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#il cammino delle leggende
furiarossa · 2 days
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May 2024 - Monthly recap
May 2024 just ended: here's what we posted online this month, thanks also to the support of our beloved patrons!
+++DRAWINGS+++
Il Cammino delle Leggende (The Way Of Legends) / Nuovo mondo oscuro (New Dark World) OCs
Snow white fur, pitch black heart | Clathrus | Mircea Clendenin with open wings | Heated argument |
Gargoyles
Talking on the rocks (crossover) | Other Bastion | Sabretooth |
Commissions   
Relaxing at home, between adventures | Custom Merskella | Lizardfolk | Sprite | In the Merry Month of May | Centaur | Minotaur |  The path of the night lights | Sexy Beast (Black and white) | Pokémons on the couch | Sexy beast | Yoshi sneak attack! | Bath time (black and white) | Sugarcoaties adopt batch - Ocean and Ghost | Danny Phantom
You invited THE FENTONS?! | Dannymay, 1st Day - What's bugging you, sweetie? | Behold, a Maddiedot! | Shirtless Masters | Wedding and post-wedding | Older Vlad | Chibi mersalmon Plasmius | Cuddling with a BIG boy on the couch (WIP) | A Jack appears! | The retcon you wish | Capeless, pantless Plasmius | Pink powers battle! | Those halcyon days | Magenta Heart |
Two Red Cats
Strip 100 - Happily ever after |
Patrons Only!
Time for your bath (WIP) | Sexy beast (WIP) | Forest stroll (WIP) | The star (WIP) | Joaquin, Mircea and Madison (WIP) | Yoshies?! (WIP) | Exploring a tomb (WIP) | Pokémons on the couch [Pack for patrons] | Sexy beast [Pack for patrons] | Mircea Portrait (WIP) | Drinking to oblivion (WIP) |
+++WRITING +++
Gli dei in catene
5. Il bene degli umani, il male degli umani! |
Stupido Danny, hai le fette di prosciutto sugli occhi
Personaggi (solo su Wattpad, Ita) | Nel laboratorio di Vlad [Bitter Reunions] - ITA Su Wattpad + su A03 / ENG on A03 |
Blog posts 
ICDL illustrazioni - Penna a sfera 5 |
 Racconti
Il Cavalier Sotuttoio Nonècosì |
Total of the published works in May 2024: 50
So, what do you think? Were we good? Could we do more? Support us and help us creating more stuff, better stuff, and to extend our world!
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annalisalanci · 2 years
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La Wicca. Il manuale della strega buona
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Coven wiccan.
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Altare wiccan
Introduzione
In questo periodo la stregoneria <<è di moda>>, e spesso si vedono cose aberranti fatte passare per culti pagani.
Questo libro si rivolge soprattutto alle donne, ma anche a quegli uomini che non disdegnano il loro lato femminile e sono aperti ad accogliere i misteri della Dea.
La stregoneria è un cammino lungo e difficile, solitario e meditativo, che richiede impegno, rispetto e amore, ma è ricco di soddisfazioni e gioia.
La stregoneria è sì un viaggio iniziatico, ma per ogni persona questo viaggio ha connotati diversi, pause, mete, soste, percorsi alternativi. Ogni persona ha il suo destino, la sua vita, e io posso solamente fornire indicazioni per il cammino, ma il cammino stesso spetta a te. Essere una strega significa essere a contatto con la Natura, vivere in lei e di lei, rispettare i suoi ritmi e le sue leggi. Questa è la vera stregoneria, non quella che si vede nei film o si legge nei libri. Essere una strega significa lavorare per il bene del nostro pianeta e di tutta l'umanità.
Chi sono le streghe?
Nell'immaginario collettivo quando si parla di streghe, tutti pensano a megere brutte e vecchie con il naso gobbo, come la strega di Biancaneve, pericolose donne perdute che mangiavano i bambini, che rubavano i piccoli nelle culle per poi cuocerli nel calderone e farci un unguento con il quale volare al Sabba, fatali donne sessualmente attraenti come la Circe di Ulisse o altre maghe dell'antichità, misteriose crature della notte che si trasformavano in gatte e altri animali, che adoravano il demonio sotto forma di caprone, pericolosi esseri che vivevano ai limiti fra il visibile e l'invisibile e lanciavano maledizioni sul bestiame, facevano tempestare e causavano aborti e sterilità, sataniste dai morbosi gusti sessuali che si univano carnalmente con i diavoli contro natura, fanciulle perdute che facevano le prostitute per condurre sulla via del peccato uomini retti, o vampire che succhiavano il sangue dei bambini e degli innocenti.
Le streghe sono sempre esistite nelle paure dell'uomo perché rappresentano il lato oscuro dell'anima, quello che Jung chiama Ombra.
Qualcuno ha voluto vedere il lato positivo delle cosiddette <<schiave di Diana>> e le ha considerate sciamane, curatrici, sacerdotesse dell'antichissimo culto della Grande Madre Terra, donna-medicina, erboriste, illuminate, sagge. Ed è proprio questo che siamo, ma molto altro ancora.
Il termine italiano, strega deriva dal latino strix, che sta a indicare un uccello notturno, che con il tempo finì per indentificare la strega.
E' il potere di creare e distruggere che appartiene alla Grande Dea, e che ha sempre terrorizzato gli uomini. Già le religioni latina e greca inventarono leggende e miti per creare figure spaventose agli occhi del popolo, come per esempio Circe, Medea, Medusa.
La parola inglese witch, che significa strega nell'accezione moderna, deriva invece da wicca, poi mutato in wicca, che significa saggia. Nella mitologia anglosassone o comunque nordica le streghe riescono a mantenere un ruolo se non proprio positivo, almeno non totalmente negativo.
Nelle mitologie nordiche la presenza di una fata/strega è obbligatoria nei castelli dei re, nei villaggi, fra i capi: i druidi, il corrispondente maschile delle sacerdotesse della Dea Madre Terra, sono descritti come sapienti e sacerdoti, capaci di curare le malattie del corpo, lenire i dolori dell'anima, consigliare e sanare qualsiasi malanno. Quindi le streghe nordiche non sono prevalentemente incantatrici ma sciamane e medichesse, temute e rispettate per i loro incomprensibili poteri.
Le streghe, avversate dalla Chiesa e dal potere politico laico, continuarono nella clandestinità la loro opera di aiuto alle persone e al mondo: soprattutto per quanto riguarda l'aspetto medico e psicologico, offrirono, nei periodi bui, qualche lampo di libertà e di speranza a chi non ne aveva, soprattutto alle persone del popolo, oppresse dai potenti, che potevano rivolgersi a loro per farsi curare e aiutare. Depositarie delle arti magiche ed erboristiche, sagge dalle parole importanti e di potere, o incantatrici, le streghe hanno mantenuto viva la fede nella potenza, grandiosità e bontà della Natura, dato una speranza, un sogno, un aiuto materiale, ma soprattutto spirituale.
Quello che la maggior parte delle persone ignora è che lo fanno ancora, poiché le streghe non sono mai scomparse, si sono nascoste, si sono camuffate, ma dovunque nel mondo vi era una donna che aiutava a partorire, che consigliava l'uso di un'erba medicamentosa o portava una parola di conforto a chi era disperato, lì viveva il respiro della Dea, lì continuava la vera antica Religione della Natura.
Wicca, la moderna stregoneria
Ognuno è libero di vivere la propria vita, non esiste una verità assoluta e immutabile. Per qualcuno può essere la Wicca, per altri il Cristianesimo, il Buddhismo, l'Islam, o altre religioni rivelate, o ancora sette, gruppi come i Testimoni di Geova o gli Hare Krishna. Ognuno ha le proprie visioni del mondo, ognuno è libero di scegliere ciò che crede più adatto per se stesso, a patto che il suo credo non danneggi gli altri.
Ovviamente, ci sono distinzioni fondamentali tra la religione delle streghe e le altre, la prima riguarda la divinità.
In molte religioni monoteiste vi è un unico dio, maschio, che guida il mondo. La Wicca è diversa, è una religione politeista. Il divino viene visto in tutti gli esseri umani, le piante, gli animali, le pietre, nel cielo e nell'acqua, nel vento o nelle stelle. E in tutto ciò che possiamo vedere e toccare. Nessuno può definire con precisione cosa sia la Wicca, poiché essa ha una sola certezza: tutta la Natura è sacra, poiché è il corpo della Dea.
Nella Wicca non esistono testi sacri e ognuno la vive in modo diverso a seconda delle proprie emozioni e del rapporto che riesce a instaurare con la Dea; è evidente che il rapporto con la Natura che può avere una persona che vive in una metropoli sarà necessariamente diverso da chi ha la fortuna di passeggiare nei boschi incontaminati o pregare in riva all'oceano.
Il primo principio della Religione delle Figlie della Dea è quello dell'amore per la Natura e per la vita ed è espresso nel comandamento:
<<Se non danneggi nessuno, fai ciò che vuoi>>.
E' un sentimento che si crea tra un individuo che decide di intraprendere la strada della Wicca e altri esseri naturali, visibili e invisibili. Danneggiare gli altri può derivare non solo da azioni, ma anche da pensieri e parole, e quando si dice di non danneggiare nessuno, intendiamo prima di tutto noi stessi.
La persona che aderisce alla Wicca deve riconoscere le forze dell'universo e armonizzarsi con loro. La divinità suprema è la Natura, che chiamiamo comunemente la Dea.
La persona che aderisce alla Wicca adora e si pone in relazione con il divino della Natura in base all'archetipo della Grande Madre, come era al tempo del matriarcato, prima religione dell'umanità. L'armonia, suprema conquista di chi segue la Wicca, deve riconoscere le forze della Natura.
La persona che aderisce alla Wicca opera secondo la legge di causa ed effetto: ogni azione ha una reazione, e ogni effetto ha la sua causa. Tutte le cose accadono secondo questa legge, per cui se opereremo il bene ci tornerà il bene, mentre se danneggeremo qualcuno a nostra volta ne verremo danneggiati.
I poteri della Natura esistono anche in ogni persona, sebbene solitamente gli uomini non ne siano più coscienti e questi poteri sono solamente latenti, in attesa di essere risvegliati. I poteri e le abilità possono essere risvegliati e usati a scopi benefici, se non praticate le tecniche corrette. La Wicca insegna che l'universo è la manifestazione fisica della Dea, non può esserci niente nell'universo che non faccia parte della natura della Grande Madre. Da Lei derivano i nostri poteri. Essendo l'universo il corpo della Dea, possiede gli stessi attributi della Dea, quindi i suoi poteri, ai quali noi possiamo attingere.
Noi sappiamo che tutto nell'universo è in movimento continuo e ciclico, tutte le cose crescono e calano seguendo il moto della Luna e delle maree. Perciò la Wicca celebra, si armonizza e fa uso delle maree e delle lunazioni, del ciclo delle stagioni e del moto del sistema solare. Queste fasi si ritualizzano nelle Feste dell'Anno. Inoltre, la Sacerdotessa wicca lavora con le forze e le maree della Luna, per questo il suo corpo è lo strumento per attingere alle energie della Terra.
Nella Natura non esiste la morte, vi è solamente la trasformazione. Il grande poeta cinese Lao Tzu sosteneva che quello che per un bruco è la fine del mondo, per gli altri è la nascita di una farfalla.
Nella Natura le creature esistono, mutano, sorgono a nuova forma. Il seme muore per divenire germoglio, il fiore muore per divenire frutto, il frutto muore per divenire seme e ricominciare il ciclo della vita che non si esaurisce mai.
In quest'ottica la Sacerdotessa wicca sa che non esiste la morte, solo il cambiamento da una condizione di esistenza a un'altra.
La morte non è seguita da nessuna punizione né ricompensa, ma dalla vita che si rinnova nelle forme decise dalla Dea.
z legato alle fasi della Luna, e quindi al misterioso mondo interno delle donne, fatto di ovulazione, fertilità, decadenza, mestruazione. Il momento di maggiore potere è nel periodo dell'ovulazione e in generale in Luna crescente, ovvero nel cosiddetto periodo fertile.
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asiascorpionesblog · 2 years
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Zarude (noto come Pokémon Scimmialigna) è un Pokémon Leggendario di tipo Buio/Erba che vive in una giungla isolata nella regione di Galar. Fortemente territoriale ed estremamente pericoloso per chiunque voglia sfidarlo, Zarude è indubbiamente una potente creatura in grado di scatenare l'ira della giungla su chiunque osi avvicinarsi al suo nido. A prima vista potrebbe non sembrare nulla di speciale, ma è meglio non sottovalutarlo o si potrebbe scoprire di cosa è capace questa scimmia avendo il potere di madre natura dalla sua!
