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#mariasole ariot
aitan · 1 year
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La poetessa Mariasole Ariot ha scritto un testo denso, dolente e contundente sulla salute mentale, la riduzione di persone ad oggetto, le etichettature, i Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura, le cure standardizzate che non si prendono cura della persona e della sua individualità, i centri privati, l'iperfarmacolocizzazione, il tempo, il lavoro e la dignità dei degenti e la riduzione dei problemi psichiatrici a un semplicistico "siamo tutti folli" che ho sempre pensato anch'io come un comodo modo di mettersi le mani davanti agli occhi e non vedere la sofferenza altrui e il suo male di vivere.
Io, da parte mia, penso spesso che si è interpretata la legge Basaglia come un modo di aggirare il problema, facendo finta di non vedere; ma il problema sta là, con tutto il suo carico di dolore, e, tante volte, come spiega Mariasole, anche le soluzioni non sono tanto diverse dall'epoca pre-Basaglia. Fingiamo di credere che basta cambiare una norma, una legge o solo i nomi che diamo alle cose.
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marcogiovenale · 22 days
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oggi e domenica, 11 e 12 maggio, torino: reading dei 'domani' (aragno)
A Torino, OGGI. a Palazzo Bellono Aragno (via Corte d’Appello 14), sabato 11 maggio, alle ore 19:00, lettura di autori della collana ‘I domani’, di Nino Aragno Editore. Poesie e testi di Nadia Agustoni, Gian Maria Annovi, Mariasole Ariot, Luigi Ballerini, Maria Teresa Carbone, Elisa Davoglio, Tommaso Di Dio, Fabio Donalisio, Riccardo Frolloni, Elena Gargaglia, Marco Giovenale, Maddalena Lotter,…
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gammm-org · 4 years
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cronologia d'agosto / mariasole ariot. 2012   Abecedario insurrezionalista abbiamo un problema Aiòn Anagramma online nomi Arte Sella cattedrale vegetale Aujourd'hui je suis mechante…
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giuliocavalli · 6 years
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«Non possiamo permettere che ritornino quelle parole (e quegli atti) della vergogna»: una lettera ai direttori
«Non possiamo permettere che ritornino quelle parole (e quegli atti) della vergogna»: una lettera ai direttori (la pubblica Nazione Indiana qui) Siamo studiosi e studiose, scrittori e scrittrici, preoccupati dal dilagare dell’odio nei media italiani. Odio verso le donne, i migranti, i figli di migranti, la comunità Lgbtq. Un odio che è ormai il piatto principale di moltissimi talk show televisivi nei quali vige da tempo la politica dei microfoni aperti, senza nessuna direzione o controllo. E spesso le parole che escono fuori da alcuni dibattimenti televisivi sono parole che mettono fortemente in crisi o addirittura contraddicono l’essenza stessa della nostra Costituzione, il richiamarsi a un patto antifascista e democratico. L’attentato di Macerata, dove un simpatizzante neonazista ha cercato la strage di uomini e donne africani, è qualcosa che ci interroga nel profondo. Le vittime sono diventate il bersaglio di un uomo la cui azione terroristica si è nutrita della narrazione tossica veicolata non solo da internet ma anche dal mainstream mediatico. Dopo quello che è successo non possiamo restare in