anima.
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