Poco è noto riguardo Zarude a causa della sua natura estremamente elusiva, si nasconde nel cuore di una giungla della regione di Galar con un piccola branco di altri Pokémon, ma si può dire con certezza che è una creatura che nessuno vorrebbe affrontare in circostanze normali. Zarude è estremamente territoriale e spietato nei confronti di chiunque osi mettersi sul suo cammino, vivendo in un branco composto da una dozzina di altri Pokémon nei pressi di fonti d'acqua, dove esso rivendica il dominio e fa la guardia a tali zone d'acqua con scarso interesse nel condividerlo con membri esterni al branco. La sua natura aggressiva lo rende addirittura temuto fra i Pokémon selvatici che condividono il suo habitat a causa delle sue tendenze maligne e per il disinteresse nel socializzare e nell'allearsi con gli estranei, motivo per cui altre specie esterne al branco difficilmente si avvicinano a lui, ma ciò non gli causa alcun problema essendo perfettamente in grado di badare a sé stesso grazie alle peculiari liane prensili che fanno parte della sua naturale anatomia, come altri esempi, queste liane sono il risultato della fusione biologica tra animale e pianta dovuta al corso del tempo, ma fa buon uso di questa componente vegetale, infatti queste spesse liane prente all'uso avvolgono le braccia, la base del collo e in minima parte i piedi, dove sono a malapena visibili quando non estese. Tali liane non fungono solo da armi da battaglia, ma permette a questa bestia di oscillare da un albero all'altro con poca difficoltà e possono anche essere usate per trarre energia dall'ambiente circostante in modo che possa eseguire la sua mossa peculiare Giunglacura, che gli permette di ripristinare le proprie energie e quelle degli alleati circostanti, oltre a curare eventuali alterazioni di stato. Il fatto che la sua mossa peculiare sia una mossa curativa e non d'attacco dimostra che questa bestia aggressiva è in grado di usare l'energia naturale per aiutare gli altri, anche se solitamente sembra farne uso solo per supportare i membri del proprio branco, inoltre, se le liane del suo corpo venissero strappate, queste si decomporrebbero immediatamente diventando un potente fertilizzante che permetterebbe alle piante di crescere più velocemente del normale, cosa che aiuta la giungla, suo habitat naturale, per curarla da eventuali disastri gravi, dimostrando l'enorme connessione che ha con il suo habitat, rendendo tutta la zona circostante perfettamente abitabile e perfetta per sostenere lo stile di vita degli erbiori, ma avvicinarsi a lui rimane comunque una mossa sconsiderata.
Anche se è estremamente difficile avvistare questa creatura, la terra isolata che ne fa da casa è stata vittima di un recente evento noto come Incidente Biotope che ha portato alla scoperta dell'esistenza di questa creatura. Durante una spedizione nella Foresta di Okoya, che secondo le leggende ospiterebbe un potente albero che conferirebbe abilità curative all'acqua che lo circonda, i dirigenti della Compagnia Biotope, marito e moglie, furono convinvolti in un grave incidente automobilistico che ha causato il loro decesso e la scomparsa del loro figlio nella giungla... solo per essere trovato da Zarude, che a quanto pare è un secondo esemplare cacciato dal branco dell'esemplare ben più noto in quanto gli umani non erano ammassi
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arwenrebelgirl · 1 month
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· · ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀         ⤹         𝐚𝐫𝐰𝐞𝐧 𝐡𝐚𝐮𝐠𝐞𝐧 ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ ⠀⠀ ⠀ ‧‧‧‧  ᴅᴀʏs ›               ─── ㅤㅤ ㅤㅤ ㅤㅤ         ❪ ❛ Infanzia ❜ ❫ ㅤㅤ ㅤㅤ ㅤ     Capelli biondo scuro continuavano a sbattere sulla schiena di quella bambina così curiosa. Occhi rivolti verso un mare che prendeva e donava dalla notte dei tempi. Le storie che si raccontavano sulle terre nordiche avevano creato leggende, e il Dio Njörðr non era altro che la figura che aveva animano le leggende greche e romane, eppure il Dio del mare nella mitologia norreva faceva più paura del semplice Poseidone. Il vento nordico sferzava preannunciando tempesta, le grida di Njörðr si sentivano in tutto il fiordo eppure, il corpicino piccolo e minuto della norvegese, era rapito da quella forza della natura così potente. I suoi occhi, vispi e attenti, erano catturati dalla forza delle onde che si infrangevano lungo la costa. La sabbia bianca della costa norvegese, solitamente così calma e quieta, era sferzata da forza dell'uragano imminente. Stringeva, la piccola manina, quella più grande del padre, quell'uomo che era in grado di essere il suo supereroe, il suo punto di riferimento nei momenti più bui, l'uomo che non avrebbe mai abbandonato. Una presenza che sentiva come faro nel suo cammino, forte e determinato a proteggerla, anche quando le sue azioni parlavano per lei. ㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤ   ᴀʀᴡᴇɴ ᴍɪᴀ  « Papà… Ho paura. Il mare… ─ E' così, così nero. »   ʜᴇʀ ғᴀᴛʜᴇʀ  « Piccola mia, non devi avere paura. Ci sono io con te, ricordi? » ㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤ La manina strinse maggiormente quella del genitore, così grande e calda da inglobare completamente quella della bambina. Poteva un gesto così semplice esprimere ciò che a parole non si poteva nemmeno menzionare? Eppure Liv, come era solito chiamarla l'umo, più osservava le onde infrangersi contro il molo, più sentiva il bisogno di avvicinarsi, di scoprire che cosa nascondesse quella distesa così oscura. Era una calamita, un passo e un altro ancora. S'avvicinò lentamente, con quelle gambette coperte dalla calzamaglia in lana e da quel cappottino blu che diventa quasi umido, impregnato della salsedine che diventava un tutt'uno con la paura e la curiosità. ㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤ   ᴀʀᴡᴇɴ ᴍɪᴀ  « Voglio vedere oltre il molo, papà. Ti prego… Ho paura ma… Voglio vedere… Per favore. N-non lasciarmi la mano. »   ʜᴇʀ ғᴀᴛʜᴇʀ  « Non ti lascio, piccola mia. Potrai sempre contare su di me, ora come quando sarai grande. Sta per arrivare una tempesta, è il momento in cui tutto sembra silenzioso e il mondo si avvolge di una sensazione ovattata che diventa sempre più forte, man mano che il vento grida. Ma sai perché ti ho portato qui, Liv? » ㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤ Scosse il capo la piccola ma ancora con lo sguardo rapito verso il mare che ora spingeva le sue onde oltre la balaustra. Presto il mare li avrebbe raggiunti e i tempo sarebbe stato vano. S'aggrappò come un fosse in balia di quelle stesse ose e frenò i piedini attratti da quell'abisso. ㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤ   ᴀʀᴡᴇɴ ᴍɪᴀ  « N-no… Papà per favore. »   ʜᴇʀ ғᴀᴛʜᴇʀ  « Ciò che ci fa più paura, allo stesso tempo ci attrae, Liv. E' come se il mare fosse una calamita, forte e potente. Vorresti spingerti oltre, guardare attraverso la distesa nera del mare, immergerti nelle grinfie di quell'abisso ma allo stesso tempo sei frenata, intimorita dal pensiero di non poter ritornare alle cose di prima. Ricordati Liv, tu sei forte, la tua curiosità ti ha sempre guidato cacciandoti nei guai, piccola, ma quando sarai grande sarà la tua arma. Paura non vuol dire fuggire, piccola. Paura vuol dire solamente reagire… E ora, andiamo a casa, avrai sempre me al tuo fianco. » ㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤ
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rebelontheroad · 7 months
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Diwali 2023: Luce, Gioia e Prosperità 🪔
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Quest'anno, il Diwali, la festa delle luci, giunge a noi con un significato ancora più profondo e tangibile. Nel 2023, aspettiamo questa celebrazione con cuori colmi di speranza e gratitudine. Dopo tempi difficili e incerti, il Diwali si presenta come un faro di luce, illuminando il nostro cammino e portando con sé una promessa di prosperità.
Il Diwali ha una storia antica che affonda le sue radici nelle tradizioni e nelle leggende dell'India. È una festività che celebra la vittoria del bene sul male, della luce sull'oscurità, trasmettendo un messaggio di speranza, coraggio e determinazione.
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Le preparazioni per il Diwali iniziano settimane prima della festa. Le case vengono pulite e decorate con candele, lampade e rangoli colorati. Le famiglie si riuniscono per pregare, offrendo gratitudine per le benedizioni passate e chiedendo prosperità per il futuro. Durante il Diwali, le persone si scambiano regali e dolci, simboleggiano l'amore e la condivisione.
Questa festa diventa un'occasione per rafforzare i legami familiari e sociali, per apprezzare le relazioni e per condividere momenti di gioia. Le strade saranno illuminate da luci scintillanti, i mercati saranno vivaci con colori e suoni festosi, e l'aria sarà pervasa da profumi di spezie e dolci tradizionali.
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In questo Diwali, mentre celebriamo la festa delle luci, riflettiamo sul significato profondo di questa tradizione millenaria. Oltre alle luci fisiche, cerchiamo la luce interiore della saggezza e della compassione. Diffondiamo gentilezza e amore, aiutiamo coloro che sono nel bisogno e celebriamo l'unità nella diversità.
Che il Diwali 2023 porti gioia, luce e prosperità nelle nostre vite e nei cuori di tutti coloro che celebrano questa festa. Auguriamo a tutti voi un Diwali felice e abbondante! 🪔🌟
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alemicheli76 · 11 months
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Review party “Il profanatore di tesori perduti” di Marcello Simoni, Newton Compton Editori. A cura di Jessica Dichiara
I luoghi delle crociate hanno nascosto libri, mappe, sacre reliquie e tesori così misteriosi e ricchi di fascino che nel tempo sono diventati delle vere e proprie leggende. Questo romanzo, come ci dice Marcello Simoni, parla di uno di essi. Del cammino sei all’inizio. Altrove sta la caverna dei caduti. E altrove attende la Chiave che la apre. Un enigma è ciò che ci attende e nel trovarlo…
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ATTENTI ALLA LUCE
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Pubblico questa bellissima immagine che ho trovato sul web perchè la trovo particolarmente significativa, oltre che essere graficamente monto bella ed emotivamente molto pregnante. Purtroppo non sono riuscito a risalire all'autore, perchè sicuramente avrà prodotto altre interessantissime immagini.
L'opera è un sunto perfetto della nostra condizione di vita, e non solo, siamo portati ad essere attratti dalla luce, ma dobbiamo sempre stare in guardia perchè le forze maligne non albergano solo nel buio, le forze del male sono abilissime nell'arte dell'inganno e della trasformazione, pur di soggiogare le nostre anime e rubare energia vitale. 
Ci sono molte teorie contrastanti, e la luce potrebbe non essere esattamente la salvezza, potrebbe essere un grande inganno, non a caso in molte simbologie dell'occulto si fa riferimento alla luce come ad una guida superiore, con profusione di personaggi che portano e sorreggono fiaccole, simboli solari e luminosi, concetti come illuminazione. Siamo stati abituati a considerare nero e buio il male, mentre il bene e la vita stanno nle candore e nella luce, ma siamo proprio sicuri che le cose stiano così ? Siamo sempre stati ingannati su tutto, non fidatevi vi dico ! Questa immagine è emblematica, l'indifesa anima vestita di rosso si sente al sicuro in quell'angolo illuminato, ma quell'angolo nasconde un grande pericolo, la luce è solo un riflesso ingannevole, uno specchietto per le allodole. 
Anche dopo la morte è diffusa la leggenda metropolitana che una luce ci accolga per accompagnarci nel cammino, leggende riferite spesso anche da chi ha avuto esperienze post-mortem, ma alcune fonti ci mettono anche in guardia: quella luce potrebbe essere una trappola, un inganno per tenerci legati a questa matrix, a questo gioco di morte e rinascita per tenerci incatenati a questo pianeta, per riportarci sulla Terra a rivivere le stesse esperienze, schiavi di queste forze oscure che si nutrono della nostra energia, e possono farlo solo se noi ne siamo inconsapevoli.
La luce permette a tutti di essere visibili, e quindi controllabili, nella luce nulla può essere nascosto, solo nell'ombra potrete muovermi in uno spazio di relativa libertà. Le grandi tradizioni iniziatiche e spirituali non sono mai state alla luce del sole. Poi è vero, nella storia c'è sempre stato qualche strano personaggio che ha osato sbandierare la verità ai quattro venti, ma ogni società ed ogni epoca ha le sue strategie per isolare queste schegge impazzite prima che diventino contagiose, prima con lammonimento verbale: pazzo, eretico, visionario ! Poi, il passaggio successivo, con la neutralizzazione, ed ogni società in ogni tempo ha ed ha avuto i suoi strumenti efficaci: rogo, manicomio, gulag, radiazione dall'albo... che giocano tutti sulla paura! Solo quando non hai più paura puoi veramente definirti libero.
