Tumgik
#onestamente non so se voglio sapere di più
themhac · 1 year
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mi sento come il meme di quello che arriva con le pizze e intanto c'è gente che si picchia, fiamme, l'apocalisse ecc
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tiaspettoaltrove · 2 months
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“Sei un pervertito come tutti gli altri”. No.
Bisogna chiarire alcune cose: in questo blog scrivo quello che voglio, quando voglio, come voglio, e per i motivi che voglio. Se voglio parlare del mio pene, lo faccio. Se voglio parlare della psiche femminile, lo faccio. Se voglio parlare della mia vena poetica, lo faccio. E così via. Questa mia libertà è sufficiente per associarmi a un pervertito? Lo trovo un ragionamento immaturo, se non addirittura infantile, puerile, fallace. Sono un pervertito? No, per i canoni odierni e per come viene immaginato e descritto un pervertito oggigiorno. Ho una spiccata fantasia, un erotismo innato che spesso mi accompagna, una passionalità intrinseca e introversa come il mio carattere. Pertanto da qualche parte, e nello specifico prevalentemente qui, in qualche modo viene fuori. L’utilizzo di certi vocaboli, di certe metafore/similitudini/allegorie, m’appassiona. Quindi, quando ne ho voglia, mi abbandono a questa pratica. Tutto ciò per dire che non ho bisogno di sotterfugi e mezzucci vari, per parlare del mio pene. Se la ruota gira, la lascio girare a prescindere. E con “ruota” non mi riferisco al mio pisello che fa l’elicottero. È un modo di dire. La libertà espressiva m’eccita mentalmente perché viviamo in una prigione dorata. Io parlo liberamente di tante cose, mica solo della mia sessualità. Siamo solo all’inizio, è un po’ presto per fare bilanci. Onestamente parlando, trovo molta (ma molta) più perversione in quasi tutti i prodotti di Hollywood (film e serie tv), piuttosto che nei miei testi. Comprendo che ognuno abbia un metro di giudizio diverso, ma stride che mi vengano dirette accuse palesemente prive di fondamento. Vuoi che scenda nei dettagli della mia vita privata? Be’, una cosa che non puoi sapere è che sono sessualmente vergine. Una scelta fatta anni addietro e a cui ho sempre mantenuto fede, per il semplice fatto che non ho trovato la ragazza che mi convincesse che il suo corpo valesse più della mia purezza. O meglio: che il nostro amore valesse più di quello per il mio tempio immacolato. Sarò molto esplicito: non me ne faccio nulla di una ragazza che apre le gambe pronta ad accogliermi, se poi non ci vado d’accordo. Se poi non è la persona che vorrei che fosse. Se poi non corrisponde ai miei desideri e alle mie richieste. Preferisco, piuttosto, eclissarmi. Tutelarmi, preservarmi, proteggermi. La vita non è il sesso, ragazze. E so che molte di voi non lo capiscono, ma il sesso molto spesso altro non è se non il mezzo più veloce per dimenticare. Per arrivare al culmine del piacere fisico senza fatica. Per sbrigarsi a godere. Tumblr è principalmente questo proprio per tali motivi. E io ne approfitto, ne cavalco certamente l’onda. Ma a modo mio, sempre, e mettendo i puntini sulle i. Perché si ritiene necessario. Perché è ovvio che amo le ragazze giovani (che belle), ma se m’imbatto in una quarantenne con un cervello sopraffino, mi dimentico di tutto il resto. Sono umano, ma la perversione in senso stretto la lascio agli altri. Io sogno, fantastico.
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dramasetter · 11 days
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Oggi ero nel mezzo di una conversazione, o meglio, in realtà ero totalmente nel mio mondo e non stavo ascoltando niente.
Poi ho attivato l'udito di comprensione.
-...e allora mettevo i semi di lino nell'acqua, li lasciavo una notte e poi li bevevo! Facevano proprio schifo.
-E perché li bevevi?
-Avevo letto che fanno crescere le tette...
Ora, tralasciando i rimedi della nonna che ogni tanto E mi tira fuori che vorrei abbracciarla e dirle "se non esistessi ti dovrebbero inventare", siamo andate a cercare se ci fosse qualche fondamento scientifico nella cosa.
Arrivo al punto che voglio raccontare perché sono incazzzata come una iena.
E. finisce su un sito sul quale il dottor dei miei coglioni Sir Raffaele Salvione ci illumina con la sua saggezza:
Tumblr media
Io non so neanche cosa dire a quest'uomo. Scrivendo queste stronzate ha già fatto capire che tipo di uomo è.
Se possibile vorrei fargli sapere che onestamente spero che il mio biglietto da visita possa essere qualcosa di più di un paio di tette!
Quindi caro Dr. Raffaele Salvione
Le mando un vaffanculo da parte mia e del genere femminile intero,
Le auguro una pessima giornata,
Distinti saluti e blabla.
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ross-nekochan · 6 months
Note
Ciao. Mi dispiace per come ti senti e per quello cui andrai incontro. Spesso faccio lunghi periodi di giornate lavorative infinite, senza gratificazione. Lo stipendio è buono ma se sei svuotato di energie e non hai tempo libero, i soldi marciscono assieme a te. Ho dovuto ricorrere a farmaci e terapia per lungo tempo e adesso sto meglio, ora sono in grado di pensare: mal che vada mi licenzio e sopravviverò come tutti, senza vergognarmi per questo pensiero a causa del mio senso del dovere. Ma io sono in Italia, bene o male ho affetti vicini, si parla la mia lingua, se sto male mi metto in malattia (non l'ho mai fatto...) senza dover contare i giorni che mi restano nell'anno. Tu... ti leggo e mi chiedo spesso perché ti sia decisa a fare determinate scelte. Coraggiose se vogliamo, per prospettive future. Tuttavia mentre raggiungiamo il burnout la vita ci passa davanti e quello che immaginavamo potesse accadere, cambia. Restiamo delusi, con niente di concreto in mano. Onestamente al solo pensiero di essere lontana non dico dalla famiglia, ma dalla confortante madrepatria, alle condizioni quali quelle che descrivi... non so come tu faccia. Mi scuso se ti risulto inopportuna, ti scrivo perché mi sembra di riconoscerla la tua sofferenza. Una cosa sola mi ha insegnato la depressione, che quando ci sei dentro vedi davvero quanta povertà si cela dietro i castelli di fantasie più o meno autoindotte per trovare una strada nella vita. E pensi che ti sei ammalato "per niente". Tutt'ora fatico a concepirmi distaccata dal mio lavoro, anche se la società lo ritiene nobile e indispensabile mi ha rovinato anni importanti. Ma sono arrivata ad essere consapevole dei miei limiti, ho imparato a proteggermi un po'di più, a dire di no. Per adesso resisto ma sai, adesso non mi importa più di come reagirebbe la gente a sapere che ho lasciato per andare a raccogliere pomodori o pulire bagni, proprio io che sono così brava, istruita e specializzata. Non mi importa più cosa dice il mio senso del dovere. E mi sento meglio, anche solo perché mi permetto di pensare a delle vie di fuga.
Abbi cura di te.
Ciao.
Spesso è facile leggere senza dire niente quando non si conosce qualcuno, quindi ti ringrazio per il tuo messaggio, sebbene in anonimo (non perché sminuisce il pensiero, semplicemente a volte non ne comprendo a pieno il motivo del suo utilizzo - ma questo è un discorso a parte).
Mi dispiace molto per quello che ti è successo, anche se mi pare tu stia leggermente meglio e sono contenta per te per questo.
I motivi per cui sono tornata qui sono tanti e, forse, a dirli nemmeno li si comprenderebbe. Uno tra tutti: ho speso quasi 10 anni della mia vita (e denaro) per studiare la lingua e la cultura di questo paese e purtroppo questi 10 anni non li posso "vendere" a nessuno perché non sai quanta gente fa la stessa cosa. Una cosa che mi sono promessa a me stessa è che io questi 10 anni della mia vita non li voglio buttare, anche se giustamente c'è gente che si reinventa nonostante la sua laurea (non ho niente contro di loro, ma vorrei evitare di farlo io).
Hai ragione nel dire che spesso quelli che costruiamo sono solo castelli senza alcun senso e non ti nascondo che sono già un paio di anni che la mia testa è a metà tra il voler diventare chissà chi e il voler semplicemente vivere di un lavoro umile con uno stipendio minimo che mi permetta di mangiare, mandando a fanculo laurea e tutto il resto.
A volte sono sul punto di pentirmi della mia scelta ma quando la mia migliore amica, come te, mi dice: "Stai attenta alla tua salute mentale perché se le cose vanno male, puoi sempre tornare in Europa", sai cosa le rispondo? Che non è il momento adatto. Adesso è come se vivessi nell'occhio del ciclone: sebbene la cultura lavorativa giapponese faccia veramente pena, questa megalopoli vive di milioni di opportunità diverse e non penso ciò sia equiparabile a qualsiasi altra città in Europa.
Per cui non posso fare altro che sfruttare questa opportunità il meglio che posso. Non mi interessa dell'opinione di nessuno e vivere dall'altra parte del mondo, sebbene sia triste perché non hai nessuno su cui poter contare se non te stesso, hai la libertà di poter fare il cazzo che ti pare, pure lasciare tutto e andare a raccogliere i pomodori o andare a fare le pulizie.
Poi, anche se volessi tornare, dove vado? Non ho più contatti con nessuno della mia famiglia, né li voglio avere e sono al punto che quasi non saprei nemmeno dove andare a dormire se tornassi in Italia. Anzi, me ne sono andata anche per tagliare finalmente tutti i ponti possibili.
Detto questo, come hai detto anche tu, per adesso, resisterò. Quando la situazione mi sembrerà insostenibile, cambierò e cercherò altro; almeno avrò soldi a sufficienza per poter vivere senza lavorare per un po' (dato che non avrò tempo per spenderli).
La via di fuga cerco di vederla sempre (anche se è molto difficile farlo), perché, almeno per il momento, non mi voglio assolutamente arrendere a questo mondo bastardo e per me oltremodo incomprensibile.
Abbi cura di te anche tu.
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trasparente98 · 9 months
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Stanotte ti ho sognata. Abbiamo discusso, per farmi arrivare a ciò significa che avevi superato il limite. Ci trovavamo nello stesso posto, dopo mesi. Ricordo che quando i nostri sguardi si incrociarono tu non feci alcun cenno e ancora peggio quando mi passasti davanti quasi come fossi un fantasma. Li ho accusato il colpo, stavo per fare una mezza cazzata, mi chiusi dentro una stanza, dove c'era la finestra trasparente così che si potesse vedere cosa accadeva e mi sedetti su una staccionata vacillante col rischio di cadere. Le persone si allarmarono e mi urlarono di non fare cazzate, ma piuttosto di spiegare il perchè. Ed io iniziai dicendo che tutti loro mi escludevano, sopratutto una persona in particolare. Loro volevano sapere chi fosse, ma io dissi semplicemente che "lei sa". Cercai di incrociare il suo sguardo, ma lei era li ad assistere e quasi a piangere, perchè probabilmente capiva, ma non agiva (come sempre d'altronde). Scesi dalla staccionata e mi avvicinai al posto in cui era seduta lei, ma non c'era più. Vi era un'altra ragazza che piangeva, provai a chiederle il perchè. Nel mentre che l'ascoltavo mi chiedevo in mente se la persona che avessi visto era realmente lei o stavo impazzendo. Poco dopo andai via e mi incamminai a passo veloce. Quasi vicino casa, rividi lei (stavolta lo era davvero); si trovava assieme ad altre persone, ma sembrava diversa. Era in mezzo a persone che bevevano e fumavano, cose non da lei. Io mi avvicinai e le chiesi cosa stesse combinando, ma lei non mosse ciglio, anzi, le persone li iniziarono a sfottermi, così me ne andai, ma poco dopo lei si alzò e mi portò in un posto li vicino per parlare. Si accese la sigaretta e iniziò ad ascoltarmi..che fai? non ti riconosco più! adesso fumi anche? che ti sta succedendo? perchè non sei mai stata in grado di poter chiacchierare in privato con me invece che stare sempre con loro? dimmi qualcosa, cavolo! Lei rispose solo con sono stufa, stressata, non lo voglio un ragazzo così! Io rimasi allibito e ribattei se non so nemmeno che legame abbiamo noi due, come puoi dire quella parola? non mi hai mai detto che emozioni provi per me e adesso te ne esci fuori così?