silenzio. Serve una maggiore assunzione di responsabilità, serve un nuovo patto fra chi fa comunicazione e i cittadini. Le parole di odio, lo abbiamo visto chiaramente, possono tradursi in atti di violenza omicida. Azioni che, acclamate e imitate, rischiano seriamente di innescare una spirale di violenza. Per noi è evidente che il nodo mediatico ha contribuito a produrre e legittimare lo scatenarsi delle pulsioni peggiori. Per questo chiediamo ai media di non prestare più il fianco alla propaganda d’odio, ma di compiere anzi uno sforzo nel contrastarla. Intere fette di società (per esempio i migranti e i figli di migranti) nella rappresentazione mediatica esistono pressoché solo come stereotipo o nei peggiori dei casi come bersaglio dell’odio, contraltare utile a chi fa di una propaganda scellerata il suo lavoro principale. Sappiamo che nei media lavorano seri professionisti che come noi sono molto preoccupati per la piega degli eventi. Servono contenuti nuovi, modalità diverse, linguaggi aperti e trasparenti. Non possiamo permettere che nel 2018, ad 80 anni dalle leggi razziali, ritornino quelle parole (e quegli atti) della vergogna. Dobbiamo cambiare ora e dobbiamo farlo tutti insieme. Ne va della nostra convivenza e della nostra tenuta democratica. Quello che chiediamo non è un superficiale politically correct. Chiediamo invece una presa in carico di un mondo nuovo, il nostro, che ha bisogno di conoscersi e non odiarsi. Antonio Gramsci scriveva: Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri. Dipende da noi non lasciar nascere questi mostri. Dipende da noi evitare che torni lo spettro del fascismo nelle nostre vite. Per farlo però dobbiamo lavorare in sinergia e cambiare i mezzi di comunicazione. E dobbiamo farlo ora, prima che sia troppo tardi. Giulio Cavalli Vanessa Roghi Helena Janeczek Igiaba Scego Sabrina Varani Christian Raimo Paolo di Paolo Michela Monferrini Frederika Randall Graziano Graziani Francesca Capelli Shaul Bassi Loredana Lipperini Shulim Vogelmann Amin Nour Reda Zine Sabrina Marchetti Amir Issa Alessandro Triulzi Francesco Forlani Fiorella Leone Francesca Melandri Ilda Curti Marco Balzano Alessandro Portelli Attilio Scarpellini Filippo Tuena Francesco M.Cataluccio Laura Bosio Gianfranco Pannone Antonio Damasco Franco Buffoni Evelina Santangelo Caterina Bonvicini Lisa Ginzburg Camilla Miglio Emanuele Zinato Andrea Inglese Andrea Raos Maria Grazia Meriggi Alessandra Di Maio Roberto Carvelli Francesco Fiorentino Grazia Verasani Caterina Venturini Alessandra Carnaroli Lorenzo Declich Gennaro Carotenuto Silvia Ballestra Chiara Valerio Marco Belpoliti Paola Caridi Marco Missiroli Alessandro Robecchi Valeria Parrella Nicola Lagioia Enrico Manera Jamila Mascat Maria Luisa Venuta Rossella Milone Giacomo Sartori Antonella Lattanzi Barbara del Mercato Amara Lakhous Rino Bianchi Carola Susani Roberto Carvelli Isabella Perretti Rosa Jijon Davide Orecchio Antonella Lattanzi Simone Giusti Simone Siliani Alberto Prunetti Chiara Mezzalama Elisabetta Mastrocola Teresa Ciabatti Andrea Tarabbia Antonella Anedda Elisabetta Bucciarelli Francesco Fiorentino Paola Capriolo Paolo Morelli Simona Vinci Giorgio Vasta Orsola Puecher Antonio Scurati Vins Gallico Daniele Petruccioli Enrico Macioci Maria Grazia Calandrone Eraldo Affinati Elena Pirazzoli Leonardo Palmisano Emiliano Sbaraglia Maura Gancitano Marco Mancassola Rosella Postorino Alessandra Sarchi Carlo Lucarelli