La Natura ci offre sempre tanti e validi esempi, pensate alle falene, alla farfalline notturne o altri piccoli volatili per esempio: attratti come sono dalla luce, finiscono sempre con il bruciarsi.
Nulla è quello che sembra, per questo siate sempre vigili, e non accontentatevi mai delle spiegazioni comuni, abbandonate le cose normali, sono solo distrazioni, siate sempre curiosi, indagate e cercate, instancabilmente... 
Watch out for the light!
I publish this beautiful image that I found on the web because I find it particularly significant, as well as being graphically beautiful and emotionally very pregnant. Unfortunately I have not been able to trace the author, because surely he will have produced other very interesting images.
The work is a perfect summary of our life condition, and not only that, we are led to be attracted by light, but we must always be on guard because evil forces do not dwell only in the dark, the forces of evil are very skilled in art of deception and transformation, in order to subjugate our souls and steal vital energy.
There are many conflicting theories, and the light may not exactly be salvation, it could be a great deception, it is no coincidence that in many occult symbols light is referred to as a superior guide, with a profusion of characters who carry and support torches, sun and light symbols, concepts such as lighting. We have been used to considering evil black and dark, while good and life are in candor and light, but are we really sure that this is the case? We have always been deceived about everything, don't trust me I tell you! This image is emblematic, the defenseless soul dressed in red feels safe in that illuminated corner, but that corner hides a great danger, the light is only a deceptive reflection, a lark mirror.
Even after death, the urban legend is widespread that a light welcomes us to accompany us on our journey, legends often referred to even by those who have had post-mortem experiences, but some sources also warn us: that light could be a trap, a deception to keep us tied to this matrix, to this game of death and rebirth to keep us chained to this planet, to bring us back to Earth to relive the same experiences, slaves of these dark forces that feed on our energy, and can only do so if we we are unaware.
The light allows everyone to be visible, and therefore controllable, in the light nothing can be hidden, only in the shadow will you be able to move in a space of relative freedom. The great initiatory and spiritual traditions have never been out in the open. Then it's true, in history there has always been some strange character who dared to flaunt the truth from the rooftops, but every society and every era has its own strategies to isolate these crazed splinters before they become contagious, first with the verbal warning: crazy , heretic, visionary ! Then, the next step, with neutralization, and every society in every age has and has had its effective tools: stake, mental hospital, gulag, disbarment… all of which play on fear! Only when you are no longer afraid can you truly define yourself as free.
Nature always offers us many valid examples, think of moths, moths or other small birds for example: attracted by the light, they end up getting burned.
Nothing is what it seems, that's why always be vigilant, and never settle for common explanations, abandon normal things, they are just distractions, always be curious, investigate and search, tirelessly…
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lamilanomagazine · 1 year
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Rai, in onda "Il Provinciale" con Benevento protagonista
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Rai, in onda "Il Provinciale" con Benevento protagonista. Il Sannio e la città di Benevento, con il suo fascino millenario e le immortali leggende che l’hanno resa celebre nei secoli, saranno al centro della prima puntata del 2023 de ‘Il Provinciale’, programma Rai condotto da Federico Quaranta, scritto da Giuseppe Bosin, Andrea Caterini, Francesco Lucibello, Domenico Nucera e Federico Quaranta, a cura di Simona Fuso e Valentina Loreto, regista di puntata Giuseppe Govino e con Alessandro Baldioli produttore esecutivo. La puntata, che andrà in onda su Rai 1 sabato 7 gennaio alle 11,25 e su Rai 2 domenica 8 gennaio alle 14 con contenuti extra, sarà incentrata su un cammino mistico legato alla leggenda delle Janare. Dal rione medievale del Triggio al complesso di Santa Sofia patrimonio mondiale Unesco, dall’Arco del Sacramento al Teatro Romano, le telecamere Rai sono andate alla scoperta dei beni storico-architettonici più preziosi della città, con scorci inediti e inquadrature notturne suggestive. Un appuntamento imperdibile per un viaggio nel mondo delle streghe. Federico Quaranta e Mia Canestrini hanno esplorato gli aspetti antropologici della vicenda leggendaria delle Janare per scoprire cosa ne rimane oggi: un mondo ricco di sapienze, di aneliti di libertà, di speciali conoscenze legate alle erbe che ne alimentava la fama di guaritrici al tempo in cui la sanità non esisteva, soprattutto nelle aree rurali. Un itinerario affascinante nella storia e nei miti della città e della provincia di Benevento. Il programma ‘Il Provinciale’ si è avvalso, per la parte dedicata alla città, della collaborazione dell’Amministrazione comunale di Benevento.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Fata Morgana in Sicilia.
La fata Morgana è una figura mitologica legata al ciclo delle vicende di Re Artù come acernima nemica del Mago Merlino. L'epiteto "fata", dall'inglese "le fay", indica la sua appartenenza al sovrannaturale. Era una guaritrice e una mutaforma, allieva della Sacerdotessa Madre di Avalon.
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Il mito della fata Morgana arriva in Italia con l'arrivo dei Normanni, diffondendosi specialmente nella zona dello Stretto di Messina: durante le invasioni barbariche nell'alto Medioevo, in agosto, un re barbaro giunto da Reggio Calabria vide all'orizzonte la Sicilia e si domandò come raggiungerla finché una bellissima donna (Morgana) fece apparire l'isola a due passi dal sovrano. Allora il re si gettò in acqua pensando di riuscire così di raggiungerla a nuoto, ma l'incanto si ruppe e lui annegò.
Un'altra versione del mito italiano vuole che nel 1060 aiutò il condottiero normanno Ruggiero d'Altavilla per liberare l'isola di Sicilia dalla dominazione Araba (presente in Sicilia da oltre 300 anni): i tre cavalieri messinesi (Cola Camuglia, Ansaldo da Patti e Jacopino Saccano) decisero di sfidare i regnanti Musulmani approfittando della presenza di Ruggero d'Altavilla dall'altro lato dello Stretto di Messina. I tre cavalieri giunsero a Mileto, portandole in dono una spada a due mani e una croce, le spiegavano che i siciliani erano disposti a tutto pur di disfarsi dalla tirannia Araba. Nel frattempo Ruggero ottiene l'autorizzazione dal Papa Nicola II, ma ancora non possedeva un'imbarcazione necessaria per ospitare tutti i suoi soldati. Così, perso a camminare lungo la costa Calabrese pensando ad un modo per attraversare lo stretto, iniziò a sentire odore di zagare e un suono di guerra mista a lamenti. Poco più distante da lui si trovava un eremita, al quale Ruggero chiese cosa fossero quei suoni e quel profumo e il quale gli rispose che fossero gli oppressori della Sicilia. Ruggero continuò così a passeggiare, ancora in pensiero, ma questa volta sul suo cammino incontrò la fata sorgere dalle acque dello Stretto. Morgana,infatti, aveva condotto Re Artù alle pendici dell'Etna affinché qui scaldarsi la sua spada Excalibur ma, rimasta affascinata dall'isola, decise di rimanervi edificando un castello di cristallo nelle profondità delle acque dello Stretto di Messina. Avendo capito le intenzioni di Ruggero, decise di offrirgli il suo aiuto. Questi, fervente cattolico, negò l'aiuto ma la fata decise di mostrargli le sue capacità magiche: con la sua magia fece apparire l'isola molto più vicina, ma comunque Ruggero rifiutò. Lei andò via. Un anno dopo, nel 1061, Ruggero tornò con molti più uomini e imbarcazioni e riuscì a conquistare la Sicilia.
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Le leggende delle Fata Morgana però avevano un fondo di verità: oggi il fenomeno ottico visto da Ruggero d'Altavilla e dal condottiero normanno porta il suo nome. In ottica, infatti, Fata Morgana è un peculiare e complesso tipo di miraggio che si può scorgere in all'interno di una stretta fascia posta sopra l'orizzonte. Anche all'estero, il fenomeno è conosciuto con il nome italiano dato che è frequente nello stretto di Messina e tramandato dai Normanni. Tale fenomeno distorce così tanto gli oggetti su cui agisce da renderli insoliti o irriconoscibili e può far sembrare che volino. Può riguardare qualsiasi tipo di oggetto lontano, come isole o barche.
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tarditardi · 3 years
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Domina Zagarella Sicily, a luglio 2021 ecco Giovanni Ciacci, Justine Mattera e Marco Ferradini
Non è un'estate come tutte le altre, ma divertirsi e rilassarsi di fronte al mare, per gli ospiti di Domina Zagarella Sicily, struttura deluxe situata a Santa Flavia (PA), è facile. Insieme ad un paesaggio che emoziona e ad una struttura d'eccellenza (...), Domina Zagarella Sicily propone ogni sera o quasi propone eventi, presentazioni, divertimento... oltre che dinner show d'eccellenza.
C'è una bella notizia anche per chi non soggiorna all'interno della struttura e abita o è in vacanza in una zona bellissima, ricca di cultura e non solo di splendide spiagge: gli spettacoli ed i dinner show Domina Zagarella Sicily sono aperti a tutti, non solo agli ospiti del resort.
Sabato 17 luglio 2021, ad esempio, sul palco del Domina Theatre c'è Giovanni Ciacci, che presenta il suo libro "Favole Arcobaleno, storie e leggende di persone libere".  Celeberrimo curatore d'immagine, costumista e stylist spesso presente in tv (ha collaborato per più edizioni del Festival di Sanremo, ha partecipato a 'Ballando con le Stelle', è  tra opinionisti di Pomeriggio 5 e Domenica Live con Barbara D'Urso su Canale 5...). Le favole fanno sognare, a tutte le età. Sono in grado di farci vedere il mondo nelle sue sfumature, meravigliose come quelle dell'arcobaleno. Ma l'arcobaleno è anche un ponte tra realtà spesso lontane, un cammino che unisce superando la diversità, senza annullarla. Non è un caso perciò che gli eroi e le eroine che troverete in queste pagine siano personaggi tra loro molto diversi: non sono principesse fantastiche o burattini di legno ma persone vere, reali, che hanno lottato per essere libere e per scrivere una storia alternativa, più colorata.
Sabato 24 luglio 2021, invece, al Domina Theatre arriva Justine Mattera che racconta "Just Me", un volume che ha un sottotitolo che racconta molto: "Quante vite ci stanno in 50 anni"? L'abbiamo conosciuta come sosia di Marilyn Monroe, presenza spumeggiante al fianco di Paolo Limiti nei pomeriggi Rai di fine anni Novanta e inizio Duemila. Ma Justine Mattera è molto altro, e lo era già prima di arrivare in Italia, dove ha avuto il coraggio di non sedersi mai, trasformando ogni cambiamento in un'opportunità per crescere. Bambina prodigio, nuotatrice combattiva, modella, cantante, attrice, influencer, triatleta, madre. Per il suo cinquantesimo compleanno, Justine ripercorre, con leggerezza e autoironia, le tappe che l'hanno portata a essere la donna sfaccettata e sorprendente di oggi. Dall'infanzia newyorkese, nel piccolo e tranquillo quartiere di Bellerose, all'Università di Stanford, dove ha conseguito una laurea in Letteratura inglese e italiana; dalle discoteche toscane al palco del Festivalbar; dagli esordi sul piccolo schermo alla scoperta del teatro, passando per il cinema, con la chiamata del regista di culto Abel Ferrara; dalla notorietà sui social allo sport come occasione di rinascita.
Il 31 luglio al Domina Theatre torna ancora Giovanni Ciacci, che racconta un altro suo libero, "La Contessa". E' dedicato a Giò Stajano, un personaggio eccentrico, geniale, animatore instancabile delle notti italiane della seconda metà del Novecento. Giò è stato il primo gay dichiarato della storia del nostro Paese e una delle prime transessuali note alla cronaca. Questo romanzo racconta, tra leggenda e realtà, tra aneddoti incredibili ma veri e particolari perfettamente verosimili ma inventati, la straordinaria vita della Contessa.
Oltre alle presentazioni di libri di riferimento, Domina Theatre, propone tanta musica. Il 21 luglio ecco uno show musicale da non perdere, quello di di Marco Ferradini che va sul palco con la bravissima figlia Marta. La sua "Teorema" è una delle canzoni italiane d'amore più celebri di sempre. Il 28 luglio, invece, tante risate con il comico Roberto De Marchi, spesso protagonista in tv e al cinema. Il 4 agosto invece è la volta del mago comico Eta Beta.
Domina Zagarella Sicily Via Nazionale, 77 90017 Santa Flavia PA tel. 091909249 https://www.dominasicily.com/
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furiarossa · 2 months
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Monthly recap - March 2024
March 2023 just ended: here's what we posted online this month!