Onestamente non ricordo poi com'era proseguito il tutto, ma ricordo solo che ero incazzatissimo del suo ennesimo comportamento...la persona che più di tutte mi ha ferito la quale ho portato sempre in alto, considerandola molto intelligente..
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tma-traduzioni · 2 years
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MAG191 - ########-31 - Ciò che perdiamo
[Episodio precedente]
[Nota: tutte le voci in questo episodio quando si trovano nelle gallerie hanno una eco più o meno intensa.]
[CLICK]
[Un respirare leggero nel sonno]
[Dei movimenti agitati, e Martin si sveglia di soprassalto]
MARTIN
Jon?
[Si gira per controllare]
[Sorpreso] Ah! Argh! Smettila! Jon!
[L’Archivista si sveglia]
ARCHIVISTA
[Confuso] Mm, cosa? Cosa? Che c’è? Che…?
MARTIN
Scusa. Scusa, io - va tutto bene. Sono… sono solo stato colto di sorpresa. Non siamo stati in molti posti dove puoi dormire, quindi io…
ARCHIVISTA
Quindi, che?
MARTIN
Stavi dormendo di nuovo con gli occhi aperti.
ARCHIVISTA
Ah. Già.
MARTIN
M-Mi ha solo sorpreso.
ARCHIVISTA
Scusa. Non è qualcosa che posso controllare, temo.
MARTIN
No, lo, lo so. Lo so. Mi dispiace. È tutto okay.
[Martin sospira]
[Fruscio di tessuto]
ARCHIVISTA
Brutto sogno?
MARTIN
Ce ne sono di altro tipo?
ARCHIVISTA
Giusto.
MARTIN
A tal proposito, come sono i tuoi sogni? So che prima erano… sai, complicati.
ARCHIVISTA
Non lo so. Non me li ricordo più a dire il vero. Onestamente, non è nemmeno dormire questi giorni. Posso solo farlo quando sono sconnesso da… beh, tutto, ed è più tipo… sai quella sensazione quando sei sul punto di addormentarti? Non stai sognando, ma non sei nemmeno consapevole delle cose?
MARTIN
Huh. Quindi, tipo, in modalità standby?
ARCHIVISTA
[Una risata leggera] Suppongo.
Come ero da Salesa?
MARTIN
Oh, andavi completamente k.o. Occhi spalancati, ovviamente, perché dio non voglia che la cosa inquietante degli occhi finisca, heh, ma -
ARCHIVISTA
Grazie.
MARTIN
– eri praticamente morto. Mi sono preoccupato un po’ a dire il vero, una o due volte, ma ti sei sempre svegliato senza problemi. Dicevi che non sognavi. Ne sembravi piuttosto felice.
ARCHIVISTA
Immagino che lo ero.
MARTIN
Hey, volevo chiederti. Riconosci quella donna, Celia?
ARCHIVISTA
Um… no, non, non penso. Perché?
MARTIN
Giurerei che ha rilasciato una dichiarazione una volta.
ARCHIVISTA
Che dichiarazione? Non… ricordo niente. Qu- Non quà sotto per lo meno.
MARTIN
Era… [borbotta qualcosa a bassa voce]
Pensavo si stesse inventando tutto! Heh. Le ho dato dei soldi.
ARCHIVISTA
Perché?
MARTIN
Li -Li aveva chiesti.
ARCHIVISTA
Ah. Pensi che se lo ricordi?
MARTIN
Cioè, non si ricorda il suo stesso nome, quindi direi… No?
ARCHIVISTA
Potresti chiedere?
MARTIN
Beh, no, sarebbe strano. Voglio dire -
[Qualcuno bussa]
Ciao?
[Porta che si apre]
ANONIMA
Scusate. Non vi ho svegliati, vero? Mi è stato chiesto di controllarvi.
ARCHIVISTA
No, tutto bene, eravamo svegli.
MARTIN
Non penso che ci siamo ancora incontrati. Sono Martin, lui è Jon.
[Movimenti e rumore di una borsa che viene aperta]
ARCHIVISTA
Ciao.
ANONIMA
[Con sospetto] Okay.
MARTIN
E tu sei…?
ANONIMA
[Con finalità] No.
MARTIN
“No”? Nel senso il tuo nome è No?
ANONIMA
No, nel senso ‘non riuscirete a sapere il mio nome’. Non sono stupida.
ARCHIVISTA
È così?
ANONIMA
Ti vedono con i nomi; è così che riescono a trovarti nei fascicoli. Puoi nasconderti quanto vuoi, ma se sanno il tuo nome, possono vederti. E portarti via.
ARCHIVISTA
Capisco.
ANONIMA
Se dico il mio nome alla gente, allora forse loro lo sapranno. Poi vengono per tutti noi. Non avreste dovuto dirmi i vostri. Continuo a ripeterlo agli altri! Solo i nomi delle profetesse sono sicuri.
ARCHIVISTA
Non è così che funziona!
MARTIN
[Avvertimento] Jon…
ARCHIVISTA
Che? Sta dicendo delle stupidaggini!
ANONIMA
Sei stato là, allora? Sei scappato attraverso gli schedari senza fine, le, le etichette che ti tagliavano? Le cose che ‘ti mettevano al tuo posto’?
ARCHIVISTA
No…
ANONIMA
Allora non lo sai!
ARCHIVISTA
Ma l’ho visto!
Lo so.
ANONIMA
Oh, lo sai, allora? Ti ha fatto sanguinare?
ARCHIVISTA
No, ma non è cos’ che -
ANONIMA
Allora non lo sai. E non avrai il mio nome.
ARCHIVISTA
Va bene. Scusa. Non volevo farti arrabbiare.
Dunque… Georgie e Melanie, loro sono…?
ANONIMA
Sono andate.
Fuori.
Loro, loro vanno spesso fuori. A volte riportano delle persone, ma di solito se ne vanno, per un po’.
MARTIN
O-kay. Sai quando torneranno?
ANONIMA
No. Loro percorrono il loro sentiero.
ARCHIVISTA
Ma certo.
[Pausa, poi l’Anonima sospira]
ANONIMA
Vi andrebbe un po’ di cibo? Abbiamo… delle scatolette. E dei biscotti. Anche se i biscotti sono davvero vecchi.
MARTIN
Cosa c’è nelle scatolette?
ANONIMA
Cibo.
MARTIN
[Irritato] Che genere di cibo?
ANONIMA
Dipende. La maggior parte delle etichette non ci sono più. Ieri, ho trovato dei fagioli neri.
MARTIN
Oh okay. Ed è… una cosa positiva?
ANONIMA
Mmhmm.
[Martin sospira lentamente]
MARTIN
Okay. Beh, mi va una… scatoletta. Jon?
ARCHIVISTA
Per caso puoi portarmi qualcosa? Mi sento un po’ teso.
MARTIN
Devi fare una dichiarazione?
ARCHIVISTA
A dire il vero no. Non ne ho sentito il bisogno da quando siamo scesi qui. Suppongo siano le gallerie. Bello avere un po’ più di controllo, anche se è una sensazione un po… strana.
MARTIN
Beh, buono a sentirsi. Vedo quel che riesco a trovare.
ANONIMA
Vieni?
MARTIN
Sì, sì. Fammi strada, … tu.
ANONIMA
Certo.
[La porta si chiude mentre se ne vanno]
[CLICK]
[CLICK]
[Passi]
ARUN
Uh… Martin?
MARTIN
Sì? Oh, s-scusa, no-non so il tuo nome.
ARUN
Arun.
MARTIN
Ciao Arun, che c’è?
ARUN
Scusa, è so… um, solo, um, hai perso un registratore di cassette? Ho trovato questo - oh… huh.
MARTIN
Sì, non era acceso quando l’hai trovato, vero?
[Una mezza risatina]
ARUN
No. È tuo? Non l’ho mai visto prima, pensavo potesse esserlo.
MARTIN
In un certo senso, credo? Ci seguono.
ARUN
Davvero?
MARTIN
Oh,n-non devi preoccuparti. Succede da secoli. Prima che il mondo cambiasse, addirittura. Poi ignorarli e basta.
ARUN
Da prima che il mondo finisse?
MARTIN
Sì, è… è una lunga storia. Chiedi alle profetesse, se vuoi, ti spiegheranno.
[Si gira e fa per andare via]
ARUN
Tu non credi in loro, vero? Nel loro potere?
MARTIN
Io… Le conoscevo ai vecchi tempi.
ARUN
Anche Laverne.
MARTIN
Sì, io, me ne rendo conto. Solo -
Guarda, è complicato, va bene? È solo una montagna di roba che nessuno capisce.
ARUN
[Con enfasi] Io capisco che loro sono capaci di vagare per questo mondo senza paura o pericolo. Capisco che ci hanno salvato.
[Martin espira irrato]
MARTIN
Bello.
Guarda, dovresti proprio parlarne con loro, okay, io non vorrei dire la cosa sbagliata.
ARUN
Loro hanno detto… che anche voi avete attraversato gli incubi. Che voi ‘condividete il loro potere’.
MARTIN
Ooh, non ne sono certo…
È diverso, okay? N-Noi siamo diversi.
ARUN
Sì. Lo siete.
Quando guardo loro, vedo un futuro. Vedo la speranza. Non so cosa vedo quando guardo te.
[Suoni increduli da Martin]
MARTIN
Okay, be… sei scortese.
ARUN
Sono un poeta. Dico la verità
MARTIN
Sì? Beh… la tua verità è scortese! Non sai niente di noi. Chi siamo, cosa stiamo facendo.
ARUN
So che ci guardate come se fossimo idioti. [Martin sbuffa] Vi facciamo pena.
MARTIN
Non è vero.
ARUN
Bugiardo!
[Alzando la voce] Chi siete? Apparite dal niente con… registratori fantasma che compaiono nella vostra scia? Perché siete qui?
MARTIN
[Agitato] Siamo qui per salvare il mondo, okay? Chiaro? Se vuoi saperne di più, vai a chiedere alle tue profetesse, okay? Adesso… Dammi quello!
[Afferra il registratore]
[CLICK]
[CLICK]
[Una porta si apre e Martin ritorna; appoggia delle scatolette]
ARCHIVISTA
Qualche segno di loro?
MARTIN
No, ma gli altri dicono che è abbastanza normale che se ne vadano per così tanto tempo.
ARCHIVISTA
Okay.
[Suoni di posate]
MARTIN
Hanno detto che, i, uh, ‘locali’ si stanno agitando.