Giorgio Pecorin Gianni Biondillo Ornella Tajani Mariasole Ariot Giorgio Fontana Girolamo Grammatico Francesca Ceci Brunella Toscani Tommaso Giartosio Attilio Scarpellini Simone Pieranni Elisabetta Liguori Giuliano Santoro Orofino di Giacomelli Maria Grazia Porcelli Giovanni Contini Federico Faloppa Federico Bertoni Flaminia Bartolini Dario Miccoli Emanuela Trevisan Semi Alessandro Mari Tommaso Pincio Laura Silvia Battaglia Anna Maria Crispino Andrea Bajani Renata Morresi Francesca Fiorletta Federica Manzon Angiola Codacci Pisanelli Alessandro Chiappanuvoli Società italiana delle Storiche Benedetta Tobagi Giuseppe Genna Fabio Geda Daniele Giglioli Angelo Ferracuti Alessandro Bertante Riccardo Chiaberge Giorgio Mascitelli Gherardo Bortolotti Annamaria Ferramosca Anita Benedetti Letizia Perri Luisella Aprà Masturah Atalas Rosalia Gambatesa Barbara Summa Lorenzo D’Agostino Anna Toscano Fabrizio Botti Chiara Veltri Sergio Bellino Barbara Benini Valentina Mangiaforte Maria Motta Emanuele Plasmati Giuseppe Maimone Paolo Soraci Pina Piccolo Graziella Priulla Leonardo Banchi Valentina Daniele Massimiliano Macculi Susanna Marchesi Corrado Aiello Giovanni Scotto Liliana Omegna Domenico Conoscenti Francesco Falciani Mario Di Vito Ileana Zagaglia Maria Elena Paniconi Antonio Corsi Stefano Luzi Nicola Marino Barbara Lazzarini Antonella Bottero Camilla Mauro Pietro Saitta Gianni Montieri Francesca Del Moro Adam Atik Maurella Carbone Sabrina Fusari Francesa Perlini Antonella Bastari Donatella Libani Alessandra Pillosu Lidia Massari Gianni Girola Andrea Fasulo Lidia Borghi Roberta Chimera Gaetano Vergara Camilla Seibezzi Lisa Dal Lago Nicoletta Mazzi Annamaria Laneri Sandra Paoli Cristina Nicoletta Leonardo De Franceschi Olga Consoli Chiara Barbieri Valentina De Cillis Letizia Perri Angelo Sopelsa Alessandra Greco Simone Buratti Giacomo Di Girolamo MariaGiovanna Luini Costanza Matafù Lorenza Caravelli Elena Maitrel Cavasin Leopoldina Bernardi Donatella Favaretto Simona Brighetti Margherita D’Onofrio Ivana Buono Manuela Olivieri Maria Cristina Mannozzi Helleana Grussi Elisabetta Galeotti Antonio Sparzani (si può firmare qui)
(la pubblica Nazione Indiana qui) Siamo studiosi e studiose, scrittori e scrittrici, preoccupati dal dilagare dell’odio nei media italiani. Odio verso le donne, i migranti, i figli di migranti, la comunità Lgbtq. Un odio che è ormai il piatto principale di moltissimi talk show televisivi nei quali vige da tempo la politica dei microfoni aperti, senza nessuna direzione o controllo. E spesso le…
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contrapesto · 9 years
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And that nothing without a name's got the heart of a lady whose been silent for three days now, and every three days she goes to sleep then wakes back up, tucks away her joints as if they were objects, makes knick-knacks of her knees for her kin to take care of. The rest gets shattered, she sleeps and she will for a while because in here she can't tell the difference between ‘never's and ‘always’s.
Could you lend me some toothpaste? No. Don't you have any? I do, but it's new.
His white hair is dust falling down from above, when he speaks he won’t look at me, there’s no eyes except those of a father's surveillance from below. No uteri, containers, no openings, no doors, no walls.
He says: she needs walls more than people. So we’ll give her walls.