+++DRAWINGS+++
Il Cammino delle Leggende (The Way Of Legends) / Nuovo mondo oscuro (New Dark World) OCs
The Monarch is on the throne | Moonlight kissed | Light delight | Ghost Worldbuilding 2: Light and sound waves |
Gargoyles
Jolly little Puck 
Commissions
Eye guy | Hiding your obsession (black and white) | Minis 301 - Oni | Study on a character - Maria T. Juana | Olekh Xia | Team Breakfast 3 |
Patrons Only!
Vore hero adventures (WIP) | Caspian (WIP) | Olekh Xia (WIP) |
Danny Phantom
Vlad x Maddie 1 | Plasmius study 1 | [collab] Furbi Irae | Plasmius Lemures | [Collab] Ghost Dragon | [Collab] Do you know what time is, young man? | Half ghost half boi | [Collab] Youngblood | Flexin' Ghosts | Vlad x Maddie 2 | Beach filler episode | [Collab] Even Death May Die | Ghost dissection as a friendly bonding activity | [Collab] Wrath of the Little Baby Man | [Collab] Saviors of the ghost zone | [Collab] Biting mini ghost | [Collab] Yeti | RGB Plasmius | Ghost Worldbuilding 1: Ectocontamination | [Collab] A boy and his ghost dog | [Collab] Pandora | [Collab] Ghost werewolf pup | Plasmius vs Fenton - MMA Fight AU | [Collab] Prison ball | [Collab] Ghost tamagotchi | Plasmius x Plasmius kiss 1 | [Collab] Heavy Dog | [Collab] Ectowork | [Collab] Doomed by the narrative | [Collab] Flaming rockstar ghost | [Collab] Eternal naptime | [Collab] Little Baby Clockwork | [Collab] Kids trio | [Collab] Reward for LBM | [Collab] Danny Dragon | [Collab] Sidekicks | [Collab] The Ghostly Creature | Love thyself, even if you're a ghost | Danny Quartz Phantom | [Collab] Bye, losers! | The Vampire and the Chained Storyboard Artists | [Collab] Under the water we're not alone | [Collab] Observer | [Collab] Time ghost | One Vlad a day keeps the doctor away #1 | Powered by friendship and electricity |
+++WRITING +++
Gli dei in catene
Introduzione | Glossario | 1. Benvenuta agli studios! |Intermezzo 1 | 2. Scene pericolose | 3. Danny Phantom Afterdark |4. Il signor Jenkins non sembra innocente |Intermezzo 2 |
Total of the published works in March 2024: 68
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annalisalanci · 3 years
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La Wicca manuale della strega buona. Introduzione
La Wicca
Manuale della strega buona
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Introduzione
In questo periodo la stregoneria <<è di moda>>, e spesso si vedono cose aberranti fatte passare per culti pagani.
Questo libro si rivolge soprattutto alle donne, ma anche a quegli uomini che non disdegnano il loro lato femminile e sono aperti ad accogliere i misteri della Dea.
La stregoneria è un cammino lungo e difficile, solitario e meditativo, che richiede impegno, rispetto e amore, ma è ricco di soddisfazioni e gioia.
La stregoneria è sì un viaggio iniziatico, ma per ogni persona questo viaggio ha connotati diversi, pause, mete, soste, percorsi alternativi. Ogni persona ha il suo destino, la sua vita, e io posso solamente fornire indicazioni per il cammino, ma il cammino stesso spetta a te. Essere una strega significa essere a contatto con la Natura, vivere in lei e di lei, rispettare i suoi ritmi e le sue leggi. Questa è la vera stregoneria, non quella che si vede nei film o si legge nei libri. Essere una strega significa lavorare per il bene del nostro pianeta e di tutta l'umanità.
Chi sono le streghe?
Nell'immaginario collettivo quando si parla di streghe, tutti pensano a megere brutte e vecchie con il naso gobbo, come la strega di Biancaneve, pericolose donne perdute che mangiavano i bambini, che rubavano i piccoli nelle culle per poi cuocerli nel calderone e farci un unguento con il quale volare al Sabba, fatali donne sessualmente attraenti come la Circe di Ulisse o altre maghe dell'antichità, misteriose creature della notte che si trasformavano in gatte e altri animali, che adoravano il demonio sotto forma di caprone, pericolosi esseri che vivevano ai limiti fra il visibile e l'invisibile e lanciavano maledizioni sul bestiame, facevano tempestare e causavano aborti e sterilità, sataniste dai morbosi gusti sessuali che si univano carnalmente con i diavoli contro natura, fanciulle perdute che facevano le prostitute per condurre sulla via del peccato uomini retti, o vampire che succhiavano il sangue dei bambini e degli innocenti.
Le streghe sono sempre esistite nelle paure dell'uomo perché rappresentano il lato oscuro dell'anima, quello che Jung chiama Ombra.
Qualcuno ha voluto vedere il lato positivo delle cosiddette <<schiave di Diana>> e le ha considerate sciamane, curatrici, sacerdotesse dell'antichissimo culto della Grande Madre Terra, donna-medicina, erboriste, illuminate, sagge. Ed è proprio questo che siamo, ma molto altro ancora.
Il termine italiano, strega deriva dal latino strix, che sta a indicare un uccello notturno, che con il tempo finì per indentificare la strega.
E' il potere di creare e distruggere che appartiene alla Grande Dea, e che ha sempre terrorizzato gli uomini. Già le religioni latina e greca inventarono leggende e miti per creare figure spaventose agli occhi del popolo, come per esempio Circe, Medea, Medusa.
La parola inglese witch, che significa strega nell'accezione moderna, deriva invece da wicca, poi mutato in wicca, che significa saggia. Nella mitologia anglosassone o comunque nordica le streghe riescono a mantenere un ruolo se non proprio positivo, almeno non totalmente negativo.
Nelle mitologie nordiche la presenza di una fata/strega è obbligatoria nei castelli dei re, nei villaggi, fra i capi: i druidi, il corrispondente maschile delle sacerdotesse della Dea Madre Terra, sono descritti come sapienti e sacerdoti, capaci di curare le malattie del corpo, lenire i dolori dell'anima, consigliare e sanare qualsiasi malanno. Quindi le streghe nordiche non sono prevalentemente incantatrici ma sciamane e medichesse, temute e rispettate per i loro incomprensibili poteri.
Le streghe, avversate dalla Chiesa e dal potere politico laico, continuarono nella clandestinità la loro opera di aiuto alle persone e al mondo: soprattutto per quanto riguarda l'aspetto medico e psicologico, offrirono, nei periodi bui, qualche lampo di libertà e di speranza a chi non ne aveva, soprattutto alle persone del popolo, oppresse dai potenti, che potevano rivolgersi a loro per farsi curare e aiutare. Depositarie delle arti magiche ed erboristiche, sagge dalle parole importanti e di potere, o incantatrici, le streghe hanno mantenuto viva la fede nella potenza, grandiosità e bontà della Natura, dato una speranza, un sogno, un aiuto materiale, ma soprattutto spirituale.
Quello che la maggior parte delle persone ignora è che lo fanno ancora, poiché le streghe non sono mai scomparse, si sono nascoste, si sono camuffate, ma dovunque nel mondo vi era una donna che aiutava a partorire, che consigliava l'uso di un'erba medicamentosa o portava una parola di conforto a chi era disperato, lì viveva il respiro della Dea, lì continuava la vera antica Religione della Natura.
Wicca, la moderna stregoneria
Ognuno è libero di vivere la propria vita, non esiste una verità assoluta e immutabile. Per qualcuno può essere la Wicca, per altri il Cristianesimo, il Buddhismo, l'Islam, o altre religioni rivelate, o ancora sette, gruppi come i Testimoni di Geova o gli Hare Krishna. Ognuno ha le proprie visioni del mondo, ognuno è libero di scegliere ciò che crede più adatto per se stesso, a patto che il suo credo non danneggi gli altri.
Ovviamente, ci sono distinzioni fondamentali tra la religione delle streghe e le altre, la prima riguarda la divinità.
In molte religioni monoteiste vi è un unico dio, maschio, che guida il mondo. La Wicca è diversa, è una religione politeista. Il divino viene visto in tutti gli esseri umani, le piante, gli animali, le pietre, nel cielo e nell'acqua, nel vento o nelle stelle. E in tutto ciò che possiamo vedere e toccare. Nessuno può definire con precisione cosa sia la Wicca, poiché essa ha una sola certezza: tutta la Natura è sacra, poiché è il corpo della Dea.
Nella Wicca non esistono testi sacri e ognuno la vive in modo diverso a seconda delle proprie emozioni e del rapporto che riesce a instaurare con la Dea; è evidente che il rapporto con la Natura che può avere una persona che vive in una metropoli sarà necessariamente diverso da chi ha la fortuna di passeggiare nei boschi incontaminati o pregare in riva all'oceano.
Il primo principio della Religione delle Figlie della Dea è quello dell'amore per la Natura e per la vita ed è espresso nel comandamento:
<<Se non danneggi nessuno, fai ciò che vuoi>>.
E' un sentimento che si crea tra un individuo che decide di intraprendere la strada della Wicca e altri esseri naturali, visibili e invisibili. Danneggiare gli altri può derivare non solo da azioni, ma anche da pensieri e parole, e quando si dice di non danneggiare nessuno, intendiamo prima di tutto noi stessi.
La persona che aderisce alla Wicca deve riconoscere le forze dell'universo e armonizzarsi con loro. La divinità suprema è la Natura, che chiamiamo comunemente la Dea.
La persona che aderisce alla Wicca adora e si pone in relazione con il divino della Natura in base all'archetipo della Grande Madre, come era al tempo del matriarcato, prima religione dell'umanità. L'armonia, suprema conquista di chi segue la Wicca, deve riconoscere le forze della Natura.
La persona che aderisce alla Wicca opera secondo la legge di causa ed effetto: ogni azione ha una reazione, e ogni effetto ha la sua causa. Tutte le cose accadono secondo questa legge, per cui se opereremo il bene ci tornerà il bene, mentre se danneggeremo qualcuno a nostra volta ne verremo danneggiati.
I poteri della Natura esistono anche in ogni persona, sebbene solitamente gli uomini non ne siano più coscienti e questi poteri sono solamente latenti, in attesa di essere risvegliati. I poteri e le abilità possono essere risvegliati e usati a scopi benefici, se non praticate le tecniche corrette. La Wicca insegna che l'universo è la manifestazione fisica della Dea, non può esserci niente nell'universo che non faccia parte della natura della Grande Madre. Da Lei derivano i nostri poteri. Essendo l'universo il corpo della Dea, possiede gli stessi attributi della Dea, quindi i suoi poteri, ai quali noi possiamo attignere.
Noi sappiamo che tutto nell'universo è in movimento continuo e ciclico, tutte le cose crescono e calano seguendo il moto della Luna e delle maree. Perciò la Wicca celebra, si armonizza e fa uso delle maree e delle lunazioni, del ciclo delle stagioni e del moto del sistema solare. Queste fasi si ritualizzano nelle Feste dell'Anno. Inoltre, la Sacerdotessa wicca lavora con le forze e le maree della Luna, per questo il suo corpo è lo strumento per attingere alle energie della Terra.
Nella Natura non esiste la morte, vi è solamente la trasformazione. Il grande poeta cinese Lao Tzu sosteneva che quello che per un bruco è la fine del mondo, per gli altri è la nascita di una farfalla.
Nella Natura le creature esistono, mutano, sorgono a nuova forma. Il seme muore per divenire germoglio, il fiore muore per divenire frutto, il frutto muore per divenire seme e ricominciare il ciclo della vita che non si esaurisce mai.
In quest'ottica la Sacerdotessa wicca sa che non esiste la morte, solo il cambiamento da una condizione di esistenza a un'altra.
La morte non è seguita da nessuna punizione né ricompensa, ma dalla vita che si rinnova nelle forme decise dalla Dea.
z legato alle fasi della Luna, e quindi al misterioso mondo interno delle donne, fatto di ovulazione, fertilità, decadenza, mestruazione. Il momento di maggiore potere è nel periodo dell'ovulazione e in generale in Luna crescente, ovvero nel cosiddetto periodo fertile.
Un percorso solitario
In alcuni paesi, soprattutto negli Stati Uniti, per diventare Wiccan, cioè colui o colei che professa la Wicca è necessario far parte di un coven, cioè di una congrega di iniziati, di un gruppo di studio, di un cerchio di streghe, bisogna essere istruiti e iniziati, dedicando tempi prefissati, energie e soprattutto denaro. All'iniziazione, si riceve una copia del <<Libro delle Ombre>> del coven, scritto da altri, contenente formule prefissate, e si fa attivamente parte di un gruppo, rispettando orari e obblighi di presenza alle riunioni.
La strada della Figlia della Dea è solitaria, la Sacerdotessa deve essere libera di scegliere se unirsi ad altre persone che hanno le stesse idee e comunità di intenti o lavorare in modo autonomo e indipendente.