ARCHIVISTA
Mmm.
MARTIN
Ho l’impressione che il nostro benvenuto non sia esattamente senza condizioni.
Come va la, uh, confusione?
ARCHIVISTA
Va bene. Va e viene.
MARTIN
Sì, non sembri stare male come quando eravamo da Salesa. Spero che non ti dimenticherai tutto appena esci dalle gallerie.
ARCHIVISTA
Non credo succederà. Là era peggio, anche se, ovviamente…
MARTIN
Non ricordi.
ARCHIVISTA
Non ricordo.
Allora, che te ne pare? Credi che aiuteranno?
MARTIN
Voglio dire, devono, no? Tu- Tu praticamente sei l’unica speranza dell’umanità.
ARCHIVISTA
Huh, voglio dire… okay, um… [risatina nervosa] non è che io -
MARTIN
Oh s-scusa! Un po’ troppa pressione, sì?
ARCHIVISTA
U-Un po’?
MARTIN
V-Volevo solo dire che, guarda, o ci aiutano o se ne restano seduti qui e sperano che tutto si sistemi magicamente. E non possono credere davvero che sia un’opzione.
Vero?
ARCHIVISTA
Non lo so. So come si comporta Georgie con le persone che le se sono affidate. Se crede che aiutarci le metta in pericolo…
MARTIN
Sì. Anche Melanie.
ARCHIVISTA
Mmm.
MARTIN
E sei sicuro che non possiamo trovare una strada per arrivare su da soli?
ARCHIVISTA
Probabilmente no. Sono disconnesso quà sotto, e il layout sembra… diverso da prima.
MARTIN
L’Occhio non ti sta, tipo, chiamando, o qualcosa del genere?
ARCHIVISTA
Oh, no mi sta chiamando. Ma non riesco a sentirlo chiaramente qui sotto. È abbastanza irritante, a dire il vero. Come essere in una strada che riesci quasi a ricordare ma non riesci a trovare su una mappa.
MARTIN
Potremmo comunque dover provare.
ARCHIVISTA
Sì, ma senza una guida potremmo vagare a lungo. E apparentemente ci sono anche altre cose che vagano qua sotto che… potrebbero opporre resistenza.
MARTIN
Sì, Laverne ha accennato qualcosa. Sai cosa sono?
ARCHIVISTA
Sì. Sono, um… Sono Archivisti.
MARTIN
Prego?
ARCHIVISTA
Hai mai sentito all’interrogatorio di Gertrude con, uh, il Sergente Heller?
MARTIN
Oh… questo mi riporta indietro. Uhhh, credo di sì? Uh, la Seconda Guerra Mondiale, vero? Sotto Alessandria? Aveva visto un mostro con una stano -
ARCHIVISTA
Mmhmm.
MARTIN
…Occhio. Già
ARCHIVISTA
Non sono il primo Archivista. Nemmeno lontanamente. La maggior parte degli altri è morta come Gertrude, ma alcuni… sono rimasti, e, beh, diciamo solo che non sono l’unico a sentire il richiamo del Panopticon.
MARTIN
Okay.
Jon. Se… Quando sconfiggiamo L’Occhio, le paure. Che ti succederà?
ARCHIVISTA
Niente di buono.
Credo che dipenda da quel che succederà alla fine. Se troviamo un modo per sconfiggerle, bandirle in qualche modo, buttarle fuori dalla nostra realtà, e da dove sono venute, io potrei… sopravvivere. Credo che rimarrei più o meno così. P-Più debole, ma fondamentalmente un avatar in un mondo dove le paure sono al confine.
MARTIN
Ma presumo che questo sia il migliore dei casi?
ARCHIVISTA
Dipende dal tuo punto di vista, suppongo. A lungo termine ci saremo limitati a prendere un po’ più di tempo.
Se, però, riuscissimo a trovare un modo per distruggere o, uh, eliminare i poteri… io non me la caverò. Una parte di me troppo grande appartiene all’Occhio ormai. Io non… so cosa ne rimarrebbe di me senza. Forse morirò. Forse sopravviverò, ma perderò… qualcosa. L’identità. La ragione. La… memoria. Non so.
[Fruscio di tessuto mentre si abbracciano]
Martin, quando arriverà il momento, ho bisogno che tu mi prometta che non proverai a fermarmi.
MARTIN
Te lo prometto.
Ti amo, Jon.
ARCHIVISTA
Ti amo anche io.
MARTIN
Ma non lascerò che il modo perisca per questo.
ARCHIVISTA
Grazie.
MARTIN
E tu devi promettermi che farai qualsiasi cosa in tuo potere per vivere. Che non ti sacrificherai alla prima opportunità, solo perché ti senti colpevole di quel che è successo.
ARCHIVISTA
Lo prometto.
MARTIN
Bene.
Dio, odio queste conversazioni.
ARCHIVISTA
Già.
Roba pesante.
MARTIN
Mi mancano le chiacchere leggere.
ARCHIVISTA
Potremmo parlare del meteo per un po’ se ti va?
MARTIN
Un po’ difficile da sotto terra.
ARCHIVISTA
Vero. In tal caso provo a vedere se riesco a dormire un altro po’. Riposarmi un po’ prima di… sai.
MARTIN
Certo.
ARCHIVISTA
Svegliami se ritornano?
MARTIN
Okay.
[CLICK]
[CLICK]
[Passi e colpi di bastone mentre Melanie e Georgie sono sopra; i rumori di droni abbondano]
MELANIE
Mi chiedo quanto sia sano, andare a vederlo così.
GEORGIE
Lo so. Ma… mi aiuta. Credo.
MELANIE
Di sicuro sembrava abbastanza cruento.
GEORGIE
Beh, non la scena non era meglio.
Uh, c’è una panchina qui, alla tua sinistra. Ti dispiace?
MELANIE
Libera?
GEORGIE
Per adesso. Andiamo.
MELANIE
Certo.
[Colpi di bastone mentre Melanie trova la panchina e si siedono]
GEORGIE
Mi da’ sempre fastidio. Venire qua sopra per un po’ di privacy.
MELANIE
Di sicuro non so cosa intendi. Personalmente, credo che una città piena di telecamere curiose e occhi che ti fissano crei l’atmosfera giusta.
GEORGIE
Ma certo che lo pensi.
[Fruscio di tessuto]
MELANIE
Tutto è un po'… una merda. Vero?
GEORGIE
Non tutto.
MELANIE
Che aspetto aveva?
GEORGIE
È felice, credo. Questo… Questo lo rende cattivo?
MELANIE
Lo rende un gatto.
GEORGIE
E, cioè, certo, non è un bel look per Battersea, ma guardare… sono solo le parti più cruente di un documentario sulla natura in loop.
MELANIE
Non c’è niente di naturale in tutto questo però.
GEORGIE
No.
MELANIE
Potremmo sempre tirarlo fuori, sai, come, come gli altri.
GEORGIE
No. No. Fa… Fa male vederlo così, ma è più al sicuro qui. Se lo prendessimo, lo metteremo in pericolo. Potremmo anche mettere gli altri in pericolo di lui.
MELANIE
Continui a parlare di quel sogno del gatto gigante assassino del tunnel?
[Georgie ridacchia]
Sai di non essere davvero una profetessa, cara?
GEORGIE
Certo… Ma a questo punto, non sarebbe la cosa più improbabile che ci sia mai successa.
E non è che le gallerie siano più sicure con loro in giro.
MELANIE
È una sensazione di merda, sai, non fare niente.
GEORGIE
Stiamo sopravvivendo. E stiamo cercando di aiutare altri a fare lo stesso. Non è niente.
MELANIE
Vero.
Anche se a volte sembra così.
GEORGIE
Mi preoccupo ancora per lui, sai. Ma rimanere coinvolte non farà che rendere tutto peggiore.
MELANIE
Faremo meglio a continuare a parlare dell’Ammiraglio.
GEORGIE
Jon… sta facendo del suo meglio.
MELANIE
Sì. Beh, il suo ‘meglio’ è noi che ci nascondiamo in un tunnel umido.
GEORGIE
Non è colpa sua. Non ha mica voluto che succedesse.
MELANIE
Lo so, sai! Lo so. Lo so. Ma le verità è, lui non mi piace e basta. Non mi è mai piaciuto… e sono stufa delle persone che fanno come se dovessero sentirmi super empatica nei suoi confronti, solo perché se l’è passata male. Anche io me la sono passata male da quando l’ho incontrato! Tutti noi! E lui non -
GEORGIE
Oh, tesoro. –
MELANIE
Okay. Posso odiarlo comunque, anche se non, sai, lo incolpo ma…
[Melanie fa un sospiro frustrato]
GEORGIE
Sai, siete abbastanza simili.
MELANIE
Beh allora odio con coerenza.
GEORGIE
Dovresti proprio parlarne con Laverne.
MELANIE
Oh fidati, è saltato fuori. Dal primo giorno credo.
[Suoni di triste comprensione da Georgie]
Ma nonostante tutto, dovremmo comunque aiutarli.
GEORGIE
Comunque cosa potremmo fare per loro quando Jon è una specie di… semi-dio che sa ogni cosa?
MELANIE
Non qua sotto. Martin dice che non riesce a trovare un modo per entrare nell’Istituto.
GEORGIE
Troppo rischioso. Ti ho detto delle cose là sotto vicino alle scale, vero?
MELANIE
Oh, ah, già.
GEORGIE
Non possiamo permetterci di attirare la loro attenzione.
MELANIE
Lo stai facendo di nuovo.
GEORGIE
[Frustrata] Argh.
MELANIE
Guarda, stai-stai meglio ultimamente. So, so che è molto difficile giudicare un rischio senza un, un senso della paura -
GEORGIE
Ma sto ancora esagerando.
MELANIE
Beh, voglio dire, no, non necessariamente. È pericoloso. Ma… io, io non vedo nessun altro modo per uscirne. E-e io non intendo passare il resto dell’eternità a dormire in un galleria a giocare a ‘lattina sorpresa’.
GEORGIE
Nemmeno se fossimo soltanto noi due?
MELANIE
Oh, okay. Sì, beh…. Forse potrei, potrei sopportarlo per un po’. Ma se anche ci fosse una piccola possibilità che possiamo riportare tutto alla normalità…
GEORGIE
Hai ragione. So che hai ragione. È solo che odio esserci coinvolta.
MELANIE
Sei sempre stata coinvolta, no?
GEORGIE
Già.
MELANIE
P-P-Per lo meno adesso è secondo i nostri termini. In questo modo possiamo tornare a fare podcast sui mostri, piuttosto che nasconderci da loro.
GEORGIE
[Sospita] Urgh, smettila. Non voglio ripensare a quel passato. Quanto onestamente mi mancano quelle cose schifose letture di pubblicità. Sai, è successo tutto proprio mentre ne stavo registrando una?
MELANIE
Oh dio, sì! Um, che era, uh -
GEORGIE
[Voce da podcast] “Slaughterville: La Città dei Mille Cadaveri.”
MELANIE
[Felicemente] Già! [ridacchia]
GEORGIE
Una cosa basata su dell’orribile true crime in una città del Colorado  dove ci sarebbero dovuti essere, tipo, tre serial killer o qualcosa del genere.
MELANIE
Gesù.
GEORGIE
Ero anche così fiera del testo che avevo preparato. Pensavo di aver proprio azzeccato quello stile da pulp scioccante senza rendere troppo palese che li stavo prendendo in giro.