--Mariasole Ariot, Simmetrie degli spazi vuoti, iv
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marcogiovenale · 24 days
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sabato 11 e domenica 12 maggio, torino: reading dei 'domani' (aragno)
A Torino, a Palazzo Bellono Aragno, sabato 11 maggio, alle ore 19:00, lettura di autori della collana ‘I domani’, di Nino Aragno Editore. Poesie e testi di Nadia Agustoni, Gian Maria Annovi, Mariasole Ariot, Luigi Ballerini, Elisa Davoglio, Tommaso Di Dio, Fabio Donalisio, Riccardo Frolloni, Elena Gargaglia, Marco Giovenale, Maddalena Lotter, Vincenzo Ostuni, Marilena Renda, Lidia Riviello, Sara…
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marcogiovenale · 2 years
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se il troppo dire significa silenzio. [giornata mondiale della salute mentale]
Mariasole Ariot In un giorno come questo, 10 ottobre, Giornata mondiale della Salute Mentale, vorrei cercare di aprire una porta alla riflessione sul tema troppo trascurato ma sin troppo detto, un rumore di superficie, nei social e nei media, di bocca in bocca, con un tentativo di sensibilizzazione che spesso risulta privo di una vera coscienza e conoscenza. È necessario un cambio di paradigma,…
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aitan · 5 years
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Condivido le parole e le preoccupazioni espresse da Mariasole Ariot a proposito dell'ultimo cinguettio molesto di Salvini dedicato alla sicurezza e alle Scorte di Stato. Quello che comincia con i bacioni a Saviano.
Ma per Mariasole quell'incipit suona come un paradosso rispetto al successivo “non interverrò su casi personali”. A me, invece, pare una voluta e ricercata (ed anche perfidamente sarcastica) excusatio non petita: lo so che esordendo col bacione andrò in contraddizione con l'imparzialità che proclamerò subito dopo, ma sono il potere e, in quanto potere, me ne frego di cadere in contraddizione; perché le contraddizioni si dissolvono nello strapotere conferitomi dal beneplacito popolare. Insomma, io sono IO e, forte del mio onnipotente consenso, posso anche giocare con la tua angoscia, come gioco senza ritegno e senza contegno con la vita e la morte dei migranti e della povera gente.
"Un bacione dal lago di Como, controllando che non ci siano barchini o barconi all'orizzonte. Buona domenica Amici!", sono parole, recenti, dello stesso spargitore seriale di baci, lazzi e bacioni.
Il problema, poi, si amplifica e diventa catastrofico se si pensa ai tanti che lo seguono (e lo emulano): masse di cittadini che trovano buffi e condivisibili questi atteggiamenti da ras del quartiere globale e li ripetono nel loro quotidiano in casa, per le strade e sui posti di lavoro.
Qualcuno magari parlerà anche di satira. Ma la satira mira a sbeffeggiare e mettere in ridicolo il potere. Se si ride di chi subisce i soprusi del potere o di chi per un motivo o per un altro sta male o è in uno stato di subalternità o prostrazione non è satira, ma umiliazione, prevaricazione o prona complicità con l'oppressore di turno. (L'ho detto già altrove, ma mi pare il caso di ripeterlo.)
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aitan · 6 years
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questa donna inginocchiata, come siamo tutti a terra a mangiare i resti, le briciole cadute dal tavolo
Da Mariasole Ariot, "Lettere dall'assenza #2".
Via Nazione Indiana.
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marcogiovenale · 3 years
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l'asimmetria della violenza / mariasole ariot. 2021
l’asimmetria della violenza / mariasole ariot. 2021
Uno scorcio di quel piccolo mondo protetto Mariasole Ariot “Tra il 2015 e il 2018 ci sono stati circa 700 casi di abusi domestici che hanno coinvolto agenti di polizia in tutto il Regno Unito, e tra il 2012 e il 2018 sono state presentate quasi 1.500 accuse di molestie sessuali, sfruttamento delle vittime di reati e abusi sui minori contro agenti di polizia in Inghilterra e Galles.” – scrive oggi…
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contrapesto · 9 years
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re: coarse leaves
the asphalt is armless though still it knots holes us away in its hands to shield us from light
into the crowd we hobble off indistinct. one sleeps, the other rains i collapse to the ticking sound of it
from place to place, shrinkingly rocky the road erodes into its opposite: no droplet will run ashore in the shallows &you become separate &we become separate
you disclose yourselves while still awake body clutching body like leaves in the southpaws' garden there is no wind &where else is already its opposite where i is no longer, i become else
--Mariasole Ariot, “Sulle foglie ruvide”
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