La pratica in un coven per alcuni è stimolante, poiché permette il confronto con altre persone e lenisce il senso di solitudine che molte Figlie della Dea provano, a volte vi sono personalità forti che finiscono per influenzare con le loro idee gli altri, i quali non riescono a sviluppare appieno le loro potenzialità.
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armeliastrife · 3 years
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Il pianeta della felicità. Lassù in alto, nel vasto universo.. 
viveva una bambina, in un pianeta disperso. 
La sua casa era arida e assai scura
anche ai più audaci avrebbe fatto paura. In un buio perenne, in un perpetuo supplizio la bambina decise in quel momento che il suo viaggio avrebbe avuto inizio. Le malelingue provò a lasciare dietro al suo cammino, pronunciate proprio da chi avrebbe dovuto amarla, almeno un pochino. Atterrò su un pianeta piccolo e angusto ma che per lei sembrava il posto giusto.  Lì trovò un solo abitante che la salutò con fare esuberante. <<Viaggiatrice dei mondi, da dove arrivi? Pensavo che voi turisti foste più selettivi! In questa grande sobrietà mai avrei sperato in un poco di notorietà!>> <<Signore, a lungo ho vagato  e forse quel che cercavo ho trovato. Il pianeta della felicità io bramo, quello delle leggende che tanto amo.>> <<Oh, viandante, non me ne volere ma temo che ti dovrò dare un dispiacere. Questo piccolo pianeta è condannato. Fra pochi mesi verrà bruciato.>> <<Oh no, per carità! Non è questo che intendo io per felicità. Però messere, sono stanca per il viaggio. Pensate che sostare qui per un po’ sarebbe saggio?>> Per tre mesi l’abitante e la bambina condivisero il pianeta. Il loro rifugio sconosciuto, la loro zona segreta. E commossa del suo nuovo amico solidarietà la bambina si ritrovò a pensare “Dovrebbe essere proprio così, la felicità”. Ma quando il tempo stava per scadere l’abitante insistette affinché la bambina col pianeta non dovesse cadere. <<Io son nato con esso ed il mio fato sarà lo stesso. Ma i tuoi occhi hanno ancora tanto da esplorare, il tuo pianeta devi ancora cercare.>> Col cuore pieno di dolore, ed un pizzico di rancore, la bambina continuò il suo viaggio, voltandosi solo per un momento; quando ormai l’abitante ed il pianeta erano arsi, e pian piano tutto si era spento. Dopo un tempo che sembrò infinito, e con la paura di star inseguendo un mito, un altro pianeta trovò, pieno di luci e festoni. Di colori, danze, e rumorosi suoni.  Ad accoglierla fu un uomo-faina  con un sorriso che rendeva la sua faccia birichina. <<Piccola, che ci fai qui? Non è posto per te. Abbiamo già una dea nella nostra corte.>> <<Signor Faina, perdonate l’intrusione.. Sono in viaggio da molto, devo compiere una missione. Sto cercando il pianeta della felicità, da lungo tempo. Con tutte queste meraviglie, questa vivacità,
 vorrei provare a restare, se non interrompo.>> La Faina col cappello ghignò, mentre la bambina faceva entrare. Lei non si aspettava che la volesse imprigionare. Per anni attese da sola, in quella corte che qualcuno la salvasse da quella sorte. Ma dopo aver subito indicibili atrocità dovette fuggire da sola da quella realtà. Con astuzia e con ingegno riuscì a riprendere il viaggio, non senza impegno. Ma la corte qualcosa le aveva rubato. Dell’amore verso se stessa, glielo avevano strappato.  Così, indebolita e delirante riprese il viaggio, con il cuore ancora sperante. Proprio quella speranza attirò un altro viaggiatore che si avvicinò alla bambina, e parlaron per ore. Sperando in un’anima pia, che le dimostrasse un po’ di calore la bambina abbassò la guardia, anche davanti a quel malfattore. Durante la notte la speranza le soffiò di mano e in men che non si dica fuggì lontano. La poverina, ormai alla deriva, fiutò una scia “Sembra qualcosa di buono, da dover fare mia” Così seguendola trovò un viaggiatore che riparava la sua navicella, da onesto lavoratore. Appresa la lezione del malfattore, attirò la preda con le migliori parole. Ma ecco che l’istinto del cacciatore iniziava a predominare nella sua indole. Attese finché la speranza non gli poté rubare e, con il favore del buio, incolume scappare. Ma il rimorso la tormentò giorno e notte. E la sua immagine non riuscì a scacciare, anche se di gente ne incontrò a frotte.  Così decise che quella speranza doveva donare a chi nemmeno la riusciva ad agognare. Molte volte fu ferita da persone che credeva oneste e meritevoli che la pugnalarono, quando prima si mostrarono caritatevoli.  Altre provaron ad avvicinarsi ma quella che ormai non era più una bambina faceva fatica a fidarsi. E ancora, se guardate, la Viandante viaggia per terra, fiume o cengia. E ogni notte, prima di dormire un insistente pensiero si fa sentire. “Esisterà mai questo fantomatico pianeta e la felicità, che dovrebbe essere la mia meta?”
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gabbianotitania · 4 years
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Escursioni trentine
" Sissi partì dall'hotel des Alpes intorno a mezzogiorno accompagnata dalle guide che la precedevano e dal professore di greco che recava con sé l'alpenstock dell'imperatrice. Dopo circa tre ore di cammino, salirono fino alla malga Patasco per poi dirigersi fino al lago Ritorto racchiuso pittorescamente fra le alte pareti rocciose che si rispecchiavano nelle placide acque e che, alla fine di giugno, risultavano ancora coperte per metà dalla neve. Affascinata da tanta bellezza, Sua Maestà s'intrattenne dunque presso il lago, per poi ridiscendere alla malga per poter ammirare la catena del Brenta illuminata dai colori del tramonto..." Estratto da "I sentieri di Sissi. Verità e leggende sugli itinerari altoatesini dell'imperatrice" di Valerio Vitantoni.
Anch'io oggi ho voluto raggiungere questo meraviglioso laghetto alpino: dopo la fatica della salita è stato emozionante vederlo apparire tra le rocce. La bellezza di questi paesaggi era carica di un significato ancora più profondo, dato che provavo ad immaginare i pensieri e le emozioni di Elisabetta di fronte a tutto ciò. Ho accarezzato l'acqua pensando a lei, regina delle cime.
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weirdesplinder · 4 years
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Lista di libri con tema a La bella e bestia dark paranormal
Ed ecco finalmente a voi la lista completa di romanzi con il tema: Lui mostro/creatura magica/cattivo + Lei buona e bella che lo salva/si innamora di lui/capisce che non è poi così cattivo/passa dalla sua parte + ambientazione dark in un altro mondo/paranormal/ fantastico e che richiamassero l’ambientazione e lo stile del videoclip “Dance with the dragon” del gruppo musicale Dark Sarah: https://youtu.be/dc3XcTcTjaw
 Inediti in italiano:
 - Wicked as they come, di Delilah S. Dawson
Serie: primo libro della quadrilogia Blud
Il più simile, fra i libri della lista, all’estetica e alla trama del video dei Dark Sarah
Trama: Ambientato nel fantastico mondo di Sang simile alla nostra epoca vittoriana, solo molto più sanguinario, nel senso che è pieno di vampiri. ll protagonista del libro, Criminy Stain, è appunto un vampiro, un bludman, che conosce un poco la magia e che dirige un circo itinerante, e che, dopo una delusione amorosa, ha fatto un patto con una strega per trovare il suo vero amore, incantando un ciondolo, che l’avrebbe condotta fino a lui. Il ciondolo ha fatto il suo dovere, ha cercato la donna adatta a lui, ma nel nostro mondo. Un’infermiera di nome Letitia, uscita da poco da una relazione abusiva, che ha anche perso un figlio, e che in realtà non è proprio pronta ad impegnarsi con qualcun altro. Teme l’amore, lo vede come una prigione, ma il ciondolo la porta a Sang e l’attrazione con Criminy è immediata.
 - The crown & key series, di Clay e Susan Griffith
Serie: si tratta di una trilogia già completa formata dai libri  
   1. The Shadow Revolution (2015)
  2. The Undying Legion (2015)
  3. The Conquering Dark (2015)
Trama: Simon Archer, nobile inglese, con fama di seduttore nullafacente, in realtà è un mago di rune, un tipo di magia molto rara. Lui non ha mai perseguito le sue doti, conoscendone i grandi rischi connessi, ma quando un branco di licantropi uccide una sua vecchia fiamma, capisce che è il momento che qualcuno si occupi degli esseri soprannaturali che la maggior parte della gente crede solo leggende. Da solo Simon non potrebbe mai fermarli, ma per fortuna sul suo cammino di vendetta incontrerà molti personaggi che si uniranno alla sua lotta: Kate Anstruther, una giovane nobildonna fuori dagli schemi che sa cavalcare, sparare, è brava con la spada e adora l’alchimia da cui è quasi ossessionata, e un cacciatore di mostri scozzese, Malcolm MacFarlane , uomo burbero  ma che dentro è un poeta, bravo nella lotta e con le armi da fuoco.
 - Land of the Beautiful Dead, di R. Lee Smith
Romanzo singolo inedito in italiano
Trama: Secoli fa fece la sua comparsa nel mondo un essere chiamato Azrael, con il potere di resuscitare i morti. Questa creatura con sembianze simili a quelle di un uomo non cercava la guerra, ma nemmeno voleva più nascondersi. Voleva un angolo di mondo tutto per lui dove poter esercitare i suoi poteri e vivere con i suoi morti rinati. Gli uomini però invidiavano e temevano il suo potere e cercarono di eliminarlo. Ne scoppiò una terribile conflitto. Azrael non poteva morire e aveva schiere di morti al suo servizio, gli umani giocarono la carta della bomba atomica, più e più volte, fino a cambiare il colore del cielo, fino a rendere inabitabile gran parte del pianeta e fino a riuscire ad uccidere i morti resuscitati più cari ad Azrael suscitandone l'ira. La sua rabbia creò gli Eaters, o zombie come li chiameremmo noi, morti senza più anima o consapevolezza tranne una enorme fame di carne umana. Azrael inoltre negò la morte all'umanità condannando ogni uomo una volta morto in qualunque modo a diventare un Eater e vinta così la guerra si rifugiò nel paese una volta chiamato Inghilterra, nella città una volta chiamata Londra nel castello una volta dimora dei monarchi britannici, e ribattezzò la città, Haven, la città bei bellissimi morti. E’ in questo sporco e brutto mondo che è sempre vissuta Lan, eppure nonostante tutte le difficoltà quotidiane, in lei è sempre stata viva la speranza che un giorno il mondo potesse tornare almeno in parte quello di una volta. Così una volta morta sua madre, l'unica persona cara che aveva al mondo senza più nulla da perdere decide di recarsi ad Haven e chiedere ad Azrael in persona di porre fine agli Eaters una volta per tutte.
 - Lord of the fading lands, di C.L.Wilson
Serie: Primo libro della serie di 5 libri Tairen Soul
by C.L. Wilson (Goodreads Author)
Trama: Un tempo lui sconfisse l’oscurità. Un tempo lui amò con tanta passione da diventare leggenda. Un tempo distrutto dal dolore per l’uccisione della sua amata, il monarca fey chiamato Rain Tairen Soul portò distruzione nel mondo prima di sparire nelle terre dimenticate. Ora migliaia di anni dopo, una nuova minaccia lo ha riportato nel nostro mondo e un nuovo amore ha risvegliato il cuore che credeva morto per sempre. Ellysetta, figlia di un falegname, risveglia in Rain sentimenti che non ha mai provato prima. La sua anima lo chiama come una canzone seducente e irresistibile e non importa il prezzo da pagare, il suo lato selvaggio non intende assopirsi di nuovo. Un antico e famigliare male sta riacquistando forza, minando alleanze centenarie e minacciando la fine di Rain e del suo popolo... Il re dovrà reclamare la sua vera compagna per abbracciare il destino tessuto per entrambi nelle nebbie del tempo.  
 Disponibili in italiano:
 -  Vampire Empire di Clay e Susan Griffith
Editore Sonzogno
Serie: Si tratta di una trilogia già completata, ma solo i primi due titoli sono disponibili in italiano ad oggi:
1.       Vampire Empire. Il principe di sangue nero
2.       Vampire Empire. La principessa geomante
3.       Vampire Empire. The kingmakers
Trama: ANNO 1870. I VAMPIRI HANNO CONQUISTATO LA PARTE SETTENTRIONALE DEL PIANETA, SEMINANDO MORTE E DEVASTAZIONE. Le grandi e sfarzose capitali dell'era industriale sono diventate cimiteri. I pochi sopravvissuti hanno dovuto cercare rifugio ai Tropici, il cui clima torrido è nocivo alle grigie creature della notte. Così, dall'Egitto al Centro America, fino ai templi immersi nelle foreste della Malesia, sono sorte nuove civiltà del vapore e del ferro, fondate sull'arte e la tecnologia. Anno 2020. Quello che resta del glorioso impero britannico è ora il regno di Equatoria, la cui erede al trono è la principessa Adele, un'intrepida guerriera, ma anche una ragazza colta e raffinata, che trascorre intere giornate immersa nella lettura nei silenziosi saloni della mitica Biblioteca di Alessandria. La sua intraprendenza e il suo spirito indomito risveglieranno però la crudeltà di un efferato clan di vampiri decisi a scatenare una nuova guerra. In questa lotta all'ultimo sangue, Adele troverà al proprio fianco il principe Greyfriar, affascinante signore delle tenebre dal volto mascherato. E il misterioso protettore le rivelerà la vera natura del conflitto tra gli uomini e i non-morti, combattendo con lei una battaglia epocale per la vita e per l'amore.