MELANIE
Forse dovresti fare un interpretazione per gli altri?
GEORGIE
Non sono certa di quanto starebbe bene accanto all’ultimo inno di Arun.
[Un suono esageratamente disperato da Melanie]
MELANIE
Andiamo, faremo meglio a tornare. Probabilmente non è una buona idea lasciarli con Jon e Martin senza supervisione.
[Si alzano per andarsene]
GEORGIE
Già.
MELANIE
Quindi… li aiutiamo?
GEORGIE
Beh, noi non saliremo sulla torre, ma… sì. Rivoglio il mio gatto.
[Colpi di bastone mentre se ne vanno]
[CLICK]
[Traduzione di: Victoria]
[Episodio Successivo]
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sofieanjaworld · 2 years
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       ☆    —   ♯ 𝐌𝐎𝐌𝐄𝐍𝐓        ↻  sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ + ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ      h. 11.06,  june 04th, 2022     📍   ʟᴏɴᴅᴏɴ﹐ ᴜɴɪᴛᴇᴅ ᴋɪɴɢᴅᴏᴍ.        ❪      ✨      ❫ ㅤㅤ ㅤㅤ ㅤ   ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ  « Sofie? Sono settimane che cerco di mettermi in contatto con te. Ogni volta che penso di essere fortunata scatta inevitabilmente la segreteria. »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Scusami, sono state settimane intense e ho viaggiato parecchio. Non era mia intenzione evitarti, scusa mamma. »   ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ  « Abbiamo tutti tanti impegni, tante cose a cui pensare, ma ricordati il valore della famiglia, okay? Dove sei stata? Stai bene? »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Mamma… Per favore. Vediamo, sono stata in Sudafrica, a Cannes, Ibiza, Capri e ora Londra… Sì, ho girato parecchio ultimamente, ma mi ha fatto bene. »    ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ  « Sono state parecchie mete… Sei sicura di stare bene? Ti sento evasiva, e ogni volta che succede so che accade per due motivi. »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Anni a vivere distanti ma mi conosci sempre meglio di chiunque altro, eh? »     ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ  « Sono tua madre, non importa quanto siamo distanti, o quanto entrambi lavoriamo, riconosco sempre il tuo tono di voce. Si tratta di Emerson? »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Non so se è un bene o un male che tu mi conosca così approfonditamente. E no, non si tratta di Emerson. Ho scoperto che ha acquistato l'attico di fronte a casa mia, ma è una cosa a cui non voglio pensare, non ora. »   ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ  « A tal proposito… »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Mamma? Ti prego… Non dirmi che sei stata tu a dirglielo. »    ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ  « Credo che mi sia scappato… »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Cazzo. »   ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ  « Il linguaggio, Sofie. »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « No, niente "il linguaggio, Sofie." Hai sbagliato, onestamente pensavo che non dovessi preoccuparmi anche di mia madre, ma tant'è… »   ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ  « Non l'ho fatto volontariamente. Emerson avrà anche sbagliato in passato, ma è… »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Non voglio sapere la tua opinione su di lui. E' un capitolo chiuso. »   ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ  « Mh… Sei a Londra per il Giubileo della Regina? La parata di ieri è stata qualcosa di spettacolare. »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Brava! Meglio cambiare discorso, e sì sono a Londra. Devo scrivere un articolo e ne ho approfittato per venire qui. »   ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ  « Sei andata da Boris? So che non se la sta passando bene ultimamente, l'indice di gradimento è ai minimi storici. E per il Primo Ministro inglese non è mai una cosa buona. E' sempre stato un po' stronz*, ma almeno di sa cosa vuol dire fare politica. »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Ho preferito lasciar perdere, lascio a te gli intrighi politici. Ho… Ho avuto altro da fare ecco. »   ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ  « La politica non è solamente questo, e lo sai. Aspetto che tu possa venire qualche giorno a Stoccolma, anche a tuo padre manchi. »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Non ho mai ambito a fare politica, ricoprire una posizione ove la linea di confine tra giusto e sbagliato è fin troppo labile… Decisamente non fa per me. E poi non sono diplomatica, l'hai forse dimenticato? E sono contenta di dove mi trovo, tutto qui. Mi mancate anche voi. Verrò presto, okay? »    ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ  « Come potrei? Ricordo quando mi hai assistito alla mia prima campagna elettorale. »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « E guarda dove ti ha portato, la prima donna a essere Primo Ministro di Svezia. »   ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ  « Lo so… Non sarei dove sarei ora senza l'aiuto tuo e di tuo padre. Cerca di stare bene, okay? Ti aspettiamo a braccia aperte. E prometto di non dire più nulla ad Emerson. »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Ti ringrazio. Ah… E potrei venire in Svezia con qualcuno la prossima volta. »    ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ  « Come? Chi, Sofie?! »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Devo andare, mamma ci sentiamo presto. »   ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ  « Sofie?! Chi… — »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Non ti preoccupare, a presto! »
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sofieanja · 2 years
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       ☆    —   ♯ 𝐌𝐎𝐌𝐄𝐍𝐓        ↻  sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ + ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ      h. 11.06,  june 04th, 2022     📍   ʟᴏɴᴅᴏɴ﹐ ᴜɴɪᴛᴇᴅ ᴋɪɴɢᴅᴏᴍ.        ❪      ✨      ❫ ㅤㅤ ㅤㅤ ㅤ   ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ  « Sofie? Sono settimane che cerco di mettermi in contatto con te. Ogni volta che penso di essere fortunata scatta inevitabilmente la segreteria. »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Scusami, sono state settimane intense e ho viaggiato parecchio. Non era mia intenzione evitarti, scusa mamma. »   ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ  « Abbiamo tutti tanti impegni, tante cose a cui pensare, ma ricordati il valore della famiglia, okay? Dove sei stata? Stai bene? »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Mamma... Per favore. Vediamo, sono stata in Sudafrica, a Cannes, Ibiza, Capri e ora Londra... Sì, ho girato parecchio ultimamente, ma mi ha fatto bene. »    ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ  « Sono state parecchie mete... Sei sicura di stare bene? Ti sento evasiva, e ogni volta che succede so che accade per due motivi. »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Anni a vivere distanti ma mi conosci sempre meglio di chiunque altro, eh? »     ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ  « Sono tua madre, non importa quanto siamo distanti, o quanto entrambi lavoriamo, riconosco sempre il tuo tono di voce. Si tratta di Emerson? »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Non so se è un bene o un male che tu mi conosca così approfonditamente. E no, non si tratta di Emerson. Ho scoperto che ha acquistato l'attico di fronte a casa mia, ma è una cosa a cui non voglio pensare, non ora. »   ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ  « A tal proposito... »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Mamma? Ti prego... Non dirmi che sei stata tu a dirglielo. »    ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ  « Credo che mi sia scappato... »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Cazzo. »   ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ  « Il linguaggio, Sofie. »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « No, niente "il linguaggio, Sofie." Hai sbagliato, onestamente pensavo che non dovessi preoccuparmi anche di mia madre, ma tant'è... »   ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ  « Non l'ho fatto volontariamente. Emerson avrà anche sbagliato in passato, ma è... »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Non voglio sapere la tua opinione su di lui. E' un capitolo chiuso. »   ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ  « Mh... Sei a Londra per il Giubileo della Regina? La parata di ieri è stata qualcosa di spettacolare. »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Brava! Meglio cambiare discorso, e sì sono a Londra. Devo scrivere un articolo e ne ho approfittato per venire qui. »   ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ  « Sei andata da Boris? So che non se la sta passando bene ultimamente, l'indice di gradimento è ai minimi storici. E per il Primo Ministro inglese non è mai una cosa buona. E' sempre stato un po' stronz*, ma almeno di sa cosa vuol dire fare politica. »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Ho preferito lasciar perdere, lascio a te gli intrighi politici. Ho... Ho avuto altro da fare ecco. »   ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ  « La politica non è solamente questo, e lo sai. Aspetto che tu possa venire qualche giorno a Stoccolma, anche a tuo padre manchi. »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Non ho mai ambito a fare politica, ricoprire una posizione ove la linea di confine tra giusto e sbagliato è fin troppo labile... Decisamente non fa per me. E poi non sono diplomatica, l'hai forse dimenticato? E sono contenta di dove mi trovo, tutto qui. Mi mancate anche voi. Verrò presto, okay? »    ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ  « Come potrei? Ricordo quando mi hai assistito alla mia prima campagna elettorale. »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « E guarda dove ti ha portato, la prima donna a essere Primo Ministro di Svezia. »   ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ  « Lo so... Non sarei dove sarei ora senza l'aiuto tuo e di tuo padre. Cerca di stare bene, okay? Ti aspettiamo a braccia aperte. E prometto di non dire più nulla ad Emerson. »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Ti ringrazio. Ah... E potrei venire in Svezia con qualcuno la prossima volta. »    ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ  « Come? Chi, Sofie?! »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Devo andare, mamma ci sentiamo presto. »   ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ  « Sofie?! Chi... — »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Non ti preoccupare, a presto! »
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suburbandogsclub · 2 years
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La mia più grande paura
Mark l'ho visto una sola volta, prima della pandemia e in una delle mie prime uscite in questo piccolo grande paesino. Piano: escape room e pizza da Luca, bene così, si torna sedicenni, ma che c'è da lamentarsi. Mark comunque è un quarantenne di boh, Glasgow o Edinburgo, sinceramente giovanile, abbastanza palestrato e autoironico, subito in confidenza, ti sembra uno di quei pompati che si mettono la maglietta nera attillata, ma in realtà è alla mano e grazie ai compari mediterranei subito setta l'atmosfera dai toni camerateschi ma inclusivi, e infatti anche le ragazze ridono tutte assieme.
Queste serate da Luca sono più o meno sempre sullo stesso tiro, si cazzeggia, si giudica il cibo che arriva non arriva è buono da noi si fa così o colì, si parla dei tropici, oppure Joao inizia a parlare del cane di Agustina che si voleva accoppiare con un cuscino e finisce col chiedere a Diego se vuole figli, con la fidanzata che a due posti di distanza freme tutta per rispondere al posto suo.
Ad ogni modo Joao è proprio un funambolo, un protagonista di un romanzo portoghese, cioè è il cantante di fado di Alfama che è tutto immerso a ragionare appassionatamente con un compagno di bevuta di cose leggere e cose profonde, e tu lo vedi seduto al tavolo, e chiedi ma si paga per entrare, chiaramente intimorito perchè dici questo è filosofo e mo mi manda affanculo, e lui spezza i battiti e dice ma no no, vieni vieni, prenditi una sedia e bevi un bicchiere di vino con noi. Joao è lo stesso che nei momenti critici in cui la cameriera arriva con la pizza che tutti bramavano da tempo, nel momento di massima catarsi nonchè pressione per questa povera crista che si sta cercando di guadagnare la serata con il massimo dei sorrisi, ti tira per la manica e inizia e dire "e poi guarda ti dico, io penso che alla fine andrò a vivere in Costa Rica, pensa che puoi andarti a fare il bagno con la pioggia perchè tanto ci sono 30 gradi in ogni periodo dell'anno" e come ti voglio bene Joao, perchè la pizza io quasi la odio, e non che del Costa Rica mi interessi poi tanto, cioè buon per te che la tua ragazza è di lì, però ecco, mi interessa nella misura in cui mi ricordi che è normale non avere l'ansia per una banalissima pizza ed è importante finire un discorso o voler condividere qualcosa con qualcuno con la massima serietà.