 - Black Friars di Virginia de Winter
Serie: trilogia italiana composta dai libri:
1. L’ordine della spada
2. L’ordine della penna
3. L’ordine della croce
Trama: La Vecchia Capitale si prepara alla Vigilia di Ognissanti e il coprifuoco è vicino perché il Presidio sta per aprire le sue porte. Il lento salmodiare delle orde di penitenti che si riversano per le vie, in cerca di anime da punire, è il segnale per gli abitanti di affrettarsi nelle proprie case, ma per Eloise Weiss è già troppo tardi. Scambiata per una vampira, cade vittima dell’irrazionalità di una fede che brucia ogni cosa al suo passaggio. In fin di vita esala una richiesta d’aiuto che giunge alle soglie della tomba dove Ashton Blackmore, un redivivo secolare, riposa protetto dalle ombre della Cattedrale di Black Friars. Il richiamo della ragazza è un sussurro che si trasforma in ordine, irrompe nella sua mente e lo riporta alla vita.
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Capitolo 1: Lo straniero
   Tutto ebbe inizio il diciassettesimo giorno dopo il Solstizio d’Estate, quando in uno di quei graziosi villaggi del Paese del Sole capitò un uomo coperto da un pesante mantello color ebano. Aveva un aspetto misterioso: era alto, magro, e il volto velato dall’ombra del cappuccio gli dava un’aria ancor più sinistra.
   Era un forestiero.
   Fu Dago, un vivace bimbetto dal viso paffuto, ad accorgersi per primo del suo arrivo. Smise di giocare con i sassolini colorati e, spaventato alla vista di quella mesta figura, corse ad avvisare l’intero villaggio. Ben presto si formò un capannello di curiosi attorno all’inatteso visitatore. Un mormorio indistinto si levò tra la folla: quello sconosciuto aveva un aspetto assai tristo che contrastava con i cangianti colori del loro meraviglioso Paese del Sole.
   Wynohgal, il Vecchio Capo Saggio dalla lunga barba bianca, si fece largo tra la folla e si fermò pacificamente di fronte al forestiero. Sollevò il palmo della mano in segno di saluto e disse: – Benvenuto, straniero. Perdona la diffidenza della mia gente, non è abituata a ricevere visite. I viandanti capitano così di rado da queste parti... – Nella breve pausa che seguì, il vecchio scrutò attentamente il nuovo arrivato attraverso le sopracciglia cespugliose. Si umettò le labbra. – Chi sei? Quale buon vento ti ha condotto qui?
   L’uomo chinò penosamente il capo. – Non ha alcuna importanza – disse rivelando una voce bassa e sibilante. – Ho fatto un lungo viaggio, sono sfinito e affamato. Vorrei fermarmi un po’, se mi è concesso.
   Gli abitanti del villaggio si fissarono sgomenti. Nessuno, prima d’ora, aveva mai risposto in quel modo a un Capo Saggio e mai, a memoria d’uomo, un forestiero aveva celato la propria provenienza o, quanto meno, la propria identità.
   Tuttavia, Wynohgal annuì. – Naturalmente sei il benvenuto. Intanto possiamo offrirti un pasto caldo e un comodo giaciglio.
– Sarete ampiamente ricompensati.
– Non è necessario, forestiero. Siamo gente ospitale. Puoi restare quanto desideri.
   Lo straniero lo ringraziò. Non aveva alcuna intenzione di trattenersi a lungo. Se tutto fosse andato come previsto, l’indomani, sul far del mezzogiorno, si sarebbe rimesso in cammino.
      Wynohgal chiamò la vecchia cuoca e le ordinò di preparare qualcosa di sostanzioso da mettere nello stomaco. – Portaci anche una caraffa di sidro, Sila, e – la sua voce divenne un sussurro – fammi avere una manciata di foglie di frassifaggio.
   Sila lo fissò sorpresa. In pochi conoscevano il potere di quelle foglie e, fra questi, ancora in meno avevano il coraggio di utilizzarle. La cuoca gettò una fugace occhiata alla folla che si stava disperdendo, poi si accostò al Capo Saggio, preoccupata.
   – Frassifaggio, signore? Ma… perché? Cosa ne volete fare?
   – Ho intenzione di farlo parlare, Sila. Quell’uomo non mi convince affatto… Ti prego, fa come ti dico e… non parlarne con nessuno.
   La donna corrugò la fronte. Conosceva Wynohgal da una vita. Aveva giocato con lui all’epoca in cui erano ancora due cuccioli spensierati; nessuno meglio di lei poteva leggere che cosa si celasse dietro il suo sguardo profondo. “Ha percepito qualcosa di grave. Non è da lui ricorrere a espedienti così pericolosi per avere informazioni su qualcuno. È perfettamente in grado di leggere nella mente di chiunque, come un libro aperto…”
   – Vi ricorderete sicuramente, signore, che le foglie di frassifaggio danno l’effetto desiderato soltanto se tenute a macerare al buio completo per tutte le Ore del Sonno…
   Il vecchio sospirò. – Lo so, Sila. Aspetterò tutto il tempo necessario, ma ora va’! Non farti vedere, mi raccomando.
   La donna chinò il capo in segno di assenso e si avviò verso la sua piccola capanna, svelta quanto glielo consentiva la sua andatura claudicante.
   Il Vecchio Capo Saggio raggiunse quello strano uomo. – Ti prego di seguirmi nella mia umile dimora – disse sollevando la pesante tenda variopinta che fungeva da porta.
   Lo fece accomodare su un tappeto di lana presso il fuoco scoppiettante e, sedutosi di fronte a lui a gambe incrociate, prese ad osservarlo attentamente. Il forestiero non si tolse il pesante mantello e seguitò a tacere. Sembrava davvero molto provato per il lungo viaggio. Aveva gli occhi grigi e stanchi, vitrei e immobili; il volto cinereo era solcato da una fittissima ragnatela di rughe.
   Era davvero un innocuo viaggiatore, oppure sotto l’aspetto cencioso si nascondeva qualcos’altro?
   Quell’uomo lo turbava nel profondo: mai prima di allora al vecchio Wynohgal era capitato di non riuscire a scrutare nei meandri della mente umana. Suo malgrado, anch’egli si sentì vittima dello stesso turbamento che aveva scosso l’animo della sua gente pochi minuti prima. Cercò di superarlo, dicendosi che lui era una Mente Suprema, un uomo dotato di straordinarie capacità che lo avvicinavano alla chiaroveggenza, e riportò la calma nel suo animo.
   Per lunghi istanti entrambi fissarono le fiamme, finché il silenzio si fece insopportabile. Il vecchio inspirò profondamente di fronte all’ennesimo tentativo fallito di penetrare nel pensiero del forestiero. Decise, quindi, di rompere il ghiaccio. – Ignoro il motivo che ti ha spinto in queste terre, ma… buon uomo, perché ti rifiuti di rivelarmi il tuo nome?
   – E voi perché volete saperlo? – ribatté l’altro. – In fondo sono solo di passaggio. Mi sono fermato in altri villaggi e nessuno ha mai insistito tanto per avere informazioni su di me.
   Wynohgal gli rivolse un’occhiata pensierosa. “Se è stato dalle altre parti del Paese del Sole lo saprei, quest’uomo non passa inosservato. Di sicuro proviene da un altro Mondo.”
   Lo straniero piegò le labbra esangui in un lieve sorriso sarcastico. – Vi basterebbe sapere che ho attraversato le Vie di Mezzo? Molti figli d’uomo sono morti lì dentro, risucchiati dalle Correnti Buie che portano dritte nelle fauci del Grande Vuoto.
   – Hai dovuto superare una grandissima prova. Le Vie di Mezzo sono quanto di peggio possa capitare ad un essere vivente, persona o animale che sia… Persino gli spiriti le evitano, se possono.
   Wynohgal sapeva che le Vie di Mezzo non erano l’unico modo per passare da un Mondo all’altro. C’erano molte strade meno pericolose che permettevano il transito. Alle vie si accedeva solo in due modi: per errore o… scelta estrema. Se l’uomo senza nome vi fosse precipitato accidentalmente l’avrebbe ammesso senza alcuna reticenza. Il vecchio era più che mai convinto che la sua fosse stata una scelta: quell’uomo doveva essere per forza un fuggiasco.
   Da cosa fuggiva? Da chi? Da dove?
   Un dubbio s’insinuò nella mente del Capo Saggio. Quell’uomo poteva anche avere una missione da compiere.
   Wynohgal si stropicciò gli occhi acquosi. Quasi gli girava la testa. Desiderava arrestare il vortice dei pensieri, ma era impossibile scacciare il tarlo cha aveva cominciato a scavare dentro di lui.
   “E se c’entrasse qualcosa con l’antica Profezia?”
   Il vecchio guardò fuori della finestra, oltre i campi dorati, dove cielo e terra si fondevano in un unico colore. “No, per tutti i Soli del Mondo, non può essere. Non sono ancora trascorsi mille anni dall’ultima battaglia… Abbiamo ancora secoli di pace prima che tutto si ripeta!”
   – La cena è pronta!
   Il rimuginare del Capo Saggio fu bruscamente interrotto dall’ingresso di un uomo ancora giovane che reggeva su un fianco una grossa padella fumante, mentre con l’altra mano portava in precario equilibrio un vassoio con una brocca e due boccali di corno. – Ecco una bella porzione di zuppa! – esclamò il giovanotto, mentre Wynohgal gli venne incontro per reggergli il vassoio. – Mettetevi comodo, signore, ci penso io a servirvi! Sbaglio, o le scodelle sono in quella credenza?
   Senza attendere riposta, spalancò le ante e cominciò a preparare l’occorrente per il desinare.
   – Non badate se sono tutto sporco di fango, signori miei. I fratelli Yuk hanno avuto la brillante idea di scavare una buca vicino al fosso del mio campo e l’hanno nascosta con delle frasche… Ci sono cascato dentro, proprio come un pollo!
   Il Capo Saggio rise figurandosi la scena: Xavier che usciva dalla trappola e si metteva a rincorrere quelle piccole pesti urlando a squarciagola e i fratelli Yuk, ovviamente, si saranno ben guardati dal farsi acciuffare!
   – Quei bambini sono davvero adorabili – commentò il vecchio. – Mi ricordano tuo figlio quand’era piccolo… A proposito, come sta? Quando torna?
   – Oh sta bene, signore! Siete gentile a chiederlo. Purtroppo non riesce a tornare in tempo per la festa. Troppo lavoro, ma dovrebbe rincasare domani. Comunque da piccolo il mio Kismet non faceva scherzi così sciocchi…
   – È un bravo ragazzo – constatò Wynohgal rivolgendosi all’ospite che non si era mai intromesso nella loro conversazione. Aveva già ingoiato la sua porzione di minestra e ora si stava versando un po’di sidro. – Più tardi ci sarà il Falò del Ringraziamento in onore degli dèi che anche quest’anno sono stati molto generosi con noi. Armonia, Pace e Prosperità sono i pilastri sacri della nostra vita. Se dovessero crollare, gli uomini non avrebbero più una briciola di umanità nel loro cuore. Tutto andrebbe perduto, forse per sempre.
   – Che discorso triste! – proferì Xavier senza prenderlo troppo sul serio. – E perché mai dovrebbe accadere una cosa simile? A meno che non spunti Shadow in carne, ossa e spirito e si metta a far baccano! – Si rivolse al forestiero. – Sono tutte leggende che ci hanno tramandato quei buontemponi dei nostri antenati…
   Il Vecchio Capo Saggio lo guardò scandalizzato. – Giovanotto, porta un po’di rispetto verso i nostri avi – lo redarguì. – E non credere che le cose che ci sono state dette siano tutte campate in aria!
   Xavier chinò il capo, contrito. – Chiedo scusa, signore. Non volevo offendere. C’è… c’è qualcos’altro che posso fare per voi?
   – Sì, ­mio caro Xavier, in effetti qualcosa di saggio lo potresti fare. Innanzitutto dovresti imparare a chiudere la bocca e riflettere bene prima di parlare.
   – Avete ragione, signore – Xavier fece spallucce – Se non vi dispiace adesso vado a casa. Mia moglie mi aspetta, dobbiamo prepararci per il falò.
   Né lui né il vecchio notarono l’occhiata significativa che il forestiero lanciò a Xavier. Era soddisfatto: in così poco tempo aveva trovato ciò che gli serviva. Ora non gli restava altro che agire.
      Lo straniero si muoveva veloce tra i tavoli imbanditi, completamente insensibile alla melodia dei flauti e dei tamburelli, indifferente al profumo dell’arrosto che si disperdeva nell’aria, e impassibile al tepore delle fiamme del falò che ardevano al centro della radura. Non provava il minimo interesse per quella festa che non gli apparteneva e il lungo discorso tenuto da Wynohgal durante il rito cerimoniale lo aveva annoiato. Fremeva, invece, dalla voglia di raggiungere il suo obiettivo. Più si sbrigava e meglio era per lui.
   Superò un gruppo che danzava e passò dietro una ventina di bambini che assistevano divertiti ad uno spettacolo di giochi di prestigio, dove un tale dalla faccia dipinta e travestito da spaventapasseri stava facendo sparire una pannocchia dentro un sacco di tela grezza per poi materializzarla da sotto il proprio cappellaccio di paglia. La lanciò in aria ed essa scoppiettò, cadendo sopra le teste dei bambini in una pioggia di scintille arancioni.
   – E con questo, bambini miei, lo spettacolo giunge al termine! – Lo spaventapasseri fece un inchino profondo, accompagnato da un esagerato svolazzo della mano sopra la testa. – Con permesso, il signor Chicco Di Grano, alias il vostro beneamato mago, leva le tende, ma prima d’ogni cosa si aspetta un grande, grandissimo applauso!
   Fra gli applausi e il giubilo dei bambini non mancò qualche gridolino di protesta. Per alcuni lo spettacolo doveva continuare, ma lo spaventapasseri aveva esaurito tutte le sue brillanti idee ed era rimasto a gola secca per il gran cianciare. – Continueremo un’altra volta, cari bambini! Il vostro Chicco Di Grano ha bisogno di una fresca sorsata di sidro!
   Il mago spaventapasseri si allontanò a grandi passi dal teatrino, si liberò del travestimento e si sciacquò il viso.
   – Finalmente ti ho trovato, Xavier. È tanto che ti cerco e mi chiedevo dove fossi finito. Eri irriconoscibile con quella buffa faccia gialla. E quei vestiti… Spaventapasseri! – Seguì una risatina forzata.
   Il giovanotto si girò piano, mentre si asciugava il viso con un canovaccio ruvido, sorpreso nel trovarsi a tu per tu con l’uomo giunto da lontano. – Oh… salve! – Posò il canovaccio sullo steccato, fermandosi ad osservare quella figura nera. Fece spallucce. – Sai, non sembri poi così poco socievole, amico. Ora mi rinfresco la gola: ti va di farmi compagnia?
   Xavier notò sua moglie che, poco lontano, passava a distribuire il sidro tra i tavoli collocati all’aperto. La chiamò con un fischio e lei arrivò con due boccali pieni. Sorrise cordialmente allo straniero, ma riservò un’occhiata dubbiosa al marito. – Non stare da solo con lui – gli sussurrò in un orecchio, quando finse di dargli un bacio.
   – Grazie, Jenda. – Il marito la congedò con una pacca affettuosa sulla spalla. Bevve una lunga sorsata e si passò il dorso della mano sulle labbra. – Allora, amico, volevi dirmi qualcosa?
   Lo straniero posò il boccale ancora pieno su una botte di legno. – Sembri diverso dagli altri… credo proprio di potermi fidare di te. Ma, Xavier, dovrai prestare molta attenzione a quanto sto per dirti perché ti renderà partecipe di un grande segreto.
   – Quale segreto?
   – Shh, non farti sentire! Posa quel boccale e mettiamoci un po’più in là, vicino a quel mucchio di fieno… Vieni, amico… Ecco, sediamoci… Così va meglio, molto meglio!
   – Cosa sono tutti questi misteri? Cosa succede? – chiese impaziente Xavier.
   – Calma, giovanotto, calma! Prima di tutto devi imparare la pazienza. È una lunga storia la mia, e riguarda anche te.
– Cosa c’entro io? Neppure ti conosco!
    Lo straniero annuì. – Neanch’io, Xavier, ma ho bisogno di qualcuno di cui fidarmi ciecamente. Cos’altro potrebbe fare un fuggiasco come me?
    A quel punto Xavier era tutt’orecchi; la curiosità lo stava divorando con la voracità di un tarlo. Si obbligò a rimanere in silenzio, in attesa di conoscere i particolari della storia.
   – Comincio da te, giovanotto. Sei stato tu il primo a nominare Shadow e a burlarti dei tuoi antenati. Non credi a quella brutta storia, vero?
   – In effetti è così assurda! Chi mai crederebbe a simili fandonie? Sono storielle di pessimo gusto, fatte su misura per impressionare i bambini.
   – Non esistono storielle per impressionare i bambini. – La voce del forestiero divenne un sussurro e il giovanotto dovette avvicinarsi un po’ per sentirlo. – Commetti una leggerezza molto grave, Xavier. La sola cosa da dire sulle “storielle” tramandate dai vostri cari antenati è che sono assolutamente vere.
   Il giovanotto lo guardò, ammutolito.
   – Per questo fuggo. Sono solo. Non ho riposo, non posso fermarmi a lungo in alcun luogo, non posso liberarmi di questo peso che diviene ogni giorno sempre più insopportabile. – Scosse miseramente il capo. – Sono stanco, molto stanco. – Gli posò la mano scheletrica e fredda sull’avambraccio nudo e Xavier rabbrividì. – Desidero un po’di tregua, quel tanto che basta per avere un po’di respiro. Tu puoi fare davvero qualcosa per me, sei ancora giovane e forte…
   Xavier, profondamente turbato, farfugliò qualcosa di incomprensibile. Non riusciva a capire nulla. D’altronde, il discorso del forestiero era completamente senza senso. Senza ombra di dubbio, quel poveretto aveva qualche rotella fuori posto e gli faceva solo perdere tempo. Meglio tornare alla festa. – Senti, vado a versarmi ancora un po’ di sidro – disse infine, evasivo.
   Le dita del forestiero si chiusero in una morsa gelida attorno al suo avambraccio impedendogli di allontanarsi.
   – Ho bisogno del tuo aiuto, Xavier. Ho bisogno che tu mi creda, te lo chiedo in ginocchio!
   – Così mi spaventi! Non capisco… cosa vuoi da me?
   Il forestiero si guardò intorno con fare circospetto e, accertatosi che nessuno li osservasse da lontano, scostò un lembo del mantello per mostrargli una piccola urna dai riflessi argentati. Sul coperchio luccicante erano scolpite incisioni misteriose, minuscoli disegni in rilievo che rappresentavano figure sinistre di esseri tutt’altro che umani.
   – La vedi questa? – gli disse. – Racchiude l’inimmaginabile. È ciò che Shadow sta cercando. È ciò che devo proteggere ad ogni costo! Ma pesa, Xavier! Non ho quasi più forze… – Gli mise l’oggetto tra le mani. – Custodiscila e me ne andrò via senza più il peso di questo fardello. Non avrai conseguenze, perché Shadow continuerà a credere che la porto sempre con me. Ma bada! Non deve saperlo nessuno, capito? Nessuno! Neppure il Vecchio Capo Saggio e le persone a te più care, tua moglie o tuo figlio. Giuramelo sulla tomba dei tuoi avi, Xavier! Giurami che non mi tradirai!
   Xavier era troppo sbalordito e confuso per ragionare e annuì. Istintivamente soppesò l’urna passandosela da una mano all’altra. Era leggerissima, sembrava addirittura vuota. “Pover’uomo,” pensò. “Affidarmi un’urna! Conterrà le ceneri di sua moglie o di suo figlio! O di entrambi! Il dolore causato da questa perdita deve essere stato così lacerante da togliergli il senno!”
   Lo straniero scosse il capo, l’indice puntato contro il suo viso, e scandì le seguenti parole: – So cosa stai pensando, Xavier. Quella – spostò l’indice sull’urna – non contiene cenere e ti assicuro che io – roteò lentamente l’indice verso se stesso – non sono pazzo.
   Il giovanotto seguitò a fissarlo imbambolato; le sue mani strinsero l’urna fino a quando le nocche gli diventarono bianche.
   Il forestiero gli scrollò la spalla. – Allora?
   – V-va bene, io… Scusami.
   – Sei un brav’uomo, Xavier. Sapevo di non essermi sbagliato su di te. Ora ascoltami attentamente, poiché non ripeterò due volte ciò che sto per dirti. Tuo malgrado, ti sei dovuto ricredere sulle leggende tramandate dai tuoi antenati, perciò sai già tutto senza che io perda tempo prezioso a raccontare quella brutta storia dal principio. Sono un fuggiasco desideroso di liberarmi di questo fardello, voglio ingannare il primordiale nemico… Shadow. Per il mio bene e per l’incolumità di tutti coloro che si imbattono sulla mia strada non posso rivelare il mio nome. Questo è il mio segreto. Ma c’è dell’altro: l’urna. Preziosissima, non solo per il materiale di cui è fatta – argento puro – piuttosto per ciò che contiene: forza e ricchezza inimmaginabili. È chiusa da un sigillo che mai e poi mai nessuno dovrà spezzare.
   – Mai?
   – Mai! Nascondila, Xavier! Custodiscila! Proteggila con tutta la gelosia di cui sei capace! Dal momento in cui l’hai presa, l’urna è diventata tua.
   Xavier lo fissò imbarazzato. – Mia?
   – Sì, sì! Capisci cosa significa questo, Xavier? Non appena ti sei fatto carico del suo peso, sei diventato custode della sua infinita ricchezza e del suo immenso potere. Nessuno potrà togliertelo, se non sarai tu stesso a volerlo cedere. Io l’ho fatto volentieri, ormai sono troppo debole per sopportarli entrambi… Tu, invece, sei ancora giovane e forte! Ora posso dirti addio.
   Xavier lo fissò sbalordito. – Come? Te ne vai via così, senza salutare nessuno? – protestò. – E il Capo Saggio…?
   – Importa qualcosa, forse? Mi avete dato ospitalità, non lo nego. Ma mi rendo perfettamente conto quando la gente mi guarda con diffidenza. Io, misero mortale senza fissa dimora e senza pace, condannato dalla malasorte a fuggire senza tregua, ho portato inquietudine tra la tua gente. Ma che colpe ho per il mio aspetto? Ho forse scelto io di essere tanto brutto da provocare il ribrezzo altrui? O il disprezzo? Non ho fatto del male a nessuno, eppure tutti mi evitano come se fossi un lebbroso! Tutti tranne te, giovanotto. Sei stato l’unico a comportarti da vero amico. Ora è meglio che mi rimetta in viaggio… Mi sono trattenuto fin troppo. Addio, Xavier, che gli dèi ti proteggano!
      Quando la festa giunse al termine, Wynohgal guardò la grande clessidra di cristallo posta tra due olmoquercioli dalle foglie lisce e scintillanti. Mancavano pochi granelli al sopraggiungere del nuovo giorno. Quando tutti cominciarono ad avviarsi verso le proprie dimore, il vecchio si alzò dalla sedia aiutandosi col lungo bastone e s’incamminò in direzione della bottega di Sila. Entrò senza bussare e trovò la donna intenta a filtrare e imbottigliare il decotto di frassifaggio.
   – L’elisir è pronto, signore. Una sola sorsata e otterrete l’effetto desiderato. È indispensabile la mia presenza?
   Wynohgal scosse piano il capo. – Ti ringrazio, Sila. Preferisco arrangiarmi.
   – Come volete, signore. Buona fortuna.
   – Grazie, ne avrò bisogno.
   Facendosi coraggio, il vecchio uscì con la bottiglietta nascosta sotto un lembo della tunica. Si avviò verso la propria capanna, e si stupì trovandola vuota. Aveva incrociato fra la gente lo straniero solo un paio di volte durante il falò poi, dopo averlo visto parlare con Xavier, era convinto che si fosse ritirato per riposare. Il giovanotto era stato il solo ad aver conversato con lui. “Sicuramente”, pensò, “Xavier sarà in grado di dirmi dove può essere andato”.
   Fece appena in tempo a fare qualche passo, quando vide Jenda corrergli incontro. Non gli piacque l’espressione della donna: i suoi occhi color nocciola tradivano una certa inquietudine.
   – Scusatemi se vi disturbo a quest’ora. La festa è appena terminata e mi rendo conto che sarete stanco – esordì la donna cercando di padroneggiare la voce tremante. – Ma c’è una cosa che mi preme vediate immediatamente.