Tant'è vero che anche Diego alla fine si unisce al gruppetto, chiaramente apprezzando il flusso spontaneo della conversazione, perchè lo so che anche se è un tipo a volte sulle sue, sa stare con gli altri, ecco magari non è il suo hobby preferito, però oh, una volta che ha deciso di uscire poi sta al gioco. E infatti non mi sorprende più di tanto sapere che tutti noi membri di questo gruppetto siamo cresciuti in maniera simile, anche a migliaia di chilometri di distanza, inteso che: quando le prendi, non solo le prendi, ma le prendi ancora di più se piangi, che fidatevi, funziona una meraviglia per creare dei soldatini perfettamente autosufficienti nella vita, onesti, diligenti, educati, rispettosi, ma sulle ripercussioni subconsce segretamente repesse oddio, ho qualche dubbio, ovviamente a meno che non sei un cantante di fado.
Tra l'altro Joao è anche quello che ha portato Mark quella sera prima della pandemia, nonchè l'unico in grado di reggere una discussione dove uno scozzese dice a un portoghese e a un italiano (e mentre lo scrivo mi accorgo che è il setup di una barzelletta fine anni 90) che Bale è meglio di Ronaldo, dettaglio che avevo onestamente rimosso, ma che comunque, per quanto Ronaldo quasi lo odio, ma come cazzo fai a dire una cosa del genere, ma allora voi il pallone lassù lo vedete proprio al contrario.
Poi la serata sembra andata, ormai alle 11 e mezza l'Olanda di questo piccolo paesone è già a letto, per cui pensa un ristorante, quindi Michela, facendo seguito alla pausa dopo il discorso di Ronaldo, chiede ma Mark l'ha finito il ciclo di chemio? Io non lo sapevo, le pupille già mezze dormienti si riattivano per un momento, ora tutte concentrate sul cantante di fado, che pacatamente spiega che boh forse sì, l'ultima volta che l'ha visto è stato tempo fa, forse all'inizio del ciclo, quando per due o tre weekend era stato da lui ad aiutarlo, visto che vive da solo, ovviamente anche lui a migliaia di chilometri da casa, e quand'è così non hai forza di fare nulla ovviamente, ma poi boh. Gli aveva detto Ma perchè non vieni a Braga con me per Natale, ma lui "nah, Oi'm gauna be foine, daun' wo-y man" e a quel punto pure il cantante di fado deve alzare le mani, dopo qualche commento sullo stato fisico attuale, sottolineando che ovviamente dimenticati le spalle e gambe da palestrato, e dopo aver detto che la situazione è anche peggio, visto che il padre è andato via da qualche giorno e la madre è sulla stessa strada.
Per cui Mark, io ti devo chiedere scusa se ti uso così, però nello spazio di una serata da commensale e un'altra, dopo due anni, da fantasma, hai all'improvviso dato forma alle mie più grandi paure, che finora avevo solo ipotizzato, ma che tristemente mi ricordano che non devono viaggiare poi troppo in lungo e in largo per materializzarsi in una sceneggiatura concreta, ed è curioso che questo accada proprio oggi, in un sabato 26 marzo che si era aperto con la notifica vibrata troppo presto che ricordava "oggi è il compleanno di Pà, vuoi mandare un messaggio di auguri?". Quello che si dice un finale ad effetto.
Domani si continua: impacchettamenti, rimuovere il calcare dalla doccia, svuotare l'armadio e non dico di no, anche una certa eccitazione pre-ultimamandatadellaserratura. Lasciare questo piccolo paesone non è di certo una sorpresa, ma guardarsi indietro non è comunque facile, perchè vuol dire anche guardarsi un pò avanti. Nonostante questi tre anni, o anzi, ora più che mai, ancora niente risposte, ma un unico mantra autogeno sopravvive, poggiato su esili, dubbiose radici: I'm gonna be fine.
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pensierifolli · 2 years
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Sei stato il mio primo amore, insomma, non mi scorderò mai di te e di quello che mi hai fatto provare.
La gioia intensa, le farfalle, il batticuore se mi stavi vicino, i pianti, i brividi. Il modo in cui mi hai reso felice.
Onestamente, mi rifiuto di pensare che questo sia stato nella mia testa: so che mi avevi promesso un bacio che non è arrivato mai. Di farmi vedere degli occhi che sono stati solo pozzi neri, percorsi bui, vicoli ciechi.
So che la prima volta che mi hai baciato neanche volevi me. Neanche credevi che mi avresti mai rivisto. Un’altra ragazza a caso a cui avevi fatto leggere quello che hai scritto e a cui hai parlato di storia senza che ne capisse nulla.
La cosa che più odio è che non so quando mi sono innamorata.
Non lo so, non ha senso. E non ha mai avuto senso il fatto che io non abbia mai avuto il bisogno di stare con te: di sapere con assoluta certezza che ricambiassi.
Avevo solo bisogno di dirtelo guardandoti negli occhi, giusto per condividere con te il fatto che una cosa così intensa mi fosse caduta addosso come un miracolo.
Ma poi, quando ti ho guardato negli occhi ho visto il terrore del mio sentimento: ho visto che non volevi saperne niente dei tuoi e che i miei avrebbero potuto spazzarti via. Terrorizzarti, quasi.
Non lo volevi quel peso, quindi ti sei preoccupato di essere fraintendibile ma non esplicito: mi hai baciato la mano, mi hai dato abbracci stretti, mi hai guardato negli occhi e mi hai detto mille volte che ti dispiaceva. Forse mi hai pure guardato come se fossi carina. E io ho tenuto quell’intensità per me.
Quando ti ho baciato mi sono avvicinata alla lama: e ho iniziato a sanguinare davvero, perché avevo superato quella linea oltre la quale tu avevi paura e non eri più al sicuro.
Mentre avevo le labbra sulle tue tu mi puntavi un coltello sullo sterno, impaurito, e quando hai avvicinato il tuo orecchio al mio petto e l’hai sentito battere forte hai affondato la lama, forse speravi si fermasse e che smettesse di battere per te: mi hai baciato la pelle, rivoli di sangue verso il mio ombelico, sui fianchi, tra le mie gambe, sul mio collo.
Hai affondato l’arma in me che nuda ti cercavo, mentre tu ti rivestivi colpevole.
E mi hai detto che ero diversa, come a mettere un cerotto sull’emorragia.
“Sei importante, non voglio che tu esca dalla mia vita”, però non hai fatto mai nulla perché ci rimanessi.
E poi mi hai accarezzato piano la testa tutta la notte, fino all’alba. E io ti ho guardato dormire. Esanime: io, ma anche tu.
Alla fine hai fatto finta di niente, mi hai riempito di scuse che non volevo e, come una qualsiasi ragazza semi accontentata che hai fatto entrare nella tua vita mi hai messo su un treno, più pesante di prima.
Non ho mai capito come mi fossi aperta, no? Come mi fossi lacerata, ma lasciare che qualcun altro toccasse le mie cicatrici mi ha dilaniato e ho pensato che come tu baciandole le hai aperte, baciandole potevi chiuderle.
Ma non è stato così: ho scoperto che la dipendenza affettiva non è amore e che io mi merito qualcuno che si preoccupi, che mi chieda come sto, che mi chieda “a cosa pensi ora?”, che ascolti le mie risposte, che si prenda il suo spazio senza prepotenza.
In realtà ero io che dovevo baciare te, un bacio di addio.
Non ho bisogno di te, che sei quello che voglio: perché quello che voglio di te è quasi tutto nella mia testa.
Ti amo tanto.
Un bacio
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lanavetro · 3 years
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In quest'ultimo periodo mi costa particolare sforzo scrivere. Mi riesce molto di più esprimere tramite suoni qualsiasi mio sentimento, sensazione o gesto e infatti passo molto tempo su pad e drum machine, probabilmente per la voglia di picchiare qualcosa e far oscillare la testa violentemente nel cercare di mantenere la cadenza e la dinamicità del ritmo suonato. Al contrario di quanto si pensa, credo che la fuoriuscita di un contenuto con valenza artistica non sia legata al concetto di libertà, bensì di costrizione: essere liberi dà l'opportunità di perdere di vista troppe cose, bensì esser costretti fa in modo che esca solo ciò che è veramente necessario e non può essere trattenuto. E' successo che probabilmente lascerò il posto dove son nato fra non molto (per un po' di mesi) e adesso che ci sono mi sembra quasi una bugia e una finzione. Mi sono ripromesso di non tirarmi indietro perché ho rincorso questa cosa per anni, lasciarla andare adesso, per paura o per chissà cosa, mostrerebbe un lato incoerente di me che onestamente non voglio conoscere, anche perché sulla doppia implicazione tra azione e pensiero ho sempre battagliato e continuerò a farlo: dire solo ciò che poi si vuol far accadere e nient'altro. La domanda, puntuale, che le persone attorno a me fanno è:"Come mai questa scelta?" La risposta, anch'essa tempestiva, corre sempre su binari abbastanza falsi, ovvero motivi accademici e lavorativi perché così la conversazione si taglia del tutto perché se è vero che mi costa fatica scrivere, figuriamoci parlare. Il problema principale che non manifesto è che in questo luogo, a cui sono legato e rimarrò sempre legato, ho vissuto una serie di tracolli, malattie e delusioni che mi hanno portato ad avere una serie di conflitti interiori che ho bisogno di risolvere con me stesso e credo di poterlo fare solo lontano da qui. Gran parte dei conflitti e delle domande sono relative soprattutto ad aspetti relazionali. Penso, infine, di aver dato troppo di me stesso a persone che probabilmente hanno passato la vita crogiolati nel loro dispiacere per poi non venire mai in contro al dispiacere degli altri e in particolare al mio. Io a questo gioco non voglio più giocare, mi son stancato in generale di perdere e di fare affidamento su creature rigonfie di ego. Non penso che la mia sia una fuga, ma semplicemente una base per poter capire cosa c'è fuori. Rincorrere ed alimentare la speranza che il mondo non sia solo questo che ho vissuto dopotutto. Avere la prova che effettivamente basto a me stesso. Rimodellare, riguardare e rielaborare l'importanza che certe persone hanno nella mia vita. Praticamente rifare, pronto anche ad accogliere un'ulteriore delusione, ma almeno so che veramente non c'è altro. Probabilmente fare molto affidamento sulle aspettative è un errore, ma onestamente sono abbastanza sveglio da sapere che è molto più facile che lo stato delle cose muti di poco piuttosto che cambiare radicalmente. Vorrei solo che questa azione risvegli in me certe emozioni che ritengo esser perdute. Anche solo l'illusione di avere in mano la possibilità di fare qualsiasi cosa.
I FBYC rappresentano la mia adolescenza in tutto e per tutto, penso di averlo scritto molte volte qui. Tutte le prime esperienze sono, in un modo o nell'altro, legate a loro. Osservare quel periodo dall'alto equivale a immergersi in questo brano, quando veramente c'erano solo cose pratiche in testa. Adesso non c'è più niente di tangibile, tutta teoria. E francamente comincia a prendere troppo spazio.
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soloillusioni · 3 years
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Sono cresciuta con l’idea che l’amore ti salva. Se sei amata sei felice, mi ripetevo.
Poi si cresce e crescendo si incontrano i primi ostacoli, a volte piccoli a volte più grandi e certe volte montagne che ti fan mancare il fiato che ti fanno pensare che “questa volta non ce la farò”. E invece ce la fai e allora inizi a pensare che, se qualcuno fosse stato con me, ce l’avrei fatta sicuramente che avrei impiegato meno tempo e l’ostacolo da montagna si sarebbe trasformato al massimo in collina.
E invece si cresce e si impara che l’amore non basta e amare non è il jolly che salva tutto.
Amare non basta.
Che l’amore non è spontaneo, va costruito, curato, custodito, che a volte ti fa tirare pugni che certe volte non ti sembra capire niente specialmente quando a malapena capiamo noi stessi figurati gli altri.
Non senza dolore mi separo, quasi non voglio ricordare. Sapete che è stato dimostrato che ricordare varia il ricordo? E io invece li voglio tenere originali il più possibile.
Il senso di gratitudine che porto dentro, la consapevolezza di quello che siamo come persone singole e della forza che siamo insieme. Gli insegnamenti, il non aver mai versato lacrime, i sorrisi, le carezze e i baci.
Il prenderti il viso tra le mani e baciarti.
L’essere trattata bene, non aver cercato dinamiche “bisognose” l’idea sbagliata che avevo delle relazioni. La gioia e la paura degli inizii. Lo rifarei mille miliardi di volte.
La voglia di averti vicino, sapere che stai bene e quanto mi manchi.
Resterò aperta al mondo, saprò farmi rispettare.
Sarà il tempo a riparare e ricucire perché onestamente so che vorrei tu facessi sempre parte del mio presente come con spontaneità non ci siamo persi in questi anni.
Sarà il tempo a guarirci.
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dilebe06 · 3 years
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Go Ho's Starry Night
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Alla ricerca di una serie breve e leggera, il web drama Go Ho’s Starry Night è giunto tra le mie braccia come manna dal cielo. 
Spensierato, romantico, divertente e sopratutto...scorrevole. 20 episodi raggruppati in 4 perché ogni episodio dura qualcosa come 15 minuti, si è lasciato maratonare con una scioglievolezza che mi ha piacevolmente stupita.
La trama è semplice e basta aver visto più di due serie tv per sapere  come andrà a finire: Go Ho è una ragazza che lavora nel campo della pubblicità sgomitando per fare carriera. Solare, allegra e testarda, si impegna al massimo nel suo lavoro, lottando anche contro il suo capo scorbutico e iracondo che la vessa ogni 3x2, sgridandola a giorni alterni.
Ma tutto cambia quando arriva come nuovo Capo, un ulteriore Direttore, Hwang Ji Hoon ( Lee Ji Hoon) ossia l’ex fidanzato di Go Ho. tornato dal mondo dei morti praticamente Da quel momento la donzella diviene la ragazza più richiesta e corteggiata dell’Azienda e la serie seguirà le sue scelte romantiche. 
Dalla trama si capisce che è una serie “bischerata” - come si dice da me - senza impegno e grandi drammi. Ed è per questo che mi è piaciuta: niente coronarie scoppiate, angst, drammi da strapparsi i capelli, intrighi, tradimenti furono affrontanti con coraggio da colei che...no quella è un’ altra serie. ... insomma, una botta di tranquillità e relax.
Inutile dire che già alla fine del primo episodio - o al 5 se si segue la numerazione su mydramalist - avevo dato il mio cuore a Kang Tae Ho ( Kim Young Kwang ) unico nome che so scrivere senza guardare i nomi del cast un pò perché lo tsundere del gruppo ed un pò perché è stato onestamente adorabile. 
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Ci sono altri personaggi maschili che meriterebbero menzione ma non voglio rovinare la sorpresa. 
Mi è piaciuta Go Ho (Kwon Yu Ri) una lead che ho trovato tosta ed a tratti folle - come piace a me - ed ho apprezzato enormemente la sua caratterizzazione: non è perfetta - anzi - ma è umana e credibile. 
La serie ha anche un sacco di momenti divertenti, dove ho dovuto mettere in pausa per farmi passare la ridarella e far passare il momento. 
Ultima cosa: le OST. Carine e azzeccate con il genere proposto. Ma una di queste...Oddio Signore! Ogni volta che veniva inserita, sentivo come se da un momento all’altro dovesse partire una sfilata di moda. Senti che trip....🤟
Nonostante ciò, la serie ha un pò di questioni che potevano essere affrontate meglio o con più impegno: alcune sono buttate nella scena e poi mai più affrontate e questo mi è dispiaciuto un pò. Ma nella considerazione generale, posso solo promuovere questa web serie e consigliarla quando si cerca qualcosa per rilassarsi. 
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Voto: 7.9
Ora, era chiaro come il sole che tra tutti i pretendenti della lead, gli unici che potevano giocarsela erano i due Direttori. Nulla di personale ma gli altri 2 e mezzo potevano giocare solo come riserve.
Oh Jung Min, ossia il ragazzino Casanova non era nemmeno da prendere in considerazione poiché Dongiovanni appunto e quindi non sincero. Anche se...
Lead: non esco con te perché non mi emozioni.
Jung Min: vieni a letto con me e ti farò provare emozioni forti. 
Wow Ci crede tantissimo.
Park Jin Woo era anche simpatico, ma ruttare in faccia alla ragazza che ti piace non aiuta. Nemmeno regalarle teste di maiale presuppone un felice appuntamento. 
Infine Choi Chang Seop - il mezzo di cui sopra - non era interessato alla lead ma partecipava alla lotta per la sua mano, unicamente per farsi 4 risate. #idolo
Ergo, ne rimangono due. Sul lead c’è poco da dire, oltre al fatto che era inevitabile che scegliesse lui, anche solo per motivi di sceneggiatura, ma obbiettivamente la loro relazione era carina e simpatica. Ho adorato quando lui le chiede un appuntamento e gli si arrossano le orecchie. 😂
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 Sull’ex potrei parlare per ore ma sinteticamente voglio solo usarlo come scusa per ribadire di nuovo il mio pensiero: 
Basta con questa storia del “ti lascio così non soffri.” 
Voglio fare una petizione per abolire questa pratica barbara e bipolare di cui alcuni drama sembrano soffrire. Nelle serie solitamente è lui che soffre di una qualche malattia e per non far soffrire in futuro la tipa che ama, pensa bene di strapparle il cuore.... lasciandola. Ovviamente lei piange, soffre e si dispera ed io ogni volta che vedo queste scene mi domando sempre se gli sceneggiatori si accorgono che facendoli lasciare per non fare soffrire la lead...la stanno facendo soffrire? Cioè, qual è il senso di tutto questo? 
Ma non mi sarei mai aspettata di trovare questo clichè anche qui con l’ex che anni prima molla la lead per non farla soffrire, senza darle nessuna spiegazione sulla loro rottura e torna tempo dopo per riconquistarla.
Ho goduto troppo quando Go Ho gli ha tirato un due di picche in faccia, dicendogli che non sarebbe tornata con lui ed urlandogli che non è cosi che funziona una relazione. Madò sì!  giustizia
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clubdellascrittura · 3 years
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Mi chiamo Giada. Ho 19 anni e vivo a Roma, in una città più in periferia, che si chiama Ostia. Rispetto alla grande metropoli quale è Roma, Ostia è piccola ma non troppo. Può contenere più o meno centomila abitanti. Non è contaminata dallo smog e dalla folla della capitale, ed è un posto perfetto per rilassarsi al mare, dato che lo dispone.
Onestamente parlando, non intendo spostarmi, perché c'è tutto quello di cui ho bisogno, anche se in miniatura.
Vivo in una villa la quale via è piuttosto in. La villa dove vivo è composta da due piani: Il primo piano lo possiedono i miei nonni, mentre facendo le scale si può accedere al secondo, il mio. La storia narra che dopo mille e mille vicissitudini i miei genitori siano riusciti a comprare la casa a patto che i miei nonni fossero venuti ad abitare con noi. Così nel 2010 l'abbiamo comprata. Il liceo che frequentavo è piuttosto vicino, sta a due secondi da casa, perciò io e mia sorella Alice potevamo permetterci di svegliarci alle 7.30, per poter stare lì alle 8.10.
Mi reputo una ragazza "carina" perché credo ci siano ragazze più belle di me, ma non mi lamento a dire il vero. Sono giunta a questa conclusione da poco.
Quando ero piccola non piacevo neanche al ragazzo a cui piacevano tutte le femmine. Non che fossi brutta, ma non attiravo i ragazzi. Ero la "carina" ma non ero bella. Ero okay, ero normale.
Col tempo ho imparato ad apprezzarmi. Il fatto che io sia bassa non l'ho mai visto come un limite. Attenzione, ho difficoltà a trovare dei pantaloni che mi stiano come voglio, dato che risultano troppo lunghi, ma non la vedo come una forte insicurezza.
Non sono né magra né grassa. Mi piace mangiare e il fatto che mia madre sia siciliana la dice lunga. Il cibo è sacro, il cibo unisce. Poi se condiviso...
La quarantena mi ha fatto lievitare. Non mi sentivo neanche carina, in più tutta la mia famiglia diceva che era l'ora di mettersi a dieta, perciò ho intrapreso questo percorso che devo dire sta dando frutti.
È mostruoso il mondo di instagram. Ci fa apparire tutti perfetti, e a volte questo mi fa svilire. Vedevo tutti magri, tutti che stavano bene, mentre io mi sentivo di merda. Mi facevo schifo.
In ogni caso, mia zia mi ha ereditato un seno prosperoso, con cui ho dovuto fare i conti dalla quarta elementare. Ricordo un momento della mia vita in cui portare il reggiseno o il top era qualcosa di brutto e avere un seno più grande del normale mi faceva sentire a disagio. Un mio compagno scherzando disse :"ma che hai il reggiseno?" come se al tempo fosse qualcosa di anormale.
Devo dire la verità, a volte non è semplice. Certi tipi di magliette ci stanno oggettivamente male. Ragazzi, ci ho messo una vita per cercare il costume perfetto che non mi strizzasse il petto o che non mi facesse avere il seno di fuori. È stato un trauma.
Comunque, la parte che preferisco del mio aspetto sono i miei occhi. Risposta scontata lo so, ma è la verità. I miei occhi sono marroni e grandi. Nel senso che è grande proprio iride del mio occhio, non so per quale legge della fisica. Quando mi piace qualcuno, lo guardo intensamente. In un modo tutto mio.
Quant è bello avere la fortuna di vedere? Ho il terrore di svegliarmi e non vederci più. Ho la paura che mi venga qualcosa all'occhio e non vederci più. Anche perché per i medici sono stata a lungo tempo miope. Per una ragazzina di 6 anni era un problema. Significava sentirsi diversi. Per anni rientravo nella categoria di quelli con gli occhiali, che al tempo erano pochi. Mentre ora c'è una pandemia.
Ho detto che loro dichiaravano che io ero affetta da una miopia, finché a 12 anni sono andata a fare una visita di controllo e un oculista ha detto:"A che ti servono gli occhiali? Toglili". Ve lo giuro, per una ragazzina abituata ad avere gli occhiali, non averli creava imbarazzo, anche se era inutile averlo, era una cosa bella.
Attualmente, anche se la mia vista sta peggiorando perché sforzo più un occhio, ci vedo bene. Non ho avuto bisogno di lenti o robe simili dal giorno in cui mi sono stati tolti ed è molto comodo.
Ho le ciglia lunghe, perciò è una gioia mettersi il mascara eheeeheheh. Non ho mai utilizzato un piegaciglia e non ho intenzione di farlo. Ho la strana impressione che faccia male.
Il naso non si sa da chi io l'abbia preso. A tratti mi piace, a tratti no. Ma odio la gobbetta degli occhiali che si è creata.