   – Jenda, io…
   – Si tratta di Xavier. Venite, vi prego.
   – Lo stavo giusto cercando, mia cara. Spero che non sia accaduto nulla di grave.
   – Questo me lo dovete dire voi, signore. Ho trovato una cosa nascosta nel mio fienile.
   Al Vecchio Capo Saggio bastò un attimo per rivedere, attraverso la mente della giovane donna, come avesse seguito Xavier senza farsi notare, insospettita dal suo strano comportamento, e lo avesse visto estrarre una sorta di piccolo vaso dalla tasca del vestito e nasconderlo sotto una balla di fieno.
   – Accompagnami – disse infine, prendendo Jenda per un braccio.
   Giunti al fienile adiacente alla capanna di lei, oltre il recinto dove riposavano le capre, arrivarono nel punto in cui Xavier aveva nascosto l’oggetto misterioso. Quando lo vide per la prima volta, il vecchio si sentì trafiggere la testa da mille aghi e trasalì, soffocando a malapena un gemito nel palmo della mano.
   – State bene, signore? – chiese la donna, allarmata. – Siete impallidito…
   Wynohgal recuperò l’autocontrollo. Aveva capito tutto troppo tardi, inclusa l’identità del forestiero che se n’era ormai andato. L’elisir di frassifaggio non gli sarebbe servito più; svitò il tappo della bottiglietta, e disperse il contenuto sotto le occhiate interrogative di Jenda. Biasimò se stesso per non essere stato più avveduto, ma non perse tempo a piangere sul latte versato. Sapendo di non poter rimediare al proprio errore, cercò in fretta un’altra soluzione: doveva seppellire l’urna in un luogo più appropriato affinché nessun altro la vedesse. Solo in seguito e con la dovuta cautela avrebbe pensato a un modo per distruggerla.
   – Jenda – la voce del vecchio era ferma, quasi dura, – sai dov’è tuo marito adesso?
   – Prima l’ho visto allontanarsi verso il fiume. Sarà andato a rinfrescarsi, come sempre – rispose la donna. – Riconoscete l’oggetto?
   – Qualsiasi cosa sia non porterà nulla di buono. Assicurati che Xavier resti in casa, quando torna, in modo che tu possa controllarlo mentre sarò impegnato a mettere al sicuro questa cosa. È un bene che tu non l’abbia fissata troppo a lungo. Sei stata brava, cara, credimi. Ora lasciami solo.
   Jenda si allontanò con i brividi sulla pelle.
   Prima di raccogliere l’urna, il Vecchio Capo Saggio mormorò a fior di labbra una preghiera e creò una sorta di scudo energetico tra i palmi delle proprie mani. L’oggetto conteneva qualcosa di sensazionale, palpitava di vita propria, emanava una corrente di energia misterica. Si accorse di quanto fosse pesante e seppe subito anche il perché. Pensò di rivestire l’urna con una protezione che impedisse la fuoriuscita del suo contenuto, ma per farlo aveva bisogno delle ossa magiche. Nascose l’urna sotto il lembo della tunica e, appoggiandosi al lungo bastone, si avviò verso la sua capanna. Faticò parecchio: il peso di quell’oggetto divenne più gravoso ad ogni passo e il vecchio Wynohgal fu costretto a fermarsi spesso per riprendere fiato.
   La Sfera di Fuoco brillava ormai con tutto il suo splendore e al Capo Saggio mancava davvero poco per raggiungere la sua capanna, quando l’urna gli sfuggì di mano. Nel tentativo di riafferrarla, il vecchio inciampò nei suoi stessi piedi e cadde gemendo. Con orrore, osservò l’urna rotolare nella polvere e fermarsi vicino a un gruppo di contadini che si avviava ai campi. Due di loro si affrettarono ad aiutare Wynohgal a rimettersi in piedi, mentre un altro fece per raccogliere l’urna.
   – Che nessuno la tocchi! – urlò il vecchio spaventandoli a morte. Il suo gridò richiamò l’attenzione della gente che uscì dalle case. Nessuno prima d’ora aveva mai udito la voce del Capo Saggio intrisa di terrore.
   L’uomo che stava per raccogliere l’urna si fermò, la mano a mezz’aria, gli occhi sgranati per lo spavento. – Non faccio nulla di male, mio signore – balbettò.
   – Non toccarla! – replicò il vecchio. Inevitabilmente i presenti si avvicinarono allo strano oggetto per osservarlo meglio e videro le inquietanti incisioni sul coperchio d’argento. Ne percepirono la forza magnetica e ne rimasero profondamente colpiti.
   – No! – Wynohgal avanzò facendosi disperatamente largo tra la piccola folla che si era stretta attorno all’urna. – Nessuno la tocchi! Non sollevate quel coperchio, non rompete il suo sigillo! È rivestita di una bellezza che abbaglia i vostri occhi, ma ottenebra la vostra saggezza e manda in tumulto i vostri cuori! Sento il flusso energetico che esala… In essa risiedono poteri sconosciuti, forze ancestrali governate da un’oscura Mente Suprema che ha saputo crearle per scopi malvagi. Rappresenta un serio pericolo per tutti noi, uomini di pace, perciò vi ripeto: non toccatela!
   Dalla folla si levò un mormorio confuso. Le donne presero in braccio i figli più piccoli e si allontanarono con i rispettivi mariti, mentre gli altri rimasero lì, estasiati e al medesimo tempo intimoriti dalla malia dell’urna.
   – Non sappiamo cosa contiene, mio signore – disse Bàrio, il mugnaio.
   Il vecchio lo trafisse con una gelida occhiata. – Abbiamo forse bisogno di saperlo?
   – Voi stesso avete parlato di poteri misteriosi… Quell’oggetto potrebbe contenere qualcosa di valore inestimabile!
   – Ti sbagli, Bàrio! Chiunque la pensi come te, sbaglia! Vi ricordo che siamo un popolo pacifico che vive in un Paese dove i raggi della Sfera di Fuoco che brilla perpetua nel cielo terso si riversano sulla terra fertile e si riflettono sulle limpide acque dei Grandi Laghi. Raggi di Luce Divina illuminano le vaste distese verdi, filtrano attraverso le foreste più fitte, ci rischiarano gli occhi e ci riscaldano il cuore. Siamo dotati di grandi doni e cerchiamo di farne buon uso. Quale elemento ritenete più inestimabile delle inebrianti meraviglie che ci circondano?
   – Avete ragione, mio signore – ammise un uomo sulla quarantina con una cintura di cuoio ornata di lunghe piume colorate. – Non abbiamo bisogno di ricchezze più grandi.
   – Giusto! – esclamò un ragazzo allampanato che indossava un paio di calzebrache rosse legate al farsetto con dei lacci. – La vera ricchezza vive dentro di noi!
   – Cosa ne facciamo dell’urna? – chiese un altro uomo dalla voce cavernosa.
   – Va distrutta, ma con la dovuta cautela e solo da chi ne ha le facoltà – rispose il Vecchio Capo Saggio appoggiandosi al suo lungo bastone.
   – Ma è un oggetto bellissimo – ribadì Bàrio, noncurante delle occhiate preoccupate di sua moglie. – Che male può farci?
   Il vecchio rispose: – Un male immenso, che nessuno immaginerebbe. Aprendolo, sprigionerebbe la forza che vi è racchiusa. Il flusso energetico degli elementi che compongono il suo contenuto è oscuro. Lì dentro non vi è nulla di tutto ciò che è Luce. Lo seppellirò in un posto segreto… Farò in modo che non possa nuocere a nessuno di noi. Ora rientrate nelle vostre case, uomini di Pace. Un compito non facile mi attende.
   Rimasto solo, raccolse l’urna e zoppicò fino alla sua capanna. Fuori, di fronte all’ingresso, piantò un bastone di legno di quercianoce, affinché chiunque capisse che in quel momento non doveva essere disturbato per nessuna ragione. Non ci mise molto a scoprire che le ossa magiche non sortivano alcun effetto sull’oggetto. Esso era troppo potente e il vecchio non era in grado di trovare una soluzione per contrastarlo.
   Si mise le mani tra i capelli.
   “Che debbo fare? Che debbo fare?” pensò camminando irrequieto intorno alla stanza, i pugni serrati, la fronte bagnata di sudore. Si fermò davanti alla finestra. In lontananza si stagliava il Bosco di Betulle, solitamente poco frequentato perché, da qualche parte nei suoi spiazzi, si materializzavano gli strappi d’aria che davano accesso alle temutissime Vie di Mezzo. Wynohgal rivalutò questo aspetto negativo del Bosco di Betulle, quindi decise che proprio lì avrebbe nascosto l’urna.
   Poco dopo fu di nuovo in cammino, l’urna sottobraccio. Attraversò il Villaggio Acqua d’Ambra con passo affrettato, ne varcò le mura ricoperte di edera dorata che lo delimitavano, percorse una strada fiancheggiata da un torrente e da prati fioriti, finché giunse ai margini del bosco dove si fermò un poco per riprendere fiato. Il cuore gli batteva forte, il sudore si raccoglieva nei capelli canuti e le membra stanche gli tremavano, mentre l’urna diventava sempre più pesante.
   “Devo resistere,” pensò il vecchio. “Potrò liberarmi di questo fardello solo dopo averlo gettato nel cuore della terra”.
   Fece per riprendere il cammino, quando un’improvvisa folata di vento ululò tra le fronde.
   Wynohgal sussultò, si guardò cautamente alle spalle e… lo vide.
   Una sagoma avanzava verso di lui, controluce. Man mano che si avvicinava, la figura si faceva sempre più distinta.
   Il Vecchio Capo Saggio riconobbe Xavier. – Perché sei qui? – gli chiese nascondendo l’urna nei risvolti della tunica. – Dov’è tua moglie?
   – Sapete bene perché sono qui – ribadì il giovanotto. – Avanti, ditemi: con quale diritto avete sottratto una cosa che mi appartiene?
   – Questa cosa non è tua! Sta’ lontano, Xavier! Se non fai attenzione sarà lei ad avere te!
   Il giovanotto scoppiò a ridere. – Che stupidaggini! Voi stesso la volete nascondere. Significa che contiene davvero qualcosa di sensazionale. Quel forestiero aveva ragione. Di certo non era un povero pazzo!
   – Qualunque cosa ti abbia detto quella creatura, dimenticala! – lo implorò il vecchio. – Dimenticala!
   Xavier neppure lo udì. Era più che mai convinto che l’urna contenesse qualcosa di veramente eccezionale, ricchezze mai viste, d’inestimabile valore.
   L’inimmaginabile.
   Cominciò ad avanzare verso Wynohgal, lo sguardo velato dalla stessa misteriosa brillantezza che riluceva negli occhi tenebrosi del forestiero.
   Il Vecchio Capo Saggio indietreggiò all’istante. – Xavier, fermati! Non vorrai…
   – Rendetemi ciò che è mio! – Gli saltò addosso e si impossessò dell’oggetto, mandando il Capo Saggio a rotolare nella polvere.
   – Finalmente saprò cosa contiene! – esclamò animato da una bramosia sfrenata. Ruppe il sigillo e aprì il coperchio.
   La delusione gli trasfigurò il volto.
   L’urna non conteneva nulla di paragonabile alle impareggiabili ricchezze del paradisiaco Paese del Sole, ai doni e alle virtù con i quali Colui Che Crea La Vita aveva gratificato gli uomini.
   Non conteneva null’altro che cenere.
   – Cosa hai fatto, sciagurato? – gridò il vecchio. – Rimetti subito quel coperchio al suo posto!
   Neppure stavolta Xavier poté udirlo. Fissò l’urna che stringeva spasmodicamente tra le mani. Da lì fuoriuscì un potentissimo getto di energia che sparse in aria i granelli di cenere, facendoli fluttuare come un nugolo di insetti impazziti.
   Poi i granelli si raccolsero in quel vortice inarrestabile, formarono immagini nebulose e presto assunsero sembianze meno sfocate di figure inquietanti che si dibatterono come stendardi nel vento impetuoso.
   In ogni figura si profilò un oscuro volto dai lineamenti deformi, apparvero orbite e si spalancarono fauci dalle quali sgorgarono i più spaventosi suoni primordiali della Terra. Nubi apocalittiche inghiottirono la Sfera di Fuoco, si accesero i lampi e il cielo fu solcato dai fulmini. Il vento soffiò sempre più forte e le fluttuanti creature delle Tenebre si moltiplicarono come cellule sprigionando il loro inesauribile flusso che scatenò il Caos.
   Xavier avvertì dentro di sé l’odio crescere a dismisura. Gettò l’urna per terra e si avvicinò al Capo Saggio che indietreggiò, inorridito.
   “È la fine!” pensò Wynohgal.
   Un urlo selvaggio si levò nell’aria intrisa di un sentore di morte, riverberò nel tumulto e si mescolò ai fragori del cielo.
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Emanuela S.
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