Le mie labbra non sono estremamente carnose. Sono una via di mezzo, ma quanto mi diverterte mordermi le pellicine? Quasi quanto amo mordermi le pellicine delle mie mani fino a che non esce il sangue. ( aaaa che scena macabraaa bleah)
Ho degli zigomi pazzeschi, che giuro non mi sono rifatta. Molte persone me li invidiano, a casissimo. C'è sempre qualcuno a cui voglio bene che adora darmi fastidio e tastarmeli o mordermeli. (more, guarda che mi vendico)
Ai miei capelli ci tengo tanto. Da piccola mia madre mi ha fatto il caschetto e la frangetta, ma crescendo non mi sono più azzardata a fare una pazzia del genere. Il massimo a cui ho aspirato è stato il taglio fino alla spalla, se non toccano la spalla c'è da impanicarsi. In ogni caso, sono mora. Le more rapiscono, insomma si sa, ops. Quando andavo alle elementari erano spaghetti, poi man mano hanno assunto una forma non forma. Non li ho mai tinti, se non lo shatush del 2013. Nei miei sogni, vorrei farli lilla, ma mi frena il fatto che sono belli naturali e se inizio a rovinarli poi è la fine. Hanno subito poche piastre loro. Sono vitali, non si sono mai bruciati. Sono forti, tanti e grassi. Quando li ho lunghi fino alle costole mi diverte fare le trecce per farli venire mossi.
Se c'è una cosa che detesto sono le mie sopracciglia. Mi crescono a vista d'occhio e sono una schiappa a rifarmele. Non stanno mai al posto loro e si spettinano tutte le volte che potrei fare una foto decente.
Ho i braccioni come quelli di mia madre, i polsi che se tocchi ti stronco perché mi fa schifo sentire che le mie vene pulsano, e le mie dita delle mani un po' cicciotte, piene di calli nella mano sinistra (si sono mancina, all'epoca di mio padre mi avrebbero legato la mano alla schiena e fatto scrivere con la destra perché i mancini erano indemoniati). Mi fanno schifo le unghie troppo lunghe, con gel, e finte. Mi piace mettere lo smalto purché sia sobrio o scuro.
Con le mie gambe ci ho perso un po' le speranze, sono quelle che sono e non mi importa. Stranamente sono una delle poche persone che non hanno avuto problemi di rotula, o slogature di caviglie, o rotture di piedi.
Non c'è cosa più brutta dei piedi luridi comuni in ognuno di noi. Tempo fa su Instagram girava una pagina che ti diceva che tipo di piedi avevi, non l'ho mai capito. Sta di fatto che odio i piedi nudi.
Caratterialmente non sono una ragazza semplice. Un tempo avrei detto che il mio peggior difetto è il fatto di avere una gelosia morbosa verso le altre persone. Ora la cosa è andata un po' sfumando.
Il mio peggior difetto è la paura dell'abbadono. Per certi versi sono una bambina che ha un continuo bisogno di rassicurazioni, promesse, attenzioni. Mi sono convinta col tempo di non riuscire a star sola, di aver sempre necessità dell'approvazione, del riconoscimento, dell'aiuto delle altre persone. Non sono mai stata sola. Mi è sempre piaciuto qualcuno, e ho sempre cercato di fidanzarmi per il semplice fatto che i ragazzi che mi sceglievo avrebbero potuto essere delle possibili ancore di salvezza, punti fissi.
Ho l'autostima che cade a picco. Superato il problema fisico, c'è quello del sentirmi piccola rispetto a tutto quello che mi circonda. Per anni ho avuto problemi a chiedere nelle gelaterie, nelle cartolerie, tabaccherie. Ho odiato mia madre che puntualmente mi diceva:" che è successo, ti hanno mangiato?". Il mio problema non era la timidezza, ma la paura del giudizio, l'ansia di chiedere.
La paura del giudizio è qualcosa che ho sempre portato con me. In mente ho un episodio fisso di mia madre che mi dice che la mia amica del cuore è una gatta morta. E io mortificata che sto zitta, non dico niente, per il presentimento di far peggio, di peggiorare la situazione.
Era un continuo sentirmi in ansia tutte le volte che dovevo chiedere ai miei di uscire o di portare a casa qualche mia amica. E l'ansia e un sentimento che non mi lascia mai, mi sradica, mi logora fino alle ossa, e mi fa sentire un microbo. E più l'ansia diventata distruttiva più io mi chiudevo a tal punto che nelle interrogazioni non rispondevo alle domande che mi si ponevano e questo veniva interpretato come qualcuno che non assimilava le nozioni, aveva grandissime lacune. Ho ritenuto un successo un 7 in geografia alle medie, ma ricordo le emozioni, lo stato d'animo, il senso di impotenza. Io i professori li vedevo come mostri, come grosse, insormontabili montagne da superare, ho vissuto e vivo la vita come se tutto fosse una catastrofe da dover lasciare alle spalle, da dovermi per forza togliere, altrimenti non sopravvivevo.
Quindi a scuola ho avuto grandi problemi di esposizione. Mia madre andava dicendo che io mi emozionavo alle interrogazioni, il che era vero. Ho sentito ripetermi per anni:" non hai studiato" o "le cose le sai, devi dirle, perché non le dici?", e nel mentre a casa mi facevo un culo quanto una casa. Ma io che ne potevo sapere del perché non dicevo le cose? Che ne sapevo io di quello che mi succedeva? Ora lo so. So che la paura del giudizio era così grande da farmi passare per una persona passiva. In mente io pensavo a tremila cose e perdevo il focus della domanda. Tutt'ora quando devo esprimere una mia opinione è un continuo:" oddio, lo dico o non lo dico?" "e se mi reputa stupida per aver detto questa cosa?"
Le parole erano tutte scritte nei miei diari, quaderni, taccuini riciclati dalla scuola. Non ero in grado neanche di dire a mia madre che da grande io volevo diventare una scrittrice. E allora finivo per scrivere nei quaderni di scuola, di nascosto. Finivo per fare altro ogni volta che sentivo qualcuno salire le scale per avvicinarsi in camera mia. Facevo finta di sfogliare un libro che stava sempre pronto nella mia scrivania.
I libri mi hanno sempre accompagnata. C'è stato un periodo breve della mia vita in cui leggevo a bassa voce, successivamente però mi sono resa conto che leggere ad alta voce era più bello, rendeva quello che leggevo più comprensibile. L'ho sempre pensata così, ma forse non è proprio vero.
Inoltre, mi piaceva dare vita ai personaggi come facevo con le bambole.
Al liceo ho iniziato a fare teatro spagnolo a scuola, e leggere non diventava più leggere ma interpretare. Quando ero bambina divertiva mettere la sedia vicino al termosifone d'inverno e mettermi a leggere un bel libro.
Nonostante questo però leggere ad alta voce ha i suoi contro: non puoi portarti i libro ovunque tu vada; in metro non puoi leggere ad alta voce a meno che come me, non chiudi il cappotto fin sopra alla bocca e leggere; se non hai una camera tutta tua disturbi tutti i componenti della tua famiglia e a chiunque tu possa raccontarlo ti prenderà sempre per un alieno.
La mia vera svolta non l'ho ancora avuta, ma ci sono quasi. Io non sento di avere né 16 né 19 anni. Sento di averne 17, perché mi trovo ancora in un momento di passaggio, dove ancora non mi sento ancora "adulta" o "responsabile. Eppure il fondo credo di averlo veramente toccato. E l'ho toccato quando quasi due anni fa non facevo altro che piangere perché mia madre non accettava mi fossi innamorata di una ragazza. Tutto quello che ora so è perché è frutto di un'attenta e dettagliata autoanalisi fatta con l'aiuto di una psicologa. Ebbene si, mia madre mi ha portata dalla psicologa perché mi reputava una persona che avesse bisogno di chiarezza. Ora la mia psicologa è la seconda persona di cui mi fido di più, a cui posso raccontare veramente tutto, perché c'è il segreto professionale.
La prima persona è la ragazza di cui mi sono innamorata quasi due anni fa. Che odia essere considerata una ragazza. Non che essere definita "ragazzo" sia meglio, ma sicuramente più accettabile. Quindi ne parlerò al maschile, perché non so come si definisce qualcuno che non lo è propriamente. La persona per cui ho perso la testa si chiama Fra. Nel gennaio 2019 non cercavo l'amore perché già ce l'avevo. Eppure Fra mi è piombato come pioggia fitta, e come un tornado ha distrutto tutto quello che avevo creato con il mio ragazzo e stravolto la vita. Come Derek di Grey's Anatomy direbbe, Fra mi ha salvata. È stata una boccata d'aria. Per mesi ho messo in dubbio quello che provavo per lui, per poi considerare il fatto che me lo potevo concedere, potevo mettere per prima l'amore che provavo e poi tutte le etichette del cazzo che questo mondo osa mettere. Perché ragazzi, è osare. Fare supposizioni di ogni genere su una persona, sul suo orientamento sessuale è come calpestare una Margherita nel prato, come svilire, privare di valore una persona. È qualcosa di orribile, ma quante volte viene fatto.
Amo troppo la vita per accettare di essere etichettata.
È stato durissimo avere la maggior parte della mia grande famiglia che appena si parlava di amore non mi calcolava o evitava di parlare con me di lui. Quelli che mi supportavano erano una minima parte, ma quanto valevano di fronte a tutti gli altri?
Mio zio mi ha amato ancora di più, dopo avergli detto che volevo fare la scrittrice mi ha amato e l'ha fatto ancora di più quando gli ho raccontato di questo fatto. Mia zia, sua moglie ha fatto lo stesso. Le mie due cugine del cuore hanno affrontato con me la questione. Invece Alice, mia sorella gemella l'ha sempre saputo. Mi fa ridere il fatto che quando le dicevo che parlavo con Fra mi diceva "ma non è che ti piace?"
Comunque Fra l'ho conosciuto a teatro e metterci insieme è stato un parto, vedersi lo è ancora ma credo di aver capito cosa significa amare veramente qualcuno.
Quando mi fa stare bene sento di volare e quando litighiamo piango come se non ci fosse un domani.
Giuro, non ho solo difetti. Mi piace fare battute per far ridere la gente. Sono ironica la maggior parte delle volte e all'inizio mi state tutti un po' sul cavolo se vi vedo per la prima volta, ma poi mi sciolgo e divento simpatica, giuro. Su di me potete contare il 110%. Potete fidarvi, i vostri segreti non li dico a nessuno (okay forse a Fra si) e se mi chiedete un consiglio o un favore sono pronta.
Mi piace fare le cose in grande, ma ci sono cose, piccole cose che preferisco tenere per me. Prima del sesso c'è la mente. Se mi mandi un audio di oltre un minuto fai prima a chiamarmi e se un gruppo scrive troppo lo silenzio o ciaone, esco.
Sono empatica, mi emozionano tutto ciò che rimane indietro nel tempo.
Alle serie TV preferisco i libri. Ai film preferisco i libri. Anche se ci sono certi capolavori che mi lasciano incollata allo schermo della TV.
Mi piace annotare i miei film preferiti,quelli che Fra deve per forza vedere, le citazioni delle mie migliori amiche, ciò che non piace a Lavinia (una di loro), tenere quanti libri leggo, aggiornare le app in cui c'è da tenere in conto robe.
Mi stanco subito di tutti, tranne che di Fra. No dai, se siete persone con dei buoni contenuti passate. Mi piace così tanto mettere alla prova le persone che amo.
Di un dettaglio va scritto. Odio le cose superficiali, tutti abbiamo una storia da dover raccontare. Odio chi alle cose palesi non agisce, se due persone si amano meritano di stare insieme, per quale ragione dovete complicare tutto? Io ho lasciato il ragazzo con cui stavo per mettermi due giorni dopo con Fra. Si, sono una merda ma meritate di mettervi al primo posto. Di mettere le vostre emozioni prima di quelle degli altri. Almeno una volta fatelo.
Ah, ho la fossetta alla guancia destra. Io e Alice ce l'abbiamo speculare. Lei ce l'ha a sinistra. L'abbiamo prese da mamma e papà che ce l'hanno a entrambe le guance. È una caratteristica bellissima.
-unbagagliodiemozioni
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rosa-spina · 4 years
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In questa notte così calda si parla di sentimenti. Io vorrei solo girarmi dall’altra parte e far finta di non aver sentito, impegnarmi a non ragionare, a non elaborare un pensiero e poi ancora uno e un altro ancora, come ho fatto in tutto questo tempo che non passa mai e invece è velocissimo. Eppure ci penso spessissimo, quasi in maniera ossessiva. Forse perché è l’unico modo che ho di provare a venirne fuori e capire bene come stanno le cose e a convincermi che in fondo non ho sbagliato tutto, anche se forse certe cose si potevano fare anche altrimenti, o forse arrivati a questo punto no; ma io sono così. Quando amo, quando soffro, quando mi autoconsolo, quando alzo muri altissimi e divento fredda come il ghiaccio, quando, invece, sono dolce, tenera e accogliente e mi sciolgo come neve al sole e cerco di scaldare anche gli altri. Si parlava di sentimenti dunque… io ascolto, elaboro, faccio qualche considerazione… resto in silenzio… e poi mi chiedo: ma la gente che cazzo ne sa dei sentimenti? Per tutti sono una cosa complicata, difficile e super incasinata. La gente cerca di capire, si impegna a venirne fuori, a saltarci dentro, a sguazzarci sopra a sprofondare. Ma io credo invece che se anche i sentimenti possano essere tanti… l’amore invece è una cosa sola ed è molto semplice. L’amore o c’è o non c’è e se non c’è non si può spiegare, non si può inventare, non si può incanalare. L’amore segue delle regole ben precise: se c’è non è incerto… ti invade, ti travolge, ti fa sragionare, ti dà la carica, ti fa fare pazzie, follie e non lo puoi controllare e lui che controlla te e tu cadi in ginocchio e ti pieghi davanti a lui… mangi la polvere, prendi a calci in culo la vita, il passato, il presente e speri in un certo futuro. L’amore non conosce perdoni, tradimenti, insicurezze, tentennamenti, indecisioni. L’amore è sicuro. È questo che la gente dovrebbe capire: l’amore è una certezza. Tutto il resto sono solo sentimenti e di vario tipo: affetto, riconoscenza, dovere, obbedienza. L’amore invece è anarchico, decide lui per te. E non ha mai dubbi. L’amore è certo. E tutte quelle stronzate del tipo: non so se ti voglio bene, non me la sento, ti voglio bene ma non ho coraggio… non lo so… ti amo ma sai che nella mia vita c’è anche dell’altro… sei importante ma è difficile. Balle amici miei, solo balle. L’amore è un carro armato che può viaggiare a tutta velocità solo in unica direzione, verso il suo obbiettivo o niente. E non credete a chi vi dice che vi vuole bene ma non ci può essere, a chi dice di amare voi e un'altra contemporaneamente, a chi pensa che lasciare andare qualcuno in fondo è stata la cosa giusta. Eh no cari miei. Chi ama davvero si rimbocca le maniche, scala le montagne, cerca soluzioni, si inventa altri mondi e altri futuri pur di non perdervi. Chi ama mette da parte se stesso, chi ama protegge, consola, accudisce e si sdraia con voi nella merda e ci resta, immerso fino al collo, tenendovi stretta la mano fino a farvi rialzare. Vi scopa con il mal di testa, vi fa i pompini contenta, vi cerca di notte anche se ha sonno e fa la zoccola anche se sotto sotto è una santa, per raggiungere insieme il nirvana o una dimensione sconosciuta e poco sicura, ma che non ha paura di esplorare e condividere passo passo insieme a voi. Chi ama si impegna per cercare di capirvi. Chi ama si espone e si scompone, per poi ricongiungersi in voi e con voi. Chi ama vi aspetta, vi perdona, vi cerca e vi spiega dove avete sbagliato e lo rifà tante volte per tanti mesi, settimane e anni sperando che prima o poi ciò di cui ha bisogno venga capito e compreso. E chi vi ama lo capisce…e prima o poi lo comprende. Chi vi ama non vi tradisce, non guarda le altre, non pensa alle altre, non scrive alle altre. Neanche per sport, in modo innocente per passarsi il tempo. Non fa il coglione con le altre… e non solo fisicamente: non fa il coglione con le altre punto. Neanche per finta, sui social o via chat. Non fa il coglione e basta perché voi siete il centro del suo mondo e un'altra non potrebbe neanche guardarla, sfiorarla o sentirla respirare vicino a sè. Non credete a chi dice che così non è tradimento è solo una scappatella dalla noia di una vita difficile, solo una piccola distrazione. Chi lo fa è un bugiardo ed è pure stronzo. Credete a me è un tradimento uguale, solo che chi lo dice ha ancora meno coglioni di chi lo fa veramente, in poche parole è un immaturo, senza palle che non capisce un cazzo. Chi ti ama davvero con te non si annoia mai e non si sente “distratto” perché è tutto concentrato ed orientato verso di te; pensa solo al tuo di culo e alle tue tette e ai tuoi baci appassionati e leggeri e non lo fa neanche dopo tanti anni passati insieme quando le tette e il culo non sono più quelle di quando avevi 20 anni. Le scappatelle non esistono, esiste chi ti ama e chi non ti ama più o non ti ha mai amato… ma questa è tutta un’altra storia, che tanti purtroppo non vogliono o non possono sentire. Oggi ho visto questa gente restare con altri che di loro non gliene fregava proprio un cazzo di niente e se li sono tenuti stretti lo stesso. Come se fossimo stupidi, come se raccontare un sacco di palle a noi stessi fosse la cosa più giusta e onesta da fare. Ma queste donne e questi uomini la dignità dove se la sono ficcata. Hanno fatto come gli struzzi con la testa infilata nel culo, però, pur di non soffrire, pur di non restare soli. Adesso vi racconterò un altro segreto. Chi ama soffre come un cane e lo fa quasi sempre da solo e due volte: una per se stesso e la seconda per l’altro, ma non scende a compromessi. Perché, cari miei, l’amore o c’è o non c’è e io non sono perfetta e non sono meglio degli altri, anzi sono forse solo un pò troppo orgogliosa a volte… e piango e mi dispero da sola e in silenzio… e anche di nascosto ogni tanto da me stessa, ma so una cosa certa che l’amore o c’è o non c’è e se non c’è non ce lo possiamo inventare o crearlo per qualcun altro. Io quando qualcuno mi ama lo sento. Sento quando mi ama con tutto il cuore e divento la sua priorità e la sua vita, anche se poi, magari, nella propria c’è anche altro. Sento quando qualcuno mi vuole e vuole solo me. Sento quando qualcuno non vuole vivere senza di me, quando non può vivere senza di me. E sapete perché lo so, perché si impegna come se non ci fosse un domani e non lo fa solo nelle grandi cose ma anche in quelle piccole. Ti dedica le sue attenzioni, i suoi pensieri, il suo tempo e ti vuole soddisfatta, sicura e felice. E io dentro al mio cuore per lui provo le stesse cose. Vivo per lui, muoio per lui, mi faccio in quattro per lui. E non ci sono ostacoli e barriere che mi possono fermare… io non mi so fermare. Mi posso reinventare, posso fare sacrifici, sputare sangue, cadere nella polvere, nuotare nella merda… lo posso fare. Non ho paura… sono forte, decisa e tutta piena di coraggio. Ma devo sapere che quello che sento è vero. Lo devo respirare, mi deve entrare sotto pelle, spaccarmi le ossa, bruciarmi il cuore. I sentimenti non sono l’amore. L’amore è l’amore e basta è unico e io voglio quello, perché di meno non mi so accontentare. Se mi devo scottare, se devo bruciare, se devo rischiare, se devo vendermi l’anima dev’essere per una cosa vera che esiste veramente e non per qualcosa che qualcuno si è inventato in un pomeriggio qualsiasi mentre si annoiava. Io per l’amore vero posso restare anche tra grandi difficoltà e per sempre. Oppure posso cedere il passo, mettermi in disparte, farmi da parte, restare in silenzio, accettare un compromesso doloroso e difficile se so che è giusto o pur di non perderti e provare comunque a restarti vicina. Mettimi alla prova, non ti deluderò. Ma prima....chiediti sinceramente e onestamente cosa tu senti e provi per me. E se ti sei mai preoccupato di dimostrarmelo. Chiediti se hai mai avuto paura di perdermi. Se mi hai mai amata veramente. Perché l’amore è un solo… i sentimenti invece sono tanti.
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cesco312 · 4 years
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a te:
ei
Ci conosciamo relativamente da poco e onestamente posso dire che non smetto mai di pensarti. Sei sempre nella mia testa, ogni messaggio che mi arriva spero sempre che sei tu.
È da ossessivi questa cosa ma è vero, ogni notifica che mi arriva mi fiondo sul telefono e speri di leggere il tuo nome.
Ci conosciamo da davvero poco ma sono felice di averti conosciuto, sei il prototipo del mio ragazzo ideale, sei bellissimo.
Non penso di resistere fino a settembre dell’anno prossimo per abbracciarti e dirti quanto tu mi piaci.
In FaceTime non faccio altro che guardare le tue labbra, sono bellissime e sembrano morbidissime. Mi piacerebbe baciarti, baciarti fino a farti perdere il respiro.
Onestamente il perché non lo so, so solo che mi fai impazzire.
Non mi sentirò mai pronto per una relazione a distanza, se sopratutto non c’è la possibilità di vedersi oltre ad uno schermo.
Darei l’impossibile per essere coricato sul letto con te, abbracciati mentre ci teniamo le mani.
Dirti che sei la persona più importante per me in questo periodo penso sia una cosa scontata.
Certe volte penso davvero di essere un peso, come oggi.
Che mi rispondi dopo un po’ invece che dopo qualche minuto come il tuo solito.
Mi sveglio la mattina e il mio primo pensiero è quello di darti il buongiorno.
Ogni sera mi immagino come sarebbe averti vicino a me che guardarti tramite lo schermo del computer.
Voglio solo le tue labbra sulle mie, pensare che non potrò averle fino a settembre dell’anno prossimo mi fa impazzire.
Voglio viverti in tutti i sensi, vivere ogni momento con te.
Uscire da scuola e trovarti li, che mi guardi.
Questa cosa mi distrugge.
Ecco proprio adesso ho aperto whatsapp nell’istante esatto in cui tu stavi scrivendo.
Sapere che ti piace Tommaso mi distrugge.
Tommaso non ti merita, voglio averti solo per me.
Poter dire che sei il ragazzo che mi piace.
Il mio moroso.
Se inventassero il teletrasporto io sarei fra le tue braccia giorno e notte.
Ti amo
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